Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: Retsuko    25/09/2019    2 recensioni
Il futuro è inevitabile e riserva cambiamenti che non sempre si possono affrontare da soli.
A Kaede Rukawa la parola “insieme” fa paura, ma quando la sua perfetta routine fatta di solitudine, basket e pisolini si spezza, è costretto a ricercare un nuovo equilibrio e a fare i conti con ciò che prova per Hanamichi Sakuragi.
Un anno di vita di un gruppo di ragazzi.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Ayako, Hanamichi Sakuragi, Hiroaki Koshino, Kaede Rukawa
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Minuscolo capitolo per festeggiare l’acquisto della nuova colletion di Slam Dunk, che…no vabbè…niente spoiler.

 

Buona lettura a tutti e tutte  

 

Love is a burnin' thing

And it makes a fiery ring

Bound by wild desire

I fell into a ring of fire

I fell into a burnin' ring of fire

I went down, down, down

And the flames went higher

And it burns, burns, burns

The ring of fire, the ring of fire

The Ring of Fire, Johnny Cash and June Carter

 

Salì le scale praticamente di corsa, puntando al bagno del piano di sopra. Dopo un pomeriggio trascorso all’aperto, l’umidità invernale gli era penetrata nelle ossa. Sentiva l’urgenza di farsi una doccia e chissà, magari l’acqua lo avrebbe aiutato anche a sciacquare via la confusione mentale provocata dagli strani eventi di quel capodanno. I discorsi di sua nonna, Sakuragi che condivide ricordi privati ed estremamente delicati, che lo definiva amico e poi quei tocchi lievi, i loro primi contatti fisici volontari e non violenti al di fuori del campo da gioco. Si spogliò in fretta e s’infilò nel box di vetro senza curarsi troppo della temperatura, era temprato da anni di docce negli spogliatoi, dove non sapevi mai cosa aspettarti.

Sakuragi lo chiamava “effetto Finlandia” perché “o ti ritrovi in una sauna oppure scaraventato nudo sulla neve”. Sakuragi. Nudo. 

Kaede sospirò. Si portò una mano alla nuca, sfiorando quella piccola porzione di pelle accarezzata dalle dita di Hanamichi poche ore prima. Un brivido lungo la schiena e la mano volò verso il basso, ad afferrare la base del suo pene già semi eretto e il pugno che lo stringeva non era il suo, bensì quello di Hanamichi che aveva cominciato a muoverlo, lento, implacabile, fino a farlo diventare completamente duro. E Kaede si appoggiava all’indietro, non alle piastrelle che rivestivano il box doccia, ma al torace rovente del rosso, ed anche lui era eccitato, perché Kaede sentiva l’erezione altrui appoggiarsi fra le sue natiche. 

Hanamichi continuava a masturbarlo, con l’altra mano gli accarezzava il petto, il palmo grande e ruvido sfregava i capezzoli, la sua lingua gli blandiva l’orecchio e le sue labbra gli sussurravano parole indecenti.

«Adesso ti scopo Kaede» dicevano. 

Una mano fra i capelli - mmh ad Hanamichi piacevano i suoi capelli - lo spingeva a piegarsi in avanti e poi...poi l’organismo cancellò ogni cosa, le fantasie, la realtà, rimaneva solo il suo corpo spossato e il suo sperma schizzato sul vetro del box.

 

Aragosta. Ecco cosa sembrava un’aragosta lessata. Kaede arrossiva raramente, ma aveva la pelle troppo chiara e delicata per resistere indenne a mezz’ora di doccia, bollente, e alla fine era riemerso così colorato. Se Hanamichi gli avesse davvero morso una spalla di sicuro gli avrebbe lasciato i segni dei...e basta!

Recuperato un minimo di lucidità si ricordò dei regali sul tavolo della cucina, ancora da scartare. Scese dabbasso e oltre ai pacchetti trovò sua madre, intenta a riempire il bollitore per il tè.

«Ehi» gli disse sorridente quando lo vide sulla soglia, appoggiato allo stipite della porta «sopravvissuto anche quest’anno»

«Più o meno» rispose lui con un piccolo sbuffo.

«Magari l’anno prossimo convincerò le zie a restarsene a casa così potrai goderti il compleanno in santa pace.»

«Di la verità, neanche tu le sopporti più.»

Sua madre mise il bollitore sul fuoco e poi si girò verso di lui, l’espressione di una bambina beccata con le mani nella marmellata dipinta sul viso.

«Che esagerazione. Semplicemente per una volta vorrei trascorrere un capodanno senza dover mettere a tavola 10 persone.»

«Ma se cucina sempre papà!»

«Appunto, lui cucina, io preparo la tavola e faccio sedere gli ospiti.»

«Pff»

Kaede guardò sua madre, la piccola fossetta sulla guancia destra che appariva ad ogni sorriso, la fisicità flessuosa e il collo sottile che profumava sempre di lavanda. E Kaede sentì il bisogno di annusarla perché era estenuato dalle emozioni provate e il profumo di Azumi sapeva di casa e tranquillità. In quel momento era stanco di bruciare, ora desiderava solo cullarsi nel tepore di coccole familiari, non essere accarezzato da mani lascive che lo facevano tramare. Voleva essere tirato fuori da quel cerchio di fuoco in cui si era andato a cacciare e solo lei avrebbe potuto farlo, perché lei era un ruscello fresco. 

 

Aveva bisogno di mamma.

 

Coprì la distanza che li separavi con due veloci falcate e chinò la testa sulla sua spalla, strofinando il naso sul collo per farle il solletico, come faceva da bambino quando voleva sentire il suono della sua risata.

Funzionava ancora, effettivamente lei scoppiò a ridere.

«Ka-Chan!» esclamò cercando di stringerlo a sé e Kaede la lasciò fare volentieri.

«Erano anni che non facevamo questa cosa» disse Azumi e la sua voce tradiva la commozione «temo di non farcela più a prenderti in braccio»

«Ok mamma, sei esonerata» rispose lui con una risatina soffocata nell’abbraccio.  

Il bollitore prese a fischiare e Kaede si allontanò un poco dalla madre, che gli incorniciò il viso con le mani, si alzò in punta di piedi e gli diede un lieve bacio sulla fronte.

«Buon compleanno tesoro mio. Perché non ti siedi a scartare i regali? Nel frattempo ti preparo un tè verde, quello che ti piace tanto»

Lui annuì, godendosi in silenzio il potere rassicurante dell’affetto materno. 

«Dov’è il maglione di zia Mineko?» domandò. 

«Nella scatola a righe» 

Considerato che ogni anno gli regalava la stessa cosa avrebbe anche potuto smetterla di sprecare carta e consegnarglielo direttamente. Sarebbe stato un bene per la foresta Amazzonica. 

Kaede tolse il coperchio alla scatola, stava per spingerla da parte senza nemmeno controllare, ma lo fece e quasi cadde dalla sedia. 

«Mamma» disse allarmato. Azumi e Kaede si guardarono, entrambi col sopracciglio sinistro inarcato e le labbra arricciate, in una perfetta simmetria.

«Beh, è proprio vero che la vita riserva sempre delle sorprese» commentò lei appoggiando le tazze sul tavolo e sedendosi vicino al figlio «Tuo padre deve avergli detto di che colore è la divisa dello Shohoku. Oppure aveva finito la lana blu»

Oppure gli dei si divertivano a torturarlo, non c’era altra spiegazione che potesse giustificare il rosso brillante di quel maglione.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: Retsuko