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Autore: V4l3    29/09/2019    2 recensioni
Dal testo [...] Alex ripensò a quella conversazione avuta con Francesca e si chiese perché sia lei che la madre fossero così convinte che lui l’avrebbe aiutata, non erano parenti, non avevano niente in comune e lei ora era lì per stravolgergli la vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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21

Rimase come abbagliata nell'osservarlo, bagnato fin dentro le ossa, con i capelli attaccati intorno al viso ad evidenziare ancora di più il suo sguardo che, seppure per poco, le era mancato moltissimo, aveva un'espressione contratta, così come tutta la sua postura. Alex sentí il cuore spingere nella sua cassa toracica, mentre lo vide avvicinarsi piano.

Le arrivò davanti fermandosi a un paio di passi e Alex si rese conto di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo, ma quell'arrivo improvviso, il vederlo lì fuori, l'avevano completamente sconvolta.

Si fissarono per un tempo indefinito, come se entrambi fossero stupiti e allo stesso tempo appagati nel rivedersi

–Come hai fatto a trovarmi?- gli chiese lei con voce incrinato, sentendo i suoi occhi inumidirsi; lui rimase serio, mentre il suo sguardo fiammeggiava

–Mi hai fatto impegnare abbastanza- ammise sarcastico – Quando Liz mi ha detto di non sapere dove fossi, mi sono messo a pensare, avendo escluso un tuo ritorno in Italia- le spiegò 

–Il primo posto plausibile, dove potevo provare, era Londra, così mi è tornato in mente il tuo amichetto e ho chiesto a Liz di darmi l'indirizzo ed eccomi qui- concluse.

Alex era incredula, non riusciva a credere che Jason, fosse arrivato fino a Londra solo per lei

–Liz mi ha detto che l'hai messa sotto torchio- e lo vide assottigliare lo sguardo

–Evidentemente non abbastanza se ti ha sentito e non me lo ha detto- ribattè lui facendole increspare le labbra in un leggero sorriso per quel modo di fare scorbutico. 
Osservò quel viso con la barba non fatta e quegli occhi cupi e stanchi, come se non dormisse da giorni e lei, non potè non sentirsi in colpa per il modo in cui se ne era andata, probabilmente era stato un gesto dettato dal momento, da quello che era accaduto, dai fatti che le aveva raccontato, dalle parole che lui le aveva riversato addosso, come una doccia fredda, ma vederlo lì davanti, in quello stato eppure così pienamente lui, le fece capire di aver sbagliato, facendolo preoccupare e costringendolo a cercarla; Alex sentí di doversi scusare, ma poi lui allungò una mano toccandole una guancia con le dita e, quel gesto, la lasciò completamente ammutolita. 
Quel contatto le riportó alla mente il modo in cui lui si era preso cura di lei in quei giorni, le volte che l'aveva aiutata: prima con il suo ginocchio, poi alla festa, fino alla sera in cui era arrivato a lavarla e a rivestirla. 
Era l'uomo più scorbutico che avesse mai conosciuto, eppure sapeva tirare fuori quella dolcezza che ogni volta la spiazzava, come quel tocco; Alex si sorprese nel pensare che la sua mano, tanto grande e ruvida, era altrettanto delicata e gentile, ed era capace di regalarle un fiume di emozioni che l'attraversarono, come una scarica elettrica; ebbe la stessa sensazione di quando da bambina si bucò il dito con un ago, il dolore lo aveva sentito sul dito, ma i nervi le avevano acceso quel sentore in tutto il corpo

–Stai gelando- la sua voce era più bassa del solito,  Alex rimase inerme nel sentire la mano calda di Jason che, come un soffio la accarezzò facendole socchiudere gli occhi

–Ho bisogno di sentirtelo dire, Alex - gli disse piano, muovendosi leggero sulla sua pelle

-Dimmelo guardandomi negli occhi- ma lei non sentiva più niente, se non il tocco di lui e il cuore che le correva nel petto, come se fosse bastato quel gesto a metterla in pace con tutto, a curarle ogni ferita che si portava dentro, come se fosse la risposta a tutte le sue domande.

Quando incrociò di nuovo il suo sguardo, gli occhi di Jason erano scuri, sembravano neri, ma lei lesse chiaramente il turbinio di emozioni che li attraversava, lo stesso che aveva lei. 

Poteva, Jason, provocarle tutto questo? 

Si morse involontariamente il labbro, rendendosi conto in quel momento, scandito dalla pioggia incessante, da quel gesto, da quegli occhi, che lui era diventato troppo importante  

Poteva permettersi di guardarlo con occhi diversi? 

-Alex!- una voce non molto distante fece risvegliare sia Alex che Jason, interrompendo quel breve contatto e riportandoli alla realtà, Jason fece un passo indietro nel momento in cui vennero raggiunti da Thomas

–Ehi! Ma che fai qui sotto la pioggia?- il ragazzo con espressione incerta si affiancò ad Alex coprendola con il suo ombrello stringendole una mano nella propria

–Thomas, ciao- balbettò la ragazza stupita, rendendosi conto solo in quel momento di essere completamente bagnata, imbarazzata abbassò lo sguardo alla sua mano intrecciata in quella di Thomas

–Ti prenderai un malanno- insistette il ragazzo sorridendole e Alex si sentì morire, quel modo di fare la stava mettendo in difficoltà, facendola sentire in colpa nei confronti di Jason il cui sguardo non l'aveva abbandonata un attimo

–Ti ricordi di Jason?- chiese guardando Thomas con un sorriso forzato, rendendosi conto di come lui, l'avesse deliberatamente ignorato; solo allora Thomas alzò i suoi occhi su quelli di Jason

–Certo- rispose semplicemente con un tono piuttosto atono, Jason non aprì bocca fissandolo

–E' venuto a vedere come stavo- continuò Alex cercando di spezzare quell'attimo, Thomas alzò le labbra in un sorrisetto rivolto prima verso Jason e poi verso di lei

–Beh, sicuramente bagnata- le rispose, poi si girò nuovamente verso l'uomo –E allora?- chiese stupendo la stessa Alex per il tono freddo e distaccato che aveva usato

–Thomas!- lo riprese lei turbata –Me ne sono andata senza avvisare nessuno, ho fatto preoccupare tutti!- gli spiegò arrabbiata

–Credo che abbia constatato che stai bene, no?- Alex sentì il gelo nelle vene, con timidezza guardò Jason che non aveva proferito parola fino a quel momento ed ora sembrava un vulcano pronto ad esplodere, guardava Thomas con cattiveria

–Perchè non ti fai gli affari tuoi e ti vai a fare un giro?- lo minacciò alla fine e Alex fremette sul posto: il modo di fare di quei due non le stava piacendo per nulla

–Perchè sono venuto a casa mia e ho trovato la mia ragazza completamente fradicia e, se permetti, lei è affar mio!- la risolutezza con cui Thomas rispose, fece tremare le gambe di Alex, era la prima volta che lo vedeva così e quel modo di sottolineare che lei fosse la sua ragazza, le seccò la gola, ma poi guardò verso Jason e rimase di stucco nello scorgergli un'espressione scioccata sul viso.

–Ora, visto che l'hai trovata e sta bene, ti pregherei di andartene e di farle vivere la sua vita, in fondo se è venuta qui lo ha deciso lei- alle parole di Thomas, Alex rimase di sasso

–Perchè non lo fai dire a lei?- ruggì Jason viola in volto, ma stupendo sia lui che Alex, Thomas sorrise sarcasticamente

–Non pensi che certe azioni e certi silenzi valgano più di mille parole?- chiese muovendo la mano intrecciata a quella di Alex davanti al naso di Jason.

Alex a quel punto gli diede uno strattone facendosi guardare

–Smettila Thomas, non sono affari che ti riguardano!- disse risoluta –Inoltre io non sono affare di nessuno!- e Thomas le sorrise dolcemente avvicinandosi al suo viso

–Beh sicuramente non sei più il suo- le sussurrò facendo poi un cenno con il capo dietro di lei e quando Alex si girò di scatto, sentì ancora una volta un forte dolore all'altezza del petto, il suo cuore sembrava non smettere più di soffrire. Jason se ne stava andando.

Erano due ore che si erano rimessi in viaggio da Londra, il tempo non era migliorato e neanche l'umore di Jason. Quando gli aveva detto di accompagnarlo, Mike non ci aveva pensato due volte, ma ora stretti in quell'abitacolo si sentiva come un agnello sacrificale, perchè era lui a doverlo gestire. 
Non sapeva cosa fosse accaduto, Jason gli aveva chiesto di aspettarlo in macchina all'angolo della strada, perchè voleva parlare una volta per tutte con Alex e cercare di chiarire la situazione; Mike aveva davvero sperato che la cosa andasse a buon fine, ma quando lo aveva scorto tra la gente arrivargli incontro con quell'espressione, non aveva potuto evitare di sudare freddo.

Era nero di rabbia e stringeva così forte la mascella che Mike più volte era pronto a vedergli sanguinare la bocca, ma nessuna parola era uscita dalla sue labbra, era risalito in macchina e Mike era ripartito all'istante senza chiedere nulla.

La pioggia non aveva accennato a smettere neanche nel viaggio di ritorno, come a voler sottolineare il malumore che regnava in macchina, quando Mike notò che dovevano fare benzina, inoltre aveva la necessità di un bagno e sgranchirsi le gambe, così alle prime luci di una stazione di servizio, decise di accostare.

-Prendiamoci qualcosa, Jas, poi riprendiamo il viaggio- disse al moro accanto a lui che era rimasto con la stessa espressione cupa tutto il tempo guardando fuori dal finestrino.

Una volta fatto benzina, Mike parcheggiò l'auto

–Ci vediamo dentro,vado in bagno al volo- disse scendendo velocemente e ringraziando il cielo di potersi allontanare dall'amico qualche attimo, il cattivo umore di Jason era maledettamente contagioso; poco dopo si ritrovò ad entrare nel locale, dove a parte l'uomo dietro al bancone e un altro tizio addormentato su un tavolo, non c'era nessuno.

Mike trovò Jason seduto su uno degli sgabelli con la testa incassata nelle spalle e per un attimo provò davvero un senso di tristezza per l'amico, era da tempo che non lo vedeva così, sospirò per poi avvicinarsi e sedersi accanto a lui 
–Un caffè e un toast al formaggio- disse all'uomo panciuto dietro al bancone che subito si mise a trafficare per l'ordinazione.

Nel locale si sentiva il leggero russare di quel tipo dietro di loro e le note di quelle noiose musiche pop che andavano tanto di moda, ma che Mike non amava per nulla, si guardò un pò intorno, sorseggiando il suo caffè, per poi concentrarsi sull'amico il quale fissava la tazza che aveva davanti senza muovere un muscolo.

Mike sospirò e iniziò a mangiare il suo toast in assoluto silenzio, sperando che l'amico si decidesse a parlare, ma Jason sembrava una statua di sale, assorto completamente nei suoi pensieri con gli occhi puntati su quella tazza davanti a lui

–Che ne dici di mangiare qualcosa?- gli chiese cercando di svegliarlo da quello stato catatonico in cui sembrava essere rinchiuso, ma l'amico non rispose e non si mosse, facendo sospirare pesantemente Mike

–Ehi, Jas, mi vuoi dire che diavolo è successo lì a Londra?- si decise a chiedere, ma come se svegliato di soprassalto Jason si rizzò in piedi

–Vado in macchina!- rispose con voce greve sorprendendolo e, senza aggiungere altro, Mike lo vide allontanarsi a passo spedito così si ritrovò a finire con un morso il panino e scolarsi la tazza di caffè lasciando qualche banconota sul bancone per seguirlo

-Ehi!Jason!- Mike trattenne per una spalla il moro visibilmente alterato –Ehi!Ma che diavolo ti prende?- gli chiese fermandolo e costringendolo a voltarsi

–Lasciami in pace Mike!- rispose l'altro visibilmente alterato riprendendo a camminare nuovamente, Mike allora lo arpionò per una spalla trattenendolo e a quel punto Jason esplose

–Che cazzo vuoi?!- gli urlò in faccia mentre Mike, per nulla scomposto dal modo di fare di Jason, prese un profondo respiro prima di rispondere

–Voglio sapere che ti è preso, sei scappato all'improvviso- disse il rasato –per non parlare del tuo umore che è più nero di questo tempo di merda!- aggiunse incrociando le braccia al petto

Jason sospirò frustrato portandosi indietro i capelli che gli ricadevano sul viso

–Che ti devo dire, Mike? Sono incazzato!- ammise sbraitando

–Chi cazzo si crede di essere quella fighetta a mettere le mani addosso ad Alex? Eh?- sbottò con gli occhi fuori dalle orbite –Mi giro un secondo e guarda che cavolo sta succedendo! Mi ritrovo che Alex sta con un tizio di due anni che prova a fare l'uomo!-

Mike guardava l'amico senza dire una parola, vedendolo andare avanti e indietro vicino il suo pick-up e stringere le mani a pugno

-Jason, ma che cazzo dici?- chiese iniziando ad arrabbiarsi anche lui –Alex ha vent'anni è normale che flirta e gioca con un ragazzo di qualche anno più grande- sbuffò- ma siamo venuti a Londra perchè dovevate chiarire, cosa è successo?- chiese esasperato ormai anche lui da tutta quella storia, il moro lo guardò come se lo vedesse per la prima volta

–Non ci ha permesso di parlare!-ribatté quest'ultimo con una risata sarcastica

-Si è presentato come un coniglio uscito da un cilindro, me lo sono ritrovato lì, e si è comportato come se Alex fosse una sua proprietà- sbuffò esasperato - e lei non ha fatto niente per contrastarlo- soffiò stringendo le mani a pugno fino a farsi sbiancare le nocche

-Alex è una ragazzina! Non può stare con un tipo simile! Ma l'hai visto? Secondo me ha pure superato allegramente il limite!- disse rabbioso –Alex è una ragazza bellissima, ho visto come molti uomini la guardano! Ma devono passare sul mio cadavere se solo provano a toccarla!-

Mike a quel punto non trattenne una risata

–Jason ti ha dato di volta il cervello? Alex non è tua, come non è di questo ragazzino- disse scandendo bene ogni parola che colpirono Jason come uno schiaffo

–Capisco che provi affetto per Alex, come me del resto, ma non cagare fuori dal vaso! Ha vent'anni che pensi che debba fare, scusa? Si sta frequentando con un bravo ragazzo, ora che può vivere la sua vita, lasciala stare!- a quelle parole Jason sentì un moto di rabbia che lo portò a prendere il colletto della camicia di Mike e sbatterlo contro l'auto, sorprendendolo con quel gesto

–Non la deve toccare! Nessuno deve toccarla!- urlò furioso.

A quel punto Mike prese le mani di Jason e lo spinse via con uno strattone

–Non ti basta usare Jane? Eh Jason?- a quella domanda, il moro accusò il colpo serrando la mascella e incenerendo Mike con lo sguardo che però non sembrò per nulla colpito dalla cosa

–Cosa ti sei messo in testa, eh?- chiese retoricamente Mike allargando le braccia, era furioso

–Pensi che tu possa comportarti come ti pare? Te ne sei fregato sempre di tutto e tutti, Jason, non è vero? L'importante era ottenere ciò che volevi!- urlò Mike 
–Con Jane lo hai fatto senza preoccuparti di nulla, sai che lei è innamorata di te, ma continui a usarla solo per appagare le tue fantasie!- Jason sgranò lo sguardo alle parole dell'amico –Non te n'è mai fregato un cazzo di ciò che provava e prova, l'hai solo usata! E stai per commettere lo stesso errore con Alex! Pensi che lei ti appartenga? Pensi che lei sia tua di diritto?- Mike gli si avvicinò minaccioso 
–Ma ti svelo un segreto, Jason, lei non lo è! Continua pure a fare il coglione con Jane, io ho dato tanto tempo fa e ancora ne pago le conseguenze, ma non ti permetterò di fare ciò che vuoi con Alex, lei non se lo merita!- 
Jason lo spinse violentemente contro il pick-up trafiggendo l'aria con un suono metallico, Mike gemette per il colpo che subì alla schiena

-Pezzo di merda!- gli urlò contro Jason –Non hai mai avuto le palle per dirgli che hai continuato ad amarla anche se raccontavi il contrario! Quando ti ho detto che lei ci stava provando con me, l'unica cosa che hai fatto è stata dirmi "Vacci piano con lei, Jas!"- urlò Jason spingendolo ancora contro l'auto –Te lo ricordi eh Mike? Mi avevi fatto capire che dopo quello che vi era successo, andava bene così! Per cui non farmi la paternale! –

Mike a quel punto cercò di colpirlo con un pugno, ma Jason riuscì a schivarlo con una mossa repentina all'indietro

–Sei sempre il solito stronzo, Jason! Sei tornato qui che sembravi il fantasma di te stesso e non ti è parso vero che Jane acconsentisse a stare con te in questo modo! Senza legami! Pensi che quello che fate non abbia conseguenze?- urlò Mike sbattendo un pugno violentissimo contro la portiera del pick-up che risuonò nell'aria fredda di quella sera

– E' vero sono stato uno stronzo! Stavamo insieme da un paio di anni, maledizione! Avevamo appena 18 anni! Cristo, Jason sai che vuol dire sentirsi dire che diventerai padre?- Mike lo spintonò malamente

-Eravamo troppo giovani! Quando lo ha perso, ne fui sollevato, ma Dio sa quanto me ne pento ora! Ho avuto paura e non le sono stato accanto! Ma non c'è singolo giorno che io non provi dolore per quello che è successo!- Jason rimase ad occhi sgranati ad osservare Mike, era la prima volta che lo vedeva così sconvolto

-Ma tu hai permesso a Jane di leccarti le ferite che quella Emma ti aveva fatto! Hai usato Jane solo per farti sentire meglio! E ora che fai? Pensi che Alex, sia tua solo perché figlia di Emma? All'improvviso ti svegli e dopo che hai cercato di mandarla via un milione di volte, decidi che invece provi qualcosa per lei! E' solo un maledetto possesso della tua testa malata Jason!- gli urlò contro Mike con il respiro affannato

–Ma che cazzo ne sai, Mike?- gli rispose Jason trattenendo a stento un ruggito –Non sai un cazzo!- sbottò

–Amavo Emma, ma era un amore che andava al di là di quello che uno può pensare! Lei era stata la mia prima cotta, l'amore a 16 anni, tu dovresti saperlo, visto che stavi con Jane! L'amore che provavo per Emma, era dato anche dalla sua condizione, dal fatto che fosse una ragazza splendida, circondata solo da fango e letame! Ho sempre parlato chiaro a Jane del fatto che non volessi una storia, che per lei non avrei scelto fra voi due e mi pare che non abbia fatto niente per farmi credere il contrario!- confessò con i nervi ormai scoperti

–Ma con Alex..- il fiato gli si mozzò in gola ripensando a lei

-Da quando vive con me, non riesco a non pensarla! Non ci capisco più niente! Mi sembra di  vederla nei visi delle altre donne!- sbuffò guardando verso le auto che ogni tanto passavano sulla statale

-Sono stato con Jane, anche in questi giorni, pregando ogni santo che mi facesse dimenticare Alex, che la riuscissi a collocare per quella che è: una ragazzina di vent'anni! Ma non ci sono riuscito! Non ci riesco! Cristo!- sembrava come un leone in gabbia camminando avanti e indietro sotto l'occhio sconvolto di Mike

–All'inizio credevo che vedessi in lei, una riproduzione di Emma, dio le assomiglia moltissimo e fa le sue stesse espressioni..- si portò di nuovo le mani alla testa scompigliandosi i capelli

–Ma poi mi sono reso conto che non c'entra niente con la madre e con quel fottuto passato che mi legava a lei! Alex è diversa, io non so che fare!Cristo! Sto andando ai matti!-

Mike sembrò ricomporsi seppur con il fiato affannato –Mi stai dicendo che ti sei innamorato di Alex?-chiese non riuscendo a crederci, Jason lo guardò colpevole e abbassò il capo

–Non so che diavolo sia, Mike, ma sono giorni che mi tormento con questi pensieri, per questo sono sparito ultimamente- respirò a fondo prima di continuare –ho cercato per la prima volta di fare le cose in maniera seria con Jane, ho praticamente vissuto da lei!- disse alzando un po' la voce esasperato

–Volevo mettere un punto a questi cazzo di pensieri che mi tormentano su Alex, mi faccio schifo per questo, ma non ci sono riuscito!- confessò sconsolato –Anche Jane lo ha capito- aggiunse strofinandosi il viso con entrambe le mani 

–Jason dimmi che stai scherzando- sussurrò Mike a un passo dall'amico che non riuscì ad alzare la testa, scuotendola leggermente

–Vorrei poterlo dire, Mike, giuro- ammise.

Mike rimase senza respirare per qualche attimo, come se quelle parole lo avessero buttato in uno stato di trance, alla fine si costrinse a respirare a fondo almeno un paio di volte prima di parlare

–Te l'ho sempre detto che sei un coglione- ribadì ovvio ricevendo come risposta un mugugno esasperato da parte del moro che si appoggiò al pick-up accanto a Mike

–Credo tu abbia ragione- ammise accendendosi una sigaretta e buttando via il fumo che si addensò nell'aria fredda per poi dissolversi lentamente; Jason pensò che avrebbe tanto voluto fare la fine di quella sbuffata di fumo, poter sparire per non dover subire quello che sentiva dentro di sé

–Non puoi rivelarle nulla, Jas- gli disse Mike prendendo anche lui una sigaretta che accese subito dopo –ha solo vent'anni! E tu vai per i 38- sottolineò il rasato -Vive con te da pochi mesi- disse calmo

–Sono due mesi e venti giorni- scandì Jason facendo ridacchiare l'amico

–Appunto, inoltre ha passato un periodo di merda con la malattia della madre, ora come ora è già tanto che ha ripreso a condurre una vita semi normale e che riesca a sorridere e far finta di nulla- aggiunse Mike sospirando - e poi lei ha 20 anni e tu 38!-ribadì non trattenendo un sorriso di scherno per quanto gli era stato rivelato, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del moro

–Lo so benissimo- disse flebilmente Jason guardando a terra –Ho paura di fare qualche cazzata, non voglio rovinarle la vita- Mike a quel punto ridacchiò divertito buttando fuori il fumo della sigaretta 

–A dire il vero la sua vita è già malconcia vivendo con te- e Jason sospirò frustrato

–Non fare l'idiota Mike, dico sul serio- Mike si riprese dal ridere e sospirò anche lui

–L'unica cosa che puoi fare è starle accanto aiutandola, qualora lei lo voglia, e continuare a fare ciò che hai sempre fatto, tu per lei sei importante, ma non puoi gravare con questa cosa, non è giusto Jas- Jason lo guardò e Mike ricambiò lo sguardo sorridendo 
-il fatto che abbia deciso di venire qui, é la conferma che lei vuole provare ad avere una sua vita, non puoi piombarle addosso con i tuoi sentimenti, la condizioneresti- ogni parola che Mike pronunciava era una boccata di bile che Jason doveva mandare giù 
–Sei proprio un coglione, Jas- aggiunse ridendo il rasato che poi si posizionó davanti a lui per guardarlo negli occhi

-E con Jane? Che vuoi fare?- la domanda di Mike colpì Jason come uno schiaffo

-Le voglio bene, è ovvio, ma non credo di poter continuare. Hai ragione, sono stato uno stronzo ad approfittare del fatto che lei non si è mai tirata indietro con me, anche sapendo che non potevamo andare oltre- Jason aspirò avidamente l'ultimo tiro della sigaretta -Non dovevo farti questo, amico mio, ho sempre saputo che provavi ancora qualcosa per lei- 

Mike abbassò il capo lasciando cadere la sigaretta per schiacciarla con il piede 

-Non ti tormentare, Jas, è stata lei a voler venire da te e noi avevamo chiuso i rapporti già da un pò, siamo grandi e vaccinati per prenderci le responsabilità delle nostre scelte- sospirò pesantemente, gli faceva male ricordare quel periodo 
-Non sono stato capace di tenermela stretta, anzi, ad essere onesti, il fatto che abbia avuto quell'aborto spontaneo, mi aiutò ad allontanarmi da lei- lo guardò negli occhi -Ma quando una cosa la perdi per sempre, ti rendi conto di quanto, invece, fosse importante per te-

Il silenzio era qualcosa che a Jason era sempre piaciuto, gli permetteva di distendere la mente e soprattutto di riordinare i pensieri. 

Quella sera però, quel silenzio, era davvero troppo assordante da permettere ai pensieri di rimbombargli in testa.

La sera prima era riuscito a tirare fuori quello che sentiva, litigando con Mike, ma le parole che gli aveva rivolto, lo stavano tormentando. 
Se da una parte era stato invaso da una sensazione quasi di liberazione, nel parlargli, subito dopo era stato assalito da una profonda frustrazione nel constatare quanto Mike avesse ragione: doveva lasciar stare Alex, trovare il modo di levarsi dalla testa e dal cuore quel sentimento che quella ragazzina era riuscita a fargli provare ancora una volta. 

Se glielo avessero detto che un giorno sarebbe arrivata la figlia di Emma a scombussolargli la vita, sicuramente si sarebbe fatto una grassa risata per poi picchiare selvaggiamente chi avesse osato dire una cosa del genere, ma ora le cose erano cambiate, in un modo che neanche lui riusciva a spiegarsi. 

Osservò il fuoco scoppiettante unico accenno di luce in quel salotto, l'odore di sigaretta si mischiava al leggero sentore di fumo e si ritrovò a sospirare per la miliardesima volta, sentendosi come un ragazzino alla prima cotta! 
Aspirò avidamente la sigaretta buttando fuori il fumo con un profondo sospiro, doveva trovare il modo di metterci una pietra sopra, in fondo c'era riuscito con Emma, si chiese perché ora gli sembrasse così faticoso ripetere quell'operazione. 

In quel momento gli arrivò un sms che lo distrasse dai suoi pensieri

19:48 Jane:  Auguri di Buon Natale! Torno domani, spero di poterti vedere

Un altro sospiro gli salì alle labbra nel leggere il messaggio. 

Gli dava profondamente fastidio, ma Mike aveva ragione nel dire che era un coglione, perché solo così era definibile nei confronti di Jane

Si portò una mano sugli occhi che massaggiò leggermente, sapeva di doverle parlare, ora che era riuscito a dire come stavano le cose al suo amico, non se la sentiva di continuare a vederla, non per il momento quanto meno; aveva bisogno di tempo per ritrovare la pace e la calma che in quei pochi mesi aveva perso.
Si ripromise che le avrebbe rivolto  tutta la sua attenzione, come meritava ed era giusto che fosse, ma per ora aveva bisogno di stare solo, almeno per un po' pur sapendo che lei avrebbe sofferto non capendo.

Era da vigliacchi, lo sapeva, ma per come si sentiva non era pronto a continuare a vederla come faceva sempre, ora che il suo cuore aveva messo in chiaro la possibilità che Alex fosse qualcosa di più.

Di nuovo l'incontro con lei gli si parò davanti, rivide lo stupore che aveva colto la ragazza vedendolo, l'imbarazzo che aveva imporporato le sue guance quando era arrivato quel ragazzino che si era comportato da padrone, ma soprattutto sentì di nuovo tutta la rabbia che aveva provato quando si era reso conto che quel coglioncello aveva ragione: perché Alex una scelta l'aveva fatta ed era stato lui a non averla accettata.

Si ritrovò a pensare che anche per quel Natale era solo, unica costante nella sua vita. 

 

  
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