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Autore: Sarah_lilith    29/09/2019    2 recensioni
Jin Ling desiderava morire all’istante.
Come poteva sopportare quell’imbarazzante situazione anche solo per un secondo di più? Non sarebbe sopravvissuto oltre, ne era certo.
Quella serata se la sarebbe ricordata per sempre.
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Nata come fanfiction demenziale, si è trasformata in una storia triste... non può andare bene, vero?
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[WanXian e ZhuiLing accennate]
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Jin Ling/Jin Rulan, Lan Wangji/Lan Zhan, Lan Yuan/Lan Sizhui, Wei Ying/Wei WuXian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Doveva essere demenziale, ma invece mi sono ricreduta… beh, forse la canzone farà ridere qualcuno, ma non lo so per certo :)
Come al solito ringrazio Deb, la mia partner di coltivazione (se ho l’onore?), che mi ha incitato a scrivere tutto questo.
Buona lettura 

 

 

 

 

Jin Ling desiderava morire all’istante.

Se la pazzia è ereditaria sono fottuto, pensò con sconforto crescente. 

Avrebbe voluto porre fine alla sua vita nonostante fosse uno dei più famosi coltivatori emergenti, avesse la certezza di ereditare il dominio di ben due Clan, la sua vita fosse sempre stata agiata e, anche se orfano e con Jiang Cheng come figura genitoriale, fosse stato cresciuto con amore.

Queste fortune, infatti, non lenivano il suo desiderio di trovare un buco e seppellirvici per sempre.

Come poteva sopportare quell’imbarazzante situazione anche solo per un secondo di più? Non sarebbe sopravvissuto oltre, ne era certo.

Osò per un attimo sbirciare tra le dita che gli coprivano gli occhi, i palmi mantenuti a contatto con le guance roventi, per osservare nuovamente la scena che gli si stava svolgendo di fronte. Gli sfuggì un gemito di sconforto e orrore.

Serrò le palpebre e scosse nuovamente il capo. 

-Vi prego, smettete di mettervi in ridicolo in questo modo- sussurrò a nessuno in particolare, nonostante vicino a lui Lan SiZhui ridacchiasse perplesso.

-Si stanno solo divertendo- continuava a ripetere il discepolo di Gusu -Ed è una tradizione del tuo Clan, quindi rispettala- intanto si sistemò una ciocca scura dietro all’orecchio e con l’altra mano coprì la smorfia divertita sul suo volto.

Distogliendo a fatica lo sguardo dalla sua candida figura, Jin Rulan tornò ad osservare il cortile su cui si affacciavano le sedute sulle quali lui e SiZhui erano collocati.

La sala era aperta ed ampia, scura sotto la luce del cielo stellato che illuminava la notte. C’erano alcune torce rosse piantate nel terreno soffice, altre sedute dove molti del Clan Yunmeng se ne stavano seduti ad incitare coloro che in quel momento stavano occupando il centro del cortile.

La scena era a dir poco unica, forse impossibile persino da immaginare, per chi non la vedesse. Purtroppo per lui, Jin Ling aveva il privilegio di assistervi.

Seguendo il ritmo della musica incalzante, i suoi due zii, ubriachi come mai aveva potuto vederli, si stavano dedicando a quello che doveva essere un ballo tipico del loro Clan di coltivazione. Tutti coloro che li circondavano, infatti, erano i sopravvissuti alla Guerra, entusiasti nel vedere il loro Capo Clan e suo fratello esibirsi in una danza tradizionale dei tempie cui Approdo del Loto era al culmine del suo splendore.

Qualcuno aveva le lacrime agli occhi, altri si reggevano l’un l’altro e battevano le mani a tempo coi tamburi. Gli erhu 1 intonavano la melodia antica con enorme nostalgia, coinvolgendo tutto il pubblico in quella rievocazione, perfino coloro che non appartenevano alla scuola autoctona.

Anche Jin Ling aveva un nodo in gola. Sentiva una strana nostalgia pervaderlo, ma era troppo imbarazzato per darle importanza.

Vedere i suoi due zii, uno dei quali da poco ritrovato, agitarsi in mezzo alla pista e ballare come due ubriaconi ai bordi delle strade gli faceva provare l’irrefrenabile desiderio di scappare e rinchiudersi a Gusu, dove probabilmente nessuno lo avrebbe raggiunto.

L’intonazione del violino cambiò in un secondo, portandolo a voltare lo sguardo verso Jiang Cheng e Wei WuXian, intenti a volteggiare al ritmo della musica che cresceva esponenzialmente. In un attimo, i due si trovarono faccia a faccia, le mani strette tra loro e gli occhi fissi su quelli del rispettivo fratello, la nostalgia che sgorgava inevitabilmente. 

Continuarono a cantare con tutta il fiato che avevano in corpo, rivolgendo le loro urla al cielo.

Oh Yunmeng, Yunmeng mia, tu Yunmeng mia

Ti porto sempre nel cuore quando vado via

E subito penso che potrei morire senza te

Dopo aver gridato la strofa finale, si lasciarono andare ad una risata triste ma proveniente dal cuore, mentre si abbracciavano nel modo più virile che si potessero permette con le lacrime sul bordo delle palpebre e stretti l’uno all’altro.

Quando si lasciarono andare, Jiang Cheng fece per dire qualcosa, ma fu interrotto da un Lan Zhan particolarmente irruento, che afferrò Wei Ying per un polso e se lo portò via. Sembrava sobrio e non barcollava affatto, ma per qualche ragione aveva le orecchie in fiamme.

Jiang Cheng rimase in mezzo al cortile con un braccio sollevato, il ricordo vellutato di una ciocca dei capelli di Wei WuXian che gli aveva accarezzato le dita. Non disse nulla. Si voltò e se ne andò senza voltarsi.

-Dovremmo mettere delle regole anche qui, A-Rulan. Che ne pensi?- disse Lan Yuan per spezzare il silenzio che si era creato al finire della musica, rivolgendo all’amico uno sguardo che era tutto un programma, mentre cercava di ricordarsi dove fosse andato Lan JingYi. 

L’ultima volta che lo aveva visto si stava scolando quella che doveva essere senza dubbio una giara di vino di riso, barcollando col sorriso sulle labbra, ma ora poteva essere dovunque.

-Si, sono d’accordo- concordò Jin Ling, voltosi verso il compagno e ridacchiando piano -Propongo che la prima sia: MAI far ubriacare gli abitanti di Yunmeng- e scoppiarono entrambi a ridere. Le notti, infondo, non erano così buie se le si passava in compagnia.

Fu in quell’attimo, mentre si fissavano negli occhi con la risata incastrata in gola, che Jin Rulan si ricordò di dove aveva già sentito quella canzone. Era stato suo zio, una sera, inginocchiato di fronte alla tomba della sorella, ad intonare quella melodia allegra.

Jin Ling, al tempo, lo aveva trovato strano, perché non aveva potuto afferrare le parole, troppo distante e con un livello di coltivazione troppo basso. Ma ora, dopo aver sentito cosa effettivamente rappresentasse quella ballata popolare per tutto il Clan, capì perché suo zio l’avesse dedicata a qualcuno che se n’era andato da tempo.

E subito penso che potrei morire anche con te…

 

 

 

ANGOLINO D’AUTRICE 

1. erhu: (si pronuncia “àr-ù”) è uno strumento simile ad un violino, composto di due corde, un manico e una cassa armonica. A differenza del violino occidentale, però, non ha una tastiera, ed è molto più grande. Viene spesso suonato in verticale con un archetto.

Non dovrei nemmeno dirlo ma, per chi non lo sapesse, la canzone (modificata con Yunmeng, si intende) è “Vieni a ballare in Puglia”, precisamente la parte finale, che adoro.
Mi sono ispirata a questo testo perché… beh, sinceramente non lo so. La stavo ascoltando perché un mio amico ha voluto mettere una playlist italiana e questa è un top, e nella parte finale mi sono immaginata Wei WuXian e Jiang Cheng che la ballavano con molto entusiasmo.
Non so se avete presente, tipo quelle ballate russe in cui muovono i piedi, si tirano calci e si prendono a braccetto per ruotare in tondo. Il trash, proprio :)
Poi ho potuto finalmente mettere Lan SiZhui che chiama Jin Ling A-Rulan…. volo e piango insieme.
L’ho confessato a Deborah e lei mi ha detto che sarebbe stata felice di leggere qualcosa di simile, quindi eccoci qui. Ringraziatela (se vi è piaciuta, ovviamente)

Baci a tutti, Sarah_lilith

   
 
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