Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: Smeralda Elesar    19/08/2019    0 recensioni
L'Aether, la gemma della realtà, è stata ritrovata da una ragazza di Midgard dopo cinquemila anni di oblio, ed il suo ritrovamento porta al risveglio degli Elfi Oscuri.
Tra la Convergenza dei mondi che si approssima, il fatto che gli esseri umani non hanno abbastanza forza per resistere al potere di una gemma dell'infinito, e Malekith deciso a riappropriarsi di ciò che gli appartiene, l'unico modo per evitare il disastro potrebbe essere quello di patteggiare con il maestro di magia più abile dei nove regni.
Peccato che Loki sia anche l'essere meno incline a collaborare con Asgard di tutti i nove regni.
Insomma, i problemi sono appena iniziati per Thor, Odino, Asgard... e soprattutto per Darcy Lewis.
Perché è lei la custode dell'Aether, adesso.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darcy Lewis, Loki, Malekith, Thor
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un mondo oscuro

2

Asgard

*


Londra, nei capannoni di cui al capitolo precedente


-Ti prego, ti prego, ti prego, fa che non sia morta!- ripeteva Jane mentre cercava di trovare il battito del cuore nel polso inerte di Darcy.

In uno sprazzo si ricordò che la prima regola quando si ha a che fare con persone svenute è metterle sul fianco per evitare la cosa della lingua. Jane non ricordava se il rischio era che cadesse o che Darcy la inghiottisse, ma non ci teneva a scoprirlo.

Afferrò il giubbotto della ragazza e la tirò sul fianco verso di lei, poi tornò a cercare segni di vita.

E se fosse morta? Se avesse riportato danni gravi per colpa sua che l'aveva trascinata a cercare quegli strani fenomeni?

Trovò il polso e le posò due dita sotto il pollice.

Batteva.

Jane tirò un sospiro di sollievo.

Già il fatto che fosse viva la confortava.

Magari Darcy era solo svenuta per lo shock. Dopotutto l'apparecchio che le pendeva dal polso era rotto, con il vetro spaccato e sembrava aver preso una brutta botta da qualche parte, ma sul corpo di Darcy non si vedevano segni.

Il fasometro era caduto a terra quando Darcy era sbucata dal nulla per cadere addosso a lei, ma forse funzionava ancora.

Jane provò a spegnerlo e poi a riccenderlo. Niente.

Allora provò ad assestargli un paio di colpi con la mano aperta, ed allora lo strumento lampeggiò.

-Sì!-

Peccato che il fasometro segnasse valori di sfasamento assurdamente alti, che addirittura sforavano i valori di taratura dello strumento.

Che diavolo stava succedendo? Va bene che i valori erano stati sempre strani da quando erano entrati in quella zona, ma adesso si stava esagerando!

La risposta le arrivò poco dopo, sotto forma di una colonna di luce ben visibile attraverso i vetri sporchi del capannone.

**


Darcy riprese conoscenza lentamente.

Per prima cosa pensò che stava davvero scomoda. Poi che doveva aver battuto la testa molto forte perché le faceva malissimo.

E doveva aver sbattuto forte anche perché stava vedendo una cosa troppo assurda per non essere un'allucinazione: c'era Thor, alto, in armatura, muscoloso e mièmiè alla mano, e poi c'era Jane, minuta ed arrabbiata, che lo stava prendendo a schiaffi.


***


-Dov'eri finito?!-

-Jane, mi dispiace, davvero! Ho dovuto distruggere il ponte dell'arcobaleno per salvare il popolo di Jotunheim dalla follia di mio fratello, e con il Bifrost distrutto la connessione tra i mondi è andata perduta per molto tempo-

Lo schiocco di un'altro schiaffo echeggiò sotto la volta di plastica.

-E New York allora? Come ci sei arrivato?-

-Non con Bifrost. È stato un azzardo provare a spedirmi lì, ma dovevo tentare perché Loki è una responsabilità di Asgard-

-Ed io che ti cercavo non ero una responsabilità abbastanza importante?-

-Non potevo. Non sarei potuto tornare indietro ad Asgard se non con il Tesseract, e non avrei potuto mantenere la mia responsabilità verso i nove regni. In più tentavo di proteggere la Terra da interferenze esterne. Io sono un guerriero, Jane, dove ci sono io c'è il pericolo per le persone che amo. Non volevo rischiare che ti fosse fatto del male a causa mia-

Stavolta niente schiaffo.

La spiegazione di Thor era abbastanza convincente, ed il fatto che lo avesse fatto per proteggerla bastava quasi a ripagarla dei due anni che aveva speso a non riuscire a dimenticarlo. Quasi.

-E adesso invece? Perché sei tornato?-

-Sono stato mandato qui da mio padre Odino. C'è una cosa che devo riportare ad Asgard-

-Ah, quindi sei qui solo per una consegna?-

Thor aprì bocca per rispondere, ma prima che potesse farlo furono distratti da un lamento alle loro spalle.

Jane dimenticò immediatamente tutto per tornare da Darcy, che tossiva e tentava di mettersi a sedere.

-Sto bene, sto bene... sono allergica alla pennicillina... e se dovesse succedermi qualcosa... voglio essere cremata, ok?-

-Darcy, sono io, Jane-

-Oh, sei tu. Credevo di essere in ospedale-

Darcy si stropicciò gli occhi ma ancora Jane non si fidava a lasciarla e preferì tenerle un braccio dietro le spalle.

-Sai che ho sognato Thor? E che tu lo prendevi a schiaffi? E poi ho sognato un sacco di altre cose strane. Devo aver battuto forte la testa-

-Ehm... Darcy... Thor non è stato un sogno. Thor è...-

Il biondo dio del tuono si avvicinò a loro e posò un ginocchio a terra per trovarsi allo stesso livello.

-Sono contento di rivederti, Darcy Lewis-

-Ah, ma guarda! Sei davvero qui! Aspetta... ma se tu sei vero... allora anche l'altro sogno era vero! Oh, no! Toglietemi di dosso questa cosaaaaa!!!-

Jane non ci capiva più niente: prima Darcy spariva, poi sbucava fuori dal nulla svenuta, poi ancora iniziava a vaneggiare di sogni strani e di... di cose... Non era preparata ad affrontare situazioni del genere lei!

E nemmeno Thor, probabilmente.

Ah, no. Thor sapeva esattamente cosa fare.

Mise le mani sulle spalle di Darcy, e lei sembrava ridicolmente piccola a confronto, e poi cominciò a parlarle.

-Va tutto bene. Ci siamo noi. Sei stata coraggiosa, Darcy, molto coraggiosa. Hai reso orgogliosi i tuoi antenati. Guarda me adesso, va bene? Guarda solo me-

Piano piano Darcy smise di strillare e fece davvero come aveva detto Thor: incollargli gli occhi addosso.

Jane si rese conto che Darcy le stava stringendo la mano solo quando iniziò ad avertire la perdita di sensibilità per mancanza di circolazione, ma non ebbe il coraggio di sottrarsi.

-Darcy, adesso voglio che tu mi dica cos'altro è successo. Puoi farlo?- Chiese Thor. Jane non ricordava che fosse così gentile. Accidenti, quanto le era mancato!

-Ma io non lo so cosa è successo! Stavo cadendo dalle scale, solo che non sono caduta. O meglio sì, sono caduta, ma non ero a terra. Mi sono trovata in una specie di grotta enorme, e dentro non c'era nulla, solo questo blocco gigantesco di pietra con dentro una cosa strana, tipo polvere rossa, ma che si muoveva, si muoveva da sola, capite?-

A quelle parole Jane vide Thor sgranare gli occhi e formare con le labbra una parola che non riuscì a comprendere, ma non fermò il racconto di Darcy.

-E allora ho iniziato a chiamare qualcuno, ma non mi poteva sentire nessuno, e così mi sono arrabbiata, e Jane, scusa, ho rotto il rilevatore di anomalie gravimetriche. Ma non l'ho rotto io, è quella cosa che lo ha fatto scoppiare! E poi mi sono arrabbiata ancora di più, e gli ho tirato un calcio, solo che stavo per cadere di sotto, e per non cadere mi sono aggrappata al bordo, ed allora quella cosa è uscita e mi entrava sotto la pelle dalle mani, e... e... e poi non lo so! Io volevo solo tornare qui, dove c'eri tu, e poi mi sono svegliata a terra e pensavo fosse un sogno-

Così come era partita in quarta a raccontare la su astrana esperienza, Darcy si azzittì all'improvviso.

Guardò prima lei, poi Thor, poi di nuovo lei, ma Jane non aveva nessuna spiegazione per quello che era successo.

-Prima di partire da Asgard mio padre mi disse che le Norne avevano un modo bizzarro di intrecciare i destini degli esseri viventi. Adesso che vi ho trovate comprendo cosa volesse dire-

-Ti dispiacerebbe spiegarlo anche a me?-

Thor si alzò in piedi, le tese la mano e la aiutò ad alzarsi, poi passò ad aiutare Darcy, molto malferma sulle gambe.

-Jane Foster, per me sarebbe un grande onore se tu volessi tornare ad Asgard con me-

-Ad Asgard? Io? Dici davvero?-

-Nel modo più assoluto. Ciò che Darcy ha trovato deve essere portato al sicuro ad Asgard, insieme a lei, e adesso che ci sei anche tu... credo che sia arrivato il momento di mostrarti il mio mondo, Jane, come tu mi hai mostrato il tuo tempo fa-

Jane avrebbe potuto pensare al suo lavoro, alle ricerche, a sua madre che la aspettava a casa chiedendosi dove fosse finita la figlia che non usciva mai di casa e che all'improvviso spariva per delle ore... forse avrebbe potuto pensare a Richard, ma la verità era che l'unica cosa a cui riusciva a pensare era Thor che le apriva le porte del suo mondo.

-Ci sto!-

Il suo sorriso... aveva dimenticato quanto potesse essere bello il suo sorriso!

-Bene. Allora usciamo da qui. Heimdall ha bisogno di spazio-

Thor prese in braccio Darcy, che per lui pesava meno di nulla, e mentre Jane li seguiva digitò in fretta un messaggio a sua madre.


Sto bene.

Sono con Darcy.

Abbiamo rilevato importanti anomalie gravitazionali in un sobborgo di Londra. Non rientrerò stasera e nemmeno domani, ma mi farò sentire.

Ti voglio bene.

Jane.


Premette invio e si affrettò a raggiungere Thor.

Era certa che su Asgard avessero tante cose meravigliose, ma che tra queste non ci fosse una rete telefonica funzionante.

****

Il paesaggio era verde ed oro. Verde di alberi di tutte le specie, alcuni da frutto ed altri da legna, ed oro per la distesa di grano maturo che ondeggiava nel sole abbagliante del primo pomeriggio.

E poi l'azzurro del cielo, il profumo di salsedine della brezza che saliva dal mare, il canto del vento tra le fronde...

Era di una bellezza commovente.

Ed era solo un miraggio; l'illusione creata da una mente disperata.

Loki lo lasciò svanire con un cenno stizzito quando ne ebbe abbastanza di compatire sé stesso, almeno per quel giorno.

*****

Non era mai capitato che, al rientro da una delle sua missioni, Odino fosse al Bifrost ad aspettarlo; ed invece la prima cosa che Thor vide una volta all'interno di Bifrost fu suo padre con due einherjar a ciascun lato.

-Thor. A meno che l'Aether non abbia cambiato il suo comportamento in questi cinquemila anni e non abbia scelto due portatori invece che uno solo, devo pensare che tu ti sia preso una libertà che non ti avevo concesso-

Tuttosommato era meno del rimprovero che Thor si era aspettato. Sapeva che suo padre non avrebbe approvato la presenza di Jane ad Asgard.

-Abbiamo due ospiti invece che una sola, padre. Di certo Valhalla ha abbastanza spazio per aggiungere un posto a sedere-

Lo vide stringere la presa su Grungnir, e nell' unico occhio del padre balenò una rabbia che da secoli voleva dire per lui “per questo faremo i conti dopo”.

-C'è posto a sufficienza per tutti coloro che ne sono degni-

-Padre, Jane Foster mi è rimasta fedele per due anni dopo che io ero scomparso dal suo mondo. La sua lealtà merita più considerazione-

-Discuteremo di questo più tardi. Chi delle due porta l'Aether?-

Thor indicò Darcy, che sembrava indecisa se essere imbarazzata, colpevole, oppure entusiasta dall'essere ad Asgard alla presenza di Odino in persona.

-Molto bene. Guardie. Prendetela in consegna-

-Cosa? In consegna? Padre, non è una criminale!-

Due einherjar si mossero ad un cenno del padre degli dei, ma non arrivarono mai a “prendere in consegna” Darcy Lewis: primo perché Thor si mise tra loro, facendo da scudo alla ragazza, e secondo perché, quando uno di loro arrivò a toccarla, un'esplosione di energia spazzò l'intera cupola di Bifrost e travolse tutto ciò che era vicino a Darcy.

Thor era abbastanza vicino da essere sbalzato via.

Era impressionante la forza che si era scatenata.

Si rialzò in tempo per vedere Darcy che vacillava e Jane che correva vicino a lei per sostenerla prima che sbattesse a terra.

-Questo non doveva succedere- fu il commento di Odino -Restate qui. Tutti voi. Verranno dei guaritori a prendervi, e poi ci occuperemo di rimandare su Midgard l'altra mortale-

Quasi nessuno si era accorto dell'arrivo di un drappello di quattro guardie che scortavano una persona, se non qando la persona si fece avanti e parlò per loro.

-Non sarà necessario, mio signore: Jane Foster sarà mia ospite. E sarò io ad accompagnare la sua compagna nella camera della guarigione-

La donna si voltò verso di loro con un sorriso.

-Benvenute ad Asgard, fanciulle. Io sono Frigg, sposa di Odino e regina di Asaehim-


*****

Un'esplosione di energia.

Potente, incontrollabile, splendida.

Anche in fondo ai sotterranei ed attraverso le pareti della cella, Loki l'aveva avvertita con la potenza di una supernova.

Scattò in piedi dal letto su cui era stato stravaccato con aria indolente solo per ricordarsi subito che era prigioniero. Era rinchiuso in una fottuta cella nei sotterranei di quello che avrebbe potuto essere il suo regno!

Imprecò tra i denti per la stizza.

Prima o poi avrebbe fatto pagare loro anche quello: il non poter soddisfare la curiosità su che accidenti era stato a produrre quel fenomeno.

Era stato troppo breve per capire cosa fosse, ma già sapeva di desiderarlo, e sapeva che avrebbe fatto di tutto per impossessarsene.

******

Nella camera della guarigione Thor e Jane non erano stati ammessi perchè non intralciassero il lavoro delle guaritrici.

Era entrata solo Frigg con Darcy, e loro due erano stati lasciati fuori ad aspettare.

Fortuna che le camere della guarigione erano tutte su un lato del palazzo, e che il loro corridoio si affacciava su un portico che offriva una veduta spettacolare di Asgard.

-Qui è bellissimo- disse Jane, appoggiata alla balaustra.

-Sì, è una meraviglia, e non lo dico solo perchè è la mia casa. Sono contento che ti piaccia-

Jane si voltò a guardarlo.

-Perché mi hai portata qui. Non avevi deciso addirittura di non cercarmi più?-

-Vero, avevo deciso così per proteggerti, ma il destino ci ha fatto reincontrare in circostanze troppo importanti per essere ignorate. Inoltre, dopo tutto l'impegno che ti ho visto mettere nelle tue ricerche, ritengo che tu meriti di vedere con i tuoi occhi quanto le tue teorie siano esatte-

-Sì, è molto confortante sapere di non essere pazza. C'è altro, per caso?-

-Sì- Thor le prese la mano tra le proprie.

-Volevo passare del tempo con te qui, nella mia casa. Le due cose che amo di più riunite assieme. È stata una mia debolezza, ma non ho saputo resistere-

Thor era cambiato, non c'erano dubbi.

Ed era cambiato in meglio. E Jane si sentiva l'essere più felice e fortunato della terra (o dei nove regni come avrebbe detto Thor) in quel momento.

-Sono contenta che tu non abbia saputo resistere-

Alzò una mano ad accarezzarlo sulla guancia ispida di barba, proprio dove poco prima lo aveva schiaffeggiato,

-Jane...-

-Cosa?-

-Io... ecco, io...-

Jane era completamente persa nello sguardo azzurro del dio del tuono, ma non tanto ancora da accorgersi di essere osservata.

Si voltò un istante prima che Frigg, appena uscita sulla balconata, dicesse loro.

-Perdonate se mi intrometto. Potete entrare a vederla. Devo spiegarvi molte cose-

*******

Tutto considerato Darcy non se la passava affatto male.

Insomma, l'avevano piazzata su un lettino di metallo ed avevano fatto un sacco di strane cose con la loro magia, ma non l'avevano maltrattata.

Anzi la regina era stata molto gentile.

Le aveva chiesto il permesso prima di poterla toccare, ed il contatto con le sue mani delicate ma decise le aveva dato conforto in tutta quella confusione che stava vivendo.

Quando Frigg rientrò nella stanza Jane e Thor erano con lei.

-Ehi, ciao! Jane, devi vedere cosa fanno qui dentro! Sono sicura che ti piacerebbero molto tutte queste cose fantascientifiche-

-In questo momento vorrei vedere solo te che stai bene. Come ti senti?-

-Alla grande. Davvero! Insomma, tutto questo è fighissimo!-

-Questa signorina ha uno spirito incredibilmente forte- sorrise Frigg -Non mi meraviglierei se l'Aether l'avesse scelta intenzionalmente-

-Era un complimento?-

-Per molti versi sì-

-Ah, ok-

-Madre, cosa sai dirci?-

-L'Aether ha una volontà propria. Sarà molto difficile indurlo a lasciare la ragazza-

-Scusatemi- si intromise Jane -Che cos'è questo Aether? È pericoloso?-

Non è che Jane l'avesse proprio tranquillizzata con quella domanda, e nemmeno l'aveva tranquillizzata l'esitazione della mamma di Thor prima di rispondere.

-La tua domanda non è semplice, mia cara. L'Aether è una forza primordiale, che esisteva ancora prima dello spazio e del tempo. Prima della materia. Prima che l'universo intero prendesse la forma che conosciamo oggi-

-Così mi sa che è complicato- borbottò Darcy.

-Forse hai ragione. Lasciate che vi mostri le cose dall'inizio-

In quel momento Darcy decise ancora di più che Frigga le piaceva: si muoveva elegante, parlava come una regina, e con un solo gesto delle mani aveva riempito la stanza di luci colorate.

Forse Jane riconosceva stelle, galassie e pianeti, ma per Darcy la definizione luci colorate bastava a rendere l'idea.

-Sei sono le costanti che reggono l'universo come lo conosciamo noi. Tre di esse reggono la realtà materiale: il tempo- un bagliore verde fiorì tra le sue dita e lei lo liberò nell'aria a fluttuare.

-Lo spazio- stavolta un bagliore blu.

-La materia, ovvero la realtà- Una luce rossa.

-E poi tre reggono la realtà degli esseri sensenti: potere, mente ed anima-

Tre luci, una viola, una arancione ed una gialla, galleggiarono verso l'alto ad unirsi alle loro compagne in un perfetto semicerchio sopra le loro teste.

-Cosa vuol dire che reggono?- chiese Jane.

-Vuol dire che una gemma dell'inifinito è l'entità primordiale da cui si è originata quella costante, e dunque, se trovata ed unita ad una volontà che può sopportarne il potere, dà potere assoluto sulla costante stessa-

-Potere assoluto sulla costante stessa?-

-Sì. Ad esempio il Tesseract, la gemma che è stata causa della guerra di New York, è la gemma dello spazio. Chi riesce a sopportare il suo potere può spostarsi in qualunque punto nello spazio, oppure piegarlo alla sua volontà-

L'esempio era stato chiarissimo persino per Darcy. Finchè avevano parlato di costanti lei ci aveva capito poco, ma adesso sapeva esattamente di cosa si trattava.

-Figo! Quindi adesso ho i super poteri! Che avete detto che fa questa cosa rossa?-

Non si aspettava che la regina la guardasse così preoccupata.

Venne in fretta verso di lei e le si sedette accanto sul tavolo della fucina dell'anima; le mise una mano sulla spalla, e questo era esattamente il gesto che faceva sua madre quando doveva dirle qualcosa di importante.

-Ascoltami molto attentamente adesso, Darcy Lewis. Il potere delle gemme richiede un certo prezzo per essere utilizzato. Le gemme consumano l'energia del loro portatore, e nel tuo caso sarebbe troppo pericoloso tentare di usare il potere dell'Aether. Sei un'essere umano. Nessun essere umano può resistere a lungo a... a questo-

Di solito, quando sua madre era così seria, la ramanzina aveva a che fare con alcol, sostanze che alterano lo stato di coscienza oppure le sue possibilità lavorative nel futuro a breve termine; Darcy avrebbe preferito uno di quegli argomenti.

-Vuol dire che potrebbe farmi del male?-

-Esatto. Anzi è meglio per te che tu non sappia cosa controlla la gemma che custodisci, ed è di assoluta importanza che tu non tenti mai e poi mai, per nessuna ragione al mondo, di usarne il potere. Ne va della tua vita. Mi hai capito?-

-Sì, signora, ho capito-

-Promettimi che non tenterai nemmeno-

-Non lo farò-

-Bene. Sei una ragazza assennata, e mi fido della tua parola-

Jane stava guardando in alto, tre le stelle che ancora riempivano la stanza; ne sfiorò una con le dita e ci passò attraverso con un bagliore di verde.

-Signora, hai detto che ognuna di queste gemme dà potre sulla costante che ha generato. E se finissero nelle mani sbagliate?-

-Le conseguenze sarebbero devastanti. Per questo noi di Asgard ci impegnamo a proteggerle e custodirle. Abbiamo guerrieri che sanno contenerne il potere senza restarne schiavi-

-Dunque è questo che fa Thor quando va in giro per lo spazio?- chiese Darcy -Raccogliere queste gemme e portarle qui?-

-Fa tante altre cose, ma uno dei suoi compiti è recuperare manufatti che è meglio che siano custoditi ad Asgard. Ma adesso basta parlare di queste cose. È quasi sera, e voi sarete stanche, per cui suggerisco di accompagnarvi nelle stanze preparate per voi. Seguitemi-

Darcy scese dal tavolo ed immediatamente trovò Jane e Thor pronti a sorreggerla-

-Ehi, ehi, ragazzi... è molto bello che ci teniate tanto a me! Però in questo momento so stare in piedi da sola, grazie-

-Stai bene, sei sicura?-

-Per ora sì-

-Ve l'ho detto: questa signorina ha un temperamento invidiabile. Venite con me. Tu no, Thor. Credo che queste siano faccende da donne. Ci rivedremo questa sera, se vorrai cenare con noi-

********

Jane si sentiva una vera principessa.

Le stanze messe a disposizione sua e di Darcy erano bellissime: soffitti di legno massiccio che profumavano di resina, lenzuola che scivolavano come seta sulla pelle e coperte dai colori cangianti, e poi ancora un mobile intero per la cosmetica.

Più che dal make up asgardiano Jane era affascinata dalle boccette traslucide, dai pettini in avorio e madreperla e dai monili dentro i cassetti.

Lei li sfiorava appena, conquistata dalla loro bellezza ma timorosa.

Lo stile di spille e gioielli era quello che lei aveva ormai imparato ad associare ai popoli del nord: intrecci, fiori e foglie, e rune.

Jane aveva imparato a leggerle, ma sapeva che ogni runa aveva un significato più profondo che una semplice lettera.

Forse avrebbe potuto chiedere a Frigg di insegnarle qualcosa.

Quella donna le ispirava fiducia. Non sarebbe stato affatto male averla come suocera.

Sentì un leggero bussare alla porta.

-Avanti- rispose subito senza pensarci.

Si aspettava Thor, Darcy, o la stessa Frigg, non due ragazze più giovani di lei e vestite di bianco, ognuna con un cesto sotto braccio.

Erano tutte e due di carnagione chiara e con capelli ricci di un bel biondo ramato, ed erano letteralmente identiche. Dovevano essere gemelle. L'unico modo per distinguerle era tracciare una mappa delle efelidi che avevano sulle guance, sempre che anche quelle non avessero disposizione identica.

-Oh... ehm... ciao-

Loro si inchinarono con grazia.

-Lady Jane Foster, io mi chiamo Gnà, e questa è mia sorella Fulla. La regina Frigg ci ha mandate ad aiutarti a prepararti-

Cosa? Frigg credeva che lei avesse bisogno di aiuto?

Poi però le venne in mente il tavolo da toletta, e le tante ampolle di cui lei non conosceva il contenuto, e forse un aiuto le sarebbe servito.

Per non parlare dei vestiti che aveva visto preparati sul letto e che non aveva idea di come iniziare ad indossare.

-Grazie. Il vostro aiuto è molto apprezzato-

*********

Darcy non ci credeva!

Era immersa fino al collo in una vasca di marmo bianchissimo con venature azzurre incastonata nel pavimento, praticamente una piccola piscina, l'acqua era calda e la schiuma aveva un buonissimo profumo di fiori.

Ed aveva due persone al suo servizio che le versavano addosso acqua pulita da una brocca d'argento.

I vestiti preparati per lei avevano stoffe color cioccolato ed ornamenti in oro giallo e rosso.

Insomma.

Aveva nel sangue una sostanza pericolosa e supercattiva, ma tutto il resto andava alla grande!

**********

Thor ci mise più cura nel prepararsi di quanta ce ne avesse messa negli ultimi due anni.

Normalmente gli andava benissimo qualcosa di dignitoso ed i capelli raccolti in modo che non gli cadessero in faccia, ma quella sera voleva essere di nuovo un principe perché sapeva che Jane sarebbe stata una principessa.

***********

-Sei arrivato puntuale all'ora di cena. Deve essere un effetto della convergenza che si approssima-

Thor non potè fare a meno di sorridere.

-Ci sono prodigi che ogni tanto si manifestano nel mondo, madre-

In quel momento, da un corridoio laterale fecero il loro ingresso Darcy e Jane.

Thor la guardò per un attimo a bocca aperta.

Era bellissima. Il vestito blu e la stola di seta argentea la avvolgevano come se non avesse mai indossato altro, ed i capelli castani le incorniciavano il viso in un modo del tutto nuovo adesso che era acconciata alla maniera asgardiana.

Un fermaglio, una bella piuma di cigno in argento, le teneva l'acconciatura raccolta su un lato della testa, mentre dall'altro lato un ciuffo era stato lasciato libero di formare dei boccoli.

Era una principessa. Lo era sempre stata.

-Hai ragione Thor- ripetè sua madre accanto a lui- Ci sono prodigi che ogni tanto si manifestano nel mondo-

************

La tavola era imbandita con piatti d'argento e calici di cristallo iridescente. Jane non si sarebbe stupita a scoprire che si trattava di diamanti.

La tovaglia, che raffigurava scene di caccia in bianco su uno sfondo marrone, era probabilmente stata tessuta dalla stessa Frigg con il suo leggendario telaio, di cui Jane aveva letto nel periodo in cui voleva conoscere meglio le leggende sulla patria di Thor.

Le portate emanavano un profumo buonissimo.

Jane Foster aveva partecipato a qualche cena importante, nonostante tendesse a preferire il suo laboratorio alle serate mondane, e tuttavia nessuna cena sarebbe mai stata importante quanto quella: era a tavola con la regina di Asgard, che era anche sua suocera.

Tutte le donne hanno un certo timore della suocera, legato probabilmente ad una variazione genetica del cromosoma X.

Jane aveva avuto paura di comportarsi nel modo sbagliato, di non conoscere l'etichetta, di essere goffa, impacciata, fuoriluogo... troppo umana per la regina di Asgard.

Ed invece Frigg aveva spiegato loro le usanze asgardiane come se fossero solo parte della conversazione, dando loro suggerimenti su come comportarsi ma senza metterle in imbarazzo, e poi l'aveva lasciata parlare.

Di solito Jane non poteva portare a tavola i suoi argomenti di conversazione preferiti, ma con Frigg era diverso: sembrava che la regina fosse molto interessata all'astrofisica, alle usanze midgardiane, alla struttura sociale... a tutto in pratica.

Faceva domande come se davvero le interessassero quelle cose, non solo per circostanza.

Jane sapeva riconoscere la voglia di imparare quando la vedeva.

-Vi ringrazio per tutte le informazioni che mi state dando. Noi di Asgard ci siamo ritirati dagli altri mondi da molto tempo ormai, ed è interessante vedere come sono cambiati nel frattempo-

-Perché? Asgard non cambia?- le scappò di domandare.

-Cara, devi sapere che i mondi non cambiano da soli, ma sono cambiati dalle popolazioni che li abitano. La vita di un Ase dura quanto diverse generazioni dei mortali, e dunque i cambiamenti dei regni abitati da esseri longevi sono molto più lenti-

-Non so se è un bene tutto questo cambiamento, considerato tutto quello che sulla terra non va bene-

-Mia cara, il cambiamento non è negativo né positivo-

-No?-

-No. È semplicemente necessario. Lasciate che vi mostri una cosa. Venite con me-

Jane lanciò uno sguardo interrogativo a Thor, che le sorrise leggermente ed annuì.

Tutti insieme si alzarono da tavola e seguirono Frigg; fuori dalla sala dove avevano cenato c'era una terrazza che era una delle più alte di Asgard, e da lì lo sguardo si perdeva nel buio ed in una marea di luci.

Erano della città sottostante, del Bifrost che sembrava un nastro cangiante, e poi delle stelle e dei drappeggi in cielo.

Jane li identificò come interferenze elettromagnetiche simili a quelle che producono l'aurora boreale sulla terra, il che aveva perfettamente senso perché Asgard era al vertice dei nove mondi come il polo nord era al vertice della Terra.

-Guardate. Noi ne vediamo solo una piccola parte perché la sua immensità non permette nemmeno a noi di abbracciarlo tutto con un solo sguardo, ma questo è Yggdrasil-

Jane ne aveva letto.

-Yggdrasill? Non è l'albero del cosmo? Ma... non vedo alberi-

-Credo che “albero” sia stato interpretato in senso troppo letterale. Yggdrasill non è una cosa fisica: Yggdrasill è il flusso di energia che scorre perennemente attraverso il nostro universo-

-Un flusso di energia? Vuol dire che si muove?-

-Yggdrasil è il movimento. È energia in movimento dall'inizio dei tempi. Se si fermasse, se non ci fosse cambiamento, l'universo si cristallizzerebbe e poi finirebbe per implodere-

Tutte quelle informazioni in una volta le stavano facendo girare la testa.

Cercò Thor e Darcy dietro di sé per avere la conferma di non stare impazzendo.

-Dunque... Yggdrasill... è il nome che voi di Asgard date alla costante di espansione dell'universo?-

Frigga le sorrise ed annuì.

-Sei molto intelligente Jane Foster. Dovrebbero avere più considerazione di te su Midgard-

Il complimento la fece arrossire, e sperò che nella penombra non si notasse troppo.

Sentì la mano di Thor che si posava sul suo braccio in segno di incoraggiamento.

Forse era strano, ma in quel momento Jane si sentiva veramente a casa.

*************

Più tardi, al buio, nella notte, quando si era già distesa nel letto, Jane sentì un leggero bussare alla finestra del balcone.

Per un attimo si disse che non era saggio andare ad aprire, ma poi una sbirciata veloce le fece riconoscere la sagoma di Thor contro il cielo stellato, ed allora si alzò immediatamente.

Sentì sotto i piedi la consistenza del tappeto di lana spessa e poi il freddo gelido del marmo ma non si fermò a pensare alle scarpe.

-Thor! Che cosa ci fai qui?-

-Volevo vederti e stare un po' con te. Da solo-

Per un attimo Jane pensò che fosse molto romantico da parte di Thor spuntare nel bel mezzo della notte per bussare al suo balcone.

-Vieni, non posso stare molto tempo. Non voglio mancare di rispetto a mia madre-

Ah, certo...

-Sì... ehm... allora restiamo un po' qui fuori, va bene? È così bello-

-Sì. È bellissimo-

Ma Thor stava guardando lei.

Jane pensò che erano due idioti a stare così uno di fronte all'altro, lei senza scarpe, e davanti al balcone aperto, dunque gli fece cenno di affacciarsi alla balconata.

-Sei stato bravo prima, quando eravamo ancora a Londra- gli disse tanto per dire qualcosa di cui le importasse davvero -A calmare Darcy, intendo. Lo hai fatto altre volte?-

-Sì, mi è capitato spesso-

-Ah. Non sapevo che anche i semidei di Asgard avessero attacchi di panico-

-Cos'è un attacco di panico?-

-Quello che ha avuto Darcy prima-

-Ah, si chiama così su Midgard? Io ho fatto quello che di solito è quello che si fa quando un compagno di battaglia sta morendo vicino a te, per non lasciare che la sua anima varchi le soglie del Valhalla in preda al rimpianto ed al dolore-

Jane sgranò gli occhi.

-Sei serio? Pensavi che Darcy sarebbe morta?-

Thor sembrò imbarazzato. Probabilmente era consapevole di aver appena distrutto l'atmosfera romatica tra loro...

-L'Aether è un potere enorme- tentò di giustificarsi -Non sapevo se avrebbe resistito, e dunque...-

-Ma non morirà, non è vero?-

-No, Jane, certo che no. Se è sopravvissuta al primo impatto ha buone speranze di cavarsela adesso che è qui ad Asgard. Mia madre riuscirà a guarirla, vedrai-

Solo allora lei si rilassò.

-Grazie per avermi portata qui. E grazie per avermi fatto conoscere tua madre. Mi piace molto come persona-

-E lei apprezza te. Ti stima. Volevo che vi incontraste per farle capire che persona meravigliosa sei-

Senza preavviso Thor le mise le mani sulle spalle e la baciò piano.

-Adesso devo andare. Ci rivedremo domattina, mia signora-

Gli bastò stendere la mano per richiamare Mjollnir, e con quello potè semplicemente salire in piedi sul balcone e lanciarsi nel vuoto.

Jane pensò che come uscita di scena era troppo teatrale e forse anche da spaccone, ma che in fondo Thor era anche quello e che lei non se ne sarebbe lamentata.

____________________________________________________________________________________________________________________


Cantuccio dell'Autore


Allora, come sta andando? Guardate che vi vedo dal contatore delle visite, potete esprimere liberamente la vostra opinione. Siamo ancora in democrazia, approfittatene finché non arriverà Loki a strillare “In ginocchio!”.


Vi lascio le note, se aveste voglia di approfondire qualche aspetto della storia


-Jane indossa un fermaglio per capelli a forma di piuma di cigno sia perché nella mitologia norrena il cigno è uno degli animali sacri, legato soprattutto alle valchirie, sia perché Natalie Portman/Jane Foster è stata protagonista de “il cigno nero”.


-Yggdrasill e la costante di espensione dell'universo sono un mio headcanon pseudoscientifico. Prendetelo per buono e ringraziate che non sono scesa in dettaglio con le spiegazioni scientifiche.


-Stessa cosa per Asgard che, essendo in cima ai nove regni, è una sorta di polo nord cosmico. Asgard farebbe la gioia dei terrapiattisti, se solo esistesse davvero.

Se ho dimenticato qualcosa fatemi sapere nelle recensioni.

Per oggi ho finito, ci risentiamo al prossimo capitolo.


Makoto

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: Smeralda Elesar