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Autore: Rox008    01/10/2019    1 recensioni
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Dal prologo: Tutti almeno una volta nella vita hanno sentito nominare Merlin e Arthur, il servo ed il suo re, legati indissolubilmente dal destino.
Ma cosa accadde dopo la battaglia di Camlan, nessuno può dirlo con certezza.
Narra la leggenda che quando il re morì, Merlin impazzì e perse il controllo della sua stessa magia, causando una serie di fenomeni catastrofici che si fermò solo quando il suo mentore, Gaius, lo trovò in mezzo alla foresta sfinito e senza più una goccia di magia nelle vene.
Da questo punto, ci sono tre rami di pensiero (...)
Voi che state leggendo potete credere a ciò che volete, non è granché importante, ma voglio raccontarvi una storia che sentii da un giovane.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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<< Quindi tu saresti il vero mago Merlino? Quello con il cappello a punta, la tunica e la barba lunga? >> gli chiesi perplesso.
<< So che non ci crederai, ma sì, sono io. Anche se, come vedi, non porto cappelli, indosso dei normalissimi jeans e ho una leggerissima barba. Ti avevo avvertito che mi avresti preso per  pazzo, ma prima di dirmi la tua opinione aspetta che ti racconti tutto. >>

Nei giorni seguenti, per Merlin fu difficile nascondere il suo segreto ad Arthur, diventando più schivo, taciturno e irritabile.
Dopo anni (o meglio, dopo secoli secondo quanto rivelato da Gaius) il moro aveva finalmente trovato un amico, qualcuno con cui sì sentiva inspiegabilmente legato ed in sintonia nonostante fossero molto diversi, e aveva paura che, se il biondo avesse scoperto la sua vera natura, sì sarebbe allontanato.
Il rapporto tra i due ne risentì, dando luogo a litigi vari.
Una mattina, durante uno di questi litigi, nel retro bottega della libreria, Arthur decise di prendere il toro per le corna.
<< Mi spieghi che cavolo ti è successo?! È da quella sera a casa mia, quando sei praticamente scappato, che ti comporti in modo strano! >>
<< Non è successo niente, va tutto bene! >>
<< Non mi sembra! Sei sempre all'erta, come se da un momento all'altro potesse accadere qualcosa! >> poi prese fiato, gli sì avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla. << C'è qualcuno che ti ha minacciato? Qualcuno che ce l'ha con te? Di cosa hai paura? >>
<< Paura? Io? Io non ho paura di niente e di nessuno! >> rispose Merlin sbigottito.
<< Oh andiamo Merlin! Ti conosco! È chiaro che sei spaventato da qualcosa, non serve che tu lo nasconda. >>
<< Come fai a dire di conoscermi? Ci siamo incontrati per la prima volta un anno fa! Non mi conosci affatto in realtà! >>
Si pentì subito di ciò che aveva detto quando notò lo sguardo preoccupato (che non aveva neanche notato prima) di Arthur diventare semplicemente ferito.
<< Hai ragione, non ti conosco. Forse però avrei voluto conoscerti, ma è evidente che tu non sei d'accordo. Quindi è meglio che io me ne vada prima di darti altro disturbo. >>
Il rumore della porta della libreria che veniva sbattuta sembrò arrivare fin dentro le ossa di Merlin.
Il moro corse fuori a cercarlo, senza neanche prendere un ombrello per ripararsi dal temporale che imperversava da ore sulla città.
Lo trovò in una piazzetta poco lontana, seduto ai piedi di una grande quercia con le radici che sembravano formare un nido dentro cui sì era riparato Arthur.
<< Sembri un pulcino. Un enorme pulcino bagnato. >> gli disse Merlin sedendoglisi accanto.
Non ricevette risposta.
<< Rischi anche di ammalarti, e poi chi la sente la tua manager se non puoi andare a quel photoshoot di.. di chi era? Beh non importa il nome, il punto è che Vivien non te lo perdonerebbe. >>
<< Che vuoi Merlin? >>
<< Io... Volevo scusarmi per ciò che ti ho detto. Non lo pensavo davvero. >>
<< Però hai ragione: non ti conosco davvero. Ad esempio, non so chi sono i tuoi genitori, né dove sono. Non so quand'è il giorno del tuo compleanno e non so che scuola hai frequentato o se ti sei laureato. >>
<< In compenso, sai che mi piace il rosso, che sono vegetariano, che amo le moto e che sono un idiota >>
<< Beh, l'ultima è palese. >>
<< Ogni tanto sì. >>
Restarono per qualche minuto in silenzio, ascoltando il rumore della pioggia delle foglie di quercia che gli facevano da riparo.
<< Il 4 luglio. Sono nato il 4 luglio. E, se può consolarti, neanche io so bene chi siano i miei genitori, dato che sono morti molto tempo fa ed io non ricordo niente di loro. Ho frequentato una scuola a qualche isolato da qui, ero anche molto bravo, avevo la media più alta dell'anno, ma non mi sono iscritto all'università. >>
<< Ero sicuro che tu fossi un secchione! >>
<< Lo ero, ma sentivo che il mio destino era lavorare nella libreria di mio zio, mi sento a casa lì. >>
Finito di parlare si accese una sigaretta e guardò Arthur, mentre le domande che sì poneva su di lui da quando aveva cominciato a ricordare diventavano di colpo più insistenti, ed il peso delle sue nuove scoperte su sé stesso pesavano di più davanti agli occhi blu del biondo.
<< Arthur.. >> sospirò avvicinandosi, senza far caso al fumo che finiva addosso all'altro. << Tu... Credi nella reincarnazione? >>
Lui non sì aspettava di sicuro quella domanda in quel momento, in altri casi sarebbe scoppiato a ridere, ma avvertiva una strana tensione in Merlin, vedeva qualcosa di troppo simile alla disperazione negli occhi di solito allegri del moro, per cui inghiottì a vuoto e gli rispose sussurrando, come se gli stesse confidando un segreto.
<< Sì, io credo nella reincarnazione. E credo che quando due persone sono molto legate, finiranno per ritrovarsi in una qualche vita futura. O almeno lo spero. >>
Altri ricordi presero forma nella mente di Merlin, ricordi fatti di nottate passate davanti al fuoco spalla a spalla con qualcuno di cui non ricordava ancora il volto, ma ricordava ciò che provava: un persistente senso di protezione e smisurata fedeltà.
Lo stesso che in quel momento provava stando accanto ad Arthur.
<< Potrebbe valere anche per noi due? Secondo te, potrebbe essere possibile che in una vita precedente noi ci fossimo già incontrati? >>
<< Forse sì, ma non possiamo saperlo con certezza. Solo uno stregone potrebbe dircelo >> rispose ridendo Arthur, buttando la testa all'indietro come faceva sempre quando si sentiva particolarmente felice.
Merlin invece in un primo momento si irrigidì, sentendo la magia dentro sé avere un sussulto quando Arthur aveva pronunciato la parola "stregone".
<< Tu credi alla magia? >> gli chiese con i battiti del cuore accelerati.
<< Che domande che mi fai oggi... Comunque sì, anche se ne ho un lieve timore: una persona con dei poteri magici potrebbe fare qualunque cosa, potrebbe farmi credere il falso, costringermi a fare cose che non voglio, potrebbe farmi di tutto... >>
<< Io penso che dipende da chi la usa, perché in fondo è come una spada: può essere usata per ferire, ma anche per difendere, per uccidere o per salvare qualcuno. >>
Arthur ci pensò un po' su, prima di rispondere.
<< Hai ragione. D'altronde io non so niente della magia, e non si giudica ciò che non sì conosce.>>
Restarono di nuovo in silenzio, la pioggia che continuava a scendere indisturbata, incurante di loro due seduti così vicini da unire un po' i loro profumi e di sentirsi uniti a loro volta.

<< Quello che hai detto prima non è vero comunque. Magari non conosci il mio passato, non conosci i dettagli della mia vita, ma mi conosci meglio di chiunque altro, forse anche meglio di me stesso. >> disse Merlin mentre spegneva la sua sigaretta.
Arthur non rispose e lui continuò a parlare.
<< L'altra sera a casa tua ho ricordato una cosa importante e sono dovuto andare a dirlo a Gaius, e sono venute fuori più cose di quanto pensassi, cose che devo capire io stesso prima di potertene parlare. >>
<< Va bene, aspetterò. Però non lasciare che, qualunque cosa sia, ti faccia dimenticare di te e delle persone che hai accanto. >>

Dopodiché, il ragazzo sì fermò a fissare il bicchiere tra le sue mani, come se ne fosse ipnotizzato.
<< E poi?? Che è successo dopo? >> lo incitai a continuare.
<< E poi l'ho baciato, che dovevo fare? >> mi rispose sornione.
Lo guardai sbigottito.

Fu solo un lieve accarezzarsi le labbra, ma ebbe l'effetto di una bomba dentro di loro, che dopo qualche istante si scansarono come se si fossero bruciati, guardandosi con gli occhi spalancati e le guance rosse.
<< Io... Mi dispiace... >> iniziò Merlin, ma non finì la frase accorgendosi di una rosa comparsa dal nulla in mezzo a loro.
<< Questa non c'era prima! >> disse infatti Arthur.
<< Si che c'era, non l'avrai notata tu, asino come sei! >> rispose prontamente il moro.
<< Non sono un asino! Semplicemente ero distratto. >>
<< Distratto da cosa?? >> chiese con un sorriso impertinente
Arthur borbottò un << Idiota >> mentre si alzava e passava le mani sui pantaloni per ripulirli.
<< Ha smesso anche di piovere. >> notò.
<< Già. Andiamo a casa mia per asciugarci. >> propose Merlin alzandosi a sua volta e iniziando a camminare.
<< Perché non a casa mia? >> ribatté il biondo superandolo.
<< Perché la mia è più vicina, testa di fagiolo. >>
<< Idiota. >>
<< Asino. >>
<< Merlin. >> disse Arthur bloccandosi.
<< È il mio nome quello. >>
<< Guarda >>

Davanti a loro era spuntato un roseto su cui si posavano delle farfalle dorate, che volando sembravano delle fiammelle.
<< Quello non puoi dire che c'era anche prima e non l'ho notato. >>
Merlin iniziò a sudare freddo, alla disperata ricerca di una frase da dire, quando una voce femminile li interruppe.
<< Arthur!! >>
Una ragazza con i capelli neri legati in uno stretto chignon e dei grandi occhiali da sole neri si avvicinò a loro sollevando le lenti e mostrando dei luminosi occhi verdi che osservavano divertiti i due.
<< Morgana, che ci fai da queste parti? >> le domandò Arthur evidentemente a disagio.
<< Niente di che, volevo fare una passeggiata. >> rispose rapida, per poi spostare tutta la sua attenzione su Merlin << Tu devi essere Merlin, l'amico di mio fratello. >>
<< Beh sì, tu invece sei Morgana Pendragon, quella Morgana Pendragon! >> fu la risposta emozionata del moro.
Ad Arthur non restò che accettare la presenza ingombrante di sua sorella per tutto il pomeriggio, e sentirle raccontare a Merlin di tutte le figuracce che aveva fatto. E delle sue ex.
<< Oh e poi ci fu una tizia dai capelli rossi improponibili di nome Cassandra, o era Tamara?? >> gli chiese con un sorrisino furbo la ragazza mentre sorseggiava il caffè appena portatogli dal cameriere di un bar dove si erano seduti.
<< Era Samantha, e a parte il colore forse troppo acceso dei suoi capelli era carina. >>
<< Sì certo, ma la sua voce era semplicemente odiosa. Sembrava avesse un fischietto incastrato in gola. >>
<< E siamo a 6 ragazze solo fino ai suoi 19 anni. Cavolo Arthur, ti sei divertito parecchio eh? >> lo punzecchiò Merlin, che con sommo orrore del biondo sembrava parecchio in sintonia con sua sorella.
<< Non così tanto evidentemente, dato che dopo appena un mese dalla rottura con Samantha fece coming out. Ricordo ancora la frequenza di pulsazioni della vena sul collo di nostro padre. >>
A quel punto Merlin si affogò con il suo the.
<< Che c'è? Non lo sapevi? >> chiese innocentemente Morgana.
<< Sì, cioè, lo immaginavo, ma non pensavo l'avesse detto anche in famiglia >>
<< Beh, doveva giustificare in qualche modo la presenza di Gwaine nel suo letto. >>
<< Cosa?! Non ci credo!! >>
<< E invece devi mio caro! >>
<< Morgana smettila!! >> la riprese Arthur dopo essersi ripreso dallo stato d'ansia in cui era caduto quando la sorella aveva parlato del suo coming out, ma lei lo ignorò.
<< Dovevi vedere com'era imbarazzato! Si è chiuso in camera per un giorno. Poi ne è uscito, ci ha chiesto di riunirci in salotto e ha semplicemente detto "Sono bisessuale". Mia madre gli ha sorriso e gli ha chiesto se ci faceva conoscere il suo fidanzato, ma lui ha detto che si era trattato solo di un'avventura; io invece ho iniziato a frequentarmi con quel ragazzo, ed ora sono due anni circa che è il mio fidanzato! Arthur invece poco tempo dopo ha iniziato i suoi viaggi di lavoro per poter posare per diverse riviste, da quelle di moda a quelle beh... >>
<< Non dirlo! >> la implorò Arthur, mentre Merlin prendeva un lungo sorso di the cercando di ignorare ciò che la sua mente stava formulando.
<< Quelle porno. >> finì soddisfatta la ragazza, ghignando divertita.
Il biondo esasperato si passò una mano sul viso. Merlin invece pensò che in quel bar facesse troppo caldo, nonostante fossero nella zona all'aperto e la strada fosse ancora bagnata di pioggia.
<< Ma stai tranquillo Merlin: ora che ha raggiunto maggiore fama grazie a quello spot pubblicitario, non accetta più quei servizi. O almeno così ha detto... >>
<< Ovvio che non li accetto! È stato troppo imbarazzante! >>
<< Ohhh, com'è pudico il mio fratellino! >> squittì Morgana.
I due fratelli iniziarono a battibeccare tra loro ignorando Merlin che semplicemente sperava che il terreno sotto ai suoi piedi si aprisse per poterlo inghiottire e non farlo uscire finché il suo cuore non avesse smesso di cercare di uscire dal suo petto.
In poche ore erano successe troppo cose assieme: il litigio con Arthur, il chiarimento, il bacio (cavolo, gli sembrava essere successo giorni prima), l'arrivo di Morgana (che, come aveva capito e detto Arthur quando aveva visto la sua reazione, era la sua scrittrice preferita) e infine la certezza che anche Arthur fosse bisex. Oh, e ovviamente la scoperta che, da qualche parte, pubblicate su una rivista, c'erano delle foto osé del ragazzo biondo che, in quel momento, lo stava fissando con le sopracciglia che quasi arrivavano all'attaccatura dei capelli.
<< Allora? >> sentì chiedersi.
<< Allora cosa? >>
<< Non hai ascoltato? >>
<< Ehm... Ero un attimo sovrappensiero... >>
<< Morgana ti ha chiesto se ti va di partecipare alla cena di famiglia di domani sera >>
<< Ah, beh ok, sì va bene. >> rispose quasi balbettando.
Quando vide l'occhiataccia di Arthur che sembrava gridare "Traditore" si ricordò che l'amico gli parlava di quella riunione di famiglia da giorni, chiedendogli di aiutarlo a non presentarsi.
"Ops" pensò.
Morgana lo salutò allegra con un bacio sulla guancia, prima di andarsene con la scusa di dover << comprare un vestito nuovo per quella cena speciale >> .
Poco dopo anche i due ragazzi uscirono dal bar e camminarono in silenzio sul marciapiede, apparentemente calmi.
<< Beh dai, almeno avrai me a farti compagnia. Non è positivo? >> esclamò Merlin cercando di tirare un po' su di morale il biondo.
L'altro sì limitò a guardarlo storto, prima di fare uno scatto nel tentativo di acchiappare il moro, che riuscì a scansarlo per un soffio ed iniziò a correre, inseguito.
Entrambi fecero finta di non vedere il sorriso dell'altro.

<< Dunque ancora prima di stare assieme, ti ha presentato alla sua famiglia >> esclamai.
<< Sì, cioè no, non in quel senso almeno. >> rispose il moro.
<< Ma ti ha presentato >>
<< Non è la stessa cosa! >>
<< E com'è andata? >>
<< Eh, com'è andata... >>

Arthur si presentò con tre ore di anticipo sotto casa di Merlin, ordinandogli via telefono di scendere e andare in macchina con lui.
<< Potresti almeno dirmi dove andiamo? Devo ancora farmi la doccia e vestirmi! >>
<< È questo il punto! Tu non sai come devi vestirti ad un incontro con mio padre! Quindi io, da prode cavaliere quale sono, ho deciso di aiutarti. >>

<< Eheheh voleva farti dare bella figura con i suoi! >>
<< No, voleva evitare le lamentele di suo padre. >>

Entrarono in un negozio che trasudava lusso già dal tappeto.
Merlin si sentiva assolutamente fuori luogo mentre Arthur era rilassato come se fosse appena tornato a casa sua.
<< Arthur, non credo di avere abbastanza soldi per permettermi anche solo di respirare qua dentro. >>
<< Fidati di me, qui dentro troveremo un completo perfetto  per te >>
Il biondo iniziò a trascinare l'amico verso i camerini per poi riempirlo di camicie, pantaloni e giacche di ogni tonalità di grigio, blu e nero.
Ogni volta che provava qualcosa, Arthur voleva vedere e dare il suo giudizio, costringendo il moro a fare una sfilata.
Dopo i primi due cambi inoltre, al pubblico sì aggiunsero due commesse che davano il loro giudizio.
Al quinto cambio, Merlin iniziò a trovare la cosa anche divertente, anche se non lo avrebbe mai ammesso.

<< Pretty woman, walking down the Street, pretty woman, the kind I like to meet... >>  canticchiai ironico.
<< Ehi! Non è da Pretty Woman!>>
<< No? >>
<< No. >>
<< Se lo dici tu... >>

Infine provò una camicia azzurro chiaro abbinata ad un pantalone ed una giacca blu scuro.
Quando Arthur (con le due commesse) lo vide, semplicemente non seppe cosa dire, rimase a bocca aperta e occhi spalancati.
<< Stavolta non dici niente? >> gli chiese Merlin.
<< Stai... bene. Molto bene, devo dire. Lo prendiamo. >> disse soltanto.
Arrivati alla cassa, Merlin rischiò un infarto a sentire il prezzo del completo (come aveva previsto dall'inizio).
<< È praticamente il triplo del mio guadagno annuale! >>
<< Pago io. >> disse Arthur ignorandolo.
<< Cosa? No! >>
<< Che carino! Fa un regalo al suo fidanzato!  >> commentò una commessa guardandoli con aria sognante.
I due si guardarono tra loro imbarazzati ma non dissero niente e, non appena pagato, uscirono rapidamente.

   
 
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