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Voci corrono per il Castello
M |
aestro
Ronald la fa stendere a letto, poi controlla le medicazioni. Ha preparato un
intruglio di latte di papavero che le ricorda suo padre, Ned Stark. Non vuole
berlo. Sono giorni che aspetta di vederlo uscire, poi si alza e lo versa fuori
dalla finestra.
Non vuole dormire. Non con quella roba che
ottunde i sensi.
Lascia che sfili le bende vecchie, sporche di
sangue, e la fasci di nuovo. Non vede l’ora che se ne vada. Vuole restare sola.
Ma poi lui parla. «Perdonami, Altezza.»
«Cosa c’è?»
«So che non dovrei dirtelo, ma credo che dovresti
evitare di restare sola con il Lord Comandante dei Guardiani della notte. Viste
le tue condizioni…»
«È mio fratello» ribatte prontamente Sansa. E
può venire a trovarmi tutte le volte che vuole.
«Infatti, Maestà. Per questo lo dico.»
Ora inizia a girarle la testa. Troppe emozioni
per quella giornata. E Maestro Ronald rischia solo di rovinare tutto. Vorrebbe
restare sola e concentrarsi su quanto è successo. Ricordare i bei momenti…
«Che cosa intendi?»
«Circolano voci, Altezza. Non è bene che…»
«Che voci? Di chi?»
Maestro Ronald lancia un’occhiata di sbieco a
Spettro, appollaiato davanti alla porta chiusa. «Da quando quel… quell’animale
resta sempre con te, le voci sono corse per il castello. Hanno raggiunto i lord
vicini, Maestà.»
Mi sento più sicura con Spettro vicino, pensa,
senza poterlo dire ad alta voce. È come se Jon fosse qui con me.
«Qual è il problema? Cosa dicono i lord?»
Il maestro si schiarisce la voce, non riesce più
a guardarla negli occhi. Posa il latte di papavero e si stringe le mani in
grembo, come se fosse troppo imbarazzato per continuare.
«Avanti, parla» lo incita Sansa. «Non sarà peggio
di tutte le cose sentite in passato.»
Joffrey parlava male. Il Mastino. I soldati, un
attimo prima di accorgersi della sua presenza. Crede di averle sentite tutte…
Puttana, sgualdrina, porcile, e un’infinità di altre parole, frasi e immagini
che una lady non dovrebbe conoscere.
«Come desideri…» Maestro Ronald tiene gli occhi
sul pavimento, ma un lieve rossore gli sale lungo il collo, colorandogli le
orecchie di un rosso acceso. «Parlano di te, Maestà. Di tuo fratello e del suo…
lupo.»
C’è un certo disprezzo nella sua voce, misto a un
terrore antico che Spettro non fa altro che alimentare: tiene gli occhi
incollati sull’uomo e, a quella parola, a quel tono, solleva le labbra e mostra
i denti. Un ringhio basso si propaga nella stanza, e la voce del maestro si
alza di un’ottava.
Ronald si sposta ai piedi del letto, lontano
dalla portata del muso di Spettro.
«Puoi… puoi richiamarlo, Maestà?»
Sansa aspetta un istante prima di spostare gli
occhi sul metalupo. Poi parla con voce calma, dolce, come se si stesse
rivolgendo a un bambino un po’ capriccioso. «Adesso basta, Spettro. Va tutto
bene.»
Spettro si passa la lingua sul muso, la infila
tra i denti e il suo respiro accelera.
«Dicono…» Ronald non sembra ansioso di parlare.
«Dicono cose che non posso riportare, Maestà.»
«Esigo di sapere cosa dicono, ora.» Gli occhi di
Sansa si assottigliano, ma il maestro non se ne accorge: sta ancora osservando
Spettro, allo stesso modo in cui una bambina con il terrore dei ragni studia la
tela per accertarsi che nessun animale venga verso di lei.
«Si tratta di tuo fratello, Maestà. Del fatto che
non ha mantenuto il suo giuramento la prima volta, e niente assicura che non
commetterà lo stesso errore.»
«Cosa c’entra questo con me?»
«Il suo lupo… il suo lupo è sempre con te. Se ti
spostassi per il castello, lo avresti sempre al tuo fianco, come in passato.
Girano voci su… sul periodo in cui Jon Snow ha regnato su Grande Inverno. Su di
te, seduta al suo fianco… Sembra che abbia aggredito un alto Lord per te, mia
Regina.»
Le mani di Sansa si aggrappano alle lenzuola.
«Chi?»
«Il defunto lord Baelish, Maestà.»
«Lord Baelish si è macchiato di tradimento, maestro.»
Sente il cuore battere più veloce. Non riesce a controllare il tremore alle
mani.
«Questo è accaduto prima del suo
tradimento. Pare che lui e altri intendessero rovesciare il Re. Quello che
molti lord temono, Altezza, è che avendolo di nuovo qui, a Grande Inverno, Lord
Snow possa… come dire… vendicarsi. Temono per la propria incolumità.»
«Continuo a non vedere un collegamento con me,
maestro. O con Spettro.»
Ma invece lo vede benissimo. Lo riconosce nel
bacio scambiato con Jon, con le sensazioni delle sue mani su di sé, nella
protezione di Spettro. Nel desiderio di averlo ancora lì, con lei, soli e
indisturbati, senza maestro Ronald a interromperli.
«Temono che tu possa essere plagiata da lui» dice
Ronald con un filo di voce. «Che lui voglia il potere, e per ottenerlo sia
disposto a rubare la virtù di sua sorella. E che il fatto di averti lasciato il
suo lupo ne sia la prova… In questo modo nessun altro, all’infuori di lui,
potrà toccarti.»
Sansa si sente avvampare all’improvviso, tutto in
una volta, come se qualcuno le avesse lanciato addosso olio e fiamme. Ogni
parte di lei – la sua mente, la sua mente – va a fuoco, e tutto ciò che
vorrebbe è rotolarsi nella neve, gettarsi in un lago ghiacciato per non uscirne
mai più.
Non può pensare di affrontare quei lord. E
nemmeno Jon.
Non dopo quanto ha sentito.
Ma Ronald non ha ancora concluso e, quando lo fa,
il cuore di Sansa perde un battito.
«Dicono che sua Maestà si sia indebolita dopo
l’attentato, che sia sotto il costante effetto del latte di papavero… Dicono
che Jon Snow le ruberà la Corona, che dichiarerà guerra a Brandon Stark per
impadronirsi di tutti e sette i regni. E dicono anche, Altezza, che forse
dovrebbero eleggere un nuovo Re… come ad Approdo del Re ne verrà eletto uno
nuovo alla dipartita di Re Brandon.»
N.d.A.:
Per rivedere Arya c’è da aspettare il prossimo
capitolo. Il suo incontro con Nymeria darà luogo a molte sorprese…
Mentre qui cominciano a scoprirsi gli altarini… e
forse il nord non è puro e fedele come sembrava.
Grazie a chi continua a seguire questa storia. Se
il capitolo vi è piaciuto, fatemelo sapere!
Celtica