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Autore: Regina Oscura    29/07/2009    1 recensioni
Storia all'inizio molto misteriosa, il primo capitolo è piuttosto strano beh...questo per me che scrivo sempre storie comiche. Il protaonista del primo capitolo è un ragazzo piuttosto bizzarro: Aveva lunghi capelli mori legati in una coda che quasi toccava la coscia, una pelle lattea, eterea e così pallida che sembrava non aver mai visto la luce del sole.E gli occhi... Sorpresa!!!leggete e scoprite! *Milli lin* p.s non so, mi sa che ho sbagliato a postarlo in azione, ditemi voi dove spostarlo please ^^
Genere: Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E ce lo fatta, dicevo che non sarei mai riuscita a scrivere questo complesso e arzigogolato capitolo, è lungo, è difficile, è una cosa da O_O.

Sì lo so sembra che mi faccio i complimenti da sola ma non è vero non mi piace molto ma il mistero si infittisce, anche troppo…

Perché esagero sempre così tanto? Lasciate perdere e commentate ^^

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Capitolo 19

-Vattene!- gridò Amy terrorizzata, Josh si bloccò e fissò la ragazza, aveva paura, lo temeva, lo odiava.

Ma lui doveva salvarla, voleva salvarla, a tutti i costi.

-Ti prego io voglio solo aiutarti…- lo sussurrò lentamente cercando di sembrare affidabile, sorridendo meglio che poteva.

Ma dentro di se, la tempesta imperversava fra i suoi sentimenti e milioni di onde portavano via, al largo, ogni sua sicurezza, allagando la sua spiaggia di amore, con nient’altro che odio.

Odio puro, potente, che sembrava voler distruggere ogni suo altro sentimento, un odio che forse non avrebbe saputo contenere.

Lei fece un altro passo indietro, guardandolo con quegli occhi sgranati, di cui la paura era l’unico padrone.

L’odio traspariva da ogni espressione del ragazzo, la rabbia, la morte, gli Ordini della Madre, tutto era visibile nel suo viso tirato in quel sorriso malato, in quel sorriso falso.

-Non puoi aiutarmi- sussurrò lei-Stammi lontano!

Josh si tratteneva respingeva ogni voce, ogni ordine di quella donna, ricreava pietra dopo pietra, la sua piccola spiaggia di salvezza, lui non apparteneva a nessuno!

Harry si avvicino al moro, doveva avvertirlo, lui era un pericolo per quella ragazza, avvicinarsi a lei avrebbe solo peggiorato la situazione.

Ma non fece in tempo, il ragazzo corse incontro ad Amy e la trattenne per le mani, stringendole con forza fra le sue.

Lo sguardo della ragazza era lo stesso di un cane in trappola, continuava a tirare le mani di Josh via dalle sue cercando di scappare, fuggire il più lontano possibile.

Perdeva forza, non riusciva più a muoversi, il corpo tornava in balia dell’altra anima, sentiva ogni membra, ogni singolo muscolo abbandonarla, come se la estirpassero dal suo stesso corpo.

Gli occhi verdi di Josh che la guardavano con apprensione furono l’ultima cosa che vide.

-Amy stai bene?- chiese il ragazzo guardando il corpo dell’amica che sembrava privo di vita e ricadeva leggero e senza peso a terra, sostenuto solo dalle sue mani.

Uno strano calore penetrò nel suo corpo, un calore sempre più doloroso.

La ragazza che tratteneva tirò su il volto e lo fissò con un sorriso cupo, non era Amy, non più, gli occhi più scuri e meno profondi lo squadravano con un’espressione piatta.

Una risata maligna che non apparteneva alla’amica si levò in aria -Credo che Amy stia bene, ma non ne sono proprio sicura- lo disse in modo maligno continuando a sorridere con aria di scherno.

Un’aura luminosa avvolse prima lei poi si impadronì anche di Josh.

Il ragazzo serrò gli occhi e strinse i pugni attorno ai polsi della ragazza, il bruciore lo rodeva distruggendolo, i suoi pensieri si facevano sempre più rarefatti, discontinui e deboli.

Ma sapeva che non avrebbe mai lasciato la presa, mai, a costo di sacrificare la sua stessa vita.

Quella malefica luce argentea lo stava uccidendo lentamente facendolo soffrire ogni secondo di più, non riusciva più a respirare, a vedere, non riusciva più a fare nulla, ma non avrebbe allentato la presa.

Harry guardava la scena impotente, non poteva fare nulla, nulla, come avvicinarsi? Probabilmente appena toccata quella barriera sarebbe morto, ma doveva, voleva salvare Josh.

Corse incontro ai due ragazzi -Josh!- urlò sfiorando il braccio dell’giovane Cacciatore.

Ritrasse immediatamente la mano, era come se l’avesse appoggiata sopra delle fiamme ardenti, era annerita e scottava, un dolore insopportabile.

-Non avvicinarti- sussurrò a fatica Josh -Per te è molto più doloroso- e sorrise a fatica, quel sorriso somigliava più ad una smorfia di dolore.

Katia rise di nuovo, mentre quella fiamma le bruciava sempre più potente nel petto -Perché non lasci la presa Cacciatore?

Lui la guardò con odio, era solo un’immagine confusa che traballava nell'oblio dei suoi pensieri vuoti -Dovessi anche morire- mormorò a fatica -Dovesse anche rimanere di me solo quel poco che è umano, io non ti lascerò!

Gli occhi della ragazza brillano un attimo di una profondità e di un chiarore che lui conosceva bene, Amy lo stava sentendo e di sicuro sarebbe riuscito a liberarla, ci sarebbe riuscito.

-Io…Io ti amo Amy!- lo gridò con tutta la forza che gli rimaneva nei polmoni, lo gridò nell’ultimo alito di ossigeno che gli rimaneva.

La luce e il dolore smisero immediatamente ed Amy era lì, in piedi, davanti a lui con dipinta in viso un’ espressione spaventata.

-Scusa- balbettò tormentandosi le mani con nervosismo, vedeva il suo migliore amico dolorante, con il respiro affannoso che la fissava sorridendo a fatica e sapeva che tutto quel dolore era stato provocato da lei, era per colpa sua se lui soffriva.

Josh lasciò le mani della ragazza e cadde un attimo in ginocchio abbandonandosi, lei era viva, era riuscito a salvarla, ce l’aveva fatta…

Si rialzò traballante e l’abbracciò con forza -Amy sono contento che tu sia tornata- affondò il volto nei suoi capelli odorandone il profumo e accarezzandoli con dolcezza fra le sue dita.

Lei lo scansò via, no, non dovevano restare vicini, altrimenti sarebbe successo di nuovo.

Il giovane Cacciatore la fissò strabuzzando gli occhi, cosa stava succedendo?

-Lasciami, non voglio che succeda!- gridò la ragazza correndo via.

 

Caen spalancò gli occhi, era nell’immenso e deserto salotto di casa sua, immerso nell’oscurità più totale.

Si passò una mano sulla fronte, un liquido appiccicoso gli si incollò alle dita, era completamente ricoperto di sudore.

Si alzò a fatica dal divano, sentì tutte le sue ossa scricchiolare in modo sinistro, doveva essere rimasto a lungo in una posa strana.

Si alzò in piedi e assaporò lo strano silenzio che lo avvolgeva, un silenzio devastante.

Si sentiva di nuovo solo, come sempre, lo era sempre stato, eppure ora gli sembrava tremendo.

Il cuore gli batteva all’impazzata nel petto, quasi volesse sbattere contro le costole.

Doveva aver fatto un incubo, no impossibile, in vita sua non aveva mai sognato.

Era successo qualcosa, se lo sentiva dentro, gli si stringeva lo stomaco e un pensiero insistente gli martellava il cervello.

Un pensiero terribile.

Josh, gli è successo qualcosa...

Non riusciva nemmeno a immaginare cosa potesse essere accaduto al fratello, non poteva aspettare un secondo di più.

Aprì l’armadio e prese il primo mantello che trovò, si tolse quello fradicio di sudore che aveva addosso e lo indossò.

Spalancò la porta e saltò via mentre l’afa estiva lo investiva e il sole, forte e potente illuminava ogni cosa.

Sparì nei vicoli più scuri e si mimetizzò in quelle stradine strette e anguste.

 

Amy corse via, scappò allontanandosi da ciò che amava di più.

Scattò in avanti con gli occhi appannati dalle lacrime, tutto attorno a lei sfumava, svaniva, e diveniva solo un guazzabuglio di colori e di forme prive di senso immerse nel oceano dei suoi occhi .

Josh rimase immobile, le braccia lungo i fianchi, la posizione eretta, gli occhi sgranati puntati sulle spalle della ragazza che si allontanavano da lui.

Gli sembrò che il mondo si sgretolasse sotto di lui, che i muri gli crollassero sopra la testa sommergendolo e che una voragine senza fine lo ingoiasse stringendogli il cuore.

Harry gli si avvicinò con passi leggeri e lenti - Josh…- mormorò, il ragazzo non si voltava, pietrificato in quel attimo per l’eternità.

-Josh cosa fai qui?!Non volevi salvarla?- gli batté una mano sulla spalla, ma il moro sembrò non volersi riscuotere.

-Devi salvarla!- ripeté Harry, sapeva che non avrebbe dovuto nemmeno pensare quel verbo, ma sapeva che l’avrebbe risvegliato.

Era una parola terribile, una parola che gli ricordava nient’altro che fantocci e marionette, nient’altro che corpi, corpi venduti senz’anima per combattere per una donna spietata.

Josh si voltò, lo sguardo vuoto, gli occhi di un verde spento, morto e l’espressione priva di vita.

Guardò la mano annerita dell’amico, doveva essere un dolore tremendo, anche lui soffriva, ma non c’era confronto, lui si sentiva solamente bruciare.

Strinse i pugni, perché aveva spinto chi era riuscito a scappare di nuovo in quel baratro infinito?

Aveva condannato anche Harry, l’aveva condannato da sempre, da quando era svenuto a scuola, l’aveva condotto a una vita priva di se stessa, una vita di prigionia.

Scusa non riuscì a pensare altro vedendo il ragazzo che lo fissava con preoccupazione e lo spingeva ad andare avanti e a salvare Amy Scusa, è solo colpa mia, perché ti ho obbligato a seguirmi?

Corse dietro ad Amy, lei zoppicava, andava piano accecata dalle lacrime, la raggiunse in fretta e cercò di bloccarla.

L’avrebbe fermata, l’avrebbe salvata, ci sarebbe riuscito

Lei svoltò improvvisamente di scatto, e si gettò dietro una porta vecchia e tarlata e la chiuse con forza dietro di se.

Josh si avvicinò lentamente alla porta a passi silenziosi e lenti, piegava appena l’erba sotto di se.

Si appoggiò alla porta e ascoltò il respiro frettoloso e ansimante dell’amica,lo ascoltò a lungo, lei era appoggiata con la schiena contro la porta nel tentativo di bloccarlo.

Lui si mise nella stessa posizione come per sentirsi vicino a lei e rimase immobile con la schiena appoggiata alla porta per molto tempo, finché non sentì il respiro di Amy regolarizzarsi e rallentare.

-Amy?- chiese con voce debole aspettando una risposta.

-Vattene- ringhiò lei dall’altra parte -Non so cosa potrebbe succedere se io e te ci vedessimo di nuovo, smettila di seguirmi, sparisci dalla mia vita, i Cacciatori non sono forse bravi a scomparire?

Più parlava più la sua voce si faceva debole, la udì singhiozzare anche se lei cercava di smorzare quel suono e di non piangere.

-Amy, giuro non ti accadrà nulla, non ti farò del male…- ma venne interrotto dalla ragazza, stava gridando accecata dall’odio, dalla rabbia, dal terrore…

-Io non ho paura di te!Non lo vuoi proprio capire?Io ho paura di perdere il controllo ho paura di ucciderti.

-Credimi anch’io avrei dovuto ucciderti, e ogni mio muscolo mi dice di farlo, ogni mio pensiero mi obbliga a ucciderti, ma non l’ho ancora fatto, sebbene ti sia stato così vicino…

Piombò la coltre del silenzio su di loro, nessuno ebbe il coraggio di parlare e rimasero in silenzio, un silenzio che diceva molto di più di quanto avrebbero potuto spiegare milioni di parole.

Harry guardava la scena seduto poco distante, il dolore che gli dilaniava il braccio era lancinante, sembrava che le dita gli dovessero cadere una dopo l’altra, eppure era assurdo, perché diamine Josh non soffriva neanche la metà di quello che pativa lui?

Arrivò all’improvviso, come sempre, mentre scrutava gli occhi tristi e semichiusi del ragazzo puntati verso il cielo di quel chiarore estivo.

Fu il buio e poi la luce, come sempre, una luce bianca  e accecante, ma il luogo in cui si trovava non riusciva a riconoscerlo…

Era sotto un albero, la sovrastavano le sue fronde verdeggianti, fronde che coprivano a malapena il sole così accecante.

Assaporò quell’aria pungente, era eccitata, semplicemente eccitata, era fuggita, era riuscita a uscire.

Da quanto tempo non vedeva la luce del sole?Da quanto non riusciva a non sentire quella voce crudele?Da quanto tempo nella sua testa non c’erano solo silenzio e solo i suoi pensieri?

Sentì dei passi, passi leggeri che piegavano l’erba sotto il loro passaggio, ma erano silenziosi come quelli del gatto.

L’avevano già ritrovata?No era impossibile, no, non di già, alzò gli occhi con paura.

Davanti a lei, controluce, si ergeva l’ombra di un uomo, alto, magro e con una mano vicinissima al suo volto.

-Ciao cosa ci fai qui da sola?- era una voce giovane, gentile, non era un Cacciatore, non era nessuno che voleva riportarla indietro.

Lei sorrise nascondendosi le mani dentro le tasche, quelle sarebbero sempre appartenute a quella creatura malefica.

L’uomo si sedette vicino a lei, i suoi occhi verdi erano meravigliosi e lei si vide riflessa in quel prato senza confini -Vieni qui spesso?- chiese lui timidamente.

Lei si limitò a scuotere la testa, aveva paura di rispondere, di far sentire la sua voce...

Harry sbatte più volte le palpebre finché non si ritrovò di nuovo in quel prato vecchio e ingiallito, con la mano dolorante e davanti a se Josh ancora nella stessa posizione che sussurrava qualcosa rivolto al cielo.

Quella visione cancellava tutte le sue sicurezze, era un ricordo fresco, giovane, normale, un ricordo che molte ragazze avrebbero potuto avere.

Però era diverso dal solito, i colori erano sbiaditi, ingialliti come vecchie pergamene e i contorni del tutto erano sfocati ed imprecisi.

Cosa aveva visto?

Josh continuava a parlare, voleva salvarla, non l’avrebbe più lasciata sola, mai più.

-Ti prego vieni fuori, troverò un modo di liberare quell’anima senza ucciderti , ti fidi di me, no?- mormorò Josh scostandosi dalla porta per poter darle la possibilità di aprire la porta.

Dall’altra parte non provenne alcun suono, ma Josh rimase immobile guardando speranzoso la porta come se potesse vedere attraverso, come se potesse vedere Amy che si decideva ad uscire o che rimaneva immobile a piangere.

La porta si spalancò e la ragazza uscì di lì e lo raggiunse stringendolo a se con forza come per paura di perderlo, come se le potesse scomparire davanti agli occhi da un secondo all’altro.

-Josh, Josh brutto stupido, come credi che possa fidarmi di te?Certo che non mi fido di te!- chiuse gli occhi immergendosi nella spalla del ragazzo, era una bugia, mentiva a lui e mentiva a se stessa, non importava cosa Josh fosse, lei gli avrebbe sempre creduto.

Lui si staccò da quel abbraccio e sorrise, si guardarono intensamente negli occhi per un tempo che le parve infinito

Il ragazzo passò una mano sulla fronte di Amy e mormorò -Chiudi gli occhi ti prego, non guardare- la sua voce si incrinava e tremava.

La ragazza obbedì silenziosa e chiuse gli occhi, sarebbe stata salvata, ce l’avrebbe fatta, lei ci sarebbe riuscita, ci sarebbe riusciti insieme.

Amy venne pervasa da una sensazione violenta, lacerante, che le sottraeva la vita di mano.

Il corpo, la vita, le sensazioni le sfuggivano dalle dita trascinandola nell’obliò più assoluto.

Si allontanava sempre di più dalla realtà che si deformava davanti a lei, mentre i suoi pensieri si rarefacevano e si facevano distanti, irraggiungibili.

Mentre il vuoto più assoluto l’avvolgeva, un dolore acuto le squarciava il petto e sentiva che il cuore le veniva strappato dal petto.

Poi fu solo il buio.

Josh rimase in ginocchio immobile, a terra davanti a lui il corpo privo di vita di Amy.

Il ragazzo fissò quella pelle terrea, quel viso bloccato in quel espressione di dolore, la posizione innaturale degli arti e gli occhi, occhi bianchi, vuoti, privi di luce.

Erano gli occhi di un cadavere.

Amy era morta, e lui l’aveva uccisa, lui che stringeva ancora fra le mani la fiamma azzurra che conteneva la vita di quella ragazza.

L’anima si agitava con violenza fra le sue dita, si contorceva, si agitava lottando per fuggire.

Guizzava veloce, divampando senza sosta mentre la fiamme si ingrossavano o si ritiravano in una danza infinita.

Strinse le dita contro la fiammella, come per volerla strozzare.

Lasciò la presa e con movimenti precisi separò la vampa in due, una era l’anima di Amy, l’altra era l’anima di Katia.

Ora che le aveva divise stavano ferme in modi innaturale, immobili, come se neanche il vento le lambisse.

Harry osservava la scena da lontano, non avrebbe potuto aiutare in nessun modo Josh, perché era lui per primo che stava male.

Il dolore nel braccio si spandeva per tutto il braccio come un armata nemica che distrugge tutto nel suo passaggio.

Anche i suoi pensieri lo rodevano, il ricordo di quella ragazza sotto l’albero lo rodeva,chi era?

Non dovevano essere i ricordi della Madre quelli che lui vedeva?Ma allora che lei fosse la stessa donna?

No. Impossibile.

Eppure, proprio ora che pensava di aver capito tutto, proprio ora che pensava di aver sbrogliato il filo logico di quei ricordi e di aver creato un legame fra quelle immagini, arrivava quella visione incomprensibile.

Era di nuovo al punto di partenza, era di nuovo a zero.

Intanto Josh aveva steso la ragazza in modo composto, con il volto rivolto verso il cielo e le braccia e le gambe lunghe a terra.

Amy perdonami pensò il moro mentre si inginocchiava sopra la ragazza e le  poggiava tremante le mani sul petto è tutta colpa mia..

Una luce argentea si levò da sotto le sue mani, mentre le spingeva sempre più forte sul petto di lei.

La luce lo avvolgeva illuminando in modo innaturale il suo viso tirato in un espressione di dolore.

Una delle due vampe, l’unica rimasta, ribolliva e si dimenava, ma non poteva muoversi, era come bloccata a terra, contro il terreno.

Un vento innaturale si innalzava intorno a Amy animandone i capelli che si lasciavano agitare sinuosi e lunghi come serpenti attorno al suo viso.

Lui alzò le mani dal petto della ragazza e si riappoggiò a terra esausto, non aveva mai provato a riportare in vita qualcuno, se non avesse funzionato?

Si sentiva morire al solo pensiero.

Fissò a lungo la ragazza, speranzoso, non poteva abbandonare la sua unica e pallida speranza.

Il colorito di Amy si faceva più roseo, il petto ricominciava a battere ritmicamente, i polmoni si gonfiavano e sgonfiavano d’aria sempre più frequentemente e gli occhi si illuminavano sempre di più di vita e di coscienza.

Quando la ragazza si riprese del tutto si alzò in ginocchio e disse massaggiandosi la testa -Che diamine mi hai fatto?

Josh sentì le lacrime pungergli gli occhi, ma si limitò a guardarla cercando di trattenere il pianto -Oh Amy, ce l’ho fatta- si sfregò gli occhi con la manica del mantello -Sei salva…

Lei spinse lo sguardo verso la fiamma celeste che si agitava a terra e non poté più trattenersi - Devi spiegarmi tutto, spiegami.

 

*Milli Lin*

Kami =Manco io ho internet ç_ç infatti aggiorno molto lentamente…spero che mi seguirai lo stesso anche in questa avventura…. Ma non è detto che la madre sia umana solo metaforicamente uh uh

Olglish = Grazie mi riempi di fin troppi complimenti non è così bella sta storia, svengono tutti -_-,… credo sia una mia fissa insieme ai ragazzicon il codino e i mantelli le mie storie sono costellate di questi particolari.

Berry 345 = Mi hai recensito per prima grazie ç_ç non mi importa se è un po che manchi basta che provi a leggere questa povera storia trascurata….

   
 
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