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Autore: Meramadia94    01/10/2019    0 recensioni
La squadra indaga su una violenza carnale avvenuta durante un date rape. Sembra ordinaria amministrazione, ma questa volta la vittima è la minore delle sorelle del detective Carisi. Le circostanze in cui è avvenuto lo stupro rendono il caso traballante e destinato al non procedere.
La squadra dovrà dimostrare che si è trattato di un crimine ed assicurare il colpevole alla giustizia.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Amanda Rollins, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo l'udienza Carisi tornò a casa di Amanda. Era stata proprio lei a proporgli di passare la serata insieme, temendo che il fidanzato potesse dire o fare qualcosa di cui si sarebbe amaramente pentito, tipo andare a massacrare di botte sia Buchanan che il suo cliente. Per quanto comprendesse e condividesse la sua collera. Non solo un figlio di puttana aveva violentato sua sorella ma il suo avvocato aveva pure insinuato che lui avesse imbeccato sua sorella a dire di essere stata violentata solo per farla pagare all''uomo che le aveva spezzato il cuore.
Cosa che per tutti quelli che conoscevano il detective Carisi era una calunnia infamante. Tanto più che non era la prima volta che Gina si prendeva una sbandata per qualcuno che non contraccambiava al cento per cento o che si rivelava un imbroglione, fosse stato vero a quell'ora ci sarebbero stati parecchi uomini che si erano comportati in maniera immorale ma non illegale, in prigione per stupro o per molestie.
Nessuno credeva a ciò che aveva insinuato Buchanan, ma Sonny era rimasto molto scosso e si era subito messo a lavorare, alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa per scongiurare il pericolo dell'archiviazione del processo per violenza sessuale.
- Sonny, è pronto in tavola.- fece Amanda - Insomma.... diciamo che è bastato mettere il cinese sul tavolo e apparecchiare...- 
- Non ho fame.- fece Sonny. 
Amanda si sedette vicino a lui - Guarda che lo so che hai fame. E' da oggi che stai con un panino.-
- Non riesco pensare al cibo in un momento come questo. Non adesso.- fece Sonny. 
Amanda gli carezzò i capelli - Guarda che non ci crede nessuno che hai convinto tua sorella a dire che quello l'ha violentata per ripicca... lo sai com'è Buchanan. Insinua, ipotizza, fa del sarcasmo, ma non è mai riuscito a spuntarla contro Barba.-
- Lo so... ma mi fa rabbia lo stesso.- fece Sonny - Sto ancora aspettando che mi chiamino gli Affari Interni e mi mettano sotto processo.-
- Vedrai che non succederà.- fece Amanda - Tucker è pignolo, e certe volte sa essere un vero rompiscatole, ma non rovinerebbe mai la reputazione di un buon poliziotto perchè un avvocato della difesa fa delle illazioni.-
- Io so solo che se non troviamo qualcosa che prova la storia di Gina, lui sarà libero come l'aria.- fece Carisi.
- Stiamo ancora cercando tra le sue vecchie conoscenze e le sue dipendenti.- fece Amanda - per ora non si è fatta avanti nessun'altra vittima...- nel dir così sbirciò lo schermo del pc del fidanzato. C'era un file di Word interamente riempito di file di numeri  che variavano dalle tredici alle quattordici cifre - che cosa sono quei numeri?- chiese Amanda, notando che erano troppo lunghi per essere dei numeri di telefono o indirizzi IP.
- Non lo so. Erano in un file criptato del computer di Johnson, quindi deve essere qualcosa che i soci della ditta e i finanziatori non dovevano sapere.- 
- Potrebbero essere conti correnti.- fece Amanda - Insomma, è pieno di soldi, magari ha violentato altre donne che aveva illuso di essere le sue fidanzate e poi le ha messe a tacere con soldi e regali costosi.-
- Controllo questi numeri...- fece Sonny. 
- Domani mattina.- fece Amanda - adesso devi riposarti un po'.- fece la bionda chiudendogli il portatile per convincerlo a venire a tavola.
In quel momento squillò il cellulare del poliziotto. 
Sul display c'era scritto '' Mamma''.
Afferrò il telefono istintivamente - Pronto mamma? Mamma, stai calma dimmi che succede....- fece Sonny mentre il suo viso diventava una maschera di paura - Ma com'è successo? Ok, cercate di rimanere calme... il tempo di prendere la macchina e sono subito da voi.- nel dir così riattaccò e si diresse verso la porta, recuperando la giacca e le chiavi della macchina.
- Che succede?-  fece Amanda seguendolo. 
- Mio padre. Ha avuto un infarto.-
....
....
....
Arrivarono in ospedale in tempi record, e appena arrivarono si precipitarono subito in cardiologia. In sala d'attesa c'erano sia la madre che la sorella di Sonny, entrambe molto agitate e nervose.
- Mamma...- fece Sonny correndo ad abbracciarle entrambe - che succede?- 
- Non lo so... stavamo cenando al ristorante dell'albergo, ad un certo punto tuo padre ha iniziato a dire che gli batteva forte il cuore, io gli ho detto che doveva provare a calmarsi, che si sarebbe sistemato tutto ed è andato a terra...- 
- Papà ha problemi di cuore...- fece Sonny - lo sai che non può mangiare cibi precotti, ricchi di sale o sott'olio... ha mangiato qualcosa del genere a cena...?-
- No.- fece la signora - Lo sai, ci sta molto attento da quando ha avuto un infarto nel 2006.- 
- Forse allora è stato davvero lo stress.- fece Sonny - oddio, ci mancava anche questa....- fece massaggiandosi le tempie.
Gina si era seduta per terra in lacrime. 
Fece cenno ad Amanda di accompagnare fuori la madre per poi raggiungerla.
- Sonny scusa... è tutta colpa mia...- fece Gina.
- Ma no, che dici...- fece Sonny progendole un fazzoletto.
- E' colpa mia. Non dovevo avvicinarmi a quel bastardo... adesso papà non sarebbe qui e tu non avresti problemi....- fece Gina scoppiando a piangere - tu non sai quanto vorrei non aver detto nulla.- 
- E invece hai fatto la cosa giusta.- fece Sonny - Hai detto la verità, e denunciare è sempre la cosa giusta da fare.-
- No, non posso pensare di aver causato tutti questi problemi a te e papà...- fece Gina con la voce che tremava - basta, ho deciso, ritratto tutto.-
- COSA?!?- fece Sonny con gli occhi che sembravano due uova sode - Non dirlo neanche per scherzo!-
- No, non sto scherzando...- fece Gina - Ho riflettutto, ed è la soluzione migliore.- 
- Sì. Per il bastardo che ti ha fatto questo.- fece Sonny - l'unico che ci guadagna da questo colpo di testa è lui.-
- Tu sei stato accusato di insubordinazione di testimone, papà ha avuto un infarto... ed è successo tutto perchè mi sono messa con lui...- nel dir così scoppiò in lacrime, sconvolta. A quel punto Sonny si allontanò. Quando la sorella era convinta che il mondo ce l'avesse con lei, che fosse colpevole di qualcosa, o comunque si imputantava, cercare di convincerla del contrario era un totale spreco di tempo e di energie.
La cosa migliore da fare era lasciarla sfogare ed aspettare che si calmasse.
Poi tornò da Amanda e da sua madre, assieme ad un medico.
- Come sta?- chiese a riguardo del padre.
- Suo padre è stabile.- fece il medico - Tuttavia, non siamo ancora riusciti a capire cosa abbia provocato l'infarto.... è sicura che suo marito non abbia mangiato qualcosa di sconsigliato ai soggetti con problemi cardiaci?-
- Sicurissima.- fece la signora - Ha avuto un attacco di cuore nel 2006, non dimentica mai di prendere le sue medicine, e sta sempre molto attento a quello che mangia, quindi non ho dubbi a riguardo...-
- Forse allora ha davvero risentito della pressione.- fece il medico - lo terremo sotto controllo.- fece il medico allontandosi.
- Vado a casa a preparare una borsa... passerò la notte qui.- fece la signora Carisi. 
- Aspetta mamma... ti accompagno.- fece Sonny - Amanda, puoi...?- fece il poliziotto indicando sua sorella.
- Vai pure.- fece Amanda.
...
...
...
Dopo aver accompagnato la madre in ospedale, Carisi sentì il bisogno di uscire da quel posto. Aveva bisogno di passeggiare, di schiarirsi le idee... ripensò all'ultima volta che aveva parlato con il genitore.
Era stato poco prima del processo, quando aveva accompagnato la sorella dai genitori per evitare loro di sapere dai giornali l'accaduto... e lui aveva reagito come se fosse stata una cosa che aveva deciso Gina. Non ci aveva visto più dalla rabbia, e a poco a poco gli aveva detto tutto quello che si era tenuto dentro per anni, e gli aveva detto che non lo considerava nemmeno suo padre.
E adesso, lo stesso uomo di cui aveva disperatamente agognato l'approvazione e l'affetto per diciotto anni ottenendo in cambio solo silenzio e complimenti coperti di freddezza, stava lottando in un letto d'ospedale contro la morte, con la consapevolezza che suo figlio gli aveva fatto capire che lo detestava, che la figlia era stata stuprata e non avrebbe avuto giustizia.... si sentiva uno schifo.
Non era stato in grado di proteggere sua sorella dalle brutture di quel mondo contro le quali lottava da anni senza sosta, non era riuscito ad assicurare alla giustizia chi l'aveva sfregiata per sempre e trasformato quello che avrebbe dovuto essere un momento magico  ed irripetibile in una valle di sangue e lacrime, e aveva anche contribuito a mandare suo padre in ospedale.
Non ne aveva azzeccata una.
Aveva iniziato a piovere, ma non gli importava. Non sentiva quasi il freddo pungente di quell'inverno ormai prossimo alla fine per lasciare spazio ai primi boccioli e al primo accenno di caldo estivo. 
Il mondo era diventato ovattato, distante, come se non riuscisse più a percepirlo. 
- Carisi.- lo chiamò una voce alle sue spalle. 
Solo allora si voltò e vide l'avvocato Barba che gli veniva dietro sotto l'ombrello. 
- Tutto a posto? Camminavi così lentamente che ho creduto ti sentissi male.- fece l'avvocato - Anche se credo che il piano fosse proprio quello... se te ne vai in giro con questo tempo, senza un ombrello, la polmonite è assicurata.-
Sonny non proferì parola.
- Ehy, ma va tutto bene?- 
- No.- fece Sonny - Ho combinato un casino.-
...
...
...
Poco dopo, nell'appartamento a Park Avenue del Pubblico Ministero, davanti ad un bicchiere di Whisky, Carisi raccontò all'avvocato la piega che aveva preso quella faccenda, partendo dall'infarto del padre e dalla conseguente decisione di Gina di ritirare la denuncia contro il suo stupratore, sentendosi colpevole di aver causato problemi agli unici veri due uomini della sua vita.
- Ascolta...- fece Barba - Tu sai che non è colpa tua, vero? Se non erro, hai detto tu stesso che tuo padre ha problemi di cuore no?- 
- Sì. Infatti so che un po' di tempo fa si è sottoposto ad un'operazione per l'inserimento di una valvola cardiaca.- 
- Insomma, che aveva dei problemi cardiaci lo sapevi, no? Quindi non è colpa tua se ogni tanto il suo cuore fa degli scherzi.- 
- Sì, ma so anche che dovevamo evitare in ogni modo che ciò potesse essere possibile.... tutta questa storia di Gina lo ha provato.-
- Sarebbe stato peggio scoprirlo dai notiziari ti pare?- 
- Sì... ma quel giorno gli ho detto delle cose orribili...- fece Carisi - Ha iniziato a dire che Gina se lo doveva aspettare, si preoccupava di quello che avrebbero potuto dire i vicini... ed io non ci ho visto più. 
Gli ho detto che se non fosse venuto in aula a sostenere sua figlia non lo avrei più considerato mio padre... e che non poteva dire di essere stato un buon padre solo perchè ci aveva nutrito, vestito e mandato a scuola quando ci aveva affamato nell'unica cosa di cui avevamo realmente bisogno: la sua stima e il suo affetto.- fece Sonny alzandosi per non mostrargli gli occhi lucidi - Spero solo che non siano le ultime parole che ha sentito da me.-
- Non devi colpevolizzarti.- fece Barba - Sai, quando ho iniziato a lavorare come avvocato avevo venticinque anni appena compiuti. Dopo qualche mese aveva già vinto diverse cause... e mio padre mi chiamò. Mi disse che doveva parlarmi con urgenza. 
Sperai che mi volesse chiedere scusa per gli anni di insulti, botte ed umiliazioni che aveva fatto passare a me e mia madre... invece no. Mi disse che se avevo raggiunto quello che avevo era merito suo, che mi aveva cresciuto forte e in grado di affrontare la vita, e che ora toccava a me occuparmi di lui, visto che era in cassa integrazione.-
- E lei lo ha...?- 
- No.- fece Barba - perchè finalmente non lo vedevo più come una persona a cui dovevo dimostrare qualcosa ma per quello che era veramente.-
- Ha fatto bene.- 
- E anche tu, quando hai afferrato il toro per le corna e lo hai costretto a scegliere cosa gli premeva di più: l'approvazione della comunità o stare vicino ai suoi figli. E ha scelto voi. A volte... capita di dover dire delle parole spiacevoli alle persone che si amano per testare il loro affetto... ma è proprio allora che si capisce. 
Carisi, tuo padre ha commesso molti errori, e magari non si è nemmeno reso conto di commetterli.... ma adesso avrete la possibilità di ricominciare.- 
- Lo spero.- fece Sonny finendo il suo bicchiere. 
- E vedrai che presto avrete l'occasione di festeggiare insieme l'incarcerazione di Oliver Johnson. Nel frattempo però anche tu hai bisogno di rilassarti un po'...- fece Barba - Non dormi a dovere da quando è iniziata questa storia, sei sciupato, pallido, se non ti riposi almeno un po' crollerai.
Senti, perchè non ti fermi qui stasera?- 
Carisi strabuzzò gli occhi - Aspetti.... può ripetere per favore, credo di non aver capito troppo bene...- 
- Fermati qui stasera.- fece Barba - Ho preparato una paella. Fammi compagnia.-
Sonny sorrise. 
Qualcosa gli diceva che gli conveniva accettare, non era una cosa così usuale essere invitati a cena dall'avvocato più temuto di tutte le corti di giustizia, ma allo stesso tempo sentiva che fuori quel temporale poteva solo peggiorare.
  
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