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Autore: Crazymoonlight    02/10/2019    0 recensioni
[Magic The Gathering]
Una raccolta di storie nate in occasione dell'Inktober 2019 e riguardanti personaggi conosciuti o meno provenienti dal Multiverso! Ogni storia prende ispirazione da una carta realmente esistente nel gioco.
1. Ring - Sol Ring
2. Mindless - Rise of the Dark Realms
3. Bait - Mana Leak
4. Freeze - Winter Orb
5. Build - Urza, Lord High Artificer
6. Husky - Borborygmos
7. Enchanted - Gift of Orzhova
8. Frail - Human Frailty
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Day 2: Mindless - Rise of the Dark Realms





«Liliana. Vedo che sei di ritorno.» 

Erano soli nella sala imponente, un'enorme caverna scavata nella roccia nera, così alta e profonda che era arrivata ad assumere le fattezze di una cattedrale. Una miriade di drappi purpurei lacerati era appesa al soffitto da lato a lato, come a voler filtrare la fioca luce esterna che entrava dall'alto.

La negromante era in piedi all'inizio di quella che doveva essere la navata centrale e le sue vesti viola terminavano in un lungo strascico, che la faceva apparire come una bellissima e lugubre sposa. Sentendosi chiamare, la donna avanzò con passi lenti e pieni di eleganza, calpestando e frantumando senza riguardo i cumuli di ossa delle innumerevoli vittime che adornavano l’oscura dimora ormai da secoli; quando si fu avvicinata abbastanza, profuse in un profondo inchino: i suoi  setosi capelli neri ricaddero a cascata sul suo viso, nascondendolo alla vista.

«Ho portato a termine con successo il compito che mi avevi assegnato, o grande Accaparratore di Anime»

C'era del chiaro sarcasmo nelle sue parole, ma il demone non ci diede troppo peso e la degnò a malapena di uno sguardo. Liliana era stata insolente fin dal primo giorno, ma la sua sfacciataggine era ben lungi dall'intimidirlo: le aveva già fatto provare un assaggio delle pene che le avrebbe inflitto se avesse provato a mettersi contro di lui. 

«Ne sono compiaciuto. Sapevo che ti saresti rivelata utile… Dov’è il mio Velo di Catena?» 

«Puoi vedere da te.» rispose la donna e di primo acchito lui non capì; tuttavia, quando lei si rialzò e poté osservarla meglio, il demone inorridì: la sua faccia era coperta interamente dall'antico artefatto e le raffinate maglie di oro brunito erano appoggiate sulla sua pelle in modo così delicato da sembrare seta. Cercò di nascondere il tremito di paura che gli aveva pervaso il corpo, optando piuttosto per un ghigno di scherno e incredulità.

«Divertente. Ora cedimi il Velo.»

«No.» si oppose la strega. Sebbene il suo volto, fatta eccezione per gli occhi, fosse celato, il demone poteva ben immaginare il sorriso tronfio che le curvava le labbra.

«Sono venuta a porre fine al nostro contratto, Kothophed.»

A quelle parole, Kothophed, che fino ad allora era rimasto adagiato sulle spire attorcigliate della sua coda serpentina, si erse nella sua interezza: spianò le grandi ali da pipistrello e sul suo volto caprino comparve una smorfia d'ira. La sua figura sembrò eliminare ogni traccia di luce presente nella sala, gettando ombre inquietanti sulle pareti.

«Osi davvero sfidarmi nel mio dominio, Liliana?» ringhiò. 

«Devo forse ricordarti cosa è accaduto l'ultima volta che hai provato a ribellarti? Se cerchi di spezzare il contratto senza il mio volere, conoscerai la morte, dalla quale hai tanto cercato di scappare.  Sei vincolata a me, sei in mio potere. Obbedirai solo a me!»

La negromante non proferì parola, ma rispose lanciandogli contro un getto di mana nero. Il demone, preso alla sprovvista e colpito, si contorse dal dolore e quasi crollò a terra. La magia di Liliana era diventata enormemente più potente, senz'ombra di dubbio grazie all'influenza del Velo di Catena.

«Aspettavo solo il momento opportuno per attaccare.» constatò lei, con una punta di soddisfazione a stento trattenuta nella voce.

«Credi basti così poco per battermi?» gridò Kothophed, rialzandosi e avventandosi contro di lei. «Sai già che da sola non hai alcuna speranza!»

«Ed è qui che sbagli!» ribatté l'altra, andandogli incontro con sicurezza. Da dietro il Velo, i suoi occhi iniziarono a brillare di viola e un altro getto di puro mana nero lo investì, impedendogli di muoversi.

«Sai perché vinco sempre, o grande Kothophed?» lo canzonò, allargando le braccia, vittoriosa. «Perché sono sola. Perché non ho bisogno di affidarmi ad altri per raggiungere i miei scopi. Le persone sono capaci di tradire in qualunque momento, anche quando credi di tenerle in pugno. E infatti… Avevi bisogno di qualcun altro, di me, per recuperare il Velo di Catena, ma non avevi considerato che avrei potuto usarlo contro di te! Preparati a pagare le conseguenze della tua stoltezza!»

Dalle sue mani si liberò un miasma violaceo che si disperse tutto attorno a lei. Subito dopo, la terra tremò e dal suolo sbucarono mani, poi braccia, poi teste… una moltitudine di corpi, di cadaveri, si era alzata, evocata da chissà dove. I primi zombie partirono subito all'attacco, arrancando sulle ginocchia mal articolate, ma Kothophed trovò la forza per sferzare le sue ali e respingerli indietro. Liliana parve imperturbata dai suoi sforzi. Con un altro gesto delle mani, altri zombie fecero capolino dal terreno nero.

«Avresti dovuto scegliere con cura i tuoi servitori, Accaparratore di Anime. Le persone ti pugnalano alle spalle, ma i miei amici, d'altro canto… non hanno un cervello, non hanno una volontà propria che possa farli ribellare. Ascoltano ciecamente ogni mio comando, sono gli schiavi perfetti. Certo, dopo un po' possono risultare noiosi, ma… è stato il tuo volermi accomunare alla morte che me li ha fatti rivalutare in meglio.»

Le creature si moltiplicavano a dismisura. Si facevano strada con forza dal suolo, si alzavano incerti sulle gambe e si lanciavano all'attacco senza insicurezza, come manovrati da fili invisibili. Kothophed si ritrovò ben presto sommerso e incapace di liberarsi. Sopra di sé, vide Liliana ergersi su di una schiera dei suoi servitori, che la mantenevano in aria e si piegavano sotto il suo peso, fino a farla sedere su di un trono fatto di carne putrida e ossa rancide.

«E di questo volevo ringraziarti.» gli concesse, continuando il suo discorso. «In principio venni da te per riottenere la mia giovinezza e sfuggire alla morte; ma tu mi facesti aprire gli occhi: la morte non mi avrebbe mai abbandonata, perché ormai l'avevo accolta dentro di me, nella mia anima. La morte è il motivo per il quale sono diventata una Planeswalker. Sono io la sua padrona. E sarò anche la tua rovina.»

Su tutto il suo corpo iniziarono a comparire dei ghirigori viola, che parevano marchiarla a fuoco. I suoi occhi brillarono più intensamente che mai… un altro colpo della sua magia e Kothophed urlò come mai aveva fatto in tutta la sua esistenza.


 



Note dell'Autrice: Ed eccomi con il secondo aggiornamento dell'Inktober 2019! Riuscire a scrivere tutto in un solo giorno mi commuove... potrei abituarmi all'idea...
Ma bando alle ciance: la protagonista di questa storia è Liliana Vess, uno dei personaggi più iconici di MtG. Sono un po' dubbiosa riguardo ciò che ho scritto, più che altro perchè Liliana non è esattamente uno dei miei personaggi preferiti e ho paura di non essere riuscita a parlare di lei "come meriterebbe". Anche questa volta la storia è ambientata nel passato (la Wiki dice 4604 A.R.) e, come avrete ben capito, inscena la morte di uno dei demoni con con cui Liliana ha firmato un contratto per aumentare il suo potere e ottenere l'immortalità, diventando, in cambio, un burattino nelle loro mani. 
Per questa storia non mi sono attenuta al flavor text della carta che fa da tema centrale, ma mi sono lasciata ispirare dall'immagine: mi piaceva parecchio l'idea di Liliana seduta su un trono di zombie...
Non ho altro da aggiungere.
Alla prossima (che si spera sia domani)!

-Crazymoonlight

 
  
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