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Autore: Rox008    01/10/2019    1 recensioni
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Dal prologo: Tutti almeno una volta nella vita hanno sentito nominare Merlin e Arthur, il servo ed il suo re, legati indissolubilmente dal destino.
Ma cosa accadde dopo la battaglia di Camlan, nessuno può dirlo con certezza.
Narra la leggenda che quando il re morì, Merlin impazzì e perse il controllo della sua stessa magia, causando una serie di fenomeni catastrofici che si fermò solo quando il suo mentore, Gaius, lo trovò in mezzo alla foresta sfinito e senza più una goccia di magia nelle vene.
Da questo punto, ci sono tre rami di pensiero (...)
Voi che state leggendo potete credere a ciò che volete, non è granché importante, ma voglio raccontarvi una storia che sentii da un giovane.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Finita la cena, Arthur riaccompagnò Merlin a casa e i due parlarono per un po' in macchina.
Davanti al portone di casa poi, il moro tentennò, indeciso sul da farsi.
<< Merlin, la porta non si apre solo guardandola. >> disse Arthur.
<< Lo so, stavo solo pensando... >>
<< A cosa? >>
<< Vorrei che tu salissi a casa mia per offrirti una tazza di the e parlare ancora, magari chiarire quello che è successo al parco. Insomma, non ho doppi fini. >>
<< Per me va bene, non è certo la prima volta che salgo a casa tua. Comunque "quello che è successo al parco" è un bacio. Chiamiamo le cose con il loro nome. >>
Presero l'ascensore fino al quinto piano, dove abitava Merlin, senza parlare ma lasciando che le loro mani si sfiorassero.
Entrati in casa, Merlin andò a preparare del the mentre Arthur si sedette sul divano.

Quel bilocale era molto diverso dalla casa dei suoi, dove avevano cenato, ed anche da  casa sua, dov'era andato a vivere pochi mesi prima. Era notevolmente più piccolo ma fin dall'inizio Arthur l'aveva trovato confortevole, tutto sembrava essere al posto giusto nonostante il disordine: rappresentava perfettamente il suo proprietario.
Ma l'arrivo del moro con due tazze di the fumante interruppe il flusso dei suoi pensieri.
<< Pensavo ti fossi addormentato! Ti avevo chiesto se volessi lo zucchero o il miele, ma non hai risposto, quindi ti ho messo il miele. >> gli disse sorridendo.
<< Ero sovrappensiero, scusa >> rispose prendendo una tazza in mano.
Sorseggiarono la bevanda in silenzio, lanciandosi qualche occhiata di nascosto.
<< Dunque... Ieri al parco... >> iniziò Arthur tentennando.
<< Ieri al parco... >>
<< Ci siamo baciati. >>
<< Ci siamo baciati... >>
<< Smettila di ripetere quello che dico!>>
<< Ok scusa, va avanti. >>
<< Tu te ne sei pentito? >>
<< Io... >>
Merlin ci pensò su, indeciso.

Non poteva dire che gli fosse dispiaciuto perché, per quanto fosse stato breve, era stato bellissimo. Ma aveva anche paura che non fosse stato lo stesso per Arthur, e che questo li potesse allontanare.
Prima che potesse decidere cosa dire, il biondo posò la tazza sul tavolino di fronte a loro.
<< Io non me ne sono pentito. Non era previsto, è vero, ma l'unica cosa di cui mi pento è proprio che sia durato così poco. Perché è probabilmente dalla prima volta che ci siamo visti, davanti alla libreria, che sento che tra noi c'è un legame particolare, un sottile filo che ci lega anche quando siamo lontani. Se per te non è lo stesso, faremo finta che non sia successo niente e continueremo come nulla fosse; ma se tu provi almeno un po' di ciò che sento io, perché non provare a... Andare oltre? Perché non provare a vedere se potrebbe funzionare tra noi? >>
In tutta risposta, Merlin posò la tazza vicino a quella di Arthur e lo baciò.
Se la prima volta era stato delicato, dolce e quasi timoroso, stavolta fu pura passione. Merlin scoprì di adorare mordere le labbra di Arthur ed affondare le mani tra i suoi capelli dorati, mentre Arthur realizzò che il peso (in realtà quasi inesistente) di Merlin su di sé lo faceva sentire completo.
In poco tempo, i vestiti finirono sul pavimento ed i due si ritrovarono avvinghiati sul divano con solo gli slip addosso.
Ma quando il moro allungò la mano verso  i boxer di Arthur, lui riprese il controllo della situazione e lo fermò.
<< Aspetta, con "andare oltre" non intendevo dire questo. >> disse baciandogli la mano   << Non che non ti desideri, tutt'altro, ma fino a mezz'ora fa neanche riuscivamo ad ammettere che ci siamo baciati. Per cui almeno per stare ci fermiamo qui. >>
<< Va bene... Però rimani qui stanotte? Dormiremo soltanto, promesso. >> gli propose Merlin.
<< Va bene, questo sì. Ma prima voglio sapere una cosa, e stavolta devi darmi una risposta a parole e non soltanto saltarmi addosso. >>
<< Forse effettivamente avrei dovuto trattenermi e risponderti, prima. >> ammise.
<< Decisamente, per quanto mi sia piaciuto ciò che è successo. >> disse sorridendo malizioso il biondo, per poi tornare serio << Tu cosa provi per me?>>
<< Io... Da quando ti ho incontrato, la mia vita è decisamente cambiata. Penso che ormai non potrei più stare senza di te. Quindi sì, vorrei provare a stare con te. Penso che potrebbe funzionare. >>
Arthur gli sorrise per poi prenderlo per mano.
<< Ora andiamo a dormire, è stata una giornata decisamente intensa, non credi? >>
<< Abbastanza. Però la tua famiglia è adorabile. Tranne tuo padre, lui all'inizio mi ha messo i brividi. >> rispose Merlin guidandolo verso la camera da letto.
<< È sempre così con mio padre. Però in fondo è una brava persona. >>
<< Questo non lo metto in dubbio. >>
Una volta sotto le coperte, Arthur strinse la vita di Merlin con un braccio e gli fece poggiare la testa sul suo petto.
<< Buonanotte Merlin >> gli sussurrò dandogli un bacio sulla fronte.
<< Buonanotte Arthur >>

<< Scommetto che al risveglio uno dei due ha portato la colazione all'altro! >> gli dissi dandogli una pacca sulla schiena.
<< Non esattamente... >> rispose lui tornando cupo come ad inizio serata.
<< Che è successo? >>
<< Diciamo che il destino non è venuto semplicemente a bussare, ha direttamente buttato giù i muri e mi ha investito a pieno. >>
<< Come prego? >>

Mentre Arthur dormiva pacificamente, Merlin ebbe il sonno agitato.
I tanti ricordi dove il moro si trovava a fianco di un ragazzo, divennero più chiari, facendogli vedere il volto della persona che aveva accanto in varie occasioni.
Così Merlin scoprì che, quando ancora viveva a Camelot, ovvero secoli prima, aveva già conosciuto Arthur e affrontato con lui sfide inimmaginabili contro stregoni, creature magiche, assassini e maledizioni.
Avevano passato tutta la vita a salvarsi a vicenda e ad amarsi in segreto, senza mai avere il coraggio di dichiararsi all'altro. 
La leggenda di re Arthur e del suo servo Merlin non era altro che la storia della loro vita.
E come la leggenda racconta, re Arthur morì tra le braccia di Merlin, dopo che quest’ultimo gli aveva rivelato di essere uno stregone e di averlo sempre protetto nascosto nell'ombra.
La storia non raccontava però cosa ne era stato di lui.
Il dolore provato dal servo quando il suo re aveva chiuso gli occhi era stato indescrivibile, al punto che la sua magia si ribellò e uscì dal suo corpo, bruciando prima e flagellando con pioggia e vento dopo, tutto ciò che lo circondava.
Lo stesso Merlin non riuscì a controllarla.
Una volta che Merlin riuscì a riprenderne il controllo, non era che una piccola fiammella quasi inconsistente.
Gaius trovò il ragazzo in mezzo alla desolazione e lo abbracciò, prima che perdesse i sensi. Al suo risveglio, non ricordava niente di Camelot, niente del suo re, niente della profezia del grande drago Kilgharrah. Il vecchio medico decise di rimanergli accanto senza mai rivelargli la verità, vivendo ogni vita come fosse la prima.

Il Merlin del presente si svegliò urlando sotto lo sguardo terrorizzato di Arthur che lo stava scuotendo da un po' nel tentativo di svegliarlo da quello che pensava fosse solo un incubo.
Il moro lo guardò un attimo, prima di abbracciarlo stretto e piangere ininterrottamente per ore, raccontando ad Arthur ciò che ricordava.
Fu inevitabile raccontargli anche della magia che aveva ricominciato a scorrergli tra le vene dopo il loro incontro, e del discorso fatto con Gaius.
Una volta calmatosi, la luce del sole entrava dalle finestre lasciate aperte il giorno prima e li illuminava.
Ma loro, stanchi per la notte tormentata, si addormentarono nuovamente e stavolta dormirono pacificamente.
Quando Merlin si svegliò era pomeriggio inoltrato.
Il tramonto illuminava il profilo di Arthur rendendo la sua pelle dorata e i capelli ancora più chiari.
Restò per un po' ad osservarlo, prima di alzarsi dal letto, rivestirsi e uscire di casa, diretto al più vicino bar.

<< Ed ora sono qui. >> concluse la sua storia il ragazzo.
Io lo guardai con la bocca spalancata, incredulo.
<< Cavolo. Dev'essere molto dura da accettare una cosa del genere. >>
<< Decisamente. Sono qui per questo: non so che fare adesso. Ho paura che lui ce l'abbia con me per non averlo salvato. D'altronde, io sono profondamente arrabbiato con me stesso per questo. E non so neanche come farò a guardarlo in faccia adesso che sa tutto. >>
<< Ragazzo, quest'ultima parte credo sia abbastanza facile: voltati. Il tuo belloccio è dietro di te. >>

Si voltò, arrossendo furiosamente quando si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo biondo, che immaginai essere Arthur Pendragon.
<< Non è carino abbandonare qualcuno nel proprio letto per andare in un bar. >>
<< Io... >>
<< No, non dire niente e ascolta. Non sono morto per colpa tua, tu hai fatto il possibile per salvarmi, ed io non potrei mai avercela con te per questo. E poi, come al tuo solito, non noti la parte più importante di tutta questa faccenda, e cioè che ora siamo qui, io sono qui, vivo, al tuo fianco. Stavolta non ci sarà nessun Mordred ad uccidermi, nessuna spada forgiata dal fuoco di un drago a trafiggermi, nessuna profezia sulla mia morte. >>
Merlin non rispose, così Arthur continuò a parlare.
<< Non lasciare che ciò che è accaduto nel passato, possa influire sul presente. Abbiamo avuto una seconda possibilità per stare assieme, sfruttiamola per essere felici come non abbiamo potuto fare prima. >>
Dopo qualche minuto, finalmente il moro aprì bocca.
<< Hai ragione. Però è difficile da accettare. I primi ricordi mi avevano scombussolato, ma questi sono ben peggiori. Non è facile accettare di aver avuto un'altra vita, soprattutto se è successa una cosa del genere... Ancora ora, a distanza di secoli, sento quel dolore tremendo provato quando ti ho perso. Tu come fai a essere così tranquillo, sapendo di essere già morto? >>
<< Merlin, tu sei stato sincero con me, ora tocca a me esserlo con te. Io ricordo tutto dalla notte dopo il nostro primo incontro. >>
<< Che cosa?! >> esclamò sbalordito il moro.
<< Ricordo di essere stato il re Arthur Pendragon, di aver governato il regno lasciatomi da mio padre, Uther Pendragon, di aver combattuto contro la mia sorellastra Morgana e di essere morto ferito da Mordred durante la battaglia di Camlann. Però fino alla notte di ieri non ricordavo di averti incontrato. Poi ci siamo baciati al parco, e quella notte mi sono ricordato di te. Quando ieri ti ho chiesto se ci fossimo incontrati in una vita precedente, volevo capire se anche tu ti ricordavi di me, ma dalla tua risposta ho dedotto di no. >>
<< Perché non me lo hai detto prima?>>
<< Per il tuo stesso motivo: avevo paura di perderti, o che mi reputassi un pazzo. Dopo stanotte però, evidentemente qualcosa si è sbloccato nella tua testa e ora anche tu ricordi. E ne sono felice, perché ora siamo entrambi consapevoli di quanto siamo uniti, di quanto ci completiamo. Non ci sarà nessun altro per me, Merlin, solo tu potrai starmi accanto, e so che anche per te ci potrò essere solo io, perché ci apparteniamo da sempre. Abbiamo aspettato letteralmente per secoli questo momento, adesso viviamolo. >>
I due si guardarono negli occhi, sorridendo. 
<< E vissero tutti felici e contenti >> dissi io dopo un lungo momento di silenzio, guadagnandomi un'occhiataccia da entrambi per l'intrusione << Cavolo, avete la stessa occhiataccia! È inquietante! >>
<< Arthur, ti presento Boris. Ha ascoltato il mio delirare per tutta la serata. >> mi presentò il moro, stranamente rosso in volto.
L’altro mi guardò con le sopracciglia alzate, ed io ebbi la netta sensazione di averlo già incontrato prima.
<< Piacere di conoscerti e complimenti per la pazienza, so che Merlin sa diventare pesante quando si lamenta di qualcosa. >>
<< Abbastanza, però tutto sommato è simpatico. Tienitelo stretto ragazzo, perché sono certo che lui per te prenderebbe la luna. >>
Entrambi arrossirono, facendomi ridere.
<< Julie, porta da bere ai miei due nuovi amici, al solito offro io. >>
Proposi un brindisi all'amore, perché non avevo mai visto due ragazzi amarsi tanto quanto loro.

Fu proprio questo a farmi credere a tutta la storia raccontatami da Merlin, perché una storia del genere non si può inventare.
Dopo aver bevuto, i due ragazzi mano nella mano dissero che sarebbero tornati a casa per parlare di ciò che era successo (anche se io penso che fecero altro).
Poco prima che uscissero dal bar però, l'istinto mi disse di dargli il mio numero di telefono ed il mio indirizzo di casa.
<< Mi piacerebbe vederci di nuovo, così mi raccontate come sta andando la vostra storia. Ah, se il citofono fosse guasto (come spesso succede) chiedete alla portinaia di Boris Balinor, vi porterà lei al mio appartamento. >>
<< Va bene, verremo senz'altro a trovarti. >> rispose con le lacrime agli occhi Merlin.

Da quella sera è passato un mese, ci siamo tenuti in contatto ed ora sto andando a casa loro.
Hanno deciso di annunciare il loro fidanzamento alla famiglia di Arthur e a Gaius.

Per me sono diventati i figli che non ho mai avuto e loro, soprattutto Merlin, mi trattano come un padre.

 

Salve!
Ringrazio di cuore i miei amici, che mi hanno supportato (e sopportato) durante la creazione di questa storia, improvvisandosi non solo motivatori ma anche beta tester, e chi ha letto la mia storia.
Spero vi sia piaciuta!
Detto questo, w la BBC che ci ha regalato questa serie con Arthur, Merlin e i vari personaggi!
A presto!

   
 
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