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Autore: Rox008    01/10/2019    1 recensioni
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Dal prologo: Tutti almeno una volta nella vita hanno sentito nominare Merlin e Arthur, il servo ed il suo re, legati indissolubilmente dal destino.
Ma cosa accadde dopo la battaglia di Camlan, nessuno può dirlo con certezza.
Narra la leggenda che quando il re morì, Merlin impazzì e perse il controllo della sua stessa magia, causando una serie di fenomeni catastrofici che si fermò solo quando il suo mentore, Gaius, lo trovò in mezzo alla foresta sfinito e senza più una goccia di magia nelle vene.
Da questo punto, ci sono tre rami di pensiero (...)
Voi che state leggendo potete credere a ciò che volete, non è granché importante, ma voglio raccontarvi una storia che sentii da un giovane.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Il moro sembrava molto più sciolto rispetto a quando era entrato nel bar, si era levato la giacca che aveva addosso e ogni tanto muoveva la testa a ritmo di musica quando c'era qualche canzone che lo aggradava alla radio.

<< Continua a raccontare, voglio sapere com'è Uther Pendragon! >> gli dissi << Lo descrivono tutti come un uomo di carattere, un po' burbero e soprattutto fin troppo irritabile ed orgoglioso. >>

<< Oh no, non è così >> rispose quello, per poi prendere un sorso dal suo succo (io e la barista avevamo concordato che non fosse il caso di dargli altro alcol, seppur leggero) << Semplicemente quando lo guardi in faccia ti viene voglia di sparire dalla faccia della terra. Ma è anche un uomo saggio e si vede che vuole un bene dell'anima alla sua famiglia. Il problema sta nel fatto che è molto, molto, molto protettivo, e al minimo sospetto che qualcuno possa fargli del male, scatta sulla difensiva. E attacca. >>
<< Come un cane da guardia insomma >>
Il ragazzo scoppiò a ridere a crepapelle.
<< Non l'avevo mai pensato ma sì, hai perfettamente ragione! Fortunatamente però, ha sua moglie Ygraine che riesce a tenere a bada il suo carattere a tratti iracondo. >>

Villa Pendragon era almeno quattro volte l'appartamento di Merlin.
Circondata da un meraviglioso prato verde, con alberi da frutto e cespugli di vari fiori dai bellissimi colori ed illuminata da dei faretti che la facevano sembrare quasi un'apparizione divina, faceva bella mostra di sé con muri bianco perla, terrazzine ornate di ringhiere in ferro battuto modellato in ghirigori, finestre dalle vetrate dai mille colori, e addirittura degli eleganti gargoyle che dal tetto sembravano ghignare a chi li guardava.
Sembrava uscita da un catalogo di sale da ricevimento per matrimoni.
Ma matrimoni reali, dove la presenza della regina Elisabetta era quantomeno plausibile.
Nel solo tragitto tra il cancello d'entrata (neanche a dirlo maestoso) ed il portone d'ingresso, Merlin vide tre statue in stile greco, una fontana zampillante di acqua fresca resa dorata dalle luci e un roseto enorme che diffondeva del suo dolce profumo l'aria attorno.

Merlin seduto sulla macchina di Arthur si sentì intimidito da tutto quello e, quando un maggiordomo (probabilmente della sua stessa età) gli aprì la portiera, lo trovò sprofondato nel sedile e con gli occhi sbarrati.
<< Benvenuto a casa Pendragon, signorino Emrys >> gli disse sorridendogli.
<< Grazie. Può chiamarmi semplicemente Merlin e soprattutto darmi del tu.>>
<< Se mi sentisse il signor Pendragon mi sgriderebbe severamente >>
<< E noi non facciamoglielo sentire, no? >> gli rispose il moro senza poter evitare di scherzare nonostante l'imbarazzo. << Come ti chiami? >>
<< Lancelot Goodman, al tuo servizio >>
<< Piacere di conoscerti. >>
Il tutto avvenne sotto lo sguardo divertito di Arthur, che si avvicinò dando una pacca al maggiordomo.
<< Lancelot, con lui puoi essere te stesso, è un tipo che delle formalità non sa che farsene. >>
<< La persona perfetta da presentare a tuo padre, insomma >> disse ridendo il maggiordomo.
Il biondo si unì alle sue risate, mentre Merlin sentiva l'ansia tornare a farsi sentire prepotentemente.
I due se ne accorsero e cercarono di darsi almeno un contegno e non peggiorare la situazione.
<< Tuo padre non è ancora arrivato, pomeriggio aveva una riunione in ufficio ed evidentemente è durata più a lungo del previsto. >> li informò Lancelot.
<< Meglio per noi, così posso far vedere la casa a Merlin con più tranquillità. Prima però vado a salutare mia madre, immagino sia in cucina con Hunith come al suo solito. Merlin, ti lascio solo un attimo con lui, tanto penso che vi troverete bene >> rispose il biondo allontanandosi.
Merlin sentì una strana sensazione sentendo il nome "Hunith" che, come gli aveva rivelato Gaius, era il nome di sua madre. Si chiese se fosse lei, prima che Lancelot gli iniziasse a parlare.
<< Mio padre ha servito i Pendragon per anni, per cui sono cresciuto qui con Arthur. Quando mio padre è morto, Arthur ha insistito perché prendessi il suo posto e continuassi a vivere qui, come segno di riconoscenza verso mio padre che, poco prima di morire, gli aveva chiesto di prendersi cura di me. Sono sicuro però che anche senza che glielo chiedesse lui, Arthur l'avrebbe fatto. Mi ha pure perdonato di essermi innamorato della stessa ragazza che piaceva a lui, quando avevamo appena quindici anni, e si è messo da parte. Adesso quella ragazza è mia moglie, per cui gli devo anche questo. Arthur ha un cuore d'oro, ma sono sicuro che tu più di tutti lo sai. >>
<< Beh sì, è un buon amico. Ma è anche un tale... >> stava per rispondere, quando l'oggetto del loro discorso lo interruppe.
<< Cosa Merlin? Cosa sono? >>
<< Una testa di fagiolo, ma già lo sai! >>
Arthur gli diede uno scappellotto in testa, per poi accompagnarlo dentro casa congedando Lancelot.

<< Dì un po', non è che ti piace questo maggiordomo?? >> gli chiesi.
<< No, Lancelot è solo un mio amico, nulla di più. >>
<< Sarà. Io però, se fossi in Arthur, mi ingelosirei. D'altronde, non sarebbe la prima volta che quel ragazzo mette gli occhi sulla roba altrui mi sembra di capire. >>
<< Gwen è stata un'eccezione, e per la cronaca non era mica fidanzata con Arthur! >>
<< Ora sembri tu geloso, e nel tuo caso è anche peggio perché sei geloso di qualcuno che fa parte del passato di Arthur >>
<< Ma quando mai! È la mia migliore amica, e stravede per Lancelot, e anche Arthur ha detto che ormai la vede solo come una cara amica. Pensa che le ha fatto da testimone di nozze insieme a Morgana. >>
<< Sarà... Ma ok, torna al tuo tour in casa Pendragon >>

Se l'esterno era celestiale, dentro era una meraviglia.
Merlin non sapeva se lo lasciava più affascinato il lampadario di cristallo, il tappeto rosso che dall'ingresso portava alle scale in marmo bianco, i quadri intervallati da specchi che rendevano ancora più grande (come se servisse) l'ambiente o i mobili che, come gli stava spiegando Arthur, erano << pezzi unici realizzati da un carissimo amico di mio padre, che ha seguito egregiamente i disegni di mia madre >>.
Sua madre che, poco dopo, li raggiunse nel salotto dove Arthur aveva fatto accomodare Merlin e gli aveva offerto un aperitivo analcolico.
<< Così tu sei Merlin! Morgana ti ha descritto davvero bene, sei molto carino >> gli disse avvicinandosi.
<< G-Grazie signora Pendragon >> rispose balbettando il ragazzo guardandola.
Aveva i capelli biondi come quelli di Arthur e gli occhi verdi come Morgana, ed un dolce sorriso che le dava un aspetto etereo. Indossava un vestito celeste elegante senza molti fronzoli, che le arrivava poco sotto il ginocchio, ed un cardigan beige, ma sembrava una regina delle fiabe.
<< Mi chiamo Ygraine, non darmi della signora ti prego, mi fa sentire vecchia! >> gli rispose ridendo poi con voce cristallina.
Merlin notò come Arthur stesse sorridendo dolcemente guardando sua madre.
<< Mamma, dov'è Morgana? >> chiese il ragazzo.
<< Eccomi caro fratellino, ti mancavo? >> rispose una voce squillante dalle scale, prima che la ragazza facesse il suo ingresso nella stanza.
Aveva i capelli neri raccolti in uno chignon ed un corto vestito rosso con lo scollo a barca che lasciava le spalle scoperte.
<< Merlin! Allora sei venuto davvero! Ammetto di aver temuto che all'ultimo non saresti venuto! >> lo salutò abbracciandolo.
<< Ma figurati! Non sono il tipo da dare buca ad un appuntamento. >>
I quattro iniziarono a parlare tranquillamente tra loro, prima che Lancelot annunciasse l'arrivo di Uther Pendragon.
Lo attesero nella sala da pranzo seduti ad un tavolo apparecchiato come se fosse un ristorante, e Merlin non riuscì più a tenere un suo pensiero per sé.
<< Ma ogni riunione di famiglia è così tanto... Elegante? >> chiese sottovoce ad Arthur al suo fianco.
Lui scoppiò a ridere a metà tra il divertito e l'esasperato.
<< Merlin, te l'avevo detto giorni fa che le riunioni di famiglia indette da mio padre sono così. Ovviamente ci sono anche le cene normali, ma oggi mio padre ha detto di avere un annuncio importante da fare. Sicuramente riguarderà qualche nuovo accordo siglato dalla compagnia, o una nuova sede in fase di costruzione, o robe del genere. >>

Quando Uther Pendragon fece il suo ingresso nella stanza, Merlin si sentì congelare sul posto dai suoi occhi grigi.
<< Merlin Emrys, dico bene? Mio figlio mi ha parlato di te, dice che sei un buon amico. >> gli disse porgendogli la mano.
<< Ne sono lusingato. >> riuscì a dire soltanto.
Una volta accomodatisi, Uther continuò a parlargli e fargli domande a cui Merlin riuscì però a rispondere con maggior scioltezza.
<< Che lavoro fanno i tuoi genitori? >>
<< Purtroppo sono morti in un incidente d'auto quando ero ancora molto piccolo. Avevano una libreria che ha poi portato avanti mio zio Gaius, che mi ha cresciuto. Anche io lavoro nella libreria, è un lavoro umile ma che da soddisfazioni. >>
<< Ogni lavoro ha i suoi pro e i suoi contro >> rispose saggiamente l'uomo, e da quel momento Merlin si sentì più rilassato.
La cena continuò tranquillamente, con le varie portate servite da Lancillotto e, arrivati al dolce, Uther si alzò in piedi e si schiarì la voce, come se dovesse parlare ad un gruppo ben più nutrito di persone.
Arthur sembrò leggere nei pensieri di Merlin perché gli sussurrò all'orecchio << Deformazione professionale dovuta alle tante riunioni di lavoro. >>
Il profumo di Arthur solleticò dolcemente le narici di Merlin, causandogli dei brividi lungo tutto il corpo.
<< Ho chiesto di riunirci qui oggi perché ho un annuncio importante da fare. Anzi... >> guardò la moglie e con lo sguardo la invitò ad alzarsi. << Abbiamo un annuncio da fare >>
Lei ricambiò al suo sorriso e si alzò tenendogli la mano.
<< Io e Uther abbiamo deciso di rinnovare le nostre promesse di matrimonio tra un mese, in concomitanza con il nostro venticinquesimo anniversario. Ovviamente tu Merlin sei invitato, e Morgana può invitare Gwaine che stasera non è presente per motivi di lavoro. >>
<< Sono così felice! Auguri!! >> disse Morgana andando ad abbracciarli, seguita da Arthur che abbracciò sua madre e strinse l'avambraccio a suo padre, mentre Merlin strinse la mano a Uther per poi provare a fare lo stesso con Ygraine, che invece se lo tirò addosso in un abbraccio.
Merlin si commosse pensando agli abbracci che sua madre gli dava (era il caso di dirlo) secoli fa.
Ma proprio in quel momento, dalla cucina arrivò una donna dai capelli lunghi e castani con un dolce sorriso sul volto.
Merlin la riconobbe subito e sentì il cuore fermarsi, ricordando vagamente che a inizio serata Arthur aveva nominato una donna di nome Hunith con cui sua madre stava parlando.
Sotto lo sguardo sorpreso dei presenti, e soprattutto quello preoccupato di Arthur, Merlin svenne.

Quando riprese i sensi, non capì dove si trovava. Avvertiva un lieve mormorio di sottofondo ed una mano che gli apprezzava i capelli.
Era evidentemente sdraiato, dato che vedeva un lampadario dorato finemente decorato attaccato da un soffitto blu notte con dei puntini bianchi e gialli di diverse dimensioni a simulare il cielo notturno.
Grazie a questo particolare, Merlin capì di trovarsi nel salotto piccolo di casa Pendragon (che comunque era il doppio di quello di casa sua).
Ebbe appena il tempo di ricordare gli ultimi avvenimenti prima che Morgana gli si avvicinasse.
<< Merlin, come stai? Come ti senti? Menomale che Arthur era accanto a te e ti ha preso prima che finissi a terra >> gli disse indicando con un cenno del capo alla sua destra.
Lui mosse lievemente la testa in quella direzione e vide che era appoggiato alle gambe di Arthur, che lo guardava dall'alto con attenzione senza dire niente.
<< Sto.. sto bene, ho avuto un calo di zuccheri credo. Succede! >> si ricordò di rispondere dopo un po'.
<< Capito. Beh, stai ancora un po' sdraiato, quando te la senti ci raggiungi di là. Hunith ti porterà a breve una camomilla con il miele, dovrebbe aiutarti. >>
<< Va bene, vi raggiungo a breve. >>

A quel punto si aspettava che Arthur seguisse la sorella, per cui alzò lievemente la testa per dargli modo di alzarsi. Invece lui rimase fermo dov'era e anzi gli appoggiò una mano sulla fronte invitandolo silenziosamente a restare appoggiato.
Merlin pensò che il suo cuore avesse appena perso un battito, per poi cominciare a correre per recuperarlo.
Restarono così soli, sul divano, nel silenzio assoluto.
La mano di Arthur si spostò tra i capelli corvini di Merlin ed iniziò ad accarezzarli quasi distrattamente, mentre il ragazzo socchiudeva gli occhi profondamente rilassato.
Almeno finché il biondo non parlò.
<< Cos'è successo? Voglio la verità. >>
Il moro si agitò lievemente, perché non poteva dirgli che aveva appena rivisto sua madre dopo secoli, ma la sua bocca agì prima del suo cervello.
<< Hunith è mia madre, o perlomeno la sua reincarnazione. >>
Le sopracciglia di Arthur si alzarono in contemporanea, corrugando la fronte.
<< Merlin sono serio. >>
<< Anche io. >>
Ormai non poteva rimangiarsi ciò che aveva detto.
<< Magari si assomigliano molto, capita di trovare due persone molto simili. Ma da qui a parlare di reincarnazione ce ne vuole. Forse ti sei solo suggestionato dopo il nostro discorso di ieri. D'altronde, Hunith è al nostro servizio da almeno vent'anni, mentre tua madre... >>
Lasciò la frase in sospeso, ma Merlin capì cosa volesse dire.
E capì anche che ciò che avrebbe detto a breve sarebbe sembrato folle ad Arthur, probabilmente lo avrebbe allontanato, ma aveva bisogno di chiederglielo.
<< Hai mai avuto la sensazione di aver già vissuto? >>
Il biondo sembrò irrigidirsi, prima di fare un sorriso che però agli occhi di Merlin sembrò il più falso mai visto.
<< Ma no, figurati. >>
Merlin fece finta di crederci.
<< Hai detto di credere nella reincarnazione, no? >>
<< Sì, ma non ho mai avuto questa sensazione. >>
<< Beh, io sì. E ti assicuro che quella donna, anni o addirittura secoli fa, era mia madre. >>
Arthur lo fissò con le labbra strette, per poi distogliere lo sguardo.
<< Mi chiedo se... Se questa sia la prima volta che ti succede. >>
<< Così intensamente sì, anche se ho già incontrato altre persone del mio passato. Ma mi sono ricordato di loro dopo averli incontrati, mentre di Hunith mi ricordavo già da prima. >>
<< Quindi hai ricordi della tua vita precedente? >>
<< Sì. Ce li ho da un po'. Esattamente da quella sera in cui sono scappato da casa tua. >>

Il moro si aspettava di vederlo alzarsi rapidamente per buttarlo fuori casa reputandolo un pazzo e urlandogli contro di non avvicinarsi mai più.
Invece lui lo stupì, restando non solo calmo, ma addirittura mostrando quella che sembrava a tutti gli effetti curiosità
<< Ci siamo già incontrati in un'altra vita? >>
<< Non ne sono sicuro, credo di sì, ma non ho ricordi chiari su di te. >>
<< Capito. >>
Se a Merlin mesi prima fosse capitato di fare un discorso del genere, avrebbe pensato di essere impazzito.
Invece in quel momento parlarne con Arthur era liberatorio, perché gli stava finalmente dicendo una parte di verità.
 

<< Che figata però! Dev'essere fantastico e al tempo stesso strano avere dei ricordi del genere! Beh, più strano in realtà. >> commentai, per poi fargli la stessa domanda che gli aveva posto Arthur. << Non è che magari ci siamo già incontrati in un'altra vita? >>
Lui mi guardò con uno sguardo stanco, quasi sofferente, che rispose al suo posto, per poi sospirare.
<< Sì, ci siamo già conosciuti in una vita passata. In realtà abbiamo passato poco tempo assieme, e tu eri più schivo di ora. Non posso dirti altro però. >>
<< Wow... Eravamo amici? >>
<< Non posso dirti altro, mi dispiace. >> rispose guardando verso fuori.
Mi sembrò quasi di vedere i suoi occhi lucidi, ma fu un attimo prima che riportasse la sua attenzione su di me e riprendesse a raccontare la sua storia.

Mentre Merlin beveva la camomilla portata da Hunith, la donna era rimasta a osservarlo preoccupata, dopo avergli anche controllato il polso e la fronte nonostante il ragazzo, imbarazzato ed emozionato contemporaneamente, l'avesse più volte rassicurata di stare meglio.
Quando era infine uscita dalla stanza, il moro aveva tirato un sospiro di sollievo, sotto lo sguardo divertito di Arthur.
<< Testa di fagiolo, smettila di fissarmi con quel ghigno, sei quasi... inquietante. >>
<< Sei divertente quando ti imbarazzi. Lo sai che ti arrossiscono anche le orecchie? Diventano rosso pomodoro e risaltano ancora di più, come se fosse necessario. >>
<< Ah ah che ridere. Vorrei vedere te al mio posto, a contatto con una persona di cui tu ricordi il passato mentre quella non ha la minima idea di averti già incontrato e conosciuto. Nel nostro caso poi, eravamo molto legati. Era una donna molto dolce ed una madre premurosa. Quando ero piccolo mi regalava dei fazzoletti da legare al collo per ripararmi dal freddo, eravamo poveri e non poteva permettersi altro, ma a me bastava, li indossavo sempre ed era come se lei fosse sempre con me a proteggermi e accarezzarmi. Ovunque andassi, sentivo che lei era con me. >>
Merlin si era perso nei suoi ricordi e mentre li raccontava ad Arthur la sua voce si era incrinata in più punti, finché delle lacrime non gli avevano anche rigato le guance.
L'altro rimase ad ascoltare con attenzione, senza fargli pesare quel momento di debolezza ma anzi standogli accanto e accarezzandogli la mano.
<< Ti va di cambiare discorso? Penso che per oggi sia abbastanza, o meglio, immagino non sia facile parlarne tanto a lungo. >> sussurrò dopo un po'.
<< Effettivamente no. Sto anche cercando di capire perché tu non sia già scappato terrorizzato da me. >>
<< Semplice: non potrei mai avere paura di te. >> gli rispose con sconcertante sincerità negli occhi.
Merlin sentì nuovamente l'impulso di baciarlo, ma questo gli fece pensare ad un altro discorso lasciato in sospeso dai due.
Probabilmente anche Arthur dovette pensare lo stesso, dato che passò dal fissargli le labbra al guardare per terra grattandosi la testa.
<< Arthur, ieri al parco... Prima che arrivasse Morgana... >>
<< Sì, capisco cosa vuoi dirmi... >>
<< Io... ho agito d'impulso, avrei dovuto trattenermi, mi dispiace... Spero che tu non mi odi per questo... >>
<< Merlin... Siamo a casa mia, con la mia famiglia di là... >>
<< Hai ragione, non è il momento giusto per parlarne... >>
<< No, non è quello che intendevo farti capire... Volevo solo dirti che se ti odiassi tu non saresti qua e non ti avrei fatto conoscere i miei.... >>
<< Beh ma mi ha invitato Morgana... >>
<< Ma io ero presente. Se non avessi voluto, l'avrei detto, non credi? E comunque voglio anche farti notare un altro fatto. >>
<< Cosa? >>
<< Io non ti ho respinto. Tu avrai anche agito d'impulso, come hai detto, ma io non mi sono ritratto. >>
<< Ah. Ok... >>

<< "Ah ok" ?? Gli hai risposto "Ah ok" ?? Ma sei scemo o cosa? >>
<< Non sono bravo in queste cose.... >> rispose imbarazzato lui.
<< Ma va va... >>

Prima che potessero dire altro, Morgana bussò alla porta ed entrò nella stanza.
<< Merlin, ti senti meglio? >>
<< Sì sì, grazie. Ora arriviamo. >> rispose alzandosi, imitato da Arthur.
Quando la ragazza chiuse la porta, si girò verso il biondo.
<< Riprendiamo il discorso dopo, che dici? >> propose sorridendo imbarazzato.
<< Certo. E comunque, hai di nuovo le orecchie rosse. >> 

   
 
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