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Autore: Juliaw    01/09/2019    1 recensioni
Questa storia è una ripubblicazione di una delle mie vecchie fan fiction pubblicate nell'ormai lontano 2011. Chiamatela una seconda edizione se vi va lol. Con l'approccio imminente dell'ultima serie di questo meraviglioso show, ho pensato di editarla e ripubblicarla, magari ridandomi così l'ispirazione per un continuo! Basata sulla bellissima e leggendaria Season 5, questa FanFic contiene 19 capitoli, il piano è di pubblicarne uno o due se la storia è di vostro gradimento!
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Vidi l’alba, il chiarore del cielo portò con sé colori del tutto innaturali, come innaturale era quello che stava accadendo, sembrava che tutto si coordinava alla perfezione tranne io.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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Chapter 6 – Lucifer’s Angels         

              Eravamo di ritorno a Gold Hill, con una sola intenzione, trovare mia sorella e salvare sia lei che Blair. Avevo visto di cosa era capace la cosa che era dentro mia cugina, ma speravo che in qualche modo saremmo riusciti a completare il rituale per liberare il suo corpo.
Sam mi procurò delle pagine strappate da chissà quale libro, sul quale erano stampate le parole del riturale che poco prima aveva recitato. Durante tutto il tragitto in macchina cercai di leggerlo e memorizzarlo, era latino e non capivo assolutamente nulla, avrei dovuto sapere che quelle classi opzionali di Latino e Greco sarebbero tornate utili un giorno, però se fossi riuscita almeno a recitarlo nel momento del bisogno forse ci avrebbe salvato tutti.
<< Exorcizamus te, omnis immundus spiritus, è l’unica cosa che riesco a memorizzare. >> Dissi d’un tratto gettando la spugna.
<< Non ti biasimo, mi ci sono voluti quattro anni per impararlo tutto, ma con tutti i demoni che abbiamo affrontato è stato praticamente impossibile non impararlo. >> Disse Dean.
<< Se solo potessimo intrappolare tua cugina nella Trappola del Diavolo, sarebbe molto più facile. >> Disse Sam voltandosi verso di me.
<< Trappola del Diavolo? >> Chiesi confusa.
<< Si, il disegno ai piedi della porta… >>
Annuii ritornando alle mie pagine in latino.
Exorcizamus te, omnis immundus spiritus omnis satanica potestas, omnis incursio infernalis adversarii, omnis legio, omnis congregatio et secta diabolica. Ergo draco maledicte et omnis legio diabolica adjuramus te. Cessa decipere humanas creaturas, eisque aeternae Perditionis venenum propinare. Vade, Satana, inventor et magister omnis fallaciae, hostis humanae salutis. Humiliare sub potenti manu dei,contremisce et effuge, invocato a nobis sancto et terribili nomine, quem inferi tremunt. Ab insidiis diaboli, libera nos, Domine. Ut Ecclesiam tuam secura tibi facias libertate servire te rogamus, audi nos. Ut inimicos sanctae Ecclesiae humiliare digneris, te rogamus, audi nos.
Se solo avessi saputo cosa voleva dire, magari mi sarebbe risultato più facile memorizzarlo, ad ogni modo speravo che Sam e Dean ce l’avrebbero fatta da soli a pronunciarlo tutto per salvare Blair.
Fermammo l’auto all’ingresso della deserta cittadina e proseguimmo a piedi, ero armata con due fucili, uno dei quali era sulla schiena, e due pugnali imbevuti di acqua santa, che stando a quanto detto dai ragazzi, l’acqua santa era come veleno per i demoni, aveva senso e questo spiegava il gesto che Dean aveva compiuto poc’anzi.

<< Fatevi sotto figli di puttana! >> Esortò Dean che era una decina di passi da me e Sam. << Non ci attaccate ora? Avete paura? >> Neanche finì di parlare che un demone gli corse incontro, ma lui da ottimo tiratore, lo centrò in pieno facendolo sparire.
<< Sam? >> Sussurrai avvicinandomi al fianco sinistro di Sam.
<< Si? >> Mi guardò dall’alto verso il basso confuso.
<< Ma sparando i demoni con i proiettili di sale li allontaniamo solo, non dovremo ucciderli? >>
<< Ricordati che sono umani dopotutto, non possiamo ucciderli tutti. >> Tagliò corto Sam, dopodiché ritornai nella mia posizione.

Percorremmo almeno duecento metri tra la via principale deserta della cittadina, fin quando non arrivammo ad una vecchia raffineria abbandonata, capii che eravamo arrivati al quartier generale dai due demoni che erano di guardia ai cancelli grandi, neri e contornati da filo spinato, i due demoni possedevano entrambi uomini di colore e somigliavano molto alle guardie del corpo di Blair, tranne per il fatto che non erano in giacca e cravatta, ma erano vestiti piuttosto casual. Ci appostammo dietro una struttura che fronteggiava la fabbrica senza farci vedere dai due omaccioni che guardavano dritto davanti a loro.

<< Ci penso io con il pugnale di Ruby ad uccidere quei due, dopodiché entreremo. >> Sussurrò Sam accovacciato come me e Dean vicino le staccionate del giardino posteriore di una piccola casa dipinta di blu. << Julia, all’interno ci sarà forse tua sorella, ti prego di non compiere nessuna azione avventata, cerchiamo di restare in vita, ok? >> Continuò raccomandandosi.
<< Certo, ok, contaci. >> Assentii.
Ci guardammo tutti e annuimmo, dopodiché Sam corse verso le due guardie vicino i cancelli della raffineria e prendendole alla sprovvista, squarciò ad entrambe la gola, facendole cadere a terra morte. Alla faccia del sono umani dopotutto, Sam li aveva uccisi come se fossero animali, forse però quando era proprio necessario c’era uno strappo alla regola. Quando ci fece segno di raggiungerlo, io e Dean corremmo nella sua direzione mente apriva i pesanti cancelli di ferro della raffineria. Il sole era cocente e il fucile sulla schiena non faceva altro che ricordarmelo mentre gocce di sudore mi percorrevano la schiena, il mio cuore palpitava e un brivido mi corse lungo la spina dorsale. C’erano almeno dieci metri che separavano l’enorme fabbricato grigio dai cancelli, non c’era praticamente nulla in questi dieci metri, tranne per due pilastri posti che un tempo forse, servivano per processare il petrolio. Corremmo fino ad arrivare all’ingresso della raffineria, a quel punto feci un respiro profondo cercando di tenere a bada i battiti accelerati del mio cuore, Dean aprì le grosse porte che emisero un rumore stridulo e fastidioso mentre si aprivano, all’interno non c’era praticamente nessuno e nulla, ma la cosa non tornava, cosa ci facevano quelle guardie lì fuori se non sorvegliavano niente? Mentre stavo per entrare al suo interno, Sam mi fermò trattenendomi per un braccio.
<< È una trappola. >> Constatò. << È troppo tranquillo, quelle guardie lì fuori sembravano messe come esca… C’è qualcosa che puzza. >>
<< Già mi sa che hai proprio ragione questa volta, Sammy… >> Dean si guardò intorno, sembrava apparentemente tutto tranquillo, però certe volte l’apparenza inganna e spesso è proprio quando tutto è tranquillo che bisogna avere paura e cavolo, io ce l’avevo.
<< Non vedo nessuno, forse sono scappati? Dov’è mia sorella? >> Chiesi ingenuamente.
Nessuno dei due ragazzi ebbe tempo di rispondermi che un demone alzò la mano destra e fece volare Dean all’interno della fabbrica e a ridosso della parete in fondo, facendolo rimanere sospeso a mezz’aria, prontamente Sam lo pugnalò, dopodiché il corpo cadde a terra. Mi voltai su me stessa in tempo per vedere almeno una ventina di demoni marciare nella nostra direzione, Blair era a capo della spedizione.

La battaglia cominciò, iniziai a sparare quando Blair non era nella mia traiettoria, Dio non volevo affatto colpirla ancora, una sola volta era bastata. Colpì molti demoni che caddero a terra oppure sparivano, evidentemente anche Sam e Dean fecero lo stesso, ma non fui in grado di vederli in quanto ero pienamente concentrata nel combattimento a fuoco, quando le munizioni nel fucile che avevo in mano finirono, lo lanciai a terra, facendo volteggiare l’altro che avevo sulla schiena in avanti, e continuai a sparare, dopodiché vidi che Sam si lanciò tra i pochi demoni ancora rimasti e iniziò a dimenare il pugnale uccidendo quelli che erano più vicini a lui, a quel punto puntare divenne più difficile, Sam era sempre nella mia traiettoria così sfoderai i miei pugnali imbevuti di acqua santa e mi fiondai anche io nel combattimento corpo a corpo, cavolo non sapevo quello che stavo facendo, però dimenare i pugnali senza un vero senso servì, in quanto riuscii a liberare due corpi impossessati dai demoni, purtroppo però i poveretti morirono in quanto li avevo colpiti esattamente negli organi vitali. Vedere cadere due corpi senza vita sulla terra e davanti ai miei piedi, mi scosse facendomi esitare per qualche secondo, ma in quel momento non c’era tempo per pensare.

<< Basta così! >> Urlò Blair ai demoni, che alle sue parole si bloccarono e si posizionarono dietro di lei, se prima ce n’erano una ventina, adesso ne erano rimasti più o meno sei o sette. << Julia Wyncestre, ascolta bene queste parole, perché non le dirò di nuovo, Lucifero ha bisogno della tua famiglia, sappi che non riuscirete ancora a lungo a scappare da lui. >> La fissai mentre parlava, e rimasi sconvolta da quello che venne fuori dalla sua bocca. Che diavolo…forse non è appropriato dire diavolo…ma cosa voleva Lucifero da me? Il mio cuore stava per schizzare fuori dal corpo, avevo le labbra secche e un nodo in gola che non mi permetteva di dire nulla, ero paralizzata dalla paura e immobile a fissare colei che sembrava mia cugina, ma non lo era affatto.
Probabilmente anche Sam si accorse della mia paura, perché mi guardò ma poi riportò la sua attenzione a Blair. << Dove è andato l’altro fratello? >> Chiese d’un tratto il demone guardandosi intorno.
Guardai Sam che ancora in posizione di guardia, era nello stesso punto in cui c’era un cadavere. Lui fece spallucce e quello che successe fu una cosa che non si vede proprio tutti giorni.
<< Exorcizamus te, omnis immundus spiritus omnis satanica potestas, omnis incursio infernalis adversarii, omnis legio, omnis congregatio et secta diabolica. Ergo draco maledicte et omnis legio diabolica adjuramus te. >> La voce che proveniva dall’alto di una piattaforma alta, posta all’interno dell’enorme spazio vuoto, era Dean che da un megafono trovato chissà dove, iniziò a recitare il riturale. Io e Sam guardammo in contemporanea Dean piacevolmente sorpresi. Molti demoni lasciarono i corpi dei malcapitati formando un enorme nuvola di fumo nero sparendovi al suo interno, lasciando i corpi inanimati cadere, erano ritornati all’inferno? Probabilmente.
Quando tutti i demoni furono fuori gioco, vidi che dalla bocca di Blair iniziava a fuoriuscire del fumo nero, ma persisteva, quel maledetto demone che l’aveva posseduta era incredibilmente forte e forse aveva trovato la perfetta dimora in un corpo debole ed esile come quello di Blair, povera cugina mia, non immaginavo neanche cosa significasse essere posseduti, cosa si provava e se in qualche modo si riusciva a sentire ancora il proprio corpo, averne il controllo… Solo una cosa sapevo, se fossi mai riuscita a salvarla, non sarebbe mai più stata la stessa. Mentre guardavo Blair contorcersi e mentre il fumo nero quasi uscì dal suo corpo, altre parole uscirono dalla sua bocca. << Angeli di Lucifero, non riuscirete a scappare da lui. >> Mentre si contorceva agonizzante su sé stessa e senza neanche dare tempo a nessuno di noi di replicare, sparì. Cavolo, sparì!
Dean aveva finito il rituale e lei riuscì a scappare. Che cosa voleva dire? Angeli di Lucifero? La testa mi scoppiava. << No! >> Urlai. << No! >> Corsi in direzione della porta, però mi fermai quando capii che era effettivamente inutile correre, chissà dove diavolo era andato quel demone con il corpo di mia cugina. << Blair! >> Riuscii a dire mentre abbassavo il pugnale su un fianco.

Setacciammo l’intera fabbrica, ogni stanza, ogni angolo e ogni possibile nascondiglio, ma non trovammo mia sorella, di lei ne trovai solo il suo cellulare rotto a terra in un angolo di quell’enorme spazio vuoto e le catene a cui era stata legata. A quel punto la disperazione mi assalii, urlai, urlai e mi sfogai.
Sam mi prese per un braccio e quando mi voltai verso di lui, vidi che aveva sul suo viso un’espressione di compassione e tolleranza. << Perché, Sam? Cosa c’entra la mia famiglia con Lucifero? >> Chiesi senza pensarci troppo.
Sam mi guardò con espressione vacua e scosse la testa.
<< Dobbiamo chiamare Bobby, abbiamo bisogno di lui. >> Concluse Dean uscendo dalla fabbrica e cacciando il suo cellulare da una tasca dei suoi jeans.
Qualche secondo dopo lo seguimmo anche io e Sam, senza dire nulla. Una sensazione di sconforto si protraeva tutta intorno a noi, o almeno intorno a me.

Non capivo, per quale motivo Lucifero aveva bisogno di me? E per quale maledettissimo motivo non c’era mia sorella in quella dannatissima fabbrica? Non capivo e quando non capivo diventavo irascibile e acida, e non mi piace, non avevo intenzione di trattare chi mi stava intorno in modi rudi e poco cortesi, insomma, Alyson non c’era e io non avevo la benché minima idea di dove fosse, se fosse viva o se fosse morta, la cosa che più mi spaventava è che neanche i ragazzi avevano una risposta alle mie domande, Dean sembrava scosso e Sam letteralmente sbigottito, per quanto ci provavano a nasconderla, riuscivo a sentire la loro paura e questo non fece altro che alimentarne la mia. Purtroppo quella volta la fortuna non ci assistette e così mi chiesi quante volte la Dea Bendata fosse stata dalla parte dei cacciatori, molto probabilmente la percentuale era al disotto del dieci, per quanto ne sapevo quei demoni avrebbero potuto uccidere Alyson e seppellirla lì da qualche parte a Gold Hill e per quanto cercavo di pensare positivo, in quel momento non ci riuscivo proprio. E come se non bastasse, adesso a riempire i miei pensieri negativi, c’erano anche le parole di Blair che pesavano nella mia testa come enormi macigni di pietra.

<< Ok, siamo diretti in South Dakota, saltate in macchina voi due. >> Disse Dean aprendo la portiera dell’Impala e sistemandosi al posto di guida. Eravamo ritornati fuori dove avevamo lasciato la macchina e neanche me ne accorsi.
<< South Dakota? Sarà ad almeno tre o quattro giorni di distanza e perché siamo diretti li? Credevo che i demoni fossero qui… >> Aprii la portiera posteriore dell’auto e sprofondai nel sedile di pelle nera.
<< Bobby? Pensavo fosse anche lui da queste parti. >> Disse Sam evitando la mia domanda.
<< Dobbiamo andare lì, ha delle novità che non mi ha saputo dire per telefono, quindi sedetevi e godetevi il viaggio, ma non posso assicurarvi che sarà il viaggio migliore della vostra vita. >> Dean mise in moto e partì, sfrecciando tra le strade deserte della cittadina fantasma.

Chi diavolo era Bobby? Non ebbi neanche la forza di chiedere che subito i pensieri negativi sul conto di Alyson ritornarono a infestare la mia mente. Diedi un’occhiata al mio cellulare stranamente ancora carico, poi mi accorsi che era praticamente inutile cacciarlo dalla borsa, in fondo avevo provato mille volte a chiamare i miei ma non c’era mai stata nessuna risposta, però quella volta provai a chiamare la mia migliore amica, Jessica, ma come sospettavo il suo cellulare squillava a vuoto, così lo riposai in borsa sospirando.
<< Sam, Dean? >> Chiamai, << voi sapete perché Lucifero vuole la mia famiglia, non è vero? >> Chiesi in tono calmo.
<< Julia, ma come potremmo? >> Mi chiese Sam gentilmente.
<< Non lo so, è che mi sembra strano, che significa Angeli di Lucifero? >>
<< Non lo so Julia, ma credimi una volta che saremo in South Dakota, le tue domande avranno finalmente una risposta. >> Disse Sam mentre mi guardava con un’espressione indecifrabile, un misto tra paura, sconforto e confusione. << Cerca di non pensarci, rilassati. >>
A quel punto il cellulare di Dean squillò.

<< Sì? >> Rispose mentre teneva con la mano destra il volante e con l’altra il cellulare.
<< Tooele? Quindi li giù non si sono verificati strani rapimenti, infezioni da Croatoan, o cos’altro legato alla maledetta Apocalisse? >> Dean annuiva mentre sentiva quello che l’interlocutore dall’altra parte del telefono diceva. << Va bene Bobby, ci pensiamo noi, ma questo potrebbe ritardare il nostro arrivo lì a Sioux Falls, te la caverai? >> Dean emise suoni d’approvazione e dopodiché chiuse la conversazione e rimise il telefono in tasca. << Ok, piccola deviazione, siamo diretti a Tooele! >> Disse premendo l’acceleratore.
<< Dove si trova? >> Chiesi.
<< Utah, un giorno di marcia da qui. >> Rispose Sam.
<< E perché siamo diretti proprio lì? >>
<< Già Dean, perché? >> Mi fece eco Sam.
<< Bobby ha detto che ci sono stati due casi di omicidio e in entrambi i casi, le finestre e le porte erano chiuse dall’interno, nessun segno di scassinatura ed entrambe le vittime, senti qua, sono state trovate spezzate letteralmente a metà tra il bacino e le gambe. >>
<< Ma è orribile! >> Sbottai.
<< Un caso di poltergeist isolato dall’Apocalisse? >> Chiese Sam incuriosito da quello che aveva appena detto il fratello.
<< Proprio così Sammy, uno dei casi vecchio stile, quelli che amiamo tanto. >>
Non sapevo di cosa parlavano.
<< Un ritorno alla vecchia vita, insomma? >>
<< Esatto Sammy, stacchiamo la spina da questa merda e buttiamoci in un po’ di mistero vecchia scuola. >> Dean sembrava molto divertito, cosa c’era da essere felici quando c’erano due tipi che erano stati tagliati a metà e noi eravamo praticamente diretti lì?
Sam annuì e dopodiché notai un sorriso sul suo viso, cavolo, ma ero l’unica a cui la faccenda faceva letteralmente voltare lo stomaco?
Non parlai, mi ammutolii letteralmente sprofondando nel sedile e ascoltando un po’ di rock anni 80 che la radio trasmetteva, nonostante le proteste di Sam, alla fine Dean aveva vinto.
Cercai di rilassare mente e corpo mentre le canzoni dei Blue Oyster Cult erano a tutto volume e l’Impala sfrecciava tra le strade deserte nel nulla, solo un paio di volte vidi due macchine andare nella direzione opposta alla nostra, ritornare a Gold Hill? Forse avrebbero semplicemente cambiato rotta non dovevano essere mica per forza diretti in quella cittadina infernale? D’un tratto sperai che non erano effettivamente cittadini di Gold Hill che erano ritornati da chissà dove.
Mi addormentai, ero tanto stanca che la musica ad alto volume non mi diede per niente fastidio, ma probabilmente Sam o Dean si accorsero che mi stavo appisolando perché ricordo che d’un tratto la musica divenne più leggera. Mi stesi lasciando le gambe penzolanti, non volevo ricevere un’altra lamentela da parte di Dean sul fatto che gli rovinavo la macchina, Dio quanto doveva essere affezionato a quella macchina! Sicuro, era una macchina d’epoca, ma hey, è pur sempre una macchina, chissà forse per lui era molto più di una semplice auto. Mentre sedevo sulla sinistra del sedile posteriore, notai che sul bracciolo e posa cenere, c’era incastrato un soldatino verde, così allora capii, per loro l’Impala era molto di più di una semplice auto, per loro era casa.
   
 
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