Deb, questa è tutto quello che riesco a fare durante la noia di Filosofia di cui ti parlavo… :)

Seduto su una superficie di morbidi tessuti candidi, Lan Zhan non riusciva a muovere un muscolo. Imprigionato in una frazione indefinita di tempo, tutto ciò che poteva fare era guardare.

Vagava con lo sguardo per l’ambiente che lo circondava, senza capire dove si trovasse o cosa attendente con così tanto ardore. Voleva disperatamente allungare le mani per scostare la tenda rossa, sottile e semitrasparente che gli impediva la vista dell’intera stanza, ma non poteva alzare le braccia.

Comunque non importava, non in quel momento.

Davanti a lui, oltre la stoffa scarlatta, c’era qualcosa che non riusciva a vedere chiaramente, ma doveva, per qualche motivo, essere rivelato.

La tenda pareva sanguinare, dipingendo di rosso tutto ciò che vi si vedeva attraverso. Gli celava agli occhi la figura che gli stava di fronte, sfumandola fino a renderla una sagoma scura e poco definita.

Sapeva di conoscere la persona oltre la tenda scarlatta, ma non riusciva a ricordare chi fosse. In cuor suo, però, era convinto fosse importante, se non essenziale.

Ma non poteva muoversi. Era costretto a smaniare per qualcosa che forse non avrebbe mai posseduto, pur desiderandolo con tutto il cuore.

Un sospiro frustrato gli uscì dalle labbra socchiuse, mentre il tendaggio si scuoteva leggermente, in una marea rossa che si muoveva senza logica.

Non abbastanza da intravederci qualcosa attraverso, in ogni caso.

Una risata cristallina gli raggiunse le orecchie, cullando la sua anima in un tiepido abbraccio. I suoi occhi, ancora fissi sulla figura, la videro scossa da un’ilarità incontrollata.

Osservò attraverso quel filtro carminio un braccio sottile che armoniosamente andava a coprire parte del viso, tentando di nascondere un’espressione divertita che comunque Lan Zhan non poteva apprezzare.

Quella cecità parziale lo stava facendo impazzire.

Era come avere l’oggetto del proprio desiderio ad irrisoria distanza, ma non solo non poterlo toccare, ma perfino dover sopportare la sua vista senza essere ricambiato.

Con enorme sforzo, soffrendo interiormente e sentendo il corpo in fiamme, riuscì a sussurrare un nome che non pensava neppure di ricordare.

Wei...

-...Ying- 

Si risvegliò nel suo letto, ansimante e sudato, le parole incastrate in gola. Si ritrovò a fissare il proprio braccio proteso verso il soffitto, le dita contratte pronte ad afferrare il tessuto rosso del sogno appena svanito.

Paralizzato dallo stupore, non si rese nemmeno conto di avere il viso innondato di lacrime.

ANGOLINO D’AUTRICE
Mi credete se vi dico che l’ho scritta durante un’ora di Filosofia? Stavo per addormentarmi, quando un Lan Zhan selvatico mi appare nella mente e mi fa:”Aoh” (si, nella mia testa si comporta così ^_^) “scrivi, non dormire!”
E quindi eccoci qui, in quella che doveva essere una drabble ma ovviamente, dato che Filosofia è eterna, ho avuto tempo a volontà. Quindi: che flashfic sia.

Baci a tutti, Sarah_lilith

P.S: mi sa che questo è l’ultimo aggiornamento (non è detto, però) per queste due settimane. La prossima sarò in Belgio (come già anticipato), mi sa che non potrò proprio aggiornare… pardon. :3