Dimmi
šsšt›s›
<<
Dai, adesso tocca a te! >>
<<
No, non mi va. >>
<<
Avanti Hermione, è il tuo turno. Harry ha già
risposto, sul fatto di quel piccolo indicidente con
le mutande. Io ho detto la mia, lo sai che non avrei mai voluto dirvi di quello
che mi fecero fare Fred e George. Ma adesso tocca a te! Dimmi la Verità!>>
<<
Si, Ron ha ragione. Hai deciso di giocare, adesso devi
stare al gioco! >>
Hermione s’imbronciò, chiudendosi nelle spalle e
prendendo a torturarsi i capelli ricci e folti.
<< Ma io mi vergogno... >>
<<
Il gioco infatti ti fa dire cose di cui ti vergogni e
che hai sempre tenute segrete ai tuoi amici >> rispiegò Harry con un dito
alzato. Poi si aggiustò gli occhiali sul naso, sporgendosi verso l’amica. Anche
Ron, di fronte a lei, fece lo stesso.
L’atmosfera
della Sala Comune stava diventando pesante. Loro tre da soli, il fuoco acceso
che scoppiettava nel camino, la sera che incombente era scesa da tempo sul
castello di Hogwarts. Non che Hermione
si fosse aspettata diversamente! Aveva sbagliato ad accettare di giocare, ma
era da quando avevano cominciato il primo anno qualche mese prima che Harry e
Ronald sbuffavano in continuazione perché dicevano di vederla sempre con il
naso ficcato in un libro. E così quella sera aveva deciso di scendere dalla sua
poltrona preferita e si era accovacciata con loro sul tappeto rosso e oro di Grifondoro.
<<
Però se lo dico, o ridete oppure mi odierete a morte e mi farete qualche brutto
incantesimo >> brontolò, guardandoli di sottecchi.
<<
Macchè, Hermione! Siamo
pronti a tutto! E poi ci credi così cattivi? Noi ti vogliamo bene! >>
esclamò Ron, ma le facce dei suoi amici sembravano solo visibilmente
incuriosite.
Hermione Granger si
lisciò le pieghe della gonna e scostò i capelli dal viso. Poi assunse un’aria
risoluta e dischiuse le labbra.
<<
State attenti, perché lo dirò solo una volta e poi me ne dimentico per sempre
>> chiarì e i suoi amici annuirono bramosi.
La
piccola Grifondoro tirò un sospiro e cominciò.
<<
Allora, la cosa più imbarazzate che mi sia capitata è successa proprio qui ad Hogwarts, i primi giorni di scuola. Allora, premettendo che
non sapessi chi fosse, né a cosa andassi incontro...un
pomeriggio dopo le lezioni, stavo camminando per i corridoi fuori
<<
Bene. Allora, dicevo, vidi un ragazzo biondo che mi apparve bellissimo, occhi
grigi e lineamenti da principe. Insomma, l’avevo sempre sognato un ragazzo
così! La colpa è di mia cugina però! Lei mi ha detto che se ti piace un ragazzo
devi andare da lui e chiedergli un bacio. E... inutile dire che l’ho fatto.
L’ho fermato e lui si è voltato a guardarmi incuriosito. Poi
mi ha detto: “ Che c’è?” ed io: “ Mi puoi dare un bacio?”. Beh, vi dico
solo che la sua faccia divenne più pallida di quanto è normalmente. E voi
sapete com’è pallido Malfoy. Poi d’improvviso rosso...rosso, come capelli di Ron! E ha iniziato a boccheggiare
e poi ha fatto un passo verso di me e ha incominciato a dirmene di tutti i
colori, insultandomi davanti a tutti quelli che passavano di là. Mi sono
sentita morire. Così sono scappata via. Beh, questo è quanto >> disse in
un fiato, senza guardare i suoi amici.
Il silenzio
che calò su di loro fu davvero preoccupante. Hermione
non osava alzare lo sguardo da nessuna parte, pietrificata dalle sue stesse
parole. E pensare che erano passati pochi mesi
dall’accaduto.
<<
Questo è addirittura peggio di quella di Harry! >>
<<
Ehi, certo che è peggio >> si difese lui, guardando Ron in tralice.
Poi
entrambi portarono l’attenzione su Hermione.
<<
Ma davvero lo trovavi bello? >> fece d’un tratto Harry.
L’amica
alzò timidamente lo sguardo.
<<
Beh, che è bello credo non ci sia da... >>
<<
HERMIONE! >> la interruppe Ron, inorridito.
Lei
abbassò lo sguardo.
<<
Mamma mia che schifo... >>
<<
Vi avevo detto che non dovevo dirlo! >> esclamò d’un tratto, si alzò in
piedi serrando i pugni lungo il corpo e poi scappò via dalla Sala Comune, attraversando
a passo di marcia il buco del ritratto. Le voci di Harry e Ron la richiamarono,
ma lei non aveva voglia di tornare e vedere le loro facce sconvolte.
Una
volta fuori nella penombra del vuoto castello di Hogwarts,
si appoggiò al lungo muro di pietra, lasciando che il rossore le imporporasse la guance. Ripensò più volte a quel gesto insensato: adesso
che si era ravveduta e che sapeva chi erano i Malfoy
provava pena verso sé stessa. Sarebbe diventata lo zimbello di quel Serpeverde a vita?
D’un
tratto, giù alle scale, verso il primo piano del castello, vide una testa
bionda camminare lentamente. Poi il ragazzo si appoggiò ad un muro e sembrò
sospirare. Ma era anche parecchio arrabbiato.
Era Draco Malfoy, l’aveva poi
riconosciuto. Ma che ci faceva in giro a quell’ora, tutto arrabbiato? Sembrava
quasi lei in quel momento.
Successe
che poi Malfoy alzò lo sguardo verso sopra, trovando
una cascata di ricci indefiniti a fissarlo incuriosita. Hermione
voleva sprofondare.
<<
Che vuoi? Vuoi ancora chiedermi di baciarti? >>
Hermione arrossì fino alle punte dei capelli.
<<
Che diamine dici? >> s’infervorò.
<<
Dì un po’, >> riprese lui, << è un gioco babbano
Dimmi
Hermione si appoggiò meglio al passamano delle
scale, guardando di sotto.
Che Malfoy sapesse del gioco che stava facendo con Harry e Ron?
Come l’aveva saputo, poi? Aveva spie nella Torre di Grifondoro?
<<
Ma che...che dici? >>
<<
Dimmi
Hermione si ritrovò ad annuire.
<<
Lo sapevo. Ridicolo. Solo i babbani potevano
inventare un gioco tanto stupido >> si lamentò.
<<
Ehi, come ti permetti? >>
<<
Perché, ti piace come gioco? >> fece lui di rimando.
Hermione parve pensarci su.
<<
In realtà lo odio, ti fa dire cose che vorresti tener segrete per sempre
>> rispose.
<<
Non credevo che una babbana potesse mai essere
d’accordo con me. Complimenti >> ridacchiò.
Hermione gli fece la linguaccia.
<<
Perché, stavano obbligando a giocare anche a te? >> fece.
Ops. Forse si era sbilanciata. Ora ecco che sarebbero
piovuti valanghe di insulti su come lei doveva starsene al posto suo.
Ma
invece non accadde. Draco Malfoy
si limitò a guardarla dal piano di sotto, poi corrucciò il viso.
<<
Non so nemmeno perché alla fine gliel’ho detto >> borbottò.
<<
Se mi dici qual è la cosa che vuoi tenere nascosta, ti dico la mia >>
rise Hermione.
<<
Non voglio sapere la tua cosa, figlia di babbani
>> rispose distaccato e pungente.
<<
Beh, te la dico lo stesso. La cosa più imbarazzante è stata quando ti ho chiesto
di baciarmi. Me ne vergogno ancora adesso >> disse, con un mezzo sorriso
sulle labbra.
Malfoy sbiancò. Poi arrossì, come quella volta.
<<
Non tirar fuori eventi spiacevoli >> commentò.
<<
Già già, devo dimenticarmene per sempre >>
disse senza dar peso alle parole del ragazzo. << Comunque, ti ho detto la
mia quindi se non mi dici la tua sei un uomo di poco onore >> aggiunse.
<<
E perché mai? >>
<<
Perché abbiamo fatto un patto, prima. >>
<<
Macchè dici, io ho detto che non volevo saperla la
tua! >>
<<
Però hai ascoltato, potevi mettere le mani sulle orecchie >> lo corresse
lei.
Malfoy digrignò i denti e s’innervosì non poco.
<< Non
cercare di fregarmi! >>
<< Beh, se
ci tieni così poco al tuo onore... >>
<< Voi
grifoni tenete all’onore, non noi serpi >> ribatté tra i denti.
<< Okay,
allora mi stai dicendo che noi siamo meglio di voi. Che tu non hai spina
dorsale, che non sei un vero uomo, che non... >>
<< E’ la
stessa cosa, stupida! >>
<< Cosa?
>>
<< E’ la
stessa storia che hai raccontato tu, quella che mi ha imbarazzato di più. E ora
basta, me ne vado a dormire >> esclamò furente, poi girò i tacchi e se ne
andò di nuovo nei sotterranei.
Hermione rimase a
guardare la sua figura scomparire definitivamente, rapita dal buio.
Le parole di Draco Malfoy le risuonarono nella
testa per parecchio tempo quella notte e anche il giorno dopo. Imbarazzante?
Non odioso, lurido e fastidioso?
Mmm.
Imbarazzante era
quasi positivo.
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Ecco, allora non so cosa mi sia venuto.
Però l’ho scritta e se siete arrivati fin qui avete avuto il fegato di
leggerla. Spero vi sia piaciuta almeno un po’! Intanto, colgo l’occasione per
ringraziare tutti quelli che seguono le mie storie. Il prossimo capitolo di
Edera è quasi pronto, perciò non disperate! -_^
Baci, Erin.