Chapter I’
Ginny
osservò i volti scuri dei genitori e raccolse della polvere volante come le era
stato detto di fare. Suo padre la spinse dolcemente nel camino e lei salutò con
la mano libera Ron e George seduti comodamente sulle poltrone. Entrambi
corrisposero e lei fece un sospiro
-Casa
Nigellus- e sparì. Ron si alzò in piedi
-Ehi, perché
viene soltanto Ginny con voi?- chiese quasi offeso
-Ron non
cominciare- disse George –Se hanno deciso così…-
-Ma George!
A me sarebbe piaciuto andare…-
-Ron, fra
una settimana verranno qua Harry ed Hermione. Non li hai invitati tu?- chiese
Molly scrutandolo
-Si, ma non
sapevo di questo viaggio e…-
-La
prossima volta aspetterai prima di fare qualsiasi invito!- disse suo padre
acido. Ron lo guardò. Da quando era arrivata quella lettera, era nervoso e
irritabile, nessuno si capacitava del perché e Molly lo sopportava come se
sapesse il motivo
-Ci vediamo
ragazzi- Molly prese una manciata di polvere verde e sparì a sua volta. Arthur
diede loro la schiena e sparì
-Evvai!-
disse George –Ora si che è una pacchia!- Ron lo guardò
-George
tu…-
-Ron non
cominciare!- lo azzittì il fratello –Ora che la piccola Gin è fuori con i
nostri la casa è libera, finalmente possiamo fare quello che ci pare! Non ti
metterai a fare il Prefetto spero!-
-Certo che
no- sbottò Ron –E’ solo che se tu e Fred farete dei casini…-
-Nessun
casino- sbottò lui –Certo che ti fidi pochino dei tuoi fratelli!- Ron non
rispose
Ginny
tossicchiò pulendosi gli occhi dalla fuliggine. Sentì arrivare i genitori e
non tentò di aprire gli occhi
-Ferma Gin-
la madre la voltò e le fece un incantesimo che la risistemò completamente
–Sei quasi presentabile- le fece un sorriso
-Grazie
mamma-
-Ricchi
zozzoni- sibilò suo padre ripulendosi. Ginny accese la luce dell’angustia
stanza sporca, fuligginosa e con mobili rovinarti ed ammucchiati
-Pulire i camini mai eh? Maledizione a loro!-
-Arthur per
piacere- disse Molly –Contieniti- si guardarono
-Mamma
perché sono dovuta venire con voi? Guardate che ho parecchi compiti per la
scuola e non posso di certo trascurarli. Hermione non me la farebbe passare
liscia…- disse scuotendo la testa
-Hermione
capirà- disse la madre –Andiamo- Ginny si trovò di colpo in un altro mondo.
fuori da quella porta c’era il paradiso dei vivi: mobili ricchissimi di legno
parevano splendere di luce propria, pareti stuccate e decorate in bianco/oro
parevano appartenere a quei castelli del ‘700 che aveva visto solo nei libri,
i pavimenti a mosaico avrebbero fatto specchiare anche un fantasma, soffitti a
cassettoni e a volta dipinte mostravano luoghi mitici e persone bellissime
simili a dei. Ginny si morsicò un labbro
-Dove siamo
mamma? Com’è bello qua, pare un castello delle fiabe!- sorrise e passò un
dito sulla parete destra
-E’ la
casa di tua nonna- Ginny guardò la donna stupita. Suo padre grugnì qualcosa
che Ginny non tentò di comprendere –Tua tris tris nonna però- Ginny sorrise
tutta eccitata
-Che figata
di posto!- scese le scale –Qui fanno feste di certo! e incontri tra persone
ricche dai bei vestiti…Che bello-
-E’ una
noia mortale- disse suo padre –L’alta società è piena di se, pomposa e
noiosa come pochi-
-Certo che
sai sempre come smontare le persone tu papà!- sbottò Ginny guardandolo male
–Che pizza!-
-I ricchi
sono sciocchi e il loro pallino fisso sono i soldi. Non hanno nemmeno un minimo
di cervello…Pessime persone- Ginny alzò un sopracciglio –Te ne accorgerai!-
-Buon
giorno signor Weasley- squittì un elfo che era salito per le scale di corsa
–La signora Angel vi attende!-
-Grazie
Doria- disse Arthur
-Papà…ma
come conosci quest’elfo domestico?- domandò Ginny scrutando gli occhi verdi
dell’esserino pelle ed ossa
-Siamo
parenti Virginia- Ginny, che aveva sceso gli ultimi gradini si voltò –E tuo
padre viene spesso qua- la signora dai capelli bianchi raccolti in uno chignon,
la pelle grinzosa, lo sguardo serio anche con il sorriso
stampato sulle labbra sottili, l’abito in stile ‘800 di un rosa
antico che la rendeva ancora più pallida e smunta, l’aria inferma e il
bastone con i pomo dorato a forma di testa di serpente…le ricordava vagamente
qualcuno…Strinse gli occhi cercando di trovare in lei qualcosa che le facesse
buona impressione, ma non la trovò affatto. Ancora meno quando da dietro spuntò
proprio la persona che quelle donna le ricordava
-Bene
arrivati, credevo faceste notte- Ginny deglutì a quella voce strisciata e
osservò avanzare Lucius Malfoy in tutto il suo splendore
-Malfoy- ringhiò Arthur
-Weasley-
sorrise sornione l’uomo dai lunghi capelli biondi. Dalla porta dietro di lui
apparve una donna alta, magrissima, biondissima e bellissima dall’aspetto
malaticcio. Gli occhi azzurri di lei si posarono su Ginny che strinse le labbra.
Quella le fece un sorriso e Ginny fece quasi un sospiro di sollievo. La moglie
di quel Mangiamorte pareva una persona normale…umana quasi. Draco Malfoy si
mise al fianco della madre con un sorriso strafottente all’ennesima potenza e
Ginny si sentì pronta a scappare
-Rossa
pezzente…da quanto…- lei non rispose
–Non ti senti fuori luogo qui per caso?- si guardò intorno poi riappoggiò
gli occhi su di lei. Ginny sbatté le palpebre con gli occhi lucidi –Oddio!
Non ti metterai mica piangere
spero!-
-Draco-
disse l’anziana che parve a Ginny di colpo simpatica –Taci- Lucius guardò
male il figlio che non fiatò più –Venite con me- Molly afferrò Ginny
mettendole una mano sulla spalla e la fece entrare nella enorme stanza. C’era
un tavolo lunghissimo e bellissimo e Ginny fece un sospiro piena di ammirazione
-Ehi mamma,
ma qui ci si fanno le feste?- domandò Ginny a bassa voce
-Si, credo-
disse la donna. Ginny si trovò a sedere trai due genitori e di fronte stava la
donna
-Draco, tu
sai perché sei qua immagino-
-Si- disse
lui con una faccia schifata. Ginny lo guardò con la coda dell’occhio
-Allora
manchi solo tu Ginny-
-E perché
solo io non lo so?- domandò accigliata –Mamma perché non so il motivo per
cui sono qua?- la donna guardò il tavolo
-Perché…vedi
Ginny…-
-Perché
vorremmo tanto trovare una soluzione- disse Arthur –Perché a noi non va bene
questa…imposizione Trisnonna. Ginny è solo una bambina…-
-Concordo-
disse Draco –Una mocciosa piagnona che mi toccherà imboccare…-
-Draco!-
disse seriosa l’anziana. Suo padre gli prese l’avambraccio –Avanti Arthur,
ti ascolto-
-Dicevo che
Ginny è piccola. Non può certo fare una cosa del genere e poi non siamo più
nell’ottocento: Ginny è libera di sposare chi vuole, senza imposizione-
-Sposare?!?!-
scattò lei sulla sedia –Ehi che succede? La cosa non mi piace va bene?- si
guardò intorno –Mamma?-
-Ginny, la
famiglia di mia madre…- cominciò l’anziana -…è una famiglia tra le più
ricche del settecento. Ormai si è estinta come nome, ma non come tradizione.
Nel settecento, la corte Francese e Spagnola ci conosceva come possibili
creditori e quant’altro,perché possedevamo una eredità…eccelsa- Ginny si
mise bene sulla sedia –Ancora adesso quella eredità si tramanda alla progenie
femminile più giovane, che di regola si sposa, per tenere tutta l’eredità
insieme, con il progenie maschio più giovane- Ginny fece un sospiro –Queste
regole non si possono cambiare e io ho intenzione di rispettarle come lo farai
tu prima di morire- Ginny non aveva capito molto ma sapeva che si trattava di
soldi –L’eredità ammonta a sedici miliardi di galeoni e per allora, come
per oggi, sono una cospicua somma- Ginny deglutì, nemmeno sapeva quanto erano
tutti questi sodi! Aveva visto una volta dieci galeoni insieme…ma tutti
quelli…Chissà quante pilette dorate avrebbero potuto creare…Guardò suo
padre che era rosso di rabbia e si sentì in colpa per aver fatto quel pensiero.
-Se i miei
genitori non vogliono io non faccio nulla di quello che dovrei fare e che non so
ancora che cosa sia- disse lei seria
-Per tua
sfortuna ora tu sei passata a me- disse la donna anziana –Tu, che sei la più
giovane mia nipote, ora non devi seguire quello che dicono i tuoi, ma quello che
io ti dico. E noi due potremmo andare d’accordo se non farai la difficile-
Ginny accusò male il colpo: quella era una minaccia bella e buona
-Mi
minaccia?- domandò scioccata –Ehi ma guardi che non vige più trai civili la
minaccia…le è nota questa cosa?-
-Ginny
calmati- disse sua madre
-Mamma!-
-Ginny…-
-Ma…-
-Anche
Draco ha smesso di lamentarsi- disse la donna –Ti lascerò qualche giorno
per…-
-Che cosa
c’entra Malfoy? Qui si parla di me, non di lui!-
-Tombola
Weasley, centro eccome!- Ginny lo guardò e scosse la testa
-Non lui-
bisbigliò –Non lui!- guardò l’anziana –Io non ho nessuna intenzione
di…di stare vicino a questo…qui!- sbottò –Non esiste! Lui…è il figli
di un Mangiamorte! E se per lei questo non conta per me si! No dico: sono
Grifondoro, sono una futura Auror…e dovrei anche solo…stare vicino a lui? Ma
siamo impazziti?! Mamma!- ma la donna non la guardò nemmeno
-Lucius non
è più un…-
-Il
tatuaggio l’ha, le idee anche, suo figlio non ne parliamo…Mangiamorte
reietto o meno non mi interessa: Mangiamorte lo rimarranno per sempre!- guardò
l’anziana e incrociò le braccia al petto –E ora me ne vado a casa!-
-Non per
smontarti Weasley, ma tu non è che sei proprio quello che qualcuno vorrebbe
vicino tutta la vita. A parte la tua pessima famiglia, le tue idee filobabbane a
quant’altro, non sei proprio quella gran bellezza. Lentigginosa, bassa,
rossa…decisamente da mettersi a piangere- Ginny sorvolò sulle offese
-Bene,
allora datti una mossa! Cerca di aiutarmi a convincere la…signora qui davanti
a noi! Non parlare con me sprecando fiato!- il ragazzo sorrise
-So che è
inutile-
-Ci abbiamo
provato- disse Lucius –Ma è tutto inutile- Ginny scosse la testa
-Spero solo
che questo sia un incubo- bisbigliò –Perché non resisto a lungo!-
-Bene-
disse l’anziana –Doria, accompagna Virginia nella sua stanza, Frinch pensa
ai signori Weasley. Grey, pensa alla festa di domani- i tre elfi annuirono con
un piccolo inchino e Ginny si alzò
a malincuore. Non chiese della festa: non aveva alcuna voglia di festeggiare,
voleva solo risvegliarsi! –Virginia troverai tutto quello che ti serve nelle
tue stanze- lei annuì senza pensarci troppo su. A che sarebbe valso lamentarsi?
A nulla…decisamente a nulla…
-Va bene-
sospirò –Vado- e senza nemmeno guardare i genitori, se ne andò. Molly guardò
Arthur che continuava a guardarsi le mani. Era furioso, triste, amareggiato e si
sentiva estremamente colpevole…che avesse
fatto male a portarla? Molly si alzò
-Dobbiamo
andare- Lucius a sua volta era già alla porta. Narcissa lo raggiunse e Darco si
alzò. Ma Arthur lo bloccò per un braccio alzandosi –Arthur…che fai?-
-Ascoltami
ragazzino- gli piazzò due occhi di fuoco –Vedi di fare il bravo, non vorrei
doverti fare molto male. E in quel caso, nemmeno tuo padre ti potrà salvare.
Bene inteso?- Draco lo scansò
-Sua figlia
per me è meno che nulla. Per me non esiste…e quindi non ci ritengo nemmeno a
sfiorarla per sbaglio!- Arthur annuì
-Meglio così,
volevo solo essere certo di questo-
-Non si
preoccupi- disse scostandosi i capelli dietro la spalla –La fan di Potter per
ora è al sicuro!- e se ne andò alquanto stizzito, senza degnare di uno sguardo
né i genitori né l’anziana nonna