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Autore: evil 65    31/08/2019    14 recensioni
La guerra contro Thanos si è conclusa da cinque anni, e la Terra sta ormai uscendo dal difficile periodo antecedente allo schiocco che cancellò metà della vita nell’universo.
Dal profondo dello spazio, tuttavia, sta per giungere una nuova e antica minaccia.
L’uso delle Gemme dell’Infinito ha causato il risveglio di una creatura che dormiva negli abissi del cosmo, e che ora, dopo aver provocato carestie e devastazioni su vari pianeti, si dirige minacciosa verso la Terra.
Una furia immensa e bestiale, una divinità antidiluviana e una maledizione, che il mondo imparerà a temere col nome di King Ghidorah…
( Crossover Avengers x Godzilla )
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Danvers/Captain Marvel, Doctor Stephen Strange, Peter Parker/Spider-Man, Thor, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avengers Assemble'
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Ecco un nuovissimo capitolo!
Questo aggiornamento approfondirà il passato di Ghidorah e le sue origini, gettando le basi per altre storie di questo mio personale universo letterario e una nuova luce sul canone MCU da me riadattato.
Vi auguro una buona lettura e, come al solito, vi invito a leggere le note a piè di pagina!
Per il capitolo di oggi, al posto dell’omake, ho realizzato un video comico su Ghidorah. Spero che vi divertirà ;)
 


Capitolo 14
 

Un proiettile di luce viola andò a infrangersi dritto contro la barriera telecinetica di Wanda.
L'esplosione riversò un ingente quantità di cristalli e schegge di asfalto entro un area di circa dieci di metri, ma la donna ne rimase del tutto inalterata e si limitò a girare la testa in direzione del punto da cui era partito l'attacco.
Strange la fissò di rimando, gli occhi illuminati da un debole bagliore. Porse la gamba destra in avanti, assumendo una posizione di battaglia, sollevò le mani e compì un paio di rapidi movimenti.
Fu allora che l'aria attorno all’uomo si riempì di cristalli, bianchi e lucenti sotto la luce della luna. Come dal nulla, le schegge cominciarono a ruotare ad una velocità superiore a qualsiasi dispositivo creato dalla scienza moderna.
Dopo circa un paio di secondi, un tornado di neve e ghiaccio saettò al di sopra di Wanda, generando una tromba d'aria alta almeno una ventina di metri.
La strega mantenne un’espressione impassibile. Al contempo, la colonna di cristalli andò a sbattere dritta contro di lei, generando un onda d'urto che fece tremare i lampioni dell’intera zona.
Strange, tuttavia, non aveva ancora finito. Porse le braccia in avanti e cominciò a manipolare l’incantesimo, nel tentativo di creare un palla di cristalli condensati.
<< Wanda, so che sei lì dentro. Devi combatterlo! >> urlò, cercando di contenere la donna.
Poteva già sentire l’energia telecinetica farsi strada oltre la barriera. Non sarebbe riuscito a trattenerla a lungo.
E poi, come dal nulla, un impulso d'aria aprì la gabbia, rivelando la forma indenne della Scarelt Witch.
Questa allungò una mano, intrappolando il collo di Strange in una presa telecinetica. Lo Stregone annaspò, sentendosi sollevare da terra, incapace di sottrarsi a quell’assalto invisibile.
In quel preciso istante, uno strano filamento dorato, simile a un nastro, avvolse la caviglia di Wanda. L’ex Avenger abbassò lo sguardo proprio mentre la frusta si tendeva, facendola a cadere a terra.
Ruotando appena la testa, la Scarlett Witch inquadrò lo sguardo di Wong, venuto ad assistere il suo superiore.
Wanda lasciò la presa per concentrarsi sulla nuova minaccia, dando il tempo a Strange di riprendere fiato.
Più che intenzionato a non sprecare il vantaggio appena ottenuto, l’uomo sollevò le mani in aria e materializzò uno strano arco tra le dita. Sembrava fatto di fiamme.
Una debole luce di colorazione azzurra iniziò a materializzarsi sulla corda dell'arma, a immagine e somiglianza di una freccia. E poi, quando il bagliore aumentò d’intensità, Strange prese un respiro profondo…e scoccò.
Il colpo sibilò nell’aria. Il risultato, quando il fuoco nemico raggiunse la donna, fu decisamente esaltante.
L’esplosione fu ancora più esagerata di quanto Strange avesse inizialmente previsto.
Mentre le fiamme azzurre si sollevarono al cielo, iniziarono a udirsi le prime grida e le urla degli spettatori che avevano percepito l’onda d’urto causata dal contraccolpo.
L’attacco  titanico squarciò il centro della notte. E quando la polvere si levò...Wanda era ancora in piedi, quasi del tutto illesa, se non per alcune bruciature sulle vesti.
<< Sembra che non sia molto in vena di conversare >> commentò Wong, atterrando affianco a Strange.
Questi lo fissò con aria stizzita.
<< Ma non mi dire >> borbottò a bassa voce, lo sguardo fisso nei confronti dell’avversaria.
Wanda non diede alcun segno di averli sentiti e si limitò a innalzare ambe le braccia verso il cielo, sollevando decine di autovetture dal manto stradale.
Affianco allo stregone, Wong rilasciò un sospiro rassegnato.
 << Stephen, sai bene anche tu che c’è un solo modo per far rinsavire questa povera ragazza >> disse con tono di fatto.
Strange gli inviò un’occhiata laterale.
 << Pensi di riuscire a tenerla occupata per un po’? >>
<< Non avrei proposto una simile linea d’azione, se non ne fossi in grado >> rispose l’altro con un sonoro sbuffo.
Lo stregone annuì, prima di scomparire con un guizzo del mantello rosso. Al contempo, Wong si voltò in direzione di Wanda.
Mentre questa si avvicinava con passo lento e marcato, le auto ancora sospese sopra di lei, il praticante delle arti mistiche compì alcuni movimenti con le mani.
Una strana sostanza cristallina cominciò ad avvolgere l’area circostante.
Non appena il composto entrò in contatto con le macchine, queste iniziarono a scricchiolare. Poi, saette e scariche di natura apparentemente elettrica iniziarono a volteggiare per la zona, sollevano cocci in ogni direzioni e distruggendo le vetture a mezz’aria.
Scoppi e rintocchi risuonarono per tutta la lunghezza del quartiere, mentre le finestre degli edifici andavano in frantumi, riversando pezzi di vetro sulla carreggiata. E ad ogni scarica…l'aria percorsa dal colpo diventava roccia nera, simile ad arenaria.
Wanda osservò il tutto con fare incuriosito, mentre una lunga serie di stalattiti scaturiva dalla superficie in asfalto. Anzichè evitarle, tuttavia, la donna si limitò ad evocare una barriera telecinetica molto più densa della precedente.
Non appena le punte affilate entrarono in contatto con lo scudo, si spezzarono, disintegrandosi come se fossero fatte di polvere.
Wong compì una seconda serie di movimenti con le mani, ma questa volta la Scarlett Witch non gli diede il tempo di completare l’incantesimo.
Balzò verso di lui e lo afferrò per la gola, usando la telecinesi per issarlo da terra.
L’uomo cominciò a dibattersi, tentando in tutti i modi di sfuggire a quella presa mortale. Ma Wanda non accennò nemmeno a muoversi e cominciò a stringere. Sembrava più un automa che una persona in carne e ossa.
Poi, l’ex Avenger sentì uno spostamento d’aria improvviso alle sue spalle. Si voltò, proprio mentre Strange posava ambe le mani sulle sue tempie.
<< Apri la tua mente, Wanda >> sussurrò l’uomo.
E poi, il mondo attorno a lei divenne dolore e penombra.
 
                                                                                                                                                  * * *    
 
All’inizio non si udì nulla. Poi ci fu una scintilla, uno sfrigolio che confuse le ragnatele già sfilacciate di sogni e ricordi.
Negli spazi della sua mente, Strange passò in rassegna tutta la sua vita, rivisitando le grande battaglie, le guerre, le decisioni prese, che avevano alterato in meglio o in peggio le sorti della lotta. I trionfi, quelli recenti e quelli trascorsi. E niente di tutto ciò, decise, si sarebbe rivelato abbastanza interessante per un essere come Ghidorah, che serbava memoria di tutte le maggiori guerre e contese nella storia dell’universo conosciuto.
Poco dopo, con un crepitio e un ruggito, una scarica di elettricità biancoazzurra lo attraversò, inondano i meandri del suo cervello come la marea riempie una grotta.
La sua anima sussultò con violenza, trascinata in un mondo di tetra oscurità.
Gridò e divenne nuovamente consapevole, immerso in una sorta di nevischio scarlatto misto a lampi bianchi.
Wanda – o meglio, la sua proiezione mentale – era in mezzo all’oscurità, avvolta da tanti viticci color sangue, simili a radici. Sembrava quasi che stesse dormendo.
Strange fluttuò fino a lei, come se quel luogo non avesse il minimo accennò di gravità. Tuttavia, quando provò a toccare il corpo della Scarlet Witch, un’onda d’urto improvvisa lo spinse lontano.
<< Wanda! >> urlò, tentando di riavvicinarsi. La reazione del bozzolo fu la stessa.
Il suo compito era quello di intrappolare Wanda nei recessi della sua mente, e avrebbe continuato a compiere tale dovere con spietata efficienza.
<< Maledizione >> imprecò lo stregone.
Poi, un pensiero insolito attraversò la testa dell’uomo.
Ghidorah e Wanda…ora erano collegati. La mente del drago stava concentrando tutte le sue energie per intrappolare quella della Scarlett Witch. Una simile impresa, considerando quanto fosse potente l’ex Avenger, doveva richiedere un enorme dispendio di energie.
Forse – e questo era un forse grande quanto una casa – il drago aveva lasciato i propri pensieri senza alcuna difesa.
Strange cominciò a valutare i pro e i contro di una simile possibilità.
Logicamente, entrando nella mente del drago, avrebbe potuto analizzarne i ricordi. E forse sarebbe riuscito a trovare un punto debole con il quale avrebbero potuto sconfiggerlo.
Era un azzardo, Ghidorah poteva accorgersi di lui in qualunque momento…ma valeva la pena provare. Sperava solo che, all’esterno, i suoi compagni stessero tenendo l’idra abbastanza impegnata da impedirle di accorgersi dell’imminente intrusione.  In caso contrario…bhe, probabilmente la bestia avrebbe ridotto il suo cervello ad un colabrodo.
E così, la mente di Strange si aprì ancora una volta…vagando nel passato di Ghidorah.
  
                                                                                                                                                     * * * 

Miliardi di anni prima
 
Al di là delle possenti mura fortificate di Asgard, oltre grandi cancelli, spazi siderali e abissi, là dove l’universo e i suoi pianeti si tramutavano in territorio incolto, lì c'era una stella morta più vecchia della memoria Aesir, una landa desolata che esisteva da prima della loro nascita.
E nelle valli che si estendevano sulla superficie di quel mondo ormai caduto, paludi ghiacciate e laghi senza fondo riconducevano ad un mare di roccia. Collinette crivellate di cave e gallerie scavate nella pietra s'infilavano, come larve, nella carne di giganti morti.
In una di queste caverne, qualcosa di enorme e spaventoso era accovacciato nella sporcizia e nelle tenebre, in una possa di luce che trapelava dall'entrata della grotta.
Era una bestia grottesca, come se il suo creatore avesse avuto in mente un orrendo amalgama tra una lucertola e una grosso pipistrello delle Lune di Dagon.
Aveva occhi rossi come il sangue, e la sua ruvida criniera sembrava intessuta con fili d’oro e d’argento.
Aveva molti nomi. Qualcuno l'aveva chiamata Nimue, altri Nerthus, Dea della Pestilenza, e altri ancora Signora del Vuoto.
Per coincidenza, questa creatura era qualcosa strisciato fuori dai meandri più oscuri del cosmo, un tremendo fantasma uscito dal vuoto tra le dimensioni, creato dopo il Big Bang.
Aveva abitato a lungo nella grotta che ormai Odino chiamava la tomba dei draghi, e in occulte caverne che conducevano in luoghi indicibili. E fu presso di lei che Bor, padre dello stesso Odino, aveva generato il suo primo figlio…Ghidorah.
La creatura senza più nome non sapeva se nel grande, ampio universo, esistesse ancora qualcuno della sua razza, e così credeva di essere l'ultima.
Era una discendente dei draghi, una specie mutaforma di grande intelletto e potenza generata nei primi giorni della creazione, quando la Terra era ancora giovane, e poi cacciata dalle altre razze, spinta nel corso di innumerevoli millenni nell'oblio.
Anche lei aveva una madre, che ricorda vagamente, soprattutto quando si svegliava da un sogno o quando si addormentava. Se mai aveva avuto un padre, il suo ricordo era svanito per sempre.
Molto prima dell'arrivo degli Asgardiani, su questa terra c'erano esseri che la adoravano in templi sacri e in e in grotte segrete come quella in cui ora dimorava.
Lei aveva sempre accolto con piacere le loro preghiere e le loro offerte, i tributi e il rispetto che avevano di lei. La paura che avevano di lei la teneva al sicuro, ma non era mai stata una dea, solo qualcosa di più tremendo e di più bello dei semplici mortali.
Ora era una leggenda, intravista da quei pochi viaggiatori sfortunati che decidevano di sostare su quella stella morta.  
Piloti ed esploratori scambiavano timorosi sussurri di una bestia malefica. Ma sia lei sia tutti i suoi antenati sarebbero stati dimenticati completamente e per sempre dall'Universo… se non fosse stato per Ghidorah.
Nato deforme, dall’unione di tre cuccioli fusi assieme nel ventre della loro madre ( forse a causa del sangue asgardiano di Bor ), il futuro distruttore di innumerevoli mondi sognava con anticipazione il giorno in cui avrebbe finalmente lasciato la propria tana.
Alle sue spalle, ai confini della grotta, la sua grassa progenitrice, tanto pallida da emanare una propria luminescenza, continuava a dormire, vecchia e amareggiata nella tetra stanza sotterranea.
Megera gonfia d'anni, confusa, stremata dalla sofferenza. Colpevole, così immaginava il piccolo Ghidorah, di qualche crimine ormai scordato, forse ancestrale.
Non che il piccolo assassino possedesse ancora la lungimiranza che lo avrebbe caratterizzato in futuro.
Non era ancora in grado di analizzare i polverosi meccanismi della sua miserevole e sciagurata vita.
Quella notte, nel sonno, la madre si aggrappò a lui come per schiacciarlo.
<< Perché siamo qui? >> le chiese Ghidorah. << Perché restiamo in questa tana putrida e maleodorante? >>
La creatura lo guardò con la coda degli occhi, tremando alle sue parole.
<< Non domandare! >> implorò, attraverso le zanne. << Non domandare! >>
Una volta, il piccolo Ghidorah pensava si trattasse di un terribile segreto. Ma ora…
Le lanciò un'occhiata scaltra.
Me lo dirà al momento giusto, pensava un tempo. Ma non gli aveva mai detto nulla.  Aveva continuato ad aspettare, invano. Ma molto presto…non sarebbe più stato costretto a farlo.
Le tre teste si alzarono all’unisono, scrutando lo spazio che si stagliava oltre la caverna.
<< Un giorno ce ne andremo…e allora vedremo tutte quelle stelle! >>

                                                                                                                                                         * * * 
 
Presente
 
Strange vide molte altre cose. I primi pasti di Ghidorah, l’uccisione della madre, la sua venuta nel cosmo che c’era oltre la grotta…e poi, vide un evento che si distinse da tutti gli altri. Un incontro non visto dagli annali della storia, tra l’enorme drago e un altro mostro che per secoli aveva terrorizzato innumerevoli mondi.
Un incontro…che lasciò nel cuore dello stregone un sentimento di sorpresa e rabbia che mai avrebbe potuto cancellare.
Ora sapeva esattamente cosa doveva fare.
Mise di nuovo le mani sul bozzolo che circondava la figura della Scarlet Witch, facendo appello a tutta la sua forza per evitare di essere sbalzato indietro.
<< Apri gli occhi, Wanda >>
E, dopo aver pronunciato tali parole, cominciò a condividere con la sua mente la scena a cui aveva appena assistito.

                                                                                                                                                         * * *
 
 
Alcuni secoli prima
 
Agli occhi dell’infinito, un inizio e una fine sono quasi del tutto indistinguibili.
L’esplosione che pone fine a un universo ne genera un altro. I dinosauri si estinsero nello stesso istante in cui l’asteroide che li sterminò deviò dalla sua orbita. Un uomo che muore per un colpo di pistola è morto nel momento esatto in cui il proiettile è stato creato.
Agli occhi dell’infinito, questi eventi, sebbene a distanza di ore o di milioni di anni, accadono nell’arco di tempo di un battito cardiaco di colibrì, legati assieme su una rotta tracciata dal destino. O forse dalla morte.
Seguendo questo principio, metà dell’universo morì nel giorno in cui nacque Thanos.
Tale evento ebbe luogo un venerdì di qualche secolo fa, su un piccolo pianeta chiamato Titano.
Thanos proveniva da una razza aliena nota come gli Eterni, ma per ragioni ignote nacque…diverso. Con la pelle viola, un mento deforme e una corporatura più massiccia. I suoi genitori definirono questa condizione Sindrome Deviante.
Si dice che sua madre Sui-San impazzì nel momento esatto in cui posò gli occhi su di lui…ma non è del tutto vero. Infatti, uscì di senno quando pronunciò il suo nome per la prima volta : Thanos.
Non era certo il primo nome che avrebbe voluto dare al piccolo, ma quando guardò dentro i suoi occhi neri come la pece…le uscì di getto. Non aveva mai udito quel nome prima di allora.
Vi avrebbe anche detto che la follia è una reazione perfettamente logica se si fissano gli occhi di una costante universale. Anche voi impazzireste, se partoriste una sorta di semi-Dio.
Da quel momento in poi, le cose si fecero piuttosto aggravate.
Mentre cresceva, Thanos iniziò a mutare e a sperimentare la sua biologia deviante, incrementando la sua forza, il suo intelletto e la sua crudeltà, con il solo scopo di salvare la propria razza dall’estinzione. Purtroppo fallì.
E così cominciò a vagare per il cosmo con un unico obbiettivo in mente : impedire che altri pianeti soffrissero lo stesso destino del suo, eliminando il 50% della loro popolazione.
Per fare questo, Thanos divenne un conquistatore, un tiranno, assassino di innumerevoli vite.
Ad un certo punto della sua vita, divenne anche il sovrano di Chitauri Primo, il pianeta madre del dispotico popolo dei chitauri. Forse ne avete sentito parlare: sono spaventosi.
Magari li conoscete per la loro grande armata di navi da guerra rubate e riadattate, ciascuna equipaggiata con una batteria completa di siluri di classe divoratore. Oppure avete certo sentito parlare dei Leviatani, marchio di fabbrica di questa razza, ibridi biomeccanici simili a squali stellari, utilizzati come armi. Ognuno dei quali poteva ospitare centinaia di soldati chitauri che pilotavano scialuppe leggere eclipse-drive capaci di superare qualunque corvetta.
Tutti conoscono queste cose, certo…ma il più spaventoso dei loro orrori giaceva nel basso, sulla superficie del pianeta.
Per via della sua orbita insolita e irregolare, infatti, la crosta di Chitauri Primo era quasi sempre di parecchi gradi sotto lo zero. I chitauri non sembravano preoccuparsene.
Infatti, nei loro famigerati tornei tra gladiatori, gli spruzzi di sangue che schizzavano dai combattenti spesso gelavano a mezz’aria, creando piccoli turbini di incantevoli cristalli rossi.
La neve da guerra, così la chiamavano. Veniva raccolta e data da mangiare ai chitauri ancora giovani, un adeguato primo passo nel congiungimento a un’antica stirpe di guerrieri macellai che avevano scolpito l’invincibile nome di Chitauri Primo nell’universo per centinaia di anni.
Ghidorah aveva quasi del tutto dimenticato le storie su questa razza…finchè non era giunto sul loro pianeta appena due ore fa.
<< Chi è il vostro re? >> sibilò la testa centrale della bestia, di fronte all’enorme montagna di cadaveri che aveva di fronte. Attorno a lui, migliaia di cristalli rossi galleggiavano nel vuoto.
Un chitauro decisamente più grande degli altri, armato di una grossa alabarda, compì un passo oltre i corpi morti dei suoi fratelli.
<< Io sono il re, Lord Ghidorah >> disse con tono rispettoso.
L’enorme drago lo fissò con uno sguardo impassibile. Poi, arricciò le labbra in un sorriso malefico.
<< Bugiardo >> disse attraverso le zanne, facendo sussultare l’alieno.
<< No…no, lo giuro! Ti prego, posso darti… >>
Non ebbe la possibilità di terminare la frase. Un fascio di gravitoni lo ridusse rapidamente ad un mucchietto di cenere fumante.
 << I re non implorano >> commentò Ghidorah, con fare sprezzante.
Si voltò verso il resto dell’esercito chiaturi, pronto a riversare su di loro lo stesso destino. Tuttavia, prima che potesse farlo, una figura ben distinta si fece strada tra la folla.
Il drago osservò con curiosità mentre l’esercito alieno si apriva a mò di ventaglio, permettendo al nuovo arrivato di passare senza impedimenti.
Era alto circa tre metri, con una corporatura muscolosa ricoperta da un’armatura d’oro. Tratto distintivo erano sicuramente la pelle viola e la possente mascella, il cui mento era adornato da profonde incisioni che percorrevano anche parte del volto.
Ghidorah non aveva mai visto una creatura simile e si ritrovò a sogghignare per la piacevole scoperta.
<< Sei venuto a salvare i tuoi soldati? >> chiese con tono beffardo, consapevole che questo alieno fosse il vero comandante dell’esercito che aveva affrontato per le ultime due ore.
La creatura si fermò di fronte ai chitauri ancora in vita, stringendo ambe le palpebre degli occhi.
 << No…Sono venuto per te >> rispose freddamente.
La testa di sinistra scoppiò in una sonora risata, mentre quella di destra si leccò le labbra con anticipazione.
 << Interessante >> commentò quella centrale, scrutando attentamente il misterioso avversario.  << Ti aspetti davvero di potermi sconfiggere senza un arma? >>
<< Anche senza un’arma, io rimango comunque Thanos di Titano. E per te, creatura…basto e avanzo! >> urlò con determinazione.
E poi lottarono. Lottarono per i successivi tre giorni, modificando la superficie del pianeta sotto la potenza dei loro assalti, come abili scultori di morte.
I chiaturi rimasero a fissarli durante l’intera durata dello scontro, spettatori inermi di fronte ad una coppia di dei…Fino a quando Ghidorah non cominciò ad avere la meglio.
L’idra e Thanos si fissarono l’un l’altro, feriti e ansimanti, anche se il drago era sicuramente quello messo meglio tra i due, grazie al suo fattore rigenerante.
<< Possiedi grande potere e volontà, giovane titano. Lo ammetto, la tua prestazione mi ha colpito non poco >> disse la testa centrale, apparentemente soddisfatto dalla piega che avevano preso gli eventi. Dopotutto, era da molto tempo che non combatteva un avversario degno del suo tempo.
Thanos sputò un rivolo di sangue.
 << Le campagne più difficili richiedono spesso una forte volontà >> borbottò con voce stanca, suscitando uno sguardo incuriosito ad opera del drago.
<< E di quale campagna ti stai occupando, se posso chiedere? >>
E fu così che l’ultimo membro dei titani raccontò a Ghidorah la propria storia, gli eventi che avevano portato alla distruzione del suo mondo e la missione che si era imposto dopo la morte dei suoi cari. Non tanto per intrattenere la creatura quanto, piuttosto, per prolungare la propria vita in qualunque modo ritenesse necessario.
<< Un obbiettivo interessante…e piuttosto nobile, ad essere sincero >> commentò l’idra, una volta che il signore della guerra ebbe finito il racconto.
Suo malgrado, Thanos si ritrovò a sorridere.
<< Le tue parole mi rincuorano, non sono in molti a vedere il bene che sto cercando di fare. Anche se, negli ultimi tempi, ho cominciato a dubitare dell’efficienza del mio operato >> disse con un sospiro rassegnato.
Ghidorah inarcò un sopracciglio, aspettando pazientemente che il titano elaborasse ulteriormente una simile dichiarazione.
 << Sono solo una persona, o grande drago…e nel cosmo vi sono innumerevoli mondi. Anche se dedicassi ogni secondo della mia vita a scovarli e sanarli…non riuscirei a scalfire nemmeno la superficie di questo vasto universo >> ammise quasi con riluttanza, per poi abbassare lo sguardo sulle sue mani coperte di sangue congelato. << Forse dovrei fermarmi. Dopotutto…come posso competere con l’ineluttabile? >>
Con sua grande sorpresa, tuttavia, la testa centrale di Ghidorah abbaio una forte risata, suscitando sguardi sconcertati ad opera delle altre due.
<< Ah, Thanos…perché mai dovresti fermarti? Tu li migliori, ragazzo mio! Non te ne rendi conto? Li stimoli! >> esclamò la bestia, allargando le immense ali. << Li costringi a pensare e pianificare. Ispiri in loro  scienza, religione, tutto ciò che li rende ciò che sono, finché dureranno. Tu sei, per così dire, la minaccia attraverso cui imparano a definirsi. L'esilio, la cattività, la morte da cui rifuggono, la prova lampante della loro mortalità, del loro abbandono. E tu fai in modo che lo riconoscono, che l'abbraccino! >>
Porse un arto in avanti, indicando Thanos con il suo unico artiglio. Il tutto mentre il giovane titano lo ascoltava rapito.
 << Tu sei la vita, o almeno una sua rappresentazione: inseparabile come lo scalatore e la montagna. Se ti allontani verrai immediatamente sostituito, certo…ma non sarà la stessa cosa. Di minacce l’universo ne ha già molte, ma nessuna di esse è come te : tu porti morte per dare la vita! Bando ai sentimentalismi, dunque. Se lo scopo ultimo del tuo progetto è la vita, non abbandonarlo! Spaventa le varie razze sparse per il cosmo, finché non raggiungeranno la gloria! Non c'è differenza alla fin fine: materia e movimento, semplice e complesso. Non fa alcuna differenza. Morte, trasfigurazione. Cenere alla cenere. Morte…che porta nuova vita >> terminò con un sussurro.
Thanos abbassò lo sguardo, apparentemente contemplando le parole dell’idra.
Dopo qualche attimo di silenzio, alzò la testa e chiese : << Anche se quello che dici fosse vero…il mio tempo, in quanto creatura mortale, è comunque limitato. Come può il mio lavoro essere di qualche importanza, nel grande schema delle cose? >>
<< Una domanda legittima. Avresti bisogno di un modo per agire su…scala più vasta, per così dire. E forse io ne conosco uno >> rispose Ghidorah.
Thanos inarcò un sopracciglio.
 << Ovvero? >> domandò incuriosito.
Al contempo, sui volti della bestia cominciarono a formarsi sorrisi agghiaccianti.
<< Le Gemme dell’Infinito, oggetti di grande potere >> rivelò il drago, suscitando un inclinazione della testa ad opera del signore della guerra.
<< Non ho mai sentito parlare di una cosa del genere >> disse Thanos, con aria dubbiosa. << Inoltre, non vedo in che modo potrebbero essermi utili. Possiedo già il potere di distruggere mondi >>
Se possibile, il ghigno della testa centrale sembrò farsi più grande.
<< Il tuo intuito è acuto, la tua mente forte, eppure la tua istruzione è carente. Non hai mai sentito parlare dei Celestiali? >>
<< No >> ammise Thanos, senza un attimo di esitazione.
La luce della rivelazione lampeggiò negli occhi di Ghidorah. Si leccò le labbra con la lingua biforcuta, puntò un artiglio trionfante verso il cielo e cominciò a narrare.
<< All’indomani della creazione dell’universo, sorsero i Celestiali! Esseri d’enorme potere, statura e influenza. Essi sono per noi ciò che le divinità sono per le formiche, più potenti persino dei formidabili Asgardiani. Secondo alcuni, furono generati nel calore del Big Bang, mentre altri sostengono che iniziarono a esistere miliardi di anni dopo, prima della nascita dell’intelligenza e delle civiltà in tutto l’universo. Indipendentemente dalle loro origini, furono la prima tra le grandi specie a errare tra le stelle. E possedevano la capacità di maneggiare le Gemme dell’Infinito. Le Gemme erano i resti di un cosmo che era esistito prima del nostro : sei singolarità sopravvissute al Big Bang, forgiate da esseri inimmaginabili nella forma di lingotti puri. Ciascuna aveva una caratteristica legata a un aspetto specifico dell’universo in quanto tale : Spazio, Tempo, Realtà, Mente Anima e Potere.
Col passare del tempo, il giovane universo maturò e i lingotti passarono nelle mani di esseri dalle facoltà immense, come i Celestiali e i loro simili. Furono modificate e trasformate, finchè non divennero sei grandi Gemme, ognuna capace di conferire al possessore un potere pressoché illimitato nell’ambito che la riguardava. E col passare degli eoni, le pietre andarono perdute, una dopo l’altra, entrando nel reame della leggenda, poi del mito…e infine, nell’oblio. Oggi, ben pochi sanno cosa sia una Gemma dell’Infinito, e persino coloro che lo sanno non credono necessariamente nella loro esistenza. Ma lo sanno, Thanos…
loro lo sanno! >>
Durante quell’intera parabola, Thanos si era piegato in avanti, i gomiti poggiati sulle ginocchia e i polpastrelli congiunti di fronte al viso accigliato. La sua fronte era corrugata dalla concentrazione.
Era, naturalmente, una storia ridicola. Assurda.
Accantonò l’idea stessa di quegli oggetti. Non trovavano posto nell’universo razionale per come lo conosceva. Erano…una favola. Un racconto della buonanotte per bambini creduloni, gli unici che potessero prendere per vera l’esistenza di tali artefatti nel cosmo.
Eppure, questa creatura millenaria dalla mente acuta e dal grande potere…ci credeva.
<< Sei gemme >> scandì con lentezza, come per compararne la veridicità. << E ognuna di loro controlla un aspetto diverso dell’universo >>
<< Esattamente >> confermò Ghidorah. << La Gemma dello Spazio, per esempio, è blu. Credo fosse quella posseduta un tempo da Odino, anche se ho sentito una storia interessante su come poi la spedì su un qualche pianeta primitivo di cui ora mi sfugge il nome. Una specie di ghetto cosmico, direi. Nulla su cui valga la pena soffermarsi, tranne per il fatto che là potrebbe davvero celarsi una Gemma dell’Infinito. E poi c’è la Gemma dell’Anima, di cui tuttavia ignoro la posizione. La Gemma della Realtà, invece, fu sottratta dall’Elfo Oscuro Malekith durante una delle molte guerre di Svartalfheim contro Asgard. La chiamavano Aether, e fu strappato loro da Bor, padre di Odino, che lo nascose lontano da ogni essere vivente perché era troppo potente per poterlo affidare a chiunque. E poi vi è la Gemma del Tempo, che andò persa millenni fa, nelle mani di uno Stregone che si chiamava l’Antico. E poi c’è la Gemma della Mente, che… >>
<< Ti aspetti davvero che io creda a tutte queste sciocchezze? >> lo interruppe Thanos. << Pietre antecedenti all’universo stesso? Che controllano le forze fondamentali della realtà? >>
<< Credi pure a ciò che vuoi >> sbuffò Ghidorah. << All’universo non importa in ogni caso >>
Il giovane titano strinse la possente mascella.
<< Se queste Gemme esistono, perché non sono utilizzate più spesso? >>
Ghidorah scoppiò in un breve accesso di autentica allegria.
<< Sono nascoste, Thanos … >> rispose come se stesse dando una lezione a un bambino, << perché troppo potenti. E perché i Celestiali e l’Altro, colui che i Celestiali temono, sorvegliano le Gemme da lontano >>
<< Le hai mai cercate? >> chiese il titano, visibilmente incuriosito.
Ghidorah sbuffò una seconda volta.
<< Sono troppo occupato a cercare pianeti da consumare, non ho mai avuto il tempo per intraprendere una simile impresa >>
Detto questo, sorrise verso il signore della guerra e lo indicò.
<< Ma tu, Thanos, con il tuo obbiettivo e la tua perseveranza…potresti riuscire dove in molti hanno fallito >> terminò con tono di fatto.
Thanos rimase fermo e immobile, il volto adornato da un’espressione sospettosa.
<< Mettiamo che io ci riesca…che cosa ci guadagneresti? Perdona l’insolenza, ma non sembri davvero il tipo che si preoccuperebbe della salvezza dell’universo >> osservò.
Ghidorah si limitò a sorridere.
<< Al contrario, giovane titano! Perchè quanti più mondi sopravvivono…tanto io mangio >> sogghignò malignamente, suscitando un brivido lungo la spina dorsale dell’alieno.
E questa, per quanto fosse egoista, era una motivazione che Thanos avrebbe attribuito senza problemi a quella malevola creatura.
 
                                                                                                                                                     * * * 

Presente
 
Secoli dopo, Wanda Maximoff vide tutto questo…e provò rabbia. Una rabbia così intensa da eguagliare quella stessa collera che cinque anni prima aveva scatenato su Thanos, colui che aveva assassinato il suo primo e unico amore.
Gli occhi della donna illuminarono di rosso. Il mondo attorno a lei e Strange cominciò a crollare, mentre i viticci che la legavano iniziarono a spezzarsi.
 



Yep…è stato Ghidorah a parlare a Thanos delle Gemme dell’Infinito, in questo mio universo letterario. Questo significa che, anche se indirettamente, il nostro drago tricefalo è responsabile della morte di Visione e tutto quello che è accaduto durante le Guerre dell’Infinito.
Inutile dire che Wanda NON è affatto contenta.
E sì, Ghidorah è il figlio illegittimo di Bor, padre di Odino, il che lo rende a sua volta fratellastro di Odino e zio acquisito di Thor e Loki.
E se vi sembra strano che Bor si sia accoppiato con la madre di Ghidorah, lei era una mutaforma, e ricordate che nei miti originali Loki ha generato un serpente gigante, un cavallo a sei zampe, un lupo gigante ecc…
Insomma, non è la cosa più strana che un asgardiano abbia mai fatto.
E qui, come promesso, il video comico da me realizzato con King Ghidorah : https://www.youtube.com/watch?v=V3H7yzPp3wM&t=112s
  
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