Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: LadyPalma    28/09/2019    2 recensioni
Prima classificata al contest "My beloved villain" indetto da Dark Sider sul forum di EFP
What-if a partire dalla 3x03. Melisandre sta per lasciare Roccia del drago per cercare Gendry, dato che Stannis non ha abbastanza fuochi per generare un'ombra. Ma se Stannis la convincesse a restare, con la proposta di generare un'ombra con qualcun altro? E se qualcun altro fosse il Cavaliere delle cipolle? Dimenticate la morte di Joffrey al banchetto nuziale, in questa storia avverrà in un modo un po' più cruento...
[Davos/Melisandre]
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Stannis Baratheon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Red Onion - Davos/Melisandre'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2.

“In che stagione siamo?”
Davos inarcò un sopracciglio, confuso. Di certo non si era aspettato un simile avvio alla brillante confessione che la sacerdotessa gli aveva appena promesso. “Siamo ancora in estate” rispose tuttavia, decidendo per il momento di assecondarla.
“Già, siamo in estate” assentì lei, con un sospiro quasi malinconico. “La stagione della luce, del caldo e del benessere. A chi potrebbe mai non piacere? Eppure, hai ragione a dire ancora, Ser Davos… Perché l’inverno è ormai alle porte e questo inverno sarà ben peggiore di tutti quelli che ci sono mai stati. Ci sarà la battaglia definitiva contro le tenebre, contro la morte e solo il Signore della Luce e il suo prescelto possono fermare tutto questo…”
“Stai cercando di indottrinarmi?” domandò l’uomo, non trattenendo ora il suo scetticismo. “Perdonami, mia signora, ma non riesco proprio a capire il legame che c’è tra le stagioni e l’assassinio di Joffrey Baratheon. Perché è lui che vuoi annientare con la nuova ombra, non è così?”
Le labbra di Melisandre si curvarono in un sorriso. Quello che aveva davanti era un uomo senza istruzione che proveniva dal Fondo delle Pulci, eppure era anche molto più intelligente e perspicace di tanti altri uomini del castello, Stannis compreso.
“Il legame è quello della sopravvivenza, ser” rispose lei in modo sibillino, che però questa volta si affrettò a esplicitare. “Ti rivelerò un segreto: non mi interessa nulla di Stannis, né se finirà sul Trono di Spade o meno. Avrei potuto benissimo servire Renly, Robb Stark o addirittura Joffrey. Tutto questo è irrilevante… L’unica cosa che mi importa è seguire ciò che dice il mio dio e nelle fiamme Lui mi ha mostrato Stannis, io ho visto che è il prescelto che porterà finalmente la pace. Siamo in estate, è vero, e ora ci divertiamo a dare battaglia… Ma quando l’inverno sarà qui, vedrai come tutte queste lotte per una sedia di ferro non avranno più importanza”.
Davos si prese qualche istante per valutare quelle parole. La sacerdotessa aveva già proclamato Stannis l’Azor Ahai risorto, ma era la prima volta che la sentiva dire di non interessarsi minimamente al gioco del trono. In effetti, fino a quel momento lui aveva sempre condannato le azioni della donna, ma non si era mai fermato a domandarsi quali fossero le motivazioni che vi si nascondevano dietro. Era una folle sanguinaria, così si era sempre detto e finora gli era bastato. Ma adesso veniva fuori che quella definizione forse era sbagliata: poteva essere pazza, certo, ma l’obiettivo che aveva in mente mentre compiva sacrifici su sacrifici era quello di risparmiare migliaia di innocenti nell’Apocalisse che credeva vicina.
“Quindi ora vuoi farmi credere che sei una specie di salvatrice?” la provocò, interrompendo con quell’ironia il pericoloso corso dei suoi pensieri che già si sentiva un po’ più incline a comprenderla.
“No, non sono una salvatrice, ma voglio farti capire che non sono neanche così cattiva come credi” rispose lei con la stessa sincerità che aveva caratterizzato tutta quella strana conversazione. “Agisco per un bene superiore, più grande di un singolo re o di una singola vita. Stannis vuole distruggere Joffrey per il trono, ma io nel volere il suo trionfo non ho nessuna ambizione personale… Ho sacrificato vite per il Signore della Luce, è vero, ma ho sacrificato anche la mia… La mia vita in cambio della vita stessa, in cambio delle vite di tutti quelli che verranno dopo di noi quando le Tenebre saranno sconfitte”.
Parlava con termini da indottrinamento e negli occhi le brillava il fanatismo, ma stranamente ora Davos non riusciva proprio a scorgere in lei la cattiveria che le aveva sempre attribuito. Forse perché finalmente gli si mostrava come donna in carne ed ossa, come semplice essere umano.
“Cosa hai sacrificato?”. La domanda gli sfuggì dalle labbra quasi prima che se ne rendesse conto.
Per la prima volta, Melisandre si sentì colta di sorpresa. Mai nessuno le aveva fatto quella domanda e lei stessa di fatto non ci aveva riflettuto mai abbastanza. Aveva abbracciato una missione fin da giovanissima e aveva vissuto per portarla a termine, tutto qui.
“Avrei potuto avere una vita normale, suppongo… Una casa, un marito, forse dei figli…” disse in tono assorto, come se stesse pensando ad alta voce. “Non ho mai avuto degli amici, non ho mai conosciuto l’amore. Non sono cose che ho mai voluto, eppure… Magari se la mia vita fosse stata diversa…”. Tacque un attimo e si morse leggermente un labbro, indecisa se continuare o no quell’improvviso flusso di coscienza. Alla fine optò per un compromesso: distolse lo sguardo dal suo interlocutore, ma non smise di parlare. “Mi sono concessa a tanti uomini per volere del Signore della Luce, ma non l’ho mai fatto per il mio piacere”.
Il cavaliere la ascoltò interessato e paziente. Detestava ammetterlo, ma quell’inedita apertura verso la donna che più di tutte aveva odiato gli stava facendo provare emozioni nuove. Curiosità, empatia, attrazione… e un’assurda tenerezza nei suoi confronti. La manipolatrice e astuta mangiatrice di uomini stava diventando qualcuno di completamente diverso da conoscere.
“E… Tu che cos’è che vuoi?” le chiese in un sussurro.
Nell’udire la domanda, la donna sollevò di nuovo lo sguardo e, come ricordandosi solo in quel momento del vero obiettivo della serata, si liberò della sua espressione triste per sfoderare invece un sorriso. Si alzò in piedi e in un rapido fruscio di seta rossa si ritrovò presto sulle gambe dell’uomo.
 “Non posso decidere cosa voglio, Ser Davos, non lo hai ancora capito?” gli soffiò contro il viso, lasciando scorrere le dita sulla sua barba in una distratta carezza. “Devo generare ombre, questo è il mio contributo alla causa della Luce. L’unica cosa che posso scegliere è il mio complice”. Lentamente si protese in avanti fino a premere il seno contro il suo petto e a portare le labbra vicinissime al suo orecchio. “Voglio te. Sei tu il mio angolo di scelta” mormorò con voce suadente, prima di tornare a guardarlo negli occhi.
Senza dargli il tempo di reagire, lo coinvolse in un bacio insospettabilmente dolce, che d’istinto lui non poté far altro che ricambiare. Avrebbe dovuto tirarsi indietro perché sapeva a quale orrore in realtà stava dando il suo assenso con quel bacio. Era consapevole però che se lui l’avesse rifiutata, allora ci sarebbe stato qualcun altro comunque a darle la magia che lei richiedeva… E improvvisamente il pensiero di altre mani che la toccavano, mani che lei non voleva, non gli era più indifferente. Diceva di volere lui invece, perciò non si sarebbe tirato indietro;  del resto il segreto equilibrio tra repulsione e attrazione che lui aveva sempre provato per lei si era ormai del tutto destabilizzato.
Rispondendo a quel bacio, la sollevò di peso e la trasportò sull’ampio letto della stanza. Lasciò che fosse lei a prendere il controllo, facendosi trascinare nel vortice di una passione che non aveva mai immaginato di poter vivere. La pelle di lei bruciava e lui si stava perdendo volontariamente nelle fiamme.
Forse lui non era stato così superiore alle debolezze, dopotutto.
Oppure invece era stata proprio la verità su di lei che alla fine lo aveva ingannato.
Il giorno dopo si sarebbe sicuramente pentito di quella notte. Ma in quel momento si sentiva completamente convinto, proprio come aveva predetto lei.
 
**
 
Appena due settimane dopo giunse a Roccia del drago la notizia ufficiale della morte di Joffrey. Mentre era seduto sul suo trono era stato improvvisamente afferrato da una figura fatta di ombra. Proprio davanti allo sguardo degli impotenti cavalieri della Guardia Reale, quella creatura di fumo aveva poi incrociato due pali di legno trovati nella Sala del trono e vi aveva sbattuto violentemente il giovane sovrano.
La stessa ombra che doveva aver ucciso Renly, pensò Loras Tyrell mentre per primo si avvicinava al cadavere crocifisso. Anche se questa non somigliava affatto a Stannis.
“Una croce” commentò Melisandre con una punta di ironia, non appena si ritrovò sola con Davos per la prima volta dopo la loro notte insieme. “Un modo piuttosto cruento di uccidere. Forse non sei così buono come sembri, mio dolce cavaliere”.
Questa volta era stata lei a recarsi nella stanza di lui, ma non trovò l’accoglienza che si era aspettata. Comprese immediatamente che con quell’esordio aveva commesso un errore quando incontrò l’espressione sconvolta sul suo viso.
“Non devi sentirti in colpa. Abbiamo compiuto un passo in più verso il futuro della Luce e Joffrey era solo un piccolo folle sovrano che non meritava di governare su nessuno.”
Così dicendo, la sacerdotessa si avvicinò abbastanza da potergli fare una carezza; tuttavia, prima che la mano di lei incontrasse la sua guancia, lui si ritrasse di scatto. Mentre lui indietreggiava quasi terrorizzato, un’espressione ferita comparve sul volto di lei.
“Così ora ti disgusto?” domandò con una risatina che suonava amara.
Davos strinse le labbra e, suo malgrado, scosse la testa. Era disgustato, sì; non da lei però, solo da quello che insieme avevano generato.
“Ogni volta che ci tocchiamo, qualcuno muore” affermò con durezza.
Il suo obiettivo era allontanarla ancora di più, ma lei, al contrario, intravide in quelle parole uno spiraglio che effettivamente si era aperto. Tornò ad avvicinarsi e questa volta riuscì ad afferrargli il viso tra le mani e a posargli un bacio sulle labbra.
“A me non sembra che stia morendo nessuno adesso” sussurrò, facendo unire di nuovo le loro labbra, senza che lui stavolta opponesse resistenza.
Ma la donna aveva torto. Qualcosa stava morendo anche in quell’istante: una parte della sua anima, quella dove si trovavano  i suoi valori, i suoi principi e il suo assoluto rifiuto della magia nera.





NDA: Ciao Joffrey! Confesso che l'idea di vedere Joffrey crocifisso non mi dispiace, sicuramente meritava una morte molto più cruenta di quella che abbiamo visto. Spero che l'idea vi stia piacendo, efefttivamente mi viene da chiedermi se Melisandre non avrebbe potuto modificare tutto il corso della vicenda partorendo tante ombre... Soprattutto spero che i personaggi risultino IC, ho provato il più possibile a rendere le loro decisioni (sorpattutto quelle di Davos) credibili. A presto con l'ultimo aggiornamento!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: LadyPalma