Anime & Manga > Altro - anime/manga vari
Segui la storia  |       
Autore: kisachan    19/09/2019    1 recensioni
[Dororo]
Dororo sgranò gli occhi. Quella voce le era familiare,calda , limpida , dolce.
Quella persona si avvicinò a Dororo e si chinò verso di lei.
"Dororo?"
Era lui, Hyakkimaru!"
Vi ho incuriosito?
Correte a leggere la mia prima fanfiction su Dororo.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando ci siamo ritrovati: sentimenti



 

Dororo saltellava, schivando le pozzanghere che si erano formate  dalla pioggia lungo il sentiero.

Hyakkimaru la osservava con lo sguardo sereno.

Era felice, poiché vedeva che si era ripresa  dopo quella la notte così devastante per lei.

Dopotutto, lei era Dororo!

Sbuffò una risata, quando la vide inciampare su un sassolino e scivolò in terra.

Dororo si voltò sporca di fango e con i capelli arruffati.

A quella visione così buffa Hyakkimaru scoppiò a ridere.

Dororo gli urlò contro, assumendo espressioni stupidissime e buffe e implorando il bel samurai di aiutarla.

Hyakkimaru la raggiunse per poi sollevarla da terra.

“Dovresti farti un bel bagno, Dororo”le disse cercando di levarle via un po’ di fango sulle guance.

Dororo gli fece una linguaccia per poi lanciargli una palla di fango sulla faccia. “Ora devi fare il bagno anche tu, Hyakkimaru!”

E incominciò a scappare via, inseguita da Hyakkimaru,  che accettò la sfida lanciatogli e cercò di raggiungerla.

Correvano incontro al fiume, per poi buttarsi letteralmente dentro con tutti i vestiti, ridendo divertiti.

Dororo schizzava con l’acqua limpida e fresca Hyakkimaru, che la bloccò con entrambe le braccia da dietro. ”Ti ho presa!” Le bisbigliò in uno orecchio. L’atmosfera cambiò in un attimo. Ridevano e scherzavano fino a pochi minuti prima e in quel momento invece erano abbracciati, bagnati, stretti l’ uno all’altra.

 

Dororo poteva sentire i battiti del cuore di Hyakkimaru. Dolcemente  il bel samurai le girò il capo così che i loro sguardi si specchiassero l’una negli occhi dell’altro.

“Dororo.” Le disse Hyakkimaru per poi appoggiare le sue labbra sulla sua  nuca nuda e lucida grazie alle goccioline d’acqua.

Era lieve,  ma Dororo lo sentì. Un piccolo e delicato bacio sfiorò la sua pelle, che rabbrividì a quel contatto. Era bagnata, ma sentiva caldo e il punto in cui la baciò Hyakkimaru era bollente.

Dororo chinò il capo imbarazzata, i suoi capelli ribelli seguivano i suoi movimenti. Socchiuse gli occhi per poi lasciarsi cadere, seguita da Hyakkimaru che la teneva stretta sé.

Un forte imbarazzo la pervase. Quel contatto, pelle contro pelle, i loro corpi così vicini scombussolarono la ragazza. Hyakkimaru con il dorso della mano  le sfiorò appena il collo, per poi far scivolare le dita sul petto. 

“Posso sentire il tuo cuore attraverso la mano, Dororo.” Le disse con la voce bassa.

Era emozionato. Poter sentire con tutto il corpo, poter vedere, poter toccare la sua Dororo era un’emozione indescrivibile.

“Hyakkimaru… fermati!”
Gli disse Dororo quando il bel samurai le sfiorò il seno.

Non era stato un gesto volontario per Hyakkimaru. Fu un gesto innocente, spinto dalla felicità di averla di nuovo al suo fianco.

Dororo si scansò, stringendosi il petto e  chinata in avanti.
“Io non… sono ancora pronta per questo.” Biascicò la ragazza con le lacrime agli occhi.

Non capiva perché si comportasse in quel modo Dororo. Provava vergogna solo perché Hyakkimaru l’aveva appena sfiorata.

Non credeva di essere così timida, di essere così indifesa. Lei che se l’era sempre cavata da sola, che era sempre stata da sola.

Hyakkimaru la guardò incupito. Non voleva spaventarla in alcun modo.

Ancora gli erano ignari molti sentimenti che potesse provare un essere umano. Con il viso affranto si alzò e andò verso Dororo porgendole una mano.
“Mi dispiace, Dororo… non volevo spaventarti!” 

Le accarezzò il viso con entrambe le mani per poi appoggiare la fronte sulla sua.

Dororo pianse abbracciandolo forte.
“Scusami, Hyakkimaru, non volevo ferirti!”

Sapeva benissimo che il suo Aniki  non le avrebbe mai fatto del male.

Probabilmente in quell’attimo si era sentita impotente tra le braccia forti e possenti di un uomo.

Prima di allora non le faceva nessun effetto. Veniva spesso picchiata da piccola, ma lei sempre a testa alta e con orgoglio affrontava il pericolo.

Invece in quel momento non sapeva che fare. Nessuno le aveva spiegato come reagire, come comportarsi in quei momenti di intimità.

Aveva visto alcune volte di nascosto i suoi genitori da piccina, quando si concedevano alcuni momenti di romanticismo, ma mai oltre ai baci e alle carezze.

Doveva ammettere questa sua debolezza ed accettarla. Lei non vestiva più i panni di maschio ormai. Era una donna! 

“Hyakkimaru, io… mi dispiace”gli sussurrò, affondando poi il capo sul petto di Hyakkimaru che a sua volta appoggiò le labbra sui capelli bagnati della ragazza.
“Va tutto bene… ho capito, non piangere più.”

Rimasero abbracciati per un pò, senza dire una parola. Ascoltando il fruscio del fiume che scorreva lungo il sentiero e il suono del canto degli uccelli.

Il vento soffiava delicato, sfiorando i capelli dei due che si guardarono sorridendo.



 


Arrivati al villaggio, i due si guardavano intorno. Erano piacevolmente sorpresi che almeno in quel villaggio la quiete non era stata intaccata.

Le risate allegre dei bambini che giocavano, il profumo invitante dei manju appena cotti  che c'era nell’aria, sembrava che finalmente in quel viaggio potessero fare un sospiro di sollievo.

Dororo, entusiasta, incominciò a correre verso le varie bancarelle.

Vederla così allegra era una cura per l’animo scalfito di Hyakkimaru.

Sorrise e le andò incontro.

“Visitiamo un po’ questo villaggio.” Le disse mettendosi al suo fianco.

Dororo fece un sorriso dolcissimo.
“Sì, divertiamoci un po’, ce lo meritiamo dopo tutto questo viaggiare.” E detto ciò lo prese per mano per visitare la prossima bancarella.

Camminavano, fermandosi ad ogni bancarella che attirava la loro attenzione.

Dororo riuscì ad acquistare i semi per il raccolto, coperte nuove e diversi tessuti per cucire nuovi kimoni per i bambini del rifugio che sarebbero serviti  per l’inverno.

Hyakkimaru la seguiva silenzioso, resosi conto che prima o poi avrebbero dovuto separarsi. Il posto di Dororo era accanto a quei bambini.

Dororo si guardò in giro, poiché aveva perso di vista Hyakkimaru.

“Mia dolce, Dororo.”

Sentendo chiamare il suo nome la ragazza si voltò dietro di lei.

Davanti Dororo vi era il giovane samurai feritosi in battaglia che aveva salvato al rifugio dei bambini.

“Mio signore… voi. “Dororo non finì la frase che qualcuno le posò una mano sulla spalla.

“Dororo, tutto bene?” Hyakkimaru, preoccupato di averla persa di vista, aveva incominciato a cercarla per poi vederla con uno sconosciuto.

Dororo si voltò e gli sorrise. Hyakkimaru era di nuovo accanto a lei.

“Ma voi siete...”Disse il giovane samurai riferendosi a Hyakkimaru, il quale alzò lo sguardo verso il samurai.

“Non rammentate? Sono il samurai che avete salvato da morte certa, sono io, Kensuke." continuò a dire,  rendendo Dororo confusa.

Hyakkimaru lo guardò attentamente, per poi fare mente locale.”Sì giusto, sei quel ragazzo coraggioso, che era stato preso in ostaggio… temevo fossi morto".

Quindi era stato  proprio Hyakkiamaru a salvarlo. Dororo se lo sentiva  ed era felice che Hyakkiamaru avesse salvato Kensuke.

 

Così dopo aver incontrato Kensuke , tutti e tre si sedettero in una locanda.

Dororo raccontò tutto quello che era accaduto da quando era partita a Kensuke che l’ascoltava con attenzione, fissandola estasiato.

Hyakkimaru li fissava senza dire una parola, sorseggiando il suo sakè.

Era infastidito, ma non ne capiva il motivo. Doveva essere felice di aver rivisto quel ragazzo sano e salvo e di vedere Dororo così allegra. Eppure provava un senso di rabbia e nervosismo.

Bevve un altro bicchiere di quell’alcolico dolciastro e caldo, anche se non era di suo gusto, non ne poteva fare a meno.

“Hyakkimaru, da quando bevi, anzi li reggi gli alcolici?” Lo ammonì Dororo sorpresa da quella scoperta un po’ scioccante.

Hyakkimaru non l’ascolto, troppo impegnato a guardare con astio lo sventurato Kensuke, che non riusciva ad entrare nella conversazione tra i due.

“Esco un attimo” Si alzò ad un tratto Hyakkimaru, brillo e coi fumi dell’alcol che avevano incominciato a fare effetto. Non reggeva la situazione, non capiva cosa gli stesse succedendo.

Dororo lo seguiva con lo sguardo confusa.

Che avesse fatto qualcosa che lo avesse offeso?

Quello che era certo era che Hyakkimaru non si era mai comportato in quel modo così strano.

“E’ lui, vero?”Dororo si ridestò dai suoi pensieri a quella domanda fatta da Kensuke.

“A cosa vi riferite?” Gli chiese interrogativa.

Il ragazzo chinò il capo, giocherellando con le dita sul bordo del suo bicchiere “Hyakkimaru-san , è lui la persona che amate, vero?”

Dororo arrossì e le parole le si fermarono in gola.

Non riusciva a rispondergli. Lei ancora non lo aveva mai ammesso, neppure  a se stessa.

“Io… ".

Il ragazzo capì di averla messa in difficoltà e le accarezzò il capo.

“Lascia stare, non voglio forzarvi”.

Non c’ era bisogno di chiederglielo per capirlo, si vedeva dall'espressione della ragazza cosa provasse. Era meglio non sentiserlo dire direttamente da lei, dopotutto l’amava ancora e gli bastava restarle vicino, esserle amico.


Hyakkimaru era steso accanto al letto del fiume, fissando il cielo.

Ragionava ancora sul suo comportamento avvenuto poco prima. Non riusciva a darsene una spiegazione.

Forse vedere Dororo chiacchierare in armonia con un altro uomo lo infastidiva, voleva che la ragazza non parlasse con nessun altro che lui.

Scossò la testa infastidito da quei pensieri e si mise a sedere. 

“Hyakkimaru.”Si sentì chiamare da lontano.

Dororo l’aveva raggiunto. La ragazza si sedette accanto a lui, osservando i capelli del bel samurai , sfiorati dal vento autunnale.

Dororo si chiedeva come mai Hyakkimaru se ne fosse andato durante il pranzo, e per quale motivo si era messo a bere così tanto.

Si voltò verso di lui appena si sentì toccare i capelli.

“Hyakkimaru?”Chiese Dororo sorpresa, arrossendo fino alle orecchie.

Hyakkimaru, distratto ad accarezzarla, non fece caso che Dororo lo avesse chiamato.

Le sue carezze si trasformarono in un abbraccio, che lasciò Dororo sorpresa. 

“Quel ragazzo… ti piace?” Sussurrò Hyakkimaru nell’orecchio di Dororo per poi darle un casto bacio sul collo.

Dororo chiuse gli occhi e affondò il viso sul petto possente del bel samurai.

“Io… è una brava persona… ma non provo nient’altro per lui.”

Hyakkimaru al solo sentire quelle parole, la strinse ancora più a sé con dolcezza. ”Davvero?” Le chiese per poi far incontrare il suo viso con quello di Dororo.

La ragazza con voce rotta e imbarazzata fece un gesto di assenso con la testa , e rimasero abbracciati, estasiati da quell’attimo solo per loro due.

 

Hyakkiamaru trovò una locanda dove passare la notte.

L’Oste accompagnò il bel samurai e Dororo nella loro stanza. Dororo sbottò all’improvviso. ”Una stanza singola?”E si fermò all’uscio della camera.

Hyakkimaru e l’oste si voltarono verso la ragazza confusi, poi l’oste  fece un colpo di tosse e si congedò con la scusa di tornare in cucina.

Hyakkimaru portò il viso di Dororo al suo per poi strofinare la fronte con la sua.
”Va tutto bene, non farò niente che tu non voglia.”

Dororo appoggiò la testa sulla spalla di Hyakkimaru sentendo quelle parole così dolci.

Lui era maturato tanto. Riusciva a capire di più le persone e interagire senza risultare insensibile e solitario.

Aveva aperto il suo cuore, aveva dato calore al suo animo e finalmente aveva dato un senso alla sua esistenza senza dover sempre combattere.

Poteva acquietare il suo spirito, essere libero dal se stesso di un tempo.

Dororo gli prese la mano e aprì la porta ritornando serena.

Ciononostante, appena aperta la porta la ragazza vide di fronte a sé due futon attaccati   e si imbarazzò di nuovo richiudendo la porta.

Hyakkimaru sospirò per poi accarezzarle la testa.

Gli atteggiamenti di Dororo non erano cambiati  e non sarebbero cambiati mai. Di questo il bel samurai ne era felice.

Dororo era cresciuta ed era diventata una donna, ma era rimasta sempre la stessa. Hyakkimaru sperava che non cambiasse mai, che rimanesse la bimbetta che aveva incontrato in passato e che gli aveva offerto tanto con piccoli gesti, giorno dopo giorno.

Ritrovando la lucidità Dororo si fece coraggio, grazie a tutte le assicurazioni di Hyakkimaru.

La ragazza appoggiò su un tavolo i suoi averi e si sciolse i capelli, per poi pettinarseli alla meglio con le mani.

Hyakkimaru la osservava in silenzio, deliziato dai quei movimenti così semplici e quotidiani, ma che al bel samurai risultavano gesti carichi di sensualità e femminilità.

Aveva la sensazione di poter toccare quel corpo così sinuoso e che alla vista pareva morbido e liscio. Quel corpo aveva abbandonato la fanciullezza ed era sbocciato nel fiore più bello. Era così felice che finalmente potesse vedere tanta bellezza, che avesse avuto la possibilità di vedere con i suoi occhi la sua Dororo. 

Dororo si voltò verso Hyakkimaru “che c’è, Hyakkimaru?”

Gli chiese la ragazza sorridendogli per poi avvicinarsi.

Hyakkimaru le sfiorò il mento con le dita. 

“Permettimi di fare solo questo, Dororo.” E dicendo queste parole posò le sue labbra su quelle della ragazza che, spiazzata da quel bacio, non seppe che fare.

Per un attimo cercò di divincolarsi presa dall’imbarazzo, ma poi Hyakkimaru intrecciò le sue mani con quelle di Dororo per poi farla aderire al suo corpo. Dororo si abbandonò a lui.

Quel bacio era dolcissimo, caldo e avvolgente, che fece inebriare i sensi dei due. “Dororo.”
Sussurrò Hyakkimaru sulle labbra della ragazza, per poi ribaciarla con passione.

Dororo si sentì avvampare. Era così piacevole, così confortevole quella sensazione di abbandono  e calore che provava tra le braccia del suo Hyakkimaru.
“Dororo… io sono nato per incontrarti!”

Le disse sottovoce con la voce rotta per poi prenderla in braccio e portarla sul futon. “Dormiamo ora… solo dormire va bene?” Le disse sorridendo con fare malizioso. La ragazza gonfiò le guance sentendosi prendere in giro per poi fargli una linguaccia. “Va bene, buonanotte.”
Disse scontrosa con le guance rosse e si voltò di lato in modo teatrale, provocando una risata a Hyakkimaru, che, sghignazzando sotto i baffi, si coricò accanto a lei abbracciandola dolcemente.
“Buonanotte mia piccola Dororo”.

Si addormentarono stretti l’un l’altra cullati dai battiti dei loro cuori  in una notte piena di stelle a far luce sui loro sogni. 


Il sole era alto, i raggi di luce contornavano il viso di Dororo piacevolmente addormentato. Hyakkimaru aprì gli occhi  e sorrise ammirando il  volto beato della sua Dororo.

Era così piacevole svegliarsi accanto a lei. Il suo calore avvolgente, le sue gote arrossate dal sonno e il suo respiro regolare mettevano Hyakkimaru in uno stato di grande beatitudine.

Le ciglia lunghe di Dororo brillavano alla luce del mattino, così come i lunghi capelli corvino parevano un manto stellato.

Hyakkimaru avrebbe contemplato per sempre la sua Dororo, restandole accanto e vegliando i suoi sogni.

I mugugni  di Dororo diedero cenno a Hyakkimaru che la ragazza si stava svegliando, e sorrise pensando in che modo si sarebbe svegliata.

Dororo si stiracchiò un po’ per poi aprire gli occhi.
“Hyakkimaru.” Biascicò ancora nel dormiveglia.

“Ben svegliata.” Le sussurrò all’orecchio dolcemente, abbracciandola stretta a sé, affondando il viso sui capelli della ragazza.

“Hyakkimaru… sei già sveglio?”Domandò Dororo completamente sveglia e voltandosi verso Hyakkimaru che l’abbracciò da dietro.

Fece un cenno di assenso con il capo il bel samurai, per poi accarezzarle la schiena delicatamente.
”Sì, già da un po’'disse Hyakkimaru per poi alzarsi e posare un piccolo bacio sulla fronte di Dororo. ”Rinfrescati, ti aspetto giù per mangiare.” Le disse per poi darle un altro bacio sulla mano.

 


Appena Hyakkimaru sparì dall’uscio della porta, Dororo incominciò a saltellare per tutte le quattro mura di quella piccola stanca che avevano custodito attimi preziosi e indimenticabili tra lei e il suo Hyakkimaru.

Con le mani sulle guance e tutta rossa, Dororo faceva avanti e indietro per tutta la stanza, come se volesse in qualche modo consumare il pavimento.

Si comportavano come due innamorati, ma lo erano?Per Dororo ormai i suoi sentimenti erano palesi, ma per Hyakkimaru?Il bel samurai non era solito esprimere i suoi pensieri, era imperscrutabile e quasi inespressivo, quindi davvero difficile da capire.Eppure si erano baciati, toccati e Hyakkimaru più volte cercava un contatto con lei. Sicuramente per lui, Dororo era importante  e lei stessa ne era certa.

Nonostante ciò la ragazza aveva bisogno che Hyakkimaru  fosse chiaro con i suoi sentimenti, anche se non voleva forzarlo, perché se l’avesse fatto gli avrebbe impedito di proseguire il suo viaggio.

Tanti dubbi le vennero in mente che la resero nuovamente insicura.

Voleva tornare bambina, così tutti i dubbi che l’attanagliavano in quel momento  non l’avrebbero nemmeno sfiorata.

Già, da bambini si hanno emozioni semplici e confortanti, anche se Dororo, rispetto a tanti bambini, aveva sofferto tanto e dovette cavarsela da sola in tutto e nemmeno una volta in vita sua si era trovata così in difficoltà.

Pensò molto a ciò che stava accadendo con Hyakkimaru , ma l’unica soluzione ai suoi dubbi era chiarirsi con lo stesso Hyakkiamaru.

 

Dopo essersi cambiata e sciacquata il viso, scese giù in cucina dove Hyakkimaru la stava aspettando.

Appena entrata nella sala da pranzo sentì un profumo delzioso, qualcosa a lei familiare. Un profumo dolce e invitante, pareva il mochi appena pestato. Dopo un po’ capì: erano manju appena cotti.

Hyakkimaru infatti li aveva ordinati per lei, ricordando quanto a lei piacessero da bambina e quanto, con sorpresa, piacquero anche  a lui stesso.

Dororo si fece strada tra la miriade di gente che andava e veniva, la confusione più assoluta e gli schiamazzi di tanti samurai che avevano pernottato in quella locanda.

Cercò di non fare troppo caso a loro e proseguì per andare da Hyakkimaru.

Ad un tratto qualcuno le strattonò il polso con così tanta forza da farla contorcere verso sé.

Dororo strinse i denti per la stretta e si voltò per vedere chi fosse.

“Ma che bellezza abbiamo qui!” Sbottò un vecchio  e grasso samurai, con una cicatrice su un occhio e con l’alito che puzzava di sakè di primo mattino. Dororo sgranò gli occhi disgustata nel tentativo di divincolarsi per poi mollargli un ceffone, che venne prontamente bloccato dal vecchio samurai che scoppiò in una fragorosa risata.

“Ma che bel caratterino ha questa ragazzina!”Le disse, avvicinando il suo viso a quello disgustato di Dororo.
“Lasciami, bestione!” Esclamò adirata, ma il vecchio non ne volle sapere e toccò in un modo lascivo il fondoschiena di Dororo.

Fu un attimo, all’improvviso una spada volò, scagliandosi sul vecchio bavoso colpendolo alla spalla.

Hyakkimaru, che aveva visto tutta la scena, si era scagliato contro il vecchio con tutta la collera che aveva in corpo.

“Come hai osato toccarla con quelle mani?!”Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

Il samurai bavoso, con non poco dolore, si tolse la spada dalla spalla. “Ragazzino, come hai usato tu colpirmi, non sai chi sono io?!”E detto ciò si scagliò contro Hyakkimaru buttando come se fosse un panno vecchio Dororo a terra.

Hyakkimaru non ci vide più dalla rabbia a quel gesto.
“Per me puoi essere anche Budda , ma non posso perdonare chi tocca in quel modo la mia Dororo!
” A quelle parole Dororo avvampò.

Con le lacrime agli occhi vide Hyakkimaru battersi contro il vecchio samurai, mentre tutti gli altri occupanti della locanda li osservano sconcertati.

L’oste cercò di fermarli ma il vecchio samurai gli diede un calcio scaraventandolo contro il muro.

Dororo andò in soccorso del povero oste per poi prendere delle pietre dal kimono. Hyakkimaru la vide e fece un cenno di assenso per dare il via libera a Dororo di colpire da dietro il vecchio bavoso.

Così la ragazza, con maestria, scagliò dei sassi contro il vecchio samurai  colpendolo dietro la testa con forza: colpire con le pietre era sempre stato il punto forte di Dororo.

Il bavoso samurai provò un dolore lancinante alla testa e non riuscì a rimanere in piedi, poiché Dororo era riuscita a colpire un punto nevralgico e quindi più doloroso. 

Così Hyakkimaru approfittò della situazione per buttare fuori dalla locanda a calci il vecchio bavoso, seguito da urla di incitamento da parte di tutti gli ospitanti di quella locanda, probabilmente consapevoli che quel vecchio ubriacone era solito creare scompiglio ovunque andasse.

Quando il litigioso e bavoso samurai scappò via, Hyakkimaru raggiunse Dororo che stava medicando l’oste alla fronte.

“Va tutto bene, Dororo?”Le chiese con voce preoccupata e con una mano tremante le accarezzò il viso. Vedere Dororo in quella situazione  lo aveva messo in crisi.

Se solo quel vecchio si fosse spinto più in là sarebbe stato capace di ucciderlo.

Non voleva in nessun modo che qualcuno toccasse Dororo, che la sfiorasse o che la pensasse.

L’abbracciò forte.
”Ti prego sta' più attenta!”Le disse per poi stringerla più forte.
“Sei la cosa più preziosa che ho!”Le sussurrò affondando il viso sul collo  di Dororo che a sua volta ricambiò l’abbraccio.

“Hyakkimaru!” Sussurrò per poi chinare il capo, accortasi che tutti li stavano fissando e arrossendo fino alle orecchie.

Diede così uno spintone a Hyakkimaru che fu sorpreso da quel gesto.
“Ci  guardano tutti! “Sbottò alla fine Dororo nel panico e nell’imbarazzo più totale.



Era notte e Hyakkimaru e Dororo stavano pernottando per l’ultima sera alla pensione, prima di mettersi in viaggio per tornare nelle ex terre di Daigo.

Dororo era sdraiata sul futon e fissava il soffitto, ripensando agli avvenimenti dei giorni passati con Hyakkiamaru.

Ogni giorno era stato intenso e indimenticabile. Tra i pericoli che avevano incontrato durante il loro viaggio, i loro animi si erano avvicinati sempre più.

Dororo arrossì al ricordo del bacio che si era scambiata la notte prima con Hyakkimaru.

Era incredibile quello che le era successo, eppure da che era solo una bambina che vestiva i panni di un maschio  era diventata una giovane ragazza che aveva appena provato le stesse sensazioni che poteva provare una donna innamorata.

“Dororo.”
La chiamò Hyakkimaru dall’uscio della porta, per poi avvicinarsi a lei e porgendole una ciotola di latte fumante.

Dororo si alzò e si avvicinò al bel samurai, ringraziandolo e incominciò a sorseggiare il latte caldo.

Era piacevole quel tepore che quella bevanda calda le donava, portando via la stanchezza di tutti quei giorni intensi.

Hyakkimaru la fissava con dolcezza e lo sguardo rilassato.

Dororo arrossì. 

Ogni volta che lui la fissava in quel modo il suo cuore batteva.

“Che c’è?” Le chiese Hyakkimaru notando il suo nervosismo.

Così il bel samurai si avvicinò a lei per poi accostare il viso di Dororo al suo.
”Quando mi guardi così, credo che potrei impazzire…” le sussurrò sulle labbra.

Dororo sgranò gli occhi sorpresa e il viso le divenne tutto rosso, per poi distogliere lo sguardo. Era troppo imbarazzata da quella frase, tanto che ne rimase scioccata.

Hyakkimaru le prese delicatamente il mento con le dita.
“Dico sul serio Dororo, sei cresciuta, sei così bella… sei una donna ormai.”
Dororo non riusciva a guardarlo in viso, troppe emozioni una dopo l’altra divennero lingue di fuoco che le sfioravano il petto.

 

Hyakkimaru  la strinse a sé, per poi posarle delicati baci su tutta la linea sinuosa del suo collo.

Dororo strinse le sue mani sul kimono del bel Hyakkimaru, che la fece sdraiare sul futon. “Ti prego, dimmi che non è tutto un sogno… che tutto questo è reale,  Dororo!”

Dororo respirava con fatica e i battiti del suo cuore si facevano sempre più veloci, quasi da  farle scoppiare il petto.

Hyakkimaru continuò a baciarla, per poi scoprirle di poco il petto, spostando il tessuto del kimono della ragazza che tremava a ogni gesto del bel samurai.

Dororo si sentì avvampare, quando Hyakkimaru le baciò un seno con dolcezza.
“Sei così morbida, Dororo!”

Mille pensieri si fecero strada  nella mente di Dororo. Era pronta per tutto ciò?Era all’altezza di ciò che stava per accadere? Hyakkimaru l’amava?

Quest’ultimo pensiero la gelò. Incominciò a tremare e una lacrima rigò il suo viso. Infatti Dororo non era sicura dei veri sentimenti di Hyakkimaru. Di certo per lui era una persona importante e più volte lo stesso Hyakkimaru glielo palesava in ogni maniera possibile.Nonostante ciò non era del tutto sicura di ciò che provasse il bel samurai.

“Mi ami?”Domandò infine Dororo, con un magone allo stomaco e presa da tutti quei pensieri.

Hyakkimaru si bloccò a quella domanda. Sgranò gli occhi quando vide il viso di Dororo rigato dalle lacrime.

“Dororo… io ti ho fatto male?”

Dororo si alzò dal futon rivolgendosi al muro e portò una mano alla bocca sconvolta dalla domanda che gli aveva fatto.

“Dororo?”

Hyakkimaru la strinse a sé da dietro. “Ti prego, dimmi che hai…”le disse appoggiando il capo sulla spalla di lei.

Dororo si voltò verso di lui resasi conto che Hyakkimaru non aveva risposto alla sua domanda.

“Mi ami?”Gli rifece la domanda con voce tremante e spaventata dalla risposta.

Non voleva sapere davvero la risposta, ma ormai il suo cuore era soggiogato dall’amore che provava per Hyakkimaru e non riusciva più a stare sospesa.

Hyakkimaru lasciò di poco la presa e fece voltare Dororo verso di lui.

“Per me, tu sei la persona più importante!”Le rispose accarezzandole una guancia.

Dororo indietreggiò. “Non mi hai risposto,mi ami o no?” Incominciò ad arrabbiarsi. Perché era così vago? Dororo voleva esserne certa.

Di certo Hyakkimaru provava qualcosa per la ragazza, ma il bel samurai non si era mai imbattuto con un vero sentimento d’amore.Forse qualcosa del genere lo aveva provato con la povera Mio. Hyakkimaru si era avvicinato a quella dolce ragazza che, per il volere di un crudele fato, gli era stata portata via prima ancora di scoprire il vero sentimento d’amore.

“Io”pronunciò flebilmente Hyakkimaru. L’amava? Sicuramente per lei avrebbe fatto di tutto. Era pure capace di dare la sua vita in cambio. Avrebbe fatto qualsiasi cosa in suo potere pur di proteggerla.

“Hyakkimaru.” Disse Dororo avvicinandosi di poco a lui e accarezzandogli il viso.

Hyakkimaru rimase in silenzio. Non seppe rispondere.Era la prima volta che metteva a nudo i suoi sentimenti. Era confuso. Cos’era  l’amore? Gli era stato negato dalla nascita e non gli era chiaro cosa avrebbe dovuto provare.

“Perdonami.”Disse infine angustiato. Non voleva deludere Dororo e il solo guardarla con il viso  affranto gli fece provare una forte amarezza.

“Va tutto bene.”Gli sussurrò Dororo dolcemente prendendogli il viso tra le mani per poi far strofinare le loro fronti.

“Hyakkimaru, io sarò sempre dalla tua parte. Ti starò sempre vicino.Quando  ero piccola ti ho voluto tanto bene. Giorno dopo giorno il mio bene per te cresceva a dismisura e ora io… sono perdutamente innamorata di te.” Era riuscita a rivelarglielo.  Era riuscita a dirgli che lo amava.

Con il capo chino, cercò di nascondere le lacrime, ma Hyakkimaru le prese il viso tra le mani e lo avvicinò a sé emozionato dalla dichiarazione d’amore di Dororo.

“Dororo, perdonami, io sento di provare qualcosa di profondo per te, ma non riesco ancora a capire se sia amore.”Disse sincero, ma convinto di voler capire se stesso e i suoi sentimenti.

Dororo gli accarezzò una mano  e annuì. Ormai si erano rincontrati e avevano ancora tempo per rafforzare il loro legame. I due si adagiarono insieme sul futon abbracciati.

“Dororo io… ti sono grato… grazie per il tuo amore!”Le sussurrò ad un orecchio con dolcezza per poi avvicinare il viso verso di lei con l’intenzione di baciarla.

Dororo gonfiò le guance. “Non mi bacerai finché non avrai chiari i tuoi sentimenti, va bene?” Disse allontanandogli il viso per poi girarsi, dandogli le spalle.

Hyakkiamaru sbuffò una risata e le accarezzò delicatamente la schiena, assaporando il dolce tepore della sua Dororo.

Arrossì quando la ragazza si voltò verso di lui e gli regalò un tenerissimo sorriso.

Quel dolce sorriso lo fece avvampare .

Non sapeva davvero se provasse effettivamente amore per Dororo, ma quel sorriso, quella ragazza che lo aveva reso umano, regalandogli giorno per giorno emozioni diverse, gli faceva battere forte  il cuore.

“Voglio amarti, Dororo”disse flebilmente.

“Eh?Cosa hai detto?”Dororo si voltò completamente verso di lui, appoggiando il capo sulla spalla di Hyakkimaru.

Il bel samurai la strinse forte a sé per nascondere il suo imbarazzo.

“Dormiamo.”Disse spingendo Dororo sul suo petto quasi schiacciandola.

Di certo Hyakkimaru era ancora confuso su i suoi sentimenti, ma quella notte era riuscito a capire che Dororo lo aveva in pugno dopo aver visto il suo bellissimo sorriso.

















NOTE DELLA PSEUDO AUTRICE
Rieccomi con il terzo capitolo.
Che dire ragazzi, questo capitolo è stato davvero difficile da editare, (da scrivere è stato emozionante)causa del fatto che ho messo in confusione la mia beta.Perchè per il terzo capitolo le mandavo pezzo per pezzo mentre scrivevo ,senza mandarle il capitolo per intero e perciò poverina ha dimenticato di aggiungere 5 pagine del capitolo .Che stress che le avrò arrecato.
Spero che questo capitolo vi piaccia e spero di poter sapere la vostra opinione.
Vi prego facciamo crescere questo Fandom di cui sono letteralmente innamorato daquando vidi per la prima volta Dororo.
La cosa che mi sconcerta è che in Spagna e America Latina ci sono un sacco di Fanfiction su Dororo che quasi stento a crederci che qua in Italia sia la sola ad aver scritto una fanfiction su questo Fandom .
Prima di chiudere e lasciarvi in pace , devo avvisarvi che i capitoli saranno 5 e non più 4 , poichè ho dovuto costatare che il capitolo 4 è davvero troppo lungo (SI è già pronto!).Così io e la mia beta ne abbiamo parlato e abbiamo deciso di scrivere un quinto capitolo.
Detto questo vi lascio alla lettura un bacio alla prossima
Kisachan

 

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga vari / Vai alla pagina dell'autore: kisachan