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Autore: Lady Brandon    21/09/2019    1 recensioni
L'ideale seguito della mia precedente ff "A second life", ambientata nel futuro ma con un occhio al passato, con una new generation che suo malgrado imparerà a guardare oltre i ruoli e comprendere l'animo umano.
La storia potrebbe non seguire fedelmente la narrazione dei libri.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Dopo pochi giorni Kathryn lasciò l'infermeria e come concordato col preside sostenne di essere caduta rovinosamente per le scale, la sciarpa dei Grifondoro sempre al collo e un unguento fecero il resto.
Quando riprese a frequentare le lezioni non tradì la minima emozione durante le ore di pozioni né tantomeno durante quelle di difesa contro le arti oscure, semplicemente si confondeva con gli altri anche riguardo le distrazioni, infatti un giorno era completamente assorta nei suoi pensieri quando il professor Piton batté con violenza una mano sul suo banco facendola trasalire:
"Signorina Jordan se non è troppo disturbo potrebbe ripetere alla classe gli ingredienti che ho appena elencato".
Kathryn guardò l'insegnante confusa prima di abbassare la testa ammettendo di non essere stata attenta, lui riprese la spiegazione e assegnò i compiti ma dopo aver congedato gli studenti disse glaciale: "Signorina Jordan, lei rimanga".
Gli altri ragazzi la guardarono dispiaciuti ma si affrettarono ad uscire ringraziando di non essere al suo posto; Una volta soli Piton ordinò: "Vieni qui".
"Scusa per prima, mi ero persa nei miei pensieri" tentò di giustificarsi la giovane strega.
"Non importa, fai bene il compito però" il tono si era addolcito: "Ti ho trattenuto perché volevo chiederti una cosa" si interruppe esitante ma guardandola in attesa si decise a continuare: "Stasera ti andrebbe di cenare con me, voglio portarti in un posto e visto che potremmo tardare mi sembra la soluzione più adatta" voleva quasi giustificarsi ma Kathryn neppure se ne accorse mentre si dondolava appoggiata alla cattedra dicendo: "Siiiiiiiiii....e dove andiamo? Dove? Me lo dici?".
"Abbassa la voce!" la redarguì "Stasera lo vedrai, ora vai o farai tardi. Ti aspetto nel mio ufficio all'ora di cena".
"Ok! Ciao" prese i libri dal banco e corse fuori sorridente.
Piton rimase qualche minuto a fissare la porta da dove lei era uscita ed immaginando la reazione che avrebbe avuto quella sera se era di così facili entusiasmi.

Alle 19,00 in punto si mise il mantello ed uscì dall'ufficio; nel silenzio dei sotterranei, deserti a quell'ora sentì distintamente il rumore dei passi affrettati che si avvicinavano prima ancora di vederla sbucare in fondo al corridoio quasi correndo.

 "Eccomi!" esordì lei allegra ed affannata; "Andiamo" si limitò a rispondere lui indicando il corridoio dal quale era appena arrivata e precedendola facendo strada.
Uscirono dal castello che il sole stava per tramontare, lungo la strada Kathryn non smise un attimo di parlare mentre gli saltellava intorno, aveva qualcosa da dire su ogni cosa che vedeva adducendo che era tutto diverso da come era abituata a vederlo; Piton ascoltava senza replicare finché giunsero dove le mura delimitavano il confine, si vedeva la foresta nera in lontananza e poco più sotto, in una radura c'era la casa di Hagrid, "E' lì che stiamo andando" disse il professore imboccando il sentiero in discesa.
Kathryn corse avanti ma poco prima di giungere a destinazione si immobilizzò, Piton la raggiunse invitandola a proseguire.
“Quello è l'ippogrifo" disse lei portandosi le mani alla bocca, era semplicemente strabiliata: "Aaaaahhhh non ci posso credere!!!!" strillò poi si voltò verso il professore saltandogli al collo con tale irruenza che quasi gli fece perdere l'equilibrio e gli stampò un bacio sulla guancia mentre diceva: "Grazie! Grazie! Sei il migliore del mondo" poi corse verso il recinto dove si trovava la creatura e dove Hagrid li stava già aspettando.
Piton li raggiunse a passi misurati e a distanza di qualche metro disse al guardiacaccia: "Lei è la studentessa di cui ti ho parlato".
Il gigante annuì e si mise a parlare con Kathryn, il mago si allontanò ulteriormente e rimase ad osservare da lontano la scena: Kathryn parlò qualche minuto con Hagrid, prima che questi aprisse il recinto, si avvicinò all'animale e gli fece un inchino che venne ricambiato poi si mise ad accarezzarlo mentre gli bisbigliava qualcosa che l'animale parve capire.
Piton si ritrovò a pensare che Kathryn era una ragazzina in gamba, gli piaceva, gli piaceva come si rivolgeva a lui, gli piaceva come lo faceva sentire, gli piaceva stare con lei.
"Ciao!!!" venne strappato ai suoi pensieri, Kathryn era in groppa all'ippogrifo e lo stava salutando con la mano; decise di avvicinarsi "Ora dobbiamo andare, si sta facendo buio" disse ma lei si trattenne ancora qualche minuto prima di congedarsi da Fierobecco e ringraziare Hagrid.
"Avviati, ti raggiungo" le ordinò l'insegnante, rimasto solo con Hagrid gli intimò: "Confido nella tua più totale discrezione".
"Certamente" assicurò il gigante anche se mentre li guardava allontanarsi non poté fare a meno di chiedersi perché quell'orrido pipistrello avesse voluto far felice una ragazzina, Grifondoro per giunta, e perché lei gli sembrava tanto attaccata; ma quell'uomo pur non piacendogli godeva della stima e della fiducia di Albus Silente quindi ricacciò la curiosità e tornò in casa.

Rientrarono nel castello da un ingresso secondario che sbucava direttamente nei sotterranei e una volta giunti negli alloggi di Piton trovarono la tavola già imbandita e si misero a cenare; Kathryn era estasiata e particolarmente loquace al contrario del professore che si limitava a guardarla finché si decise a chiederle: "Kathryn tu a chi somigli?".
Lei posò il cucchiaio e con una mano si coprì fronte e occhi "Questa è la mamma" poi la abbassò su naso e bocca "Questo papà".
"Decisamente un nasino così delizioso doveva essere della mamma" disse lui accennando appena un sorriso: "E gli occhi?".
La strega scrollò le spalle mentre si infilava in bocca una cucchiaiata di budino.
"Non lo sai?" Piton aveva un'espressione strana mentre le parlava: "Mia madre aveva gli occhi molto simili anche se i tuoi sono più chiari, ma lo sguardo è lo stesso".
"Davvero?" chiese la ragazza sorpresa.
"Non lo sapevi?" chiese stupito.
"No, tu non parli mai dei tuoi genitori però la mamma ci ha detto che tua madre era una campionessa di gobbiglie come Jordan" posò distrattamente il cucchiaio.
Lui si raddrizzò sulla sedia mentre il cuore accelerava: "Jordan?".
"Mio fratello, te l'avevo detto che ho un fratello...Jordan, non mi è venuto in mente di meglio" rise pensando al cognome fittizio che aveva scelto.
In quel momento lui si scoprì tremendamente curioso, voleva sapere tutto di come vivevano, cosa facevano, di cosa parlavano ma razionalmente si impose di non fare domande anche se era irresistibile la tentazione di conoscere il futuro, un futuro dove viveva felice con una vera famiglia...oppure no?
"È bella la tua vita?" chiese a bruciapelo con un ingenuità disarmante che spiazzò Kathryn e la fece pensare a sua madre quando tentava di mediare piccole dispute famigliari e provò un'istintiva tenerezza per quell'uomo profondamente solo con ancora tanti ostacoli davanti; sorrise dolcemente rispondendo: "Direi di si anche se solo adesso capisco quanto. Ho dei genitori fantastici, un fratello con cui vado d'accordo e degli amici super, mi mancano molto".
Calò un silenzio imbarazzante finché Piton non si decise a parlare: "Si è fatto tardi, ti riaccompagno".
Kathryn si alzò a sua volta, prese il mantello ma prima di uscire doveva assolutamente sapere una cosa, inspirò forte per prendere coraggio e buttò fuori tutto d'un fiato: "Papà è vero che tornerò a casa o dovrò restare qui per sempre" appena terminata la frase sbarrò gli occhi tappandosi la bocca con una mano.
Piton si voltò di colpo, del tutto impreparato a quello che aveva appena udito, non tanto per la domanda in s'è ma per come lo aveva chiamato, era dalla notte dell'aggressione che quella parola gli martellava nella testa e ora sentirsela dire lo turbava non poco, la ragazza lo aveva fatto senza pensarci ed era a sua volta turbata si vedeva dalla sua faccia ma alla fin fine l'adulto era lui e prese in mano la situazione; con tono pacato disse: "Kathryn in tutta onestà non lo so, so che io, il preside e la professoressa McGranitt stiamo cercando ovunque un incantesimo per rimandarti a casa ma non ti nascondo che è tutt'altro che semplice", lei annuì triste mentre si avviava verso la porta.
"Kathryn" la fece voltare verso di lui "Mi devi chiamare professore...in presenza di altri" appena finito di parlare si rese conto che quelle parole gli costavano ma erano necessarie.
Gli occhi di lei brillarono mentre gli si fiondava fra le braccia: "Mi mancavi troppo quando non potevo dirti chi ero, non lasciarmi più tanto sola".
Severus seppur imbarazzato la strinse timidamente ma non riuscì a dire nulla di quello che probabilmente Kathryn si aspettava di sentire; lei dal canto suo si sentiva decisamente tranquilla ora che poteva contare su suo padre ed era piacevolmente sorpresa nello scoprirlo sotto certi aspetti diverso da come era abituata a vederlo
  
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