La Compagnia del Tanjari
Quando
raggiunse la cima delle Colline Sussurranti, la menestrella
s’accorse
che il sentiero era sparito. Sembrava essere a tutti gli effetti
stato sommerso dai germogli che ammantavano il pendio; le spighe
ancora acerbe si inclinavano appena alla brezza leggera e rilucevano sotto il sole del mattino, tanto
da non invidiare nulla alle onde sulle coste poco distanti. La
menestrella si portò una mano sulla fronte, tesa, come a
cercare un
punto ove quella distesa smeraldina lasciasse spazio alla parvenza di
un villaggio – doveva pur rifocillarsi dopo quel suo lungo
viaggio,
magari avrebbe anche trovato qualcuno per cui strimpellare la sua
ribeca.
Ma
il suo sguardo non incontrò che infiniti campi verdi, dunque
si mise
a correre; la menestrella chiuse gli occhi e decise che si sarebbe
lasciata guidare dal vento. A ogni balzo sentiva le corde alle sue
spalle tendersi e produrre sussurri che avrebbero accompagnato i suoi
passi ondeggianti fino a fondovalle, mentre le mani sfioravano le
sommità pungenti di quelle piantine ancora così
fragili.
Piroettò
su se stessa un paio di volte prima di recuperare la ribeca e
iniziare a pizzicarla seguendo un ritmo che solo lei poteva udire,
senza smettere di danzare sulle note del vento. Con un salto
oltrepassò un piccolo canale di scolo, e lasciò
che una manciata di
note vibrasse nell’aria come rugiada. Un fiore
sbocciò ai suoi
piedi e la menestrella vi girò intorno con attenzione.
«Sei
proprio bello, piccolino. Ci vediamo la prossima primavera!»
lo
salutò prima di voltarsi e riprendere il suo cammino,
risvegliando a
ogni balzo degli stivaletti rotti minuscoli mazzolini di corolle
variopinte.
→ Angolo
dei Papaveri.
Non
so cosa mi sia saltato in mente di fare oggi, io che a fatica porto a
termine una raccolta improvvisata, ma questa – questa non
vedo
l’ora di vedere dove mi condurrà. Oh,
sì.
Unitevi
a me e alla menestrella (che so essere originariamente solo maschile, ma hey, chiamiamola licenza poetica) in questo viaggio alla scoperta delle Valli dell’Est e
delle
sue magie, del Mito, e molto altro che inventerò strada
facendo;
perché non sarei io senza il mio amato brivido
dell’improvvisazione.
A presto, dunque!
❀ daniverse