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Autore: MaryFangirl    28/09/2019    4 recensioni
Dopo una notte di bagordi, al mattino Kaori si sveglia tra le braccia di non uno, ma due uomini, senza alcun ricordo: vive un sogno o un incubo?
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Lo spettacolo di Fumi si svolse rapidamente e con grande successo. Allo stesso tempo, dopo un'indagine approfondita, i responsabili dell'incendio erano stati arrestati e avevano incastrato il loro mandante, l'ex mentore di Fumi. La casa Atama, non volendo troppa pubblicità, concluse un accordo con Fumi, pagando le parcelle delle sue guardie del corpo e proponendo una partnership per commercializzare i suoi modelli attraverso le loro reti ma a suo nome. Lei ringraziò calorosamente i suoi angeli custodi e in particolare Kaori per l'aiuto che le aveva dato in aggiunta alla sicurezza ravvicinata.

Kaori aveva potuto rientrare a casa dopo dieci giorni. Doveva riposare al massimo, evitare di restare in piedi troppo a lungo per nascondere la sua gravidanza il più a lungo possibile. A tredici settimane, la sua pancia si era arrotondata, ma rimaneva ancora discreta sotto i vestiti un po' più larghi del solito. Tuttavia, aveva deciso che avrebbe parlato immediatamente con Ryo e Mick: non voleva che se ne accorgessero da soli. Ecco perché lei e Ryo si trovavano in salotto ad aspettare Mick in quel soleggiato primo pomeriggio.

"Sei sicura di aver bisogno di me?" piagnucolò Ryo. Era incollato alla finestra. Lei sorrise, leggermente nervosa. "È così bello fuori. Tutte quelle belle signorine mokkori che mi stanno aspettando..."

"Aspetteranno un po'. Il pomeriggio è appena iniziato"

"Altrimenti puoi dirlo prima a me, poi ripeterai tutto a Mick. Non è grave..." continuò lui in tono lacrimoso. Si sentì la porta d'ingresso sbattere.

"Ecco: è qui. Non dovrai aspettare ancora molto..." disse, cercando di reprimere il nervosismo che cresceva. Mick fece un ingresso trionfale, volando in aria, mezzo nudo, su Kaori, ma fu fermato da una pistola puntata su di lui...dalla giovane donna.

"Beh...e il mio martello?" chiese lui, indispettito. Kaori quasi cadde all'indietro. Chi l'avrebbe creduto?

Ryo guardò Kaori, stupito. Kaori senza il suo martello non era più Kaori...

Lei rivolse loro un piccolo sorriso imbarazzato e chiese loro di sedersi in modo da poter spiegare perché voleva parlare con loro.

"Lo so io: vuoi offrirci dello champagne per questa fantastica missione, perché siamo i migliori..." disse Mick mentre si alzava per tirare fuori i bicchieri.

"Per me no, e no, Mick. Siediti, per favore"

Ryo andò a sedersi vicino a Kaori che si era incastrata nell'angolo del divano. Non sapeva perché, si sentiva in tensione come se ci fosse un pericolo imminente. Diede a Mick un'occhiata di avvertimento, invitandolo a smetterla con le buffonate, e quello si sedette ai piedi di Kaori. Lei si sentiva strana nell'averli così vicini. Sperava che la situazione non sarebbe degenerata. Respirò profondamente e iniziò.

"Prima di tutto, vi chiedo di ascoltarmi e di non interrompermi fino alla fine. Quello che devo dirvi non è facile per me e ci ho messo molto tempo per accettarlo, molto tempo"

"Va bene" dissero loro insieme. Lei afferrò il bordo del plaid e cominciò a triturarlo. Ryo posò la mano su quella di lei per sostegno. Lei lo guardò e lo ringraziò con gli occhi.

"Vi ricordate la sera dopo la missione in cui eravamo usciti tutti e tre? Un po' più di tre mesi fa"

"Sì, vagamente. Penso che ci siamo presi una sbronza colossale quella sera, vero Ryo?" disse Mick sorridendo.

"Ricordo soprattutto che ci siamo svegliati entrambi nello stesso letto" disse Ryo, rabbrividendo.

"Oh dai, Ryuccio, non vorrai dirmi che dopo tutto questo tempo, non sai accettare uno scherzo?" disse Mick, beffardo. Ryo lo fulminò con lo sguardo. Kaori intervenne con voce bassa:

"In realtà, eravamo in tre in quel letto"

Abbassò la testa ma sentì gli occhi di Ryo su di sé. Lo sentiva bruciarle la pelle, il cervello, come se cercasse qualcosa. Mick rideva come uno scemo:

"Vedi, c'era Kaori. Non è successo nulla. Diglielo, Kaori"

Mick guardò Kaori, cercando supporto. Lei sollevò la testa e i suoi occhi lo fecero rabbrividire: vide dolore, frustrazione, rabbia e qualcos'altro che non riuscì a identificare.

"Ero nuda anch'io"

Mick rimase senza parole. Si erano ritrovati tutti e tre nudi nello stesso letto...cos'avevano potuto...?

Dannazione, non ricordava nulla, ma la sua immaginazione stava correndo a tutta velocità. Lui, Kaori e Ryo avevano...oh, avevano...beh, Ryo era di troppo ma il suo sogno si era finalmente realizzato! Lui e Kaori avevano fatto l'amore. Ebbe l'improvviso desiderio di ballare...

Ryo era sotto shock: non si domandava cos'avessero fatto, non era nato il giorno prima. Ma non poteva credere che i suoi sogni fossero diventati realtà e che lui non lo ricordasse nemmeno...

Errato: ricordava che i sogni da quella notte erano sembrati molto reali, e per una buona ragione...avevano avuto dei rapporti intimi, forse in tre...come aveva potuto lasciare che accadesse?

Sensibile alla tensione che si stava innalzando, Kaori li guardò entrambi, a turno, persi nei loro pensieri:

"Quella notte ho perso la verginità. Quindi sono stata con uno di voi due o con entrambi"

Ryo lasciò andare la sua mano e si alzò. Lei si sentì ferita ma capiva il suo bisogno di allontanarsi. Si fermò davanti alla finestra e guardò fuori, con la mascella serrata.

"Per questo c'era del sangue sulle lenzuola?"

"Sì" rispose lei, con le lacrime agli occhi.

"Perché non me l'hai detto prima, Kaori?"

Lei avrebbe voluto scappare tanto il suo tono neutro le faceva male. Ryo stava cercando di mantenere la calma. Si incolpava per quello che era successo. Lui che non perdeva mai il controllo, quella notte aveva fallito.

"Perché non ricordavo nulla. Mi sentivo in colpa per voi due e anche per Kazue"

Sentì il gemito di Mick che tornò alla realtà, dicendosi che avrebbe dovuto parlare con la sua compagna.

"Come potevo spiegarvi quello che era successo quando non ricordavo, quando voi non ricordavate niente e tutto ciò avrebbe potuto turbare le nostre vite? Quindi sono rimasta zitta per tutti e tre"

"Allora perché parlarne adesso?" le chiese Ryo, girandosi verso di lei. Lei non fuggì, non scappò.

"Io...sono incinta e ho deciso di portare a termine la gravidanza" spiegò. Mick si lasciò cadere all'indietro, con la mano sulla fronte.

"Oh my god, sono un uomo morto" piagnucolò.

"Mick, riprenditi. Eppure prendi la pillola?" continuò Ryo, pragmatico.

"Sì, ma il trattamento che Doc mi ha dato per calmare l'ansia ha annullato l'effetto..."

"Va bene. Doc lo sa?" proseguì Ryo. Lei annuì, imbarazzata. Si sentiva in colpa di averne parlato prima con lui che con Ryo...

"Tanto meglio. Vorrei che me ne avessi parlato prima, ma almeno hai avuto supporto"

"Grazie" mormorò lei, stupita. Lui tornò a sedersi al suo fianco.

"Dovremo sapere chi dei due è il padre di questo bambino..."

"Questi bambini..." disse lei, con prudenza. Lui la fissò intensamente, un'emozione sconosciuta negli occhi.

"Dei gemelli? Ci ucciderai, Kaori" disse con un piccolo sorriso. Vedeva la tensione sui suoi lineamenti. Era necessario tranquillizzarla, alleggerire la situazione.

"Falsi gemelli. Due bambini ben distinti concepiti allo stesso tempo. Potrebbe anche essere che ciascuno sia il padre di uno dei due..."

"Le cose non saranno mai facili per noi, Sugar?" disse lui passando un dito sulla sua guancia. Lei scosse la testa e iniziò a piangere. Lui la prese tra le braccia e si rese conto di quanto fosse nervosa.

"Mick, sei ancora dei nostri?" gli chiese Ryo. Vedeva il suo amico dall'aria stravolta. Alzò la testa.

"Sto pensando a Kazue" disse a voce bassa. Kaori pianse più forte.

"Tutto a suo tempo. Allora, Kaori, suppongo che tu ne abbia parlato con Doc: quando potremo fare un test di paternità?"

"Quando vogliamo, ma per loro sarebbe meno pericoloso alla nascita" disse, mettendosi una mano sulla pancia. Lui la guardò e rimase sbalordito: come aveva potuto farselo sfuggire? Ora capiva meglio i vestiti più larghi nelle ultime settimane.

"Allora aspetteremo"

"Ora cosa facciamo, Ryo? Che succede?" chiese Mick. Kaori li guardò entrambi, poi offrì con voce esitante:

"Se ci dessimo un po' di tempo per riflettere? Possiamo ritrovarci tra due giorni per fare il punto della situazione e vedere come gestire il resto"

Entrambi annuirono. Mick rientrò a casa, abbattuto, lasciando Ryo e Kaori da soli. Rimasero in silenzio per un momento. Ryo era ancora seduto accanto a lei e osservava il soffitto.

"Ryo, se vuoi, non hai che da dire una parola e me ne andrò. Posso capire che tu sia arrabbiato...la mia borsa è già pronta"

Lui alzò la testa e vide il borsone vicino alla porta. Furioso, si alzò, lo prese e uscì dalla stanza. Lei lo vide tornare un minuto dopo.

"Se vuoi farmi arrabbiare, vattene. Ascoltami bene" le disse, mettendosi di fronte a lei, "ho bisogno di prendere aria per riflettere e rimettermi le idee in ordine. Ti consiglio vivamente di essere di nuovo qui quando tornerò. Se devi andartene, me lo dirai in faccia prima di sbattere la porta, capito?"

"Sì" rispose lei con una vocina. I suoi lineamenti si addolcirono.

"Nel frattempo riposa. Questa discussione non dev'essere stata rilassante per te. Tornerò con la cena"

La lasciò. Lei si sdraiò, con un peso in meno sulla coscienza. La parte difficile era andata. Avrebbero trovato una soluzione in tre. Aveva paura di ciò che sarebbe successo in seguito, di sapere se sarebbe stata sola o meno a occuparsi di tutto ciò...la forza e la calma di Ryo durante la conversazione l'avevano confortata, ma come sarebbe stato al suo ritorno? Avrebbe lasciato che i dubbi invadessero la sua mente, il suo cuore? Le avrebbe parlato quando si fosse deciso su cosa fare dopo? Non lo sapeva e ancora meditava quando si addormentò.

Ryo vagava per la città. Sembrava calmo nonostante il trambusto nel suo cervello che correva a cento all'ora. Aveva finalmente trovato una risposta a tutto ciò che aveva turbato la sua compagna negli ultimi tempi. Della serata, aveva solo ricordi vaghi. Non era stato sorpreso che Mick avesse invitato Kaori. Dopotutto, era normale: lei era stata parte integrante della missione. Ciò che lo aveva innervosito era più profondo: il battito del suo cuore aumentato quando l'aveva vista scendere nel suo vestito nero che enfatizzava perfettamente ogni curva del suo corpo, la gelosia che aveva sentito quando aveva passeggiato per la città al braccio di Mick, con lui che l'aveva ignorata prima di uscire, l'impulso di spaccare la faccia al suo migliore amico quando aveva osato ballare con lei quando lui non poteva. Poi c'erano stati tutti quegli uomini che le avevano ronzato intorno, lei che li ignorava superbamente così come ignorava tutto ciò che rendeva il suo splendore, la sua ingenuità, la sua innocenza...si era soltanto resa conto della propria bellezza? No.

Lui si era accorto che lei era irritata dal suo atteggiamento e da quello di Mick. C'era da dire che non avevano lesinato sull'alcool e sulle ragazze. Quindi non si era sorpreso quando lei aveva preso le sue cose col desiderio di andarsene. Si era soltanto sorpreso dalla forza del proprio desiderio per lei in quel momento. Le sue guance erano leggermente rosee per la rabbia, i suoi occhi nocciola brillanti di un intenso splendore, le sue labbra carnose erano un invito a peccare, e quando si era allungata per prendere la borsetta, lui aveva avuto una visione approfondita della sua scollatura. Se si fosse ascoltato, sarebbe rientrato con lei, ma sapeva cos'avrebbe fatto...

Quindi aveva voluto spingerla al limite, ad andarsene. Lei non amava bere, quindi aveva pensato che avrebbe mandato a quel paese lui e la sua stupida sfida. Ma lui l'aveva attaccata dove faceva male: 'Ti ho sopravvalutato', quello era stato il suo errore. Senza quelle parole, lei se ne sarebbe andata e loro non sarebbero stati a quel punto.

Ma il danno era stato fatto. Di certo era stato con lei. Si corresse mentalmente: era stato con lei e almeno avrebbe potuto chiarire quel punto quando fosse rientrato. Forse era incinta di lui, forse di Mick. Cos'avrebbero fatto? Cos'avrebbe fatto lui? Non si trattava più di tergiversare e di continuare come diceva quella canzone francese, 'Je t'aime moi non plus'. Sapeva che Kaori lo amava. Quell'amore lo aveva raggiunto e trasformato. Anche lui l'amava ma si proibiva qualsiasi relazione con lei che non fosse professionale e amichevole. Adesso toccava a lui superare se stesso, per vedere se era in grado di andare oltre le paure, se e solo se avesse deciso di fare parte della sua vita, della loro vita.

Non doveva chiedersi se voleva condividere la sua vita con Kaori. Non poteva immaginare di vivere senza di lei. Sarebbe stato in grado di accettare un bambino nella sua vita? Non ci mise più di un decimo di secondo a pensarci. Sì, anche con il pericolo. Era pronto ad accettare il figlio di Mick nella sua vita? Kaori non avrebbe potuto vivere lontano da suo figlio e lui non voleva privare il suo amico. Quindi, anche se fosse stato necessario apportare alcune modifiche, sarebbe stato pronto ad assumere il ruolo di padrino. Si fermò alla mole di cambiamenti che era pronto a fare nella sua vita per una donna. Lui che, se qualche anno prima gli avessero detto che una donnina avrebbe sconvolto la sua esistenza, se ne sarebbe infischiato...

Si fermò e sorrise quando vide il luogo dove era arrivato.

"Buongiorno, Maki. Come va, vecchio fratello? Non credo che, il giorno in cui mi hai affidato la tua sorellina, tu sapessi che saremmo arrivati a questo...Da un bel pezzo mi ha catturato nella sua rete, ma l'idiota che ero si dibatteva per uscire. Tutto questo è finito. Deporrò le armi ai suoi piedi e offrirò il mondo se è quello che vuole e soprattutto se vuole me..."

Sentì i raggi del sole ed espose il viso, godendosi il calore. Per la prima volta nella sua vita era in armonia con se stesso, cuore, corpo e anima.

"Devi avere voglia di uccidermi per quello che ho fatto, ma allora affila le tue armi, amico mio, o fattene una ragione perché intendo ripetere certe azioni con lei, ma questa volta consapevolmente e non una volta sole. E forse la renderò mia moglie. Legalmente, come direbbe l'americano. Veglia su di lei, Maki. Ti prometto che farò di tutto per non deluderla, né per deludere te. A presto"

Prese la strada del ritorno, fermandosi a fare un po' di spesa. Quando tornò, Kaori si stava svegliando. La lasciò alzarsi in silenzio e andò in cucina a preparare da mangiare. Lei lo raggiunse dopo pochi minuti e mangiarono in silenzio. Finita la cena, lui la lasciò per qualche minuto senza dire una parola, solo con un sorriso. Quando tornò, lei era di fronte alla finestra e fissava le macchine pensierosa. Si posizionò dietro di lei, osservando il suo riflesso nella finestra. Kaori sentì il calore del suo corpo e fantasticò di lasciarsi andare contro di lui per farsi avvolgere in quel bozzolo.

"Ho una risposta per te" disse con voce bassa e calda. Lei sentì il suo braccio sfiorarle i fianchi e vide la sua mano apparire di fronte a lei. Quando l'aprì, scoprì l'anello regalatole da suo fratello per i suoi vent'anni.

"È da tre mesi che lo cerco..." disse emozionata, prendendolo.

"L'ultima volta che l'hai messo, era quella serata. E posso dirti che sono stato il tuo primo amante" le disse, guardandola negli occhi attraverso il riflesso. Lei sostenne lo sguardo.

"Il tuo anello era incastrato nei miei vestiti insieme ai tuoi slip. Devi essere corsa come un ladro"

La vide arrossire, chinando la testa. La costrinse a sollevarla. Così facendo, si era avvicinato a lei e il suo corpo la sfiorava.

"Io...sono felice che tu sia stato il primo. Era quello che sognavo"

Lui era toccato dalla sua confessione, e 'toccato' era un eufemismo.

"Allora realizzerai uno de miei sogni?"

"Quale?" mormorò lei.

"Resta con me. Insegnami a stare con te, ad amarti come dovrei, ad essere l'uomo dei tuoi sogni, il padre dei tuoi figli" mormorò, abbracciandola, nervoso come non mai.

Posò le mani sul suo ventre arrotondato e quando lei appoggiò le sue su quelle di lui, lui si sentì sollevato da ali. Li avrebbe amati e protetti per tutta la vita.

"Tu sei l'uomo dei miei sogni: ci sei sempre, forte quando ne ho bisogno, tenero quando serve. Mancano uno o due compromessi per la perfezione" rispose lei, birichina.

"Ah sì, quali?"

Lei aveva l'impressione che tutto stesse cambiando intorno a sé. Tutto sembrava più dolce, più caldo, più luminoso, più sereno...

"I baci..." sussurrò, sentendo le sue labbra posarsi sul collo. Rabbrividì alla sensazione che invase il suo corpo.

"E poi? Dovrò smetterla con le signorine mokkori, suppongo"

Lei fece di no con la testa.

"Il sesso...finché sono solo io a finire tra le tue braccia nude, puoi correre dietro a chi vuoi" disse arrossendo. Lui la fece girare tra le sue braccia, con uno sguardo pieno d'amore e desiderio.

"Buono a sapersi...per i due punti appena spiegati, penso che possiamo organizzarci, salvo che non sia contro indicazioni mediche..."

"Se non proviamo a entrare nel libro dei primati, dovrebbe andare bene"

Lui prese le sue labbra dolcemente, lasciando che gli mostrasse il ritmo che le andava bene. Si separarono poco dopo e, appoggiando la fronte contro quella di Kaori, disse:

"Non sarai mai sola, Kaori. Non ti lascerò, qualsiasi cosa accada"

"Grazie, Ryo. Grazie, partner"

Si sorrisero e ripresero da dove si erano fermati.

  
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