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Autore: Juliaw    24/09/2019    1 recensioni
Questa storia è una ripubblicazione di una delle mie vecchie fan fiction pubblicate nell'ormai lontano 2011. Chiamatela una seconda edizione se vi va lol. Con l'approccio imminente dell'ultima serie di questo meraviglioso show, ho pensato di editarla e ripubblicarla, magari ridandomi così l'ispirazione per un continuo! Basata sulla bellissima e leggendaria Season 5, questa FanFic contiene 19 capitoli, il piano è di pubblicarne uno o due se la storia è di vostro gradimento!
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Vidi l’alba, il chiarore del cielo portò con sé colori del tutto innaturali, come innaturale era quello che stava accadendo, sembrava che tutto si coordinava alla perfezione tranne io.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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    Chapter 11 – Point of No Return


     Una settimana era passata da quando scoprii che Alyson era ancora viva ma che comunque era scomparsa insieme a Bobby. Ero risollevata ma anche molto preoccupata.
Passai la settimana nel ricercare tra i libri e internet una qualche spiegazione che potesse dar un senso a tutta quella situazione, lessi perfino dell’Apocalisse Biblica, di Satana e di come l’Arcangelo Michael l’avesse segregato all’inferno. Ero diventata più familiare anche con il celeste mondo degli Angeli grazie sempre ai Winchester, che durante tutti i sette giorni mi avevano raccontato delle storie su di loro che mi fecero accapponare la pelle. Se solo tutti i Cristiani avessero saputo che gli Angeli erano dopotutto solo dei bastardi sovrannaturali e che non avevano nulla a che fare con le bellissime raffigurazioni e descrizioni che li raccontavano come buoni e misericordiosi e che li ritraevano biondi con gli occhi chiari ed enormi ali dietro la schiena! Le ali ce le avevano, ma evidentemente noi umani eravamo troppo limitati per vederle.
Castiel, a differenza degli altri, era diverso, era leale e i due fratelli potevano fidarsi, da quello che mi dissero, mi diede l’impressione che lui fosse una sorta di Angelo Custode, anche se Castiel non incarnava proprio quella figura, era essenzialmente un guerriero, per quanto celeste.

Ribellatosi agli Angeli e ai loro piani di portare il Paradiso in Terra, Castiel era inizialmente intenzionato a fermare l’Apocalisse rivolgendosi a l’unico, oltre a Michael, che avrebbe potuto fermare Lucifero, ovvero Dio, però adesso era deluso in quanto era venuto a sapere che dopotutto Dio voleva che l’Apocalisse accadesse, si sentiva tradito dal proprio Padre e adesso, insieme ai Winchester, era intento a trovare un’altra soluzione per evitare l’inevitabile.
Bel casino! Pensai.

Tra gli aneddoti che mi raccontarono Sam e Dean, uno che mi rimase impresso era quello dell’Angelo Zachariah che aveva provato di tutto per ordinare a Dean che se non avesse lasciato che Michael indossasse il suo corpo ci sarebbero state delle serie conseguenze, e difatti, lo aveva perfino mandato nel 2014 per mostrargli come il mondo sarebbe stato se lui non avesse posto fine all’Apocalisse. Non volle raccontarmi proprio tutto, disse solo che il virus Croatoan aveva letteralmente infettato tutti grazie a Lucifero, che risiedeva nel corpo di Sam, e che le poche persone scampate erano in trincee fuori le principali città, e Dean tenne a sottolineare che erano davvero poche e che la propagazione del virus a San Francisco lo preoccupava e gli faceva chiedere se quel futuro potesse essere cambiato. Zachariah era ancora vivo, ma non si era fatto più vedere da quando li aveva perseguitati in Paradiso, nel loro Paradiso, quando due cacciatori molto arrabbiati con i Winchester per la storia dell’Apocalisse, li attaccarono con i fucili nella loro stanza d’albergo.
Certo, scoprire che Sam e Dean erano in cima alla mia lista delle persone morte e resuscitate più volte mi diede i brividi, però venni a sapere che gli Angeli li resuscitavano solo perché avevano ancora bisogno di loro sulla terra, quindi fin quando tutta la storia dell’Apocalisse non fosse stata archiviata, i due fratelli, avevano un biglietto di ritorno dal regno dei morti assicurato.




Passammo l’intera settimana a fare ricerche per trovare delle informazioni utili riguardo la scomparsa di Alyson e Bobby. Tutto trovai tranne qualcosa che avrebbe potuto servirci, e difatti, presi l’occasione di curiosare fra i libri esoterici per imparare qualcosa i più riguardo il mondo del sovrannaturale e scoprii che i demoni erano solo dei piccoli pesci in confronto a tutti gli altri mostri che abitavano il nostro mondo, Gohul, Skin-Walker, licantropi e perfino i vampiri, proprio così, i vampiri esistevano, ma non avevano nulla a che far con i belli e tenebrosi vampiri descritti in tutti i libri di Anne Rice, anzi la spiegazione che trovai nel libro, li descriveva come bevitori di sangue spietati e senza morale, spesso erano antichi e vivevano in congreghe fuori città, diventati ormai rari per mezzo dei cacciatori che li avevano eliminati quasi tutti, la loro sete e rabbia nei confronti degli esseri umani aumentava di giorno in giorno.
Per quanto riguardava i Licantropi, beh almeno loro erano come si vedeva nei film, spietati e desiderosi di carne umana, era davvero un sollievo sapere che si confondevano perfettamente tra gli umani e che chissà, forse anche io ne avevo conosciuto uno; per quanto ne sapessi, anche la mia migliore amica poteva essere un Licantropo.


Era un martedì e stavo leggendo dei trickster tra i libri polverosi della casa di Bobby, quando Sam iniziò a raccontarmi un altro aneddoto della loro vita, mi confessò che in realtà i fratelli Winchester non erano solo due, ma bensì tre. Adam Milligan Winchester era il figlio nato da una relazione segreta che il padre dei ragazzi ebbe ventuno anni fa. Venuti a conoscenza del loro fratello perso, Sam e Dean non fecero neanche in tempo a conoscerlo che un Gohul si impossessò di lui e della sua memoria, uccidendo così il vero Adam che adesso giaceva in una tomba nel cimitero di Windom in Minnesota, dov’era nato. Giorno dopo giorno e ora dopo ora, conoscevo sempre meglio i fratelli Winchester e questo per me era un bene, voleva dire che si fidavano e adesso ero sicura che anche io mi fidavo ciecamente di loro.
Negli ultimi giorni, però, nell’aria c’era un’irrespirabile atmosfera pesante. Dean e Sam quasi non si parlavano e a malapena si accorgevano che c’ero anche io in casa, questa cosa non mi piaceva, si guardavano sempre con espressione di sfida e Sam era sempre pronto a bloccare il fratello dal lasciare la casa e dal fare qualche stronzata, così diceva lui. Sembrava che Sam s’era convinto a non far usare il proprio corpo dal Diavolo, ma Dean…Dean era adesso certo che dire di sì all’Arcangelo Michael sarebbe stata la soluzione migliore per tutti, avrebbe salvato molte vite, ma né io né Sam eravamo intenzionati a lasciaglielo fare, beh per quanto la mia opinione potesse contare tra due fratelli litiganti.


<< Devo dire di sì. >> Iniziò Dean alzando la testa dall’enorme libro che stava leggendo.
<< Dean… >> Fece Sam in tono spazientito, << ne abbiamo già parlato. >>
<< Sam, Michael può far fuori Lucifero, salveremo un mucchio di persone. >>
<< Ma non tutte, quindi dobbiamo trovare un altro modo. >> Mi intromisi.
<< Beh facile a dirsi, ma se Lucifero rade al suolo la terra e io potevo evitarlo, indovina un po’? È colpa mia! >> Sbottò.
<< Non puoi arrenderti proprio adesso… >> Gli dissi, beh era un consiglio che avevo seguito anche io, ma Dean era difficile da convincere. << Riuscirem- >>

<< Che ne sai tu, eh? Tu non sei al mio posto! >> Dean mi urlò contro.
<< Scusa. >> Mormorai e abbassai lo sguardo sul libro che mi era davanti.

Sam andò in cucina e così Dean, mi lasciarono sola ed intenta, almeno credevano, nel leggere quel maledetto libro sulle sparizioni dovute ai demoni. No, non potevo permettere che Dean facesse usare il proprio corpo a Michael, in qualche modo e forse in quello più strano e perverso, mi ero affezionata a lui, non volevo vederlo nella battaglia contro il Diavolo e magari essere ucciso nell’intento, non avrei sopportato il dolore di Sam nel vederlo morto, ma quello purtroppo non era l’unico problema, c’era mia sorella, Alyson viva ma dileguata, e dovevo trovare un modo per riportarla da noi, avevo cercato di tutto, demoni, licantropi e perfino i trickster, ma niente di utile. Ah, quanto mi mancavano i miei libri di biologia e chimica, certo la matematica può essere davvero una scocciatura, ma provateci a leggere libri sul sovrannaturale e sicuramente vi mancherà.



Era ormai sera quando Castiel apparve tutto d’un tratto spaventandomi, portava qualcuno in spalla che subito poggiò sul piccolo divano sotto la finestra. << Aiuto. >> Disse.
<< Ragazzi! >> Chiamai Sam e Dean alzandomi dalla sedia. Avevo sicuramente un’espressione impaurita sul viso.
Sam e Dean corsero nella libreria e subito si diressero verso il divano dove c’era poggiato quel corpo così sporco che mi ci volle un po’ per capire che fosse un essere umano.
<< Chi è? >> Chiesi mentre mi sistemavo a braccia conserte come per proteggere me stessa da un imminente pericolo.

<< È nostro fratello. >> Fece Sam che aveva un’espressione di totale confusione sul suo viso.
<< Adam Milligan? >> Chiesi spalancando gli occhi.
Ci guardammo, evidentemente tutti eravamo confusi, anche loro come me, non sapevano per quale motivo Castiel aveva tirato fuori dalla terra il loro fratello minore morto.

<< Cas, ma che diavolo…? >> Chiese Dean voltandosi verso Castiel che sembrava sfinito e con espressione vacua e con gli occhi persi nel vuoto. Subito dopo, posò sulla scrivania piena di libri aperti, due enormi pugnali lunghi e arrotondati d’argento e disse: << Angeli. >>
<< Angeli? E per quale motivo? >> Chiese Sam.

Bene, ecco un altro Winchester da aggiungere sulla mia lista dei non morti, pensai sconcertata.
<< Non lo so, ma so una cosa per certo, >> Castiel si avvicinò a passo svelto verso il divano e poggiò una mano sul petto del piccolo Winchester, << dobbiamo nasconderlo, ora. >> Una luce bianca apparve sotto le sue dita e Adam sembrò provare così tanto dolore, che si svegliò spalancando gli occhi e respirando affannosamente.
Parlando del fratello morto…Pensai quando lo vidi rinvenire.

Era spaesato, i suoi occhi di un azzurro così chiaro che potevano far invidia allo stesso cielo, si guardavano intorno, posò il suo sguardo su Dean, Sam ed infine su Castiel e me, << Dove sono? >> Chiese infine riportando lo sguardo sui fratelli.
<< Va tutto bene, sei salvo- >> Iniziò Sam con tono pacato e cercando di calmare Adam.
<< Chi diavolo sei? >>

<< Forse troverai questo che sto per dirti un po’…molto strano, ma siamo i tuoi fratelli. >> Disse Dean tagliando corto.
<< E’ la verità, John Winchester è anche nostro padre, vedi io sono Sam- >> Aggiunse Sam che assunse un tono vocale così profondo che mi fece venire i brividi. Non avrei dovuto pensare a lui in quel modo e soprattutto in quel momento, ma la mia immaginazione era fervida e feci di tutto per non andargli vicino ed abbracciarlo, magari anche consolarlo, hey suo fratello morto gli stava di fronte, cos’altro avrei potuto pensare?

<< Si, e sono sicuro che quello è Dean. >> Si intromise Adam.
Sam e Dean si scrutarono silenziosi. Come poteva Adam sapere di loro se era morto prima di incontrarli? Teorizzai la risposta, Angeli. Gli Angeli gli avevano detto tutto.
<< So tutto di voi. >> Continuò Adam.

<< Come? >> Chiese Sam sempre in quel tono vocale che toglieva i freni alla mia immaginazione.
<< Mi hanno avvertito. >>
<< Chi? >> Chiese Dean. Beh lui aveva sempre la voce profonda e precisa, ma in quel momento era diversa perfino in lui. Forse aveva a che fare con il ritrovamento del fratello, forse con gli Angeli, forse per la confusione o per la paura, però in quel momento quella voce mi vibrò attraverso la colonna vertebrale come non aveva mai fatto, facendomi sorprendere di me stessa, perché Dean, per quanto tenessi a lui, era passato in secondo piano da quella notte passata con Sam, ma adesso mi andava di consolarlo e digli che tutto sarebbe andato bene.
<< Gli Angeli. >> Affermò Adam, hey, la mia teoria era giusta!
Adam aveva tutto il terreno sparso sul suo viso affilato. Il terreno era anche sui vestiti e sulle scarpe, dopotutto era stato tirato fuori dalla sua tomba.

Il silenziò calò per qualche secondo, tutti avevano gli occhi puntati su Adam, mentre i miei vagavano tra Sam, Dean e Castiel, tutti avevano un’espressione sconcertata stampata sul viso, perfino Castiel che non l’avevo mai visto così espressivo da quando l’avevo conosciuto.
<< Adesso, dove diavolo è Zachariah? >> Chiese Adam.
Nessuno rispose, nessuno aggiunse niente, così decisi di farlo io. << Perché non sali di sopra a cambiarti? C’è la doccia e penso che i vestiti di Dean ti andranno alla perfezione. >> La voce mi uscii un po’ tremante, forse non sapevo neanche io perché avevo appena suggerito ad Adam di farsi una doccia, però magari avrebbe aiutato a sciogliere l’atmosfera così pesante che si era creata da quando Castiel aveva poggiato il fratello perduto sul divano.

Anche questa volta nessuno disse niente, e un po’ mi vergognai, tanto che feci un passo indietro per tornare in disparte.
<< E tu chi saresti? >> Chiese Adam in tono arrabbiato, quasi ringhiava.

Feci per rispondere, però Sam lo fece per me. << Adam, Julia ha ragione, va di sopra, quando sarai pronto potrai raccontarci tutta la storia. >>
Adam annuì senza aggiungere altro e senza mai levarmi gli occhi confusi e allo stesso tempo pieni di rabbia di dosso, salì di sopra e Castiel si offrì per sorvegliarlo, non avrebbe voluto che scappasse.
<< Bel casino! >> Esortai mentre Dean girovagava per la stanza e Sam era seduto su una sedia e con la testa fra le mani.

<< Puoi dirlo forte. Che cosa c’entra Zachariah ora? >> Disse Sam che con entrambe le mani si spostò i capelli dal viso, lo stesso gesto che una settimana prima mi tolse il fiato, stesso effetto una settimana dopo.
Dean scosse la testa, << Non lo so. >>
<< Se penso a quale sarebbe stata la mia reazione una settimana fa…woah. >> Scossi la testa.
<< Già.. non si vedono tutti i giorni fratelli che risorgono dal mondo dei morti, non è vero? >> Chiese Dean sarcasticamente e sfoggiando uno di quei suoi sorrisi compiaciuti, tipici di ogni battuta.
<< No, non dalle mie parti. >> Risposi sospirando. << Sarà meglio che prepari un sandwich ad Adam, sarà affamato. >>
Nessuno dei due disse nulla, però sentii i loro sguardi su di me, mi seguirono con lo sguardo, fin quando non poterono più farlo, perché impediti dalle pareti della cucina.

Cucina che era abbastanza grande e letteralmente vuota, l’avevamo rifornita alla meno peggio e adesso, dopo una settimana, le provviste scarseggiavano, rimanevano però le birre, il frigo ne era pieno. Presi il pane dal mobile sulla mia testa e del prosciutto e del formaggio dal frigo e iniziai a preparare il sandwich al piccolo Winchester, si è affamati quando si ritorna dal mondo dei morti? Speravo di sì, perché ne preparai due.



Adam scese di sotto e ritornò a sedersi sul divano sotto la finestra, era finalmente pulito e i suoi occhi azzurri risaltavano più che mai a contrasto con la camicia e la maglia scura che aveva indossato. Gli porsi un bicchiere di scotch, pensavo ne avesse bisogno. Lo accettò senza dir nulla.
<< Allora, perché non ci racconti tutto? Inizia dal principio. >> Iniziò Dean che nel frattempo sedeva su una sedia dalla parte dello schienale. Io mi posizionai dietro di Sam e quindi dietro la grossa scrivania di legno e vicino al camino nero della stanza, volevo rimanere in disparte, non c’entravo nulla, però avevo una visuale dell’intera stanza, vedevo tutti e tutto.

Adam lo scrutò. << Beh, io ero morto, ero in Paradiso, solo che sembrava il ballo di fine anno, >> Gli esperti, mi avevano detto che il Paradiso era il posto in cui in qualche modo vivi in uno dei tuoi migliori ricordi, evidentemente quello di Adam era il ballo di fine anno. << stavo pomiciando con questa ragazza, il suo nome era Kristen McGee, >> continuò.
<< Si, sembra davvero il Paradiso, sei arrivato in terza base? >> Chiese Dean con il suo sorriso malizioso sulle labbra, non lo vedevo da molto tempo e la sua battuta mi fece sorridere.

Sam ammonì Dean tossendo e guardandolo quasi divertito ma anche di chi ha la consapevolezza che il proprio fratello non la smette mai di scherzare, anche quando la situazione non è delle migliori. << Continua. >> Disse infine Sam incoraggiando Adam.
<< Beh questi Angeli sono apparsi all’improvviso e mi hanno detto che sono il prescelto. >>
<< Per cosa? >> Chiese Sam incuriosito.
<< Per salvare il mondo. >>
<< E come farai a salvarlo? >> Domandò Dean.

<< Oh, sembra che io ed un Arcangelo uccideremo il Diavolo. >> Adam sembrava divertito.
<< Quale Arcangelo? >>
<< Michael, sono la sua spada, il suo tramite, qualcosa del genere, non lo so. >> Rise.

<< Beh ma è una cosa assurda. >> Fece Dean altrettanto divertito ma anche confuso.
<< Non come sembra. >> Si intromise Castiel.
<< Cosa? >>
Gli occhi di tutti erano adesso puntati sull’Angelo dagli occhi blu che era poggiato su un’altra scrivania meno massiccia, poggiata ad una parete della libreria. << Penso che vogliano sostituirti, Dean. >>
<< Ma non ha alcun senso. >>
<< Lui è figlio di John Winchester e il fratello di Sam, non è la situazione ideale, ma è possibile. >>
<< No, stai scherzando. >> Esortò Sam sempre con la sua voce profonda e diversa dal solito. << E perché dovrebbero farlo? >>

<< Forse hanno pensato erroneamente che Dean sarebbe stato in grado di opporsi a loro. >> Castiel sapeva tutto della fantastica idea di Dean e di come avrebbe voluto che Michael si impossessasse di lui, Castiel non lo sopportava e per fortuna non era l’unico.
<< Senti, perché non vai a farti fottere?! >> Sbottò Dean guardando Castiel. L’Angelo parve sorpreso, anzi, no, incerto.
<< Non è possibile, dopo tutto quello che è successo? Tutte quelle stronzate sul destino e all’improvviso gli Angeli hanno un piano B? >> Sam alzò leggermente la voce che risultò un tantino stridula. << A voi sembra normale questo? >> Gesticolò.
<< Hanno sempre avuto un piano B, come Lucifero ha il suo con Julia. Sarà capace di uccidere Michael e portare l’inferno sulla terra se berrà il suo sangue. >> Spiegò Castiel rimanendo immobile. << E la battaglia si farà lo stesso. Non c’è modo per evitarlo. >>

Ci guardammo tutti in silenzio.
<< Ragazzi, è stata una riunione di famiglia davvero commovente, ma io avrei da fare, quindi… >>
Sam bloccò Adam toccandogli la spalla << No, un momento, siediti, ascoltaci, per favore. >>
<< Incredibile. >> Adam tornò a sedersi sul divano sbuffando.
<< Allora Adam, >> iniziò Sam, << è chiaro che gli Angeli ti stanno mentendo, dicono sempre un mucchio di balle. >>
Adam rise. << Oh, non credo proprio. >>
<< E perché? >>
<< Perché sono Angeli. >>
<< Sai che volevano arrostire mezzo pianeta? >>

<< So che la battaglia poteva essere un tantino ardua, ma si tratta del Diavolo, giusto? Quindi dobbiamo fermarlo. >>
<< Certo, ma esiste un altro modo. >>
A quel punto Dean guardo Sam. Davvero non sembrava più credere che ci fosse un altro modo, no, non ci credeva più, donarsi a Michael era l’unico modo per lui.
<< Fantastico, quale? >> Chiese Adam.
<< Stiamo lavorando sul potere dell’amore. >> Si intromise Dean sorridendo sarcasticamente.
<< E come sta andando? >>
Dean scosse la testa sempre sorridendo. << Non tanto bene. >>

<< Ascolta Adam, so che non mi conosci, me ne rendo conto, ma ti prego, fidati di me. >> Disse Sam che sembrava fiducioso dal persuadere Adam della fiducia che riponeva negli Angeli. << Dammi un po’ di tempo. >>
<< Dammi un buon motivo. >>
<< Abbiamo lo stesso sangue. >>
<< Non hai nessun diritto di dirmelo. >>
Sospirai, il caratteraccio di Adam era perfino peggio di quello di Dean, si vedeva che erano fratelli, così mi intromisi. << Sei pur sempre il figlio di John Winchester. >>

<< No, John Winchester era uno che mi portava ad una partita di baseball una volta all’anno, io non ho un padre. Avremo anche lo stesso sangue, ma non siamo una famiglia, mia madre è la mia famiglia e se farò quello che devo fare, finalmente potrò rivederla, quindi scusate, ma l’unica di cui mi frega qualcosa è lei, non voi. >>
Sam annuì. << Mi sembra giusto, ma se hai solamente un ricordo bello di papà, anche uno solo, devi darci un po’ più di tempo, per favore. >>
Adam lo guardò e infine annuì a stento.
<< Chi è lei? >> Chiese puntando con il capo verso di me.

<< Julia Wyncestre, è praticamente nella nostra stessa situazione. >> Spiegò Sam.
<< Cos’è? Anche lei è la spada di Michael? >> Chiese Adam riluttante.
<< Molto peggio, e non lo vuoi sapere. >> Disse Sam.
Adam sorrise e scosse la testa. << Certo che… >>
<< Cosa? >>
<< Niente, lascia perdere. >>
<< Ehm…Adam? >> Lo chiamai.
<< Sì? >>
<< Ti ho preparato un sandwich, è in cucina. >>
<< Grazie, ma non ho fame. >>
<< Prova a mangiare qualcosa, ti terrà in forze. >> Lo incoraggiò Dean.


Dopo questa conversazione, Adam andò in cucina seguito da Castiel che però poi scomparve così senza dire nulla e rimase il piccolo Winchester solo ma ben in vista da dove eravamo noi.
<< Julia, sarai stanca, perché non vai a letto? >> Mi chiese Sam avvicinandosi e guardandomi.
<< Sto bene. >>
<< Hai fatto davvero tanto per oggi, da qui in poi ce la caveremo da soli. >>
<< Ma Adam… >>

Era ad un passo da me e così mi abbracciò. << Non preoccuparti, andrà tutto bene. >> Speravo che lo dicesse, affondai il mio viso sul suo petto coperto dalla camicia beige a quadroni rossi e lo strinsi più forte che potevo, non volevo staccarmi, ma effettivamente ero stanca e avevo bisogno di riposare. Cavolo, non ero certo abituata alle ore piccole come i Winchester, così mi staccai da Sam e sfiorandogli una mano nel farlo, mi diressi verso le scale che salii lentamente per cercare di sentire cosa Sam e Dean si dicessero tra di loro, ma non sentii nulla e quindi entrai nella camera da letto di Bobby, quella in cui avevo dormito per una settimana e mi fiondai letteralmente sul letto. Non mi spogliai neanche perché non ne ebbi il tempo che subito caddi in un sonno profondo, ma per niente profondo. Gli incubi erano tornati a farmi visita, sognai di persone ormai zombies che risalivano dalla terra, che mi inseguivano in un campo che sembrava essere un cimitero abbandonato, avevano l’aspetto tipico degli zombies di Hollywood e mi terrorizzavano. Cercavo di urlare, ma la voce mi moriva in gola, così correvo, correvo più che potevo per cercare di salvarmi e quando credevo di essere arrivata alla salvezza, la strada intorno e davanti a me diventava più lunga e più larga facendomi così correre ancora e cadere a terra per lo sfinimento. Mi svegliai di soprassalto quando lo zombie mi afferrò la gamba.

<< Ti ho svegliata? >> Per abituare gli occhi all’oscurità della stanza li battei più volte freneticamente.
Sam era nella stanza appoggiato alla porta chiusa, non l’avevo sentito entrare e di certo non era stato lui a svegliarmi. Avevo il cuore che mi batteva a mille e i capelli appiccicati alla schiena sudaticcia, ricordavo di aver avuto incubi in passato, ma quest’ultimo era così reale, così vero che quando lo zombie mi aveva finalmente presa avevo perfino sentito il suo tocco viscido e le carni putrefatte sulla mia caviglia, tanto che me la controllai per vedere se avevo dei segni o qualunque altra cosa avrebbe potuto lasciare.
<< Che ore sono? >> Chiesi un po’ stordita.
<< Non ne ho idea. >> Sam aveva la voce bassa e l’espressione imbronciata sul viso.
<< Stai bene? Oh scusa, domanda stupida. >> Come poteva stare bene quando aveva appena rivisto il suo fratellastro morto? Scossi la testa e con una mano mi nascosi gli occhi.

<< Ho avuto una discussione con Dean. >> Disse tutto d’un fiato avvicinandosi a passo lento al letto. Iniziò a girare su sé stesso tenendosi le mani tra i capelli. << Non si fida di me, pensa che in un modo o nell’altro mi trasformeranno, che Lucifero prenderà il controllo del mio corpo e che dovrà essere lui a fermarmi, non Adam. >> Alzò leggermente la voce. << L’ho rinchiuso nella panic room, da lì almeno non scapperà per fare qualcosa di avventato. >>aggiunse di nuovo a voce pacata. Si fermò a guardare il mio viso che sicuramente aveva un’espressione confusa. Mi misi in ginocchio sul letto e incitai Sam a sedervi.
Panic room?mi domandai nella mente, ma non lo espressi ad alta voce.
<< Non permetterò che succeda, non permetterò che tu e Dean vi affrontiate. >> Dissi quando si sedette e si tenne la testa fra le mani.

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Sam si voltò a guardarmi, anche se lui era seduto e io ancora in ginocchio, la differenza di altezza era ben visibile. << Non lascerò che Lucifero ti prenda, non pensarci neanche lontanamente, non posso combattere anche con te. >>
Sospirai. << Se è l’unico modo per salvare te e tuo fratello, voglio farlo. >>
<< Julia no, ti prego. >>

Guardai i suoi occhi, erano lucidi e scuri a contrasto con l’oscurità, la luna in cielo non c’era e questo rendeva la notte ancora più buia e paurosa. Ultimamente le notti erano sempre più scure, era come se fosse un presagio, in preparazione dell’inevitabile.
<< Sam, sono in debito. >>
<< Non ne vale certo la tua vita. >>
Sospirai di nuovo e poggiai una mano sulla spalla di Sam. << Magari se avrà il mio sangue, Lucifero si placherà. >>

<< È il Diavolo, Julia. Come pensi che possa placarlo il tuo sangue? Gli darà solo più forza. >>
Non risposi, aveva ragione, però una parte di me era seriamente disposta a sacrificarsi per salvare il mondo e i due…i tre Winchester. Non avevo mai fatto nulla che poteva farmi sentire importante, e quella era la mia occasione, se la pensate in un modo alquanto macabro e perverso, avete ragione.
Nessuno aggiunse altro, come se niente fosse successo, entrambi ci stendemmo sul comodo letto matrimoniale dalle coperte a fiori e ci tenemmo stretti, il suo petto era perfino più comodo dei cuscini dei letti in casa di Bobby! Speravo di non abituarmici altrimenti non avrei saputo come fare quando e se tutto sarebbe finito.

Rimanemmo l’una nelle braccia dell’altro e in silenzio per tutta la notte, svegli, vigili e totalmente immersi nei propri pensieri, ma pronti a qualunque evenienza. I muscoli delle braccia di Sam erano tesi, cercai di farglieli rilassare, ma non c’era modo. La tensione nell’aria era troppa, lui era preoccupato per i suoi fratelli, per sé stesso, per il mondo intero e non potevo lasciare che si preoccupasse anche di me, era troppo da sopportare per un ragazzo di ventisei anni.

Quando ad un certo punto sentimmo dei rumori provenire dal piano di sotto, ci precipitammo a vedere cosa li aveva prodotti. Castiel stava sorvegliando Adam e Dean era rinchiuso nella panic room della casa, cosa poteva esserci che non andasse?
<< Adam? >> Chiamò Sam. Quando vide che Adam non era più sul divano dove l’aveva lasciato, iniziò a preoccuparsi e si guardò intorno.
<< L’hanno preso gli Angeli. >> Castiel apparve tutto d’un tratto sostenendo Dean con il proprio corpo, era ridotto male, aveva escoriazioni su tutto il viso e non si reggeva in piedi, Castiel lo poggiò sul divano sotto la finestra.

<< Cosa gli è successo? >> Chiese Sam alludendo al fratello, ma non sembrava molto preoccupato per le condizioni di Dean, chissà, forse pensava che se la meritasse davvero una bella lezione. << Beh, sono stato io. >> Ammise Castiel. << Stava per fare una gran cazzata. >>
<< Come è possibile che gli Angeli abbiano preso Adam? Non gli avevi marchiato le costole? >> Chiesi, forse intromettendomi un po’ troppo.
<< Certo, Adam li avrà informati. >>
<< Come? >>
<< Probabilmente in sogno. >>
<< Dove possono averlo portato? >> Chiese Sam.

Castiel scomparve e riapparve dopo solo qualche secondo. << La stanza verde, in California, hanno già portato Dean lì, una volta. >>
<< California? >> Chiesi, fiduciosa che forse sarei potuta tornare a San Francisco.
<< Già. >> Castiel scomparve di nuovo.
C’eravamo solo io, Sam e suo fratello svenuto sul divano.
<< Julia, per favore, dovresti aprire la porta della panic room. >> Sam sembrava serio, troppo serio. Voleva praticamente rinchiudere suo fratello in prigione e possibilmente buttare la chiave.
<< Ok, dimmi solo dov’è. >>
<< Nel seminterrato. >>

Mi feci strada nel seminterrato, non ero mai stata li prima d’allora e di certo non sapevo che la casa di Bobby avesse una panic room, però avrei dovuto pensarci visto e considerato che l’intera casa era praticamente un santuario del sovrannaturale.
Il seminterrato era buio e le scale che stavo scendendo scricchiolavano ad ogni singolo passo, avevo paura che potessero cadere da un momento all’altro, ma non lo fecero, e riuscii a scendere fin giù sana e salva. Non c’era granché li sotto. Solo tantissima polvere e una porta in ferro arrugginito posta sull’estremità della parete destra, pensai fosse la panic room e così mi avvicinai per aprirla. Notai che ai piedi della porta c’era la Trappola del Diavolo, bè, era pur sempre una panic room.

Chiamai a me tutte le mie forze per aprire quella grossa porta di ferro e finalmente un rumore secco e stridulo mi avvertì che si era finalmente aperta. Il suo interno circolare era anch’esso rivestito di ferro, sul pavimento un’altra trappola del diavolo e un’altra ancora che veniva riflessa dalla ventola enorme sul soffitto, certo che erano state prese fin troppe precauzioni, però chissà, forse nell’ambito del sovrannaturale le precauzioni non erano mai troppe.
Entrai al suo interno scavalcando la piccola diversità di livellazione, notai che c’erano degli armadietti vuoti probabilmente usati per le armi, un materasso e un cuscino sporchi e al suo fianco qualche rivista a luci rosse. Mi guardai intorno incuriosita.

<< Le pareti sono rivestite in ferro e sale, così che gli spiriti e i demoni non possono attraversarla. >> Mi spiegò Sam dopo che ebbe sistemato il fratello sul materasso chiudendogli i polsi in delle manette.
Annuii sempre guadandomi intorno, Bobby era un genio. << Sei sicuro che le manette sono proprio necessarie? >> Chiesi guardando Dean svenuto su quel materasso.
<< Sì, non conosci bene Dean se credi che non lo siano. >>
<< Forse hai ragione, non lo conosco. >>
Sam sorrise e poi aggiunse: << Tu vaidi sopra a riposare, io rimango qui e aspetto che si svegli. >>
<< Sicuro che non hai bisogno di compagnia? >>
Accennò un sorriso. << Sicuro, non preoccuparti. >>

Arrivai alla porta e quando stavo per scavalcare il piccolo scalino per ritornare nel seminterrato mi voltai e guardai Sam che a sua volta guardava Dean con espressione sconfitta. << Tu stai bene, vero? >> Chiesi una volta fuori.
<< Si, mai stato meglio. >>
Abbozzai un sorriso, ovviamente mentiva, ma cosa avrei potuto fare? Nient’altro che chiudere la porta della panic room e avviarmi di sopra per riposare ancora un po’, anche se sapevo che era letteralmente impossibile.


<< Sei sveglia? >> La voce profonda e pacata di Castiel mi svegliò da quel sonno che purtroppo era durato fin troppo poco, mi sentivo ancora stanca e stordita, cercai di mettere insieme i pezzi per capire cosa fosse successo la sera precedente e la testa iniziò a farmi male. Mi coprii gli occhi perché la luce era troppo accecante e quando finalmente si furono abituati a tutto quel sole che entrava dalla finestra, dalla porta e chissà da quale altra parte, guardai Castiel che era fermo ed immobile lì davanti a me sempre con quel suo trench e il suo bel completo elegante e mi fissava perplesso.
<< Cosa? >> Chiesi con voce roca e stanca.
<< Dove sono Sam e Dean? >> Chiese a sua volta sempre immobile con gli occhi puntati su di me.
<< L’ultima volta che li ho visti erano nella panic room, credo siano ancora li. >>
<< Bene. >> Sparì e mi lasciò sola. Sospirai spazientita e di nuovo mi stesi sul divano sotto la finestra, ma la pace durò per poco, Sam, Dean e Castiel risalirono dal seminterrato e parlavano tra di loro animatamente, qualcosa su perché Castiel non volesse che Dean andasse con loro e Sam sì.

<< Julia, tu devi restare qui, saresti solo d’intralcio. >> Affermò Castiel più che mai schietto.
<< Oh… >> Feci io, << ma in California ci vivo, potrei tornare a San Francisco. >>
<< Non andrai da nessuna parte fin quando Lucifero non sarà morto. >> disse Dean avvicinandosi a me mentre mi puntava un dito contro.
<< Devo vedere se la mia famiglia sta bene. >> Affermai in tono deciso.
<< No Julia, Castiel e Dean hanno ragione, sarà meglio che tu rimanga qui, torneremo presto, te lo prometto. >> Mi disse Sam che era il più ragionevole di tutti. Con il suo tono e la sua gentilezza alla fine mi convinse.
<< E va bene, ma se viene Lucifero? >>

<< Hai le costole marchiate. >> Disse Castiel.
Sbuffai. << Va bene. >>
E prima che me ne accorgessi i tre non c’erano più, spariti nel nulla.
Non sapevo cosa fare, così accesi il computer portatile di Sam per ricercare ancora qualcosa sulla sparizione di Bobby e Alyson, ma ovviamente non trovai nulla, anche perché non sapevo cosa cercare, provai con sparizioni sovrannaturali e i risultati mi portavano a testimonianze di persone apparentemente rapite dagli alieni, così provai a digitare semplicemente “sparizioni” e trovai link ai casi federali e io non pensavo che Bobby e Alyson potessero essere stati rapiti da un vero rapitore, uno di quelli che chiede il riscatto, no, pensavo che il rapitore fosse un demone, un Angelo o magari anche un’altra di quelle mostruosità che lessi nei libri.

Non avendo più nulla da fare e non sapendo cos’altro cercare, anche se ero un po’ riluttante ad aprire la mia pagina Facebook, alla fine lo feci. Nessuna notifica, nessuna richiesta di amicizia e nessun messaggio. Era un brutto segno, cercai il nome della mia migliore amica Jessica Randolph e vidi che i suoi ultimi post risalivano a più di due settimane fa, parlava del professore pedofilo e delle ingiustizie nei confronti degli studenti, venti mi piace, dodici commenti e nessun’altra interazione. Stessa cosa nel profilo di Blair, Alyson e Kalie.
Ritornai nella homepage e ovviamente anche tutte le notizie recenti non erano state aggiornate. Era come se il mondo si fosse fermato a due settimane fa, beh, almeno il mio.

Il mondo è un posto migliore quando non si conosce il suo aspetto sovrannaturale.

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