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Autore: alaska_young    25/09/2019    1 recensioni
“Che diavolo ti dice il cervello?!” A grandi passi entrò in casa scostando Courtney.
“C-che vuoi dire? Di cosa stai parlando?”
“Courtney...perché diavolo hai invitato Duncan al tuo matrimonio?”
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: PWP, Triangolo | Contesto: Contesto generale
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If he's a serial killer, then what's the worst

that could happen to a girl who's already hurt?




Courtney si guardò per l’ennesima volta la mano con l’anello di fidanzamento; era stata colta da un senso di vuoto nel riguardarlo durante quel mercoledì pomeriggio nel suo studio.

Tra soli tre mesi avrebbe sposato Scott, aveva un buon lavoro, una casa con mutuo da pagare, ma quel senso di incompletezza non la lasciava.

Alle 19 dopo un incontro con un cliente ed alcune scartoffie da sistemare, come da routine, andò a casa dove vide che il suo futuro sposo la aspettava.

“Tesoro sono a casa!” Annunciò la mora non appena arrivò sull’uscio di casa.

“Hey Court! Com’è andata a lavoro?” Il ragazzo con le lentiggini le si avvicinò e le diede un bacio a stampo sulle labbra avvolgendole con una mano i fianchi.

“Un po’ noioso, non c’era molto da fare.” Fece spallucce e guardò in alto.

“Senti, pensavo di andare con i ragazzi al bar stasera, forse farò un po’ tardi, ti dispiace?”

“Figurati, vai pure.” Lo baciò di nuovo e sorrise a stento mentre lo vide mettersi la giacca per poi uscire.

Courtney girovagò per la casa, ascoltando il silenzio che la circondava.

La sua casa aveva cominciato ad essere così vuota e silenziosa da quando la relazione con il suo storico ex, Duncan Nelson, era finita.

Sorrise mentre beveva un sorso di vino: quel ragazzo la faceva uscire di testa con la sua musica ad ogni ora del giorno, con i film horror a tutto volume pur di spaventarla ed averla attaccata a sé oppure quando provava qualche pezzo rock con la sua chitarra, ma finivano con il fare l’amore.

Scosse la testa; lei era una donna felicemente fidanzata ed a breve sarebbe diventata la signora Wallis, il punk ormai era un capitolo chiuso della sua vita.

Prese il suo palmare e chiamò la sua migliore amica, Gwen, per evitare la solitudine.

“Gwen ti va di passare di qui? Scott è uscito e io sono sola.”

“Dammi 20 minuti.” 

Cosa farebbe senza di lei?

Nonostante fosse sposata con Trent, trovava sempre del tempo per Courtney.

Dopo quella che sembrò un’eternità arrivò la ragazza dai capelli corvini con due pizze in mano.

L’ispanica sorrise e l’abbracciò, per poi farla entrare.

Risero tutta la sera tra vino e pizza, ricordando i tempi passati e di come le cose erano cambiate.

“Allora, sei pronta per il matrimonio?”

Courtney non si faceva mai trovare impreparata: aveva già prenotato il ristorante, deciso la torta, stampato gli inviti, parlato con il prete, deciso il colore dominante della sua cerimonia ed era quasi sicura del suo vestito da sposa, per non parlare di quelli delle damigelle!

“Certo! Ho già deciso tutto lo sai! A proposito la settimana prossima, di martedì, verresti con me..” Stava tirando fuori l’agenda per controllare i suoi impegni quando Gwen la bloccò.

“Court…è che io sono la tua migliore amica, non credo che dovrei nemmeno dirtelo, ma sai che sono anche la migliore amica di..” Fece un sospiro per prendere coraggio “…di Duncan. E non credo sia il caso di invitarlo, ci sono stati talmente tanti alti e bassi tra di voi, che non so come prenderebbe la notizia del matrimonio. Poi non sono nemmeno sicura di come reagiresti tu nel vederlo.”

“ Ma certo Gwen! Figurati se invito quello scimmione con la faccia piena di metallo! Non riuscirei a vederlo, non sopporto la sua faccia; vorrei prenderlo a pugni!” Fece una smorfia di disgusto, perché la rabbia era giustificata dopotutto.

 

 

 

Duncan guardava fuori dalla finestra: pioveva a dirotto, ma lui amava quel rumore così rilassante.

Courtney si sollevò leggermente dal letto coprendosi con il lenzuolo; i capelli erano spettinati e gli occhi semi aperti.

“Hey” lo salutò dopo essersi svegliata.

“Hey” lui rimase girato verso la finestra, seduto sul bordo del letto.

Courtney sapeva che quando faceva così, sembrava strano, ma stava pensando a qualcosa. Dopo poco si accese una sigaretta e la mora storse il naso per l’odore di fumo, ma gli si avvicinò lo stesso.

Gli diede dei soffici baci sulle spalle muscolose e nude, mentre il suo sguardo rimaneva fisso sulla pioggia che scorreva fuori dall’appartamento.

“Duncan tutto bene?” avvolse con le esili braccia il petto del punk e lo guardò in modo sospetto.

Sapeva di non potersi aspettare molto da questa relazione di solo sesso, ma lei non poteva negare a se stessa che cominciavano a ritornare a galla i sentimenti perduti per il ragazzo.

“Niente Court, sono solo stanco, non ho dormito bene, hai russato stanotte.” Sapeva che lui poteva essere un vero stronzo quando era irritato.

“Allora ti lascio solo, così magari puoi recuperare un po’ del sonno di cui ti ho privato!” Alla velocità della luce l’ispanica cominciò a vestirsi.

“Bene. Meglio.” Borbottò il ragazzo.

La ragazza era livida di rabbia e voglia di rispondere. 

Perché Duncan, che fino a ieri sera la coccolava e le diceva che era bellissimo, ora la stava cacciando? Perché erano entrambi troppo testardi per ammettere i loro veri sentimenti?

“Puoi dirmi cos’hai?!” La mora alzò ancora la voce pronta a lasciare l’appartamento.

“E’ colpa tua Courtney, vattene da qui.”

“Cosa? Cosa significa? E guardami quando ti parlo!” Andò su tutte le furie e si avvicinò a grandi passi a Duncan.

“Vattene via da qui Courtney!!” Il silenzio calò tra i due. Le lacrime si fecero strada sul viso della giovane mentre il punk manteneva un’espressione marmorea.

“Solo perché hai paura delle tua emozioni non devi incolpare me, ma su una cosa hai ragione. Me ne vado e non voglio più vederti Duncan Nelson, sei la mia disgrazia.” Uscì sbattendo la porta mentre il punk la seguiva con lo sguardo vedendola uscire dal vialetto.

Cominciò ad urlare e maledirsi, perché l’aveva lasciata andare di nuovo? L’aveva persa di nuovo?

 

 

 

Una volta per tutte lui l’aveva ascoltata e non si era fatto più vedere, ma nonostante questo lei ci sperava ancora di incrociare i suoi occhi color ghiaccio per sbaglio anche solo per qualche secondo in un bar.

A fine serata Gwen salutò Courtney e tornò a casa.

La mora andò nel suo studio, dove tutto era diviso tra carte d’ufficio, della casa e del matrimonio.

Aprì la scatola contenente gli inviti del matrimonio accuratamente sistemati in ordine alfabetico, ma la ragazza andò fino all’ultima per la quale si era angosciata tanto.

Nelson, Duncan. L’unica non in ordine, l’unica fuori posto, come lui.

Leccò la busta e la sigillò: domani le avrebbe spedite.

 
   
 
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