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Autore: Francesca_H_Martin    07/09/2019    0 recensioni
"[..] —Schmidt è l’unico modo. Dovete per forza farmi bere e farmi di nuovo ubriacare, così, trovandomi nelle stesse condizioni di ieri, magari posso ricordare qualcosa su Jess. —
—Ok—disse Winston con rammarico. —Lo faccio solo per Jess. Lo sai che quando ti ubriachi diventi…ancora più cattivo del solito. Mi fai paura. —la sua espressione era un misto di emozioni contrastanti.
—E poi…diventi pazzo. Completamente pazzo e senza senno. —aggiunse Schmidt, guardandolo come se fosse l’ultima volta.
—E’ proprio per questo che mi legherete alla sedia. Senza se e senza ma. Per Jess. —
—PER JESS! — risposero in coro, ponendo le loro mani una sull’altra come incitamento prima di una gara."
* “Questa storia partecipa alla Fast Challenge dei Fandom Deserti: Occhi indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp”;*
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Day, Nick Miller, Sam Sweeney, Schmidt, Winston Bishop
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“SEVENTEEN AGAIN”


Nick e Jess erano ubriachi fradici accanto al jubox del bar.
Jess, come suo solito, cantava a squarciagola mentre Nick tentava qualche passo di un ballo argentino.
Era davvero buffo.
I movimenti del suo corpo lo facevano sembrare un viscido bruco morente, nonostante si stesse impegnando con tutte le forze per fare bella figura.
Jess sorrise guardandolo.
Nick riusciva sempre a metterla di buon umore.
Da quando si era trasferita, le era sempre stato accanto; addirittura anche quando aveva avuto la febbre alta: era diventato la sua tata. Si aggirava sempre con una tazza fumante in mano e nell’altra aveva tutte le medicine di questo mondo.
Nick, una delle persone più pigre dell’universo, in quelle occasioni si trasformava. Era premuroso, gentile e non si lamentava di essere sempre in movimento.
Addirittura aiutava Schmidt a pulire perché “la polvere può far peggiorare Jess”;
ogni volta che lo diceva, con quella spugnetta in mano, Jess si sentiva la donna più fortunata di tutte.
Come in quel momento.
—Niick sei ffaaantastico! —iniziò a canticchiare con il suo solito ritmo.
Nick si coprì le orecchie perché ogni volta che l’amica lo faceva, le ricordava un cane agonizzante.
Guardava le labbra di Jess che continuavano  muoversi; dati gli “spasmi” del suo corpo, stava sicuramente cantando ancora.
Nick sorrise.
Jess era talmente imbarazzante ma allo stesso tempo meravigliosa; si era sempre chiesto come in lei potessero coesistere cose così opposte, ma puntualmente si era dato la solita risposta: Jess non era come le altre, no.
Era speciale, una forza della natura. La donna migliore che conosceva.
Ritornò alla realtà, togliendosi le mani dalle orecchie.
Si avvicinò a Jess e ricominciò a ballare, cercando di imitarla.
Erano a dir poco vergognosi.
Solo quando la canzone finì, si posizionarono a terra in un angolo.
—Jeess sei stata fantastica! —mormorò Nick.
 —Anche tu, Miller, ci sapevi fare—il viso di Jess era l’incarnazione della perversione.
—Io sono ubriaca e qui ci sono solo vecchi bacucchi senza vitalità. Divertiamocii! —Jess fece per alzarsi, cercando di ritornare vicino al bancone del bar per bere il milionesimo drink.
A tale visione, Nick subito intervenne, prendendo l’amica sulle spalle.
—Eh no, signorina. Basta bere. Sei troppo ubriaca. —disse Nick, mentre Jess agitava le gambe per riuscire a scendere.
—Non vale Nick, non essere come mio padre. Penso che sareste perfetti come sposi.
“Eh no signorina!” sarebbe la vostra frase preferita, oltre a “le banche sono la rovina della società e non ci si può fidare di loro” —sentenziò Jess, facendo smorfie e muovendo le mani stile marionette.
—Le banche sono la rovina della società! —rispose Nick, secco. —E no, mi dispiace, non ti farò bere ancora. Anche se hai utilizzato la carta “padre”. Non mi sentirò in colpa nemmeno un po’. —disse Nick, pentendosi subito dopo aver visto lo sguardo da cucciolo indifeso di Jess.
Per lui era irresistibile.
Sembrava un cerbiatto ferito, bisognoso di aiuto.
I suoi occhioni blu come il mare esprimevano emozioni contrastanti, emozioni che gli attraversavano pelle e ossa per poi arrivare dritte al cuore.
Jess era il suo punto debole.
—Non puoi fare così sapendo che ci casco sempre, Jessica.
 Ho un’idea migliore. Ti porterò da una parte e sono sicuro che ti piacerà molto. —disse con un tono di voce dolce, decisamente diverso da quello che utilizzava di solito.
—Siiii! Adoro le sorprese! —rispose Jess, come una bambina di cinque anni.
E così uscirono insieme dalla porta del locale, con Jess sulle sue spalle stile scimmietta ammaestrata e Nick con viso fiero.
—Nick Miller sei uno stupido farabutto geniale—disse il ragazzo con espressione compiaciuta, cercando di darsi il cinque da solo ma fallendo miseramente.
Jess incominciò a ridere rumorosamente.
—La teoria che hai sul fatto che, parlando da solo, nessuno ti senta perché mentre lo fai ti trovi in un universo parallelo…è ridicola. —continuò a ridere.—Ora riesco a dirtelo perché sono ubriaca. —disse l’amica con voce altalenante.
—Stupida bamboccia—rispose Nick, fingendo che Jess non fosse lì.
—Ti sento Nick—
—Cattiva cerbiatta dagli occhi blu—
—Continuo a sentirti—
—Stu…—disse Nick a bassissima voce, continuando a camminare.
—Cosa? —disse Jess, quasi urlando.
—Ah Ah! Visto? I viaggi ultradimensionali esistono. —gli occhi del ragazzo brillavano nel buio.
Jess lo guardò e nonostante la voglia di smentire fosse immensa, non ci riuscì.
—Avevi ragione Nick. Sono stata stupida a non fidarmi. —gli sorrise, come se aver detto quelle cose l’avessero fatta sentire in pace con il mondo.
 
 
                                  
 
Dopo un quarto d’ora, Nick e Jess finalmente arrivarono nel luogo prefissato.
Il ragazzo fece scendere l’amica dalle sue spalle e delicatamente la bendò.
—Jess, ti bendo perché voglio vedere che faccia farai. —disse Nick con entusiasmo.
Fecero tre passi in avanti, dopodiché le tolse la benda.
Jess sgranò gli occhi.
Si trovava di fronte a un’infinità di giostre colorate, quelle che da sempre amava.
Si sentiva stranamente felice; non sapeva dire se fosse solo per l’effetto dell’alcol o per la meravigliosa sorpresa che Nick le aveva fatto.
Ormai la conosceva davvero bene.
Jess si girò a guardarlo.
La stava già fissando da chissà quanto tempo, con l’espressione di chi aveva vinto alla lotteria.
Un sorriso meraviglioso incorniciava il suo viso.
—Ormai mi conosci come le tue tasche, Nick Miller. —disse Jess, con la solita vocina dei cartoni animati.
—Non dire così. Sembra qualcosa alla “vieni dal tuo papino”…Brr è inquietante—rispose, con un’espressione a dir poco spaventata.
 In realtà, forse era qualcos’altro. Jess l’aveva capito.
—Come fai a vederci qualcosa di sessuale in quella frase? Ho detto semplicemente tasche—disse quest’ultima, ridendogli in faccia.
—Non lo ripetere. —
—Tasche—
—Ti prego Jess! —
—Il mio papino mi ha insegnato che devo sempre avere le tasche piene…e che devo controllarle di tanto in tanto—disse la ragazza con voce provocante.
—Oh mio dio, Jess! —disse Nick, correndo via imbarazzato.
Jess si gettò a terra per le risate.
Non riusciva a capire cosa stesse accadendo realmente.
Si trovava in una specie di bolla a causa dell’alcol, bolla che sarebbe esplosa di lì a poco.
Ne era sicura.
Si alzò utilizzando l’ultimo briciolo di forza e si stese su quella giostra che girava vorticosamente, fissando quel tappeto blu ornato da tanti puntini dorati.
Erano ovunque.
Risplendevano come il sorriso di Nick, quello che faceva ogni qual volta stesse mentendo o fosse imbarazzato.
Riusciva a vederlo in quella confusione.
Anchè lissù si stava prendendo gioco di lei e del fatto che reggesse così poco l’alcol.
Un fruscio la riportò alla realtà.
Era il Nick in carne ed ossa che aveva simulato il suono del vento per la vergogna di ciò che era successo poco prima.
Si stese accanto a lei, con occhi fissi nel cielo.
—Ti ricordi questo posto, signorina? —chiese, conoscendo già la risposta.
—In realtà…No. —
—Immaginavo. —disse Nick,  poi fece un sospiro. —Con questo che sto per dirti ti potrò sembrare uno stalker psicopatico, ma…—si ammutolì improvvisamente.
—Non ti ho visto per la prima volta fuori la porta del palazzo…La prima volta ti ho visto qui, Jessica Day. A diciassette anni. —
L’espressione di Jess era un misto di confusione e curiosità. All’improvviso, come se un lampo l’avesse colpita in pieno, ricordò.
—Oh mio Dio, tu sei…—un secondo di pausa per poi continuare all’unisono—Nick-the-freak —.
Jess rimase senza parole, mentre Nick la guardava preoccupato.
—Già…E’ uno stupido soprannome che mi hanno dato al liceo. —disse, alzando gli occhi al cielo.
Per una stupidaggine, poi! Solo perché definivo le prostitute “graziose donne dalle facili usanze”. —.
Jess trattenne una risata.
—Ora ricordo bene. Eravamo proprio qui, su questa giostra. Io ero con la scuola, in gita scolastica. Tu ti avvicinasti e…—disse Jess, con gli occhi che parlavano da soli.
—E ti dissi che eri buffa e che non avevo mai visto una ragazza così strana, si. —abbassò lo sguardo, imbarazzato.
—La verità è che…Ti notai sin da subito per la tua spontaneità e la tua allegria.
Era come se avessi, non so…illuminato me e tutti quelli che ti erano attorno. —la voce pian piano si abbassava di tonalità.
Jess lo guardò in un modo indescrivibile a parole.
—Parlammo per ore ed ore. Eri una femminuccia al tempo, non ti vergognavi di esprimere i tuoi sentimenti. —gli sorrise.
—Hai ragione. Parlammo tutta la giornata d’amore e dei nostri progetti futuri.
Ricordo che tu volevi sposare un astronauta e io, grazie al mio cinismo allora già presente, ti sconsigliai questo progetto perché troppo difficile e pieno di ostacoli. —disse Nick, poi risero insieme.
—Già…Ricordo che mi dicesti che chiunque fosse diventato mio ragazzo, sarebbe stata la persona più fortunata sulla faccia della Terra perché avrebbe avuto me. —Jess si interruppe, cercando di sforzarsi per ricordare il seguito.
—Mi dicesti che chiunque fosse stato l’amore della mia vita, mi avrebbe resa felice perché non avrebbe sopportato di vedere questi enormi occhioni blu tristi. —Si indicò gli occhi, mentre Nick sorrideva imbarazzato.
—E ora siamo coinquilini…Che strano scherzo del destino, vero? —disse Nick, quasi meravigliato.
—Già. Se non lo fossimo stati, non avrei ricordi neanche di questo. Come ho potuto dimenticarlo?—disse Jess con un tono di delusione nella voce.
—Sono passati tanti anni…E poi è una cosa da niente. —rispose Nick.
—Il solito Nick Miller! Invece è una cosa importante! Eccome se lo è. —era sul punto di una crisi isterica.
—Sei la tipica persona che tutti vorrebbero avere al proprio fianco, quella che tutti vorrebbero conoscere una volta nella vita. Sei la tipica persona che riesce a calmarti e a farti sentire speciale.
—Jess si fermò, guardandolo negli occhi.
—E’ strano come tu faccia sentire gli altri speciali, ma tu non ti senta affatto così. —ormai erano occhi dentro occhi.
—Nick Miller, tu sei speciale! Sei l’unica persona che ancora deve capirlo. —lo urlò con tutta la forza che aveva. Il silenzio di quel posto fece rimbombare le parole più volte nella testa dell’amico.
—E se ancora non ne sei convinto, posso urlarlo anche dalla statua della libertà. Posso fare di tutto, basta che tu inizi a crederci, perché è così! —gli occhi di Jess gridavano più delle parole.
Nick rimase senza fiato.
Sentiva un nodo in gola che non riusciva a scendere e un’improvvisa e irrefrenabile voglia di sfiorare quelle labbra morbide e di baciarle al chiaro di luna.
Prese coraggio e spostò la testa in avanti quando una voce conosciuta si presentò di punto in bianco alle loro spalle.
“Jess?Nick? Cosa ci fate qui?”
Era Sam che teneva la mano ad un bambino mentre mangiava il gelato.
 
 
 ANGOLO AUTRICE: Salve a tutti! Eccomi di nuovo con un nuovo capitolo della fanfiction Ness!
Volevo dirvi che penso sia uno dei più teneri che ho scritto, anche se l'ultimo è decisamente il mio preferito**
Sono troppo belli loro due, non posso farcela :')
Vi chiedo solo un favore: se la storia vi piace, se le scene vi piacciono e il mio modo di scrivere (o non), fatemelo sapere con un commento, per me è importante! Facciamo vedere che EFP non è morto del tutto!! 

Un grazie immenso a chi lo farà e a chi leggerà!
Buona lettura**
 
 
   
 
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