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Autore: jay0704    30/09/2019    0 recensioni
Cosa succederebbe se Sara si innamorasse del suo insegnante? Cosa succederebbe se i due si mettessero insieme?
Riuscirà Sara a fare breccia nel cuore del suo insegnante? Riuscirà a cancellare gli ostacoli che li dividono?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico
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Capitolo 32

Gli pongo i peperoni e la cipolla affettata, si volta nella mia direzione, osservando attentamente ciò che ho tagliato, alzo lo sguardo confusa, il moro  mi osserva con un cipiglio senza proferire parola, abbasso lo sguardo confusa, insomma cosa c’è di male in quello che ho tagliato? 

Spinge il tagliere nella mia direzione, sempre in silenzio, mi gratto la nuca confusa, ho sempre cucinato il pollo insieme ad Omar, le verdure le ho sempre tagliate così, cosa c’è che non va? 

Come può bocciare il mio lavoro? Sono pur sempre romana, no?

-E inutile che fai finta di non capire, non va bene lo sai anche tu. Tagliali a cubetti, a me così non piacciono. 

Boccheggio un paio di volte sconvolta, hai capito il professore fa’ il bambino! Alzo gli occhi al cielo, certo che è strano. Almeno conosco un’altra piccola cosa, preferisce le verdure tagliate a cubetti, il taglio alla julienne non gli piace.

Perfetto Sara memorizza mi raccomando! 

Provo a concentrarmi e ad impegnarmi, voglio fare un buon lavoro, dovrà congratularsi con me per il lavoro impeccabile,  perdo un battito quando sento il suo mento sulla mia spalla, le sue braccia che avvolgono la mia vita, il suo corpo aderisce perfettamente al mio.

Dio quanto è sexy. 

  • Va bene così piccola. 

Annuisco alle sue parole, incapace di dire qualcos’altro, il suo respiro che si scontra con la pelle del mio collo, la sua voce calda e rauca, mi hanno letteralmente spiazzata, la mia mente sembra essersi spenta. Mi sto già immaginando tra le sue braccia, o su un letto a baciarci, quasi quasi non ho più fame, preferisco Andrea, al diavolo il pollo. 

Lentamente toglie il coltello dalle mie mani, posandolo sul tavolo, con la stessa attenzione e delicatezza si prende il tagliere, buttando tutto su una padella.

Batto più volte le palpebre, per poi spostarmi, lo trovo concentrato sul piatto, le sue spalle larghe messe  in evidenza dalla maglia nera, ed il jeans che fascia perfettamente il suo fondoschiena, rendendolo ancora più tondo, è una visione. 

Ma come ho fatto a fare a meno di lui per 17 anni, gli dei del Olimpo hanno fatto proprio un bel lavoro con lui, è un capolavoro nemmeno Michelangelo sarebbe stato in grado di scolpire tanta bellezza. 

-Sara passami la paprica è dietro di te.

Obbedisco subito, prendendola, come un buon soldatino. Soldatino? Dio ma cosa mi prende? Sei la sua ragazza non il suo soldato, fissatelo bene in testa.

Mi posiziono accanto a lui, osservo attentamente la sua agilità in cucina, non pensavo che fosse cosi bravo in cucina, chissà cos’altro saprà fare. Insomma è bravo a letto, insegna, scrive libri e infine è un asso in cucina, ci sarà qualcosa che non saprà fare.

-A cosa pensi? 

-A te.

-A me? Non ti basta avermi qui accanto, ti  manco così tanto? 

-No, no non intendevo questo.

-Se farai la brava dopo ti darò il tuo premio in camera.

Divento subito paonazza, ma come può pensare una cosa simile? Maledetta a me, che non sono in grado di esprimermi bene, forza Sara sei ancora in tempo per correggerti. 

-P-perché devi sempre pensare male?

-Perché ti ecciti? Sei in calore? Dimenticavo sei il mio cane, oggi ti porterò dal veterinario così almeno ti faccio sterilizzare.

Gonfio le guance offesa dal suo comportamento, come può darmi del cane, ammetto che ho una voglia matta di saltargli addosso, però non lo farò. Non dopo quello che ha detto, gli do le spalle, incrociando le braccia al petto, sarà lui ad implorarmi di dargliela, ma io dirò prontamente no.

-Non c’è l’ha necessità di farlo, io non sono come voi uomini. Le donne possono farne anche a meno.

Si avvicina lentamente a me, il suo corpo si incastra con la mia schiena, il suo respiro inizia a farsi pesante, le sue mani si insinuano dentro la felpa, toccando i punti più proibiti. Mi ritrovo a gemere sotto il suo tocco, scontrando il mio sedere sulla sua erezione che sembra gradire i miei movimenti, le sue labbra iniziano e succhiare il mio collo, morderlo con aggressività come se volesse marcare bene il suo possesso.

-Cosa mi fai Sara...

Non lo so Andrea

Non lo so

Impazzisco in tua presenza, i miei neuroni si volatizzano quando mi tocchi, smetto di respirare per te. 

Cosa mi fai tu Andrea. 

-Non lo so.

-Risposta sbagliata, bocciata.

La sua mano si ferma sul mio sedere, che strizza con prepotenza, provocandomi un altro gemito, insieme  suo membro che  preme sul mio sedere è già eccitato esattamente come me.

-Sai cosa sarebbe bello? Una bella scopata, per chiarirci del tutto. Tu cosa ne pensi? 

Mi ritrovo con la bocca asciutta, e con la mia intimità che mi implora di cedere alla sua sensualità, la mia mente oramai è andata come la mia fame, voglio lui, al diavolo il resto. Mi giro verso di lui, mi piombo sulle sue labbra, senza pensarci due volte, le nostre lingue si cercano si scontrano con prepotenza, le mie mani toccano la sua pelle, soffermandosi su quel sedere perfetto.

-Vuoi farlo Sara?

-Si si lo farei ovunque con te, anche in una fattoria piena di polli.

Inumidisce le sue labbra, sfiora il lobo del mio orecchio provocandomi dei brividi che percorrono tutto il mio corpo, ho bisogno di aria. 

  • Controllo il pollo, tu inizia ad apparecchiare.

Spalanco gli occhi sorpresa e delusa dal suo comportamento, si allontana da me con quel sorrisetto da stronzo, certo ha ottenuto quello che voleva,  ha vinto con la sua teoria con quella vicinanza vado in iper ventilazione, al diavolo Sara, ti sei fatta abbindolare.

Gonfio le guance, offesa, ora sono costretta anche a pulirmi, dopo tutte quelle parole, e quelle sue mani così esperte, stavo già  immaginando un seguito invece no dovrò accontentarmi di questo breve momento. 

Esco dalla cucina, dirigendomi dritta in bagno, mi blocco nel momento esatto in cui rivedo quella stanza, tinta di rosa, entro senza pensarci due volte. Voglio capire cosa nasconde questa stanza, apro la porta è quello che vedo è un letto singolo tinto tutto di rosa, nella parte sinistra ci sono diversi giochi per bambina, mentre a destra c’è un grande armadio. 

Inizio a guardare attentamente la stanza, consapevole che questa era la stanza di Alice sua nipote, nella mia mente iniziano a scatenarsi una serie di domande, perché il moro ha fatto una camera da letto a sua nipote? È stato sincero con me? 

Dentro di me iniziano a innescarsi mille domande e mille dubbi, decido di avvicinarmi alla scrivania, inizio a rovistare nei vari cassetti con la speranza di trovare qualcosa che sia in grado di darmi una risposta. 

Trovo solo una busta rosa con scritto “ per il papà migliore del mondo” fisso quelle parole per diverso tempo, sono scioccata e delusa, da Andrea, mi ha mentito...

Il mio cuore mi implora di non trarre subito a  delle conclusioni, di parlarne con lui, ma come posso fidarmi, se mi ha già nascosto una cosa simile? 

Trattengo il respiro, non è il momento di piangere, le mie risposte sono dentro questa busta, la osservo attentamente, spaventata da quello che potrei trovare. Dannazione Sara, non fare la fifona adesso!

-Che cazzo ci fai qui? 

-È tua figlia Alice? 

Formulo subito la domanda, senza pensarci due volte, ho bisogno di sapere, per potermi liberare da questo peso nel petto.

   
 
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