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Autore: RosaRossa_99_    26/09/2019    1 recensioni
“Lasciami andare ho detto”
dissi con più convinzione provando a liberare i polsi, ottenni solo che la sua stretta aumentò, scavandomi la pelle e facendo pulsare il sangue sotto di essa. Il mio corpo tremò sotto quel tocco così rude e il suo respiro aumentò lasciandomi andare e allontanandosi, mi diede le spalle e si incamminò verso la strada da cui era venuto.
Non vedevo Seth da così tanto che se non fosse stato per quegli occhi non lo avrei riconosciuto.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza | Contesto: Universitario
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PDV Hana
Una luce fioca mi fece risvegliare. Aprii gli occhi lentamente, cercando di mettere a fuoco il più possibile. Mi stropicciai gli occhi, mettendomi lentamente a sedere, procurandomi una fitta al petto. I ricordi iniziarono ad affiorare: la corsa in macchina, Sonny, Kirby…
Mi guardai intorno spaesata e confusa, come ci ero arrivata qui? Riconoscevo quella stanza, ci ero stata in così tante occasioni… ma sta volta vi ero io sul lettino dell'ospedale. Era così bianca che la luce riflettendoci sopra mi accecava quasi, abbagliandomi e impedendomi di mettere bene a fuoco; ci volle un po' affinché i miei occhi si abituassero, la grande finestra aveva le tende spalancate da cui si poteva vedere tutto l'ospedale. Abbassai lo sguardo, seguendo i fili attaccati al mio corpo che mi condussero alle macchine poste di fianco al mio letto; avevo solo quella che segnava il mio battito, simbolo che la mia respirazione andava bene e non aveva bisogno di una macchina che lo aiutasse; questa suonava un ritmo lento e pacato, con le linee che avevano dei picchi di ugual misura e perfettamente distanziati, simbolo della mia guarigione. Staccai i cavi procurandomi un sussulto, causato dallo scotch perfettamente aderito alla mia pelle .
"Sai dov'è la mia mamma?"
Saltai leggermente in aria a quella voce: alzai lo sguardo e vidi sulla poltrona di pelle bianca e beige posta all'angolo una bambina che stringeva un orsacchiotto. Poteva avere non più di sette anni, era vestita con una salopette in jeans e una maglietta rosa con le maniche a sbuffo. La guardai confusa, girandomi verso la porta per vedere se ci fosse qualcuno nelle vicinanze ma niente
"T-ti sei persa?"
Lei scosse la testa, scendendo con un balzo dalla poltrona e si avvicinò a me timidamente. La osservai avanzare a piccoli passi mentre si trascinava dietro quel peluche. Aveva un che di familiare… I suoi capelli castani come la pece erano raccolti in due codine ricciolute e i suoi occhi color ghiaccio mi penetravano a fondo, inchiodandomi nel lettino.
Merda. Realizzai chi fosse quella bambina
"Tu sei… sei Gioia"
Le dissi incredula, lei nel frattempo si era seduta sul letto accanto a me.
Annuì
"Allora lo sai?"
Oddio, una tenaglia chiuse le mie budella. Come potevo dirle che la sua mamma non c'era più… per colpa mia?
Rimasi bloccata a fissarla con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.
"Ti senti male?"
Lei disse preoccupata, avvicinandosi e mettendomi una mano sulla fronte, come per sentire la mia temperatura. Le presi la sua manina stringendola tra le mie
"N-no, sto bene"
Le sorrisi forzatamente, vedendo la sua preoccupazione in quel suo visino paffuto. Lei guardò il suo peluche, guardando poi me e porgendomelo
"Quando sto male Boh è sempre con me e dopo averlo stretto per un pò mi sento sempre meglio"
Era così ingenua e dolce… come le avevo potuto fare una cosa del genere? Non avrebbe più rivisto sua madre…
Presi il suo orsetto, a cui mancava un occhio, stringendolo e ringraziandola. Mi decisi a parlare, ovviamente non le avrei detto che sua mamma era morta, mi sarei dovuta inventare un qualcosa molto velocemente perché la sua faccina mi squadrava e i suoi occhi cercavano di captare ogni mio pensiero, quei occhi che erano gli stessi di Seth e avevano quasi lo stesso potere su di me
"Gioia, vedi…"
"Signorina Smith!! Vedo che si è ripresa!"
Mi voltai di scattò notando il Dott. Colman entrare nella stanza sorridente, l'ultima volta che lo avevo sentito era stato prima del ballo, non lo avevo mai richiamato per scusarmi o dargli delle spiegazioni ma d'altronde neanche lui si era fatto sentire.
"Dott. Colman! Io… non l'ho mai richiamata… immagino che ora lei voglia licenziarmi…"
"Non dica sciocchezze! Piuttosto misuriamo la pressione"
Poi si rivolse alla bimba, sempre seduta accanto a me che lo guardava preoccupata e con aria protettiva.
"Piccolina che ne dici di uscire un attimo? Fuori c'è una persona che ti aspetta"
Lei mi guardò, sussurrandomi all'orecchio con la bocca coperta dalla sua manina
"Se hai paura stringi forte Boh e chiudi gli occhi, pensando a un bel prato verde con tante farfalle. Me lo dice sempre il mio papà"
Disse sorridendo per poi uscire e lasciarmi da sola con il dottore, che chiuse la porta non appena la piccolina scomparve dalla nostra visuale
"Dov'è suo padre?"
Gli chiesi, indicando con la testa la bambina che era appena uscita
"L'altro ragazzo con cui sono arrivata come sta?"
"Sonny se la caverà, ora è sotto osservazione; ha appena finito l'intervento di estrazione del proiettile. Ora Hana... Seth mi ha chiesto di darti questa"
Disse sfilandosi dalla taschino del camice un foglio piegato con cura e posandolo accanto al mio letto sul piccolo comodino, lo guardai confusa
"Come fa a conoscere Seth?"
"Diciamo solo che gli dovevo dei favori… non devi sapere altro"
Uscì dalla stanza, lasciandomi di nuovo da sola. Guardai il foglio e lo presi, aprendolo e iniziando a leggerlo.

 

Cara Hana,
devo spiegarti e dirti molte cose e cercherò di farlo con questa lettera.
Iniziamo da Gioia. Immagino che tu ormai l'avrai conosciuta: è una bambina incredibile, anche se ha solo sei anni riesce ad avere la maturità e intelligenza di una persona adulta! È sempre stata così sorprendente… con le sue domande puntigliose e schiette. E i suoi occhietti inquisitori… è impossibile mentirle, lei lo capirà subito.
Sei anni fa, per sbaglio, ho messo incinta Kirby ed è nata lei. Io non ho saputo niente della sua esistenza se non dopo il primo anno e mezzo della sua vita, grazie a degli infiltrati che ero riuscito ad immettere nel suo clan. Da quel momento la mia vita è cambiata del tutto. Ho deciso di portarla via da sua mamma, dopo le cose che mi hanno raccontato: lei non sapeva come accudirla ed è sempre stata nota per i suoi sbalzi d'umore e per le sue "abitudini", poco adatte per una bambina così piccola. Due anni fa finalmente sono riuscita a portargliela via, nascondendola per tutto questo tempo a tutti, anche a Sonny. Nessuno sapeva della sua esistenza perché ero terrorizzata dall'idea di perderla ed è anche per questo che non ti ho più cercata, anche se ti volevo indietro più di ogni altra cosa al mondo… non volevo che tu portassi un peso del genere sulle spalle, un segreto che ti avrebbe messa in pericolo, cosa che è successa... Ma poi ti ho incontrato per caso, prima in quel vicoletto e poi in questo ospedale… e mi sono reso conto di quanto mi mancasse qualcosa nella vita e di quanto fosse incompleta. E quel qualcosa eri proprio tu. Tu mi completavi, in un certo senso mi rendevi una persona migliore.

 

Feci una pausa, asciugandomi una lacrima ribelle. Perché non era qui a dirmi tutto questo di persona?

 

Per questo ti ho cercato quando sono rimasto ferito… ma non avrei mai immaginato quanto le cose si sarebbero complicate. Se solo avessi saputo… se solo avessi saputo che tutto questo ti avrebbe portato qui, distesa sul letto di un ospedale piena di ferite… e con il peso di Kirby. Perché lo so Hana, ma non preoccuparti non lo scoprirà nessuno, nessuno mai verrà a sapere cosa è successo; me ne sono già occupato.
Ora ascoltami bene amore mio. Io me ne andrò via, scomparirò dalla tua vita, portandomi tutti i problemi con me. Ma tu Hana, tu devi andare avanti, farti una vita tua, lontana da tutto il male che ti ho fatto, lontana da ogni pericolo, lontana da me. Lo so che mi detesterai e odierai perché me ne sono andato, e credimi se ti dico che anch'io mi odio per averti fatto questo… ma preferisco che sia così piuttosto che vederti soffrire ancora e ancora per me, vederti in pericolo… non voglio che tu passi una vita in fuga. Per questo sono disposto a rinunciare a te: il mio amore supera il mio egoismo, non voglio che ti accada più nulla.

 

Mi bloccai di colpo. Mi aveva abbandonato. Afferrai il telefono accanto a me, posizionato sul comodino, e inizia a digitare il suo numero ma la linea cadeva in continuazione. La segreteria mi riferì che il numero non era più attivo.
Rimasi bloccata, guardando il telefono. Non poteva finire così.
Ripresi a leggere la lettera velocemente, con le lacrime che mi appannavano la vista

 

Ti chiedo solo una cosa: prenditi cura di mia figlia, te ne prego. Siete le due persone più care al mondo. Sapere che lei sarà con te e tu con lei per me è un modo per avervi vicino, in un certo senso. So quanto è difficile, quanto sarà complicato per te guardarla ogni giorno e mentirle su me e su sua madre… e accetterò un tuo rifiuto, se non ti sentirai pronta a farlo. Ma ti prego, pensaci. Ne ha passate tante, è cresciuta senza una mamma e quasi senza un papà… per lei desidero solo una famiglia che la ami come solo tu potresti fare.
Non appena avrai deciso potrai rivolgerti a Flora. Ha delle disposizioni ben precise a seconda della tua decisione, che spero con tutto me stesso essere positiva.
Forse ora ti starai chiedendo qual è il mio collegamento con Flora… lei è una dei miei. Mi dispiace non avertelo mai detto ma sapevo non avresti accettato una guardia del corpo, così insomma… siete diventate amiche. Perdonala, lei ti vuole bene. Aveva degli ordini precisi, e uno di questi era quello di non uscire allo scoperto… è stata lei a chiamarci quando quell'uomo è entrato in casa tua. È merito suo se hai potuto dormire tranquillamente. Quindi ti prego, perdonala, e prenditela con me piuttosto.
Hana un'ultima cosa. Heljia è morto, faceva il doppiogiochista con Kirby e aveva una mezza relazione con lei. Si è rivelato una persona molto diversa da quella che conoscevi, in tutto e per tutto. Ma per lui non mi dispiace, ha ricevuto quello che si meritava. Ha preso in giro tutti noi.
Penso di averti spiegato tutto con questa lettera. Non sarei mai riuscito a lasciarti andare di presenza, ecco perché te l'ho scritta.
Mi dispiace per come sono andate le cose, mi dispiace di averti rovinato la vita, mi dispiace che tu mi abbia conosciuto, ma posso ancora rimediare, uscendo dalla tua vita e facendoti tornare a respirare.
Tu devi essere libera, libera da me. Ti amo Hana e ti amerò per il resto della mia vita.

Per sempre tuo, Seth

 

Avevo il cuore spezzato in un'infinità di pezzi, e sta volta non sarei stata in grado di riassemblarlo.

   
 
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