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Autore: JeanGenie    14/09/2019    2 recensioni
[Post - TLJ]
"Ci affronteremo là, dove la Luce e l'Oscurità si incontrano"
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Chewbacca, Finn, Kylo Ren, Poe Dameron, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lindòrea'
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17

Remember when you were young, you shone like the sun
Shine on you crazy diamond
Now there's a look in your eyes, like black holes in the sky
Shine on you crazy diamond
You were caught on the crossfire of childhood and stardom
Blown on the steel breeze

Come on you target for faraway laughter
Come on you stranger, you legend, you martyr, and shine

You reached for the secret too soon, you cried for the moon
Shine on you crazy diamond
Threatened by shadows at night, and exposed in the light
Shine on you crazy diamond

 

(Shine on you crazy diamond – Pink Floyd)


Lo stridore delle lame ingoia tutto il resto. Non dovrebbero avere quel suono quasi metallico,  eppure è come se fossero regredite a uno stato primitivo. Il grido del pianeta si spegne. Resta solo quel rumore meraviglioso e il calore ribollente che sale dal suolo. 

Finalmente può vedere Mustafar nel suo vero aspetto. La cappa di nubi giallastre ha lasciato il posto a un tetto di fumo nero e soffocante. Rey respira intensamente, scoprendo che le piace l’aroma della cenere. E almeno quel guscio fatto di frammenti microscopici di lava nasconde la vista dell’Eclipse. 

Se solo potesse far sparire anche il suo avversario, quel peso che le ghermisce il cuore svanirebbe.

Ho la sua Luce.

Forse dovrebbe sentirsi colpevole. Ma Luke è stato chiaro. Lui avrebbe finito per infettarla e distruggerla, come fa con tutto quello che tocca.

Deve fare in fretta. Deve raggiungere Garel e i suoi compagni. Deve portare Han dalla sua famiglia. Deve tornare ad essere una persona migliore.

Evitare il suo sguardo è fondamentale. Lui la sta incalzando ma la sua doppia lama le permette di parare ogni colpo. 

Se lui ha dato l’impressione di trattenersi, ora, rendendosi conto che lei gli è superiore, sta colpendo come un forsennato. La sua furia, pungolata dall’orgoglio, è una vista deliziosa. Sono avversari. Totalmente avversari. Come avrebbe dovuto essere fin dall’inizio. 

Lui è il male, la negazione dell’equilibrio, la distruzione che porta con sé labbra ingannatrici e seducenti.

Lui ha promesso di andare su Garel…

Il pensiero è fugace e sembra venire da un passato lontano fatto di menzogne.

Era solo qualche istante fa…

Non può perdere la concentrazione. Lo spirito nell’holocron glielo ricorda ogni volta che guadagna terreno sul proprio avversario. Uno dei suoi angoli aguzzi trapassa la borsa ruvida e le punge il fianco destro. Combatterebbe meglio se se la togliesse di dosso. Ma non può. Troppe persone bramano quell’oggetto e lo userebbero per fare del male. Lui per primo. 

Non può permetterlo. Come ha potuto trascorrere quei mesi dimenticandosi di Han Solo? Del male che Kylo Ren ha fatto? È una pustola maligna che va estirpata. 

Torna alla lama singola e solleva le braccia per calarla su di lui. Non deve pensare, solo andare fino in fondo. Se si ferma, rischia di ricordare ogni momento sbagliato. 

L’aria intorno a lei vibra mentre il riverbero rosso della lava scompare lasciando il posto a una densa foschia violacea. Kylo Ren sembra perplesso quanto lei. È distratto. Ed è il momento migliore. Non importa dove si trovino ora. L’importante è eliminarlo. 

È acqua? Sento scorrere dell’acqua?

Non può concedersi il lusso di guardare alle sue spalle né di studiare quel paesaggio alieno e improvviso. Conosce il suo nome ma non dovrebbero trovarsi lì. Non si sono mai mossi da Mustafar. Non può essere che un’allucinazione.

Non è il momento di riflettere su antiche filosofie. Deve combattere come un vero guerriero, dimenticando se stessa, i propri desideri e ogni debolezza. 

Ti stai difendendo? Ti stai solo difendendo?

Lo vede scivolare a terra e limitarsi a parare. Non erano questi i patti. Vuole vederlo combattere davvero.

“Fermati. Questo posto non…” 

Non ha tempo per starlo a sentire. Con un urlo rabbioso si getta su di lui. Se vuole andarsene in ginocchio perché non dovrebbe accontentarlo?

Tu non sei mio… Non sei mai stato mio. Ma io ho bisogno della parte mancante. Ho bisogno di te. 

*** 

Lei non ha battuto ciglio quando Mustafar è scomparso sotto i loro piedi. 

È persa. Non c’è nulla che possa riportarla indietro se non la sua morte. Ma deve avvenire prima che l’ultimo barlume di luce in lei scompaia.

Eppure continuo a difendermi…

Aveva deciso. Ma qualcosa sembra impedire alla propria volontà di manifestarsi. Si guarda intorno solo per un istante. Un grande pianeta azzurro orbita su di loro accompagnato da una luna bianca.

È vicino. È dannatamente vicino alla fine del viaggio. Quella su cui posano i piedi è Bogan. La Forza li ha condotti fino al proprio nucleo, al primo pianeta formatosi quando si è staccata dal caos e alle sue lune gemelle. 

L’holocron pulsa e il suo riverbero rosso avvolge Rey. È così che l’ha sognata. È così che l’ha vista. Ma non è al suo fianco. È contro di lui. Respinge il suo attacco, costringendola ad arretrare. Riconosce quella rabbia. Riconosce quel dolore.

No.

La sua lama sta cambiando. Il suo kyber dorato ha iniziato a sanguinare fondendosi con la sua oscurità che cresce.

No.

Non può lasciarle attraversare l’ultima parte di quell’inferno. Non è preparata, la sua mente soccomberà quando ogni dolore mai provato  in vita sua si ripresenterà a chiederle il conto.

Ma lei è Rey di Jakku. Ed è infetta, come tutti coloro che sono nati all’ombra dell’Osservatorio. La visione avuta su Mustafar assume un nuovo senso, così come le parole di Luke. La sua luce è stata data a lei. Non solo perché lei la salvaguardasse da una deriva verso il buio. Ma per impedire all’oscurità insita in Rey di manifestarsi. 

Entrando nella sua vita, trascinandola con sé, lui l’ha condotta fino a quel punto, violando il magnifico equilibro che la Forza ha plasmato in vent’anni. Ma non è ancora troppo tardi. Qualunque cosa la stia reclamando, lui può e deve fermarla.

La spada… 

La colpisce al polso destro e lei molla la presa sull’elsa con un grido. Ben allontana la spada con un calcio lasciandola cadere nel vuoto alle loro spalle, poi resta in attesa finché non sente il tonfo dell’oggetto nell’acqua. 

Lei lo fissa furiosa, poi afferra l’arma che porta alla cintura. Ben Solo non è sorpreso. Gli ha ceduto metà della pietra che ora pulsa di vita nell’elsa rimessa insieme in modo grezzo e che una volta apparteneva ad Anakin Skywalker.  

Ma è azzurra. Azzurra come quando è stata creata. E pulsa di una luce purissima. Il mondo intorno a loro sembra rispondere a un nuovo richiamo e muta di nuovo forma mentre le lame si incrociano. Ora splende quanto la spada rigenerata. 

“È bellissimo” gli dice Rey senza cedere sotto i suoi colpi. “È meraviglioso. È…”

È Ashla, vorrebbe dirle, ma non può perché in quella luce vede il viaggio dell’unico pellegrino che sia mai arrivato a conoscere l’origine della Forza.

“Lo vedi anche tu?” chiede a Rey atterrando e spegnendo la spada. 

È un errore. Lei tenta un assalto alle spalle. Non deve farsi sorprendere. Non è disarmata. E non è Rey. È costretto ad usare la Forza per respingerla. Lei continua a lottare contro la barriera invisibile che la mantiene a distanza. Sembra un animale rabbioso. Una volta ha sognato di vederla soccombere al Lato Oscuro. Ma non è questo che voleva. Il suo splendore buio lo soffoca e lo spaventa e, nella luce di Ashla,  si fa ancora più cupo. 

Ha un solo modo per farle ritrovare la ragione. Lascia che la luce di Ashla lo investa e penetri in lui. Una sensazione di profonda calma invade la sua mente. La lascia scorrere finché i suoi pensieri si fanno nitidi, poi la proietta verso di lei, avvolgendola. 

Lei abbassa la spada riprendendo fiato. Il suo viso è confuso.

“Lo vedi anche tu?” le chiede di nuovo. 

Lei segue la direzione del suo sguardo. L’altra figura non è davvero lì con loro. D’altra parte, quel viaggio mistico non può dirsi realizzato totalmente su un piano fisico. Quindi perché dovrebbe sorprenderlo trovarsi davanti un altro strato di universo distante?

Nonostante tutto, lo riconosce. Ha visto quell’essere mutato, corrotto e deforme, eppure lo riconosce.  

Quelli come lui vengono chiamati Angeli e Ben Solo non crede di avere mai visto nulla di più bello. Rey è al suo fianco e osserva incantata quanto lui. L’alta figura dalla pelle luminosa e dai profondi occhi blu ha viaggiato a lungo, in luoghi antichi e dimenticati, oltre i confini del mondo noto. E ora è giunto a destinazione.

Ha lasciato Milius Prime. Ha lasciato gli altri Diathim e si è incamminato lungo le vie della conoscenza. È considerato un rinnegato ma a lui non importa. Conosce la smania e il desiderio di sapere. E ora sa dove tutto è cominciato. Osserva il caos primordiale, un mondo privo di regole, votato solo alla distruzione. E quella singola scintilla, dotata di coscienza e volontà, prima matrice della Forza, che si distacca, crea il concetto di spazio e tempo, crea Mortis, la Luce e le Tenebre. Crea l’equilibrio, il Deep Core, Tython e le sue lune, la vita e le sue regole.

Il Diathim osserva, apprende, smania. Secolo dopo secolo. Finché la sua carne perfetta si logora, i suoi pensieri si fanno sottili e crudeli. Il Diathim attende il proprio strumento. Il Diathim trova Sheev Palpatine, giovane e smanioso di apprendere, predisposto alla crudeltà e al potere, e sussurra nelle sue orecchie che avrà tutti i doni del mondo. Dovrà solo uccidere il suo maestro e procedere sul cammino che il Diathim ha tracciato per lui. E avrà tutto. Potere. Conoscenza. Vendetta per i Sith. La Galassia ai suoi piedi. 

È qui che tutto è iniziato. È qui che tutto si conclude. Con il ritorno al caos. 

Deve impedirlo. Che si tratti di affrontare i rimasugli delle smanie di conquista dell’Imperatore, di soffocare ciò che resta delle ambizioni di Snoke o di tornare indietro, attraversando mondo dopo mondo, dimensione dopo dimensione fino a custodire la Forza e tutto ciò che di perfetto ha creato. 

Si trova ad afferrare d’istinto la mano di Rey. Lei non lo respinge. In quel momento hanno bisogno l’uno dell’altra per restare ancorati alla realtà mentre le sillabe si compongono nell’aria ottenendo un nuovo significato.

Lindòrea.

*** 

Lui continua a difendersi e non attaccare. Lui la ignora. Lui sembra perso nelle sue visioni, nello scoprire il viaggio iniziatico di quello che una volta era il suo padrone. E la cosa la fa infuriare. 

Lei vorrebbe solo un po’ di pace mentre profezie e vaticini si accavallano nei suoi pensieri e generazioni di Jedi, Je’daii e altre stirpi di discepoli della Forza le parlano e le pagine dei libri che ha portato via da Ahch-To diventano chiarissime, frase dopo frase, e ogni sillaba vergata in lingue perdute ritrova il proprio significato. 

In quel linguaggio arcaico, i caratteri ricordano l’esistenza di Tython, Ashla e Botan. Padre, Figlio, Figlia. Madre, Fratello, Sorella. Mentre il linguaggio si evolve in diecimila idiomi. Ma in origine erano solo tre sillabe semplici e significative, per indicare la Forza e i suoi due aspetti, perennemente in lotta, indispensabili l’uno all’altro.

Lin-do-rea. Il canto dell’alba. Dove tutto ha inizio. È tempo di ricominciare.

Rey libera la mano dalla sua stretta, si allontana, poi tenta un nuovo assalto. La voce nella sua testa, così simile al suono dell’holocron, la incita a non demordere. Deve ucciderlo. Perché è l’unico modo che ha di salvarlo prima che le ombre lo reclamino definitivamente. È l’ultimo atto d’amore che le resta da compiere.

Lui reagisce. Pronuncia il suo nome ma non smette di avanzare. Rey solleva gli occhi verso l’immenso pianeta azzurro che fa da fulcro alla luna luminosa che li ospita. Se quella è la sua destinazione, allora è pronta ad andare fino in fondo. 

Apre se stessa alla Forza, preparandosi ad accogliere la sua volontà. Tython si fa vicino, troppo vicino, e lei si sente precipitare nel vuoto fino ad impattare violentemente contro la superficie salata dei suoi oceani infiniti.

Trattiene il fiato mentre l’acqua la ricopre e la trascina sempre più in basso.

È un’altra prova? O è la punizione per essersi mostrata indegna? 

La spada le sfugge di mano, spenta ed inutile. Quella di Ben sfrigola ancora, tingendo l’acqua del colore del sangue.

Ben…

È lì. E sta andando a fondo, come lei. È questa la sorte che la Forza ha deciso per loro? Si sono allontanati dal sentiero tracciato e quindi devono scomparire per sempre. Sono un fallimento, così diversi dalle loro versioni più perfette e destinate a diventare le leggende di altri mondi. Loro due sono un errore. E verranno cancellati, inglobati nel mondo primigenio che ha ottenuto la prima scintilla di vita dalla Forza.

No.

Se lei è un errore, lui non può pagare per entrambi. Lei ha rubato la sua luce. Ora deve salvarlo dal buio. Si rifiuta di pensare che sia tutto perduto. Tende la mano verso di lui fino ad afferrare saldamente il suo polso. Poi inizia la risalita.

 

****

Ben Solo non può fare nulla mentre Tython li inghiotte. Se quello è l’altro nome di Lindòrea, allora lasciarsi andare ed attendere sarebbe l’unica cosa sensata da fare.

Ma non può. Perché Rey è innocente. Non è come lui. Rey non ha mai potuto scegliere. Molti anni fa, su Jakku, vagabondi disperati erano disposti ad ogni cosa per una borraccia d’acqua, qualche porzione di cibo, qualche credito imperiale. Nel laboratorio segreto chiamato Osservatorio, file di pezzenti si trasformavano volontariamente in cavie per ottenere in cambio una possibilità maggiore di sopravvivenza. Rey è il loro frutto, così come dozzine di altri bambini nati su quel pianeta morente. Ma Rey è speciale. Rey è perfetta. La luce che le è stata donata ha sigillato la sua oscurità. E ora c’è chi vorrebbe reclamarla per sé. Per consegnarla alla tenebre. Lui non può permetterlo. Lui ha fallito. Non è riuscito a plasmare il proprio destino. A lei non accadrà. Perché lei è forte e può raggiungere il perfetto equilibrio necessario a forgiare se stessa e la propria sorte. Lei ha lasciato andare la spada e tende una mano verso di lui. Deve scegliere, ora.    Ben afferra la mano di Rey o forse è Rey ad afferrare la sua. Il suo polso è sottile sotto le dita. Non ha neppure bisogno di stringere. È lei che lo sta guidando fuori dall’acqua? Non saprebbe dirlo. Mentre fluttuano verso la luce vede la spada volare nella sua mano. Non ha mai avuto speranza di ottenerla per sé. 

Non è vero…

La voce di Rey gli invade i pensieri e pulsa in sincrono con il frammento di kyber spezzato, che lei gli ha concesso e che ha portato con sé come un talismano.

Ed è in quel momento che il Kazerath, sull’Eclipse, inizia a risplendere in attesa di colui che potrà usarlo per ristabilire l’equilibrio. Tutte le realtà scrutate su Mustafar sembrano confluire in una sola. Ora entrambi conoscono la destinazione, il luogo dell’ultima battaglia. Migliaia di nuovi discepoli della Forza attendono di essere chiamati e guidati. Quello è l’unico esercito di cui avranno bisogno. 

Ma è necessario unificare i due Lati e decidere una volta per tutte chi, tra loro due, ha il potere per farlo.

Emerge alla luce del giorno inalando profonde boccate di ossigeno. Devono raggiungere la costa poco distante. È a poche bracciate ma gli sembra di avere gli arti di piombo.

“Forza…” dice a se stesso e a lei, anche se in realtà gli sembra di avere perso ogni forma di potere. 

È così che si sentono coloro che non percepiscono la Forza?

Inizia a nuotare trascinandosela dietro, poi lei lo lascia andare e, con due colpi di gambe e braccia, raggiunge la riva fangosa. Ha uno stile pessimo ma non gli sembra davvero il momento per critiche inutili. L’importante è che sia riuscita a restare a galla. 

Si stende sulla riva scura a ridosso di una giungla lussureggiante. Sa che tra le fronde sono nascoste le rovine di antichi templi eretti da quelli che erano chiamati Je’daii. Un giorno, se mai dovesse sopravvivere…

Non accadrà… la tua vita sta per concludersi qui e ora…

… gli piacerebbe tornare su Tython e poter studiare tutto ciò che resta di quell’antica sapienza.

Ma intanto sente la loro presenza e sa che per Rey è lo stesso. Sollevano entrambi lo sguardo verso le due lune simili a due occhi che giudicano impietosi. Sono tutti lì, con loro. L’intera stirpe sta presenziando. Gli adepti del Lato Oscuro avvolti dalla luminosa Ashla. I cultori della Luce protetti dell’oscuro Bogan. E, più di tutto il resto, sente la loro presenza familiare. Luke, suo nonno, i loro maestri, i loro compagni caduti, i loro avversari. L’ultima stirpe che ha tracciato la strada per loro. 

Si rimette  in piedi senza neppure tentare di togliersi il fango di dosso. Accende la spada mentre osserva Rey guardare stupita un’alga rimasta attaccata ai suoi capelli.

“Rey…”

Lei lo guarda e annuisce puntando contro di lui la lama azzurra degli Skywalker. L’acqua salata sul suo viso non riesce ad occultare il suo pianto.

“Non preoccuparti. Va tutto bene” le dice. 

“Non è vero” risponde lei scuotendo la testa. 

Quanto tempo resta? Troppo poco, ma sa che se perde quell’attimo non avrà un'altra occasione.

“Lasciamo che sia la Forza stessa a decidere. Sai che è la cosa giusta da fare.” La cosa giusta… La cosa migliore per chiunque nascerà da quel giorno in avanti. Lei lo sa benissimo. Sta esitando perché è umana e il suo cuore non è stato corrotto. Ma dovranno colpire insieme. La vede annuire appena. Durerà solo un istante. “Rey, non importa come andrà a finire. Ti amo, scavarifiuti.” 

Punta la spada contro il suo petto e resta in attesa. Non c’è alcun grido di guerra, nessuna forma di rabbia. Quando la spada azzurra lo passa da parte a parte non sente neppure dolore. 

 

****

Rey annuisce. La cosa più giusta. Lui ha ragione. Non sta più a loro decidere. Deve colpire e lasciarsi colpire. Solo dopo sapranno chi dei due dovrà andare avanti.

Dovevi dirmelo proprio ora? Ora che non abbiamo più  tempo?  

La punta della sua lama rossa è pronta a trapassarle il cuore. Ma lui l’ha già fatto in un milione di modi.

Va tutto bene. Io credo nella Forza. Lei ti ha portato qui. Ti ha restituito alla luce. Prendi la mia oscurità. Io ho sempre creduto in te. 

Lascia cadere la borsa fradicia che ancora contiene l’holocron. Ogni pensiero imbevuto di sangue e odio sembra dissolto.

Andrà tutto bene, si ripete affondando la lama e restando in attesa di un dolore che non arriva. Lo fissa negli occhi, poi abbassa lo sguardo sull’elsa  tra di loro.

Ben, no. 

Ha spento la sua arma all’ultimo istante. Ha lasciato che lei diventasse il suo boia. Non è giusto. È un vigliacco. Non avrebbe dovuto tirarsi indietro. Non è quello che le visioni hanno mostrato. Non è ciò che si erano promessi. 

“Ben… perché?”

Non in questo modo. Non in questo modo, ti prego. Non puoi decidere tu per tutti e due. Il pensiero che non le sia  mai sembrato più sereno è atroce. 

“Va bene così” le dice tenendole ferma la mano per impedirle di spegnere la spada.

“No, non è vero…” Non può lasciarglielo fare. Non ha bisogno neppure di concentrarsi come faceva un tempo. Attingendo alla Forza ordina alla spada di Kylo Ren di accendersi.

Che strano. Non fa male…

****

È tutto sbagliato…

Vorrebbe urlare mentre vede la lama scarlatta affondarle nel cuore. Pazza, testarda, ostinata, io non voglio che tu muoia…

Ma non ha più energia né fiato in gola. Può solo pregare la Forza perché la lasci vivere. Perché lei è migliore. Perché lei lo merita.

Poi i suoi occhi si riempiono di luce e tutto diventa indistinto mentre si sente scivolare via verso il nulla. 

   
 
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