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Autore: HikariMoon    08/09/2019    0 recensioni
Sono stati eroi per la Terra, per Gran RoRo e per il futuro. Ma che cosa sarebbero potuti essere in un'altra vita? Scoprite una versione dei personaggi di Battle Spirits come non l'avete mai vista prima.
Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pianeti, asteroidi e appuntamenti

“Non credo sia necessario sottolineare l’importanza di questa missione, Capitano Ray.”

Clarky si voltò verso l’ologramma proiettato, scambiando appena uno sguardo con Angers che si trovava dalla parte opposta del tavolo.

“Ammiraglio Kazan, posso assicurarle che io e il mio equipaggio siamo perfettamente consapevoli della situazione. Faremo il possibile per evitare che gli scontri tar le due colonie sfocino in una guerra civile.”

Il volto di Kazan si rabbuiò, rimanendo in silenzio con le mani incrociate dietro la schiena. L’ologramma bluastro oscillò brevemente. Poi si voltò di lato, concentrando la propria attenzione su qualcuno fuori dalla proiezione. L’uomo annuì e tornò a voltarsi verso Clarky.

“Abbiamo appena ricevuto conferma della presenza della Otherworld King nel quadrante. Invieremo astronavi di supporto, ma ci vorrà del tempo prima del loro arrivo.”

Clarky annuì lentamente, posò le mani sul tavolo e si inumidì le labbra.

“La sua organizzazione trarrebbe vantaggio da un simile colpo alla Federazione. E rischierebbe di diventare una scintilla che innescherebbe i malumori nei sistemi. La sua missione NON può fallire, Capitano.”

“Sì, signore!”

Clarky e Angers si portarono sull’attenti e un istante dopo l’ologramma svanì. La tensione, però, non lasciò né la sala riunioni né i volti dei due.

“Cercherà di impedirci di raggiungere il pianeta.”

Angers fu la prima a interrompere il silenzio, facendolo il giro del tavolo e affiancando Clarky.

“Quali sono i suoi ordini, Capitano?”

Clarky raddrizzò la schiena e si sistemò l’uniforme. Poi, si voltò verso la donna sorridendo con sicurezza.

“Raggiungiamo il ponte di comando.”

La Magnifica Sophia non era un’astronave da battaglia. Era un veicolo nato con lo scopo di fare da tramite tra la Federazione e i pianeti nei vari sistemi, fiore all’occhiello dei rapporti diplomatici.

In uno scontro a fuoco diretto, soprattutto con un’astronave delle dimensioni della Otherworld King, era in netto svantaggio. Erano riusciti a sfuggire al primo agguato solo grazie a un salto nell’iperspazio. Non senza subire danni, però.

Clarky espirò lentamente, gli occhi fissi sullo spazio siderale che sfrecciava nella vetrata anteriore.

“Stima dei danni all’iperguida?”

L’ufficiale Hyoudo fece ruotare la sedia per incrociare il suo sguardo. “Il sistema è funzionante, fortunatamente, ma diversi sistemi secondari sono andati in sovraccarico.”

“Tra quanto sarà possibile fare un salto?”

Kenzo si sistemò gli occhiali, tornò a voltarsi verso il computer, e fece scorrere velocemente lo sguardo sulla sequenza di dati.

“Per un po’ dovremo limitarci ai motori sub-luce. Senza il sistema di raffreddamento, fare ora un secondo salto rischierebbe di far completamente saltare in aria la Sophia.”

Clarky si posò contro lo schienale, tamburellando le dita sul bracciolo del sedile.

“Possibilità di aggiustarlo?”

“Non senza spegnere prima il computer centrale o forzare un riavvio, Capitano, ma ci lascerebbe per ore con i soli sistemi d’emergenza.”

L’allarme zittì tutte le voci del ponte e ogni membro dell’equipaggio corse alla propria postazione.

“Tenente Loché qual è la loro posizione?”

La donna non staccò gli occhi dal radar. “Presto saremo nel raggio delle loro armi.”

Clarky si raddrizzò sul sedile. “Prepararsi alla battaglia. Scudi e armi pronti. Non voglio uno scontro diretto, ma dobbiamo raggiungere quel pianeta.”

Un coro di signorì fu l’unica risposta. Non una parola fu pronunciata nei minuti successivi, tutti fin troppo consapevoli di non poter sfuggire alla più grande e potente astronave.

“Capitano.”

Clarky tornò a voltarsi verso Angers, questa volta voltata verso di lui, la fronte leggermente aggrottata e una mano ancora posata sulla tastiera del computer.

“Potrei avere un’idea.”

Annuì e la donna si girò verso il computer, proiettando la mappa del quadrante davanti a lui.

“In questo momento stiamo per raggiungere gli estremi del sistema. Attorno ad esso, c’è un fitto anello di asteroidi. La Sophia ha una mobilità maggiore.”

“Idea geniale, Loché!” Clarky le rivolse un sorriso smagliante. “Se sopravviviamo, permettimi di offrirti una cena.”

Tutto l’equipaggio sbuffò esasperato.

“Per favore, accontentalo non se ne può più di sentirlo,” borbottò Kenzo alzando gli occhi al cielo.

“Se sopravviviamo, potrei pensarci,” replicò Angers nascondendo un sorriso.

Clarky alzò le spalle e, tornato serio, si voltò verso i piloti.

“Rotta verso la fascia di asteroidi. Vediamo di seminarli.”

La Otherworld King li raggiunse prima di poter mettere in atto il loro piano. I suoi cannoni al plasma riversarono sui già provati scudi della Sophia una pioggia di colpi che aveva il solo scopo di distruggerla.

“Scudi al 65%!”

“Siamo entrati nella fascia di asteroidi!”

Clarky strinse i denti, sforzandosi di mantenere il sangue freddo e continuando a impartire un ordine dietro l’altro. Con ogni spia che si accendeva, ogni sistema che raggiungeva l’area critica diventava più difficile.

La Sophia cominciò a sfrecciare tra gli asteroidi, ma erano ancora lontani dalla regione più fitta.

“Pensa, Clarky, pensa.”

Continuava a ripeterselo sottovoce nella speranza che potesse accendere una qualche miracolosa idea. Doveva riuscire a trovare un modo per guadagnare un po’ di tempo.

“Attivate il canale di comunicazione con l’Otherworld King.”

L’ufficiale addetto alle comunicazione trasalì, esitò, lo guardò per conferma e solo allora, dopo l’ennesima esplosione che fece squassare l’astronave, eseguì l’ordine.

“Comunicazioni attivate.”

“Scudi al 42%!”

“Qui è il Capitano Clarky Ray, della Magnifica Sophia. Parlo con il comandante della Otherworld King?”

Ci furono alcuni secondi di silenzio statico, intervallati dal suono di esplosioni, urti con piccoli asteroide di cui intercettavano l’orbita e allarmi che si attivavano dai sistemi più disparati.

“Pronto ad arrendervi, Capitano?”

La voce profonda, minacciosa, sembrava godere della posizione di potere che aveva nei loro confronti. Tutti a bordo della Magnifica Sophia conoscevano la fama di quell’uomo dall’identità sconosciuta che si era posto a capo di un’organizzazione che manipolava e sfruttava le più piccole debolezze dei sistemi.

Clarky sorrise.

“Se devo essere sincero, volevo chiedervi di interrompere l’attacco. Sono alquanto affezionato all’astronave. Mi dispiacerebbe vederla distrutta.”

“Sono un uomo ragionevole, Capitano Ray. Consegnateci il materiale nella vostra stiva e permetteteci di scortarvi lontano dal sistema in cui vi state dirigendo, e vi do la mia parola che voi e la vostra astronave non verrete ridotti a un rottame fumante.”

Angers gli fece cenno di proseguire.

Clarky si piegò in avanti, posando i gomiti sulle ginocchia.

“Offerta allettante ma, vedete, ho degli ordini. Se mi volesse offrire un segno delle vostre buone intenzioni, potrei riflettere meglio.”

Dalla Otherworld King rispose solo il silenzio statico. Ma, pochi istanti dopo, le esplosioni sugli scudi deflettori si interruppero.

La regione centrale della fascia di asteroidi era a un soffio da loro. Clarky si voltò verso Kenzo.

“Un salto nell’iperspazio è possibile. Sarò rischioso, ma fattibile. Ma non possiamo essere colpiti.”

“Sto aspettando.”

“Comandante, le sono grato. Siete veramente un uomo di parola. Quali sono i vostri termini, dunque?”

“Arrendetevi, consegnateci il contenuto della vostra stiva e allontanatevi dal sistema. Accettate entro un minuto o preparatevi a venire annientati.”

Clarky incrociò lo sguardo di Angers. Lei annuì. Nella vetrata frontale gli asteroidi si fecero sempre più numerosi.

“Siete generoso, Comandante. Ma, come vi dicevo, ho degli ordini.” Si voltò verso il pilota. “Seminiamoli!”

I cannoni al plasma della Otherworld King ripresero a colpire ma, grazie allo scudo degli asteroidi, sempre meno colpi riuscivano a centrare l’agile e veloce Sophia.

“Motori a tutta forza. Appena siamo fuori dalla portata di tiro dei loro cannoni, voglio che venga eseguito il salto nell’iperspazio più veloce della vostra vita!”

“Sì, signore!”

Clarky strinse le mani sui braccioli, faticando a non venire sballottato dalle brusche manovre manovre dell’astronave. Sapeva che rischiavano, sapeva che i sistemi non avrebbero potuto reggere a lungo.

“L’Otherworld King è rimasta indietro!”

Un hurrah spontaneo salì sulle labbra di tutto l’equipaggio. Clarky dovette quasi urlare per farsi sentire.

“Salto nell’iperspazio! ORA!”

Kenzo attivò uno dopo l’altro i comandi. “Salto nell’iperspazio in tre, due, uno!”

Asteroidi, stelle e nero dello spazio si confusero in un lunghe strisce luminose.

Clarky si lasciò andare contro lo schienale. “Situazioni dei sistemi?”

“Lo scudo è quasi al 10%. Molti sistemi secondari hanno ricevuto un bello stress. Ma dovremmo essere in grado di raggiungere la meta.”

Quella volta Clarky si unì al coro di hurrah. Per poi voltarsi verso Angers.

“Questa volta, devi assolutamente venire a cena con me!”

Tutto l’equipaggio alzò gli occhi al cielo.

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SPAZIO AUTRICE:

Secondo giorno, secondo prompt. Comincio a rimpiangere di non aver fatto come l’altro anno. Perché non mi sono accontentata di scrivere delle drabble? Spero di reggere il ritmo fino alla fine di questa settimana.

Anche oggi, ovviamente, non ho avuto tempo di rileggere. Spero davvero tanto di non aver fatto errori mostruosi. Nel caso, perdonatemi, ma la tabella di marcia è alquanto pressante.

Dopo un inizio difficoltoso, anche oggi mi sono divertita un mondo a scrivere di Clarky e compagnia in questa versione spaziale. Il collegamento questa volta è meno difficile, Clarky era già un capitano in Brave, ma qui diciamo è passato alla fase successiva.

Che lo show degli AU continui!

Grazie a quelli che leggeranno e/o recensiranno.

A domani, HikariMoon

  
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