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Autore: Allison_McLean    15/09/2019    1 recensioni
Sette ragazzi molto diversi tra loro si uniranno per sconfiggere un antico nemico. Attraverso grandi poteri, strabilianti avventure e problemi adolescenziali, i Sette scopriranno che c'è molto più della comune realtà.
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"Senza aggiungere una parola, raccolse le sue cose e scappò via piangendo. I tre paladini la guardarono con tristezza, compassione e un pizzico di rabbia da parte di Duncan, il quale non credeva che quella ragazza potesse essere tanto ingrata. Era irritato, molto irritato, e non si preoccupava minimamente di nasconderlo.
-" Non penso che dovresti essere arrabbiato. Allison non è abituata alla gentilezza. Comunque, vi ringrazio per averla aiutata. Un giorno lo farà anche lei. "
disse Dawn, prima di scomparire a sua volta nell'aula di storia e abbandonarli nel corridoio deserto e silenzioso, in cui soltanto le voci dei professori rimbombavano." dal capitolo 1
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I personaggi di questa storia sono ispirati a quelli di "A Tutto Reality", con l'aggiunta di pochissimi OC. La storia è originale.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Duncan, Ezekiel, Nuovo Personaggio, Trent
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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WHEN THE DARKNESS COMES - Chapter 4
Le nuvole non avevano ancora abbandonato la cittadina silenziosa, nè il freddo stava allentando la sua morsa. L'inverno stava arrivando inesorabilmente e a Spirit River, vista l'altitudine e la vicinanza ad un grande specchio d'acqua, si percepiva molto più intensamente. 
Trent si stava incamminando tranquillamente verso la scuola, le mani calcate nella tasca della felpona grigia e lo sguardo basso e pensoso. Nonostante l'amicizia con Allison e la sua compagnia gli portasse grande sollievo, l'atmosfera in casa era terribile. Sapeva che i suoi genitori avrebbero divorziato, era poco ma sicuro, e forse sarebbe stato anche meglio. Ogni giorno c'era un nuovo motivo per litigare, ormai non pranzavano nemmeno più nella stessa stanza. Come se non bastasse, entrambi erano troppo impegnati per passare un po' di tempo con lui; era come un fantasma in casa sua, sempre rintanato in camera senza che nessuno se ne accorgesse. Avrebbe soltanto voluto scappare. 
Pensò a questo per tutto il tragitto, ingoiando ad ogni respiro un boccone amaro finchè non giunse nel cortile del liceo, gremito di persone come ogni mattina; si diresse a colpo sicuro verso il muretto delle aiuole secche, dove puntualmente erano seduti i due fratelli di spirito e la dolcissima Poison Ivy. Li salutò con un grande sorriso e loro risposero allegramente, Allison e Zeke con un pugno a pugno e Dawn con un affettuoso abbraccio. Si accomodò di fianco al meccanico, che come al solito fumava una sigaretta, e scrutò il cortile; dal cancello d'ingresso arrivò un potente rombo ed un bagliore giallo-nero squarciò il rumore usuale della folla di studenti. La più che conosciuta Chevrolet Camaro del Settantadue entrò ruggendo, attirando le attenzioni di tutte le signorine presenti e di Ezekiel, che si eccitava come uno scolaretto ogni volta che la vedeva, e non certo per i suoi passeggeri. La muscle car venne parcheggiata e ne scesero Duncan Nelson e il suo compare Geoff Gordon, entrambi quasi luccicanti; finalmente, anche lui si era rasato la barba, lasciando solo il pizzetto ispido sul mento. 
Non appena la vide, l'australiano corse verso Allison, sollevandola tra le braccia come un gattino; effettivamente, l'espressione infastidita e rabbiosa della ragazza ricordava molto un gatto stizzito, ma Geoff non diede peso a quegli occhi assassini e sorrise in modo a dir poco smagliante, contagiando anche quella piccola ed adorabile mietitrice. 
-" Buon giorno bellissima! Come stai? "
-" Mettimi giù prima che ti cavi un occhio. "
Geoff, non soddisfatto di quella minaccia, assunse un'espressione provocante, facendo impazzire Zeke per il nervoso e la gelosia mentre Trent e Dawn ridevano come pazzi e Duncan ridacchiava più discretamente in disparte.
-" Come? Non mi dai nemmeno un bacetto?! "
Ancora nell'affettuosa stretta del biondissimo playboy, Allison incrociò le braccia al petto e lo fissò offesissima.
-" No, per niente! Non te lo meriti affatto! Mettimi giù! "
-" Non prima di un bacio. Mi accontento anche della guancia, ma voglio che la morte mi assaggi. "
Stavolta la ragazza non potè trattenersi e ridacchiò allegramente insieme a tutti gli altri; stampò un bacio sulla guancia di Geoff, che sembrò sciogliersi come un gelato alla panna sotto il sole. Finalmente, la rimise al suo posto con riverenza e delicatezza, incontrando lo sguardo minaccioso di Zeke ma ignorandolo totalmente. Si sarebbe fatto strappare una gamba piuttosto che rinunciare alle labbra di quella gatta selvatica.
-" E da me non lo vuoi un bacio? "
esclamò Dawn, alzando un sopracciglio e accennando un mezzo sorriso molto provocante.
-" Ma certo che sì! "
Tutti risero mentre quella specie di candelotto di dinamite riceveva un secondo bacio dall'altra ragazza più bella di tutta Spirit River. Doveva ammettere che quella giornata era cominciata davvero meravigliosamente, era stato accolto come se facesse parte della famiglia da sempre. Era così bella quella compagnia che li invidiava e sapeva che anche per Duncan era lo stesso. Gli aveva raccontato del pomeriggio all'officina, dell'invito di Allison McLean ad unirsi a loro, e non aveva esitato un secondo a rispondere affermativamente. Troppo tempo erano stati soli, una nave fantasma nei porti peggiori. Ora avevano l'occasione di imbarcarsi per un nuovo viaggio, stavolta in compagnia, con la sicirezza di non perdersi mai. Ma mentre Geoff era entusiasta e ci si era buttato a capofitto, il suo compare sembrava più restio, non capendone il motivo. Di solito riusciva a comprenderlo in ogni sua decisione, ma quella volta le porte della sua mente erano saldamente sigillate. 
Duncan era rimasto leggermente in disparte, con la sua sigaretta, a fissare il fumo azzurrino che scompariva dalle sue labbra in un silenzio tombale. Non aveva nulla da dire o fare, se non salutare la comitiva con un generale cenno della testa, a cui Trent McCord, seduto tra Dawn e Zeke, rispose con una fredda occhiataccia. Ogni qual volta lo vedesse, aveva sempre la capacità di mettere in moto il suo spirito picchiatore. Quel damerino era il peggior provocatore involontario che avesse mai incontrato, eppure non riusciva a comprendere perchè lo detestasse in quel modo. 
La campanella trillò, strappando a tutti un sospiro o un mugugno; il gruppetto si diresse verso l'ingresso in mezzo a quel fiume di adolescenti, uniti senza rendersene conto. Si salutarono con calore prima di trascinarsi verso le rispettive classi, eccetto Trent e Geoff, i quali avevano un corso in comune. Si sedettero vicini, naturalmente, parlottando del più e del meno per qualche minuto. 
-" Allora, tu e Duncan vi conoscete da tanto? "
-" Praticamente da sempre. Come mai? "
Trent era leggermente in imbarazzo. Era da un po' che voleva affrontare quel discorso, ma ora non ne era più così sicuro. Non era abituato ad aprirsi, nè a parlare di Duncan.
-" Beh, mi chiedevo il perchè di tanta antipatia nei miei confronti. Insomma, non gli ho mai fatto nulla. "
Ed era così. Duncan se l'era sempre presa con il poveretto per nulla. Ogni volta che aveva bisogno di un antistress, andava da McCord e lo infastidiva, lo insultava, lo provocava, non ottenendo comunque buoni risultati : il ragazzo manteneva sempre la calma e lo ignorava il più possibile, comprendendo che molto spesso il silenzio era d'oro. Era stato parecchio più sveglio di tanti altri, i quali dopo aver risposto alle provocazioni del Marcio si erano trovati con la faccia ridotta ad un hamburger. In ogni caso, non poteva continuare così per sempre. Era abbastanza stufo di quella situazione, gli pesava troppo dover sottostare all'umore di quel pomposo imbecille, specialmente nel periodo di stress che stava attraversando. 
Lo sguardo di Geoff si fece immediatamente serio, nonostante un sorrisetto comparisse sulle sue labbra. Non era mai passato sotto le grinfie di qualche bullo, ma immaginava come si sentisse. Aveva tutte le ragioni per essere frustrato. 
-" È un po' complesso... Vedi, Duncan in realtà è una persona molto sensibile. Ha avuto parecchi problemi un po' di tempo fa a causa di una ragazza e... Beh, sappiamo tutti dov'è arrivato. Il fatto è che prima eravate praticamente uguali. Anche lui suonava la chitarra, era bravo a scuola, disegnava e faceva sport, un asso del pugilato. Ti invidia. Ogni volta che ti vede, è come se si specchiasse e si sente un fallimento. Il suo non è odio per te, ma per se stesso. "
Trent era abbastanza sbigottito da quella notizia. Non l'avrebbe immaginato per nulla al mondo, Duncan Nelson invidioso di lui. Non aveva assolutamente nulla per cui essere invidiosi; non aveva nè ragazze, nè una bella auto, non era ricco e non era popolare. Era un ragazzo come un altro. Lo spiegò a Geoff, che gli poggiò amichevolmente una mano sulla spalla.
-" Non sai quanto darebbe per essere un ragazzo come un altro. Lui si trova ogni giorno a dover affrontare la sua fama di picchiatore, uno che spaventa la gente, e di dongiovanni, a cui le ragazze vanno dietro soltanto per divertimento. Ora ti dirò un bel segreto : Duncan è stato con molte, moltissime meno ragazze di quanto dicono. Soltanto con quattro. Non tocca una ragazza da un anno passato. Lui non cerca il divertimento, ne ha avuto abbastanza, guarda dove l'ha portato. Lui vuole qualcuno che lo ami davvero, ma nessuno è disposto a farlo. "
A Trent si formò un groppo in gola, non riuscì a deglutire per lo shock. 
-" Ma allora perchè continuano a dire queste cose di lui se non sono vere? "
-" Per lo stesso motivo per cui Allison è una puttana, tu sei un finocchio e tutta la compilation. "
Non poteva crederci. Anche Duncan Nelson, come tutto il suo nuovo gruppo, era vittima di cattiveria e pettegolezzi, alla ricerca di affetto, comprensione, amore. Alla ricerca di una casa. Gli era impossibile concepirlo, ma era esattamente come lui. 
 
Il gruppo dei reietti marciava fieramente verso la mensa, sotto gli occhi sconvolti e adirati di chiunque ci fosse ad assistere alla scena. Agli estremi vi erano Ezekiel O'Leary, naturalmente per mano con Allison McLean, e Geoff Gordon; Duncan Nelson svettava tra Dawn Radcliff e Trent McCord. Sembravano una banda di rapinatori pronti ad attuare un colpo, ma evidentemente, da come stavano ridendo, coinvolgendo raramente anche il Marcio, non gliene poteva importare di meno di cosa pensassero le persone attorno a loro. 
Arrivati alla mensa, i ragazzi aggiunsero un altro tavolo allo sfortunato angolo infame, in modo che potessero stare più comodi; da un lato vi erano Allison, Geoff, che aveva insistito terribilmente per stare accanto a lei, e Trent, dall'altro Duncan, Zeke, che mai si era sentito più lontano dalla sua principessa, e Dawn.
I vassoi stracolmi di deliziose cibarie erano arrivati per merito dei cavalieri e finalmente tutti gustarono quell'attesissimo pranzo, coinvolgendosi a vicenda nelle conversazioni e nelle risa. Erano un bel gruppo, lo sapevano e ne andavano fieri. Duncan e Geoff in particolare, che si sentivano finalmente inclusi in qualcosa, esattamente come Trent e Dawn qualche settimana prima. Il Marcio cominciava addirittura a tollerare McCord, il quale a sua volta cercava di essere il più gentile possibile con quella specie di Doberman dalla cresta verde e la faccia coperta di piercing. 
C'era un'atmosfera sempre nuova in quel gruppo. Non erano più isole sperdute in un mare immenso e nero come la china, bensì un nuovo arcipelago, unito e sempre più vicino, pronto a combattere contro ogni tempesta senza più alcuna paura. Era importante non essere soli al mondo, essere insieme a qualcuno che li amasse seriamente, per com'erano e non per come apparivano, senza dare mai un giudizio negativo e sempre pronti a sostenersi l'un l'altro. C'era un legame speciale tra di loro, era come se si conoscessero da sempre, malgrado si fossero insieme effettivamente da pochissimo tempo, tutto grazie a quello sventurato evento che aveva letteralmente colpito la più giovane del gruppo, la cupa ragazza in nero. Anche i due nuovi arrivati si erano visti accolti immediatamente, senza commenti, nè malizia e non potevano esserne più soddisfatti. 
-" Pensavamo di andare al ballo di Halloween. Vorreste unirvi? "
Allison pose tranquillamente quella domanda, rivolta ai due affascinanti armadi. Geoff e Duncan si guardarono senza parole, comunicando con lo sguardo e dicendosi mille cose in pochissimi secondi. Non avevano programmi definiti per la serata, quindi perchè no?
-" Ma certo! Finalmente qualcuno di interessante con cui passare il compleanno, eh Dunky? "
-" Davvero? Il tuo compleanno è ad Halloween? "
Tutti avevano lo sguardo puntato sul ragazzo dall'appariscente cresta verde, che smise di mangiare, restando con la forchetta in sospeso e gli occhi fissi in quelli da lupo di Allison. Erano davvero magnetici. 
-" Uhm... Sì. "
Con un sorrisetto soddisfatto e uno sguardo quanto meno provocante, la ragazza sbocconcellò un pezzo di hamburger.
-" Allora avrai la festa migliore del mondo. Giusto ragazzi? "
Tutti risposero più che positivamente, quasi gridando con gioia e strappando un sincero sorriso a quel corvo di Duncan; lui e Allison si lanciarono un'ultima occhiata complice, uno scambio meraviglioso che tutti percepirono sulla loro pelle. Sarebbero stati una coppia meravigliosa. 
-" Avete già qualche idea? "
domandò Geoff, e tutti ovviamente scossero la testa.
-" Volevamo incontrarci per progettare i costumi. Potreste venire anche voi, che ne dite? "
propose Dawn. Inutile dire che i ragazzi furono d'accordo. 
Il gruppo si perse nuovamente in chiacchiere allegre e spensierate, mentre Allison e Duncan ascoltavano in silenzio. Si isolarono lentamente, un secondo alla volta, soltanto loro due, degli sguardi sfuggenti e dei sorrisetti sotto i baffi. Non parlavano, si limitavano a quegli scambi di complicità sotto gli occhi da falco di Ezekiel senza nemmeno accorgersene, presi com'erano dalla loro alchimia. Si perdevano nelle loro iridi di colore tanto raro quanto una pietra filosofale, nel mare limpido di Duncan o nella distesa di ghiaccio di Allison, come se dietro ad essi fosse stato nascosto un mondo intero. Forse era così. Erano occhi troppo speciali per essere soltanto tali. Nessuno si rendeva conto che lo stesso valeva anche per gli altri. Gli occhi grigio perla di Zeke, quelli verde foresta di Trent, quelli azzurro-argentei di Dawn, quelli zaffiro di Geoff e più tardi i blu notte di Scott.
-" Dovresti vederli al sole. Lì sono fantastici per davvero. "
sussurrò Zeke al punk rocker, facendolo arrossire fino alla punta dei capelli; la ragazza di fiamma era presa dalla conversazione tra Trent e Dawn a proposito di biologia, non prestava attenzione a loro due e di questo ne approfittarono entrambi. Non si sforzò nemmeno di negare l'attrazione per quegli specchi meravigliosi. 
-" Immagino. "
-" No, per niente. Non vedrai mai più degli occhi del genere, soprattutto che ti guardano in quel modo. "
Duncan volle domandargli di che cosa stesse parlando, ma il ragazzo riprese a parlare con Geoff, commentando l'erudizione dei due compari che da un quarto d'ora parlavano dei biomeccanismi della foresta amazzonica. Eppure si impresse quelle parole nella mente, guardando quella complessa e silenziosa creatura dai capelli così rossi e lucenti da far male. Di tutte le ragazze belle che aveva incontrato e avuto nella sua vita, quella era di gran lunga la migliore. Oggettivamente, non era così naturalmente dotata; era magra, proporzionata, ma nulla più. Era più piatta di tante altre, il viso era smunto e pallido, effetto accentuato da quei chili di matita nera attorno alle palpebre. Ma c'era qualcosa dentro di lei che la rendeva stupenda. Non sapeva cosa, ma c'era e lui la sentiva. Per la prima volta in vita sua, sentiva.
-" Dunque, dove e quando dovremmo incontrarci? "
domandò Geoff alla fine della mensa, mentre uscivano insieme dallo stanzone. 
-" Io conosco un posto. È nella foresta. È facilmente raggiungibile da casa mia, quindi potreste venire lì e ci andremmo tutti insieme. "
intervenne Dawn.
-" A me sembra un'ottima idea. "
sostenne Trent, e il gruppo intero fu d'accordo. Fu deciso per qualche giorno più tardi, nel primo pomeriggio. Ognuno sarebbe arrivato per fatti suoi, a meno che non si fossero incrociati per strada. Era emozionante, si sarebbero incontrati come un grande gruppo, un fierissimo branco, e come tale avrebbero trovato il loro rifugio nel bosco, il loro ambiente naturale. Non vedevano l'ora. 
Ma per il momento avrebbero dovuto presentarsi alle lezioni e cercare di prestare attenzione. Si separarono nuovamente, anche se Geoff non voleva staccarsi dalla sua gattina preferita. Fu Ezekiel ad estirparlo dalla sua sorellina, prendendolo per un orecchio e trascinandolo via tra le risa a crepapelle dei compagni. Quel ragazzo era una vera piaga, ma era simpatico come pochi.
 
Quando l'ultima campanella suonò, liberando gli studenti dal supplizio scolastico, il cielo si era lievemente schiarito, facendo colare alcune dita di luce pallida sulla cittadina, tra le foglie e gli aghi d'abete fino all'asfalto umido e gelido. I ragazzi uscirono volentieri dall'edificio, respirando l'aria frizzante e leggermente più piacevole. Era un clima inconsueto in quei giorni, ma non certo disprezzato.
Scott Laughton era fuori da qualche minuto, ad attendere con impazienza e con un insolito groppo allo stomaco, i denti stretti e un nervosismo crescente; teneva le mani calcate nella giacca di jeans, battendo ritmicamente la punta del piede a terra. Non sapeva se sarebbe stato in grado di farlo, ma ormai era troppo tardi. Li vide scendere la breve rampa di scale, tutti e sei, compresa Dawn, bellissima come sempre. Ecco il branco. Si avvicinò mesto, respirando profondamente e tremando senza controllo, con tutta l'umiltà con cui si era presentato a casa Radcliff, se non di più, e aspettò con un nodo in gola.
Il primo ad inquadrarlo fu Ezekiel, natuaralmente, che si bloccò nel mezzo del cortile, alla fine degli scalini di cemento grigio. Pose immediatamente un braccio davanti ad Allison, facendo fermare lei e poi tutto il gruppo. Quella marea di occhi addosso lo spaventava a morte, soprattutto quelli dei ragazzi; anche Dawn lo guardava, ma gli sorrideva con fiducia e un velato timore. Fu quello a dargli la forza, altrimenti sarebbe scappato via o svenuto.
-" V-volevo parlare con Allison... Se per lei va bene. "
La ragazza in questione aveva notato subito qualcosa di diverso in lui. Negli occhi scuri come il manto notturno non aveva più quell'aria piena di sè o la membrava di malvagità che sembrava opacizzarli, ma lo sguardo di un cerbiatto impaurito, limpido come una bella giornata invernale. Guardò per un attimo Zeke, facendo un cenno con la testa e abbassandogli dolcemente il braccio con le dita fine; si voltò verso gli altri, sorridendo a tutti e avanzando molto lentamente di qualche passo, assicurandosi che stessero indietro. La battaglia era sua, di nessun altro.
Nonostante fosse relativamente più bassa di lui, Allison sembrava sovrastarlo come un enorme grattacielo su una casupola di campagna. Lo fissava con apatia spaventosa, aspettando le sue parole con i pugni serrati e i denti stretti. Abbassò umilmente gli occhi, non si sentiva in grado di sostenere quello sguardo inceneritore, ma parlò abbastanza forte da farsi sentire anche dal resto del gruppo. Doveva mostrare quel minimo di coraggio che gli restava.
-" H-ho sbagliato... N-non avrei mai dovuto farti tutte quelle cose... M-mi d- "
Qualcosa di incredibilmente forte andò ad infrangersi sulla sua guancia, rivoltandogli la testa verso destra e sbilanciandolo; fece soltanto in tempo a vedere la ragazzina che gli stampava un altro cazzotto in piena faccia prima di atterrare sul cemento del parcheggio, stordito e con la bocca sanguinante. Sentiva il sapore metallico scendere lungo la gola. Alle loro spalle, Geoff aspirava aria dai denti, ammirando con mesto orrore quei colpi, mentre Duncan iniziava a ridersela di cuore. Gli altri guardavano in silenzio, scioccati dalla violenza e dalla furia dell'amica. 
-" Alzati. Avanti, alzati! "
Scott non potè fare altro che obbedire. Si passò una mano sulle labbra e la vide sporca di sangue. Vide chiaramente il ginocchio di Allison andare a colpire proprio , seguito da un ultimo destro che lo ributtò a terra con violenza impressionante. Il dolore che provava non lo si poteva descrivere. Era stato picchiato tante volte in vita sua, ma le botte date per odio o vendetta facevano più male di ogni altra cosa. Restò immobile, con le mani al cavallo dei pantaloni e le lacrime agli occhi. Sapeva di meritarsele, eppure era terribile. Si era molto pentito di quello che aveva fatto. 
Duncan continuava a ridere come un matto, tenendosi stomaco indolenzito e ammirando le doti innate di quella piccola gatta selvatica, come la chiamava Geoff, e gli altri, a parte Dawn, godevano segretamente. Era molto soddisfacente vedere quello stronzo ricevere quello che si meritava, soprattutto dalla loro beniamina. Allison intanto si era allontanata di un passo, ascoltando quasi divertita le risate sonore e grasse del Marcio mentre riprendeva fiato. Da un bel po' non si cimentava in una rissa e l'aveva molto affaticata, oltre che scorticarle leggermente le nocche della mano destra. Dopo alcuni secondi si riavvicinò a Scott, ancora disteso a terra a combattere con il dolore all'inguine. Da un lato era molto contenta di avergli fatto tutto quel male. Era stata fatta giustizia, per lei e per tutti quelli su cui gli era accanito senza alcun motivo apparente. 
-" Allison! "
la voce preoccupata di Dawn la fece voltare di scatto; vide la sua amica davanti ad Ezekiel con le lacrime agli occhi, ma la rassicurò con un cenno della mano. Allungò fieramente un braccio verso il ragazzo che per anni l'aveva bullizzata e umiliata e lui la guardò sconvolto e spaventato, la faccia somigliante ad un grosso hamburger con ketchup. Non credeva di essere ancora capace di ridurre qualcuno in quello stato pietoso, ma evidentemente era così.
-" Adesso siamo pari. Avanti, tirati su, nessuno ti farà nulla. "
Il ragazzo afferrò le dita fine e pallide di quella furia, che fu incredibilmente abbastanza forte da tirarlo su da terra. Gli girava la testa per tutto il male che si era preso in così poco tempo, ma riusciva a reggersi sui suoi piedi. Era uno tosto, dovevano ammetterlo; Trent per esempio dopo tante botte sarebbe rimasto lì per terra per minimo tre giorni.
Allison non lasciò la sua mano, lo tirò a sè, in modo da potergli parlare nell'orecchio. Ormai la sua vicinanza non era più un problema : aveva pagato il suo debito e i suoi occhi non mentivano.
-" Tuo padre ti picchia ancora? "
Con amarezza, Scott annuì. Lanciò un'occhiata verso il gruppo, che si stava lentamente accostando a loro. Non avevano più tanto odio nello sguardo, cosa che da un certo punto lo rassicurò. Lei rispose con un mugugno intristito, poi si rivolse ai suoi amici, ancora una volta senza lasciare la sua mano.
-" Ragazzi, abbiamo un nuovo membro del gruppo. Trattatelo bene, ora è uno di noi. Benvenuto nel club dei reietti, Squalo. "
Strinse con determinazione le dita fine attorno al suo palmo decisamente più grande, guardandolo con un sorriso enigmatico tipico di lei. Inaspettatamente, gli altri la imitarono, accennando sorrisetti tirati; tutti tranne Duncan Nelson, in quale lo salutò semplicemente con un cenno della testa. Non ci fece molto caso, sapeva perfettamente con chi aveva a che fare. 
-" Dawn ci ha raccontato tutto cinque minuti prima di uscire. Ci ha raccontato anche dei lividi e dei sensi di colpa. Non devi essere nè arrabbiato, nè imbarazzato. Ti avevo perdonato molto prima di spaccarti quella faccia di merda, ma volevo togliermi la soddisfazione. "
-" E anche a noi. "
aggiunsero Zeke e Geoff all'unisono, battenosi un cinque e ridendo per la loro telepatia. Gli dissero queste cose con il sorriso sulle labbra, senza rabbia o cattiveria. Giustizia era stata fatta e ora stavano tutti bene. 
-" U-un momento... Mi volete nel vostro gruppo? "
-" Ti staremmo spellando vivo se non fosse così. "
rispose Ezekiel, con la sua solita apatia. Dawn gli si affiancò, sorridendogli fiera; Scott ricambiò con tutta la tenerezza che aveva in corpo, mormorandole un grazie con un sorriso ebete che fece arrossire completamente la ragazza. Geoff gli battè una pacca sulla spalla, dieci volte più forte del normale, ma gli sorrise fiduciosamente. 
-" Benvenuto, Gingerbread. Tocca la mia ragazza e ti spezzo le gambe. "
e gli strizzò l'occhio.
-" Quale ragazza? "
-" Tutte! "
gridò l'australiano, cogliendo di sorpresa Allison e prendendola nuovamente in braccio, per poi correre via.
-" Maledetto, riportala indietro! "
lo minacciò Zeke, condendo il tutto con insulti vari prima di inseguirlo e facendo ridere gli altri a crepapelle, il Marcio compreso. Era un bel gruppo, doveva ammettere, anche se era ancora molto in soggezione. In fondo, aveva parecchio di cui farsi perdonare e anche gli altri non si sarebbero ammorbiditi molto facilmente. 
I ragazzi si avviarono verso le loro rispettive case, ridendo e scherzando, apprezzando fino all'ultimo la loro reciproca compagnia, incoscienti che il loro destino si stava compiendo. Tutto stava andando secondo i piani. I Sette erano riuniti. Ora dovevano soltanto attendere.
   
 
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