BANDIERA BIANCA
Bandiera bianca;
sui bastioni della mia fortezza
sventola impietosa.
I miei campi
ora sono cenere;
i fiumi sono in secca,
le mie città devastate dalla peste.
Ciò che resta del mio cuore
e del mio regno interiore
è rimasto sigillato dentro al mio
castello
di fragili pietre;
solo così è sopravvissuto.
Mi avresti preso anche quello, vero?
E sapevi che te l’avrei permesso.
Bandiera bianca che non sventola più,
non tira un filo di vento quaggiù
dove ormai è tutto morto,
bruciato e razziato.
Quando l’ultimo frammento di me
è uscito dal suo ultimo rifugio
ed ha osservato ciò che restava del
suo regno,
è rimasto sbigottito.
Qui si può solo morire,
morire male.
Mi hanno spiegato che dalla cenere
nasce nuova vita.
Aspetterò che questi campi distrutti
si ricoprano di nuovo di un fresco
manto verde,
e che le città si ripopolino;
e ciò accadrà,
è sempre così.
Nel frattempo,
bandiera bianca;
resa incondizionata al cospetto della
catastrofe,
raccolgo gli scheletri delle mie
speranze.
E fino a due settimane fa ti avrei
detto
amami, fa di me ciò che vuoi.
Adesso non ti parlo nemmeno più.
Non c’è più bisogno di parole,
nemmeno di salutarsi.
Ti ho perso per sempre.
Avevo creduto che la tua pugnalata
sarebbe stata la più dolce di sempre,
invece è stata da criminale.
Mi hai ferito così a fondo che oltre
al sangue
è fuoriuscita anche parte della mia
anima.
Leone, hai dilaniato me;
ora il mio vento non può più soffiare
su queste lande desolate,
poiché per giorni interi
nemmeno sapevo se esistevo più.
Mi hai annientato.
Bandiera bianca,
e non ne parliamo più.
Per adesso, che bandiera bianca sia,
nella mia resa incolore.
NOTA DELL’AUTORE
Le poesie proseguono, tutte unite da un filo conduttore
comune, come potete vedere. In effetti è come se vi stessi narrando una storia
tramite qualche misero verso.
Grazie per essere ancora qui a sostenermi.