E
ce lo fatta, dicevo che non
sarei mai riuscita a scrivere questo complesso e arzigogolato capitolo,
è
lungo, è difficile, è una cosa da O_O.
Sì
lo so sembra che mi faccio
i complimenti da sola ma non è vero non mi piace molto ma il
mistero si
infittisce, anche troppo…
Perché
esagero sempre così
tanto? Lasciate perdere e commentate ^^
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Capitolo
19
-Vattene!-
gridò Amy terrorizzata, Josh si bloccò e
fissò la ragazza, aveva paura, lo
temeva, lo odiava.
Ma
lui doveva salvarla, voleva salvarla, a tutti i costi.
-Ti
prego io voglio solo aiutarti…- lo sussurrò
lentamente cercando di sembrare
affidabile, sorridendo meglio che poteva.
Ma
dentro di se, la tempesta imperversava fra i suoi sentimenti e milioni
di onde
portavano via, al largo, ogni sua sicurezza, allagando la sua spiaggia
di
amore, con nient’altro che odio.
Odio
puro, potente, che sembrava voler distruggere ogni suo altro
sentimento, un
odio che forse non avrebbe saputo contenere.
Lei
fece un altro passo indietro, guardandolo con quegli occhi sgranati, di
cui la
paura era l’unico padrone.
L’odio
traspariva da ogni espressione del ragazzo, la rabbia, la morte, gli
Ordini
della Madre, tutto era visibile nel suo viso tirato in quel sorriso
malato, in
quel sorriso falso.
-Non
puoi aiutarmi- sussurrò lei-Stammi lontano!
Josh
si tratteneva respingeva ogni voce, ogni ordine di quella donna,
ricreava
pietra dopo pietra, la sua piccola spiaggia di salvezza, lui non
apparteneva a
nessuno!
Harry
si avvicino al moro, doveva avvertirlo, lui era un pericolo per quella
ragazza,
avvicinarsi a lei avrebbe solo peggiorato la situazione.
Ma
non fece in tempo, il ragazzo corse incontro ad Amy e la trattenne per
le mani,
stringendole con forza fra le sue.
Lo
sguardo della ragazza era lo stesso di un cane in trappola, continuava
a tirare
le mani di Josh via dalle sue cercando di scappare, fuggire il
più lontano
possibile.
Perdeva
forza, non riusciva più a muoversi, il corpo tornava in
balia dell’altra anima,
sentiva ogni membra, ogni singolo muscolo abbandonarla, come se la
estirpassero
dal suo stesso corpo.
Gli
occhi verdi di Josh che la guardavano con apprensione furono
l’ultima cosa che
vide.
-Amy
stai bene?- chiese il ragazzo guardando il corpo dell’amica
che sembrava privo
di vita e ricadeva leggero e senza peso a terra, sostenuto solo dalle
sue mani.
Uno
strano calore penetrò nel suo corpo, un calore sempre
più doloroso.
La
ragazza che tratteneva tirò su il volto e lo
fissò con un sorriso cupo, non era
Amy, non più, gli occhi più scuri e meno profondi
lo squadravano con un’espressione
piatta.
Una
risata maligna che non apparteneva alla’amica si
levò in aria -Credo che Amy
stia bene, ma non ne sono proprio sicura- lo disse in modo maligno
continuando
a sorridere con aria di scherno.
Un’aura
luminosa avvolse prima lei poi si impadronì anche di Josh.
Il
ragazzo serrò gli occhi e strinse i pugni attorno ai polsi
della ragazza, il
bruciore lo rodeva distruggendolo, i suoi pensieri si facevano sempre
più
rarefatti, discontinui e deboli.
Ma
sapeva che non avrebbe mai lasciato la presa, mai, a costo di
sacrificare la
sua stessa vita.
Quella
malefica luce argentea lo stava uccidendo lentamente facendolo soffrire
ogni
secondo di più, non riusciva più a respirare, a
vedere, non riusciva più a fare
nulla, ma non avrebbe allentato la presa.
Harry
guardava la scena impotente, non poteva fare nulla, nulla, come
avvicinarsi?
Probabilmente appena toccata quella barriera sarebbe morto, ma doveva,
voleva
salvare Josh.
Corse
incontro ai due ragazzi -Josh!- urlò sfiorando il braccio
dell’giovane
Cacciatore.
Ritrasse
immediatamente la mano, era come se l’avesse appoggiata sopra
delle fiamme
ardenti, era annerita e scottava, un dolore insopportabile.
-Non
avvicinarti- sussurrò a fatica Josh -Per te è
molto più doloroso- e sorrise a
fatica, quel sorriso somigliava più ad una smorfia di dolore.
Katia
rise di nuovo, mentre quella fiamma le bruciava sempre più
potente nel petto
-Perché non lasci la presa Cacciatore?
Lui
la guardò con odio, era solo un’immagine confusa
che traballava nell'oblio dei
suoi pensieri vuoti -Dovessi anche morire- mormorò a fatica
-Dovesse anche
rimanere di me solo quel poco che è umano, io non ti
lascerò!
Gli
occhi della ragazza brillano un attimo di una profondità e
di un chiarore che
lui conosceva bene, Amy lo stava sentendo e di sicuro sarebbe riuscito
a
liberarla, ci sarebbe riuscito.
-Io…Io
ti amo Amy!- lo gridò con tutta la forza che gli rimaneva
nei polmoni, lo gridò
nell’ultimo alito di ossigeno che gli rimaneva.
La
luce e il dolore smisero immediatamente ed Amy era lì, in
piedi, davanti a lui
con dipinta in viso un’ espressione spaventata.
-Scusa-
balbettò tormentandosi le mani con nervosismo, vedeva il suo
migliore amico
dolorante, con il respiro affannoso che la fissava sorridendo a fatica
e sapeva
che tutto quel dolore era stato provocato da lei, era per colpa sua se
lui
soffriva.
Josh
lasciò le mani della ragazza e cadde un attimo in ginocchio
abbandonandosi, lei
era viva, era riuscito a salvarla, ce l’aveva
fatta…
Si
rialzò traballante e l’abbracciò con
forza -Amy sono contento che tu sia
tornata- affondò il volto nei suoi capelli odorandone il
profumo e
accarezzandoli con dolcezza fra le sue dita.
Lei
lo scansò via, no, non dovevano restare vicini, altrimenti
sarebbe successo di
nuovo.
Il
giovane Cacciatore la fissò strabuzzando gli occhi, cosa
stava succedendo?
-Lasciami,
non voglio che succeda!- gridò la ragazza correndo via.
Caen
spalancò gli occhi, era nell’immenso e deserto
salotto di casa sua, immerso
nell’oscurità più totale.
Si
passò una mano sulla fronte, un liquido appiccicoso gli si
incollò alle dita,
era completamente ricoperto di sudore.
Si
alzò a fatica dal divano, sentì tutte le sue ossa
scricchiolare in modo
sinistro, doveva essere rimasto a lungo in una posa strana.
Si
alzò in piedi e assaporò lo strano silenzio che
lo avvolgeva, un silenzio
devastante.
Si
sentiva di nuovo solo, come sempre, lo era sempre stato, eppure ora gli
sembrava tremendo.
Il
cuore gli batteva all’impazzata nel petto, quasi volesse
sbattere contro le
costole.
Doveva
aver fatto un incubo, no impossibile, in vita sua non aveva mai sognato.
Era
successo qualcosa, se lo sentiva dentro, gli si stringeva lo stomaco e
un
pensiero insistente gli martellava il cervello.
Un
pensiero terribile.
Josh,
gli è successo
qualcosa...
Non
riusciva nemmeno a immaginare cosa potesse essere accaduto al fratello,
non
poteva aspettare un secondo di più.
Aprì
l’armadio e prese il primo mantello che trovò, si
tolse quello fradicio di
sudore che aveva addosso e lo indossò.
Spalancò
la porta e saltò via mentre l’afa estiva lo
investiva e il sole, forte e
potente illuminava ogni cosa.
Sparì
nei vicoli più scuri e si mimetizzò in quelle
stradine strette e anguste.
Amy
corse via, scappò allontanandosi da ciò che amava
di più.
Scattò
in avanti con gli occhi appannati dalle lacrime, tutto attorno a lei
sfumava,
svaniva, e diveniva solo un guazzabuglio di colori e di forme prive di
senso
immerse nel oceano dei suoi occhi .
Josh
rimase immobile, le braccia lungo i fianchi, la posizione eretta, gli
occhi
sgranati puntati sulle spalle della ragazza che si allontanavano da lui.
Gli
sembrò che il mondo si sgretolasse sotto di lui, che i muri
gli crollassero
sopra la testa sommergendolo e che una voragine senza fine lo ingoiasse
stringendogli il cuore.
Harry
gli si avvicinò con passi leggeri e lenti -
Josh…- mormorò, il ragazzo non si
voltava, pietrificato in quel attimo per
l’eternità.
-Josh
cosa fai qui?!Non volevi salvarla?- gli batté una mano sulla
spalla, ma il moro
sembrò non volersi riscuotere.
-Devi
salvarla!- ripeté Harry, sapeva che non avrebbe dovuto
nemmeno pensare quel
verbo, ma sapeva che l’avrebbe risvegliato.
Era
una parola terribile, una parola che gli ricordava
nient’altro che fantocci e
marionette, nient’altro che corpi, corpi venduti
senz’anima per combattere per
una donna spietata.
Josh
si voltò, lo sguardo vuoto, gli occhi di un verde spento,
morto e l’espressione
priva di vita.
Guardò
la mano annerita dell’amico, doveva essere un dolore
tremendo, anche lui
soffriva, ma non c’era confronto, lui si sentiva solamente
bruciare.
Strinse
i pugni, perché aveva spinto chi era riuscito a scappare di
nuovo in quel
baratro infinito?
Aveva
condannato anche Harry, l’aveva condannato da sempre, da
quando era svenuto a
scuola, l’aveva condotto a una vita priva di se stessa, una
vita di prigionia.
Scusa
non
riuscì a pensare
altro vedendo il ragazzo che lo fissava con preoccupazione e lo
spingeva ad
andare avanti e a salvare Amy Scusa,
è
solo colpa mia, perché ti ho obbligato a seguirmi?
Corse
dietro ad Amy, lei zoppicava, andava piano accecata dalle lacrime, la
raggiunse
in fretta e cercò di bloccarla.
L’avrebbe
fermata, l’avrebbe salvata, ci sarebbe riuscito
Lei
svoltò improvvisamente di scatto, e si gettò
dietro una porta vecchia e tarlata
e la chiuse con forza dietro di se.
Josh
si avvicinò lentamente alla porta a passi silenziosi e
lenti, piegava appena
l’erba sotto di se.
Si
appoggiò alla porta e ascoltò il respiro
frettoloso e ansimante dell’amica,lo
ascoltò a lungo, lei era appoggiata con la schiena contro la
porta nel
tentativo di bloccarlo.
Lui
si mise nella stessa posizione come per sentirsi vicino a lei e rimase
immobile
con la schiena appoggiata alla porta per molto tempo, finché
non sentì il
respiro di Amy regolarizzarsi e rallentare.
-Amy?-
chiese con voce debole aspettando una risposta.
-Vattene-
ringhiò lei dall’altra parte -Non so cosa potrebbe
succedere se io e te ci
vedessimo di nuovo, smettila di seguirmi, sparisci dalla mia vita, i
Cacciatori
non sono forse bravi a scomparire?
Più
parlava più la sua voce si faceva debole, la udì
singhiozzare anche se lei
cercava di smorzare quel suono e di non piangere.
-Amy,
giuro non ti accadrà nulla, non ti farò del
male…- ma venne interrotto dalla
ragazza, stava gridando accecata dall’odio, dalla rabbia, dal
terrore…
-Io
non ho paura di te!Non lo vuoi proprio capire?Io ho paura di perdere il
controllo ho paura di ucciderti.
-Credimi
anch’io avrei dovuto ucciderti, e ogni mio muscolo mi dice di
farlo, ogni mio
pensiero mi obbliga a ucciderti, ma non l’ho ancora fatto,
sebbene ti sia stato
così vicino…
Piombò
la coltre del silenzio su di loro, nessuno ebbe il coraggio di parlare
e
rimasero in silenzio, un silenzio che diceva molto di più di
quanto avrebbero
potuto spiegare milioni di parole.
Harry
guardava la scena seduto poco distante, il dolore che gli dilaniava il
braccio
era lancinante, sembrava che le dita gli dovessero cadere una dopo
l’altra,
eppure era assurdo, perché diamine Josh non soffriva neanche
la metà di quello
che pativa lui?
Arrivò
all’improvviso, come sempre, mentre scrutava gli occhi tristi
e semichiusi del
ragazzo puntati verso il cielo di quel chiarore estivo.
Fu
il buio e poi la luce, come sempre, una luce bianca e
accecante, ma il luogo in cui si trovava non
riusciva a riconoscerlo…
Era
sotto un albero,
la sovrastavano le sue fronde verdeggianti, fronde che coprivano a
malapena il
sole così accecante.
Assaporò
quell’aria
pungente, era eccitata, semplicemente eccitata, era fuggita, era
riuscita a
uscire.
Da
quanto tempo non
vedeva la luce del sole?Da quanto non riusciva a non sentire quella
voce
crudele?Da quanto tempo nella sua testa non c’erano solo
silenzio e solo i suoi
pensieri?
Sentì
dei passi,
passi leggeri che piegavano l’erba sotto il loro passaggio,
ma erano silenziosi
come quelli del gatto.
L’avevano
già
ritrovata?No era impossibile, no, non di già,
alzò gli occhi con paura.
Davanti
a lei,
controluce, si ergeva l’ombra di un uomo, alto, magro e con
una mano vicinissima
al suo volto.
-Ciao
cosa ci fai qui
da sola?- era una voce giovane, gentile, non era un Cacciatore, non era
nessuno
che voleva riportarla indietro.
Lei
sorrise
nascondendosi le mani dentro le tasche, quelle sarebbero sempre
appartenute a
quella creatura malefica.
L’uomo
si sedette vicino
a lei, i suoi occhi verdi erano meravigliosi e lei si vide riflessa in
quel
prato senza confini -Vieni qui spesso?- chiese lui timidamente.
Lei
si limitò a
scuotere la testa, aveva paura di rispondere, di far sentire la sua
voce...
Harry
sbatte più volte le palpebre finché non si
ritrovò di nuovo in quel prato
vecchio e ingiallito, con la mano dolorante e davanti a se Josh ancora
nella
stessa posizione che sussurrava qualcosa rivolto al cielo.
Quella
visione cancellava tutte le sue sicurezze, era un ricordo fresco,
giovane,
normale, un ricordo che molte ragazze avrebbero potuto avere.
Però
era diverso dal solito, i colori erano sbiaditi, ingialliti come
vecchie
pergamene e i contorni del tutto erano sfocati ed imprecisi.
Cosa
aveva visto?
Josh
continuava a parlare, voleva salvarla, non l’avrebbe
più lasciata sola, mai
più.
-Ti
prego vieni fuori, troverò un modo di liberare
quell’anima senza ucciderti , ti
fidi di me, no?- mormorò Josh scostandosi dalla porta per
poter darle la
possibilità di aprire la porta.
Dall’altra
parte non provenne alcun suono, ma Josh rimase immobile guardando
speranzoso la
porta come se potesse vedere attraverso, come se potesse vedere Amy che
si
decideva ad uscire o che rimaneva immobile a piangere.
La
porta si spalancò e la ragazza uscì di
lì e lo raggiunse stringendolo a se con
forza come per paura di perderlo, come se le potesse scomparire davanti
agli
occhi da un secondo all’altro.
-Josh,
Josh brutto stupido, come credi che possa fidarmi di te?Certo che non
mi fido
di te!- chiuse gli occhi immergendosi nella spalla del ragazzo, era una
bugia,
mentiva a lui e mentiva a se stessa, non importava cosa Josh fosse, lei
gli
avrebbe sempre creduto.
Lui
si staccò da quel abbraccio e sorrise, si guardarono
intensamente negli occhi per
un tempo che le parve infinito
Il
ragazzo passò una mano sulla fronte di Amy e
mormorò -Chiudi gli occhi ti
prego, non guardare- la sua voce si incrinava e tremava.
La
ragazza obbedì silenziosa e chiuse gli occhi, sarebbe stata
salvata, ce
l’avrebbe fatta, lei ci sarebbe riuscita, ci sarebbe riusciti
insieme.
Amy
venne pervasa da una sensazione violenta, lacerante, che le sottraeva
la vita
di mano.
Il
corpo, la vita, le sensazioni le sfuggivano dalle dita trascinandola
nell’obliò
più assoluto.
Si
allontanava sempre di più dalla realtà che si
deformava davanti a lei, mentre i
suoi pensieri si rarefacevano e si facevano distanti, irraggiungibili.
Mentre
il vuoto più assoluto l’avvolgeva, un dolore acuto
le squarciava il petto e
sentiva che il cuore le veniva strappato dal petto.
Poi
fu solo il buio.
Josh
rimase in ginocchio immobile, a terra davanti a lui il corpo privo di
vita di
Amy.
Il
ragazzo fissò quella pelle terrea, quel viso bloccato in
quel espressione di
dolore, la posizione innaturale degli arti e gli occhi, occhi bianchi,
vuoti,
privi di luce.
Erano
gli occhi di un cadavere.
Amy
era morta, e lui l’aveva uccisa, lui che stringeva ancora fra
le mani la fiamma
azzurra che conteneva la vita di quella ragazza.
L’anima
si agitava con violenza fra le sue dita, si contorceva, si agitava
lottando per
fuggire.
Guizzava
veloce, divampando senza sosta mentre la fiamme si ingrossavano o si
ritiravano
in una danza infinita.
Strinse
le dita contro la fiammella, come per volerla strozzare.
Lasciò
la presa e con movimenti precisi separò la vampa in due, una
era l’anima di
Amy, l’altra era l’anima di Katia.
Ora
che le aveva divise stavano ferme in modi innaturale, immobili, come se
neanche
il vento le lambisse.
Harry
osservava la scena da lontano, non avrebbe potuto aiutare in nessun
modo Josh,
perché era lui per primo che stava male.
Il
dolore nel braccio si spandeva per tutto il braccio come un armata
nemica che
distrugge tutto nel suo passaggio.
Anche
i suoi pensieri lo rodevano, il ricordo di quella ragazza sotto
l’albero lo
rodeva,chi era?
Non
dovevano essere i ricordi della Madre quelli che lui vedeva?Ma allora
che lei
fosse la stessa donna?
No.
Impossibile.
Eppure,
proprio ora che pensava di aver capito tutto, proprio ora che pensava
di aver
sbrogliato il filo logico di quei ricordi e di aver creato un legame
fra quelle
immagini, arrivava quella visione incomprensibile.
Era
di nuovo al punto di partenza, era di nuovo a zero.
Intanto
Josh aveva steso la ragazza in modo composto, con il volto rivolto
verso il
cielo e le braccia e le gambe lunghe a terra.
Amy
perdonami
pensò il moro mentre
si inginocchiava sopra la ragazza e le
poggiava tremante le mani sul petto è
tutta colpa mia..
Una
luce argentea si levò da sotto le sue mani, mentre le
spingeva sempre più forte
sul petto di lei.
La
luce lo avvolgeva illuminando in modo innaturale il suo viso tirato in
un
espressione di dolore.
Una
delle due vampe, l’unica rimasta, ribolliva e si dimenava, ma
non poteva
muoversi, era come bloccata a terra, contro il terreno.
Un
vento innaturale si innalzava intorno a Amy animandone i capelli che si
lasciavano agitare sinuosi e lunghi come serpenti attorno al suo viso.
Lui
alzò le mani dal petto della ragazza e si
riappoggiò a terra esausto, non aveva
mai provato a riportare in vita qualcuno, se non avesse funzionato?
Si
sentiva morire al solo pensiero.
Fissò
a lungo la ragazza, speranzoso, non poteva abbandonare la sua unica e
pallida
speranza.
Il
colorito di Amy si faceva più roseo, il petto ricominciava a
battere
ritmicamente, i polmoni si gonfiavano e sgonfiavano d’aria
sempre più
frequentemente e gli occhi si illuminavano sempre di più di
vita e di
coscienza.
Quando
la ragazza si riprese del tutto si alzò in ginocchio e disse
massaggiandosi la
testa -Che diamine mi hai fatto?
Josh
sentì le lacrime pungergli gli occhi, ma si
limitò a guardarla cercando di
trattenere il pianto -Oh Amy, ce l’ho fatta- si
sfregò gli occhi con la manica
del mantello -Sei salva…
Lei
spinse lo sguardo verso la fiamma celeste che si agitava a terra e non
poté più
trattenersi - Devi spiegarmi tutto, spiegami.
*Milli Lin*
Kami =Manco io ho internet
ç_ç infatti aggiorno molto
lentamente…spero che
mi seguirai lo stesso anche in questa avventura…. Ma non
è detto che la madre
sia umana solo metaforicamente uh uh
Olglish = Grazie mi riempi di fin troppi
complimenti non è così bella sta storia,
svengono tutti -_-,… credo sia una mia fissa insieme ai
ragazzicon il codino e
i mantelli le mie storie sono costellate di questi particolari.
Berry 345 = Mi hai recensito per prima grazie
ç_ç non mi importa se è un po
che manchi basta che provi a leggere questa povera storia
trascurata….