Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi
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Autore: Sarah_lilith    01/09/2019    1 recensioni
E se una fan di Mo Dao Zu Shi si ritrovasse catapultata nel novel, trovandosi davanti alla possibilità di conoscere e vivere con i suoi personaggi preferiti?
E se si accorgesse di essere lì per una ragione, di essere capitata non in un punto imprecisato, in cui i fatti sono ancora in corso, ma quando tutta la trama si è svolta e la storia procede lenta verso un "vissero felici e contenti"?
E se scoprisse di dover dare il lieto fine a personaggi che non l'hanno avuto, o rendere giustizia e ridare dignità a persone che non l'hanno ricevuta?
- - -
Un nuovo nemico si avvicina e la storia decide di prendere vita per proteggere se stessa e i suoi protagonisti, richiamando un'eroina da un'altro mondo, perché nessuno potrebbe mai eguagliare la sua forza di spirito nel cercare di salvare i personaggi che ama.
Non che lei sia d'accordo...
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Jin Ling/Jin Rulan, Lan XiChen/Lan Huan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia a Anna, Sabrina, Cristina, Elisa e Deborah, che ascoltano i miei scleri e mi sopportano. So che se finissi davvero in MDZS voi mi uccidereste se non facessi abbastanza foto.

Grazie ragazze, siete mitiche.

 

 

 

Se ti trovi in pericolo, svieni

 

 

Quando mi svegliai, mi resi conto di aver battuto la testa. Le vertigini che mi colsero quando provai ad alzarmi mi fecero preoccupare. Per quanto ne sapevo, potevo avere una commozione cerebrale. 

Studiavo medicina per diletto, non ero un’infermiera e probabilmente non lo sarei mai stata.

Controllai i sintomi. Non avevo la sensazione di dover vomitare, ma per qualche motivo non riuscivo ad abituarmi alla luce che mi filtrava tra le palpebre socchiuse. Forse avevo solo preso una bella botta cadendo. 

Cadendo? Ero caduta? Non ricordavo qualcosa del genere. Cosa stavo facendo prima di svenire?

Mi costrinsi ad alzare la testa e appoggiare i palmi sul pavimento per cercare di tirarmi su, riuscendo finalmente a mettermi seduta. In quel momento, la tracolla della mia borsa scivolò giù dalla mia spalla e cadde a terra, percorrendomi il braccio nudo e dandomi i brividi. L’aria era fredda e il prato su cui mi trovavo era ricoperto di rugiada fresca che mi bagnava le dita.

Quando mi guardai intorno, vidi solo un’area boschiva attraversata da quello che doveva essere un sentiero non ben definito, vicino al quale, in quel momento, mi trovavo seduta. La terra battuta che creava la strada era priva d’erba, coperta in parte da uno strato di ghiaia bianca che mi faceva ricordare le piste di mountain bike che percorrevo con la mia bicicletta quand’ero piccola.

Con un certo sforzo afferrai la borsa e me la rimisi in spalla, piegando le gambe sotto il busto per alzarmi. Prima che potessi mettermi in piedi però, sentii un rumore provenire dalla boscaglia dietro di me. 

Con il cuore in gola, mi voltai con uno scatto e vidi una figura che emergeva dalle frasche. Saltai all’indietro, finendo nuovamente col sedere a terra per lo spavento. Caddi, colpendo la strada talmente forte da farmi vibrare i denti. Imprecando, arretrai velocemente strisciando le mani sul terreno umido e graffiandomi i palmi con le pietre appuntite. 

La persona che ora si trovava in piedi davanti a me si fermò di scatto, probabilmente valutando se fossi una minaccia, poi fece un gesto secco con la mano verso i cespugli. 

Era un ragazzo dai tratti asiatici giovane, sicuramente più di me, con i lunghi capelli neri allacciati in una coda di cavallo alta da un nastro rosso e un decoro d’oro sulla sommità. Osservando il marchio cremisi sulla fronte, le labbra piene, il volto delicato, ora accigliato in un’espressione di infastidita curiosità, pensai che poteva essere considerato proprio un bel ragazzo, se avesse iniziato a sorridere togliendosi quell’aria di superiorità di dosso. 

La lunga veste dorata che indossava, insieme alla fascia decorativa che gli copriva lo stomaco, erano molto simili ad alcuni abiti tipici che io e le mie amiche avevamo potuto ammirare dal vivo al museo sull’antica Cina, oppure in televisione grazie ai manhua 1 di cui andavamo matte.

Per via dell’arco impreziosito da intarsi in oro sulle spalle e la ricca spada che aveva in mano, non potei fare a meno di pensare quanto quello sconosciuto assomigliasse terribilmente all’immagine di Jin Ling che mi ero fatta leggendo il novel di Mo Dao Zu Shi.

Al suo via libera, due persone uscirono allo scoperto, spuntando dai cespugli con il viso sorridente e le vesti immacolate come fogli bianchi. Erano altri due giovani ragazzi, entrambi molto avvenenti, con gli stessi capelli lunghi, lisci e scurissimi del loro amico, ma in qualche modo le loro figure sembravano più eteree, quasi simili a degli angeli. 

Le maniche delle loro vesti candide erano talmente ampie da arrivargli al ginocchio, e i ricami all’estremità del drappeggio sulle gambe rappresentavano delle nuvole azzurre, intonate alla sottoveste che spuntava dal colletto e dalle braccia. Lo spesso tessuto che gli avvolgeva la vita aveva due pendenti di stoffa, azzurra anch'essa, che dondolavano seguendo il movimento dei loro passi.

Avevano le mani intrecciate davanti al petto, a formare un cerchio con le braccia. Il gesto di saluto formale che si usava nell’antica Cina, combinato con il particolare nastro frontale bianco che portavano tra i capelli… mi ricordava proprio Mo Dao Zu Shi

Ma non è possibile, giusto? Sto sognando, oppure qualcuno mi sta facendo un colossale scherzo.

Conoscevo certe mie amiche che ne sarebbero state capaci, in effetti.

-Giovane Signora, vi siete persa?- domandò con voce soave uno dei ragazzi vestiti di bianco, interrompendo i mie pensieri. Lo guardai negli occhi, scrutando quelle iridi chiare per capire se si stesse davvero rivolgendo a me con un tono così formale. 

A quanto pare si.

Mi ritrovai sconcertata: era sicuramente più giovane di me, ma nessuno si era mai rivolto con quell’appellativo nei miei confronti, ne tanto meno mi aveva dato del voi. Se era uno scherzo, era davvero orchestrato bene.

Stavo per aprire la bocca e rispondere che no, non stavo affatto bene, mi faceva male la testa e che il gioco era bello quando durava poco o non feriva i partecipanti, ma venni interrotta da un’altro rumore proveniente dalla boscaglia. Volsi lo sguardo verso il cespuglio che si stava scuotendo e mi aspettai di veder comparire un’altro ragazzo belloccio e strambo, ma fui sorpresa un’altra volta.

Dall’arbusto si sollevò una figura alta e massiccia con dei lunghi capelli neri, arruffati e pieni di fogliame. I vestiti lacerati e sporchi, le pesanti catene ai polsi, il viso armonioso ma mortalmente pallido, ricoperto di vene nere, gli occhi bianchi senza pupilla o iride… non poteva essere vero. L’unico essere con caratteristiche simili che poteva “esistere”, se si poteva parlare di esistenza di un personaggio immaginario, era il primo ed unico cadavere ambulante cosciente del mio novel preferito, ma non potevo davvero trovarmi davanti a Wei Ning, il leggendario Generale Fantasma. 

Stavamo parlando di un personaggio immaginario in una serie fantastica creata da una scrittrice, non di una persona realmente esistente. Giusto?

Mentre mi scervellavo su quello che poteva significare il trovarmi all’interno di una delle mie icone di scrittura preferite, quello che a tutti gli effetti era Wei Ning cominciò ad avvicinarsi, allungando una mano ricoperta di sangue secco verso di me, forse per stringerla attorno al mio collo e spezzarmi le ossa con un movimento del polso. L’idea, totalmente plausibile in effetti, mi terrorizzò a morte.

Riuscii solo a lanciare un grido prima di svenire.

 

 

 

 

ANGOLINO D’AUTRICE
1. manhua: come sapete, stiamo parlando di “manga cinesi”, così come se dico donghua, sapete che si tratta di “anime”, solo cinesi e non giapponesi


Salve gente, eccomi qui in un esperimento che ho deciso di fare sono insistenza delle mie amiche (che sono entusiaste della cosa) e che spero piaccia anche a vuoi. Questo che avete letto è il prologo di una storia che sarà molto lunga e la cui fine giungerà probabilmente tra alcuni mesi (forse anni).
L’idea mi è venuta dopo aver fatto un sogno i cui finivo catapultata dentro Mo Dao Zu Shi e potevo interagire con i personaggi, parlarci e scoprire nuove cose su di loro. Dato che mi sono svegliata con una sensazione di tristezza immensa (perché non capiterà MAI e poi MAI) ho voluto esorcizzare questo mio desiderio con questa fan fiction.
Spero che l’inizio vi sia piaciuto, i prossimi capitoli saranno molto più lunghi, non preoccupatevi.
Beh, la ragazza sviene come una donnetta vittoriana, ma perché ha effettivamente sbattuto la testa, non per lo shock o altro. È scientificamente provato che svenire a causa di un trauma è raro e soprattuto collegato ad altri fattori (tipo mancanza di sonno o carenze di zuccheri). Poi scoprirete che lei è cazzuta, quindi non sverrebbe ami per una piccolezza simile.

Baci a tutti, Sarah_lilith

   
 
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