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Autore: ghostmaker    28/09/2019    1 recensioni
La Grande Guerra è stata vinta dall'esercito del Regno di Tera, ma è davvero iniziato un nuovo periodo di pace? Tradimenti, amori, inganni e tragedie scuotono le famiglie reali e la loro risoluzione chiarirà se è davvero giunto il momento di essere in pace con tutti. Ma la fine di una guerra, spesso, porta con sé anche il desiderio della vendetta!
[Storia partecipante alla challenge “Pagine di una storia infinita” indetta da molang sul forum di EFP]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Imperatore dei Cinque Regni'
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Il vecchio maestro sorride soddisfatto, i lavori in casa sono stati completati velocemente grazie all’aiuto prezioso di Ten. Il bambino è felice, sta passando delle vacanze bellissime nonostante debba lavorare, si è preso cura di Agisto e in parte sono diventati  amici, ma la sua più grande ricompensa è vedere la gioia negli occhi del maestro.
«Mio caro Ten, sei stato bravissimo in tutto, non solo sul lavoro; ho apprezzato tanto la tua compagnia e ti sei comportato benissimo ubbidendo a ogni mia regola senza protestare o fare capricci. Meriti un bel premio.»
Gli occhi di Ten s’illuminano mentre pensa cosa riceverà in regalo, ma poi guardando quella specie di bastone nodoso che gli consegna il maestro, la sua espressione cambia completamente.
«Maestro vi ringrazio, ma riesco ancora a camminare.»
«Ecco, ti ho fatto i complimenti e adesso mi dici queste cose!» risponde il vecchio fingendo delusione.
Ten capisce che è stato sgarbato e dice senza pensare: «Non volevo offenderla insinuando che lei è vecchio.»
«Anche questa?» dice ridendo il maestro. «Sorvolerò sulle tue buffe risposte perché anch’io avrei detto cose simili a qualcuno che mi avesse regalato un bastone inutile, ma andiamo a trovare Agisto e quando tirerò via il telo tu dovrai impugnare questo legno nodoso con una bella stretta e appoggiarlo a terra. Vedrai la vera sorpresa.»
Se voleva incuriosire un bambino già curioso, il maestro ha fatto centro. Ten è su di giri, cerca di non pensare a niente come quando medita e segue il maestro silenziosamente.

Tolto il telo, Agisto reagisce come il solito, qualche gracchiata, scuote le ali e muove la testa per sentire i suoni, ma nessuno parla o si muove. «Che cosa volete fare? Sento il vostro odore, so che siete entrambi qui.»
Il maestro fa cenno a Ten di appoggiare il bastone a terra e il bambino ubbidisce.
Dalla punta del bastone esce una fortissima luce che si propaga in tutta la stanza costringendo Ten a chiudere le palpebre. Lentamente la luminescenza sparisce, Ten apre gli occhi lentamente e vede qualcosa di molto strano. «Maestro, dove siamo?»
«Per ora non è importante che tu sappia cosa stai guardando, devi soltanto sapere che questa immagine immobile proviene dagli occhi di Agisto e grazie al bastone che ti ho regalato.»
«E lui dove è?»
«Dovresti chiedermi dove siamo noi due» dice ridacchiando il vecchio.
Lentamente l’immagine sparisce, dal nuovo attimo di buio si torna alla luce normale e Ten si trova nuovamente davanti ad Agisto che sta urlando: «Vecchiaccio, potevi dirmelo che gli facevi provare il bastone? Tenervi nel mio stomaco senza preavviso è doloroso!»
Il bambino spalanca gli occhi e guarda il vecchio che risponde al corvo: «Se ti avessi avvisato, tu avresti iniziato a canticchiare, io avrei dovuto spiegare tutto e Ten non sarebbe stato più sbalordito di ciò che avrebbe visto.»
Ten, infatti, era rimasto stranamente senza parole sia per ciò che aveva visto sia per le parole di Agisto e questa sua strana espressione faceva ridere il maestro perché era la prima volta che il bambino stava nel silenzio assoluto.
«Ti devo una piccola spiegazione. Quando Agisto racconterà ciò che ha visto tu, usando il bastone, potrai osservare ciò che ti dirà come se ti trovassi in quel luogo e in quel momento. Però non succederà niente fino a quando non avrai letto tutto il quarto tomo e soprattutto non avrai progredito nel tuo percorso di conoscenza.»
«Come farò a sapere se sono davvero pronto?»
«Non so risponderti perché tu sei il primo a cui ho dato il permesso di leggere i libri e sarà anche per me, in ogni caso, una sorpresa.»
Anche Agisto ci tiene a dire la sua: «E prima di fare qualsiasi cosa dimmelo!»
Ten scuote il capo in segno di approvazione e il maestro dice: «Siccome abbiamo finito con i lavori di casa, che ne dici di andare in biblioteca a leggere gli ultimi due capitoli? Mi raccomando però, se ti senti stanco, riposa gli occhi.»
Ten scuote il capo approvando l’idea del vecchio e corre via saltellando, il maestro da del cibo al corvo mentre il pennuto lo rimprovera: «Se peggio di quell’altro!»
L’anziano ridacchia: «Questo è un complemento che non merito.»
«Vecchio pazzo, spero davvero che tu abbia puntato sulla persona giusta perché il tempo a nostra disposizione sta scadendo.»
«Atua, Primo del suo Nome, scrisse sui testi sacri la prassi da seguire; è più lunga ma tiene al riparo il piccolo Ten da danni mentali e fisici. Certo, se mi sto sbagliando, le mie precauzioni non saranno servite a niente perché tutti finiremo nell’oblio eterno» risponde con serietà il maestro.



7° capitolo – La settimana più lunga
(prima parte)



Era passato un mese dalla tragica morte di Hebber, la tristezza doveva lasciare il posto all’allegria per un avvenimento atteso da tutto il popolo del mondo: la settimana di preparazione alla maggiore età dei principi.
Per la prima volta nella storia ogni regno stava per mandare un proprio principe al Palazzo Imperiale di Raumati, dove avrebbe trascorso sette giorni di studio, preghiere, digiuno e lavori sociali sotto la supervisione dell’Imperatore dei Cinque Regni. La straordinarietà della presenza di cinque ragazzi era amplificata per la presenza di un Re tra loro cinque. Ogni regno avrebbe voluto organizzare l’evento così si era deciso di sorteggiare il nome del re e la fortuna aveva baciato le guance di Titan di Metel che mise al lavoro migliaia di persone per allestire il grande palazzo con dei lavori supplementari svolti nelle due settimane precedenti.
L’unico vero problema che si erano posti i vari regnanti era la questione sulla sicurezza perché pirati e contrabbandieri continuavano a farsi notare nelle loro scorribande, ma l’Imperatore, unico a poter decidere come gestire la settimana, aveva scelto di mantenere l’isola sgombra da armi e soldati rispettando le antiche tradizioni, andando perfino contro il volere della sua ex regina Wasa.
Il messaggio di convocazione era giunto in ogni regno e tutti i principi si preparavano per la partenza.



– Domenica e Lunedì –



Isola Raumati, Palazzo Imperiale.
E’ domenica pomeriggio, Re Titan, come organizzatore, ha già raggiunto Raumati, si fermerà per la notte, prima di pranzo accoglierà i ragazzi insieme all’Imperatore e poi dovrà partire per la decisione di Atua di non avere “estranei” sull’isola. Titan ha anche un altro motivo per passare la domenica sera in quel posto: incontrare una persona che è stata esiliata sull’isola da qualche mese.
«Oh, vorrei dirti che è un piacere vederti, ma mentirei, e adesso che sono confinato qui non ho bisogno di fare facce di circostanza» dice Wit appena vede Titan.
«Sei sempre stato un gran brontolone, ma sai bene che ti rispetto.»
«Forse un tempo, ma adesso dirmelo è da ipocriti, dopo quello che mi avete fatto tu e mio figlio.»
«Ho ragionato come hai sempre fatto tu, Wit. Prima di tutto il proprio regno, anche a costo di inimicarsi gli amici. E noi non siamo mai stati neanche amici» risponde con tono duro ma sincero Titan.
«Bene, allora perché sei passato da qui?»
«Come ti ho detto, ti ho sempre rispettato e ho trovato giusto parlare con te all’inizio di questa settimana importante per tutti, anche per il tuo stesso figlio.»
«Di lui non m’interessa sapere niente, ma dimmi qualcosa di Willa che ora deve stare sotto il giogo del fratello.»
Titan sorride beffardamente a quelle parole. «È curiosa la tua frase perché Re Oak aveva usato le stesse parole nei tuoi confronti quando mi scrisse che con la sua salita al trono avrebbe liberato Willa del giogo dispotico del padre. Comunque sia, la principessa, almeno fisicamente, sta bene, l’ho vista giusto un mese fa alla festa per Juniper.»
«Grande tragedia la morte di Hebber, non era di certo un amico ma lo stimavo molto per il suo attaccamento alla propria terra.»
«Vedi, ripeti le mie stesse cose» dice sibillino Titan.
«È vero, ma lui non mi ha mai attaccato alle spalle come avete fatto tu e Oak!» risponde Wit con una smorfia.
In due si guardano e dopo qualche secondo di silenzio Wit chiede: «Adesso che possiamo essere onesti, dimmi qual è il vero motivo della tua visita.»

Regno di Apen, Palazzo Reale.
La serata di domenica ad Apen è movimentata, Oak, con la sorella accanto, sta dando ordini ai comandanti.
«Ammiraglio Prau, in mia assenza avrete il pieno comando della flotta e quindi potrete procedere con qualsiasi azione necessaria in presenza di pirati, però le chiedo di non muovere verso mari diversi dal Sud. Se scappano, lasciateli andare, nessun inseguimento, per nessun motivo. Avevamo avuto una buona idea parlando di Corsari, ma adesso temo che esistano davvero perché gli attacchi ai mercantili avvengono molto spesso lungo le nostre coste.»
«Maestà, concordo con voi e penso che sia Tera a organizzare gli agguati. Loro non hanno subito perdite in mare.»
«È vero, però Tera è sotto l’assedio costante dei contrabbandieri e dubito che possano pagare dei corsari. Per ora non voglio fare supposizioni, quando riusciremo a prendere vivo qualcuno di questi briganti, ci faremo dire la verità.»
«Cercherò di non affondare le loro navi» risponde Prau battendo i tacchi a terra.
«Comandante Panglito, dalla Guerra Civile non ci sono stati più problemi quindi mantenete sempre gli occhi sull’esterno, continuate ad addestrare le nuove reclute, in più ho una richiesta importante da farvi. Mia sorella rimarrà sola per questa settimana e desidero che ci sia sempre una persona fidata al suo fianco.»
Willa sta per dire qualcosa ma Oak la zittisce solo guardandola mentre Panglito risponde: «Maestà, escludendo loro due, la mia scelta ricade sul capitano Jaran.»
«Perfetto comandante. Ora signori, potete andare.»
Prau e Panglito escono dalla sala del trono, sta per farlo anche Willa ma il fratello la strattona verso di sé tirandole la mano. «Dimmi cara sorella, stavi per fare tu il nome di qualcuno in particolare?»
«No frat… no Re Oak.»
«Bravissima la mia amata sorella, lascia questi compiti al Re, il tuo adorato fratellino sa che cosa sia meglio per te. Ora puoi andare anche tu, riposa bene, più tardi verrò a rimboccarti le coperte.»
Willa s’inchina, si dirige verso l’uscita trattenendo il pianto, i suoi occhi sono pieni di lacrime ma non vuole dare altre soddisfazioni al fratello che la sta torturando psicologicamente già da mesi.

Lunedì mattina, non tanto presto, la nave del capitano Ijo parte da Port Huwur per raggiungere Raumati con a bordo Re Oak.

Regno di Dwr, Reggia.
Domenica, ora di cena. Al tavolo regale sono sedute cinque persone, discutono sugli ultimi avvistamenti dei pirati e sulla settimana di assenza della principessa.
«Mia Regina, confido di tenere a bada quei furfanti, fino a oggi hanno potuto poco contro le nostre navi più veloci» dice Haranche.
«Dovete fare molto di più ammiraglio, voglio che tutti e quattro i mari siano guariti dalla loro pestilenziale presenza.»
«Dovreste darmi la possibilità di trovare accordi anche con Tera» dice Haranche con tono già dimesso. «Il Mare dell’Est, per noi, rimane un grosso problema se gli inseguiti oltrepassano Puna.»
«Ho detto di no! Che si arrangi quella che sta di là!» grida Cristalya.
«E se noi chiedessimo il permesso all’Imperatore di dislocare delle navi proprio sull’isola di Puna? Da lì potremmo pattugliare la nostra zona partendo da due porti diversi» chiede Oceanya con la convinzione che sarà ascoltata.
«Ecco, vedete Haranche? La mia adorata sorella ha sempre delle brillanti idee anche se è un comandante dell’esercito. Dovreste prendere esempio da lei!» afferma Cristalya mentre Haranche si trattiene dallo sbottare dato che la stessa proposta l’aveva fatta lui qualche giorno prima. Oceanya sorride all’ammiraglio che si acquieta subito.
La principessa, poi, si rivolge a Each: «In mia assenza la Regina sarà a capo dell’esercito come previsto dalle nostre normative, ma confido che voi sarete sempre a disposizione per gestire il materiale umano in caso di bisogno.»
«Certamente mia Signora» risponde il generale sorridendole.
Torcon capisce, dalle espressioni dei due, che Oceanya aveva già organizzato tutto, però ora tocca a lui chiedere qualcosa alla regina.
«Mia Signora, che cosa dovrei fare io?»
«Tu?»
«Sì mia Signora. Avevo intenzione di tornare da mia madre sfruttando questa settimana in cui mia moglie sarà a Puna, anche perché sarà assente mio fratello per lo stesso motivo di Oceanya.»
«Non se ne parla nemmeno! Fino a quando so che c’è la mia sorellina a tenerti a freno sto al sicuro, senza di lei rimarrai qui, e resterà accanto a te l’aiutante di campo di Oceanya.»
Torcon è dispiaciuto per non potersi muovere, ma anche Oceanya prova del disappunto per la decisione della sorella di affiancare al marito proprio a Eas. La principessa non aveva pensato che Torcon potesse lasciare Dwr e non aveva parlato con lui prima della cena.

Scesa la notte, Oceanya e Torcon sono nel letto coniugale, la principessa chiede al marito: «Dovevi dirmelo che volevi tornare a casa, avrei preparato tutto in mondo che mia sorella accettasse la tua richiesta.»
«Ci ho pensato soltanto poco prima di chiedere, e poi non avrei voluto metterti in difficoltà con Cristalya. Poco male, starò qui a leggere per sette giorni.»
«Cercherai almeno di avere un buon rapporto con Eas?»
«Ci proverò Oceanya e spero che mi perdonerai se farò qualcosa di sbagliato.»
«Lei ti odia e lo sai, se sgarri di un millimetro ti salterà addosso e colpirà per uccidere senza farsi nessuno scrupolo» dice Oceanya preoccupata sia per la sua amante sia per l’uomo che ha sposato.
«Oceanya, mi comporterò sempre nel modo che ritengo giusto e se Eas avrà qualcosa da dire non avrò problemi ad ascoltarla.»
Oceanya guarda negli occhi Torcon, sospira e ha un attimo di panico.
«Che succede?» chiede Torcon notando l’espressione della principessa.
«Niente, buonanotte» risponde la ragazza voltandosi di spalle.
Oceanya ha gli occhi aperti, ha sentito una fitta al cuore ascoltando le parole di Torcon e questa sensazione si è moltiplicata dicendogli “buonanotte” perché avrebbe voluto baciarlo. Non era la prima volta che Oceanya desiderava baciarlo facendosi stringere tra le braccia del marito e questo sentimento la stava torturando.

Lunedì mattina, non tanto presto, la nave del capitano Luchag parte da Port Deas per raggiungere Raumati con a bordo la principessa Oceanya.

Regno di Metel, Castello Reale.
Nella notte tra domenica e lunedì era partita da Port Coral la nave del generale Moncai con a bordo il generale Meirge e il principe Metalo.

La cabina del principe è chiusa e l’unica persona che può entrare è il generale perché chiamata dallo stesso Metalo.
«Mio Signore, desiderate qualcosa?» chiede la donna mettendosi sull’attenti.
«Rilassati Meirge, considera questo lungo viaggio come una piccola vacanza dai tuoi compiti. Siedi, versati del liquore, e facciamo due parole» risponde Metalo sorridendo.
La donna accetta l’invito, assapora il liquore e dice: «Mio Signore, vi sono grata per tutto, anche per la promozione a generale.»
«Sciocchezze, dopo la missione a Oazi mio padre avrebbe promosso anche Copar se non gli fosse servito per altri scopi. Hai meritato questi gradi non solo per quel giorno, ma anche per le altre infinite mansioni che porti sempre a termine.
Meirge arrossisce, è più grande di età del principe ma è sempre stata attratta dai suoi modi gentili e dalla spensieratezza del suo carattere.
«Siete troppo buono, mio Signore.»
«Non è bontà dire ciò che si pensa» risponde Metalo alzandosi dal letto su cui si era seduto per leggere un libro. «Tu sei una donna aggressiva e determinata, ma anche divertente e simpatica, hai la risposta veloce come sei lesta a estrarre il coltello. Ma sei molto di più e non te ne accorgi.»
Metalo prende uno specchio e lo gira verso Meirge. «Guardati.»
La donna si osserva ed esclama: «Maledizione, ho i capelli in disordine!»
Metalo sorride. «Proprio come dicevo. Hai guardato i capelli e non ti sei accorta dei tuoi occhi nocciola chiaro che rendono il tuo viso luminoso, non hai visto le tue labbra carnose e rosate che parlando assumono forme deliziose e del tuo collo sinuoso, per nulla muscoloso, ma neppure floscio o trasandato.»
«Ma che dite?» risponde Meirge diventando ancora più rossa.
«Dico che sei una donna affascinante e che non lo hai compreso. Alzati, fatti vedere in tutto il tuo splendore.»
La donna si alza in piedi e Metalo le slaccia la giacca, sbottona la camicia e le abbassa i pantaloni lasciandola vestita delle sole mutandine e lei, inebriata dal liquore, lascia che lui faccia ciò che vuole.
«Ero certo di trovare sotto questa pila di indumenti ciò che immaginavo. Il tuo corpo è di una ragazzina nonostante tu abbia già raggiunto la quarantina.»
Il principe fissa negli occhi Meirge e poi prende tra le sue mani il seno della donna accarezzandolo dolcemente. «Hai un seno prosperoso ma non cadente da far invidia a molte giovani della Casa di Lù,» poi una mano di Metalo si infila nelle mutandine della donna che risponde a quel tocco ansimando.
Meirge resiste pochi istanti, si abbandona al piacere e mostra la sua irruenza mentre spinge Metalo su letto.
«Eccoti qua, mia signora, ora prendi ciò che desideri!» dice Metalo spogliandosi della veste lunga che indossava per la notte. «Mostrami cosa sei capace di fare quando sei libera dalle inibizioni, ora non sono il principe e tu non sei il generale, siamo un uomo e una donna e voglio possederti fino a quando saremo a Raumati!»
Meirge, trascinata dalla frenesia, si avventa su Metalo come una tigre e lui accetta di fare la parte della preda godendo delle morbose attenzioni della donna, non oppone resistenza, si lascia mordere senza urlare, ma poi è lui a diventare altro. Lui è il cacciatore che abbatte la tigre famelica, ribalta la situazione, prende possesso della donna senza lasciarle respiro stringendo le sue mani sul suo collo. Con la punta della lingua percorre tutto il corpo di Meirge, s’immerge tra le cosce della donna e lei trattiene la testa dell’amante ferma in quel punto con le mani, e si lascia baciare fino in profondità e poi urla di piacere. Metalo però non ha finito e lei chiede, quasi supplicando, di essere scopata completamente.

Regno di Tan, Villa Reale.
Fajro è pronto per andare a dormire, l’indomani dovrà alzarsi presto, ma prima fa visita alla madre che sta nella sua stanza insieme a Flame.
Bruligida è particolarmente vigile, appena entra il figlio, esclama: «Eccolo qui il mio piccolo che fra poco sarà adulto! Fatti abbracciare da tua madre.»
«È un giorno davvero speciale; vostra madre, da questo pomeriggio, attendeva di incontrarvi per potervi parlare» dice Flame sorridente.
«Cara amica, ascolta bene perché non te lo dirò ancora» dice Fajro alla ragazzina con uno sguardo torvo. «Quante volte dovrò dirti di darmi del “tu”?»
«Una volta di più mio Signore» risponde Flame arrossendo.
«Madre, diteglielo anche voi che lei ha solo tre anni in meno di me e che facendo in quel modo mi fa sentire come un vecchio decrepito.»
Bruligida sorride, il comportamento di Fajro verso la ragazzina è sempre stato benevolo, non le ha mai fatto pesare la differenza di ceto sociale facendola sentire sempre una persona di famiglia, ma soprattutto ride perché Fajro non sa che ha adottato Flame e quindi è a tutti gli effetti sua sorella.
«Perdonala, sai che ci tiene a queste piccole cose» dice Bruligida allungando la mano verso Flame. «Vedrai che quando capirà di essere in famiglia ti darà del “tu” e forse te ne pentirai.»
«Niente, mi siete tutti contro» risponde Fajro facendo ridere tutti.
«Madre, mi dispiace lasciarvi qui da sola con Flame, come immaginavo mio fratello preferisce stare con la sua nuova padrona piuttosto che prendersi cura di voi.»
«Non essere duro con lui, fa tanto per tutti noi, e sono certa che soffre nel doverci stare lontano. Un giorno potresti pentirti dei tuoi pensieri.»
«Perdonatemi. Sono astioso e dico cose che non penso davvero.»
«Vieni tra le mie braccia figliolo.»
Fajro abbraccia la madre, poi, dice: «È ora che vada a riposare.»
Bruligida lo ferma tenendogli la mano. «Figlio mio, ricordati sempre che i tuoi genitori hanno e avranno sempre fiducia in te, qualunque cosa accada.»
«Grazie madre, lo so ma sentirselo dire fa sempre piacere.»

Lunedì mattina, alla prima luce del sole, un umile peschereccio parte da Port Shoal per raggiungere Raumati con a bordo il principe Fajro.

Regno di Tera, Castello Reale.
Il cielo è limpido questa domenica sera a Tera; la Regina Wasa e sua figlia Aarde, dopo cena, conversano tranquillamente su uno dei terrazzi del castello.
«Da domani inizierà la tua nuova vita, non avrai ancora la maggiore età ma con la settimana di preparazione ti sarà riconosciuta ugualmente.»
«Madre, non ho mai capito per quale motivo è così importante per noi delle casate reali mentre il popolo non ha questo tipo d’impegno.»
«Nasce tutto dall’antichità e dai primi regnanti del mondo che insistevano molto sul portare i loro figli al matrimonio ancora vergini. Però facevano anche una distinzione che a Tera è stata debellata molti secoli fa: la ragazza che faceva del sesso prima della maggiore età veniva considera come impura e i genitori faticavano ad accasarla, mentre l’uomo poteva fare i suoi comodi senza sentirsi discriminato. La differenza tra regnanti e popolo sta tutta nel potere che ha un matrimonio, sia fatto con il cuore sia politico come quello tra Torcon e Oceanya mentre un matrimonio comune rappresenta soltanto la gioia della coppia, dei famigliari e dei veri amici.»
«Quindi, perché si fa ancora questa settimana?»
«Ormai è soltanto una cerimonia tradizionale, non ha più il valore di un tempo. Oggi consideriamo già adulti i figli quindicenni e in passato ci sono stati anche matrimoni tra ragazzini di dodici o tredici anni. In antichità, la settimana di preparazione serviva per conseguire un attestato, firmato dall’Imperatore, nel quale era certificata l’idoneità dei ragazzi e delle ragazze al matrimonio e soprattutto alla procreazione. Tradotto in poche parole, dopo quella settimana si poteva fare sesso.»
Aarde arrossisce, ma Wasa la sgrida: «Insomma figliola, possibile che quando si parla di rapporti carnali mi diventi rossa come un pomodoro? Che cosa farai quando tuo marito t’infilerà la mano tra le gambe?»
«Madre, ma devi sempre essere così diretta?»
«Sono fin troppo riservata e te ne accorgerai proprio in questa settimana.»
«In che senso?» chiede confusa Aarde.
«Nel senso che studierai, tra le altre cose, anche come sono fatti gli uomini, come fargli raggiungere l’orgasmo e come spronarli a far provare anche a te il piacere. Magari sarà più semplice per tutti se chiedete direttamente a Oceanya dato che è già sposata.»
«Madre, ma sarà l’Imperatore a spiegarcelo?»
Wasa scoppia a ridere mentre Aarde, sempre più rossa in viso esclama: «Smettetela di ridere? Uffa!»
«Stavo ridendo pensando a Wijs che t’insegna le sconcezze del sesso.»
«Madre, siete insopportabile quando vi burlate di me» dice Aarde. La principessa fa una pausa di silenzio e poi aggiunge: «E voi che ne sapete? Magari io ho già provato un uomo.»
«Tesoro, se nomino il loro “coso” con il suo vero nome, temo di farti svenire» risponde Wasa ridendo ancora di più di prima.
La regina smette di divertirsi e torna seria. «Piuttosto figlia mia, come ti senti a dover stare con gli altri ragazzi per tutta la settimana? Soprattutto con Fajro.»
«Forse è un bene che abbia la possibilità di parlare con lui, o forse sarà un totale disastro, non lo so. Però quando è stato qui il mese scorso mi ha detto a chiare lettere una frase che aspettavo da anni e il mio cuore è impazzito.»
«Ti ha detto che ti ama, vero?»
«Come fate a saperlo?»
«Sono una donna, ho amato follemente quell’uomo fantastico che era tuo padre e lui mi faceva saltare il cuore ogni volta che mi diceva di amarmi. Tu sei innamorata da sempre di quello scavezzacollo e aspettavi solo un suo passo deciso. Ora, stando vicini come un tempo, capirai davvero cosa vi lega. Voglio molto bene a quel ragazzo, anche se mi diverte prenderlo in giro, e se sarete davvero innamorati e decisi ti prometto che lo accetterò volentieri come mio figlio.»
Aarde abbraccia la madre che però ha bisogno di stemperare queste emozioni con una battuta: «Però se mi portate a casa un figlio identico a lui, vi mando tutti in esilio nella Foresta Proibita.»
«Madre, vi voglio bene» dice Aarde stingendola più forte e Wasa, a quelle parole, non può più trattenere le lacrime che gli scendono sul viso per la commozione.

Lunedì mattina, non tanto presto, la nave del capitano Mijin parte da Port Statig per raggiungere Raumati con a bordo la principessa Aarde.

Isola Raumati, Palazzo Imperiale.
L’arrivo scaglionato dei cinque principi è stato accolto dai cittadini dell’isola con grande gioia, a ognuno di loro è stata donata una moneta antica, ormai fuori corso, ma dal valore simbolico molto prestigioso. I cinque ragazzi sono saliti su una carrozza scoperta che li ha portati alle porte del maestoso Palazzo Imperiale dove ad accoglierli ci sono l’Imperatore Atua, CCXVI del suo nome, e Re Titan.
Atua indossa i colori imperiali con la veste blu e il lungo mantello nero, così come su tutti i torrioni del palazzo sventolano le bandiere dello stesso colore; il messaggio che l’Imperatore vuole mandare al popolo è che non esiste un solo regno, ma un grande Impero.
«Sono lieto di dare il benvenuto a ben cinque principi, sarà un onore farvi da guida in questa settimana nella quale imparerete molto, soprattutto su voi stessi. La sala del banchetto è già pronta, entrate, e dal momento in cui varcherete quella porta, sarà ufficialmente iniziata la vostra nuova vita.»
I ragazzi entrano mentre Atua si rivolge a Titan: «È il momento di salutarvi mio Signore. Ho avuto modo, anche in questi giorni, di apprezzare la vostra compagnia.»
«Sono io a ringraziarvi per l’aiuto considerevole che mi avete dato nel preparare ogni cosa per questi giovani che sono il futuro dell’Impero.»
Entrambi s’inchinano, l’imperatore si dirige verso il palazzo, il re verso la sua nave, ma il primo, voltato di spalle, ha qualcosa da dire: «Mi domando perché abbiate incontrato Wit. Senso di colpa?»
Il secondo, anch’egli di spalle, risponde: «No, gli ho soltanto detto che se ha mire di vendetta questa non è la settimana giusta perché se succede qualcosa lo scorticherò vivo personalmente. E questa minaccia vale per tutti, nessuno escluso, Imperatore Atua, CCXVI del suo nome!»

La prima giornata è stata molto quieta per i cinque ragazzi, hanno potuto scambiare qualche parola tra loro soltanto a pranzo e a cena perché impegnati in varie attività personalizzate per la prima purificazione dello spirito, soprattutto attraverso lunghe ore di meditazione e preghiera seguiti come ombre dai vari Saggi di ogni regno.



– Martedì –



Isola Raumati, Palazzo Imperiale
Il sole non si è ancora levato in cielo, nel Palazzo Imperiale stanno suonando decine di campanelle e le voci dei vari servitori rimbombano nei corridoi mentre chiamano i cinque principi per la colazione. Oak esprime il suo dissenso con parole bofonchiate e prive di senso, Oceanya raggiunge per prima la sala, è abituata ad alzatacce mattutine data lì abitudine acquisita come comandante in capo del suo esercito, Metalo si rivolta nelle coperte, troppo rumore per i suoi gusti, Fajro è pronto alla chiamata perché è già sveglio, ha dormito poco e certamente male, Aarde è veloce a vestirsi, anche se i suoi occhi sono ancora semichiusi. I principi, chi prima chi dopo, raggiungono la sala e ciò che trovano sul tavolo è soltanto del pane nero.
«E da bere?» chiede Oak in modo arrogante.
Un servitore si avvicina, porta con la mano destra ha un grosso pentolone e con la sinistra immerge un mestolo nel calderone dal quale estrae dell’acqua. Il carattere dei cinque è così diverso tra loro che le reazioni sono paradossalmente divertenti per l’Imperatore Atua che sta osservando i ragazzi tenendosi appena fuori dalla sala.
«Figlioli, quello che state mangiando, per molte persone del nostro mondo, è un lusso che non possono sempre permettersi. Una delle lezioni che dovete imparare è che non bisogna mai dimenticare i disagi delle persone comuni, dovete essere caritatevoli e adoperarvi in modo che non esistano poveri e disagiati. È un vostro preciso compito perché una casata reale vive o muore secondo la prosperità della popolazione; un proprio popolano frustrato è il primo nemico per la famiglia reale» dice Atua presentandosi nella sala.
Anche in questo frangente l’attenzione dei cinque è divisa tra chi ascolta, ma non gli interessa capire come Oak, o chi si è sempre battuta per dare al popolo i mezzi necessari per vivere decentemente come Aarde che fissa Atua con orgoglio.
«Dopo questa colazione andrete al porto per lavorare insieme ai pescatori che sono rientrati dalla battuta di pesca, perché ciò che avranno portato sarà il vostro pranzo» dice Atua tornando verso la sala del trono.

La mattinata era passata velocemente, i cinque principi avevano lavorato a contatto con i pescatori e Fajro era stato di grande aiuto avendo già esperienza con le reti da pesca. Oak e Metalo si erano occupati di pulire il pescato e spesso avevano dovuto subire gli schermi delle due principesse che ridevano vedendo le facce schifate dei loro compagni d’avventura. Oceanya, avvezza al comando, dava ordini ai compagni con autorevolezza, salvo poi diventare rossa ogni volta che i pescatori le chiedevano di gestire gli arrivi e le partenze dei pescherecci. Aarde si era occupata delle vendite che quel giorno erano state molte di più del solito grazie alla sua presenza.
Tornati a Palazzo, i principi avevano subito mangiato e poi ognuno di loro era andato nella propria stanza per qualche ora di riposo.
Aarde, dopo un bagno ristoratore, si è sdraiata sul letto coperta solo da un telo, sta per chiudere gli occhi, ma bussano alla porta.
«Aarde, sono io, possiamo parlare?»
La ragazza, sovrappensiero, non ricorda quale veste sta indossando e apre.
«Fajro, dovresti riposare anche tu» dice la ragazza mentre allunga le braccia verso l’alto per stirare i muscoli delle braccia.
Il giovane si gira subito di spalle dicendo: «Forse è meglio che raccogli il telo prima che ti rispondo.»
Solo in quel momento Aarde si accorge che allungando le braccia, il telo gli è scivolato sui piedi lasciandola completamente nuda. La prima reazione di Aarde è di chiudere la porta, la sbatte forte e dall’altra parte si sente un “ahia” a gran voce. La principessa capisce di aver fatto un altro danno, indossa una vestaglia e apre di nuovo la porta trovando Fajro con una mano sul naso.
«Mi hai vista?» chiede Aarde arrossendo.
«Non dovresti chiedermi prima se sto bene?» risponde Fajro cercando di respirare.
I due ridono, sembra una scena d’altri tempi, un fermo immagine del loro passato nel quale si divertivano come pazzi. Erano bambini con emozioni diverse da quelle che provano adesso. Fajro fa un passo nella stanza, ed è vicinissimo ad Aarde, la fissa negli occhi mentre fa un secondo passo per baciarla come la prima volta, ma lei indietreggia, allunga le mani verso il petto del ragazzo tenendolo a distanza.
«Che cosa ti succede Aarde? È colpa di quello là?»
«Haag non c’entra nulla.»
«Eppure lo hai nominato senza esitazione» risponde Fajro con astio.
«Fajro, io…»
«Prima non andava bene perché non ero stato diretto, ora non va bene perché lo sono troppo. Io ti amo ma devo sapere quali sono i tuoi sentimenti. Non ti sarò di peso, ti lascerò decidere e ti aspetterò, ma ricorda che anch’io ho un cuore.»
Fajro si volta ed esce chiudendo la porta, Aarde cade in ginocchio e piange perché sa di volergli bene, ma non è certa che si tratti di amore.

In un'altra stanza, la situazione è molto diversa. Oak è entrato nella camera di Metalo dicendo: «Come Re ho imparato a prendere ciò che desidero, e ora ho in mente soltanto te!»
«Forse puoi ancora sperare di diventare come me» risponde Metalo mentre toglie i pantaloni al Re di Apen.

Oasi Oazi
Kokiaka sta parlando con tutti i suoi capitani. «Il momento è finalmente giunto, come voi ero stanco di attendere tutti questi inutili giochetti fatti di attese e riunioni.»
«Capo, ma da che parte stiamo?» chiede Fiskabur.
«Come sempre; dalla nostra!» risponde Kokiaka ridendo sguaiatamente.



– Mercoledì –



Regno di Apen, Port Kurang
«Dichiarate il carico delle vostre imbarcazioni» chiede una guardia portuale a una donna.
«Nessun carico, siamo venuti qua per fare acquisti e partiremo dopo aver riempito la stiva.»
«Ricordate di pagare le tasse portuali oppure non potrete ripartire.»
«Certo signore, siamo persone oneste.»
La donna è raggiunta da due compagni e insieme si allontanano velocemente dal posto di guardia per raggiungere la vicina cittadina mentre le guardie portuali osservano le tre navi per segnare il nome delle imbarcazioni sul foglio degli ingressi. Una guardia si domanda: «Che strano, non c’è, come possono navigare queste bagnarole senza un nome di riconoscimento?»
Solo pochi attimi; le tre navi esplodono spazzando via quattro pontili e almeno trecento militari tra soldati, guardie e marinai.
Le tre persone scese al porto sono salite su dei cavalli e si dirigono verso Tera. Uno di loro si guarda indietro, vede le fiamme e dice: «Rasi, fanno un bel botto quei nuovi marchingegni con polvere nera.»
«È solo l’inizio Jimo, il capo ne sta facendo fabbricare molti da usare nei prossimi giorni, non solo a terra ma anche in mare.»
La donna, ha altro per la testa: «Io spero solo di incontrare di nuovo la sorella di Toxotis.»
«Satulana, non sei proprio capace di goderti un successo» dice Jimo ridacchiando.
«Non ci posso fare niente, quella ragazza mi ha stregata!»
I tre contrabbandieri superano il confine con Tera, raggiungono un peschereccio e s’imbarcano lasciando le coste del Mare dell’Est.


Isola Raumati, Palazzo Imperiale
Nel pomeriggio si è svolta la tanto attesa, e per alcuni temuta, lezione di educazione sessuale e le reazioni dei cinque principi, come sempre, sono state molto diverse. Oak non aveva prestato attenzione agli argomenti proposti, spesso sbuffava, ma nei momenti più delicati posava gli occhi sulle due ragazze. Oceanya era la perfetta alunna, per nulla intimidita, scambiava opinioni con la Saggia Wicaksana, soprattutto quando si discuteva sui rapporti tra coppie dello stesso sesso e giudicate in diverso modo nei vari regni mentre Metalo era il secondo maestro, su ogni argomento aggiungeva particolari sempre più piccanti e spesso entrava in contrasto con Wicaksana perché lei manteneva un approccio “delicato” sugli argomenti. Fajro ascoltava con attenzione ma non riusciva a esprimere le proprie opinioni, temeva di sfigurare davanti agli altri due maschi che stavano dimostrando di avere già avuto esperienze con l’altro sesso mentre Aarde era completamente arrossata, aveva tenuto perennemente il suo sguardo puntato sul banco finendo per essere la preda ideale per gli scherni di Oak e Metalo, e nello stesso tempo, trovando in Oceanya la compagna perfetta per essere difesa dai due maschietti.

Niente cena per l’obbligo del digiuno, qualche preghiera al Leggendario e poi tutti liberi di fare ciò che vogliono. Fuori dal grande portone i tre ragazzi stanno conversando.
«Ormai, delle lezioni di educazione sessuale a dei diciassettenni sono assolutamente anacronistiche, si dovrebbe affrontare l’argomento già nella scuola imperiale perché il mondo è così ampio e aperto che le particolarità anatomiche di un uomo o di una donna si possono vedere passeggiando in qualche grande città. Il vero problema rimane la chiusura mentale di alcuni regni sulle coppie dello stesso sesso: a Dwr sono soppresse per leggi di religione che si sono inventati, mentre stanno peggio dove sono addirittura condannate e punite» dice Metalo a Oak.
«Succedeva quando c’era mio padre, ora, con me sul trono, l’atteggiamento della casa reale è completamente diverso, sia per le coppie omosessuali sia sui rapporti con i propri famigliari, però il popolo è stato soggetto di persecuzioni per secoli ed è difficile per loro accettare che il mondo stia andando avanti. Ho emanato delle leggi che puniscono chi opera azioni forzose contro coppie omosessuali, equiparandole alle leggi già esistenti sul razzismo, condannato da migliaia di anni» risponde Oak in modo quasi borioso.
«E tu cosa pensi Fajro?» chiede Metalo.
«Non so risponderti, per me sono argomenti nuovi» risponde il ragazzo intimidito.
«Vuoi dire che non hai mai scopato?» chiede Oak ridacchiando. «Eppure ci sono tante ragazze carine tra le ancelle di tua madre, per esempio Flame, sarebbe la ragazzina perfetta per la tua prima volta.»
«Non dire sciocchezze, Flame è come una sorella!» risponde Fajro alterato dall’idea proposta da Oak.
«Capisco, tu aspetti la donna perfetta, magari pensi pure che sia lei a farsi avanti» dice Metalo senza malizia.
«Metalo mi ha insegnato che se vuoi qualcosa devi prenderla e guardandoti come sbavi ogni volta che sei vicina ad Arde penso che dovresti andare nella sua camera da letto, strapparle i vestiti e scoparla senza scrupoli. Vedrai che godrà come fanno tutte le altre senza dire mai dirti “no” a qualunque cosa tu faccia.»
La reazione di Fajro è ciò che ci si aspetta da lui. Prende per il bavero della camicia Oak e a muso duro dice: «Non m’interessa se sei diventato Re, ma parla così di lei un'altra volta e ti prendo a pugni fino a che la tua mandibola si frantuma!»
«Dai, perché litigare per queste cose?» dice Metalo dividendo i due ragazzi. «Aarde piace a tutti noi, è inutile che lo neghiamo, però nessuno di noi, nemmeno tu Oak, si permetterebbe di farle una cosa del genere.»
«Questo tipo di scherzi non mi piacciono» dice Fajro lasciando libero Oak.
«Diamine, come sei permaloso» risponde Oak sistemandosi la camicia.
«Piuttosto, vista la libertà sessuale che vige a Tera, noi tre dovremmo temere più Oceanya di qualsiasi altra persona» dice Metalo scuotendo le spalle.
«Ti ci metti anche tu? Sono cugine, i loro regni sono perennemente in lotta per colpa delle regine, e sono donne. Non esiste congiunzione che sia più inverosimile di quella che prospetti.»
«Tu dici? Eppure sai anche tu le voci che circolano su Oceanya. Dovresti osservarla meglio quando è a contatto con Aarde, scoprirai cose inimmaginabili.»
Fajro non risponde e si dirige verso il portone del palazzo mentre Oak chiede a Metalo: «Sei sicuro o lo stai prendendo in giro?»
«Dovresti conoscermi ormai, per queste cose ho l’occhio fino.»

Fajro raggiunge la biblioteca e nota che sedute a conversare tra loro ci sono Aarde e Oceanya. Si nasconde e ascolta.
«Ti giuro che volevo nascondermi quando la Saggia ha nominato ogni singola parte anatomica del corpo maschile» dice Aarde che da ore ha perennemente il viso arrossato per la vergogna.
«Sono argomenti importanti ed è bene che conosciamo ogni particolare, anche quello più scabroso.»
«Forse per te è stato più facile, sei sposata e il sesso con un uomo non è più un mistero.»
«Ti confido che non ho avuto rapporti sessuali con Torcon, né con altro uomo» dice Oceanya con sincerità. «Il nostro matrimonio è una grande facciata bianca che nasconde il marcio che c’è dietro. Mia sorella mi ha obbligata a prenderlo come marito e per fortuna, almeno per ora, non parla di eredi.»
«E lui? Non ti obbliga a fare… insomma… hai capito!»
«Lui è un uomo gentile e di comune accordo non abbiamo mai fatto sesso nelle notti che passiamo insieme. A dirti proprio tutta la verità, ultimamente sto provando una certa attrazione per Torcon, ma sono singoli istanti.»
«Allora perché non ti concedi?» chiede Aarde. «Non so dirti se ti stai innamorando, neppure io capisco bene questo sentimento così strano, però siete già sposati, evidentemente lui ti piace, magari stai allontanando un grande amore.»
Oceanya sorride amaramente mentre risponde: «Non per mia scelta, ho già dovuto allontanare un grande amore, ma i miei sentimenti per quella persona sono tuttora intatti e non m’immagino insieme con altri.»
«Oh, questa mi è nuova Oceanya, e di chi si tratta?» chiede incuriosita Aarde.
La principessa di Dwr si trattiene, non vuole parlare temendo la reazione, ma si fa coraggio dicendo: «Sei tu Aarde.»
La principessa di Tera è scossa dalla rivelazione di Oceanya, si appoggia allo schienale rimanendo in silenzio, pensa e ricorda i momenti del passato e capisce che sapeva già tutto, ma che aveva inconsciamente rimosso le attenzioni particolari dell’amica.
«Dovevo stare zitta» si sgrida Oceanya.
«No, dovevi esternarlo prima questo tuo sentimento. Avremmo potuto parlarne insieme, sai che a Tera siamo liberali su i rapporti tra persone di sesso uguale, e tu ti sei trattenuta per anni facendoti del male.»
«Parlarti non è mai stato un problema. Il punto è che qualsiasi cosa io possa dirti non cambierà niente. Tu sei attratta dagli uomini, non hai mai accennato un atteggiamento diverso, quindi il dolore che ho dentro non potrà mai svanire. Un giorno ti sposerai ed io potrò solo guardarti sperando che tu sia davvero felice, mentre rimarrò sempre con questo grande amore racchiuso dentro di me.»
Oceanya si alza in piedi, Aarde fa la stessa cosa prendendole la mano. «Cugina, ti voglio molto bene e ogni volta che avrai bisogno di me, farò tutto il possibile per poterti ascoltare.»
La principessa di Dwr si volta di scatto e bacia la cugina. Un bacio delicato che sfiora soltanto le labbra di Aarde, mentre Fajro si allontana dalla biblioteca.
«Perdonami, non sarei sopravvissuta a questa serata senza baciarti. Non succederà mai più» dice Oceanya costernata.
«Mi hai ricordato quando eravamo piccole e mi baciavi le guance ogni volta che ero triste. Non hai bisogno di chiedermi perdono per questo bacio rubato, rimarrà tra noi e ci ricorderà sempre il nostro legame famigliare» risponde Aarde rossa di nuovo in volto, ma molto decisa a chiarire che sarà il primo e l’ultimo scambio affettuoso di quel genere.



– Giovedì –



Isola Raumati, Palazzo Imperiale
La mattina è libera per i cinque principi che però hanno l’obbligo di passarla nel paesino portuale. Metalo, rimane più indietro del resto del gruppo, è attratto dagli oggetti più diversi, soprattutto quelli antichi; leggermente più avanti Fajro e Oceanya stanno avendo una discussione non proprio cordiale.
«Quello che succede tra me e mia cugina non sono affari tuoi, e sapere che hai origliato per tutto il tempo mi manda maggiormente in collera.»
«Non m’importa se sei adirata, quello che hai fatto è sbagliato!»
Oceanya si blocca, questa volta non arrossisce con un uomo, è veramente adirata. «Che cosa è sbagliato? Sei anche tu un bigotto come mia sorella? Oppure t’infastidisce che le ho dato un bacio romantico come solo una donna innamorata è capace di fare?»
«Non dire stupidaggini, lo sai bene che non ho problemi con persone come te, rispetto le scelte di chiunque, ma forse hai ragione che sono bigotto e ripeto: mi ha dato fastidio che la moglie di mio fratello baciasse un'altra persona con me presente!»
«Tu non puoi mentirmi, ti conosco anch’io da una vita! E tanto per capirci: tuo fratello sa tutto, accetta come sono e mi permette di essere me stessa.»
Fajro è zittito dalla reazione di Oceanya che non ha finito di rispondergli per le rime. «Quali che siano i miei sentimenti, non ti non riguardano e se mi stai facendo una scenata solo per gelosia sappi che è una grossa perdita di tempo. Questo discorso è chiuso e non ho intenzione di ascoltarti ulteriormente!»

Anche gli altri due, che sono più avanti di tutti, non stanno avendo una discussione simpatica.
«Mi dispiace che tua madre non abbia capito la fortuna che si portava in casa accettando la mia proposta di sposarti. Insieme avremmo potuto dominare l’intero emisfero sud del mondo» dice Oak senza dosare il tono della voce.
«Mia madre non ha intenzione di dominare proprio niente, il nostro Regno è nato insieme al popolo e noi siamo i loro servitori. La guerra è stata un disastro per tutti, anche per noi che l’abbiamo vinta» risponde infervorandosi Aarde.
«Sono solo belle parole, ma la verità è che Wasa attendeva da tempo l’occasione che gli hanno fornito Explodon e Cristalya. Tua madre non era tenuta a entrare in guerra, ma ne ha approfittato per acquisire la libera circolazione del Ponte Sud/Est e per tentare di conquistare le terre di Apen lanciano per prima l’attacco alle nostre navi. Tua madre è colpevole come Cristalya della morte di Explodon!»
Aarde è in silenzio con lo sguardo rivolto a terra, cerca di pensare a qualcosa da dire per difendere la madre, ma un urlo le fa sollevare il capo.
«Fermati Oak!» sta urlando Wit.
Il nuovo Re di Apen guarda suo padre, prende dalla tasca un sonaglio e lo agita gridando: «Guardie, aiuto, ci stanno aggredendo!»
Le guardie pretoriane prontamente bloccano Wit e gli strappano dalle mani un pugnale mentre Oak si avvicina al padre sorridendo. «Volevi uccidermi? Sei così ridicolo che mi vergogno di essere nato da una persona come te.»
«Mio Signore, aveva in mano questo» dice una guardia mostrando l’arma che aveva Wit.
«Figliolo, questo è per tua sorella, portaglielo quando tornerai a casa.»
Oak osserva il pugnale senza capire perché sia così importante, nel frattempo anche gli altri tre ragazzi raggiungono Oak e Aarde.
A Metalo basta vedere un attimo l’arma per dire: «È un cimelio antico e penso che si tratti del pugnale di Amara.»
«Esatto giovane principe, questo è il pugnale della moglie del Leggendario, donato alla prima consorte di Apen e che si tramanda da generazioni» dice Wit.
«Vecchio stolto, perché te lo sei portato addietro?» chiede rabbioso Oak.
«Perché avevo paura che avresti fatto del male a Willa, ma ora che Titan, nel nostro incontro, mi ha fatto sapere che sta bene, voglio che il pugnale le sia dato.»
«Non cambi mai, anche ora usi la parola “voglio” parlando con il tuo Re! Se ciò che hai detto è vero questo pugnale spetta alla mia futura moglie, non a mia sorella, salvo che non decida di sposarla.»
«Cosa? Sposare tua sorella? Che cosa ti passa per la testa Oak! Chiedi perdono al Leggendario per questo pensiero impuro!» grida Wit sconvolto.
«Vecchio, tu non puoi più alzare la voce con me! Le tue strampalate idee antiche mi urtano, e tu mi disgusti ancora una volta di più. Guardie portatelo via dalla mia vista prima che decida di fargli incontrare il Leggendario già oggi!»
Le guardie trasportano Wit verso il carcere mentre Metalo mette in guardia Oak dicendo: «L’Imperatore ha bandito tutte le armi su Raumati per questa settimana, non tenertelo in stanza e portaglielo. Racconta cosa è successo e lui lo terrà in custodia fino domenica sera. La tua buona volontà, attraverso questo gesto, ti permetterà di chiedere una punizione per tuo padre che ha disubbidito al comando preciso disposto dall’Imperatore.»
I cinque principi tornano al palazzo, Oak fa esattamente ciò che gli ha consigliato Metalo e l’imperatore è costretto a punire il vecchio Wit per le sue mancanze.

Mare dell’Ovest
Un gruppo di cinque navi militari di Dwr si sta dirigendo a Port Iar dopo un controllo di routine nella zona intorno all’isola Ngahuru. La vedetta del galeone di comando grida: «Navi a dritta, non mostrano le bandiere!»
Dieci veloci brigantini raggiungono le navi di Dwr iniziando a cannoneggiarle, e nonostante la marineria della grande isola sia la migliore del mondo, le imbarcazioni militari finiscono per essere accerchiate. Con gli abbordaggi e gli scontri si scopre chi sia al comando di questi brigantini.
Kumari urla mentre spara al giovane ufficiale che comandava la piccola flotta di Dwr mentre Kaia e Makara sferrano sciabolate alternate a spari di pistole; per l’equipaggio del galeone di comando, ultimo veliero rimasto, non ci sono alternative alla resa. I prigionieri sono legati e imprigionati nella grande cella posta nella pancia del galeone mentre Kumari dispone qualcosa al centro della nave. I mercenari abbandonano il galeone, Kumari accende una lunga miccia che fuoriesce dall’oggetto sconosciuto e poi raggiunge i suoi uomini.
Le navi dei mercenari sono abbastanza lontane quando il galeone di Dwr esplode in tanti piccoli pezzi e affonda portandosi dietro tutti i prigionieri.

Regno di Metel, Port Coral
Una grandissima nave mercantile ha attraccato al porto occupando tre moli, i lavoratori portuali iniziano a scaricare le merci mentre il capitano dell’imbarcazione sta facendo rapporto alle guardie.
«Ecco a voi signori, questi sono i miei documenti.»
La guardia osserva attentamente tutti i fogli notando su ognuno il marchio del sigillo personale del Re di Metel. «Siete della corporazione montana, strano che non siete sbarcati a Port Pearl.»
«I miei superiori mi hanno ordinato di fare il giro più lungo perché ultimamente i mercantili che passano dal Mare dell’Ovest stanno subendo costantemente degli attacchi dei pirati.»
«Non v’invidio, chissà da quanti giorni siete in mare.»
«Ho perso il conto» risponde ridacchiando il capitano. «Non vedo l’ora di entrare in qualche bordello e svenire con la bocca piena di rum mentre ho la faccia tra le gambe di qualche donnina formosa.»
Tutti ridono, il capitano riprende i suoi documenti e si dirige verso l’uscita ma una delle guardie lo blocca dicendo: «Mi scusi, non abbiamo segnato il vostro nome.»
«Fiskabur, per servirvi.»
L’uomo esce dalla piccola casetta ed è raggiunto da una donna che lo prende sotto braccio. «Bel capitano, avete voglia di divertirvi?»
«Sei uno splendido bocconcino, non cercavo altro!»
Nella casetta le guardie guardano la scena ridacchiando, mentre la donna, a bassa voce, dice all’uomo: «Tutto bene con i documenti?»
«Sì Eya, mi sono sbrigato nei tempi previsti.»
«Continuiamo a tenere l’attenzione delle guardie su di noi.»
«Sono anni che volevo palparti il sedere in pubblico» risponde ridendo Fiskabur.
I due mercenari si allontanano, raggiungono delle stalle e si appropriano di una carrozza con due cavalli. Usciti dalla cittadina Fiskabur ferma la carrozza mentre Eya si alza in piedi. La donna recita una formula e immediatamente dopo la grande nave mercantile esplode distruggendo i tre moli, i posti di guardia e la fila di case più vicine al porto.

Regno di Tera, baia dei contrabbandieri
Le informazioni ricevute dal comandante in capo Draak si sono rivelate esatte e ha potuto disporre in anticipo l’esercito, guidato dal generale Paard, alla baia e le navi del capitano Vaandrig al largo in modo da bloccare i contrabbandieri che decidessero di fuggire.
Nonostante il cielo si sia oscurato per la sera, la luce della luna illumina come se fosse giorno, i due militari di Tera sono pronto alla battaglia, ma rimangono entrambi sorpresi vedendo dirigersi verso la baia una sola nave.
Dalla piccola fregata dei contrabbandieri viene calata una scialuppa con una sola persona a bordo, poi la nave riparte velocemente prendendo in contropiede Vaandrig costretto a rinunciare all’inseguimento. La scialuppa si dirige verso la baia ma la persona a bordo non sta remando, è il mare a fare tutto il lavoro, Paard, che sta osservando con il cannocchiale, esclama: «È legato e sembra moribondo.»
I soldati a terra raggiungono la scialuppa e la trainano fino a riva, Paard osserva l’uomo notando sulla sua camicia sbrindellata la scritta “traditore”. L’uomo, ormai morente, ha solo il fiato per dire: «Avvisate la regina, la principessa Aarde è in pericolo!»
Paard, è visibilmente sconvolto mentre urla: «Preparate immediatamente un carro, devo raggiungere il Castello reale!»

Regno di Tan
Una parte dell’esercito di Tan è schierata al confine con l’oasi. Nelle ultime ore ci sono stati dei movimenti strani di bande armate provenienti da Oazi. Piccole scorribande, pochi danni, ma queste azioni hanno creato tensione e il comandante Turo ha ordinato ai generali Serpe e Standarto di pattugliare la zona con una buona parte dell’esercito.
«Briganti, contrabbandieri e mercenari! Ci siamo ridotti a dare la caccia a questa marmaglia di poco valore» dice Standarto a Serpe.
«Eppure stanno facendo danni da mesi in tutto il mondo e questo aumenta il mio fastidio di non poter disporrei una marina militare. Con Brigada avremmo spento subito ogni disordine nel Mare dell’Ovest.»
«Che brutta morte ha fatto quella donna. Era irrispettosa, ma ci sapeva fare nel suo lavoro e sono onorato di avere occupato il suo posto.»
Serpe sospira. «Sipestro, Brigada e Goj, tutti deceduti nella Grande Guerra. Turo è un ottimo comandante, ma l’assenza contingente di tre pilastri del nostro esercito è un fardello che non può sostenere da solo.»
Standarto ridacchia.
«A cosa pensavi?» chiede Serpe incuriosito.
«Ho pensato a chi sostituirà Turo quando andrà in pensione e ho immaginato Oceanya mentre ci da ordini.»
«La ragazza sa il fatto suo, io non ci riderei sopra se fisse al comando.»
«Neanche io, stavo pensando che le voci la davano come lesbica ma che adesso, dopo aver assaggiato il principe, si mormora che sia lei l’uomo tra i due.»
«Ricorda che Torcon sarà il nostro Re!» risponde adirato Serpe.
«Forse hai ragione amico mio, dovrei tagliarmi la lingua perché a volte esagero» dice Standarto abbassando lo sguardo.

Nel frattempo, a Port Shoal, complice la mancanza totale di militari, è attraccata indisturbata la nave dei pirati. La sera è buia, le nuvole oscurano la luna e Capitan Blood, seguita da due persone, entra in un posto di guardia.
Un uomo accende due sole candele e chiede: «Conosci bene il piano?»
«Sì Turo, basta chiedere, hai mandato tanti corvi con gli stessi messaggi che mi era venuta voglia di mangiarmeli!»
«Zedora, uno…»
«Kruzni, continua la frase, e saranno due con te!»
«Zedora, uno dei miei uomini sta già portando il pacco sulla tua nave, ma ho voluto vederti di persona per consegnarti il premio come ti avevo promesso.»
Turo estrae dalla tasca una piccola scatolina, la apre e Zedora emette un gridolino prima di dire: «È proprio il diamante del Vulcano? Non mi stai dando un falso?»
«Capitano, è vero, l’ho riconosciuto alla prima occhiata» dice Kruzni gongolando.
«Allora mozzo servi davvero a qualcosa!»
Turo li interrompe: «Zedora, promettimi che non lo aprirai?»
«Smettila vecchiaccio, ho imparato a memoria il ritornello… se il pacco è aperto i sigilli scompariranno e il valore dell’oggetto, in esso contenuto, sarà pari a zero e…»
«E il Saggio che lo riceve reagirà lanciando una magia con “elemento Terra” in modo da pietrificare ogni cosa per almeno cinque chilometri, con dentro anche voi» finisce la frase Kruzni sorridendo per avere detto qualcosa di sensato.
Turo, però sta osservando anche la ragazza che è con Zedora, tanto attenta dal diamante che non ha mai smesso di guardarlo. Chiede: «Ragazza, ci siamo già visti noi due?»
Elonosia sorride. «Non ricordo, ma è possibile se amate le ragazze molto giovani.»
Turo arrossisce e non chiede altro mentre Zedora guarda la ragazza ed esclama: «Avevo capito che ti piacevano le donne, ma non anche i maschietti ti dai da fare?»
«A me piace il denaro, i gioielli e fare sesso con tutti, anche con i Saggi che fingono di essere puri e casti… o che lo erano prima di incontrarmi.»
«Ora andate, ci incontreremo al punto prestabilito» dice Turo tornando serio.
«Spero che tu ci sia. Ricordi? Devo ripagarti per il diamante» risponde Zedora mentre sposta lo spacco della sottana per mostrare l’intera gamba e parte delle mutandine al comandante.

Isola Otoke
Le navi del generale Ceilog stanno pattugliando il mare intorno a Otoke quando una vedetta segnala l’avvistamento di un’imbarcazione sconosciuta attraccata al molo principale dell’isola. Il brigantino di comando si sgancia dal resto della flotta e raggiunge il porto, Ceilog scende dalla propria nave con un gruppo di marinai, raggiunge la fregata senza bandiera e si accorge che la nave è stata presa a cannonate, ma soltanto nella parte superiore come se fosse stato fatto a posta per non farla affondare ma neanche ripartire subito. Il gruppo sale sulla passerella impugnando le spade, ma non c’è nessuno sul ponte, scendono ventre della fregata e si trovano davanti a una scena orribile; dentro due celle ci sono almeno sessanta marinai morti e tutti indossano le casacche di Metel.
«Tirateli fuori di lì» ordina il generale mentre scende al ponte di batteria.
Ceilog sente immediatamente un lamento, raggiunge una delle fila di cannoni e trova incatenata, e in fin di vita, una donna. Lei sussurra: «Signore, non fermatevi a curarmi, non c’è tempo.»
«Ditemi che cosa vi hanno fatto?» chiede Ceilog.
«Ormai è finita anche per me, ma potete ancora salvare il principe Metalo.»
La donna tossisce e il sangue gli scorre fuori dalla bocca come un fiume, ma riesce ancora a dire: «Raumati… andate… assassinio.»
Ceilog corre sul ponte, scende la passerella e continua veloce verso la sua nave. Sale sul brigantino e non risponde a nessuna domanda dei suoi marinai, raggiunge il suo alloggio e scrive, male, ma veloce, piega il foglietto, lo inserisce nel cartoccio, lo lega alla zampa del piccione e manda il messaggio urlando: «Vola come il vento!»



– Venerdì –



Isola Raumati, Palazzo Imperiale
Il venerdì della settimana di preparazione è il giorno che ogni principe preferisce perché non ci sono lezioni, preghiere, lavoro o digiuno. Sono liberi di fare ciò che vogliono nel palazzo o fare delle belle passeggiate nel paese. Oak e Oceanya, in una sala discutono di politica ed economia.
«L’alleanza con che hai stipulato con Titan ci ha sorpreso» dice Oceanya mentre osserva uno dei quadri.
«Immagino che tua sorella abbia inteso la faccenda come un mero accordo per darle fastidio» risponde Oak mentre cammina alle spalle della principessa.
«In realtà no. Tra Apen e Metel ci sono sempre stati conflitti dialettici per questioni economiche, però abbiamo convenuto che un re giovane ha amicizie diverse da quelle di un re più vecchio.»
«È vero che sono amico di Metalo, però lui non c’entra. Io ho richiesto direttamente a Re Titan di appoggiare militarmente la mia salita al trono.»
«E lui cosa ci ha guadagnato? Perché per farlo muovere, ci deve essere un bel vantaggio, magari economico» dice Oceanya cercando di far scoprire le carte a Oak.
«Mi piaci quando tenti delle astuzie come queste, ma non servono, non ho nulla da nascondere, anche perché avrete già notato da sole cosa è cambiato a livello commerciale tra i nostri tra Metel e il mio Regno.»
Oceanya sorride dicendo: «Ritengo che tu abbia fatto un piccolo errore di valutazione consentendo a Metel di acquistare materiale allo stesso prezzo che facciamo noi a voi. Titan ha già costi molto bassi e diminuendo ulteriormente le sue spese, prima o poi, avrà tanto potere economico da chiudere all’Imperatore di bloccare i ribassi.»
«Secondo te potrà permetterselo?»
«Immagina che voglia farlo. Titan chiede all’Imperatore, magari in un concilio, il permesso di fare questa manovra monetaria. Atua CCXVI, che dipende da mia zia e sa che Tera ha un forte legame con Metel, accetta la richiesta. Secondo te come sarebbero gli schieramenti in caso di votazione? Mia sorella non è così stupida come pensate, le piace il gioco, ma difficilmente rischia tutto in un colpo solo. Il mio matrimonio è un esempio di ciò che può fare.»
«E voi vi schierereste con Tera? Dopo tutto quello che è successo?»
«Penso che tu capisca che non sono la persona giusta cui chiedere» risponde Oceanya allontanandosi dalla sala con il sorriso stampato sulle labbra. Ha avuto conferma dell’accordo commerciale tra Apen e Metel e in più ha instillato un dubbio nella testa del giovane re.

Nella biblioteca Metalo e Aarde stanno scegliendo il libro da leggere e la loro mano si appoggia sullo stesso testo nel medesimo istante.
«Scusami, prendilo tu» dice Aarde arrossita per il contatto con la mano dell’amico.
«Perché ti scusi? Hai forse una malattia letale nelle mani?» chiede Metalo ridendo.
«Che sciocco» risponde la ragazza arrossendo ancora di più.
«Tienilo tu, io l’ho già letto parecchie volte, è un buon libro di testo che mischia il sacro al profano.»
Aarde ringrazia e si siede aprendo il libro, Metalo si siede accanto alla ragazza e lei chiede: «Non prendi niente?»
«Ci sto pensando seriamente di prendere moglie, ma non ci sono ragazze così belle da farmi sfigurare durante il matrimonio.»
«Ma dai, ci sarà sicuramente una bella ragazza che ti piacerebbe corteggiare.»
«Purtroppo io non sono come altri, per me il corteggiamento è una perdita di tempo, se c’è attrazione fisica non servono troppe chiacchiere» dice Metalo con convinzione.
«Io credo che una donna ami il corteggiamento perché la fa sentire desiderata» risponde Aarde pensando a se stessa.
«Una donna ha sempre in pugno gli uomini che la corteggiano e più sono più tende a rimandare una scelta. Lei sa subito chi vuole e alla fine lo sceglie, nel frattempo si fa beffe degli altri mostrando una disponibilità effimera. Mia cara, il desiderio è un'altra cosa; quando c’è attrazione, non solo fisica, i tuoi sensi si offuscano e il tuo corpo ti dirige verso quello dell’altra persona. Hai provato a baciare qualcuno? Le tue emozioni, in quel momento, possono essere soltanto due: passione o odio. E ti assicuro che proverai le stesse cose per tutti quelli che ti baceranno. Ma, anche in questo caso, solo quello che hai già scelto ti bacerà facendoti sentire amata.»
I due stanno parlando, Metalo con la coda dell’occhio si accorge dell’arrivo di Fajro e prima che il ragazzo possa mettere un piede in biblioteca prende la mano di Aarde, la strattona verso di sé e bacia la principessa con impeto.
«Adesso ho capito tutto. Che stupido che sono stato a credere che noi due avessimo un legame tanto profondo da non potersi sciogliere» dice Fajro adirato.
«Fermati Fajro, non è come pensi» dice Aarde ma il ragazzo non risponde e si allontana dalla biblioteca.
«Che cosa hai provato con il mio bacio?» chiede Metalo per nulla distratto dalla scenata di Fajro.
Aarde risponde schiaffeggiando Metalo.
«Vedi? Passione o odio, non si scappa da queste due verità.»
La principessa non ascolta altro, si alza dalla sedia e si allontana velocemente per raggiungere Fajro; Metalo la osserva, ridacchia e mentre si tocca la guancia colpita, pensa ad alta voce: «Non è solo bellissima, ma c’è dentro di lei una tigre con unghie affilate. Devo proprio chiedere a mio padre se me la fa sposare perché ammansirla e addestrarla sarebbe un sicuro divertimento.»

Regno di Metel, Castello Reale
Copar corre velocemente sulle scale del castello per raggiungere la stanza del suo Re e senza bussare la spalanca.
«Io v’invoglio a essere trasgressivi ma entrare nella stanza del re mentre lui si sta facendo il bagno, mi pare troppo» dice Titan sorridendo.
«Sire leggete, presto.»
Titan nota lo sguardo spaventato di Copar, lascia da parte il tono scherzoso e legge velocemente la missiva mandato da Ceilog. Urla: «Copar, corri, manda un messaggio a Meirge e falle preparare subito il suo brigantino. Subito dopo raggiungi il capitano Capall e preparatevi a partire. Dobbiamo raggiungere Raumati prima possibile!»
Copar non perde tempo in saluti e corre via mentre Titan, bofonchiando, si veste con le prime cose che trova. «Lo avevo avvertito , ma a voluto ugualmente disonorare la settimana di preparazione. Wit me la pagherà cara! »

Regno di Apen, Confine Ovest
I generali Macan e Terwelu sono arrivati con molti soldati al confine. Le aggressioni dei briganti subite dal vicino Regno di Tan hanno fatto muovere le truppe di Apen per arginare e debellare qualsiasi tentativo di brigantaggio nelle loro terre. Le informative inviate al comandante Panglito dalle spie segnalavano movimenti sospetti addirittura dal deserto di Koraha.
«L’ultima volta che mi hanno mandato da qualche parte per le informazioni delle spie c’è stato il colpo di stato. Adesso cosa avranno in mente?» si chiede ad alta voce Macan.
«Anche io non so più a chi credere e personalmente sono preoccupato per la nostra principessa. Sicuramente a palazzo non aveva voce in capitolo quando c’era Wit, ma adesso non sembra neanche più lei da quando il re è Oak» dice preoccupato Terwelu.
«Amico mio, siamo tenuti a ubbidire agli ordini di questo nuovo re tirannico, ma ciò non toglie che possiamo esprimere la nostra disapprovazione.»
«Non temi di finire in qualche galera buia e mal odorante?»
«Anche se fosse, morirei con la coscienza pulita e senza rimorsi.»
I due generali stanno conversando quando un grido terrificante li fa voltare verso il deserto. I loro occhi mostrano stupore e terrore; le stesse emozioni che Macan ha provato nella terribile esperienza vicino alla Foresta Proibita. L’essere spaventoso è lontano da loro ma i due generali riescono a vederne ugualmente il corpo che si compone con la sabbia rossa di Koraha: il Golem!
I soldati arretrano dalla linea confinante con il deserto, alcuni fuggono e tra questi ci sono altre persone sopravvissute alla Foresta Proibita, ma quell’essere mitologico non pare prestare particolare attenzione ai soldati di Apen.
«Ci sta solo guardando!» esclama impaurito Terwelu.
Macan rimane in silenzio, osserva il mostro senza muovere un muscolo ma non ha paura, è più incuriosito e si domanda: «Perché si è mostrato se poi non vuole attaccarci? Ci sta solo facendo sapere che il deserto è suo e che non dobbiamo metterci piede?»
Il generale fa pochi passi in avanti poi si pone l’ennesimo interrogativo: «Chi ci ha mandati qua l’ha fatto apposta per farci sapere vedere il Golem?»
 
Regno di Tera, Castello Reale
Il generale Paard ha raggiunto il Castello Reale, corre a perdifiato sulla scalinata raggiungendo la porta della camera della regina dalla quale sta uscendo il capitano Haag. «Maestà, uno dei contrabbandieri, forse una nostra spia infiltrata, prima di morire ha affermato che sull’isola di Raumati succederà qualcosa di grave alla principessa.»
Wasa si agita, ma all’interno della stanza c’è anche Draak che dice: «Mia Signora, non possiamo correre rischi. Se fosse un inganno, il nostro arrivo a Raumati con armi in pugno sarà considerato come un’invasione.»
«Mia figlia è in pericolo ed io…»
«Mia Signora, vi comprendo, ma rischiamo di finire in una guerra contro tutti gli altri regni. Cercate di ragionare.»
Wasa, così agitata, sta per dire qualcosa d’inappropriato ma Haag, ancora vicino a lei, dice: «Mia Signora, oltre a voi e me, nessun altro è più preoccupato per la salute della principessa, ma vi chiedo di dare ascolto alla ragione.»
La regina è sconvolta, cammina nervosamente avanti e indietro, vorrebbe partire immediatamente ma comprende ciò che le hanno detto i suoi soldati, si ferma al suo tavolo e inizia a scrivere un messaggio, poi, chiede: «Haag, tenete questo messaggio e correte a portarlo alla piccionaia indicando al mastro addestratore che la missiva è indirizzata a Metel e che deve mandare il colombo più veloce che esista in questo mondo!»
Haag corre veloce come il vento mentre Draak dice alla regina: «Maestà, scelta saggia quella di interpellare l’organizzatore della settimana. Io vado subito a organizzare il vostro viaggio mentre Paard comunicherà al capitano Mijin di tenere pronta una nave veloce a Port Statig.»
«Signori, mi affido a voi come ho fatto sempre con il caro Hebber» risponde Wasa con una piccola lacrima rabbiosa che scende sulla sua guancia.

Regno di Tan, Villa Reale
Flame, adottata dalla regina, è l’unica persona che aiuta Bruligida nelle ore serali e in quelle notturne. È sera, la regina per tutto il giorno è stata in silenzio, ma ora chiama la giovane ancella che entra nella camera della regina in tutta fretta.
La ragazzina si accorge subito della presenza dello spettro di Explodon e lo saluta come era solita fare quando il suo re era in vita.
Explodon sorride, ma il suo sguardo anticipa qualcosa di molto importante, infatti, dice alla moglie: «Il momento è giunto mia adorata sposa, non potrò più accarezzarti e baciarti neppure in questa forma quando il destino avrà fatto il suo dovere. Ti ho amato e ti amerò anche dal Regno del Leggendario.»
«Marito mio, perderti una seconda volta sarà un dolore immenso, ma sarò forte e non mi piegherò fino a quando sarà il momento di raggiungerti. Ma dimmi amore mio, riuscirai nel tuo intento?»
«Nessuno sa la risposta alla tua domanda, neppure il fato.»
«Baciami e abbracciami per l’ultima volta così che questo momento rimanga impresso sulle mie labbra e sul mio corpo.»
Explodon acconsente alla richiesta della moglie mentre Flame, rimasta in silenzio, piange come non aveva fatto mai in vita sua.
Lo spetto si avvicina alla ragazza mettendogli una mano sulla testa. «Figlia, non piangere per chi non c’è più, ma sorridi per chi è rimasto che ha bisogno del conforto del tuo sorriso.»
Explodon abbraccia Flame, poi si volge verso Bruligida e dicendo “arrivederci” scompare.
La regina si asciuga le lacrime, poi, con tono deciso dice: «Flame, esci fuori dalla villa, c’è un uomo, portalo qui subito.»
«Mia Signora, ci sono molti soldati fuori da queste mura, con chi volete parlare?»
«Tu esci e quella persona ti verrà incontro senza che tu debba dire una parola.»
 
Flame ubbidisce, attraversa il cortile della villa, apre il portone e proprio davanti a lei trova il capitano Cindroj.
I due arrossiscono immediatamente. «Scusami, stavo entrando ma passa prima tu che sei di corsa» dice Cindroj emozionato nel trovarsi a pochi centimetri dalla ragazza che ama.
«No, ecco, insomma… vieni subito con me!»
La risposta impacciata di Flame non fa ridere il capitano, anzi rimane a guardare questa splendida creatura che gli sta chiedendo di seguirla.

I due raggiungono la stanza della Regina, la porta è rimasta aperta, Flame spinge dentro Cindroj dicendo: «La Nostra Signora vuole parlarti.»
Il capitano s’inchina dicendo: «Maestà, chiedete qualsiasi cosa e provvederò personalmente a soddisfare la Vostra richiesta.»
«Vuoi sposare Flame?»
All’affermazione della regina, Flame si paralizza mentre Cindroj, sollevando il capo, non riesce a rispondere.
«Giovane capitano, avete il mio permesso di chiedere la mano di mia figlia.»
«Figlia?»
«Ti preoccupa che sia mia figlia e non di doverla sposare? Siete davvero bellissimi voi giovani innamorati quando non reprimete le vostre emozioni» dice Bruligida sorridendo.
«Mia Signora, io amo Flame, ma non so se vostra figlia ricambia...»
«Sì!» urla Flame zittendo Cindroj.
«Figlioli, potrete sposarvi se il vostro amore rimarrà puro come è in questo momento perché prima di poter vivere insieme potrebbero volerci degli anni nei quali sarete costretti a sopportare mille avversità. Solo se il vostro cuore sarà ancora “vivo”, potrete mantenere la promessa che vi chiedo di farmi adesso.»
I due ragazzi si guardano, le gote sono rosse, ma allo stesso tempo desiderano uno l’altra e Cindroj non perde al tempo: «Volete sposarmi, Flame Principessa di Tan?»
«Sì, Cindroj, capitano di Tan.»
Bruligida li guarda in attesa di altro, ma notando la timidezza di entrambi, quasi grida: «Volete baciarvi oppure vi devo insegnare come si fa?»
Il bacio sancisce la loro unione, Bruligida li benedice con il sorriso. «Capitano, vi sto per assegnare una missione importantissima senza potervi garantire che riuscirete a portarla a termine e senza sapere quando tornerete a Tan. Avete fatto una promessa di matrimonio, questa missione potrebbe teneri lontano dalla vostra promessa sposa per qualche giorno, ma anche per anni, quindi vi consento di rifiutare l’incarico.»
Cindroj bacia nuovamente Flame e tenendola tra le braccia risponde alla regina: «La mia futura sposa è ancora troppo giovane per un matrimonio e mentre compirò la mia missione avrò un motivo più che valido per tornare a baciarla come sto facendo ora. Il mio cuore sarà suo per sempre.»
«Il mio futuro sposo è troppo vecchio per sposarmi adesso,» sorride Flame «e mentre compirà la sua missione avrò un motivo più che valido per attendere di essere baciata come sta facendo ora. Il mio cuore sarà suo per sempre.»
Bruligida è commossa, non lo nasconde, ma è importante che il giovane parta subito così prende un foglietto e lo consegna direttamente nelle mani di Cindroj dicendo: «Andate capitano, e non rivelate a nessuno la vostra destinazione.»










N.d.A.
Eccoci finalmente ^^
- Come avevo anticipato in precedenza questo e il prossimo capitolo sono i più lunghi della seconda serie e già dal titolo avete compreso che sono collegati tra loro. Per questo motivo ho scelto di scriverli entrambi (o almeno anche il 90% dell’ottavo capitolo) prima di pubblicare il settimo perché il rischio di farne uno da 7000 e l’altro da 20000 parole era altissimo. L’attesa quindi sarà ricompensata con la pubblicazione dell’ottavo ed ultimo capitolo di questa serie entro tre/quattro giorni da ora.
-  Spero che la lettura di cotanto testo non sia un disturbo, ma ho messo così tanti fili nella trama che necessitavo di costruire un buon “finale”, ma nello stesso tempo lasciarlo aperto con i vari misteri ancora insoluti (e che spero non abbiate già risolto totalmente ^^).

Vi ringrazio per aver scelto di leggere il mio racconto e come sempre vi invito al commento, alla critica costruttiva e, se ne avete voglia, a segnalarmi i sicuri errori che troverete nello scritto.










CAST
Anziano Maestro – Insegnante della scuola imperiale e narratore della storia
Ten – Il bambino che legge sui libri i racconti di questa storia
Atua Primo del suo nome – Leggendario primo Imperatore dei Cinque Regni [deceduto]
Kwakhala – Regina dei mostri marini
Atua CCXV (vero nome Ukwu)  – Imperatore dei Cinque Regni [deceduto]
Atua CCXVI (vero nome Wijs) – Nuovo Imperatore dei Cinque Regni, ex Saggio di corte della Regina Wasa di Tera.
L’Inquisitore – identità sconosciuta
- Regno di Apen
Wit – Re di Apen [destituito nella Guerra Civile]
Pine – consorte del Re di Apen [destituita nella Guerra Civile]
Willa – principessa di Apen [diventa principe ereditaria  dopo la Guerra Civile]
Oak – principe ereditario di Apen [nuovo Re di Apen dopo la Guerra Civile]
Wicaksana – Saggia reale di Apen
Panglito – comandante in capo dell’esercito
Miral – ammiraglio della marina [deceduto nella battaglia navale della Guerra Civile]
Prau – ammiraglio [nuova nomina dopo la Guerra Civile]
Macan e Terwelu – generali dell’esercito
Catur e Jaran – capitani dell’esercito
Menara – generale della marina [nuova nomina dopo la Guerra Civile]
Ijo – capitano della marina [nuova nomina dopo la Guerra Civile]
Altri: Kayu, Gedhe (ufficiale dell’esercito)
- Regno di Dwr
Fond – Re di Dwr [deceduto in un incidente in mare]
Ruith – Regina di Dwr [deceduta in un incidente in mare]
Cristalya – Regina di Dwr
Oceanya – sorella e principessa ereditaria di Dwr, comandante in capo dell’esercito
Dheat – Saggio di Dwr [prigioniero dell’Inquisitore]
Glic – Saggio reale di Dwr
Haranche – Ammiraglio della marina
Fharsa e Each – generale dell’esercito
Foeil – capitani dell’esercito
Dubh – capitano dell’esercito [neo promosso]
Tarley – generale della marina
Luchag – capitano della marina
Altri: Eas (ufficiale dell’esercito neo promossa), Geodha (soldato dell’esercito) Gush (Re e padre di Fond) [deceduto per anzianità]
- Regno di Metel
Titan – Re di Metel e comandante in capo dell’esercito
Metelo – principe ereditario di Metel
Ohlaka – Saggia reale di Metel
Meirge – generale dell’esercito neo promossa
Capall, Tyred, Gwyn (neopromossa) – capitani dell’esercito
Lyngesydd – ammiraglio della marina
Moncai e Ceilog – generali della marina
Altri: Copar (soldato dell’esercito), Platin (Re e padre di Titan) [deceduto per anzianità]
- Regno di Tan
Explodon – Re di Tan [deceduto nella battaglia sull’Isola Ngahuru]
Bruligida – Regina in pectore di Tan
Torcon – principe ereditario (gli è stato imposto di lasciare il comando dell’esercito)
Fajro – principe di Tan
Flame – principessa di Tan (ancella adottata dalla regina)
Saga – Saggio reale di Tan [deceduto] (posto vacante)
Turo – comandante in capo dell’esercito – (nuova nomina, ex generale marina)
Standarto, Serpe (neopromosso), Cevalo (neopromosso) – generali dell’esercito
Cindroj (neopromosso), Ruga (neopromosso) – capitani dell’esercito
Altri: Matco (soldato esercito)
- Regno di Tera
Zand – Re di Tera [deceduto per avvelenamento]
Wasa – Regina di Tera
Aarde – principessa ereditaria di Tera
Hond – principe (illegittimo) di Tera [deceduto]
Vlek – Saggio reale di Tera (nuova nomina dopo che Wijs è diventato Imperatore)
Hebber – comandante in capo dell’esercito [deceduto avvelenato alla festa per Juniper]
Draak – comandante in capo dell’esercito (neopromosso)
Buffel e Paard (neoporomosso) – generali dell’esercito
Haag – capitano dell’esercito (neopromossoI
Raal – ammiraglio della marina
Geit – generale della marina
Mijin e Vaandrig – capitani della marina
Altri: Geel (ufficiale dell’esercito) Rots (Re e padre di Wasa) [deceduto per anzianità]

- Mercenari
Kokiaka – Capo dei mercenari
Rak (spia in contatto con la regina Cristalya), Fiskabur, Eya, Tepanje (quattro dei nove personaggi in nero che hanno colpito Explodon), Kaia, Kumari, Makara – capitani dei mercenari [7 di 12]

- Contrabbandieri
Il capo (solo nominato)
Satulana, Jimo, Rasi, Toxotis, Lovi

- Pirati
Zedora (Capitan Blood) – capitano dei pirati
Polegada (timoniere), Mynegai (vedetta), Lautele (cartografo), Kruzni (tutto fare), Malicek (addetto ai cannoni)
Elonosia – prigioniera dei pirati (nuova pirata?)

- Bordello “La casa di Lù
Zai (prostituta), Mu (prostituto)


MAPPA


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