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Autore: Sarah_lilith    10/09/2019    1 recensioni
Meng Yao sa che se si guarda bene, si possono notare molte cose di una persona. Dettagli critici che ne delineano il carattere, sottigliezze comportamentali che non sembrano avere un collegamento, ma che un’osservatore attento può comprendere.
Fortunatamente per lui, oltre ad avere un’ottima memoria, Jin GuangYao ha anche un’eccellente spirito di osservazione.
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Perché a volte, nei giorni buoni, quando il cielo splende e nell’aria si respira il profumo di camelia e rugiada, il tempo si ferma, per Jin GuangYao. Non ci sono più complotti, guerre o lotte di potere.
Solo lui.
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[XiYao]
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lan XiChen/Lan Huan, Meng Yao/Jin GuangYao, Nie MingJue
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento.
Un giorno qualunque li ricorderai.
Amore che fuggi, da me tornerai
(…)
Io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai.
Amore che vieni, amore che vai

(Amore che vieni, amore che vai - Fabrizio De Andrè)

 

 

Meng Yao sa che se si guarda bene, si possono notare molte cose di una persona. Dettagli critici che ne delineano il carattere, sottigliezze comportamentali che non sembrano avere un collegamento, ma che un’osservatore attento può comprendere.

Fortunatamente per lui, oltre ad avere un’ottima memoria, Jin GuangYao ha anche un’eccellente spirito di osservazione.

Sa che Lan XiChen muove leggermente le mani, quando parla di cose importanti, quasi seguisse il filo del discorso tessendolo tra le dita sottili. Quando deve fare una precisazione, poi, contrae l’indice con uno spasmo indolente, quasi impercettibile, forse per trattenere una sentenza più pungente. 

Sa che scuote la testa quando è perplesso, incredulo davanti a un fatto che non sa spiegarsi. Non distoglie lo sguardo da chi sta parlando, ma il suo collo si muove leggermente e i capelli gli oscillano morbidamente a destra e a sinistra come se tutto il suo corpo volesse negare quello che sentono le sue orecchie.

Sa che ha la particolare abitudine di pettinarsi la ciocca sinistra, solo quella, quando è nervoso, scorrendo con le mani dall’attaccatura, vicino al nastro candido, fino alle punte che gli sfiorano i fianchi. Forse un vizio ereditato dallo zio.

Sa che ride raramente, ma quando lo fa si copre la bocca con le maniche dell’abito per evitare di mostrare a tutti il suo divertimento, lasciando scoperti solo gli occhi, luminosi e vivaci, che si socchiudono e diventano leggermente lucidi.

Sa che odia la neve, anche se non lo ammetterebbe mai, perché il mattino che sua madre è venuta a mancare nevicava, e i giorni di lutto li aveva passati sotto quella coltre bianca, immobile e freddo come il ghiaccio che lo circondava.

Sa altre mille cose di Lan XiChen, buone e cattive, belle e brutte, un’infinità di particolari insignificanti che possono appartenere solo a lui. Solamente a lui.

Meng Yao quei dettagli li divora, se ne nutre ogni giorno. Osservando l’amico nell’oscurità, nella speranza di non essere notato, ma allo stesso tempo prega di essere visto, trascinato fuori e rivelato. 

La malattia che lo consuma l’ha corroso dentro, come acqua che, goccia dopo goccia, sgretola la roccia più dura. Smania per un’altro sguardo, per una carezza, per un’abbraccio più lungo del solito.

Ingordo di amore, affamato di affetto, diceva una vecchia canzone popolare. Come si ferma il bisogno di qualcuno?

Si precipita da lui per ogni occasione, con la scusa di porgere omaggi o di aggiornare sulle Torri di Avvistamento. Ruba il tempo che gli basta per imprimersi il suo odore sulla pelle, poi fugge per paura di rivelare troppo, anche se il suo viso non l’ha mai tradito, fino ad ora.

La loro è sempre stata una relazione delicata come un castello di carte, e quindi destinata a crollare al minimo soffio di vento. La folata decisiva, nel loro caso, è stata Nie MingJue.

Jin GuangYao ha osservato, e osservato, e osservato ancora. In modo maniacale, si potrebbe dire, ma ha avuto successo. Alla fine, ha visto e compreso.

Il modo in cui MingJue guarda XiChen è lo stesso che lui si rivede nelle iridi allo specchio ogni giorno. Un uomo disperato, sofferente, ma felice delle poche attenzioni che riceve.

Come un cane maltrattato può osservare una mano che gli lancia un’avanzo rancido, comunque migliore di qualunque altra cosa mai ricevuta.

Come un lupo solitario che ulula alla luna, sapendo di anelare a qualcosa di irraggiungibile. 

Come una stella che brilla vicino alla luna, sperando di farsi notare per poter condividere la notte con lei.

Huan non se ne accorge, in ogni caso. Sorride e sprigiona una luce calda e rassicurante, fidandosi delle persone e amando con tutto il cuore, senza mai cedere all’avidità o alla cattiveria. Una pietra rara che molti invidiano.

La Giada del Clan Lan. Un nome appropriato, per un gioiello così prezioso.

Guardandolo, a Jin GuangYao viene sempre più spesso in mente un’indovinello che gli avevano posto da bambino, per testare la sua arguzia. Lo aveva trovato stupido e sinceramente non gli era mai parso molto rilevante, ma da qualche tempo gli viene alla mente nelle occasioni più disparate.

Poi sentirmi sempre ma mai vedermi o comandarmi, chi sono? 

Cosa sono?

Non se l’è presa. Non con Lan Huan, comunque. Come avrebbe potuto?

Non è colpa sua se MingJue lo desidera, e questo Meng Yao lo sa. Per questo lo ucciderà presto, ma non come ha fatto col padre. Non sarà crudele, perché lo capisce, infondo.

Perché si è innamorato di lui

Lui che è così perfetto senza sapere di esserlo, la persona giusta in un mondo sbagliato, corrotto e perfido che consuma le anime dei suoi stessi figli, riducendoli a strisciare, umiliati e perduti. Ma non XiChen, non lui.

Perché a volte, nei giorni buoni, quando il cielo splende e nell’aria si respira il profumo di camelia e rugiada, il tempo si ferma, per Jin GuangYao. Non ci sono più complotti, guerre o lotte di potere. 

Solo lui.

Si siede, beve il suo tè bianco e sorride pacatamente. Piega la testa di lato, poi prende un profondo respiro socchiudendo le palpebre. Meng Yao trattiene il fiato in attesa, fremendo di desiderio e fissandogli le labbra che stanno per aprirsi.

-A cosa stai pensando, A-Yao?- sussurra Huan. La sua voce attraverso l’oscurità, placa la sete di affetto che l’ha accompagnato per una vita intera.

Poi sentirmi sempre ma mai vedermi o comandarmi… sono il cuore, piccolo bimbo ingenuo.

E mi sono appena spezzato.

 

 

ANGOLINO D’AUTRICE
Quindi direi che tutti sono innamorati di Lan XiChen, è confermato. Questa è una fan fiction strana, che sinceramente non mi piace: non è venuta come volevo… ma non riesco a modificare una parola, quindi ecco qui.
La dedico decisamente ad A_r_a_s_h_i, che mi sopporta fin troppo bene, in molte e più occasioni. So che li shippi, quindi ecco qui. ^_^

Baci a tutti, Sarah_lilith

   
 
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