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Autore: Elena 1990    22/09/2019    1 recensioni
La storia mai narrata del terribile imperatore dello spazio.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Il putiferio che ne seguì mi fece sorridere. Dopo il ballo me ne andai, portando con me la domestica, lasciando la stanza per trovare Zarbon e Dodoria nel corridoio.
-- Zarbon, Dodoria, preparate la mia nave madre.
-- La rotta, Grande Freezer?-- chiese Zarbon e io mi fermai, guardandolo con la coda dell'occhio.
-- Una a caso. Ma voglio partire prima dell'alba. Raduna tutte le armate d'elite sotto il mio comando e ordina loro di prepararsi al decollo. Prendi Napa e Vegeta, contatta la squadra Ginew perchè supervisionino i preparativi.
Quella risposta li stupì ma non gli diedi il tempo di far domande.
--Muovetevi!
Scattarono e rimasi solo con la domestica. A quel punto sfilai l'anello nuziale dal dito, veloce e senza esitare. Fu come strapparsi un dente, con tutto il dolore che ne seguì.
Lo porsi a lei -- Custodiscilo con cura. Cerca Onion, il saiyan grasso della mensa. Digli che Freezer ha deciso: è il momento di ripagare il suo debito. Se non ti crede, mostragli l' anello. E quando sarete al sicuro, dallo a mio figlio.
Detto ciò mi congedai da lei in fretta e percorrendo il corridoio gettai la tiara, slacciai il mantello, liberandomi da tutti quei fronzoli. Quello non ero io. Non lo ero mai stato. Forse un tempo, con Neve, ma non lo ero più.
Mi recai nella mia stanza, dove il piccolo Kuriza riposava tranquillo. Avevo un piano per lui, il genere di piani per situazioni come quella. Conoscevo persone fidate che si sarebbe prese cura di lui e l'avrebbero fatto crescere forte, su un pianeta sicuro e semi sconosciuto.
Lasciare mio figlio mi spezzava il cuore ma non potevo portarlo con me.
Stavo per fuggire, forse mi avrebbero inseguito. Sarei diventato scomodo, avrebbero provato ad uccidermi.
Non volevo che Kuriza ci andasse di mezzo.
Noi genitori a volte facciamo stronzate. Il guaio è che spesso le facciamo perchè pensiamo sia la cosa più giusta.
Non è facile prendere la decisione giusta. Il più delle volte nemmeno esiste. Esiste solo il male minore. Così avrei lasciato mio figlio, il mio amato figlio, su un pianeta sconosciuto, con qualcuno che conosceva a mala pena, per evitare il rischio che venisse ucciso a causa mia. Sapevo che mi avrebbe aspettato per un tempo, che in seguito mi avrebbe odiato, chiedendosi perchè fosse stato abbandonato. E sapevo che non sarei stato lì, a fornire una spiegazione adeguata.
Abbracciai il mio bambino e lui si svegliò.
-- Papà? É notte. -- si lamentò.
-- Lo so, lo so. Ma siamo in partenza Kuri.
-- Per dove?
-- Io dovrò allontanarmi per un viaggio molto importante. Ho deciso che anche tu meriti un viaggio. -- lo misi giù, contro ogni fibra del mio corpo che voleva trattenerlo. -- Vai a cercare Onion e digli che è tempo di ripagare il suo debito. Lui capirà.
Kuriza sembrava perplesso -- Ma io voglio venire con te in viaggio.
La mia fermezza vacillò. Le mani tremarono e contro tutta la mia volontà risposi -- Non puoi, è pericoloso.
-- Ma io sono forte.
-- Non lo sei abbastanza! -- scattai e vidi la sua codina rifugiarsi fra le gambe. Sospirai e mi inginocchiai, abbracciandolo di nuovo, trattenendomi dall'urlare. Lo guardai negli occhi -- Ti vorrò sempre bene figlio mio. E tornerò a prenderti. Te lo prometto. -- e lo promisi davvero in quel momento. Semmai sono stato sincero con qualcuno, quello è Kuriza. -- Vai a cercare Onion adesso. E cerca di non incrociare il nonno o lo zio.
Lui annuì e corse verso la soglia, poi si voltò a guardarmi.
-- Ti voglio bene papà. Ti aspetterò. -- disse, prima di allontanarsi.
Respirai profondamente, chiudendo gli occhi -- Anche io ti voglio bene, figlio mio.
Sentii una lacrima rigarmi il volto. La scacciai. Avevo troppe cose da fare e poco tempo.
Uscii dalla stanza e percorsi il corridoio, quando udii una voce alle mie spalle.
-- Hai perso il senno? -- sbraitò Cooler, avvicinandosi.
Mi voltai di scatto -- Hai visto cosa ha osato fare alle mie spalle? -- chiesi.
-- Cercare di fidanzarti con una donna bella, ricca e potente? Non mi sembra una cosa orribile. Il popolo ha bisogno di una regina.
-- Cosa? Quindi tu ne eri al corrente?
-- Più o meno.
-- E non me lo hai detto? -- sbraitai.
-- Non mi sembrava così brutto.
-- Tu sai che sto cercando di riportarla in vita!
Era vero. L'avevo confidato a mio fratello un giorno, senza entrare nei dettagli e per quanto la sua espressione fosse scettica, non aveva detto nulla. Ma ciò che rispose quel giorno, mi lasciò senza parole.
-- Sono passati cinque anni Freezer! Come credi di poterla riportare in vita?
Sgranai gli occhi. Perchè mi sembravano pochi mesi invece che un lustro? Perchè ai miei occhi era passato così poco tempo? Il mio dolore era ancora fresco dopo tutti quegli anni?
In quel momento mi apparve chiaro che non potevo riportarla indietro. Non con un corpo corrotto dal tempo, intrappolato nel ghiaccio.
Cooler doveva aver letto i miei pensieri, dalla mia espressione sgomenta -- Scusa fratellino. Cerca di riflettere, prima di prendere una decisione. Nostro padre vuole solo il bene del regno.
Avanzai verso la porta, fermandomi sulla soglia -- Hai sempre leccato il culo di nostro padre.
-- Che cosa?
-- Ammettilo. Non hai mai avuto le palle di opporti ad una sua decisione. -- strinsi i pugni -- Io non sono come te. Non starò qui ad accettare le decisioni di altri sul mio futuro.
Mi incamminai.
Cooler ringhiò -- Te ne vai allora? Devi essere davvero impazzito come dicono tutti.
Mi voltai e lo fissai negli occhi -- Non sono mai stato così lucido in vita mia.

A dispetto di quanto temevo, mio padre non mi inseguì. Non lo incrociai durante tutti i preparativi e non lo incontrai mentre mi apprestavo a salire sulla nave.
Avevamo idee diverse, io e mio padre. Sul potere, sul governo e sugli obblighi che questo comporta. Lui era un monarca, io credo di non esserlo mai stato.
Io sono un combattente, un conquistatore. Ciò che sono riuscito a piegare finisce col diventare meno interessante, trascurabile.
E sono un mercante. Amo fare affari, mercanteggiare, cosa che quando si è seduti su un trono, difficilmente si fa.
L'impero di mio padre è stato creato secondo i canoni di mio padre, non rispecchiava la mia visione del dominio. Ho provato a cambiarlo, a lasciare la mia impronta ma dopo la morte di Neve mi è apparso sempre più chiaro con il passare dei giorni, che mio padre avrebbe sempre avuto potere su ciò che aveva creato. Avrebbe sempre trovato il modo di influenzare il mio operato, di smussarlo e adattarlo ai suoi canoni di perfezione.
Allora capii che dovevo ripartire da zero. Allontanarmi dall'impero di mio padre e creare qualcosa di mio.
Volevo essere un sovrano, da giovane, e pensavo che il mio destino sarebbe stato governare l'impero di mio padre come suo successore.
L'impero di mio padre.
Riuscite ad afferrare il mio sottile ragionamento?
Io non volevo l'impero di mio padre.
Io volevo il mio.
Per questo lasciai il mio pianeta.
Non c' era più niente che mi stesse a cuore laggiù. E non volevo il futuro che mi offriva.
Così partii, per creare qualcosa di nuovo, per costruire con le mie mani un impero che avrebbe seguito le mie regole ed i miei canoni e di cui io ed io soltanto avrei avuto il comando.
  
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