Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Nymeria87    13/09/2019    2 recensioni
la mia prima Jonsa con tutto il cuore...
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[dal testo] scese da cavallo continuando a cercare tra la piccola folla che si stava radunando attorno a loro…
ancora niente…ma dove poteva essere, a chi poteva chiedere…
cautamente, senza smettere di studiare ogni singola persona, si girò ancora una volta, 
e li, sul parapetto che si stagliava di fronte a lei, infine lo vide!
[...]erano loro due, il centro del mondo erano loro due,
ad ogni passo Jon realizzava davvero chi aveva di fronte,
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riparto dalla 6x4 per ricostruire il loro percorso insieme, interpretando il non detto che traspare incontrollabile dall'alchimia del loro rapporto.
primissima fanfic, spero piaccia!
La ff si conclude con Winds of Winter, seguiranno altre 2 ff che andranno a percorrere gli eventi della settima e dell'ottava stagione.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Cari lettori,
voglio fare una precisazione e una premessa a questo capitolo: trovo molto difficile scrivere di combattimenti e disposizioni militari, mi sto applicando per poter spiegare al meglio gli accadimenti (chi ha visto la serie logicamente sarà aggevolato) di questa meravigliosa Battaglia dei Bastardi che sarà divisa in più parti.
Vi chiedo un po' di clemenza :)
Buona lettura.


6x9.3 Battle of the Bastards (parte 1)
 
Le ombre del crepuscolo recarono nella tenda di Melisandre una supplica cupa e ferma, di diversa natura rispetto a quella che avrebbe pronunciato lei verso il suo stesso interlocutore di quell’esatto momento; prima del sorgere del sole, i venti del Nord avevano fatto ritrovare a Ser Davos, intento a camminare per i dintorni, un cervo di legno intarsiato difficile da dimenticare e se c’era ancora cenere tutto attorno quel luogo, poteva essere solo per un motivo.
 
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Il silenzio dominava la vallata.
Le forze fedeli a casa Stark erano schierate in attesa, gli stendardi sventolavano al vento muto del mattino.
Nessun movimento, nessun rumore eccetto un isolato procedere di zoccoli: Jon attraversò le truppe sul suo cavallo a passo lento, lo sguardo vigile su quei suoi uomini disposti in formazione: Bruti, Mormont, Hornwood, Mazin, gente del Nord; giunse piano in prima linea, a testa dell’ordinamento, gli occhi fissi su quello nemico e sul campo che li separava, dove rilucevano intimidatori diversi corpi di uomini scuoiati, crocifissi a testa in giù e dati alle fiamme.
Le schiere di Ramsay Bolton si stagliavano per tutta l’altura della valle e nell’immobilità generale, un avanzare discordante calamitò lo sguardo di Jon.
L’incedere lento e infimo di Ramsay era uno sgraziato passo a due poichè al suo seguito trascinava, legato ad una corda, Rickon Stark, erede legittimo di Grande Inverno. Ramsay arrestò la sua cavalcata all’altezza della prima linea per scendere dal suo destriero e continuare il suo percorso rendendo ben visibile alle schiere opposte, ogni suo movimento nei confronti del giovane Stark
 
Meschino, volgare, abietto.
 
Un sorriso arrogante e compiaciuto andava a deformare quel viso beffardo mentre gongolava del pieno potere che aveva sulla vita del ragazzo.
 
Lui gioca con le persone
Lontane risuonavano le parole di Sansa nella mente di Jon, mentre la luce riflessa di una daga alzata alle spalle di suo fratello collimava tutta la sua attenzione bloccandogli il respiro.
Non oserai...
Un impeto di rabbia crescente costrinse Jon a balzar giù da cavallo e avvicinarsi ad ampie falcate alla scena che si rivelava ai suoi occhi fino a che il terrore non lo bloccò.
 
Quello che avvenne dopo fu totalmente inaspettato per Jon: Ramsay aveva tagliato le corde che legavano i polsi di Rickon e ora gli stava parlando indicando nella sua direzione.
Cosa diavolo sta succedendo?
L’aria era carica di tensione tra le fila delle forze Stark, nessuno si capacitava di cosa stesse accadendo, l’attesa stava distruggendo tutte le sicurezze di Jon.
 
“Ti piacciono i giochi, ragazzo?” chiese d’un tratto Ramsay al giovane Stark, mentre lui alzava lo sguardo, incredulo di essere ancora in vita, scrutando le fila dell’esercito opposto.
“Facciamo un gioco!” asserì Lord Bolton prendendolo per le spalle e portandolo davanti alla sua posizione: “Corrì da tuo fratello!” gli disse indicando con il braccio, “prima riuscirai a raggiungerlo, prima riuscirai a rivederlo!” disse con tono fin troppo cordiale.
 
Jon non riusciva a credere a quello che gli occhi gli facevano vedere, un brivido gli corse lungo la schiena assistendo a quella assurda messa in scena.
 
“Tutto qua, è un gioco semplicissimo” continuava Ramsay nelle orecchie di Rickon mentre il suo sguardo beffardo volgeva alla sua preda principale, al di là degli uomini dati alle fiamme, in alto, a ridosso della collina.
“Facile no?” ghignò perverso mentre Rickon temeva di allungare un passo.
“Pronto? Via!” Rickon fu spinto leggermente in attesa che eseguisse il compito e sconvolto prese a camminare, mosse solo quelche passo per poi voltarsi verso il suo aguzzino a tentare di capire cosa stesse tramando.
“No devi correre, ricordi? Queste sono le regole!” pronuciò lungimirante Ramsay mentre uno scudiero sembrò sbucare dal nulla porgendogli arco e freccie.
Rickon sbiancò in volto iniziando a correre in modo sconnesso mentre il terrore lo circondò.
Dall’altra parte del campo di battaglia Jon, che aveva assistito alla scena, si precipitò con un balzo sul suo destriero spronandolo convulsamente al galoppo, verso il fratello che correva spedito e totalmente scoperto.
 
Ramsay incoccò la prima freccia, mentre Rickon continuava a correre quasi senza prendere fiato, con gli occhi che passavano da una sponda all’altra della collina, dietro di se e davanti a se; il campo era ampio e lui un bersaglio in movimento; il primo tiro lo mancò lateralmente ma per Ramsay era parte del gioco, prese dalla faretra una seconda freccia, incoccandola mentre lo sguardo vagava verso l’orizzonte e l’ombra di un sorriso malvagio gli accendeva le iridi, voltò all’ultimo lo sguardo mirando così alla cieca e scoccò il colpo consapevole che sarebbe semplicemente andato a vuoto.
La cavalcata di Jon era pulita seppur frenetica, lo scalpitio degli zoccoli in sincronia con il suo respiro e con i battiti del suo cuore, mentre gli occhi, fissi su Rickon cercavano di accorciare le distanze tra loro.
Jon lasciò le redini con la mano destra, portandola ad allungarsi verso il fianco del cavallo, pronto ad issare il fratello non appena lo avesse avuto abbastanza vicino.
La terza freccia volò alta in cielo, con arco ampio e lungo, conficcandosi nel terreno umido appena prima di essere spazzata dall’incedere veloce di Rickon, dipingendo una smorfia sul volto di Ramsay.
 
Poteva farcela, vedeva Jon, e il suo cavallo ed erano così vicini... poi un morso crudele, bruciante all’altezza del cuore; un fiotto di sangue dalla bocca e il cielo era terso sopra di lui, il cielo del Nord, il cielo di casa sua. Il cadenzare dei suoi stessi respiri affannati sembravano condurlo un passo alla volta a scendere i gradini delle cripte buie di Grande Inverno, il luogo in cui tempo addietro aveva rivisto suo padre in sogno, un luogo che inaspettatamente non gli aveva mai fatto troppa paura.
 
Quello che rimase sul campo desolato fu lo sconforto di Jon, in sella al suo cavallo, mentre vedeva il fratello cadere e un inumano dolore prendeva possesso del suo cuore annebbiandogli la mente. L’ombra del fallimento e della sconfitta lo pervase mentre i suoi occhi non riuscivano a distaccarsi dal corpo inerme del piccolo Rickon Stark.
 
Alle sue Spalle l’esercito non si era perso un singolo momento di quella corsa disperata e della sua tragica conclusione, Thormund e Davos sapevano fin troppo bene cosa ne sarebbe conseguito ma non riuscivano a distogliere gli occhi da Jon, speranzosi che la sua mente potesse resistere al trasporto del suo cuore spezzato.
 
I respiri erano pesanti come pietra e taglienti come il filo di Lungo Artiglio che giaceva ancora sopita nel suo fodero, l’incredulità scaturita dalla mortale immobilità di suo fratello gli fece voltare lo sguardo, risalire il campo brinato fino a scrutare la figura ferma di Ramsay Bolton mentre una collera troppo oscura si faceva largo sotto la sua pelle, risalendo lungo le vene, tendendogli tutti i muscoli del corpo ed inabissando il pensiero, rendendolo privo di ogni sano raziocigno. 
Quando Ramsay si voltò lentamente per poi sparire tra le fila degli arcieri che si apprestavano a scoccare le loro freccie, Jon lasciò defluire liberamente la sua furia, lanciandosi in una cavalcata rapida ed istintiva verso il responsabile di tutto quel dolore.
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Puoi costringermi a guardare, non a vedere.
Sansa si trovava su di un’altura, padrona di una visuale perfetta, troppo perfetta, tanto da non potersi perdere niente di ciò che accadeva: l’arrivo di Ramsay, la corsa di Rickon, l’impossibile tentativo di salvezza da parte di Jon; come biasimarlo, chiunque avrebbe fatto lo stesso e Ramsay lo sapeva, lo aveva sempre saputo e ne aveva avuto conferma durante il loro incontro del giorno pirma.
Le mani strette sulle redini, ancorate ad esse, con tanta forza da farle male mentre assisteva all’esecuzione annunciata di suo fratello.
Non sono riuscita a protegerti Rickon, non sono stata in grado di riuscire a salvarti, non ho avuto tanto potere...
Ma la carica improvvisa di Jon la disarmò, aveva pensato di perdere un fratello non due e il terrore si impossessò di lei mentre i suoi occhi tentavano di proteggere la figura di Jon dalla cascata di frecce che stavano per piovergli addosso.
Un impeto improvviso la travolse, le fece voltare il cavallo lanciandosi verso la collina alle sue spalle, con il fiato corto, aguzzando la vista nella speranza di intravedere l’araldo bianco del falcone e luna crescente su sfondo blu di casa Arryn.




Nota
non ho saputo resistere all'impulso di richiamare una frase da Star Wars (Episodio II - L'attacco dei Cloni) che mi ha sempre colpita tantissimo.
la frase di sansa è ripresa da quella straziante di Anakin nel momento in cui seppellisce sua madre
"Non ho avuto la forza per salvarti, mamma. Non ho avuto tanto potere. Ma prendo l'impegno a non fallire mai più. Mi manchi tanto. Terribilmente"
   
 
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