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Autore: LetsgotoAlphaCentauri    22/09/2019    2 recensioni
[Storia presente anche su Wattpad, sul profilo di Tetra_]
Crowley alzò gli occhi verso il cielo e lo vide. Lontano, no, irraggiungibile, affacciato alla finestra. In quel momento si rese conto che non avrebbe trovato il coraggio di parlargli, ma sapeva già che, tornato a casa, avrebbe riempito pagine su pagine del suo quaderno con schizzi confusi del suo viso, dei suoi ricci biondi, dei suoi occhi così chiari e puliti da far invidia al cielo.
°°°
"È una cosa che non capisco."
"A quelli come me, quelli bassi, infimi come me, la bellezza piace. La bramiamo, la desideriamo, anche se siamo brutti dentro, anzi, proprio perché lo siamo. Quando dipingo qualcosa di bello mi sembra di poter avere anche io qualcosa di buono."
"Tu sei buono."
"Attento alle tue parole." sorrise Crowley, nascondendosi di nuovo dietro la tela.
°°°
Human! AU
1970s
Un pittore senza ispirazione la trova in qualcuno di inaspettato.
Un lettore che fugge dalla realtà cerca il coraggio per scrivere un libro.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Belzebù, Crowley, Gabriele
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Disegnare era un liberarsi. Concentrare la mente sul colore, sulle linee, sulle ombre. Quello e quello solo diventava il suo mondo. Solo l'odore dei suoi materiali, lo spazio tra i suoi occhi e il foglio, mentre con le cuffie nelle orecchie ascoltava una vecchia canzone. In quel momento ogni altra cosa non esisteva e diveniva superflua, dimenticata e dimenticabile.
Le cose fondamentali erano altre, il respiro, la fame, ciò che stava fuori dalla sua stanza, diventavano faccende che non appartenevano a quel mondo, che non erano più in alcun modo rilevanti.
Diventava importante solo la luce nei rari giorni di sole, la matita giusta, quell'occhio un po' troppo piccolo, quella sfumatura particolare di colore, la posa giusta, l'immagine giusta. Quelle cose divenivano la sua aria quando fuori, nel mondo reale, l'universo cercava di schiacciarlo nella sua morsa.
°°°
Leggere era un abbandono. Era un imprigionarsi consapevolmente.
Leggere era un chiudere la porta in faccia al mondo e conoscerne uno in grado di fiorire solo nella propria mente. Era un diventarne bisognoso, dipendente, come se i personaggi nati dalle mani di altri fossero in grado di diventare e essere più veri delle persone che gli stavano attorno.
Era un non accettare il mondo vero e gettare tutta la propria frustrazione sulla carta, per riuscire a immaginare qualcosa di diverso, per perdersi, per ricordarsi che la notte, fuori, poteva essere buia, ma che qualcuno era riuscito, senza conoscerlo, a imprimere sulle pagine i suoi pensieri.
Leggere curava la solitudine.
 
 
 
 
 
 
 
 

Nda: Cosa facciamo quando inizia la scuola?
CI FACCIAMO VENIRE NUOVE IDEE PER FANFICTION E INIZIAMO A SCRIVERLE ANCHE SE TEORICAMENTE SAREBBE UNA PESSIMA IDEA PERCHÉ STIAMO SCRIVENDO TROPPE COSE INSIEME.
WAHOO.
ALMENO QUESTA STORIA AVRÀ SOLO DIECI CAPITOLI E LA SCRIVERÒ IN FRETTA PERCHÉ SENNÒ MI AMMAZZO DI LAVORO DAVVERO.
Sappiate che è una fic soft, fluff e autoindulgete, la sto scrivendo perché ho bisogno di autorassicurarmi sulla mia fottuta esistenza.
Quindi non verrete qui per l'angst, solo per la cuteness che sprigionano i miei tesori.
Nel frattempo ditemi, che ne pensate? La AU vi ispira? Datemi la vostra opinione, ne sarò decisamente felice!
 
   
 
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