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Autore: Chiisana19    15/09/2019    4 recensioni
| AU • Avventura • Azione | SasuSaku • accenni NaruHina |
Il destino è imprevedibile e delle volte anche ingiusto e doloroso.
Sakura lo ha subito sulla sua stessa pelle la notte del suo ventunesimo compleanno, ritrovandosi di fronte ad una realtà che non ha mai affrontato, rimasta per troppo tempo chiusa e al sicuro nella sua grande gabbia dorata.
La storia per scoprire la verità e il proprio destino avrà inizio, ma non sarà da sola: i suoi amici d'infanzia la proteggeranno fino alla fine, scoprendo insieme a loro che cosa significa davvero vivere ed essere libera.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Un Destino trasportato da un Vento Primaverile





Capitolo 5 ~ Snow  
 


Sakura si mosse appena.

Un piacevole calore avvolgeva il suo corpo, nonostante il lieve dolore a tutti i muscoli. Solo in quel momento si ricordò dell’allenamento improvvisato del giorno precedente svolto insieme a Naruto e Sasuke.

Sentendo la sua schiena intorpidita decise di muoversi, mettendosi in posizione fetale, stringendo tra le dita quello che sembrava il lenzuolo. Sicuramente la sera prima si era addormentata senza neanche mettersi sotto le coperte, ma per buona sorte non aveva patito il freddo.

Pochi minuti dopo sentì un lieve movimento vicino a lei, mentre il tessuto le sfuggì tra le dita, per poi percepirlo sulle spalle, facendola sospirare.

Sasuke intanto si era messo in piedi. Si era svegliato da una trentina di minuti, senza riuscire a riprendere sonno per colpa della rumorosa e fastidiosa russata del biondo.

Aveva aperto gli occhi infastidito, pronto a dargli un calcio sul sedere per farlo cadere dal letto, ma quando lo fece, la prima cosa che riconobbe furono i capelli di Sakura sparsi sul cuscino, che gli solleticavano lievemente il viso.

Per tutta la notte era rimasta a pancia in sù, leggermente schiacciata tra lui e Naruto, mentre la presa delle loro mani si era sciolta; sicuramente si erano mossi durante il sonno.

Restando sdraiato con la testa poggiata sul cuscino il moro era rimasto a contemplare il suo viso, notando solo in quel movimento il profilo perfetto del suo nasino leggermente appuntito.

Il suo corpo emanava un piacevole calore, ma qualcos’altro attirò la sua attenzione che, prima di allora, non aveva mai notato: il suo profumo.

Non era come quello di Itachi, simile al muschio verde del bosco, oppure a quello di sua madre, mescolato ai saponi che utilizzava per pulire i loro vestiti; no il suo era.. buono, semplice, pulito. Sembrava che al suo posto vi fosse un bellissimo e ricco vaso di fiori selvatici appena colti, e l’aroma che emanavano era proprio come quello che piaceva a lui: fruttato, mischiato a qualcosa di più intenso, come la menta, oppure acido, come l’arancia.

Era rimasto minuti interi ad odorarlo, come se fosse una droga, mentre i suoi occhi continuavano a guardare la sua pelle chiara e liscia.

Improvvisamente Sakura si lamentò nel sonno, voltandosi verso la sua direzione in posizione fetale. Era arrossito di botto quando si ritrovò il suo viso vicinissimo al suo, fino a sfiorare il suo naso che un attimo prima l’aveva considerato perfetto. Le sue piccole mani invece avevano stretto tra le dita la sua maglietta blu, come se stesse cercando un appiglio.

Quella situazione l’aveva messo a disagio e senza capire il perché il suo cuore aveva iniziato improvvisamente a battere velocemente, come se fosse impazzito; pertanto decise di alzarsi.

Facendo attenzione si liberò dalla sua presa e un ghigno divertito spuntò dalle sue labbra quando vide il suo viso contrariato. Cercando di fare il più piano possibile, Sasuke scese dal letto, non prima di aver coperto il corpo della ragazza con una parte del lenzuolo.

Si sgranchì le braccia e le spalle, lanciando uno sguardo disgustato al lago di saliva che Naruto stava lasciando sopra la federa del letto.

La stanza era leggermente illuminata da una luce biancastra e Sasuke sbuffò non appena comprese che non c’erano raggi di sole, ma solo nuvole. Si avvicinò alla finestra per confermare il clima invernale che avrebbe tempestato, forse per giorni, le terre del Paese del Fuoco, quando i suoi occhi si posarono su un colore che per lui era del tutto nuovo: bianco.

Guardò incantato il panorama davanti a lui, come se si fosse svegliato in un altro luogo.

Senza pensarci raggiunse il letto e salì a carponi, per raggiungere Sakura che dormiva ancora nella stessa posizione in cui l’aveva lasciata. Le sfiorò con due dita la spalla, scuotendola appena.

«Sakura»

La rosa sentì in un sussurro il suo nome, destandola dal suo sonno.

«Sakura»

Strinse gli occhi, per poi aprirli lentamente, per cercare di farli abituare alla luce del mattino. Vicino a lei riconobbe la figura del moro, che continuava a scuotere la sua spalla con dolcezza.

«Sas’ke..?» borbottò lei, stiracchiandosi le braccia, mentre lui la invitò con la mano a seguirlo.

Ancora intontita dal sonno Sakura si grattò l’occhio, ma facendo come richiesto, scendendo dal fondo del letto, dato che Naruto occupava ancora la parte in cui di solito saliva e scendeva.

Sasuke si avvicinò alla finestra «Guarda»

Confusa la ragazza lo affiancò, osservando oltre la tapparella e in un attimo i suoi occhi seguirono un pallino bianco che si posò sul vetro pulito, divenendo una piccola goccia d’acqua. Dilatò gli occhi quando vide il cortile del palazzo completamente ricoperto da un gigantesco tappeto bianco, così come gli alberi lontani della foresta, al di là delle mura.

«Sta nevicando..» sussurrò affascinata, continuando a guardare ipnotizzata quei fiocchi di varie dimensioni cadere a raffica dal cielo.

Quella era la prima volta che la vedeva, così come Sasuke, dato che nel Paese del Fuoco le temperature erano sempre elevate.

Sorrise felice e senza esitazioni corse verso il proprio letto, buttandosi sopra con un salto «Naruto svegliati! Svegliati!» gridò saltando e scuotendolo come una furia.

«Non ho finito io il ramen!» gridò lui alzando il busto di scatto, mentre un lungo filo di bava scendeva dalla sua bocca, i capelli ancora più scompigliati.

Sakura strinse la sua felpa arancione, impazzita «Naruto sta nevicando! Sta nevicando!» iniziò a tirarlo, costringendolo a scendere giù dal materasso, rischiando di fargli sbattere il muso sul pavimento, dato che era ancora rincoglionito dall’improvvisa desta.

Una volta giunto alla finestra guardò fuori, confermando le parole dell’amica.

«Wow..»

Anche Sasuke non riusciva a smettere di osservare quello spettacolo, nuovo ai suoi occhi, mentre la reazione di Sakura l’aveva quasi fatto scoppiare a ridere, ma poteva benissimo immaginare la sua contentezza.

«Andiamo a giocare fuori? Vi preeego» Sakura unì le mani sotto il metto, facendo gli occhi dolci ai due.

«Ma fa freddo»

Naruto trattenne un brivido solo per aver immaginato la temperatura che si presentava fuori, così come Sasuke.

«Vi presto io degli abiti pensati, dai!» tentò ancora lei, ricominciando a tirargli l’indumento e saltellando come un coniglio.

I due ragazzi si guardarono e solo con una semplice occhiata capirono che entrambi avevano lo stesso pensiero.

«Ok!» dissero all’unisono, mentre Sakura fece un ulteriore balzo, molto più alto rispetto gli altri, mandando a quel paese le fitte ai muscoli.

Corse verso il suo armadio, fregandosene di avere ancora addosso il vestitino del giorno precedente. Si mise delle calze nere spesse, un kimono pesante dalle maniche larghe per coprire l’abito e degli scarponi al posto delle ballerine.

Uscì dalla camera seguita dai due ragazzi, raggiungendo il terzo piano che, oltre ad essere dedicato alla biblioteca, si trovavano anche gli alloggi di tutto il personale del palazzo. Guardandosi attorno e controllando che non vi fosse nessuno, Sakura aprì la porta del grande salone dove si trovavano gli abiti dei servitori, cercando nella parte invernale.

Prese per i due amici altri kimono scuri, sperando che fossero più o meno della loro taglia e anche due sciarpe.

«Tenete»

Glieli porse, mentre i due cominciarono a vestirsi. Come sospettava gli stavano leggermente grandi, però non erano troppo d’intralcio e la cosa più importante era che li teneva abbastanza al caldo.

Corsero al pian terreno, decidendo di uscire da una delle porte posteriori che conduceva ad un’altra area del giardino, vicino le mura. Naruto si lanciò letteralmente sulla distesa bianca che fino a qualche ora prima si trovava l’erba, costatando che quella notte era caduta mezzo metro di neve, visto che i suoi piedi erano rimasti inghiottiti.

«Che forza!» urlò lui, alzando le braccia e aprendo la bocca con la lingua di fuori, mentre alcuni fiocchetti gli bagnavano il viso e i capelli.

Sasuke lo raggiunse, con lunghi e lenti passi, per rischiare di non scivolare per terra. Si voltò verso la porta, notando che Sakura era rimasta sulla rampa di legno sotto il tettuccio.

«Sakura hai cambiato idea?» domandò lui, prendendo con la mano un po’ di neve.

Lei negò col capo, impacciata «No è che.. mi dispiace rovinarlo» disse sincera, indicando con la testa il manto perfettamente liscio che ora era stato rovinato dall’impronte dei due ragazzi.

Naruto invece non sembrava importare e continuava a girare su se stesso, fino a quando non sentì un pugno ghiacciato sulla nuca.

«Ehi!» esclamò, notando che il moro riprendeva tra le mani altra neve, creando una palla «Ma che fai?» borbottò, mentre lui divertito si voltò verso Sakura.

Sakura, capendo le sue intenzioni, si irrigidì «Sasuke ti proibisco di..»

Le sue parole morirono quando la palla di neve si spaccò sulla sua faccia, bagnandola tutta. Rimase a bocca aperta, mentre piccoli residui di ghiaccio le entrarono sotto il kimono, dato che non indossava una sciarpa.

Incenerì il moro che era scoppiato a ridere e approfittando della sua distrazione formò anche lei velocemente la sua arma tra le mani, correndo nella sua distrazione, rischiando più di una volta di inciampare come un’imbranata.

Sasuke aprì gli occhi, schivando in tempo la sfera congelata, peccato che dietro di lui Naruto ne aveva creata una ancora più grande, colpendolo in pieno e bagnandogli i capelli.

«Ora siamo pari teme» gli fece la linguaccia il biondo.

I due cominciarono a rincorrersi per tutto il giardino, cercando di colpirsi a vicenda. Sakura rise, poi si abbassò appena in tempo per schivare un colpo partito da Naruto.

«Tutto qui quello che sai fare?» lo beffeggiò, raccogliendo altra neve.

Il biondo ridacchiò, facendo un lieve salto per scansare la sua pallina, ma nel farlo cadde di sedere. Sakura corse verso di lui e lo raggiunse, sdraiandosi sulla schiena, iniziando ad agitare le braccia sù e giù, creando la forma di un angelo sul manto di neve.

Sasuke si sedette di fianco a lei, mentre il suo volto pallido era lievemente arrossato sulle gote e sul naso, così come quelli dei suoi amici.

«Signorina Sakura!» una voce improvvisa richiamò i tre ragazzi, che si voltarono verso l’entrata da cui erano usciti. Sulla rampa di legno si trovavano due domestiche, che guardavano preoccupate la scena.

«Rientri in casa, rischia di ammalarsi» parlò l’altra, facendo sbuffare la ragazzina «La prego, se le succede qualcosa suo padre si arrabbierà»

Sakura si mise a sedere, iniziando ad ammassare la neve in una piccola montagnetta «Un po’ di neve non ha mai fatto male a nessuno» borbottò lei, rendendo l’accumulo un grande globo.

Le donne sospirarono, tornando dentro.

Sakura con muso mogio continuò a raggruppare la neve, non curante del freddo che stava cominciando ad avvertire alle mani.

Naruto si avvicinò a lei, aiutandola «Facciamo un pupazzo di neve?» provò a dire con un lieve sorriso, sperando di far tornare felice l’amica.

Per sua fortuna funzionò e la rosa annuì felice, mettendosi in piedi «Voi create il corpo e la testa, io vado a cercare dei bottoni!» pronunciò felice, rientrando con difficoltà in casa.

Sasuke si scompigliò i capelli, per cercare di togliersi le gocce schiacciate sulle punte del capelli. Naruto aveva iniziato a far rotolare la palla che aveva creato Sakura, rendendola pian piano sempre più grande.

Il moro di mise all’opera, raccogliendo più neve possibile, ma quando vide la notevole dimensione del globo ghiacciato di Naruto schioccò la lingua.

«Teme guarda che la testa deve essere più piccola del corpo» lo richiamò, buttando fuori lentamente un soffio d’aria, che in breve tempo, per colpa della bassa temperatura, diventò immediatamente una piccola nuvola di fumo.

«Sakura ha detto a me di fare il corpo» brontolò lui, indicandosi col pollice, riprendendo il suo lavoro.

Il moro alzò un sopracciglio, incrociando le braccia «No, non l’ha detto»

«E invece si! Quando ha detto ‘corpo’ ha guardato me!» continuò lui, intestardito.

L’Uchiha borbottò tra sé, stringendosi meglio la sciarpa scura che gli aveva prestato Sakura. Dato che avevano smesso di correre stava cominciando ad infreddolirsi, mentre le sue mani erano ormai diventate due cubetti di ghiaccio; probabilmente il sangue aveva anche spesso di circolare per come erano – più del solito - biancastre.

Decise in ogni caso di lasciarlo perdere e tornare al suo lavoro «Certe volte tu sei proprio..»

«Trovati!»

I capelli rosa di Sakra risaltarono ancora di più grazie al colore bianco della neve quando la ragazza tornò trionfante con due grandi bottoni neri «Ho rubato anche una carota dalla cucina» ridacchiò, mostrando loro la verdura.

I due sorrisero e Naruto sistemò su una collinetta il corpo ciccione del pupazzo. Successivamente aiutò Sasuke sollevare la testa, stando attenti a non romperla, per poi posarla sopra quella più grande. Sakura si avvicinò, incastrando i due bottoni per fare gli occhi e infine la carota, rendendola un lungo e buffo naso.

Batté le mani soddisfatta «È bellissimo!»

I due ragazzi annuirono felici, confermando le sue parole; in effetti pur essendo la loro prima volta, era venuto proprio bene.

Sakura sorrise ancora, quando ad un certo punto starnutì, attirando l’attenzione dei suoi amici. Pochi secondi dopo ne fece altri due e istintivamente si portò la mano fredda alla testa diventata improvvisamente pesante.

Preoccupato, Sasuke si avvicinò a lei «Stai bene Sakura?» domandò, sfiorandole la schiena.

Lei si abbracciò il corpo che aveva iniziato a tremare, negando col capo «Ho freddo.. mi fa male la testa» sussurrò, mentre le sue guance divennero sempre più rosse.

Naruto la prese velocemente per mano, aiutandola a raggiungere la rampa di legno, oltrepassando la soglia.

«C’è qualcuno? Sakura sta male!» gridò, attirando l’attenzione di due domestici che in quel momento stavano passando.

Guardarono preoccupati la figlia del loro sovrano e dopo aver poggiato una mano sulla sua fronte sbiancarono.

«Presto venga con noi» dissero allarmati.

Mentre uno la prese in braccio per portarla in camera, l’altro andò a cercare il medico. Naruto e Sasuke seguirono il primo, ma quando arrivarono alla camera della rosa ribadì loro di rimanere fuori, così che potesse cambiarla.

Cinque minuti dopo l’uscio si aprì e i due ragazzi raggiunsero l’amica che era stesa sul suo letto sotto le coperte, con addosso una camicia da notte e una stoffa bagnata sulla fronte.

«Sei proprio un’imbranata Sakura-chan» la prese in giro Naruto, mentre lei in risposta fece divertita una linguaccia nella sua direzione.

I tre rimasero insieme a chiacchierare, mentre il medico la visitò con cura.

Sasuke decise ti togliersi il kimono e la sciarpa datogli in prestito, dato che stava cominciando a sudare, quando improvvisamente la soglia si spalancò.

«Sakura!»

Nawaki guardò preoccupato la figlia e senza esitazioni si avvicinò velocemente al suo letto, costringendo Naruto ad allontanarsi, per dargli un po’ di spazio.

«Papà..» sussurrò Sakura stanca con un sorriso.

La sua pelle era leggermente pallida, ma grondava di sudore per colpa dell’alta temperatura che scaldava la stanza e la medicina che il medico le aveva fatto prendere pochi minuti prima. Il suo naso era rosso come una mela e ogni tanto doveva ispirare forte, dato che continuava a colargli.

Sasuke rimase ad osservare la scena quando vide comparire la figura seria di suo padre.

«Perché sei uscita con questo freddo?!» gridò improvvisamente il Re, facendo sussultare i tre ragazzini, soprattutto Sakura; non aveva mai usato quel tono col lei..

«Volevo provare a giocare e..» provò a dire con voce debole, ma lui non le fece terminare la frase.

«E ti sei ammalata! Questa è l’ultima che farai qualcosa di sconsiderato!» il tono della sua voce non era cambiato. Si era messo in piedi e continuava a guardarla con occhi furenti.

Il medico intanto si schiarì la voce «Maestà è solo un po’ di febbre..»

«Non mi interessa! Da questo momento in poi di proibisco di uscire!» urlò fuori di sé, agitando le braccia «Resterai sempre chiusa a palazzo e non ammetto obbiezioni!»

Sakura sentì i suoi occhi inumidirsi. Non sapeva se la voglia di piangere era dovuta a quell’improvvisa e assurda punizione o per i modi cattivi e coarti di suo padre che per la prima volta aveva visto usare, specialente su di lei; non sembrava più neanche lui.

Anche Naruto e Sasuke trasalirono ad udire quelle parole, non aspettandosi un castigo tanto duro.

«Ragazzi andiamo» mormorò Fugaku, spingendo con delicatezza i due ragazzi dietro la schiena, uscendo dalla camera.

Sasuke lanciò un ultimo sguardo al letto, dove Sakura aveva cominciato a piangere silenziosamente, guardando ancora la figura furibonda di suo padre che parlava col medico.

L’uomo chiuse la porta e tirò un sospiro, poggiando la mano sulla fronte.

«Non è giusto.. Sakura non più rimanere tutta la vita rinchiusa in casa. Perché l’ha fatto?» si lamentò subito Naruto, sbattendo un piede per terra.

Fugaku arricciò le labbra. Lui invece lo capiva eccome: la folle paura del Re di riperdere una figlia l’avevano spinto a fare un gesto tanto insensato, tutto per un po’ di febbre.

«Non potete capire la paura che allarma Re. Vi ricordo che Sakura aveva una rara malattia che miracolosamente ha superato, poi quello che è accaduto tre anni fa l’aveva già parecchio innervosito, ma questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso»

Sasuke ascoltò con attenzione le parole di suo padre. Non aveva idea di cosa significasse avere paura per le sorti di un figlio, però tutto quello pareva così esagerato..

«E pensa davvero che tenere rinchiusa sua figlia possa tenerla al sicuro?» enunciò serio, attirando l’attenzione dell’Anbu.

Sospirò «Noi non possiamo fare nulla Sasuke»

I due ragazzi abbassarono il capo, mentre lui regalò loro una leggera carezza tra i capelli ancora impregnati dalla neve sciolta «Forza torniamo a casa.. oggi salteremo gli allenamenti»

Alla fine, quello che era cominciato come uno dei giorni più belli di sempre, si era concluso come uno dei peggiori mai avvenuti.
  
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