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Autore: BubbyDae    09/09/2019    1 recensioni
Prese l'ascensore e salì, salì... Il rudere di metallo si bloccò tra il quarto ed il quinto piano. Dopo qualche rumore non proprio rassicurante, iniziò a precipitare...
Urlò.
Raprì gli occhi ed era di fronte al suo appartamento.
Notò qualcuno alle sue spalle che la sorreggeva; e poco prima di vedere parte di quel corpo volatilizzarsi, si aggrappò con forza al suo braccio.
Sul pianerottolo del quinto piano di fronte all'appartamento 43 rimaneva solo una busta della spesa.
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ricomparve in una stanza di fronte a dei ragazzi.
 

Una stanza, a prima vista, molto accogliente. Le poche foto ed i pochi suppellettili davano l'idea che i ragazzi avessero appena traslocato insieme e non avessero ricordi da mostrare, nonostante ciò il mobilio sembrava fosse vissuto. L'atmosfera in quel momento era proprio quella di una casa in cui vivevano amici di vecchia data; o almeno finché non piombasse una sconosciuta in mezzo al salotto.
Il chiacchiericcio si interruppe.

 

«JONGIN!», urlò uno di loro; il quale non appena notò l'intrusa aggiunse, «YAH! CHI SEI TU?»
«PERCHÉ' TI SEI ATTACCATA AL MIO BRACCIO?», sbraitò la persona a cui era aggrappata.
«E TU PERCHÉ' MI STALKERI?!»
«IO TI STAL-», si grattò la testa imbarazzato e zittì.
«Dove mi trovo? P-Prima... Prima ero sull'ascensore, poi sul pianerottolo, adesso qui. Stavo per morire?! Sono morta?! Voi chi siete!?», disse spaventata la ragazza tremando come una foglia.
«Ti assicuriamo che sei viva», le sorrise un ragazzo basso con tono calmo.

 

La ragazza non smetteva di tremare, la fecero sedere e le porsero un po' di tisana calda.

 

«Jongin, chi è lei?», chiese il ragazzo con una spilla sottile in metallo che riportava la scritta 'leader'.
«Una ragazza che ho salvato stamattina...», si schiarì la voce, «SI È AGGRAPPATA LEI AL MIO BRACCIO! E comunque questa volta l'ho fatto perché ho notato qualcosa! Aveva bisogno di me!»
«Jongin, dici sempre così e poi ci tocca togliere la memoria alle persone», replicò amareggiato uno dei ragazzi più alti con delle belle spalle larghe.
«Hey! Sono presente. Voi non mi cancellerete la memoria!».
«Jongin, spiegami cos'è successo», intervenne il leader.
«Stavo camminando tranquillamente per la mia solita perlustrazione e mi sono imbattuto in questa ragazza. Stava uscendo dal dormitorio universitario e... ho come sentito una sensazione strana. Ve lo assicuro ha senso!», cercando l'assenso negli sguardi dei suoi compagni, «L'ho seguita fino al parco ed i ciclisti, che si trovavano a parecchi metri da lei, le sono magicamente comparsi di fianco facendola quasi cadere dalla ringhiera che dà sullo strapiombo e… l'ho presa all'ultimo secondo. L'ho seguita poi al supermercato e per poco non veniva investita da una macchina che fino a qualche secondo prima non c'era! A quel punto l'ho persa di vista, ma ha perso per terra una lettera. Una delle lettere nere che ultimamente vediamo! Mi sono perciò teletrasportato a casa sua e l'ascensore su cui era salita ha iniziato a precipitare. L'ho riportata sul pianerottolo di fronte al suo appartamento. ...Solo che lei mi si è aggrappata al braccio a quanto pare. Giuro! Ha tutto senso!»
«LA MIA SPESA!», urlò la ragazza dopo essersi ricordata di aver lasciato la borsa di fronte al suo appartamento, «Ma scusa... come facevi a sapere dov'era il mio appartamento? Aspetta… TELETRASPORTATO?!», chiese lei urlando e alzandosi di scatto. I ragazzi la fecero sedere di nuovo e le versarono un altro po' di tisana rilassante.
«Eh...»
«Jongin, parla!», disse il ragazzo con occhi da gatto.
«E' un po' che la seguo. La lettera l'ha ricevuta due giorni fa e gli era caduta mentre perlustravo il campus. Non gliel'ho mai ridata, non volevo stesse male», ammise il ragazzo bronzeo.
«Stessi male? Perché?»
«Perché tutti quelli che ne vengono in possesso poi spariscono. Non volevo che una ragazza come te sparisse», si rese conto delle sue parole solo quando tutti lo stavano guardando con gli occhi sgranati ed indagatori, «C-cioè... capitemi! L'ho vista che aiutava un sacco di persone al campus! E' una volontaria dell’università: aiuta durante i turni di ‘Studio assistito’ ed è nel comitato di orientamento matricole! Non può sparire una persona così utile! E' ovvio!», disse gesticolando.
«Jongin! Da quanto la segui?!», chiese il leader.
«Una settimana e mezza...», confessò infine lui con sguardo afflitto, «Ragazzi, appena l'ho vista ho sentito qualcosa… come se avessi bisogno di lei. Allora l'ho seguita, ma solo per curiosità. Dopo poco, però, hanno iniziato a capitarle cose anomale ed è una settimana che riceve ogni giorno queste lettere!»

 

In effetti è una settimana che mi capitano cose strane: dalla tazzina del caffè che mi è esplosa letteralmente in mano, ai ciclisti…
Ed il TELETRASPORTO?! Con tutti questi avvenimenti non mi sorprende più di tanto. Ora ci manca l'elefante che vola!

 

«Jongin, non potevi dirmelo prima?».
«Sì, ma Junmyeon ogni volta ve la prendete. Dovevo essere sicuro!».
«Scusate, io non sto capendo. Non so nemmeno chi siete. Ho rischiato di finire in ospedale ben tre volte oggi, ho lezione e devo anche recuperare la spesa!».
«Scusaci, hai ragione. Io sono Suho e sono il leader di questo piccola orda di vandali, molto piacere», si inchinò e iniziò a presentare gli altri, «Lui è Sehun, Baek, Lay, Chen, Xiumin, Yeol, Do ed il tuo stalker Kai».
Ognuno di loro si inchinò ed altrettanto fece 'lo stalker' tra gli sbuffi.
«Piacere, io sono Yun-Shin. Ok, ora, cosa sta succedendo?! E cosa sono queste lettere nere?! E mi volete spiegare la storia del teletrasporto?!»
«Sei di origine coreana, vero?», cambiando discorso.
«Sì, perché?».
«No, così... Sono affascinato dalla cultura orientale. Ogni nome ha un significato, vero?».
«'Yun' significa melodia e 'Shin' colei che crede. Ma cosa c'entra ora?!».


 

Ma… hanno quasi tutti nomi che ricordano l'oriente e hanno tutti gli occhi a mandorla. Ma mi prende in giro?!

 

«Hai proprio un bel nome!», Suho aveva uno strano presentimento.

 
   
 
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