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Autore: MaryFangirl    14/09/2019    3 recensioni
Dopo una notte di bagordi, al mattino Kaori si sveglia tra le braccia di non uno, ma due uomini, senza alcun ricordo: vive un sogno o un incubo?
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ryo si svegliò di soprassalto dal suo ultimo sogno. Il suo cuore batteva a cento all'ora. Era stato così realistico...aveva l'impressione di sentire tutto quanto sulla sua pelle. Perché continuava a sognare Kaori? Delle sue labbra sulle proprie, sul proprio corpo, di lui su di lei, gli occhi brillanti di desiderio? Il suo corpo reagì a quei pensieri, traditore: lei era intoccabile, la sorellina del suo migliore amico...la sorellina era cresciuta bene e Mick aveva torto, lui sapeva che era bella e desiderabile ma non poteva toccarla.

Sentì arrivare Kaori. Sorrise e chiuse gli occhi, fingendo di dormire. Si era un po' ripresa da un mese. All'inizio lui l'aveva un po' spinta, per farle mettere un piede davanti all'altro, mantenere la routine, non farla rinchiudere nei suoi pensieri oscuri, così le diceva. La costringeva ad andare alla lavagna ogni mattina ma non la infastidiva quando tornava a dormire una volta rientrata. A volte era esausta. Avevano avuto due incarichi come guardie del corpo e con suo grande sollievo avevano mantenuto la loro osmosi come partner. Lei ancora non gli aveva detto cosa c'era che non andava, ma era rilassata.

Kaori entrò lentamente nella sua stanza. Lo guardò dormire per un minuto. Le faceva sempre battere il cuore per quanto era bello e sereno quando dormiva. Era anche sollevata di poter entrare in quella stanza senza vedere le immagini residue della loro notte d'amore di continuo. Gli si avvicinò e lo scosse per la spalla.

"Ryo...Ryo..." lo chiamò piano. Lui si voltò verso di lei, aprendo lentamente gli occhi.

"Vado a vedere se abbiamo dei messaggi alla stazione e a fare la spesa. Andrò da Miki dopo"

"Ok Kao. Ti raggiungerò lì"

"A dopo. La colazione è pronta"

"Hai preparato anche le compresse per lo stomaco?" chiese, nascondendo il sorriso. Ricevette il suo martello da 10 tonnellate mattutino e fu soddisfatto. La sua Kaori era tornata.

Si alzò dopo averla sentita uscire, oziando un po' nel letto. Come al solito, banchettò con la sua colazione e non lasciò una briciola.

Kaori uscì, felice di sentire l'aria fresca del primo mattino. La giornata sarebbe stata calda. Aveva programmato di uscire presto e poi rimanere al fresco in casa per il resto del giorno. Avevano un incarico: un messaggio attendeva alla lavagna, l'appuntamento era per le 15.00 al Sun City Hotel. Peccato: sarebbe dovuta uscire di nuovo al caldo...pazienza, ne avevano bisogno. Avrebbe sopportato la calura. Notò l'ora e il luogo dell'incontro e, mentre stava per andarsene, fu spintonata da un passante frettoloso. Caduta a terra, si alzò ma dovette aggrapparsi alla lavagna presa da un capogiro. Maledetta calura...

Si rimise in strada dopo pochi minuti di attesa. Passò a fare la spesa e poi si diresse al Cat's Eye. Miki saltò di gioia quando la vide arrivare. Lei e Falcon erano stati via per un paio di giorni e aveva un sacco di cose da dirle. Era così entusiasta che non sapeva da dove cominciare. Kaori sorrise indulgente. Falcon le posò una tazza di caffè davanti come al solito. Quindi Miki si lanciò in un appassionato monologo sul loro soggiorno. Kaori lanciò un'occhiata di sbieco a Falcon che diventò regolarmente rosso, poi le lasciò sole. Ciò la fece ridere. Miki terminò la sua storia mezz'ora dopo, eccitata da morire.

"Bene, ora che ho monopolizzato tutta l'attenzione...e tu come stai?" chiese.

"Tutto bene. La routine, sai" rispose vagamente Kaori.

La campanella tintinnò e un Ryo seminudo volò in aria. Sfortunatamente fu intercettato da un martello generosamente offerto dalla sua adorata partner. Una mano apparve dal pavimento e si sentì un:

"Buongiorno cara Miki"

"Buongiorno Ryo, le abitudini sono dure a morire" rispose lei. Poi si rivolse all'amica mentre Ryo usciva dalla sua prigione di legno.

"In ogni caso, il tuo vestito ti sta benissimo. Farai girare un sacco di teste per strada con il seno che ti fa. Hai cambiato reggiseno?" disse Miki. Kaori divenne rossa come una peonia, era proprio da Miki. Parlava senza nessun imbarazzo di biancheria intima di fronte a Ryo.

"No, no" rispose lei con una vocetta.

"Dovrai spiegarmi come fai. Sembra che tu abbia preso due misure!" disse Miki, leggermente gelosa.

Kaori avrebbe voluto nascondersi. Ryo lanciò un'occhiata discreta alla figura della sua partner e dovette far prova di grande autocontrollo per non toccare con mano. Con mano? Per affondarvi con tutta la faccia! Era maledetto.

"Due misure?! Non hai più occhio, Miki. Si è dovuta mettere due arance per dare quest'illusione. Una sogliola..."

Fu interrotto da un martello lanciato da una rabbiosa Kaori, irritata come non mai. Senza pensarci, abbassò la scollatura, mostrando il reggiseno:

"Per tua informazione, sono vere! Se non le sai più distinguere, sei tu che non hai più occhio!"

Improvvisamente la rabbia scomparve e le lacrime le inondarono gli occhi, così si sedette sullo sgabello, d'un tratto esausta. Miki le circondò le spalle per confortarla, guardando male Ryo. Lui aveva ottenuto ciò che voleva: essere calmato nei suoi ardori. Kaori ingoiò il suo caffè, ormai freddo, e raccolse le borse della spesa.

"Abbiamo un appuntamento alle 15 al Sun City Hotel. Cerca di essere in orario. Io torno a casa. Arrivederci, Miki"

Se ne andò lasciando Ryo da solo con Miki. Era appena uscita quando sentì altro fracasso: era irrecuperabile, si disse, scuotendo la testa per la disperazione...

Appena entrata in casa, si precipitò in bagno e uscì qualche minuto dopo, col viso bagnato. Senza prestarvi troppa attenzione, mise via la spesa e preparò un pasto veloce. Mangiucchiò poco. Guardando l'orologio, prese le sue cose, lasciò un messaggio a Ryo per fargli sapere che lo avrebbe raggiunto alle 15 e uscì. Mezz'ora dopo era seduta nello studio di Doc.

"Buongiorno, Kaori. Cosa ti porta qui?" cominciò con uno sguardo accattivante. Kaori inspirò e si lanciò.

"Doc, io...devo sapere..."

"Va bene. Ma prima, come ti senti?" disse, alzandosi e avvicinandosi a lei per misurare la pressione e visitarla.

"Va meglio. Ma sono sempre stanca. Faccio ancora un po' fatica a controllare il mio umore. E poi..."

"E poi...?"

"Ho le vertigini, nausea e vomito e il petto mi sta per esplodere" disse, abbassando gli occhi.

Aveva sospettato l'esito da alcuni giorni, ma doveva sentirlo ad alta voce. Lui la condusse al lettino e la fece sdraiare. Mentre esaminava la sua pancia, la guardò dritto negli occhi e annunciò gentilmente:

"Sei incinta, Kaori. Di sei settimane. Stanchezza, nausea, sbalzi di umore, tutto ciò non è finito. Dovrai decidere cosa fare di questo bambino"

"Come?" gli chiese senza capire.

"Puoi ancora scegliere se abortire o tenerlo. Il rischio di aborto spontaneo è notevole nel primo trimestre, fai un lavoro pericoloso, non c'è bisogno che te lo dica. Devi rifletterci seriamente"

Lei era sconvolta. Decisamente, tutta la sua vita stava andando di traverso.

"Posso sapere adesso chi è il padre?"

"Si potrebbe, ma i rischi sarebbero troppo grandi. Per questo ti consiglio personalmente di aspettare fino al parto, naturalmente se decidi di continuare la gravidanza"

"D'accordo"

"Ti farò un'ecografia..."

"No! Non posso...ho bisogno di un po' di tempo per digerire tutto questo. È tutto troppo veloce" disse, la gola annodata.

Doc terminò la visita e lei se ne andò, con la testa piena di domande. Giunta in città, controllò l'orologio e vide che era in anticipo. Decise di fermarsi nel parco per riflettere un po' e rimettersi le idee a posto prima dell'appuntamento. Guardò i bambini che giocavano, cercando di immaginare il proprio in mezzo a loro, vedendosi giocare con lui o lei...sospirò. Avrebbe voluto parlare con qualcuno a riguardo ma, a parte Doc, nessuno lo sapeva. Non volendo ancora dirlo a nessuno, restava con il suo segreto. Seppellì tutto nel profondo di se stessa. Il lavoro aveva la precedenza. Si rimise in cammino e arrivò pochi minuti prima dell'orario dell'appuntamento. Ryo la stava aspettando.

"Tutto bene, partner?" le chiese.

Si era chiesto cos'aveva potuto fare per tutto il primo pomeriggio. Stranamente, non percepiva nulla da lei. Lei teneva sotto controllo le sue emozioni e fu con tono neutro che rispose:

"Sì, sì. Andiamo?"

Partì in direzione del bar. Notò rapidamente la loro interlocutrice tra la folla e sospirò: una donna giovane e bella. Non doveva girarsi per vedere la faccia del suo partner nel vederla. Si sedette accanto a lei dopo averli presentati reciprocamente, lasciando che Ryo si sedesse di fronte alla loro cliente, Fumi Hataro.

"Cosa possiamo fare per lei, signorina Hataro?"

"Ecco, sono una stilista. Io...ma cosa?" si interruppe, sentendo delle dita sulle cosce. Kaori, costernata, balzò sui piedi del suo partner, richiamandolo all'ordine. Lui ritirò le dita...momentaneamente.

"Continui, per favore"

"Mi sono appena sbarazzata di una squadra diretta dalla casa Atama. Ma il mio ex mentore non ha apprezzato e mi ha fatto pressione perché gli cedessi i miei modelli. Ho già ricevuto delle lettere minatorie e il mio atelier è stato visitato due volte. Inoltre, ho l'impressione di essere seguita"

"Quindi desidera una guardia del corpo"

"Sì, soprattutto dal momento che devo partecipare a uno spettacolo tra sei settimane. Una volta presentati i miei modelli, non ci saranno più problemi"

"Non si preoccupi, cara signorina" disse Ryo, prendendole la mano. "Garantiremo la sua sicurezza, di giorno e soprattutto di notte. Me ne prenderò cura personalmente. Ahi!"

"Faresti meglio ad andare a sistemarti. Sai essere proprio maldestro.." gli disse Kaori che aveva deliberatamente lasciato cadere il suo bicchiere d'acqua sul partner.

"È stata colpa tua"

"Era questo o il martello. Preferisci il martello?" gli chiese a voce bassa, con un'intonazione pericolosa, sollevando il sopracciglio. Ryo si calmò e si accomodò tranquillamente al suo posto. Poi, rivolgendosi alla cliente che si chiedeva dove fosse atterrata, Kaori proseguì:

"Ci parli un po' del suo lavoro e di questo spettacolo"

"In questo momento, ci stiamo occupando dei servizi fotografici con le modelle. Le mie creazioni sono per bambini e donne incinte. Lo spettacolo per me sarà un'opportunità per presentare i miei modelli. Ma devo poter finire gli ultimi ritocchi, fare le foto e presentare la mia collezione"

Ryo aveva tralasciato tutto non appena aveva sentito la parole 'modelle'. Vedeva belle ragazze in costume da bagno o biancheria intima, mentre le aiutava a indossare i vestiti, e loro lo avrebbero ringraziato...

Aveva i lineamenti stravolti, con la bava alla bocca. Kaori si colpì in fronte per la disperazione: lui era allucinante. D'altra parte, immaginava già le risate quando sarebbe stato circondato da donne incinte, per niente mokkori per i suoi gusti. E ciò la fece deprimere, ricordandole la propria esperienza. Sospirò discretamente.

"Va bene, accettiamo l'incarico. Verrà a stare con noi da oggi e la seguiremo in tutti i suoi spostamenti. Chi sono le persone che frequenta più spesso?"

Fumi ci pensò un momento.

"Attualmente direi il fotografo e le modelle. Avrò bisogno anche di un assistente per gestire tutto il lato amministrativo e l'organizzazione del salone"

"Bene. Ryo non se la cava male con la fotografia e io avrò il ruolo della sua assistente. Ecco le nostre tariffe"

Kaori le porse un foglio e si girò verso Ryo, aspettando il momento in cui il suo sguardo sarebbe cambiato e lui si sarebbe gettato sulla cliente. Cominciò a contare:

"5...4...3...2...1...0"

"Avrà uno sconto se accetterà una condizione" disse Ryo, con l'aria da bellimbusto.

"Ah sì, quale?" chiese Fumi innocentemente.

"Deve accettare di passare una notte con me! Sarà la notte più bella..."

Fu interrotto dal martello di Kaori, che lo seppellì nel suolo.

"Promesse...non gli dia retta. È un grande professionista, ma di fronte a una bella donna è il peggiore dei predatori" spiegò Kaori tranquillamente, conducendo Fumi all'uscita. Fumi si chiese se avesse fatto bene ad assumerli, ma rapidamente venne rassicurata dalla serenità e professionalità di Kaori, se ne fece una ragione e la seguì. Ryo le raggiunse cercando di ingraziarsi Fumi, invano.

Quando le due giovani donne andarono a dormire, Ryo attese pazientemente un'ora indecente per fare la sua visita notturna a Fumi. Si sfregò le mani in anticipo, immaginando la giovane donna tra le sue braccia. Appena entrato nella stanza dove le due donne dormivano, fu accolto da un martello azionato da un filo teso. Dopo essersi liberato, tirò giù il biglietto che vi era attaccato: 'Tutta la stanza è piena di trappole, vai a dormire! K.'

Se pensava che si sarebbe lasciato impressionare, si sbagliava di grosso. Ma Kaori aveva acquisito esperienza e, dopo altri tre martelli e quattro proiettili in faccia, Ryo tornò mogio nella sua tana, lasciando una Fumi visibilmente basita e Kaori tra le braccia di Morfeo.

Kaori si alzò prima degli altri, svegliata dalle sue nausee mattutine e dal desiderio pazzesco di vomitare. Fumi la raggiunse poco dopo. Kaori vegliò sulla sua tranquillità mentre faceva la doccia, ma Ryo dormiva dopo la sua notte agitata. Venne svegliato solo dopo che le due donne si erano preparate. Kaori portò Fumi in un'altra stanza per fare il punto su ciò che doveva preparare, trovando una buona scusa per allontanarsi dall'odore di caffè che le faceva rivoltare lo stomaco. Poi tutte e tre andarono allo studio della stilista. Ryo sbavava anticipando lo spettacolo di tutte le giovani donne denudate e nascose molto male la sua impazienza. Arrivati, l'uomo scese pimpante dalla macchina e, saltellando, si diresse verso l'entrata.

All'improvviso si fermò e fece segno alle due di restare indietro. Kaori si piazzò di fronte a Fumi, placcandola contro un muro.

Ryo aprì la porta ed entrò lentamente. L'atelier era sottosopra, le bozze erano sul pavimento, i modelli erano stati lacerati, ma non c'era nessuno. Lasciò entrare le donne. Fumi sentì il suo cuore spezzarsi: tutto il suo lavoro era distrutto. Non le rimaneva nulla. Si lasciò cadere a terra piangendo.

"È finita. Non avrò mai il tempo di rifare tutto"

"Fumi, bisogna tentare" le disse Kaori inginocchiandosi accanto a lei e prendendola per le spalle.

"Voi non capite. Devo fare di nuovo tutto: prendere le misure, tagliare i tessuti, fare i test e gli aggiustamenti, le foto. E poi, devo organizzare lo spettacolo...non è possibile"

"Quando arriveranno le modelle?"

"Tra una settimana"

"Bene, abbiamo una settimana per montare una serie. Io posso tagliare e cucire e organizzare lo spettacolo mentre tu ti occuperai delle misure e dei modelli. In due, dovremmo poterci riuscire"

"Kaori ha ragione, Fumi" disse Ryo, molto seriamente. Continuò: "Realizzerai questa collezione e questo spettacolo. Ti chiederò di installare il tuo atelier a casa, sarai più al sicuro. Verremo qui a fare le foto. Prendi tutto ciò che ti serve"

Fumi si alzò, ringraziandoli e avendo ritrovato un sorriso. Kaori la imitò ma ebbe un capogiro. Ryo l'afferrò:

"Stai bene? Sei bianca"

"Sì, non preoccuparti. Solo un malessere passeggero" rispose lei, evitando i suoi occhi. Mentre la stilista preparava il materiale di cui aveva bisogno, Kaori raccolse i disegni e ciò che era sul pavimento. Ryo stava cercando tracce o indizi. Una volta terminato, caricarono la (super) Mini e rientrarono.

Dopo aver sistemato tutto per poter lavorare in buone condizioni, le due donne si misero a lavorare. Ryo le lasciò intimando a Kaori di fare attenzione nonostante il lavoro che doveva svolgere per Fumi. Lui aveva altro da fare.

Infatti, si recò agli atelier Atama con l'intenzione di sostenere una piccola conversazione con l'ex mentore di Fumi. Con parole celate, avvertì quest'ultimo dei rischi che avrebbe corso se avesse continuato su quella strada. I giorni che seguirono furono pieni ma tranquilli. Perfino Ryo si comportò correttamente...beh, un po'. Non si poteva pretendere l'impossibile, nemmeno dallo sweeper numero uno del Giappone...

  
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