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Autore: Tatystories    01/09/2019    1 recensioni
Maya è una ragazza come tante che però deve fare i conti con una sedia a rotelle, con un vicino fastidioso e con una realtà celata nella sua memoria che si ripete fin dai tempi più antichi e che prevede la lotta del bene contro del male, di Madre Natura contro Caos e di cinque Elementi contro forze oscure e diaboliche. Passione, magia e mistero...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Certo che so chi è Nike, all’anagrafe Esai Aniceto, papà greco e mamma toscana, ventitré anni di successi lavorativi e conquiste private. Nessuno in questa scuola non sa chi è Nike. Ho visto diverse fotografie delle sue opere, pochissime in cui era presente anche lui e in ognuna di queste si poteva intravedere solo un profilo o una sagoma o tutt’al più un giovane sullo sfondo con un buffo capello da baseball portato al contrario. Di certo nulla che anche solo vagamente assomigli a quest’uomo tutto d’un pezzo con completo elegante e aria da onnipotente dio dell’Olimpo. Cerco di riprendermi dallo shock e ascolto l’esposizione di Mia. Rimane sotto torchio per circa venti minuti, ogni professore ha voluto farle qualche domanda, credo la ragione sia che vogliono darle un voto alto ed essere certi che se lo meriti. L’unico che non l’ha interrogata è proprio Nike che in tutto il tempo non ha mai smesso di guardarmi. Mi sono guardata intorno più volte per capire se qualcun altro si sia accorto del suo strano comportamento e pare che nessuno a parte me abbia notato alcunché di anomalo. Finalmente Mia ha finito, è il turno di un nostro compagno e poi di Chicco che si distingue soprattutto quando mostra la sua cartelletta. Ha spiccate doti nella pittura e molti suoi disegni sono veri e propri quadri. Anche in questo caso Nike non ha proferito parola e ha continuato a spiarmi – anche se spiare indica qualcosa fatto di nascosto e lui non ha fatto il minimo sforzo per dissimulare il suo interesse -  questo almeno fino a quando Chicco non mostra l’ultimo disegno. Ha riprodotto su tela la fotografia della mia tesina ed è un lavoro bellissimo, molto più della foto stessa. Lo sfondo è un cielo violaceo incupito da nubi che sfumano nel rosa, la mia figura si staglia impotente, ma delicata sopra un letto di fiamme e i miei capelli lunghi e setosi si fondono nel terreno creando delle radici che raggiungono la profondità del suolo illuminandolo. In quella tela sono sensuale, accattivante e sfrontata e tutto questo nonostante siano visibili solo le spalle e parte dei fianchi perché tutto il resto è coperto dalla chioma nera che quasi ondeggia sulla mia schiena. Ho la pelle d’oca, ma non sono certa sia per il disegno.

- Cos’è questo?

Finalmente la voce di Nike. Tutti si voltano verso di lui con aria di rispetto e venerazione, come se a parlare fosse stato il presidente degli Stati Uniti. Nike intanto aspetta una risposta tamburellando con le dita sulla cattedra nervosamente. Sembra inquieto, a tratti irritato. Anche Chicco si infastidisce, probabilmente ha percepito il suo disappunto e risponde in tono secco.

- Ve lo spiegherà meglio la mia compagna Maya, ho solo voluto farle un omaggio riproducendo su tela la fotografia della copertina della sua tesina.

Poi si volta e prosegue a parlare degli altri lavori.
Nike torna a fissarmi, questa volta ancora più intensamente e per un attimo sento una mano infilarsi sotto il mio reggiseno e afferrare con villania il mio seno. Dura solo un attimo, ma mi lascia senza fiato. Non può essere stato lui, probabilmente comincio a sentire lo stress dell’esame e sento e vedo cose inesistenti. Dopo Chicco è il turno di altre due compagne, l’interrogazione procede bene, ma Nike non interviene mai e nessuno degli altri professori lo richiede.
Ci siamo tocca a me. Mi alzo dalla mia postazione in fondo alla stanza e cammino lentamente verso la commissione. Cerco di guardare tutti i professori e apparire sicura e positiva, ma Nike è come un enorme magnete e io il suo metallo preferito. Mi siedo davanti a lui e passo i successivi quaranta minuti a parlare solo con lui. Nessun altro professore mi fa domande, nessuno si permette di disturbare la nostra conversazione, siamo io e lui che parliamo come se ci conoscessimo da sempre e fossimo lì per uno scambio di idee piuttosto che per il mio importantissimo esame di maturità.  Tutti ci guardano incantati, anzi tutti guardano lui incantati e ogni tanto qualcuno mi lancia un’occhiataccia più di gelosia che di apprezzamento. Arriva il momento della tesina, tre mesi di duro lavoro basato su indagini, ricerche, recupero dati e immagini e a lui importa solo della copertina. Vuole sapere tutto, vuole sapere come mi è venuta l’idea, chi ha fatto la fotografia, chi è la modella, cosa significano i capelli che si trasformano in radici e un sacco di altre informazioni assurde. Non c’è mai stata una riflessione precisa su questa scelta, è nata spontanea dopo il mio sogno e non so cosa rispondergli. Cerco di farglielo capire, ma lui insiste, sostiene che dietro ogni scelta c’è una ragione e questa ragione la maggior parte delle volte riguarda se stessi. Ora mi sembra di parlare con mia madre quando tenta di psicanalizzarmi. Riesco, grazie alla grande esperienza con lei, ad eludere l’attacco e a riportare l’attenzione su ciò che voglio esporre io. Poi con curiosità apre la scatola che ho appoggiato sulla cattedra appena prima di iniziare a parlare ed estrae il piccolo modello di scultura che rappresenta in formato 3D l’immagine della copertina. Se la rigira tra quelle deliziose mani senza fiatare, infine la appoggia sulla cattedra e mi fissa in silenzio per un tempo interminabile. Mi sento sotto esame, ma in tutt’altro senso rispetto all’esame di maturità che sto affrontando oggi in quest’aula, sembra voglia spogliarmi. Finalmente si arrende e mi lascia terminare in santa pace, non saprei nemmeno dire se è andato bene oppure no, perché tutto mi è parso tranne che normale. Io sono l’ultima della mattinata e anche della giornata. Riprenderanno domattina con gli ultimi sei maturandi per poi concludere con gli scrutini definitivi settimana prossima. Vado da Chicco, si congratula con me per la mia esposizione, decido di non esporgli le mie perplessità e lo invito a casa per cena per festeggiare. Accetta ed esce di corsa perché è in ritardo per l’allenamento di Jujitsu. È incredibile che anche il giorno della sua maturità abbia voglia di allenarsi. Io sono stanchissima, sento che se non mangio subito qualcosa sverrò. Chiamo mia madre, l’avviso che è andato tutto benone, anche se realmente non ho idea se sia una bugia o la verità e poi torno da Arnold’s. C’è ancora Vale che sta parlando al telefono, con un gesto del braccio mi indica il mio tavolo. Vado a sedermi e ancor prima di aver la visuale della postazione so che lui è lì seduto ad aspettarmi. Mi faccio coraggio e mi siedo.

- Bene, vedo che questa volta non mi hai divorato con gli occhi.

 È passato al tu senza chiedermelo, ma con una disinvoltura sfacciata, ma audace. Decido che posso fare altrettanto, tanto cos’ho da perdere?

- Dovevi dirmelo che eri della commissione d’esame. Sono certa che non potevi non aver notato la mia tesina e il fatto che cercavo di ripassare.

- Non sarebbe servito a nulla dirtelo, solo metterti in agitazione ancor prima del tempo. Ormai il danno era fatto e comunque non ci siamo quasi scambiati la parola, nessuno potrebbe avere da ridire sul nostro incontro casuale.

È molto più rilassato rispetto a questa stamattina. Ha tolto la giacca e slacciato i primi bottoni della camicia, ha anche risvoltato le maniche fino a gomiti mostrando avambracci possenti. In questa versione sembra molto più giovane e riesco a riassegnargli i suoi ventitré anni, sebbene l’atteggiamento rimanga quello da super divo.

- Perché mi hai fatto tutte quelle domande sulla copertina della tesina?

Intanto Vale ci serve due porzioni di patatine, due thè freddi al limone e due maxi hamburger vegani con salsa worcester. La guardo sbigottita, io non ho ancora ordinato. Mi strizza l’occhio, atteggia le mani a “io non c’entro nulla” e sposta lo sguardo su Nike.

- Com’è possibile? Com’è possibile che tu sappia cosa voglio mangiare?

Vale lascia tutto sul tavolo e se ne va. Io aspetto che lui mi risponda, ma il profumo del panino è così invitante che non resisto oltre e comincio a mangiarlo. Nike fa altrettanto con molta più grazia di me. Non mi sono dimenticata della domanda e con la bocca piena di patatine gli dico:

- Mi rispondi per favore!

Sono un po’ scocciata, mi sento anche un filo stolkerata.

- A quale domanda dovrei rispondere?

Mi confonde con i suoi giochetti, ma io sono più furba, mia madre dice sempre che bisogna andare per ordine.

- Voglio sapere perché eri così interessato alla fotografia.

- Mi piace moltissimo e fin dal primo istante in cui l’ho vista ho desiderato farne una statua, ma per farlo devo raggiungere la sua anima e solo conoscendo la sua storia è possibile raggiungere l’anima. Se me lo permetti vorrei proporti una collaborazione. Voglio che mi faccia da modella per questa statua e in cambio quando sarà finita sarai l’ospite d’onore della presentazione dell’opera e potrai esporre alcuni tuoi pezzi che sceglieremo insieme.

Rimango a bocca spalancata e non dev’essere un bello spettacolo dal momento che è piena di cibo. Non posso rifiutare, la scultura non è il mio futuro, ma questa è un’occasione che capita solo una volta nella vita. Ci penso bene e poi rispondo.

- Accetto… ma ad una condizione.

Infilo in bocca un altro pezzo di panino e gli lascio passare qualche secondo per creare un po’ di suspense - utile, ogni tanto, avere una mamma psicologa! – Poi proseguo.

- Non sarò io a fornirti i lavori da presentare in occasione della prima uscita della statua. Sarà Chicco, il ragazzo che ha scattato la fotografia.

- Devi volergli davvero bene per cedergli questa occasione. Non per vantarmi ma essere coopartecipante ad un mio evento è qualcosa che rimane scritto nel curriculum a vita.

Ecco lo sbruffone che riappare, vero è che se lo può permettere.

- Il mio futuro non prevede l’arte sotto questo punto di vista. Io sono più materiale, più terrena.

- Non avevo dubbi a tal proposito.

È solo un bisbiglio, ma lo sento e non capisco cosa intente o meglio forse lo so, ma non voglio prendere in considerazione questa ipotesi perché vorrebbe dire che sa chi sono davvero. Non ci conosciamo, non ci siamo mai incontrati prima di questa mattina e non può conoscere i miei interessi, tanto meno il mio segreto. O forse sì! Esattamente come sa quali sono i miei gusti… Caccio con forza questo dubbio e torno al discorso originario.

- Sì, è il mio migliore amico e se lo merita.

- E’ il tuo fidanzato?

La domanda è impertinente e il tono indiscreto e un tantino critico, ma voglio rispondergli, voglio che sappia che non lo è.

- Non che siano affari tuoi, ma no. Come dicevo è il mio migliore amico.

- E hai un altro fidanzato da qualche parte?

- Aspetta che controllo nelle tasche della giacca o magari nelle scarpe.

Scoppia a ridere e non ripete la domanda. Sa già la risposta. Finiamo di pranzare e prendiamo accordi per domani pomeriggio presso il suo studio in centro Viterbo che ha affittato per questa settimana. Mi racconta che tra una settimana deve partire, vorrebbe quindi aver finito la scultura entro questo termine. Per questo motivo è necessario vedersi tutti i giorni. Ci salutiamo con cortesia stringendoci la mano a suggello del nostro accordo. Finalmente le tocco e avevo ragione, sono possenti e calde di energia vibrante e sento un brivido di piacere attraversarle. Lo guardo e capisco che anche lui sente la mia energia. L’energia di Terra. Ma lui chi è davvero? Sa chi sono? Sa cosa sono gli Elements? Scuoto il capo per allontanare questi pensieri... Forse sono impazzita o forse sono solo stanca.
Decido di tornare a casa a piedi, da quando mi sono rialzata dalla sedia a rotelle ho imparato ad apprezzare di più le passeggiate. Mentre ripenso alla strana mattinata che ho avuto mi viene in mente che Nike non ha risposto alla seconda domanda cioè a quella che riguardava i miei gusti a tavola e devo realizzare che è più furbo di me. Ma realizzo che a questo punto ci sarà tutto il tempo per parlarne e poi arriva improvvisa e spaventosa, come un fulmine a ciel sereno, la consapevolezza che domani dovrò fare da modella completamente nuda.

Caos

“Figliolo continuerò a scuotere il nostro pianeta senza lasciare tregua così potrai portare avanti il nostro progetto. Il dominio della terra e degli esseri che la vivono è proposito antico come la terra stessa. Prima di Madre Natura ero io a controllare ogni cosa, anche se ogni cosa era il Nulla. Rivoglio il mio posto, rivoglio il mio potere, rivoglio ciò che mi appartiene. Più volte ho provato ad inghiottirlo nelle tenebre per poterlo poi dominare, ma ogni volta Madre Natura ha vinto la battaglia, questa volta noi vinceremo la guerra. Lavora figliolo, scava nelle profondità del suo animo, rendila vulnerabile e malleabile. Tu sai come plasmarla, tu sai cosa fare, ti ho cresciuto per questo scopo, la nostra esistenza dipende dal tuo successo. Io agiterò i mari, sputerò nei vulcani, solleverò la terra e agiterò i venti. In questo modo tua madre e i suoi Elements saranno impegnati a combattere contro quei demoni e non si accorgeranno del male più grande, non si accorgeranno di te che viscidamente minerai le loro certezze fino a portarla dalla nostra parte. Abbiamo bisogno del suo potere. Con lei saremo invincibili e domineremo insieme il mondo intero.”

Madre natura

- Fuoco, figliolo, è arrivato il momento per portarmi Terra. Sono consapevole che è arrabbiata, infuriata, ma ho bisogno di spiegarle il motivo per il quale vi ho svegliati. Devo parlarvi di quello che sta accadendo.

- Madre, ho paura per Terra. È diversa questa volta. È più potente che mai, ma anche molto più umana. Mi hai chiesto di risvegliare la sua magia, ma di non avere contatti oltre il necessario per riscuoterla dal suo sonno, ma è una calamita madre. Non so perché, ma non riesco a resistere al suo fascino, sento che potrei fallire e deluderti.

- Stringerò le catene figlio mio… le avevo allentate solo per un attimo, per aiutarti nel tuo compito.

- Quali catene? Di cosa parlate madre?

- Ti ridarò la vista dei tuoi ricordi, ma devi essere saggio, imparare dal passato e promettermi che non commetterai gli stessi errori.

Non so se questa è la scelta giusta, ma Fuoco è saggio e rivedendo quanto dolore ha generato il loro amore capirà perché deve starle lontano. È tutto quello che posso fare per difenderlo, se Terra riuscirà di nuovo ad incantarlo a se, di nuovo l’umanità ne subirà le conseguenze.
 

   
 
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