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Autore: Reginafenice    29/09/2019    2 recensioni
Il termine che dเ il nome a questa storia indica ci๒ che serve come sostegno per una nuova impresa, una sorta di conforto o spinta morale utile a non lasciarsi scoraggiare dalle impervietเ di un cammino appena intrapreso. Si tratta infatti di una fanfiction che vede come protagonisti i personaggi di Poldark, con i loro complessi viaggi interiori verso la scoperta della vera felicitเ, ma inseriti in un contesto moderno. Lo sfondo delle vicende rimane tuttavia la splendida Cornovaglia, dove vecchi e nuovi amori si ritroveranno e si scopriranno indispensabili per capirsi meglio, anche a costo di grandi sacrifici e scelte dolorose.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Ross Poldark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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In quella stanza, l’atmosfera stava diventando sempre pi opprimente. All’arrivo di Francis, Ross si sent in dovere di lasciare condividere ai neogenitori la gioia di quel momento nella giusta intimit, approfittandone per prendere una boccata d’aria e ridurre la tensione ancora palpabile tra lui ed Elizabeth.

Non gli era passata neanche per un momento l’idea di come stesse andando l’operazione di Hugh Armitage. Se fosse morto o se Dwight gli avesse miracolosamente salvato la vita, pareva non importargli. A Demelza, invece, aveva pensato per lo pi in relazione al senso di colpa nutrito verso di lei mentre ammirava l’imperitura bellezza di Elizabeth, una sensazione che -si vergognava ad ammetterlo- era durata soltanto i primi minuti della visita nella sua camera da letto. Ross aveva percepito il graduale defluire dell’imbarazzo tra di loro a mano a mano che la conversazione procedeva e aveva avuto l’impressione che l’interesse di un tempo si stesse risvegliando. Gli sarebbe stato impossibile non avvertire l’inconscio e colpevole allontanarsi del pensiero di Demelza dalla sua mente…

Pi di una volta aveva ignorato il persistente desiderio di baciare Elizabeth.

Come poteva essere stato cos crudele nei confronti di Demelza? Sebbene non l’avesse tradita concretamente, il solo pensiero di voler baciare sua cugina non era sufficiente ad accusarlo di infedelt? Si sentiva orribilmente confuso, diviso tra due fuochi incomparabili. Da una parte c’era la donna del suo passato, il suo primo e indimenticabile amore; dall’altra parte stava una ragazza dai trascorsi molto sofferti, con la quale era riuscito a sintonizzarsi sin da subito, sorprendendosi di come in realt fosse stata lei a salvare lui, e non viceversa, da un’inesorabile caduta nel baratro della rabbia e della disperazione a causa della frantumazione del suo sogno di ricongiungersi con Elizabeth. Ma in tutta onest, chi avrebbe visto al suo fianco in futuro se Francis avesse divorziato? L’ istinto gli sugger la scelta meno scontata.

Dopo aver sceso le scale, Ross recuper il suo cellulare e, scorrendo le notifiche, si accorse di non aver ricevuto nemmeno un messaggio da Demelza. Soltanto Dwight aveva voluto ragguagliarlo del decesso del paziente, chiedendo a sua volta informazioni sul conto di Elizabeth. Quella comunicazione risaliva a un’ora prima, perci Ross sent come un pugno nello stomaco all’idea del profondo turbamento di Demelza. Probabilmente, avrebbe fatto meglio a imboccare la via del silenzio per lasciarle assorbire in tutta solitudine il dolore e il dispiacere di non aver potuto fare abbastanza per Hugh… Tuttavia, rimaneva il fatto che parlare con Elizabeth gli aveva fatto perdere la cognizione del tempo, precludendo a Demelza la possibilit di piangere sulla sua spalla e trovare conforto nella presenza al suo fianco dell’uomo che amava. Era adirata con lui, oppure la gelosia non l'aveva sfiorata neanche per un secondo ed era lui ad avere la coda di paglia?

“Perch quell’espressione corrucciata?” La zia Agatha era riuscita a intercettarlo con la coda dell’occhio dalla poltrona da cui non si era mai spostata.

Ross mise in tasca il telefonino e and a salutarla, per convincerla a non consumare le poche ore notturne rimaste ad abbioccare ripetutamente in salotto. Verity aveva seguito il suo esempio e, una volta assicuratasi dello stato in cui si trovava Francis, raggiunse il pianoterra con l’obiettivo di portare a Ross il suo cappotto.

“Per fortuna Francis tornato sano e salvo. Possiamo dire che la serata si conclusa nel migliore dei modi.” Rivolse a Ross un sorriso roseo.

Agatha storse il naso, dimostrandosi in disaccordo con la nipote, “Non essere troppo entusiasta, piccola Verity. Forse Ross non ha buone notizie da darci, o sbaglio?”

“Non che riguardino Elizabeth o il bambino.” Si infil di fretta il cappotto, sperando di fare in tempo a raggiungere la clinica per riaccompagnare a casa Demelza.

Verity tir un sospiro di sollievo. Poi si ricord dell’urgenza per cui il dottor Enys non aveva potuto assistere al parto di Elizabeth e si rimprover per essere stata tanto egoista. Si avvicin a suo cugino, “Mi dispiace, Ross. La perdita di una vita un lutto per tutti.”

“Specialmente per alcuni…”

“Sono sicura che, di chiunque si tratti, abbia lasciato un grande vuoto nella vita dei suoi parenti.”

“Non immagini quanto. Era il nipote di Lord Flamouth.” Ross stamp un bacio sulla fronte di sua zia.

“Hugh Armitage! Ora capisco a chi ti stessi riferendo. Se non sbaglio, Demelza era una sua cara amica.”

Mentre procedevano verso l’anticamera, Ross assent senza aggiungere altro. Con la mano sulla pesante maniglia del portone principale, attese un attimo prima di spingerla e uscire fuori, “Manterr la mia promessa.”

Verity lo guard intensamente, ricordandosi del discorso che avevano fatto in precedenza su Francis, “Lo so. Solo tu puoi convincerlo a risalire la china e non rovinarsi la vita. Se non altro, non pi di quanto non abbia gi fatto.”

Una volta entrato in macchina, Ross rabbrivid al brusco contatto con l’aria umida dell’alba ormai imminente. Sarebbe andato direttamente da Demelza, nonostante morisse dalla voglia di stendersi sul suo letto e dormire almeno un paio d’ore, perch il bisogno di vederla superava di gran lunga qualsiasi altra necessit dettatagli dalla stanchezza.

Circa un’ora prima, a fare compagnia a Demelza, in ospedale, erano rimasti Caroline e Dwight. Lord Flamouth aveva preferito alloggiare presso un hotel nelle vicinanze per poter tornare l’indomani ad occuparsi del necessario, con maggiore comodit.

Caroline gett un’occhiata fugace all’orologio appeso alla parete della hall, “Possibile che Ross non sia ancora tornato?”

Dwight era indeciso se rispondere o meno, in quanto il fatto che Ross non avesse ancora visualizzato il suo messaggio lo aveva reso piuttosto inquieto e non desiderava che anche Demelza si agitasse o si sentisse in dovere di raggiungerlo.

“Dopotutto, sono passate ore e non successo nulla. Avrebbe chiamato un’ambulanza molto tempo fa, se fosse stato necessario. Ad ogni modo, credo sia giunto il momento che ti ritiri, Demelza.”

“Non ho passaggi. Siamo venuti con la sua macchina.” Dwight e Caroline percepirono le lacrime che minacciavano di caderle dagli occhi rossi. Si guardarono, cercando di studiare un rapidissimo piano per risolvere la situazione. Erano tutti stanchi, ma Caroline doveva rimanere l per assicurarsi che la cartella clinica di Armitage fosse immacolata e senza alcuna falla, poich il giorno che stava per sorgere l’avrebbe vista protagonista di un dibattito legale gi programmato da Lord Flamouth dietro implicita indicazione di George Warleggan. Dwight le serviva per capirci qualcosa a livello strettamente medico, perci anche lui non poteva lasciare l’ospedale.

“Rimarr qui fino all’arrivo di Ross. Prima o poi dovr tornare, giusto?”

Il tono ingenuo di Demelza fin per colpire profondamente Dwight. Avrebbe aspettato anche lui, almeno fino a quando il sospetto non si fosse trasformato in vera preoccupazione.

Fu soltanto dopo un’ora, che Dwight decise di fare qualcosa. Dalle indicazioni che Verity gli aveva dato al telefono, sembrava che il lungo travaglio di Elizabeth stesse per terminare, quindi non capiva perch la visita di Ross fosse durata cos tanto. Aveva stabilito con se stesso di non pensarci troppo, ma la visualizzazione del messaggio senza risposta e la pena suscitatagli da Demelza finirono col costringerlo ad ammettere la verit. La ritrov accucciata su una sedia, vicino alla macchinetta delle bevande, con la sua giacca di pelle a mo’ di coperta.

Prima di svegliarla, si rec nuovamente nello studio di Caroline, trovandola addormentata sulle scartoffie che avevano appena finito di esaminare insieme. Un ricordo del passato gli percorse la mente, veloce come un treno, e altrettanto prontamente lo abbandon sul ciglio del binario del presente: un tempo in cui, dietro al dottor Enys, sembrava non esserci pi il Dwight di cui era innamorata Caroline. Scost la tazza di caff per evitare che il suo gomito facesse riversare a terra la bevanda, in un riflesso involontario.

“Perdonami, ma ho bisogno che tu sia sveglia.” Le rivolse un sorriso nostalgico.

Caroline si riassest distrattamente la camicetta, rimanendo seduta, ancora un po' assonnata. Odiava essere colta in fallo, ma l’affaticamento aveva avuto la meglio sulla sua ferrea forza di volont e cos aveva ceduto.

“Hai notizie di Ross?”

“Ha visualizzato il mio messaggio circa dieci minuti fa, ma non ha replicato in alcun modo. Dovrei chiamare Verity?”

“Se non altro, sappiamo che altamente probabile che sia vivo.”

Dwight alz gli occhi al cielo, “Ti sembra il caso di scherzare? Non ho mai messo in discussione il fatto che potesse non essere vivo. Piuttosto, credo che sia un’altra la ragione del suo ritardo.”

“Lo conosci meglio di chiunque altro, non vero?” Caroline si alz in piedi, leggermente abbagliata dall’intensit dell’impianto elettrico.

“Purtroppo. In casi come questi vorrei che non fosse cos. Ho paura che la visita a Trenwith lo abbia turbato pi del previsto. Francis non era in casa nel momento in cui Verity ha chiamato.”

Lo guard con aria perplessa.

“Se ti chiedi come faccio a saperlo, perch le avevo fatto questa domanda nel caso in cui fosse stato necessario guidare per portare Elizabeth in ospedale. Verity non ha la patente.”

“Ora capisco.”

Dwight si meravigli della concisione di quel commento.

“Perci, ti chiedo di riaccompagnare Demelza a Nampara. un sacrificio troppo grande per te?”

“Non mancheranno gli argomenti di conversazione, questo poco ma sicuro.”

Dwight intese che quello era un s, “Ma ti prego di non far menzione di ci che ti ho appena detto. Parlate di qualcos’altro, magari.”

“Come per esempio di scarpe, abiti, acconciature alla moda oppure del gossip del momento? Avere un modo di fare naif non vuol dire essere superficiali.”

Dwight trattenne una risata, “E tu saresti una persona naif?”

“Mi riferivo a Demelza. Per conto mio, sono fiera di definirmi un’ostinata mondana, frivola e disincantata. Il suo esatto opposto, praticamente.”

Sulla camicetta di raso bianco, Dwight osserv una macchia di caff, di cui Caroline non aveva ancora avuto il tempo di rendersi conto. La piccola chiazza scura spiccava proprio in prossimit del suo seno e Dwight se ne serv come scusa per diminuire ancora di pi la distanza tra di loro e toccarla con discrezione, malgrado il tessuto impedisse un vero contatto tra le reciproche parti di pelle.

“Non il caso, Dwight. Non sono ancora pronta per questo…”

“Volevo solo indicarti la macchia che hai qui, vedi?”

Caroline abbass gli occhi sul suo indumento, rimproverandosi amaramente di aver frainteso, “Che sciocca! Cercher๒ di riparare a questo danno. Per quanto me ne sar possibile...”

Prima di uscire, si volt un’ultima volta verso Dwight. Aveva un’espressione piuttosto assorta e appagata. Quale parte del discorso aveva potuto sortire quell’effetto su di lui, Caroline non riusciva a immaginarlo.

“Perch sorridi? Non stata quel che si dice una giornata memorabile quella che appena passata. E tanto meno florida sarเ quella che ci aspetta.”

“Per me lo stata, invece. Ad eccezione del povero Hugh, naturalmente.”

Caroline si dimostr spazientita, mentre aspettava con aria insofferente una spiegazione da parte sua. Demelza stava ancora riposando, ma il tempo stringeva e se proprio doveva fare una sfacchinata per portarla a Nampara e poi tornare subito l, tanto valeva sbrigarsi a far concludere quel siparietto.

“Oggi ho avuto la conferma che ti sbagli a considerarti quel tipo di persona. Se ti fa stare meglio credere in un idolo che ti sei costruita da sola, ve bene cos. Io, per, vedo che dentro di te c’่ tanta fragilit, bont e bisogno d’affetto. Tutto ci suona stonato con la Caroline cinica e fredda che pensi di essere, lo so. Perci non mi aspetto che tu mi creda.”

“Allora quale sarebbe il lato divertente della faccenda?” Era stata punta sul vivo. Caroline era consapevole del fatto che l’analisi di Dwight rispecchiasse perfettamete la realt, ma ammetterlo non sarebbe servito affatto a sostenere quella menzogna che continuava a ripetersi da sempre. Soltanto quando erano stati insieme, il ghiaccio si era sciolto rivelando la natura tenera e calorosa del suo carattere, per poi riformarsi, in una cinta muraria ancora pi resistente, una volta allontanatasi da Dwight.

“Non lo definirei divertente, a dire la verit. Piuttosto parlerei di sollievo. Sollievo nel constatare che non sei cambiata, dopotutto.”

Gli occhi di Caroline sembravano pi luminosi del solito, ma per il resto la durezza dei suoi lineamenti non era scomparsa. A Dwight era bastato quell’effimero bagliore per sentirsi libero di ricominciare a sperare di portare di nuovo l’amore nella vita di una donna tendenzialmente scettica, iperbolicamente convinta di essere troppo snob e ambiziosa per un uomo come lui.

   
 
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