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Autore: SweetPaperella    28/09/2019    5 recensioni
Questa storia é il sequel di “There's no storm we can't out run, we will always find the sun” consiglio la lettura della storia precedente prima di leggere questa.
Sono passati tre anni, Emma é ormai felice accanto a Killian stanno per sposarsi, oltre Henry, hanno una splendida bambina di nome Hope.
Regina Mills é felicemente sposata con il suo fuorilegge Robin e ha finalmente l’amore di sua figlia.
Ma può la morte di una persona cara, distruggere la felicità costruita con tanta fatica? E il passato può tornare distruggendo il presente con la forza devastante di un ciclone?
Un nuovo caso, nuovi personaggi e verità sconvolgenti dal passato, che non è mai del tutto passato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo quattro - La zia d’Italia

Zelena Mills non si è mai sentita accettata da Cora ed Henry Mills, o quanto meno ha iniziato a sentirsi così da quando sua sorella Regina, ha fatto il suo ingresso in famiglia. É sempre stata terribilmente gelosa e invidiosa. Da quando sua sorella minore é nata tutte le attenzioni dei genitori si sono concentrate su di lei. Crescendo la piccola mocciosa non è stato diverso, non hanno fatto altro che dire, soprattutto Henry, quanto fosse bella e intelligente, di quante cose grandi avrebbe fatto nella vita.
E lei? Lei no? Lei non si è mai sentita apprezza da lui. Lui, il suo punto di riferimento, il suo eroe personale, l’unico uomo di ogni bambina. 
Ma la sua rabbia verso coloro che l’hanno messa al mondo é arrivata quando, a quattordici anni ha chiesto di andare a studiare in un collage a Londra e loro ce l’hanno mandata, senza esitazione, senza chiederle se fosse la scelta giusta o meno. Zelena l’ha interpretato come l’ennesimo rifiuto, come se i due volessero liberarsi di lei una volta per tutte e che quella fosse l’occasione giusta. 
Se n’è andata lasciando casa Mills con rabbia, dolore, disprezzo. Un disprezzo che negli anni si è incentivato, facendo sì che la giovane si allontanasse totalmente dalla sua famiglia di origine, per diventare il mondo e Londra la sua nuova casa. Gli amici che ha incontra li la sua nuova famiglia. 
Ha allontanato sua sorella Regina totalmente dalla sua vita. Nonostante la minore delle Mills abbia cercato per anni di mantenere il rapporto con sua sorella, arrendendosi solo quando ha visto che ormai tra loro si era eretto un muro troppo alto da buttare giù e che sua sorella Zelena, ha preferito la sua nuova vita a Londra, piuttosto che lei.
Zelena invece, ha sempre pensato che Regina le telefonasse e cercasse un contatto con lei per puro senso del dovere e perché le facesse comodo avere una sorella maggiore, o perché le servisse qualche favore... Non l’ha poi mai tollerata, quella nanerottola che girava piedi, piedi per casa chiamandola con la sua voce odiosa. E non ha mai risposto alle sue telefonate, come non ha mai risposto a quelle dei suoi genitori. Ha smesso di accettare il loro denaro e si è messa a lavorare per mantenersi. 
É tornata solo per il funerale di sua madre, ma non si è fatta vedere dal resto della famiglia, nonostante loro le avessero detto di andare. 
Ma non è stata invece al funerale di suo padre, non ha sopportato che lui si fosse risposato con un’altra donna e che avesse una nuova “figlia” Mary Margaret. Questo per lei è stato l’ennesimo affronto, l’ennesimo rifiuto da parte sua. Si è sentita ancora una volta disprezzata, gettata via, abbandonata dall’unico uomo della sua vita.
É scappata lontano, andando via anche da Londra e raggiungendo l’Italia, Roma con la precisione e costruirsi una vita lì, una vita totalmente nuova. Solo sua. Lontano dal passato e dalla sua schifosa famiglia, che per tutta la vita l’hanno fatto sentire un rifiuto umano.
Ed é a Roma che ha iniziato la sua carriera come personal trainer e ha conosciuto da quattro anni, Alan Rodriguez. 
Ma non solo, da 16 anni ad illuminare la sua vita c’è suo figlio, Robert Mills.


É mattina presto, quando come ogni giorno Regina si alza per andare a lavoro, seguita da Robin che deve fare altrettanto e il piccolo Roland, il quale assonnato, si trascina al piano inferiore, non ha per niente voglia di andare a scuola.
Ma quella mattina é diverso, ad attenderla in cucina ci sono Zelena e il suo compagno, hanno preparato una ricca colazione e la stanno mettendo in tavola. I due ospiti sono stati invitati dalla padrona di casa a fermarsi nella dependance, non volendo mandarli in albergo, visto che lo spazio c’è. E i due hanno accettato di buon grado quella sua ospitalità.
Le due sorelle Mills, non hanno mai avuto un vero rapporto, ma da qualche anno a questa parte sono riuscite ad appianare qualche loro divergenza e quanto meno ad avere un rapporto civile. Sua sorella Zelena, é venuta anche al suo matrimonio e lì hanno parlato più che volentieri di tutto ciò che in quegli anni non si sono dette. 
Regina le ha raccontato di Emma, del loro rapporto di come ha conosciuto Robin. Zelena ha fatto altrettanto raccontandole di come Alan sia entrato nella sua vita all’improvviso e che ha portato solo luce, dove per anni ha regnato l’oscurità. Ma ora vuole stare al suo fianco e istaurare nuovamente un rapporto di sorellanza tra loro, come le ha suggerito proprio il suo Alan, ovvero di non sprecare la sua vita rimarginando sul passato, ma che deve guardare al futuro e che Regina è la sua famiglia. La famiglia si tiene stretta. Ed é giusto dirsi tutto anche i segreti più scomodi.
«Ehi, a cosa dobbiamo il piacere di questa super colazione?» chiede Robin raggiante, vedendo tutte quelle prelibatezze sul tavolo, non è abituato a fare colazione in quel modo, spesso prende un caffè veloce con un paio di biscotti. Solo a Natale si concedono una ricca colazione piena di dolci e allegria.
«Volevamo ringraziarvi per la vostra ospitalità» risponde prontamente l’altro uomo presente nella stanza, Alan, sorridendo amichevolmente al padrone di casa. Robin ricambia il sorriso ben felice.
«Regina, oggi pomeriggio cosa hai da fare?» chiede a quel punto Zelena, non appena la conversazione si è interrotta e tutti sono intenti a mangiare o versarsi qualcosa nella tazza. 
Ha intenzione di dirglielo proprio quel pomeriggio, ha parlato con il suo Alan e lui come sempre le ha consigliato di essere sincera, che con la sincerità non si sbaglia mai.
«Lavoro come sempre, non so ancora se dovrò tenere Hope ed Henry, dipende dagli impegni di Emma, da quando é sceriffo di Storybrooke ha una marea di responsabilità. Ma se vuoi puoi passare da me in ufficio, mi aiuti con quella monella di mia nipote.» ride, ripensando a Hope la sera precedente, non può non ridere per ciò che ha detto al povero Alan, sa essere un vero spasso quando ci si mette quella piccola furfante e lei l’adora. 
Zelena annuisce, é proprio ciò che sparava di sentirsi dire. Ha voglia di ricominciare. Accetta l’invito di sua sorella e poi guarda Alan, il quale a sua volta la guarda e le fa un sorriso compiaciuto. Facendole capire che è giunto il momento di dirle tutto. 


Intanto, Emma e Killian, rispettivamente lo sceriffo e il vice sceriffo di Storybrooke sono appena giunti in centrale. Hanno appuntamento con il sindaco della città, per autorizzare il nuovo vice sceriffo. Emma ha avuto modo di parlarci già quella mattina presto, per dirgli di aver trovato un collaboratore e lui, é voluto venire personalmente ad accoglierlo.
Lo sceriffo Swan ci tiene moltissimo alla puntualità sul lavoro e quindi, é già in centrale con il suo nuovo collaboratore. È sicura che loro due insieme, possano lavorare davvero bene.
«Love! Ma c’é una cosa seria di cui dobbiamo discutere.» dice il giovane guardando la sua ragazza negli occhi con espressione seria, come se ciò che stesse per dire fosse davvero qualcosa di vitale importanza.
Emma lo guarda a sua volta e aspetta che lui continui a parlare.
«Adesso che siamo colleghi, come ti devo chiamare qui in ufficio? Capo, sceriffo o va bene Emma?» chiede, cercando di mantenere ancora una volta un tono serio, ma il suo ghigno tra l’ironico e lo sbruffone, tipico di lui, lo tradiscono immediatamente,
«Sceriffo e voglio anche che mi dai del lei ovviamente.» risponde subito Emma, stando al suo gioco. Vuole giocare? Giocherà anche lei, é capacissima di fare il suo stesso gioco.
«Si signora, sceriffo.» il vice sceriffo si mette sull’attenti e la guarda. Emma gli dà prontamente una botta sul braccio.
In attesa di Graham, che in realtà deve arrivare solo per salutare e del sindaco, i due si mettono a lavorare al caso. Emma inizia a esporre a Killian tutti gli elementi che hanno preso in considerazione in quelle settimane e le ipotesi possibili che si sono fatti, se pur ancora non hanno nessuno sospettato. Il sindaco di BlueHall, la città dov’è nato Booth e ha mosso i primi passi di lavoro; deve farle sapere qualcosa proprio quel giorno, si vedranno in videoconferenza su Skype, in modo che lui possa mostrargli anche gli articoli di giornale, i documenti della questura che si occupava del caso.
«Grazie per avermi aggiornato sceriffo» continua scherzosamente a darle del lei e a chiamarla “sceriffo” e la cosa lo diverte talmente tanto, da non accorgersi subito di Emma che ha preso uno dei fascicoli dalla scrivania e gliel’ha tirato dietro. Ciò che però la ragazza non ha previsto, é che i foglio, giustamente si sono sparsi sul pavimento.
«Sceriffo, non gliel’ha mai detto nessuno che se tira una cartellina al suo sottoposto questo potrebbe andare al sindacato e denunciarla? E poi, che la suddetta cartellina si rovescia per terra?» 
«Smettila di fare il cretino e aiutami a raccogliere i fogli.» gli ordina autoritaria, da perfetto sceriffo.
Killian raccoglie i fogli che sono caduti a terra, ma poi una volta che si guardano nuovamente negli occhi, spinge la sua ragazza verso la scrivania e la bacia con passione.
Ha desiderato farlo dal primo istante in cui lei ha iniziato a parlare di lavoro, la trova terribilmente sexy intenta a dare ordini e a spiegare le cose che riguardano il caso. A dire la verità lui la trova sempre sexy, ma forse in una situazione in cui lei è il suo capo, quel suo lato irresistibile, si accentua ulteriormente.
Le mani di Killian aggiungo prontamente le sue cosce ed Emma fa un leggero salto per sedersi sulla scrivania, mentre le loro bocche e le loro lingue continuano ad esplorarsi e cercarsi con desiderio.
Emma ricambia il bacio nonostante non dovrebbero farlo, lei è sempre super professionale sul lavoro e non vuole che adesso che lavorano insieme, si mescoli la vita privata con quella lavorativa. Un bacio però, un solo bacio se lo possono scambiare. Porta le mani alla sua nuca e gli accarezza i capelli con delicatezza, accarezzandogli anche la base del collo, come fa sempre quando si lascia andare a un bacio appassionato con lui.
Killian le accarezza ancora le gambe, nonostante la stoffa che non gli permette di accarezzare la sua pelle morbida, fino a infilare una mano sotto alla sua maglietta e poter sentire almeno la delicatezza della sua schiena.
Si separano da quel bacio mozzafiato, solo quando sentono la porta della centrale aprisi.
La giovane allontana prontamente Killian da sé con entrambi le mani e con decisione. Mentre lui sembra piuttosto contrariato da quella intromissione, perché sapeva che ben presto Emma si sarebbe allontanata di sua iniziativa e voleva godere di quel bacio ancora per un attimo. Sa benissimo di quanto sia precisa sul lavoro. Quando lavorava al fianco di Booth, non l’ha mai fatto entrare in centrale sotto le vesti del suo fidanzato, l’ha sempre fatto aspettare fuori le volte che è andato a prenderla. Le volte in cui lui ha collaborato con loro, lei e sempre stata un po’ distaccata e molto professionale. Sa che sarà così e che ci saranno pochi momenti di intimità. Il suo sogno però è sempre stato farlo sulla sua scrivania in ufficio, se pur non gliel’ha mai confessato.
Ad entrare in centrale é lo sceriffo Graham Humbert, il quale nota subito che i due sono piuttosto accaldati in viso e soprattutto imbarazzati, in realtà quella imbarazzata è Emma, Killian è più seccato.
«Dilettanti! Almeno potevate chiudere la porta a chiare, vi devo insegnare tutto. Meno male che ho seminato il sindaco a qualche isolato da qui, o sarebbe entrato con me. Sta arrivando comunque.» Graham se la ride di gusto e vedendo quanto la sua amica sia imbarazzata, ride ancora di più. Conosce perfettamente la sua professionalità.
«Guarda che non stavamo facendo niente.» Emma prontamente specifica, per poi girarsi a sistemarsi i vestiti, visto che sicuramente per quella loro effusione si sono un po’ stropicciati e forse anche i capelli, se pur li abbia legati in una coda.
Il suo gesto di guardarsi allo specchio non fa altro che confermare a Graham di aver interrotto qualcosa.
 «Dilettanti a chi? Ma tu quando te ne vai Humbert, adesso che ci sono io la tua presenza non è più necessaria.» gli dice invece Killian piccato nell’orgoglio per quel “dilettante” lui non lo è affatto. Mai dire a Killian Jones che è un dilettante.
«Stasera, Jones, stasera. Così vi lascio campo libero.» ammicca ancora una volta, si diverte a prendere in giro Jones. Con gli anni hanno più o meno istaurato un rapporto, ma di certo non si può dire che siano amici. Si tollerano semplicemente perché hanno in comune il loro rapporto con Emma. Graham é uno degli amici più stretti e fidati di Emma. Killian se pur non è così felice della cosa, visto anche il loro trascorso, lo accetta per il bene che anche lui nutre nei suoi confronti e perché si fida di lei.
«Graham» Emma lo rimprovera per continuare a infierire in quel modo, é ancora rossa in viso per l’imbarazzo e se continuano con quelle frecciatine da uomini, lei non riuscirà più a toglierselo.
Per fortuna a interrompere quella disputa tra uomini, é l’ingresso del sindaco che con il suo “si può?” fa rimanere tutti in silenzio, per poi far dire ad Emma di venire pure che lo stavano giusto aspettando. Prima che lui possa voltare l’angolo per avere la visuale delle diverse postazioni di lavoro, Emma si guarda nuovamente allo specchio per controllare di essere in ordine, non può fare un’altra brutta figura con il sindaco.
É lì per conoscere il vice sceriffo Jones e infatti si presenta prontamente a lui, se pur si conoscono già, ma non in vesti ufficiali di primo cittadino e nuovo funzionario della centrale di polizia di Storybrooke.
«Se lo sceriffo Swan, la ritiene all’altezza del suo compito, non posso che essere d’accordo... Mi raccomando solo di non mischiare vita privata, con quella professionale. Detto ciò congratulazioni per il suo incarico vice sceriffo Jones.» stringendogli la mano e Killian annuisce, se pur stia facendo un sorrisetto malizioso. Mentre Emma é nuovamente arrossita violentemente. Se solo il sindaco li avessi visti un attimo prima... Allontana prontamente quei pensieri e si concentra solo ed esclusivamente sul lavoro, dicendo al sindaco le ultime novità, ovvero che parlerà presto con il sindaco di BlueHall.


Zelena Mills, arriva in ufficio di sua sorella puntuale come un orologio svizzero, ma sicuramente con la tensione a mille, vorrebbe chiederle scusa ma non è nemmeno facile ricominciare, soprattutto ciò che le ha fatto per anni. Ha riversato su sua sorella le sue frustrazioni, le sue sofferenze  e le sue insicurezze. Non pensando minimamente che lei avrebbe voluto solo accanto sua sorella maggiore. Non sa se Regina riuscirà mai a perdonarla, sopratutto dopo ciò che le deve dire... Quel segreto che si porta dietro tra troppi anni ormai. 
Regina si accorge immediatamente che sua sorella deve dirle qualcosa, l’ha capito già da quella mattina, ed è per questo che l’ha invitata nel suo ufficio per aiutarla e poter passare del tempo insieme. E ora, che lei non ha ancora detto nulla e se ne sta in silenzio a guardarla, ne è la prova evidente. Zelena non è una che sa rimanere per troppo tempo senza dire nulla, é una persona talmente esuberante, sempre con un argomento di conversazione interessante da tirare fuori, che se sta in silenzio per così tanto tempo, vuol dire che qualcosa che la turba. 
«Zelena, devi dirmi qualcosa?» le dice la mora a brucia pelo visto che la rossa non ha intenzione di dire una parola. Sono così differenti le due, anche fisicamente, oltre che caratterialmente. Zelena ha i capelli rossi e gli occhi celesti, ed è esuberante, attiva, logorroica, oltre che spesso invidiosa degli altri, di ciò che hanno gli altri e lei no, se pur sta cercando di migliorare questo suo lato. Ha solo tanto bisogno di qualcuno che l’ami e forse l’ha trovato finalmente nel suo compagno. Regina ha gli capelli e gli occhi marroni, è riservata, tutta d’un pezzo, nascosta dietro la sua maschera per non far vedere il suo lato fragile ed emotivo. 
«Si... C’entra Robin. Io... Non so come dirtelo Regina.»
La donna più giovane la guarda non riesce proprio a capire che cosa centri il suo uomo con sua sorella, ma a questo punto é ancora più curiosa di scoprire che cosa lei abbia da dirle, vuole capire. 
Zelena prende un sospiro e inizia a raccontare: lei e Robin si sono conosciuti una notte di capodanno, di 16 anni prima. Lui non era ancora sposato con la sua prima moglie. Tra i due c’è stata subito una forte attrazione, spinti dal divertimento, dall’euforia per l’ultima notte dell’anno, sono finiti a letto insieme. 
Zelena poco dopo ha scoperto di essere incinta, ma non sa se può essere Robin il padre di suo figlio Robert, perché in realtà in quel periodo ha avuto diverse relazioni occasionali. Dopo Robin ha avuto un’altra relazione di sesso, ma suo figlio è nato prematuro, quindi non è stato facile capire quando sia stato concepito. 
«Quando ho saputo che tu ti saresti sposata proprio con lui... io... Non sapevo come dirti che mio figlio avrebbe potuto avere come padre Robin. Mi dispiace Regina. Io davvero non volevo darti questa notizia... Ho provato a fare finta di niente, infatti non ti ho detto tutta la verità subito, tre anni fa, ma poi Alan mi ha fatto capire che fosse giusto che tu sapessi, che anche Robin sapesse la verità. Anche perché lui sembra non ricordarsi minimamente di quella notte... Ma io non posso dimenticare invece.» dice tutto in un fiato.
Regina resta in silenzio, senza sapere che cosa dire. Si aspettava qualsiasi notizia, tranne questa. No, questa non se l’aspettavo proprio e non riesce a dire nulla, é talmente sconvolta che le parole é come se le si fossero congelate in gola. Non riesce nemmeno a muoversi, é come se fosse caduta in uno stato di trance. 
É sua sorella maggiore a scuoterla per far sì che lei dica qualcosa, qualsiasi cosa é meglio del suo silenzio.
«Regina...»
«No! Niente Regina, ti prego lasciami sola, ho bisogno di restare sola a riflettere, sola per metabolizzare la notizia.» dice semplicemente non aggiungendo altro e mostrandole la porta. Non vuole vederla, al momento non vuole vedere sua sorella, perché ciò che le ha appena detto sconvolgerà la sua vita per sempre, la sua vita con Robin.
Il suo Robin già, lui che è un uomo con grande senso del dover sicuramente si assumerà la responsabilità di questo figlio, che se pur non conosce, amerà dal primo istante. Il suo Robin che non sa nemmeno se a questo punto ha finto di non conoscere sua sorella, ma invece l’ha sempre riconosciuta e ricollegata a quella famosa notte di capodanno. É sconvolta, talmente arrabbiata e delusa che si maledice anche di aver pensato male di suo marito. Lui non le mentirebbe mai e poi ha visto quando si sono conosciuti che lui non si ricordasse minimamente di lei, come se la vedesse per la prima volta.
É talmente sconvolta che non riesce nemmeno a muoversi dalla sua scrivania, vorrebbe chiamare il suo uomo, ma non riesce a fare nemmeno ciò.
É talmente sconvolta che non sente nemmeno David che l’avvisa che é ora di andare a prendere Hope ed Henry a scuola, lo è talmente tanto, che dice all’uomo di andare lui a prendere i bambini, che lei deve finire di lavorare.
La verità é che vuole rimanere sola, sola con i suoi pensieri, metabolizzare, capire che cosa sia giusto fare a questo punto. 
Non sa proprio che fare, ma una cosa la sa per certo, un figlio scombina la vita e la sua e quella di Robin sarà evitabilmente stravolta.
Ora lo sa, sua sorella Zelena, porta solo guai. L’ha sempre fatto.


Il sindaco di BlueHall, invece di avviare la videochiamata su Skype, ha deciso di presentarsi di persona a Storybrooke per sottoporre i fascicoli alla giovane sceriffo. Ha visto un articolo di giornale, in cui é comparsa una sua foto e prontamente n’è rimasto affascinato e inoltre, hanno la stessa, età. Lei ne ha 23 e lui 24 di anni. Si è anche informato andando a guardarla nei suoi canali social. 
A dire il vero Emma Swan non è molto social, aggiorna veramente di rado il suo profilo e se mette qualche foto, lo fa esclusivamente mettendo cose riguardanti la sua famiglia o disegni della sua piccola Hope o di Henry. 
Ha dovuto fare una commissione a un’ora dalla cittadina della ragazza a ha preferito portarle i fascicoli di persona.
Bussa alla porta per annunciarsi e poi fa il suo ingresso nella centrale, facendo tintinnare la porta.
Prontamente Emma guarda nella direzione dell’entrata e nota un giovane che non ha mai visto prima e si domanda chi possa essere, bene o male grazie al suo lavoro conosce tutti in città.
Vedendo lo sguardo confuso, come se lo stesse inquadrando per capire chi sia, il giovane sindaco di BlueHall si presenta.
«Sono Walsh Gorham, sindaco di BlueHall, ero in zona per delle commissioni e ho deciso di passare personalmente a lasciare questi fascicoli.» dice con sorriso a trentadue denti, smagliante.
«Emma Swan. Ma si accomodi.» le dice prontamente la ragazza, indicandogli la sedia davanti alla sua scrivania.
«Non ci davamo del tu?» chiede lui prontamente, accomodandosi dove la giovane gli sta indicando e ignorando completamente gli altri due uomini che sono seduti alle altre rispettive scrivanie.
Emma annuisce e sorride, in realtà anche leggermente imbarazzata per quella situazione, non si aspettava che quel giovane sindaco arrivasse personalmente. Decide di andare dritta al motivo per cui si trova lì e presentargli il suo vice.
Ma Killian prontamente si presenta da solo, ingelosito dal modo in cui quel tipo la guarda. É chiaro che è rimasto abbagliato dalla bellezza della sua Emma e deve prontamente marcare il territorio. Se pur non è difficile capire che Emma sia impegnata, sul dito della sua mano destra campeggia il solitario che lui le ha regalato, il quale brilla alla luce della stanza.
«Killian Jones, vice sceriffo di Storybrooke, nonché quasi marito di Emma. Oh, abbiamo anche una bambina, Hope. Molto piacere di conoscerti.» porgendogli la mano e quando il giovane sindaco gliela afferra a sua volta, la stringe con una tale forza, da fargli quasi strabuzzare gli occhi.
Emma lo fulmina con lo sguardo per quel modo di presentarsi e Killian la guarda a sua volta con un sorriso strafottente, sa che lei si è indispettita per quel modo di salutare il giovane sindaco, ma non poteva fare altrimenti. 
Ed è di nuovo lei a portare la conversazione verso il lavoro e concentrarsi esclusivamente su Booth. 
«Lucy e August avevano 6 anni di differenza. Quando lei è morta aveva 20 anni e lui 26.» ed è così che Walsh inizia a raccontare ciò che ha scoperto. 
La giovane sorella dello sceriffo e lo sceriffo Booth si erano riappacificati da un mese circa, poi lei è morta. La sua morte può benissimo essere un incidente, ma gli inquirenti hanno rinvenuto sul posto altre tracce di pneumatici, oltre che quelle della macchina di Lucy. Ad incastrare Booth sono stati proprio i segni sulla strada, uguali alla sua macchina. Lo sceriffo ha sempre però sostenuto che quella sera fosse rimasto a casa e di non aver preso la macchina, proprio per la forte pioggia e di essersi addormentato presto, dovuto a una brutta influenza che gli era venuta. Non avendo un alibi attendibile e avendo ritrovato le tracce della sua auto è stato subito accusato, ma poi scagionato grazie alla conferma del medico di base che ha dichiarato di aver dato al giovane una settimana di assoluto riposo. E così è stato archiviato il caso come un incidente. Uno sbandamento della ragazza dovuto alla pioggia... August Booth schiacciato dal dolore, è andato via da BlueHall per trasferirsi a Storybrooke, anche perché in molti lo hanno creduto colpevole.
«E sai dirmi anche perché i due fratelli avessero litigato?» chiede la ragazza, forse il motivo dell’incidente è proprio legato a quel litigio. 
«Lucy si era innamora di un uomo più grande di lei, quest’ultimo aveva due anni più del fratello all’epoca. Lucy aveva 17 anni quando si è messa con lui. Lo sceriffo Booth non accettava queste relazione e la sorella innamorata persa del suo fidanzato, si è allontanata. I due non si sono parlati per tre anni.» continua a raccontare. 
Alcune voci sostengono che August non accettasse la relazione della sorellina perché geloso perso di lei, ed è il motivo per cui la ragazza si è allontanata, non sopportando più la gelosia ossessiva del fratello. Solo quando lui ha cercato di tornare in rapporti con lei, forse accettando che sua sorella fosse cresciuta, i due hanno cominciato a riavvicinarsi, ma forse non del tutto, visto che poi lo sceriffo venne accusato dell’omicidio. 
«E chi è questo fidanzato? Si nulla su di lui?»
«No, niente! L’unica cosa che si è saputa su di lui è che si facesse soprannominare Ade, perché da ragazzo si era tinto i capelli di un blu elettrico per una scommessa e dal quel giorno, visto che quei capelli incutevano anche timore, si è lasciato quel soprannome per farsi valere nel quartiere. Si dice che non venga da una famiglia molto rispettata e che sia stato un ragazzo di strada, che soffrisse di un grave disturbo di inferiorità.» 
Ed è per questo motivo che si è legato a Lucy Booth, lei per prima ha saputo vederlo per quello che è veramente, senza farlo sentire insicuro, senza etichettarlo. Si sospetta che August Booth non accettasse il ragazzo di sua sorella, oltre per la differenza di età, per il fatto che non venisse da una famiglia benestante. 
Quando è stato interrogato sulla morte di Lucy, è stato immediatamente dichiarato innocente, visto che il suo alibi è stato confermato da un biglietto aereo destinazione Italia, in cui il giovane si stava recando per lavoro. Alla morte della ragazza, lui era in aeroporto. Nel verbale però non è mai configurato il suo vero nome. 
Walsh è andato in questura per cercare il verbale, ma oltre ciò che sta dicendo ad Emma non configura altro. 
Emma prende il verbale per controllarlo lei personalmente, insieme a Killian, sfogliando pagina per pagina. 
«Guarda Killian, questa pagina è stata strappata...» è impercettibile il taglio del foglio, ma Emma l’ha notato subito. In casa famiglia un ragazzo più grande le ha insegnato a tagliare le pagine del suo fascicolo in maniera perfetta, senza farsi scoprire. Ora questa specialità le sta tornando utile. 
Nessuno dei presenti aveva notato questa cosa. 
«Complimenti, che occhio sceriffo.» le dice prontamente il giovane sindaco compiaciuto dalla cosa, lui nemmeno aveva fatto caso a questo dettaglio, eppure ha guardato anche lui da cima a fondo quel rapporto. 
«E cosa pensi, Emma?» le chiede Killian, subito dopo aver fulminato con lo sguardo quel pivello che si sente tanto importante solo perché è già sindaco, nonostante la sua giovane età. Non lo sopporta, non sopporta come guarda la sua Emma. 
«Ovviamente è scontato che qualcuno ha strappato la pagina. E questo qualcuno potrebbe essere della polizia o lo stesso Ade.»
«Si probabile... Ade ha fatto il concorso per entrare in polizia, ha vinto, ha sempre avuto un’intelligenza fuori dal normale, ma misteriosamente poi, ha smesso di praticare il mestiere. Non si è mai saputo il motivo. Sulla sua vita sembra tutto misteriosamente scomparso.» aggiunge Walsh ricordandosi altro su questo fantomatico Ade.
«Ex poliziotto, intelligenza fuori dal comune, ragazzo che è cresciuto per strada e nei quartieri malfamati... Nessuno ha pensato che potesse aver soggiogato Lucy e poi ammazzata quando ha capito che August avesse sempre avuto ragione sul suo conto?» Emma trae già le sue conclusioni a riguardo, convinta sempre di più dell’innocenza del suo mentore. Probabilmente ha voluto allontanare Ade da sua sorella, non ci è subito riuscito e quando Lucy ha capito chi fosse realmente e che fosse stata raggirata e accecata dall’amore, è tornata su i suoi passi, ma troppo tardi, perché Ade l’ha fatta finire fuori strada... E forse questo stesso Ade ha ucciso Booth. 
«Emma, frena la fantasia. Questo fantomatico Ade è uscito pulito.» le dice Graham, cercando di farla tornare a ragionare lucidamente, non è da escludere come pista, ma deve anche pensare a mente lucida e non farsi influenza dalla voglia di scoprire la verità e scagionare il suo amico dalle accuse. 
«Lo so! Ma è l’unica pista che abbiamo e la seguiremo» dice decisa. È l’unica pista sensata che hanno. 
Lei si è già fatta la sua idea a riguardo: Ade ha preso in giro la giovane Lucy, quando la ragazza si è accorta di ciò l’ha lasciato e ha detto tutto al fratello, magari Ade ha picchiato più volte la giovane e Booth è andato fuori di testa, visto quanto tenesse alla sorellina e l’avrà affrontato magari, tenendo più Lucy sotto la sua ala, ma, non è riuscito a evitarle la morte. Booth avrà fatto terra bruciata intorno al giovane e lui per vendicarsi ha ucciso sua sorella e ha tentato di far ricadere la colpa su di lui, non riuscendoci è scappato all’estero, cambiando identità e connotati. Non deve essere stato difficile per lui visto i suoi agganci da ragazzo di strada. Dopo anni, ha voluto finire ciò che aveva iniziato e l’unico modo per distruggere Booth per sempre era ucciderlo e infangargli la reputazione, esattamente come Booth fece con lui. Al contrario di Ade però, August è innocente. 
«Grazie Walsh per tutte queste informazioni. Mi puoi lasciare i verbali vero? Se non ti dispiace inoltre, vorrei venire a fare qualche domanda in giro.»
«Certo, sono fotocopie! E vieni quando vuoi, BlueHall ti aspetta.» le dice allusivo. 
«Bene, lasciami il tuo numero, così per qualsiasi cosa ci sentiamo. Io e il vice sceriffo Jones verremo quanto prima.» 
E il vice sceriffo felice per essere stato coinvolto da lei, ora guarda il sindaco con malizia e il suo sorriso strafottente. Se pur non li vada molto a genio che i due si scambiano il numero di cellulare, ma sa che è solo lavoro. Non può fare il geloso o Emma gliela fa pagare. La conosce molto bene. Già l’ha messa in imbarazzo con quel suo modo stravagante di presentarsi, ma lì doveva, doveva marcare il territorio e far sapere a quel damerino che la sua Emma fosse una donna impegnata, felicemente impegnata. 
Il sindaco accetta subito di scambiarsi il numero con Emma, è un modo per sentirsi. È rimasto da subito affascinato dalla ragazza e se pur lei è fidanzata, non può far a meno d ammirarla e desiderare di diventare magari suo amico. Dovranno lavorare insieme ed è giusto istaurare una sintonia tra loro e vuole puntare proprio sul fatto che i due siano coetanei e magari hanno i stessi interessi. 
Si congedano con la promessa di sentirsi presto e il giovane sindaco lascia la centrale di Storybrooke.
Mentre Emma si immerge con la testa in quelle scartoffie per cercare una prova, una sola minima prova per scagionare Booth da quelle accuse infondate.
Non sa chi sia questo Ade, ma lo scoprirà presto e avrà i giorni contati.
 

 









Spazio autrice: Eccomi qui, stavolta posto di sabato, ho la mattinata libera per potermi dedicare a mettere il capitolo. ;) Allora, cosa dire di questo capitolo? Si iniziano a scoprire le prime cose sull’omicidio di Booth, grazie alle informazioni ricavate dal sindaco della città dove viveva August da ragazzo, a quanto pare le indagini vertono verso un certo Ade, il cui vero nome però non si conosce, ma anche se fosse potrebbe aver cambiato identità e quindi sarebbe ugualmente impossibile per i nostri Emma e Killian scovarlo. O forse non è così impossibile? Che idea vi state facendo in merito? E inoltre, secondo voi questo giovane sindaco di BlueHall che ha una cotta per Emma vuole portare scompiglio? Killian lo ha già messo al suo posto presentandosi come marito di Emma ahahaha 
Invece Zelena che ha un figlio da Robin? Sarà vero o meno? Sicuramente ciò che è certo é che ora Regina é sconvolta e non sa come dirlo al suo uomo, il quale conoscendolo, si assumerà tutte le responsabilità. Quindi, cosa accadrà? Vi avevo detto che questa storia sarebbe stata più incasinata della precedente.

Vi volevo anche avvisare che settimana prossima il capitolo salterà, mi dispiace. Sono a Parigi, dovevo andare alla Convention per incontrare Jennifer, ma ha annullato, però... io e la mia migliore amica abbia deciso lo stesso di andare per non perdere i soldi dei voli e goderci una città estera. Parto venerdì e torno lunedì, quindi mi sarà impossibile metterlo nel week end, proverò a metterlo lunedì in tarda sera. 

Detto cio, vi auguro una buona giornata e buon week end. 

   
 
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