Una mezz'ora più tardi, Glaphira uscì dal bagno,addosso aveva soltanto un capiente asciugamano che le copriva il corpo. Saga che era di spalle si voltò e notandola disse dolcemente:

-Va meglio adesso vero?- Ella con un filo di voce appena udibile rispose:

-Si, grazie!-

Lui capì, che la fanciulla era ancora impaurita, le si avvicinò e prendendole dolcmente la mano disse:

-Vieni coraggio, la nostra cena è arrivata! Non aver paura!-

Dopo qualche minuto di esitazione, lei decise di assecondarlo, e andò a sedersi sulla sedia davanti al tavolo.




-ho chiesto ad alcune cameriere di farmi portare degli abiti più consoni...spero vadano bene-




Posò degli abiti semplici ma puliti sul letto girandosi nuovamente per consentirgli di vestirsi.

La ragazza prese la veste indossandola subito prima di sedersi




-h-ho fatto!-

Saga si voltò e le sorrise. Lei non lo guardava negli occhi e ingoiando la saliva rispose:




-Cosa, cos'hai intenzione di farmi?-




Il più grande dei gemelli che si era seduto li davanti disse:




“Assolutamente niente, o meglio soltanto una cosa, ho deciso di comprarti, non posso certo lasciarti qui, in balia di quel bastardo di barista,ti porterò via con me! Adesso però mangiamo, poi ti spiegherò ogni cosa!-




Glaphira rispose:

-Va bene!-




Non aveva la ben che minima idea, di chi fosse lui in realtà, all'apparenza poteva sembrare un ragazzo normale come tutti gli altri, ma in realtà Saga era diverso.




-se verrai con me dovrò spiegarti un paio di cose!-




Disse bevendo del vino da un calice, spingendo il piatto di carne davanti al suo viso.

-puoi mangiare sarai affamata!-




Glaphira mangiò lentamente, era parecchio che non assaporata il gusto della carne.




-direi di presentarci. Io sono Saga sono cavaliere d'oro dei gemelli al servizio della dea Atena!-




Glaphira smise di mangiare fissandolo con gli occhi sgranati. Per lei che aveva vissuto metà della sua vita nella locanda quelle parole erano sconosciute.




-Atena? Cavaliere d'oro? Sono parole strane per me padrone!-

-non chiamarmi padrone chiamami Saga. A proposito non so nemmeno il tuo nome!-

-sono stata chiamata in molti modi ma il mio vero nome è Glaphira!-

-è un bel nome!-




Sorrise notando come la giovane avesse finito il suo piatto passandogli subito un' altro.




-ascoltami, fra cinque giorni andrò via e tu verrai con me. Ti comprerò a quell uomo anzi no ti porterò via e se lui farà storie proverà cosa significa avere contro un cavaliere d'oro!-

-siete sicuro di voi padr-ehrm Saga!-

-mi raccomando quando saremo in pubblico una volta arrivati al grande tempio dovrai chiamarmi sommo Saga ma in privato sarà solo Saga!-

-si Saga...posso fare una domanda?-

-certo!-

-come mai un cavaliere d'oro è giunto fin qui?-




-mio fratello abita poco distante volevo convincerlo a tornare ad Atene con me per prendere il mio posto come cavaliere dei gemelli dato che presto sarò nominato gran sacerdote!-

-ed io? Che ne sarà di me?-

-sarai la mia ancella personale ovviamente tranquilla non ti lascerò sola!-




Glaphira sorrise, per la prima volta era felice. Vide però lo sguardo di Saga intristirsi e una lacrima solitaria scivolare sulla sua guancia.

Timidamente li si avvicinò asciugandogli la lacrima con la mano.




Nei cinque giorni che seguirono Glaphira si legò sempre di più al cavaliere d'oro trovandolo non solo gentile ma anche molto affascinante.

Tuttavia non dimenticava che lui era pur sempre il suo padrone e non poteva provare certi sentimenti.




Una notte sentì però dei singulti provenire dal letto di Saga e preoccupata scese dal suo per raggiungerlo. Notò che stava piangendo pronunciando il nome di Kanon.

Delicatamente si sedette nel suo letto accarezzandogli il viso:

-Saga? Saga sveliati!”

lo scuotè leggermente per svegliarlo

-cosa c'è?-




Ella continuava ad accarezzargli la fronte:

-piangevi nel sonno pronunciando il nome Kanon e mi sono preoccupata!-




Saga si voltò dandogli le spalle e Glaphira si dispiacque ma non voleva insistere. Così si sdraiò al suo fianco abbracciandolo dai fianchi posando la testa sulla sua schiena non voleva parlare ma li avrebbe fatto sentire la sua vicinanza infondo gliuelo doveva.




Il mattino seguente Saga apri gli occhi rendendosi conto di avere un peso dietro di lui. Lentamente senza fare rumore si voltò in posizione supina ritrovandosi Glaphira addormentata ora sul suo petto.

L' uomo si rese conto che prima o poi avrebbe dovuto parlare del fratello ma per ora voleva godersi un po' di pace.

Spostò la ragazza da lui alzandosi e dirigendosi in bagno dove aprì l'acqua calda per farsi una doccia per poi scendere e portare la colazione a entrambi.




Uscito dalla doccia avvolto in un asciugamano con l'acqua che ancora gocciolava dai capelli tornò in stanza trovando la fanciulla ancora addormentata. La fissò per qualche attimo togliendole un ciuffo dal viso prima di vestirsi e scendere a prendere la colazione.

Non sapendo cosa preferisse prese un po' di tutto prima di essere fermato dall' oste.




L'oste vide Saga prendere molta roba, chinando si avvicinò a lui.

-Stai prendendo molta roba. Deduco che ti abbia soddistatto!-




Saga fece finta di non sentire prendendo il vassoio pronto a tornare di sopra.

-ovviamente i suoi servizi costano di più ad esempio quella bella scatola d'oro!-




Saga continuò ad ignorarlo gliela avrebbe fatta pagare.




Quando lui sta salendo le scale con il vassoio, avrebbe dovuto indossare l'Armatura d'oro.

Anche se forse non ce ne sarebbe stato bisogno.

Poteva sistemarlo con un dito e non voleva spaventare la fanciulla.