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Autore: Kharonte87    27/09/2019    0 recensioni
Le cronache delle avventure dello stregone Kharonte, accompagnato dall'amico mago Zihark, in un viaggio da Quel'Thalas verso Soutshore ed oltre. Durante il loro viaggio Kharonte e Zihark incontreranno numerosi altri personaggi, ognuno dei quali arricchirà la persona di Kharonte, siano essi amici, nemici o amanti...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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POV: ROSSOCREMISI

In quell'ambiente riusciva a sentire chiaramente il rumore dei suoi passi. Dopo un lungo volo era finalmente arrivato alla sua destinazione, ed ora avanzava circondato da mura bianche ed irregolari e da elfi del sangue come lui. Erano per lo più incantatori o sacerdoti, tutti dalle tuniche dai colori sgargianti. RossoCremisi, protetto dalla sua lucente armatura da paladino, avanzò ancora e dopo aver attraversato il lungo corridoio iniziale arrivò ad una grandissima sala molto ampia. Il centro di quest'ultima era vuota, mentre ai lati due elfi badavano a dei cuccioli di dragofalco. C'erano due rampe ai lati che permettevano la salita al piano superiore della stanza. Da lì, il paladino avrebbe quindi deviato per proseguire per la stanza centrale di quella struttura. Si trovava in una fortezza, non umana, né elfica, né nanica. Il grande complesso di Tempest Keep era di natura aliena, costruita dai Naaru, questo un elfo di cultura come RossoCremisi lo sapeva bene. La struttura in cui si trovava lui era quella più grande dell'intero complesso, posta in posizione centrale. The Eye si chiamava quel posto, "l'Occhio". "L'occhio con cui il Principe guarda al nostro futuro, forse," pensò RossoCremisi quando un piccolo sorriso spuntò nel suo volto.

Stava salendo la scalinata di destra quando le strane luci che illuminavano la Stanza della Fenice, come i suoi fratelli avevano chiamato quel grande spazio, si oscurarono. Il motivo di quell'oscuramento e di quel nome stava proprio volteggiando sopra la sua testa. Al'ar, il dio delle fenici, il fedele compagno del Principe Kael'thas stava spiegando le sue infuocate ali in tutta la loro maestosità. La fenice era l'animale più grande, spaventoso ed allo stesso tempo bello che RossoCremisi avesse mai visto. L'elfo si fermò per qualche secondo, alzando lo sguardo per godersi quello spettacolo che non si poteva dire certo di tutti i giorni.

"Molto bene", disse con un filo di voce.

Proseguì, prendendo il piccolo corridoio che portava alla sala principale, sulla strada trovò altri elfi del sangue, impegnati a conversare tra loro o che si esercitavano nelle loro arti. Dopo che superò i due grandi costrutti a cui era stata data la vita grazie alla magia del suo popolo che facevano da guardia ad uno degli ingressi, RossoCremisi entrò.

La stanza era molto grande anche se aveva più una forma ad imbuto rovesciato rispetto alle altre tre di The Eye, che avevano una forma circolare. La stanza non aveva altri elfi al suo interno, se non i cinque che la occupavano stabilmente. RossoCremisi inspirò profondamente prima di incamminarsi verso la parte nord della stanza. Non vedeva il Principe da qualche mese, Kael lo aveva convocato poco dopo aver conquistato Tempest Keep. Il Principe aveva descritto quel posto come un paradiso, ma RossoCremisi sapeva bene che le rovine del pianeta Draenor erano tutto fuorché un paradiso. Pochi anni prima un enorme cataclisma aveva letteralmente spaccato quel mondo, ed ora le Terre Esterne, come i sopravvissuti le avevano chiamate, non erano altro che un pugno di regioni instabili e lacerate.

L'elfo entrò nella stanza con passo deciso, i cinque elfi erano in piedi nella pedana, messi uno accanto all'altro, come se fossero una sorta di giudici di qualche tribunale. Mentre si dirigeva verso di loro, RossoCremisi diede un'occhiata a coloro che il Principe aveva scelto per essere i suoi consiglieri. All'estrema sinistra della pedana c'era Thaladred, il guerriero. Indossava un'armatura imponente, nera con striature arancioni, in testa un elmo con due corna che spiccavano verso l'alto. Stretta nella sua mano c'era un'enorme ascia bipenne, a cui Thaladred aveva dato il nome di Devastazione. RossoCremisi pensò che nessun altro nome sarebbe potuto essere più adatto di quello. Accanto a lui c'era Telonicus, il mastro ingegnere di Quel'Thalas che il Principe aveva voluto con sè. Anche Telonicus era in armatura, anche questa nera, ed il suo elmo gli copriva pressoché totalmente il volto. L'unica cosa che RossoCremisi riuscì a vedere furono due scintille verdi all'altezza degli occhi del mastro ingegnere, che a quanto era stato detto al paladino, si stava ora occupando della costruzione di un gigantesco costrutto.
Dalla parte opposta, all'estrema destra della pedana, si ergeva invece un paladino dall'armatura rossa. Quest'ultimo aveva un possente martello da guerra nella mano destra, un grande scudo nella nella sinistra ed il suo sguardo era fisso davanti a sé. Ben poco si sapeva di Lord Sanguinar, un elfo dalle poche parole, e che a Silvermoon si vociferava fosse un lontano parente della bandita Valeera Sanguinar. Accanto a lui, c'era l'ultimo dei consiglieri del Principe, un'elfa dai capelli corvini che le scendevano fino alle spalle, avvolta in una tunica rossa. RossoCremisi sapeva che quella doveva essere la Gran Astromante Capernian, la maggiore esperta della magia del fuoco di Quel'Thalas.
Al centro di quella pedana e di quella formazione, si trovava Kael'thas Sunstrider, il Principe degli Elfi del Sangue. Kael era un elfo molto anziano se paragonato a RossoCremisi, ma nonostante questo il suo aspetto era molto giovanile, con i fluenti capelli biondi che gli incorniciavano il viso regale dai tratti delicati, delicatezza che andava in contrasto con gli occhi del Principe, uno sguardo fiero, duro, ardente. Le tre sfere verdi, pulsanti di magia, giravano intorno a Kael senza sosta.

"Altezza." RossoCremisi si inginocchiò davanti a lui, poco sotto la pedana. "Il Gran Magistro Rommath mi ha detto che volevate vedermi."

Kael'thas stese in silenzio per qualche secondo, osservando l'elfo inginocchiato al suo cospetto con lo sguardo abbassato.

"Ah, Rommath è arrivato a Silvermoon allora." La voce del Principe era calma, melliflua, quasi musicale. "E vedo che ha obbedito al mio ordine.." Kael'thas sorrise. "Lieto di rivederti, Cremisi, quali notizie da Silvermoon? Lor'themar sospetta qualcosa?"

Il paladino non alzò lo sguardo e rispose. "Lord Theron non sospetta nulla, Altezza. Il vostro piano è ancora al sicuro."

Kael'thas aveva rivelato a RossoCremisi, che da sempre era stato un dei più fermi sostenitori, il suo piano per ridare lustro a Quel'Thalas, anche se non era entrato nei particolari. Ma il Principe aveva promesso di riattivare il Pozzo Solare, così che gli Elfi del Sangue ritornassero ad avere quella che per millenni era stata la fonte dei loro straordinari poteri. L'elfo paladino ricordava bene il giorno in cui il Pozzo Solare era stato distrutto, travolto dalla furia del Flagello dei Non-morti. Quell'evento aveva segnato profondo RossoCremisi, il quale aveva perfino iniziato a scrivere un nuovo tomo su quella tragica battaglia.

"Eccellente, Cremisi". Kael'thas ormai lo chiamava solo "Cremisi". Diceva che RossoCremisi era un nome troppo lungo. "E conto che anche tu abbia fatto il tuo dovere..."

Fu solo in quel momento che l'elfo davanti al Principe alzò lo sguardo. La vista di Kael infondeva sempre un certo timore su RossoCremisi. Quest'ultimo era sicuramente un nuovo che si impressionava molto difficilmente, durante la sua esistenza ne aveva visto davvero tante, ma il potere che la figura di Kael'thas Sin emetteva, accendeva sempre un formicolio dentro di lui, una fiamma fredda, senza calore.

"Si, Altezza, ho fatto tutto quanto avete ordinato. Ho consegnato la Chiave del Nexus ad uno dei miei uomini e li ho mandati sulla strada per Hellfire."

"E dei libri che mi dici?"

I libri. RossoCremisi aveva saputo dallo stesso Principe dell'esistenza di tre tomi leggendari, all'interno dei quali era scritto i più grandi segreti della magia, "la sua essenza" aveva detto Kael. Gli aveva ordinato di recuperarli tutti, il motivo però non gliel'aveva rivelato.

"Abbiamo ritrovato il primo, mio Principe. Sono io stesso ed i miei uomini a sorvegliarlo in attesa dei vostri ordini. Gli altri due..."

Kael'thas fece una smorfia d'impazienza. "Si, Cremisi? Gli altri due?"

Il paladino esitò per qualche istante poi sospirò. "Gli altri due saranno presto nostri, Altezza. Ho già mandato una persona a recuperare quello di Ashenvale, mentre per quello nascosto a Stormwind.." RossoCremisi esitò ancora. "Sembra che l'Alleanza lo custodisca molto gelosamente, mio Principe."

Le tre sfere verdi si iniziarono a muovere con più velocità. "Ci possiamo fidare di questa tua conoscenza che hai inviato ad Ashenvale, Cremisi?"

Il paladino questa volta non esitò. "Sicuramente, Altezza. Anche se è una Kaldorei, m fido di Breeselion ciecamente."

E come poteva non farlo? I pensieri di RossoCremisi corsero a quella strana, esuberante, curiosa elfa della notte che aveva incontrato qualche tempo prima in una taverna di Shattrath, l'antica capitale dei Draenei di Draenor. L'aveva notata quando era seduta al bancone, a bere una bevanda alcolica di cui aveva già consumato tre intere bottiglie. RossoCremisi aveva capito ben presente che quella Kaldorei aveva molto nascosto dietro la sua insolenza e la sua stravaganza. Erano diventati compagni di viaggio in poco tempo.

Al paladino scappò un sorriso quando ricordò le parole con cui lui e Breeselion si erano salutati, davanti al portale per la capitale elfica di Darnassus. "Secondo le nostre spie, un gruppo dei nostri amati amici si sta dirigendo ad Ashenvale. Porta i miei saluti ad Ophélia, se la incontri."

La druida aveva risposto con un ghigno ed ironico "Certamente, mio signore".

"Voglio ancora fidarmi di te, Cremisi. D'altronde, sei sempre stato dalla mia parte, e credo che la tua grande conoscenza ci possa tornare utile in futuro..." stava continuando intanto Kael'thas. "Confido nella fiamma della tua devozione, Cremisi. Nella tua fredda fiamma della conoscenza."

RossoCremisi piegò un braccio e si batte un pugno all'altezza del cuore. "Non vi deluderò, mio Principe." Il suo tono era sicuro, determinato.

"Ora vai pure, Cremisi. E la prossima volta che ti vedrò mi aspetto che tu mi porta tutti e tre i toni leggendari."

Fosse stato per RossoCremisi, il libro che aveva ritrovato l'avrebbe già consegnato a Kael'thas. Ma il Principe di Quel'Thalas aveva spiegato che "per conoscerne i segreti, i libri vanno aperti tutti e tre insieme."

Il paladino RossoCremisi si alzò, e senza voltarsi ritornò da dove era venuto. Quando rientrò nella Sala della Fenice, Al'ar stava nuovamente volteggiando.

"Molto bene", pensò sorridendo.
   
 
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