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Autore: Smeralda Elesar    01/09/2019    0 recensioni
L'Aether, la gemma della realtà, è stata ritrovata da una ragazza di Midgard dopo cinquemila anni di oblio, ed il suo ritrovamento porta al risveglio degli Elfi Oscuri.
Tra la Convergenza dei mondi che si approssima, il fatto che gli esseri umani non hanno abbastanza forza per resistere al potere di una gemma dell'infinito, e Malekith deciso a riappropriarsi di ciò che gli appartiene, l'unico modo per evitare il disastro potrebbe essere quello di patteggiare con il maestro di magia più abile dei nove regni.
Peccato che Loki sia anche l'essere meno incline a collaborare con Asgard di tutti i nove regni.
Insomma, i problemi sono appena iniziati per Thor, Odino, Asgard... e soprattutto per Darcy Lewis.
Perché è lei la custode dell'Aether, adesso.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darcy Lewis, Loki, Malekith, Thor
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un mondo oscuro

3

Svartálfar

*

Asgard era bella dovunque Jane posasse lo sguardo. Erano rimasti sempre entro il perimetro del palazzo reale, che somigliava di più ad una cittadella a sé stante, e lì c'erano porticati, giardini, fontane, ed arene per il combattimento.

Al passaggio suo e di Thor lei poteva sentire addosso molti sguardi; attività che si fermavano, gesti che rimanevano a mezz'aria, occhi sgranati...

-Thor... sbaglio o ci guardano tutti?-

-Non sbagli. Tu sei una leggenda qui ad Asgard. C'è chi dice che tu sia una strega che ha rubato il senno del principe reggente per incatenarlo a lei con una fattura-

-Cosa?!-

-Sul serio. Ti credono una maga molto potente. Tu sai quanto io sia cambiato durante il mio esilio su Midgard, sebbene sia durato solo pochi giorni. Ci sono persone che non credono che sia stato io a crescere, ma tu ad imprigionarmi con malìe e fatture-

Jane non sapeva se ridere, o essere offesa, oppure sconvolta.

Insomma... Jane Foster, la strega di Midgard?

Ok, c'era da ridere!

**

Dall'alto di una delle torri Odino osservava Thor, il dio del tuono e principe reggente di Asaehim, che se ne andava in giro con un logoro mantello anonimo ed a braccetto con la sua mortale.

-Non è stata solo l'ospitalità a guidarti, non è vero, mia regina?- chiese a Frigg accanto a lui.

-Non me lo chiederesti neanche, se non fossi certo che è così-

Per un attimo solo Odino si concesse un sorriso, ma fu subito cancellato dalla preoccupazione.

-Cosa hai visto?-

-Non ne sono sicura. La visione non era chiara, ed ho paura di cosa vedrò quando sarà abbastanza vicina da essere compresa-

Certo. Il dono della veggenza poteva essere una benedizione ed allo stesso tempo una maledizione, perché conoscere il futuro, quelle rare volte che si manifestava chiaramente, non dava nessuna garanzia di riuscire a correggerlo.

-Frigg...- iniziò lui, ma sua moglie alzò una mano per fermarlo.

-Fidati di me-

Odino potè solo accettare ancora una volta quello che era un dato di fatto.

Il peso che portava Frigg come regina degli Aesir non era meno gravoso di quello che portava lui come re.

Le posò piano una mano sul braccio, e fu sollevato quando lei non si irrigidì né si sottrasse.

-Mi dispiace, mia signora. Hai sofferto molto, nel tempo, a causa delle mie decisioni. Mi chiedo se riuscirò mai a meritare il tuo perdono-

Lei scosse la testa e gli dedicò un lieve sorriso malinconico. Coprì la sua mano con la sua in un gesto di affetto che raramente potevano concedersi, se non in momenti strettamente privati.

-Sei il sovrano di Asgard. Devi fare ciò che va fatto. Non ti biasimo per delle decisioni che hai dovuto prendere-

Non c'era bisogno di mettersi a rivangare una per una quante e quali fossero le suddette decisioni.

-Lei come sta?- si decise a chiedere Odino alla fine, senza bisogno di specificare di chi stesse parlando.

-Come al solito: si annoia, tormenta i morti senza onore, costruisce la sua nave di unghie, ed aspetta la tua morte-

-Bene. Tutto nella norma, allora-

***

C'era qualcosa di diverso.

Loki lo sentiva come un ronzio distante, smorzato; era espressione di un potere immenso e tuttavia assopito.

Per il principe caduto le ore nella sua cella si tingevano di aspettativa.

****

Thor si era allontanato da un po' ormai. E Jane si annoiava.

Sì, Asgard era bella, ma dopo che le era stato detto “resta qui, aspetta che io venga a prenderti” come una scolaretta, lei sentiva più viva che mai la tentazione di andarsene in giro a scoprire ogni cosa di quel mondo straordinario.

Ed invece doveva restare al bordo di una delle arene, che per di più in quel momento era vuota e dunque lei non poteva nemmeno osservare qualche interessante tecnica di combattimento.

C'era solo la rastrelliera delle armi.

Erano l'unica cosa che potesse attirare la sua attenzione, e la interessavano perché aveva visto che alcune avevano un funzionamento che coinvolgeva parecchie leggi fisiche.

Si avvicinò un po' ma senza toccarne nessuna. Rimase solo ad osservarle. Magari avrebbe chiesto a Thor di fargliene provare qualcuna quando fosse tornato.

-Sei qui per fare pratica di scherma?-

Jane si voltò ed alle sue spalle c'era una donna con i capelli neri, un'armatura, ed un'aria poco amichevole; ricordava di averla vista per poco tempo quando gli amici di Thor erano venuti a riprenderlo nel New Mexico.

-Allora? Non si usa rispondere nel tuo mondo?-

Solo allora Jane si scosse.

-No, non sto facendo pratica. Stavo solo osservando le armi-

-Dovresti fare di meglio che osservare- e la oltrepassò in fretta. Se si fosse avvicinata di pochi centimetri era certo che l'avrebbe colpita con una spallata, ma anche così Jane aveva percepito tutto il disprezzo nella voce della donna. Tanto disprezzo non si può solo immaginare.

La donna rimase un attimo ferma davanti alla rastrelliera, poi prese una lancia a doppia punta.

-Ti dispiacerebbe smettere di fissarmi?-

Jane nemmeno se ne era resa conto, ma era rimasta a seguire i suoi movimenti.

-Scusami, non volevo metterti in imbarazzo-

-In imbarazzo? Sarebbe meglio parlare di vergogna, ma per te, Jane Foster, non per me-

-Scusa tanto, si può sapere perché ce l'hai con me?-

-Perché? Perché tu sei spuntata dal nulla, sei solo una mortale, e adesso hai la sfrontatezza di farti vedere in giro per Asgard insieme a Thor-

-Mi ha invitata lui qui, e dunque se hai qualcosa di cui lamentarti non prendertela con me. E comunque, con chi ho il piacere di parlare?-

Lei storse la bocca come se avesse appena assaggiato qualcosa di molto amaro, segno che Jane l'aveva offesa più di quanto avesse intenzione.

-Tu non conosci nemmeno il mio nome, mentre io ho dovuto sentire il tuo ripetuto fino alla nausea. Prima del mutismo assoluto, ovviamente. Ebbene, io sono Sif, e sono uno dei migliori guerrieri di Asgard-

-Molto piacere, io invece sono uno dei migliori scienziati di Midgard. Abbiamo altro da dirci?-

-Sì. Ti sfiderei a duello per farti mangiare la polvere e poi vedere come fa la tua scienza a curarti, ma battermi con un essere inferiore come te sarebbe un disonore-

Sif sbattè con malagrazia la lancia di nuovo al suo posto e poi le voltò le spalle per andarsene.

Ad ogni passo Jane aveva la netta impressione che avrebbe voluto calpestare lei.

*****

Ad Asgard c'erano tante cose meravigliose, ma tra queste ne mancava giusto una: un carica batterie per l'IPod.

Ed a Darcy iniziavano a mancare le sue canzoni.

Accanto a lei la regina parlava con due guaritori anziani, e non ci voleva un genio per capire che non riuscivano a venirne a capo.

Ed intanto Darcy poteva solo fissare lo schermo di Franklyn tristemente buio, spento, scarico.

L'aveva trovato poco prima, quando per la giornata le avevano consentito di indossare gli abiti a cui era abituata e dalla tasca era quasi caduto Franklyn.

“Dunque, Darcy, ragiona... avrai pure imparato qualcosa in questi mesi appresso a Jane, no? Una batteria serve ad accumulare carica elettrica, e l'elettricità è un flusso di elettroni. Chissà se qui hanno qualcosa che genera flussi di elettroni?”

Era contenta del suo raggionamento scientifico, almeno fino a quando non vide le vene della sua mano brillare di luce rossa.

Il suo urlo fece scattare la regina ed i guaritori immediatamente al suo fianco.

-Darcy! Darcy, smettila subito! Guarda me! Guardami, Darcy!-

Era la regina che l'aveva afferrata per le spalle e la scuoteva.

Si sentì strappare Franklyn dalle mani, e quello non le piaceva. Per niente.

Lei non se ne rese nemmeno conto, ma poco dopo il seidmadr colpevole di averle sottratto il suo IPod era stato colpito da una forza sconosciuta e lei era svenuta per la seconda volta in due giorni.

******

La scossa era stata più forte stavolta. Era un sogno abbastanza forte da essere realtà.

Malekith riaprì i suoi occhi pallidi per la prima volta dopo cinquemila anni, risvegliato dalla potenza dell'Aether che brillava come un faro rosso a centinaia di mondi di distanza.


********

Il cuore gli batteva tanto forte da potergli schizzargli fuori dal petto.

Un battito rapido, forsennato, che scoppiava fino in gola a mozzargli il respiro.

Le tempie gli stavano scoppiando, e nello stomaco una voragine si era aperta e minacciava di inghiottire qualsiasi cosa come il cuore oscuro di un buco nero.

In mente aveva inchiodata una sola parola che avrebbe dovuto essere leggenda.

Svartálfar.

Loki stava soffocando nel terrore.

Svartálfar.

Non era possibile. Il popolo degli Elfi oscuri era stato distrutto da Borr, padre di Odino.

Eppure...

Svartálfar.

Stava così male che era ad un passo dal chiamare aiuto, quando, all'improvviso come era iniziata, la crisi allentò la sua stretta.

Lui si trovò a terra, boccheggiante, che cercava di riprendere fiato e di calmare il dolore al petto premendovi una mano sopra.

Non era ancora del tutto lucido perché in testa aveva ancora quella parola.

Svartálfar.

*********

Heimdall vedeva.

Non come i mortali e nemmeno come gli dei. Il suo era un dono incredibile persino tra gli Aesir, per questo era stato scelto per essere il Guardiano.

La sua coscienza viaggiava tra i mondi, controllando ora tutto, ora un particolare che aveva attirato a sua attenzione.

I suoi occhi vedevano il movimento dei nove mondi all'interno di Yggdrasill e tutti gli esseri viventi al suo interno. Un numero sterminato di anime, ognuno con la sua vita ed il suo posto nella trama immensa del Wyrd.

Dall'alto di Asgard lo sguardo d'oro di Heimdall si spingeva giù, fino ai mondi di mezzo, e poi ancora più in fondo, nelle tenebre dei mondi sotterranei.

Oltre quelli c'era un'oscurità che nemmeno lui riusciva a sondare, e non sapeva se oltre il limite dei suoi sensi esistessero altre forme di vita oppure no. Probabilmente sì, esistevano, ma lui non poteva vederle.

All'improvviso una vibrazione nuova, sconosciuta, pericolosa attrasse i suoi sensi.

Non è possibile” pensò subito.

Ed invece era possibile: c'erano presenze nuove ai confini più profondi dell'Yggdrasill, e portavano le vibrazioni basse tipiche dei mondi sotterranei.

Non tanto basse da poter provenire da Helheim, ma nemmeno abbastanza alte da poter essere quelle del popolo delle fucine di Nidavellir.

C'era un unico regno che corrispondeva a quello stadio della materia, ma era un regno distrutto e senza vita da secoli.

Svartálfheim.

**********


-Mi dispiace... non volevo- tentò di giustificarsi Darcy.

Era vero: lei non aveva mai avuto intenzione di creare tanto scompiglio.

Frigg le sistemò meglio la coperta attorno alle spalle e le mise tra le mani un bicchiere di cristallo con dentro qualcosa di colore verde chiaro e trasparente.

-Coraggio, bevi questo. Ti ridarà forza-

Darcy obbedì e trovò che non era per nulla spiecevole. Sapeva vagamente di resina come certi sciroppi, a dire la verità.

-Non è stata colpa tua- riprese Frigg -L'Aether sta tentando di fondersi con te a livello subatomico, e prima o poi una cosa del genere sarebbe successa. Penso che sia più urgente che mai trovare il modo di rimuoverlo-

-Madre, come sta?-

Ah, bene... anche Thor e Jane erano stati informati.

-Adesso sta meglio. Thor, credo che dobbiamo parlare al più presto con tuo padre-


***********

Non era strano che il Guardiano di Asgard chiedesse di parlare con il sovrano di Asgard, quello che era strano era stato che Odino aveva riconosciuto nella voce di Heimdall qualcosa che somigliava alla paura.

Lo attendeva nella sala del trono, e quando Heimdall si presentò bussando di persona, senza farsi annunciare e senza scorta armata, Odino comprese che c'era davvero qualcosa di grave.

-Heimdall. Sembri sconvolto-

-Lo sono, mio signore. Mai avrei creduto di vedere una cosa come questa-

-Deve essere una minaccia grave. Mostrala anche a me-

Heimdall si sfilò l'elmo e chinò la testa per permettere ad Odino di posare la mano sulla sua fronte.


************

Non c'era luce.

Tutte le strumentazioni di bordo funzionavano emettendo o assorbendo campi di energia, e la luce era solo un occasionale effetto collaterale dovuto alla dispersione dell'eccesso di energia.

Loro, il popolo degli Svartálfar, erano creature che esistevano da prima della luce e che della luce non avevano alcun bisogno.

Malekith percepì una presenza alle sue spalle, ma sapeva già chi era ancora prima di voltarsi.

-Algrim- gli si avvicinò per andargli incontro e si strinsero le mani -Sapevo che saresti stato tu il primo a ridestarti. Algrim Il Forte è un nome che porti con onore-

-Con onore e con desiderio di dimostrare a chi ci ha scacciato che è ancora un nome da temere-

-Presto, amico mio. Molto presto, non appena anche gli altri si saranno ridestati. Poi faremo rotta verso Asgard e verso l'Aether-


*************


Svartálfar.

Frigga trasalì appena entrata nella sala del trono.

Battè le palpebre e si guardò attorno ma nessuno aveva parlato: lei sola aveva sentito un'eco da un mondo lontano.

-Thor. Frigga. Vi avrei mandati a chiamare io tra poco-

L'urgenza nella voce di suo marito non era mai buon segno. Frigga lo aveva imparato.

-Cosa succede, Padre?-

-Heimdall mi ha informato di aver visto un grave pericolo che incombe su Asgard. Gli Svartálfar si sono ridestati-

Svartálfar. Ecco dunque cosa significava ciò che aveva percepito poco prima.

-Cosa? Padre, non è possibile! La storia dice che gli Svartálfar sono stati annientati da Borr, ed il loro mondo ridotto ad un deserto di rovine-

-Ci sono cose che sfuggono alle maglie della storia, figlio mio, ed io mi fido di più della Vista del Guardiano che delle leggende. Gli Svartálfar sono ancora lontani, appena ai margini inferiori dell'Yggdrasill, ma si stanno preparando, e di certo verranno qui-

-Allora andrò prima io da loro. Li fermerò prima ancora che partano-

-Non essere avventato, Thor. Si trovano nei mondi proibiti, quelli sigillati ed irragiungibili persino da Bifrost, ed in ogni caso sono un nemico che tu non conosci-

-Non aspetterò di trovarli davani alle porte della mia casa per conoscerli-

Frigg decise che era il momento di intervenire. Non era quello il momento per l'ennesima discussione tra Thor ed Odino.

-Thor! Non essere arrogante. Non potresti sopravvivere alle condizioni che ci sono in quei mondi e lo sai bene. Tu non andrai incontro agli Svartálfar-

Raramente Frigg era stata così autoritaria, e forse proprio perché mostrava di rado quel lato del suo potere aveva ancora più ascendenza dello stesso Odino.

Thor la scrutò per un attimo perplesso, ma poi fu lui il primo ad abbassare lo sguardo.

-Va bene, ammettiamo che io non ci vada. Dobbiamo impedire che arrivino all'Aether o no?-

-Lo impediremo- affermò lei sicura. Lo sapeva. Lo vedeva.

-Come?-

-I maestri di magia dovranno lavorare più in fretta- disse Odino.

No, non era quella la soluzione. Non quella che vedeva Frigg.

-Oppure dovremo chiedere l'aiuto di qualcuno che ne sappia più di loro, di magia-

-Frigg...- la riprese suo marito con un vago cenno di ammonimento nella voce.

-Solo come suggerimento. Sappiamo tutti chi è, in tutta Asgard, l'essere più abile nelle arti magiche. Anche in quelle non consentite-

-Credevo che fossi tu, mia regina. Se ti riferisci a Loki, dimentica pure ogni tuo proposito.-

-Loki è superiore a me in molte cose. Non solo le conosce, ma le padroneggia meglio di chiunque altro-

Odino scosse la testa.

-Non chiederò il suo aiuto-

-Asgard ne avrà bisogno, che tu glielo chieda oppure no-

-E lui cosa chiederà in cambio?-

-Padre, Madre ha ragione: Loki è pericoloso, ma gli Svartálfar lo sono di più. Non avremo altra scelta che rivolgerci a lui, se i seidmadr non riusciranno a rimuovere l'Aether da Darcy. Ti prego, lascia che io vada a parlargli-

-Thor, tu dimentichi troppo facilmente che Loki ti odia. Ed anche me. Forse l'unica che non odia troppo è...-

Ma Frigg vedeva che non era quella la strada giusta. Sulla grande tela del Wyrd il disegno che si andava formando era diverso, ed anche se lei non riusciva a vederlo del tutto sapeva che non sarebbe stata la sua visita a convincere Loki.

Sarebbe stato qualcosa che con lei aveva a che fare, ma non...

-Madre!-

-Cos... Thor... perdonami, ero... cosa stavi dicendo?-

Le rispose Odino -Stavamo dicendo, mia regina, della possibilità di mandare te a parlare con Loki-

No. Non era quello che doveva succedere.

-Sarebbe una pessima idea. Lui è scaltro, e capirà che sono andata io per fare leva sulla sua ultima vulnerabilità. Se pensasse una cosa del genere odierebbe anche me, e forse più di quanto odia voi due-

-E allora come?- chiese Thor spazientito -Non possiamo certo mandargli un messaggero-

-Adesso basta- decretò Odino -Non è un problema che ci interessa risolvere perché nessuno chiederà l'aiuto di Loki. E questo è un ordine del re di Asgard-

**************

Passi lungo il corridoio. Loki avrebbe riconosciuto quella cadenza tra un milione di altre, per questo provvide a celarsi dietro una coltre di magia.

-Thor. Il principe reggente di Asaehm, quale onore... Cosa ti porta quaggiù dopo tanto tempo?-

-Non farmi perdere tempo con i tuoi trucchi. Fatti vedere, Loki-

La magia che lo nascondeva era perfetta, e tale sarebbe rimasta per fare dispetto a Thor.

-Mi mostrerò solo se tu risponderai alla mia domanda-

-Sono qui contro un ordine diretto di Odino-

Loki decise che come risposta non gli bastava. E poi era divertente fare stare sulle spine Thor; osservare la sua confusione nel non sapere dove guardare, mentre lui gli era proprio di fronte e distorceva la voce in modo che sembrasse provenire sempre da direzioni diverse.

-E questo dovrebbe cosa? Impressionarmi? Confondermi? Creare complicità tra noi due?-

-Niente del genere. Era solo un'informazione- e intanto guardava nella direzione sbagliata. Come sempre, del resto.

-Un'informazione che non mi interessa. Non è la prima volta che disobbedisci agli ordini di Padretutto, e adesso, ringraziando le Norne, aiutarti a scansare la sua ira o rimediare ai guai da te causati non è più un problema mio. Anzi ti dirò, se dovesse punirti mi dispiacerebbe solo di non poter assistere-

-Non si tratta dell'ira di padre o di spacconate da ragazzi. Si tratta di una minaccia che incombe su Asgard-

Ah, ecco! Lui lo sapeva che c'era qualcosa di diverso nell'aria, e adesso la visita del prezioso principe reggente glielo confermava.

Allora Loki lasciò cadere il velo dell'illusione e si fece vedere dove era davvero: pochi centimetri dietro le pareti luminose e vicinissimo a Thor.

Una leggera smorfia di soddisfazione gli increspò il viso a vedere la sorpresa allargarsi negli occhi di chi aveva chiamato fratello.

-Oh, dunque una cosa importante. Lasciami indovinare: c'è qualcosa di grave che minaccia Asgard e forse più che Asgard, e poiché è qualcosa che voi non sapete gestire, avete pensato bene di venire qui a riesumare me dopo avermi seppellito vivo. E secondo te io dovrei anche essere contento di aiutarvi, ho ragione?-

-Loki, hai la possibilità di dimostrare che sei pentito per i tuoi errori passati e di fare ammenda-

Aveva deciso che sarebbe stato freddo e sprezzante, ma Thor riusciva a fargli perdere la pazienza come nessun altro al mondo.

-Sei un idiota o che altro? Secondo te dovrei essere grato di avere l'occasione di tornare a strisciare supplicado la vostra benevolenza? Davvero, Thor, non potresti fare di peggio nel riuscire a convincermi nemmeno se tu lo stessi facendo apposta. Ma continua, ti prego. Quale minaccia incombe su Asgard così terribile da spingerti a chiedere l'aiuto del tuo non fratello rinnegato?-

-Non ti dirò nulla più del necessario. Non sono sprovveduto come tu credi-

Lui lo guardò a lungo. Thor aveva gli occhi azzurri, ma di un azzurro così diverso dai suoi! Gli occhi di Thor erano un cielo estivo, raggianti di sole e calore, i suoi invece erano quasi trasparenti come il ghiaccio.

-Te ne do atto: non sei sprovveduto come credo io; in effetti sei peggiore, e riesci sempre a sorprendermi con qualche nuovo picco di stupidità-

-Loki, adesso basta! Questo non è uno scherzo!-

-E perché no?-

Allora ebbe l'impressione che Thor, se non avesse avuto un muro di energia a separarli, lo avrebbe afferrato per il colletto come sempre quando non riusciva a batterlo con le parole.

Forse in fondo era un sollievo sapere che certe cose non sarebbero mai cambiate.

Vide Thor respirare a fondo un paio di volte per calmarsi, e poi tornò all'attacco.

-Sto chiedendo il tuo aiuto per salvare la nostra casa. Nemmeno di questo ti importa, fratello?-

Lui storse la bocca in una smorfia di disgusto e di stizza.

-Non è così semplice, fratello. Mi avete nutrito di menzogne, mi avete umiliato, mi avete sottratto il mondo che avevo conquistato, e come se non bastasse mi avete condannato a marcire in cella. E adesso, quando non sapete più cosa fare, vi ricordate quanto vi farebbero comodo le stesse capacità che avete seppellito, e venite qui a chiedere il mio aiuto. Oh, no, Thor! Non vi aiuterei nemmeno se tu o Odino me lo chiedeste in ginocchio!-

-Loki, ascoltami bene. Asgard brucerà, e con la Convergenza imminente anche il resto dei nove mondi-

Thor sembrava seriamente preoccupato.

Dunque o era diventato iperansioso oppure esisteva davvero un serio pericolo capace di preoccupare persino Odino.

Svartálfar.

Loki dovette reprimere un brivido quando quel nome gli attraversò di nuovo la mente.

Si costrinse a fingersi indifferente.

-E dunque?-

-E dunque? Loki, sarà tutto distrutto, compreso tu-

-Ah, Thor, la tua ingenuità è commovente! E se anche Asgard bruciasse? Per me vorrebbe dire solo che la cella verrebbe aperta. E quanto ai nove mondi, beh... sai che esistono mondi al di là dell'Yggdrasill? Ed io so raggiungerli, dunque non fingere di darti pena per la mia sicurezza. Lascia che giungano, chiunque essi siano. Io avrei da guadagnare più dalla distruzione che dalla salvezza di Asgard-

Thor gli tirò un pugno, dimentico che c'era la parete di energia a separarli, e per Loki fu una vera soddisfazione vederlo che ritirava con un'imprecazione la mano scottata.

-Loki, sei meschino e vigliacco!-

Lui si sporse leggermente in avanti, di nuovo vittorioso e sicuro di sé, per sorridere a pochi centimetri dal suo viso.

-Se ti fa piacere crederlo non sarò io a rovinare la graziosa opinione che hai di me-

Non potendo picchiarlo come evidentemente avav voglia di fare, Thor gli puntò contro un dito accusatorio.

-Ricorda questo, Loki: se Asgard cadrà perché tu ti sei rifiutato di collaborare, il mio ultimo atto non sarà combattere i nostri nemici, ma venire qui in cella a farti a pezzi-

E si voltò per andarsene.

Loki non resistette alla tentazione di gridargli dietro -Se ci sarò ancora, Thor!- e poi in un sussurro più basso rivolto a sé stesso -Se ci sarò ancora-

La verità era che, nonostante la soddisfazione di aver fatto imbestialire Thor, gli era rimasta addosso un'inquietudine fastidiosa.

Svartálfar.

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Cantuccio dell'Autore


Terzo capitolo! Quanto mi era mancato scrivere in questa sezione! Vorrei ringraziare le tre persone che hanno messo la storia nelle seguite. Grazie, grazie, e ancora grazie <3 vi prometto che la porterò a termine.


Ed ecco a voi le vostre amate note

-Svartálfar: plurale di Svartálf. Formato dalla radice svart- ossia “nero, oscuro” (cfr. il tedesco “schwartz”) ed “álf”, “elfo”. Ciò che l'Edda intende per “Svartálf” non somiglia nemmeno lontanamente a ciò che intende la Marvel, dunque prendiamo per buono quello che ci fa vedere il film, ok?

Svartálfar è ripetuto in maniera quasi ossessiva perchè volevo creare attorno a questo nemico un'aura di timore e di grandezza. E magari un po' di caratterizzazione psicologica, capito, MCU?

-Una domanda: ma chi accidenti fa la guardia quando quel povero disgraziato di Heimdall deve dormire? O anche solo andare un secondo al bagno? Capisco che non è una domanda epica, ma andiamo... davvero, come fanno?

-”Eco” è un sostantivo affascinante: al singolare è femminile, per cui ho messo l'apostrofo, mentre il plurale è maschile. Questo perché deriva dal nome della ninfa Eco.


Ci risentiamo al prossimo capitolo!


Makoto

   
 
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