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Autore: cavaz4800    06/09/2019    0 recensioni
- Alex, tu ami Riccardo?-
-Non lo so, so solo che tengo molto a lui, va bene?-
Prima o poi quelle due paroline sarebbero venute fuori, lo sapeva, ma aveva ancora tempo, no?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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LO SPILLO DEL RIFIUTO

 

Alex e Riccardo sono due ragazzi di diciotto anni che nonostante tutto, non sanno amarsi.

Non lo sanno fare, Riccardo ci ha provato tanto volte a donarle amore, tutto quello che poteva dare lei non lo ha saputo accettare e perciò è come se non lo avesse mai ricevuto. Riccardo sperava di poter ricevere altrettanto amore da lei, ma quest’ultima non sapeva donarglielo e perciò lui non ha mai avuto niente in cambio dei suoi sentimenti.

Non si sanno amare, lei è ancora troppo testarda ed orgogliosa per capire di aver sbagliato tutto, per comprendere che l’anima gemella è sempre stato accanto a lei. È Ancora accecata dalla cotta adolescenziale per il suo amico Luca, amico che non potrà mai darle ciò di cui ha bisogno. Non perché lui non lo sappia fare, ma perché lui preferisce un’altra compagna. Anzi, un altro compagno.

Ricorda ancora quanto ha reagito male al coming-out del suo migliore amico, ma non riusciva a capacitarsi di essersi innamorata di un ragazzo omosessuale. E per di più, lui non avrebbe mai potuto ricambiarla in futuro. Non le ha lasciato nessuna speranza, nessuna possibilità, nessun futuro. Forse è per questo che fa più male, lei non potrà ripararsi nemmeno dentro le sue fantasie.

Inoltre si sente malissimo per aver rifiutato l’amore di Riccardo. Lei lo ha ferito, lo sa, e la cosa che più le ribolla dentro è che sa perfettamente che tipo di dolore sia il rifiuto d’amore.

No, non è vero, lei non lo sa. Riccardo sì, lui è perfettamente consapevole che Alex nutre solo una piccola cotta per Luca ed è conscio del fatto che lei prima o poi si dimenticherà di questa infatuazione. Lui invece non potrà mai dimenticarla, perché lui è innamorato di Alex e lui deve soffrire a causa di un rifiuto permanente. Almeno ora, lui potrà rifugiarsi nei suoi sogni d’amore, nelle storie con un lieto fine, nelle immaginazioni pomeridiane e nei film d’amore.

Steso sul suo letto guarda distratto la tv e si sorprende di come al rifiuto d’amore non esiste alcuna cura. Nessun film, nessuna canzone, nessun gossip e nessun gioco potrà distrarlo a sufficienza dal ricordo che lui ha della ragazza. Riccardo un giorno le ha persino fatto un ritratto, estremamente realistico e lo ha tenuto al sicuro dentro il cassetto della sua scrivania. Si alzò dal letto spegnendo la tv, ormai è del tutto sconfitto: si è arreso.

Si posiziona sulla sedia davanti alla scrivania, prende fuori il ritratto di lei, e nonostante uno stato di rabbia iniziale volesse strappare il disegno in mille pezzi, si contiene e semplicemente con sguardo vacuo e spento lo butta nel cestino. Una lacrime scappa al suo controllo, ma reprime il groppo in gola e si rimette a letto. Non vuole essere disturbato da nessuno, mette il cellulare in carica in modalità aereo e si addormenta sul letto senza le coperte.

È indifeso, nulla potrebbe difenderlo dal dolore e dal senso di abbandono, sembra di avere un piccolo spillo appuntito dentro al cuore. All’inizio ci si convince che non fa tanto male, ma ogni secondo che passa lo spillo preme sempre più forte e si fa strada sempre più all’interno, spingendo piano piano, causando un’agonia lenta e dolorosa. Fa male, molto male, sapere che quella sofferenza non ha fine, che quello spillo è infinto, come una semiretta; si sa il punto di partenza, si vive in prima persona l’inizio della semiretta del dolore ma esso non finirà mai.

Il dolore di Alex è ben diverso; lei soffre di uno spillo piccolo, molto più piccolo rispetto a quello di Riccardo, c’è un inizio ed una fine. Ma solo perché non si sa la fine, il momento in cui si smette di rimanerci male, non significa che non arriverà. Ci vuole pazienza e bisogna darsi del tempo. Tempo per guarire, perché lo spillo quando ha finito se ne andrà via dal suo cuore e non importa se ci vorranno giorni, mesi o anni; la ferità si emarginerà, non sarà più il cuore di una volta ma la sua cicatrice darà prova di resistenza, di forza e di esperienza.

Invece il cuore di Riccardo, non guarirà mai, non finché Alex non si renderà conto che lei, ha il potere di togliere quella spilla dal cuore e di poter essere il dottore che potrà guarire Riccardo.

Mentre riposa sul divano del soggiorno lo sguardo della liceale ricade sulla foto sua e di Luca scattata una primavera di molto tempo fa, di quando erano ancora piccoli ed ingenui su tutto, amore compreso. Forse è vero, loro due saranno destinati ad essere solo amici, e forse un giorno riuscirà a togliersela da sola quella spilla, ma al momento non ha alcuna fretta di guarire. Vuole solo riassaggiare quei momenti passati insieme a giocare e a ridere insieme, a quando la cosa più importante era riuscire a far sorridere l’altro nei momenti di tristezza e a proteggersi a vicenda.

 

Un mese dopo la spilla di Alex si era tolta: se n’è andata per sempre, fa un po’ male la cicatrice perché avrebbe voluto evitarla, ma non poteva prevedere nulla del genere. È tornala la Alex di sempre, è tornata la ragazza che sorride davanti a tutti, quella forte ragazza che non aveva paura dei bulli da bambina e non ne ha di certo ora, che affronta le conseguenze per quelle che sono senza preoccuparsi troppo. È tornata ad essere la migliore amica di Luca, lo ha compreso finalmente ed è dalla sua parte.

Si sono visti un pomeriggio dopo scuola, lei lo ha guardato negli occhi e gli ha chiesto scusa. Lui le ha accettate e si sono abbracciati dopo tanto tempo di lontananza. Lì in quel parco che li ha visto crescere giorno dopo giorno, anno dopo anno fino ad arrivare alla tanto attesa maturità. Parlarono tanto quel giorno; lei gli raccontò di Riccardo, del loro primo bacio a casa di lui e degli altri baci nascosti, fino a quando lei non fermò quel piccolo grande amore che stava sbocciando. Lui ascoltò, non facendo a meno di sorridere quando si accorse che la sua migliore amica è cieca come una mosca.

Lei lo avvertì però: sapeva già in partenza di essere stata stupida con Riccardo, che avrebbe dovuto dargli una possibilità fin da subito, ma lei adora complicarsi la vita. Poi toccò a lui parlare; da quando si accorse di essersi innamorato di Marco, a quando le rivelò che anche tra i due ragazzi c’è stato un rapporto fisico, senza andare oltre ai baci.

Entrambi sanno che è arrivato il momenti di agire; lui deve dichiararsi a Marco, lei a Riccardo. Oltre alle loro paure, il problema più grande è toccato a Luca, ovvero il grande atteso coming-out a scuola. In ogni caso, Alex sarebbe stata al suo fianco ed è sollevata dal sapere che anche Luca non l’avrebbe lasciata sola.

 

Alex è davanti al portone del palazzo in cui abita la famiglia Peschi, aspettando che Riccardo la faccia entrare nell’appartamento per parlare anzi per chiarire, e magari si sarebbero messi insieme nelle migliori delle ipotesi. Non ha portato niente con sé se non la sua persona e la sua determinazione. Ci tiene un sacco a Riccardo e solo perché non è pronta a dirgli le due fatidiche parole, quelle più importanti, non vuol dire che non gli voglia bene.

Riccardo aprì la porta aspettandosi di vedere sua mamma tornare da lavoro. Guardando l’orologio al polso era ancora presto, segnava appena le cinque di pomeriggio ma magari ha avuto un permesso oppure aveva finito prima del previsto il suo carico di lavoro.

Quando apre il portone non sa cosa prova esattamente; rabbia, dolore – e la spilla dentro di lui sprofonda ancora un po’ –, delusione, ma anche gioia, felicità e amore. Sì, amore, perché per quanto quella spilla facesse male, non potrebbe mai smettere di amare Alex.

Lei, è bellissima come sempre, i suoi capelli biondi sono raccolti in uno chignon disordinato, la sua pelle lattea brilla alla luce del sole e i suoi occhi, così verdi e profondi, e pieni di sentimento lo avvolgono completamente. Non importa da quanto tempo non la vede, lei rimarrà per sempre lo spettacolo più bello di tutti.

Lui invece  continua a soffrire, lei vede come i suoi occhi sono spenti nonostante continuassero a guardarla, a leggere le sue emozioni e ad interpretarle. Nota il suo dimagrimento, le sue occhiaie, e quasi si sente in colpa a ritrovarsi davanti a lui in quello stato.

-Ciao –

- Ciao –

Alex mostra un sorriso timido, che nasconde molta insicurezza ed imbarazzo, lui invece sposta lo sguardo da lei e si rivolge alla strada, guardando qualche ciclista o qualche bambino che gioca al parco. Vorrebbe essere altrove, non sa se ha abbastanza energie per affrontare un altro rifiuto, ma ormai lei è qui e lui ha aperto la sua porta.

-Ecco, vorrei parlarti di una cosa. So che avrei dovuto avvisarti, ma è molto urgente. Posso.. Possiamo?-

Lui vuole dire di no. Vuole dirle che non vuole sentire un altro rifiuta da quelle labbra rosee, morbide e dolci. Vuole urlare la sua rabbia ed il suo rancore ma nonostante ciò sposta lo sguardo verso la ragazza. La guarda negli occhi, e Dio quanto le è mancata. Quanto vorrebbe abbracciarla e baciarla. Ancora una volta, si trattiene e lo spille punge, pizzica e fa male.

-Io non so se sia una buona idea. Vorrei restare in pace ancora per un po’. Magari un’altra volta.-

Ci prova a chiudere la porta di casa ma lei è risoluta e determinata, non è spezzata come lui, lei non ha più il suo spillo e così il suo piede impedisce alla porta di chiudersi ancora, prima che sia troppo tardi.

-Dobbiamo chiarire.-

La porta si apre, ancora una volta Riccardo si mangia le parole, le ingoia e risponde cauto ancora.

-No, non dobbiamo. Io sto bene, tu stai bene. Fine della questione.-

La porta però non si chiude, il piede rimane lì in mezzo e mai avrebbe detto che la sua presenza lo infastidisce. Così, la sua pazienza è finita.

-Cosa vuoi da me ancora? Non ti basta avermi fatto del male?-

- Io non volevo farti del male, lo sai. Voglio solo parlarti, e poi me ne andrò.-

- Oh certo, perché solo tu hai qualcosa da dire.-

- Bene, allora parliamone come due persone civili, poi faremo come vuoi tu.-

- Per dirmi cosa? Che non mi vuoi nel modo in cui io voglio te? Non ce n’è bisogno, grazie e arrivederci.-

- Non sai nemmeno cosa voglio dirti, ascoltami.-

-Ascoltarti?! No, basta! Io ne ho le palle piene di te. Io ti amo, ok? Ti amo da tanto, tanto tempo, e tu te ne sei fregata dei miei sentimenti, ti serviva qualcuno con cui spassartela e bene, ci sei riuscita, i miei complimenti. Ora vattene.-

- No.-  Le lacrime iniziano a scendere lungo le sue guance, sa di aver sbagliato con lui, ma non avrebbe mai creduto di averlo ferito così tanto. Se la lasciasse parlare, riuscirebbe a dire quanto anche lei vorrebbe una possibilità per loro, quanto vorrebbe provare a togliergli quel maledetto spillo dal cuore, e guarirlo e amarlo. Non può perderlo ancora, non per sempre.

- Come?-

- Mi hai sentito. Ti ho fatto stare male e mi dispiace, non avrei dovuto giocare con i tuoi sentimenti ma ero spaventata. Da te, da noi. –

La guarda negli occhi finalmente, e vederla piangere è un’alta fitta al cuore. Stupido spillo. Si avvicina a lei, passo dopo passo senza invadere il suo spazio, guardandola dall’alto sui gradini del palazzo in cui abita. È sconvolta ma molto determinata e non avrebbe vinto contro di lei. Finalmente anche lui si libera, e piange con lei. Si vergogna di ciò ma è troppo stanco per combattere ancora per una guerra persa in partenza.

-Io non voglio soffrire ancora, ti prego lasciami in pace e vattene.-

- Io voglio stare con te, stupido, voglio darci una possibilità, rimediare al mio errore. Sono qui per chiederti scusa-

Segue una piccola pausa, un sospiro ed un passo l’uno verso l’altro fino a quando non si ritrovano uno di fronte all’altro. La sua fronte si appoggia delicatamente a quella di Riccardo, è un tocco leggero come quello di una piuma ed è estremamente giusto e rassicurante. Piangono, quel mese di Aprile è triste per loro, e Aprile non si è mai ritrovato ad essere così straziante.

-Io non pretendo che tu mi perdoni qui e subito, ma volevo solo dirti che io per te, per noi, ci sono. Voglio dirti che io.. io.. io ci tengo molto a te. Guardami ti prego-

E detto così, si guardano ancora una volta negli occhi. Non si ricorda quando di preciso tolse lo sguardo dai suoi occhi, ma ora, staccando le loro fronti interrompendo quel dolce contatto, si sente catapultato in un’altra realtà, e quasi in risposta a ciò le sue mani cercano quelle della ragazza davanti a sé. Lei le strinse nelle sue, cercando di infondere sicurezza al ragazzo davanti a sé.

Lo spillo dentro di sé non si placa, tutto fa ancora troppo male e perciò si arrese. Ormai lui era suo.

-Fa male Alex, troppo –

-Prenditi del tempo, ma pensaci su ti prego. Io non sopporterei un tuo rifiuto-

- No, Alex. Non ti azzardare a fare la vittima con me –

- Non faccio la vittima, sto davvero male senza te-

- Vorrei poterti dire che ti credo-

- Non dire bugie –

- Detto da te è quasi ironico, sai?-

Una risata spontanea risuona tra le sue labbra e lei non è stata in grada d’impedirla. D’altro canto, lui sorride e la sua fossetta all’angolo della bocca torna sul suo viso dopo tanto tempo. Si guardano negli occhi senza dire niente, hanno parlato abbastanza e poi, succede. Non si sa bene chi ha iniziato,  ma le loro labbra si toccano e danno inizio ad un vero e proprio bacio. Le mani di lui la stringono per la vita, lei si aggrappa alle sue braccia e si alza in punta in piedi, cosa che lui trova assolutamente adorabile.

In quel momento non esiste più niente se non loro; tutto ha di nuovo un senso, non c’è tristezza o rabbia in quel bacio, tutto è estremamente dolce e calmo, non c’è alcuna gelosia, insicurezza o timore. Adesso che ci pensano, è il loro primo bacio che sa di sentimento, che sa di amore, di casa e di pace. E vorrebbero scambiarsene altri cento di baci così, ma forse sulla soglia del palazzo non è il posto più adatto per quel tipo d’intimità che si è creata tra di loro.

D’improvviso, lo spillo non fa più male. Non c’è nessuno spillo, il suo cuore smette di provocare tutto quel dolore e la semiretta diventa sempre più un segmento. Non vede ancora la sua fine, ma adesso è consapevole che la speranza che il dolore prima o poi finisca è reale. E Alex può guarirlo.

Si staccarono nel modo più gentile che entrambi conoscessero e quando si separano, sorridono tra di loro.

Non servono più parole, non serve più alcun ‘scusa’ o ‘grazie’, ma solo tanta dolcezza e amore.

-Promettimi che prima o poi mi perdonerai-

-Certo. Te lo prometto, a patto che tu stavolta non scapperai-

-Promesso-

 

 

 

   
 
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