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Autore: Federica_97    01/10/2019    2 recensioni
Otto anni dopo la conclusione del progetto Mew, le ragazze hanno preso strade diversi, lavori diversi, città diverse.
Ma un nuovo nemico minaccia la terra. E le ragazze sanno la responsabilità che hanno alle spalle, e non possono tirarsi indietro.
Un nemico fuori dal comune, mai visto prima. Riusciranno a trovare un suo punto debole? Oppure sarà tutto perduto ancor prima di iniziare?
Una storia avventurosa, piena di colpi di scena!
Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

 

“No, forse non ci siamo capiti: la mia valigia era azzurro cielo e dentro avevo tutto!”. Una ragazza dai lunghi capelli blu stava discutendo con lo staff dell'aeroporto. Aveva alzato così tanto la voce da attirare l'attenzione di ogni persona presente lì dentro.

“Signorina Aizawa, non si preoccupi che non appena sarà ritrovata la spediremo direttamente al suo indirizzo...”. Un povero ragazzo di turno quel giorno cercava in tutti i modi di calmarla. Ma niente da fare, era fuori di sé.

“E io, secondo te, come faccio senza vestiti e niente?! Santo cielo!”.

Erano solo le 9.30 del mattino e già Mina aveva un diavolo per capello.

“Mina?”. La voce di una ragazza poco familiare la fece voltare. “Sei davvero tu?”.

La squadrò dalla testa ai piedi incredula: “Lory?”.

Lei annuì sorridendo felice. “Ma sei bellissima!”, l'abbracciò forte.

“Grazie, ma stai benissimo anche tu. Cosa hai fatto ai capelli?”, ricambiò l'abbraccio dell'amica.

“Niente di particolare, li ho scalati un po'. Via le trecce e gli occhialoni et voilà! Un'altra ragazza”. La ragazzina dalle lunghe trecce verdi non esisteva più. Adesso al suo posto c'era una donna bellissima dagli occhi grandi e verdi non più nascosti dietro gli occhialoni spessi. “Tu invece, sei più bella di quanto ti ricordassi. Cosa hai fatto in questi anni?”.

“Io ho aperto una scuola di danza a San Francisco. E adesso sono tornata presumo per il tuo stesso motivo”, fece spallucce. “E mi hanno perso la valigia!”. Alzò nuovamente la voce per farsi sentire dal ragazzo dietro di lei.

“Coraggio, capita a tutti. La ritroveranno”, ridacchiò.

“Si ma io avev...”

“Lory?! Mina!?”. Strawberry era forse quella meno cambiata di tutte, nonostante l'età. “Ma siete uno spettacolo!”. Le abbracciò senza dare a nessuno delle due il tempo di capire cosa stesse succedendo o, più semplicemente, chi le aveva tramortite in quel modo.

“Strawberry?”, domandò Mina. “Che domande, certo che sei tu. Cafona come sempre!”. Ricambiò l'abbraccio.

“Mi sei mancata anche tu, snobbetta!”. Sorrise. “E Lory, sei meravigliosa!”.

La verde sorrise. “Anche tu sei bellissima. Vedo che hai fatto crescere i capelli. Ti stanno benissimo”.

“E tu non porti più gli occhiali”.

“Già”. Ridacchiarono tutte e tre insieme.

“Ma da dove arrivate, ragazze?”. Domandò Straw guardando l'orario.

“Io dall'America. Sono atterrata circa mezz'ora fa e già mi hanno perso tutto. Voi?”.

“Io da Firenze. E anche io ero già qui mezz'oretta fa”.

“Anche io! E vengo da Londra. Com'è possibile che siamo tutte qui allo stesso orario provenienti da paesi diversi??”.

Mina scosse la testa. “Per favore ragazze, stiamo parlando di Shirogane. E' stato lui ad architettare tutto. Ovvio che siamo qui alla pari”.

Un ''AH'' generale uscì dalle bocche delle due ragazze. La mora aveva ragione, era proprio da Ryan essere così maniacale e perfettino!

“Bene! Avete idea di dove andare? La mia mail non conteneva indirizzi o altro”. Disse Strawberry guardando il cellulare.

“No, ma credo al caffè Mew. No?”, azzardò Lory.

“E se non ci fosse più? Non possiamo essere sicure che lo abbiamo tenuto. Sono passati anni ormai”. Ragionò Mina.

“Già”.

Proprio in quel momento un uomo del tutto sconosciuto si avvicinò. Era vestito elegante, l'aria di uno serio e molto professionale.

“Scusatemi, signorine. Non ho potuto far a meno di sentire la vostre discussione. Il signor Shirogane mi manda a prendervi. Siete la signorina...” apri un taccuino: “Lory Midorikawa, Mina Aizawa e Strawberry Momomiya?”. Le tre annuirono. “Bene, venite con me. Dopo di voi”. Fece loro segno di avviarsi verso l'uscita e le seguì.

 

Le strade di Tokyo erano sempre molto affollate, ma d'altronde come tutte le grandi città.

Le ragazze avevano quasi dimenticato tutte le strade e quella che stavano percorrendo non era per niente famigliare. Non facevano altro che chiedersi dove le stesso conducendo. E se fosse solo un pazzo che le aveva adescate per ucciderle? Strawberry non riusciva a togliersi quel pensiero dalla testa. Ma forse stava solo esagerando, al solito suo.

“Signorine, siamo arrivati”. La macchina si fermò su un vialetto di quella che sembrava una villa tanto lussuosa.

“Ma dove siamo?”. Chiese Strawberry tirando giù la sua valigia.

“E' bellissima”. Commentò Lory alzando gli occhi verso quello che probabilmente era il quarto piano dell'abitazione.

“E' più grande della mia. Ne sono gelosa”. Disse Mina.

“Benvenute, ragazze. O bentornate. Non saprei”. Una voce maschile molto gentile le accolse.

“Kyle?!”, esclamarono all'unisono. Era bellissimo. Molto più di quello che ricordavano. Era elegantissimo, col suo solito codino lungo. Il viso più marcato... più uomo!

“Siete tutte bellissime”, sorrise dolce abbracciandole. “Adesso entriamo”. Fece loro strada all'interno dell'abitazione.

Dentro era ancora più bella di come potessero immaginarla. L'arredamento stile antico dava ad essa un tocco di raffinatezza unico. Il grande tappetto rosso posto al centro era uno goduria per gli occhi. Per non parlare delle scale che conducevano di sopra; spaziose, pulite, eleganti.

“Wow”. Mormorò la rossa ammirando il grande lampadario di cristallo appeso al soffitto.

“Complimenti per l'arredamento. Molto sofisticato. Mi chiedo chi è stato il vostro arredatore d'interni”. Commentò Mina sincera. “E' stato impeccabile”.

“Grazie mille, Mina. Ma l'ho arredata io senza l'aiuto di nessuno. Eccetto quello di Kyle, si intende”.

Ryan Shirogane fece il suo ingresso con la sua solita aria che gli attribuiva un fascino unico. Mani in tasca, pantaloni classico e camicia leggermente sbottonata.

Capelli biondissimi, poco più lunghi di quello che ricordavano le ragazze. Spettinati. Molto probabilmente era appena uscito dalla doccia.

“Sei di nuovo rimasto sveglio tutta la notte?”, domandò Kyle a mò di rimprovero.

Lui fece spallucce. “Bentornate, ragazze. State benissimo”, le salutò lui mantenendo le distanze.

“Anche tu stai benissimo. E l'ho sempre detto che avevi dei gusti unici”. Disse Mina.

“Grazie”. Passò lo sguardo su ognuna di loro fermandosi su Strawberry. “Se non chiudi la bocca entreranno le mosche”. La prese in giro.

“Sempre gentile, direi, Shirogane”. Incrociò le braccia al petto.

Lui fece spallucce abbozzando un sorrisetto. “Bene ades...” un tonfo sordo non gli permise di finire la frase. “Mi distruggerà casa”, sospirò sconfitto.

“Signorina Fong non è possibile che rompa un servizio di piatti al giorno!”. L'uomo che le aveva accompagnate strillava esasperato.

“Ma dai che sarà mai! Abitate in una casa del genere e vi lamentate di due piattini rotti. Che tirchi!”. Uscì dalla cucina una biondina imbronciata.

“Paddy!?”, le ragazze non credevano a quello che vedevano.

“Ragazze, finalmente!”. Saltò addosso ad ognuna di loro abbracciandole strette. “Mi siete mancate tutte!”. La bambina che conoscevano non c'era più. Adesso era una donna anche lei. Formosa ai punti giusti, i capelli biondo oro corti alla spalle e un abbigliamento che non lasciava molto all'immaginazione, con la sua mini mini gonna di jeans.

Continuava a blaterare qualcosa su quanto noioso fosse il maggiordomo di Ryan e su come la rimproverasse sempre.

“Hai un maggiordomo”. Disse Strawberry, non era una domanda.

“Già”. Fece il biondo. “Quindi?”.

“Che eri pieno di soldi lo sapevo già, ma così...”.

La ignorò. “Quindi mi confermate che tutte avete nuovamente il simbolo?”.

Loro annuirono.

“Ci spieghi cosa sta succedendo? E' l'acqua Mew?”.

“Non credo ragazze, non abbiamo rilevano acqua Mew negli ultimi anni” spiegò Kyle. “Quindi crediamo che sia qualcos'altro a riattivare i vostri poteri”.

“Seguitemi”. Ryan si avviò verso l'interno della casa. Aprì una porta che molto probabilmente portava alla cantina della casa. Una scala a chiocciola lo confermò.

“A me non piacciono le cantine” mormorò Straw stringendosi le braccia.

“Non dirmi che nonostante la tua età hai ancora paura di qualcosa che non esiste?”. La schernì Mina.

“Ma cosa vuoi, uffa”, mise il broncio e continuò a scendere le scale. Ma quello che si ritrovò davanti non era una cantina normale, come in quei film dell'orrore americani che lei aveva visto, ma bensì una vera e propria sala computer. Apparecchiature tecnologiche di qualsiasi tipo. Monitor di qualsiasi dimensione.

“Non è fighissimo?”, chiese Paddy. “Non me le fanno toccare ma sono veramente belle”.

Le ragazze annuirono mentre Ryan digitava qualcosa alla tastiera.

“Guardate”, indicò una donna sullo schermo.

“Allora? E' una bella ragazza, sei un guardone adesso?”. Chiese Mina confusa.

“No, ha qualcosa che non va. Guardate i suoi occhi”, fece notare Strawberry. “E' un alieno?”.

“No, non credo proprio che sia un alieno”. Ryan continuava a digitare. “In questa immagine è sempre lei”. Indicò stavolta un uomo.

“Ma com'è possibile? Poco secondo fa era una donna”.

“Ecco infatti. Non sappiamo ancora cosa sia, ma una cosa è certa. Riesce a cambiare aspetto a suo piacimento tutte le volte che vuole”. Disse Kyle. “E sembra che sia responsabile di oltre trenta sparizioni di persone”.

“Un serial Killer?” chiese Lory.

“Abbiamo paura che non sia nemmeno di questo mondo”.

“Allora è un alieno”, confermò Mina.

“No ragazze. Gli alieni che abbiamo conosciuto non erano capaci di fare queste cose. Ricordate Ghish? Era capace di teletrasportarsi e altre cose del genere ma non cambiava aspetto e non rapiva persone”. Fece notare Strawberry. “Quindi che facciamo? Se il motivo per cui i nostri poteri sono tornati è lui, vuol dire che in un certo senso è una minaccia, giusto?”.

Ryan annuì.

“E come credi che noi potremmo fermarlo se non sappiamo nemmeno che aspetto abbia?”. Domandò Lory, confusa.

“Per questo vi aiutiamo noi, pesciolina”. Tre ragazzi dalla pelle pallida si materializzarono nella stanza.

Non ci misero molto a capire chi fossero e non ci misero molto a rendersi conto che, a parte l'aspetto più maturo, non erano cambiati tanto. Eccetto Tart, lui era molto più alto di quello che ricordavano.

“Allora, perché siete imbambolati con la bocca aperta? Avete visto un fantasma?”. Domandò Ghish avvicinandosi a Strawberry. “Ciao micetta”, sorrise come fece la prima volta che si incontrarono.

“Ciao...” mormorò, incredula.

“Ecco, ve lo avrei detto ma evidentemente ai nostri amici piacciono le entrate ad effetto”, sbuffò Ryan.

Pie e Lory rimasero a guardarsi senza proferire parola, mentre in sottofondo una scatenata Paddy faceva mille domande ad un povero Tart; già stanco di stare lì.

“E come potete aiutarci?”, chiese Mina.

“Noi siamo in grado di vedere oltre l'aspetto umano, bambolina”.

“In poche parole, se una cosa non è umano o semplicemente di questo mondo, loro riescono a vederla prima di noi”. Spiegò Kyle in parole semplici.

Loro annuirono.

Sembrava l'inizio di qualcosa di catastrofico. Uno di quei lavori di gruppo che quasi mai andavano a buon fine. E Ryan si chiedeva se era stata una buona idea coinvolgere anche i loro primordiali nemici.

 

 

 

Buon salve amiche mie! Sono tornata e spero che vi piaccia il nuovo capitolo! Siamo ancora agli inizio quindi non si rivela nulla di che, ma le ragazze si sono riunite e come ben vedete, per la gioia di molti di voi anche i nostri tre fratelli alieni sono del team!

Che dire? Spero veramente che non vi abbia annoiato! Grazie mille al solito per essere arrivati fino a qui!

Un bacio grande a presto!!

  
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