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Autore: Gatto1967    18/09/2019    0 recensioni
C'era una volta una bionda bambina orfana che viveva alla Casa di Pony.

Un giorno incontrò un bellissimo principe e se ne innamorò perdutamente, ma poi andò a lavorare presso una ricca e cattiva famiglia…

Si vabbè, direte voi, ma questa è la solita storia di Candy Candy! La conosciamo a memoria, a chi vuoi darla a bere?


Dite? In effetti questa bambina si chiama Candy, e anche altri personaggi e situazioni di questa storia, sembrano coincidere.


Uhm..... però qualcosa non torna. La bionda protagonista sembra un pochino più "sboccatella" della Candy che conosciamo, ogni tanto le scappa qualche piccola parolaccia e qualche pensiero non proprio in linea con gli insegnamenti di quelle sante donne che l'hanno cresciuta.


Anche i personaggi intorno a lei sembrano un po' diversi da come ce li ricordiamo, ma.... quanto diversi?

Persino gli oggetti e i riferimenti che la circondano sembrano non essere tanto in linea con la storia originale e finanche gli eventi della grande Storia sul cui sfondo si svolge la vicenda sembrano diversi.


Ma che razza di storia è? Direte voi.

Non è la storia di Candy Candy, è la storia della piccola Candy.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Non avresti dovuto raccogliere la provocazione di quel farabutto, Candy.- disse la ragazza che la stava accompagnando nella sua stanza. 

-è un prepotente d’accordo, ma in questa casa lui e la sorella sono i padroni. La madre gli dà sempre ragione e il padre non c’è mai, e quando c’è si disinteressa completamente delle cose di casa. Nessuno prenderà le tue difese Candy.-

Candy sembrava determinata a non mandare giù quel rospo.

-E allora me ne andrò.-

-Hai un posto dove andare?-

La bambina sembrò riflettere, in teoria poteva tornare alla Casa di Pony. Miss Pony e Suor Maria l’avrebbero sicuramente accolta di nuovo con loro, ma poi pensò alle condizioni in cui versava l’orfanotrofio: spesso e volentieri i bambini saltavano i pasti e lei era la più grande, non poteva continuare a stare lì. Con una bocca in meno da sfamare forse le due donne che l’avevano cresciuta, avrebbero anche potuto cavarsela.

-No.- rispose abbassando la testa –Non ho un posto dove andare.-

-Dai retta a me Candy: lavati, cambiati d’abito e poi vai dalla signora Legan a scusarti. Vedrai che quei due prima o poi si stuferanno di te e ti lasceranno in pace.-

-Tu da quanto tempo lavori qui dentro?-

-Da due anni, i primi tempi sono stati duri, ma poi le cose sono migliorate. D’altronde il lavoro in questa casa mi serve per aiutare i miei genitori a mantenere i miei fratellini.-

-Come ti chiami?-

-Già è vero: non mi sono presentata. Io sono Dorothy Riker e ho quindici anni.-

-Sono contenta di conoscerti Dorothy, spero che diventeremo amiche.-

-Ma certo Candy!-

-Credo proprio che seguirò il tuo consiglio e andrò dalla signora Legan.-

 

Candy bussò alla porta dove aveva incontrato l’altezzosa signora, e alla risposta di quest’ultima entrò.

La signora Legan stava seduta sulla sua poltroncina accanto alla radio, e i suoi figli le stavano accanto.

-Ah, sei tu!- Fu l’aspra risposta della donna.

-Signora Legan, io… sono venuta a scusarmi del mio comportamento.-

Lo sguardo accigliato della signora Legan sembrò trapassarla da parte a parte.

-Senti orfanella, forse è meglio se ti metti in ginocchio per chiederci scusa!- disse Neal

La piccola Candy ebbe un sussulto, ma la signora Legan prese inaspettatamente le sue difese.

-Avanti Neal, non esagerare. In fondo Candy si è scusata spontaneamente. Per stavolta lasciamo correre, non credo proprio che la piccola Candy si lascerà andare come ha fatto oggi. 

E poi un’altra cosa ragazzi: questa bambina ha un nome, quando vi rivolgete a lei usate quello, sono stata chiara?-

I due perfidi ragazzini sembrarono sconcertati dal fatto che la madre li avesse messi in riga, mentre Candy tirò un sospiro di sollievo, forse la signora Legan non era così cattiva come sembrava.

-Bene Candy, puoi ritirarti. Come da accordi presi con la Casa di Pony, domani mattina seguirai le stesse lezioni private di mia figlia Elisa in questa casa, e poi dovrai essere al suo servizio per alcune ore stabilite. Hai capito bene?-

Il tono della signora non era certo accomodante.

-Si signora Legan, la ringrazio di nuovo signora.-

Dopo aver accennato un inchino Candy si voltò e uscì dalla stanza.

 

Cenò insieme alla variegata servitù di casa Legan, in una stanza spoglia e disadorna proprio di fianco alla cucina, non prima che i Legan avessero terminato la loro cena e si fossero ritirati ad ascoltare la radio nella stanza al piano di sopra.

-I Legan sono originari di Chicago.- spiegò il signor Picard, il giardiniere della villa –Il signor Legan e sua moglie si trasferirono a vivere qui a Lakewood sul finire degli anni ’20 al seguito di un’altra ricca famiglia con la quale sono imparentati, gli Ardley. 

Chicago era una città molto turbolenta durante il proibizionismo, le sparatorie in strada erano all’ordine del giorno, e le due ricche e potenti famiglie decisero di trasferirsi qui soprattutto per tenere i loro eredi al sicuro e lontani dai pericoli di quella città.-

Candy sembrava assaporare ogni boccone del cibo che aveva davanti. –Sei affamata Candy!- le disse allegramente Dorothy

-Oh sì, all’orfanotrofio non abbiamo mai avuto tanto cibo a disposizione!-

La parola orfanotrofio fece sussultare i presenti

-Sei un’orfana Candy?- le chiese la cuoca, la signora Laforge, una signora che sembrava aver passato da un pezzo i cinquanta.

-Si signora, sono stata abbandonata da piccola e sono cresciuta in un orfanotrofio nell’Indiana.-

-Ti… trattavano bene all’orfanotrofio Candy?- chiese con quanto più tatto poteva la stessa signora Laforge.

-Si certo! Miss Pony e Suor Maria sono due persone fantastiche! Per me sono state due autentiche mamme, ma sono povere, non hanno molto denaro a disposizione, e spesso noi bambini ci trovavamo a saltare i pasti.-

Le persone lì riunite ascoltavano commosse, con loro la vita era stata spesso dura e ingenerosa, ma con quella bambina sembrava essersi particolarmente accanita.

-Quanti anni hai Candy?-

-Ne ho tredici. In realtà non posso saperlo con certezza ma Miss Pony dice che quando ci trovarono sembravamo avere non più di tre mesi, e da questo dedussero che eravamo nate intorno a Maggio.-

-Vi ritrovarono?-

-Sì, venimmo trovate in due, abbandonate dentro due ceste fuori dall’orfanotrofio, io e un’altra bambina. Poi lei venne adottata e io rimasi sola. Alla Casa di Pony ero la più grande e così quando è capitata questa opportunità non mi sono sentita di dire di no. 

Senza di me ci sarà una bocca in meno da sfamare…-

Dorothy piangeva e non era la sola. Ora capiva quello che aveva pensato Candy quando qualche ora prima le aveva chiesto se avesse un altro posto dove andare.

 
   
 
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