And just like that, I fade away
II. Eyes of Strangers
Il bianco acceca, i rumori stordiscono, mastica bile in pillole e un uomo (accento inglese) parla, spingendo la sedia a rotelle su cui siede.
Gni-gni-gni, piagnucolano le ruote.
Siamo felici sia di nuovo con noi, Mister Kuryiakin, dice l’uomo.
Non risponde al nome, né lo fa quando, dal fondo del corridoio, una donna della misura di una bambola lo saluta e lo chiama Illya.
Si gratta la testa – una benda a fasciare pensieri vuoti – e solleva occhi estranei su di lei.
«Illya? Perché mi guardi così?» la bambola parla. Di cosa, però, non ne ha idea. «Smettila.»
A colpirlo non è lo schiaffo, ma crepe aperte su una bambola di porcellana.
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Scritta per laa Drabble Day di Winter's Wing - prompt: amnesia |