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Autore: jaykayess    03/10/2019    2 recensioni
Freezer è stato sconfitto, Namecc è stato ripristinato, e finalmente Goku fa la sua rimpatriata dopo quasi un mese di assenza.
Ma qualcosa, all’improvviso, cambia nella vita del nostro eroe. E, inevitabilmente, anche nella vita di chi lo circonda.
Genere: Azione, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bulma, Gohan, Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aveva parlato chiaro, quella ragazzina. 
Le sue orecchie non avevano sentito male, non aveva affatto travisato le sue parole... la mocciosa seduta di fronte a lui gli aveva appena detto di essere la figlia di Rosicheena.
Quella stessa Rosicheena che, in un tempo ormai molto lontano, era stata sua madre, la regina dei saiyan.
Non aveva mai saputo che fine avesse fatto, dopo la sua fuga da Vegetasei, e forse era meglio così. Era sempre stato sicuro che, almeno nella sua dimensione, fosse morta.
Eppure, quella bambina aveva i suoi stessi occhi. Quegli stessi occhi azzurri che caratterizzavano così tanto la regina, quegli stessi occhi azzurri che le erano stati donati a causa di quegli esperimenti maledetti, di quei poteri che tanto aveva cercato di nascondere.
Questo voleva forse dire che la mocciosa sapesse usare gli stessi poteri di sua madre?
Questo avrebbe dimostrato un sacco di cose. Avrebbe spiegato il come ed il perché quei due bambini fossero giunti nella loro dimensione senza alcuna macchina del tempo: Jinjer poteva controllare lo spazio-tempo. Anche se, probabilmente, ancora non l’aveva capito.

«Adesso capisco.» aveva sentenziato il principe, alzandosi da terra «Non abbiamo bisogno di nessuna macchina del tempo.»
I due bambini sembravano increduli, di fronte a quelle parole: cosa voleva dire, Vegeta, con quella frase? Aveva forse trovato una soluzione ad i loro problemi?
Certo, poteva essere: il principe dei saiyan era sempre stato un grande stratega, e questo nessun varco dimensionale avrebbe mai potuto cambiarlo. Così, felici che finalmente fosse arrivato il momento di mettere un punto a quella storia, sorrisero, aspettando che l’uomo parlasse di nuovo.

Ma Vegeta non parlò. Non si scomodò a farlo, perché aveva trovato una soluzione.
E l’unica cosa da fare, in quel momento, era risvegliare i poteri di quella mocciosa.
Non aveva trascorso molto tempo con sua madre, ma aveva potuto conoscere quel lato della sua natura, ed aveva scoperto che, in realtà, non era così facile controllare dei poteri conferiti da una stupida mutazione genetica.
L’unico modo per prendere coscienza di un potere simile era combattere, allenarsi, anche soltanto per gioco. Ricevere degli impulsi sensoriali avrebbe aiutato chiunque a prendere coscienza della propria natura.
E così era stato anche per raggiungere la sua trasformazione in super saiyan, tanto tempo prima, nel periodo in cui gli androidi stavano per minacciare la Terra.
Così, senza aggiungere altro e senza ulteriori indugi, la attaccò con un calcio, mandandola a sbattere contro uno degli alberi lì vicino. In fondo gli dispiaceva dover combattere contro una ragazzina ancora inesperta nell’arte del combattimento, ma non aveva altra scelta: era l’unico modo che aveva per poterla scrollare, per poter anche solo farle capire che, dentro di lei, aveva un grande potere sopito che l’avrebbe aiutata a tornare nella sua dimensione.

Gohan restò interdetto: perché, così all’improvviso, Vegeta aveva deciso di attaccare quella che, a tutti gli effetti, era la sua sorellina? 
Si era forse arrabbiato a causa della rivelazione di Jinjer? Si stava forse sentendo escluso dalla vita di sua madre?
Ma no, non era possibile: il principe non era mai stato un tipo sentimentale, e solamente perché in quella dimensione erano passati moltissimi anni dal suo attacco al pianeta Terra, la sua indole non poteva essere cambiata fino a quel punto.
Il bambino non riuscì neanche ad intervenire perché Vegeta, prima ancora che lui avanzasse in difesa dell’amica, lo scansò, mandandolo inevitabilmente a sbattere contro il suolo, rotolando sulla terra erbosa di quei boschi.

«Hey!» Jinjer si rialzò, schivando il secondo colpo del principe e salendo verso il cielo, stringendo i pugni e mettendosi in posizione di difesa «Che diamine fai?! Sei impazzito, per caso?!»
«Silenzio, mocciosa!» la ammonì il fratello maggiore, raggiungendola «Preparati a combattere, perché non sarò affatto gentile con te!»

La bambina non capiva: fino a quel momento, nonostante si fosse tenuto a debita distanza e li avesse lasciati fare da soli, offrendogli soltanto un minimo aiuto, Vegeta non si era dimostrato ostile nei loro confronti. Eppure, in quel momento, sembrava terribilmente determinato a battersi con lei.
Probabilmente la notizia di poco prima lo aveva scosso non poco, altrimenti non c’era altra spiegazione: lei non aveva fatto assolutamente niente per spingere quel Vegeta così cresciuto e muscoloso ad attaccarla in maniera così accorata.
Ma comunque, ritrovandosi con le spalle al muro, non poté fare altrimenti: arrotolò la coda attorno alla vita per evitare che il saiyan più grande l’afferrasse durante il combattimento e si preparò al contrattacco, lanciandosi immediatamente in sua direzione e scagliando un ki blast piuttosto potente, che ovviamente il principe scansò come fosse una pallina da baseball.
Era più che ovvio che, anche se si fosse impegnata al massimo, non avrebbe mai potuto vincere contro quel Vegeta: negli anni era diventato almeno il triplo più potente del Vegeta che conosceva lei, ed anche contro quest’ultimo avrebbe potuto fare poco.
Fece per aprire la bocca e parlare, ma il suo avversario non le diede neanche il tempo di farlo, colpendola al viso con un pugno così forte che, per un attimo, pensò che tutti i suoi dentini perfettamente dritti e bianchi dovessero saltare fuori dalla sua bocca.
Durante la sua caduta, fece appena in tempo ad arrestarsi prima di colpire il suolo e, pulendosi il sangue dal naso con il dorso della mano, tornò immediatamente all’attacco contro il proprio avversario, che la prese per i fianchi e la lanciò violentemente contro una grossa roccia, facendole sbattere la schiena contro di essa e creando così un grosso cratere.
«Ahi...» si lamentò, quasi con le lacrime agli occhi, mentre tentava con tutte le proprie forze di rialzarsi.
Non aveva mai combattuto contro avversari così potenti, e c’era da ammettere che la cosa la eccitasse non poco, ma aveva una grande paura che, continuando così, si sarebbe fatta davvero molto male.
Doveva trovare una soluzione. Doveva dimostrare al proprio avversario di essere una vera saiyan, e di non aver paura di niente e di nessuno.
Così, rialzandosi in piedi, iniziò a caricare la propria aura al massimo, preparandosi al primo vero combattimento della sua giovane vita.

Vegeta la osservò dall’alto della sua posizione, tenendo sotto controllo la sua aura. Sentiva una grande potenza provenire dal corpicino esile di quella mocciosa, e non poté fare a meno di sorridere fiero: gli sembrava di rivedersi alla sua età. Era così carica di energia e determinata, tanto che non le importava granché della potenza del proprio avversario. Le importava soltanto vincere, e quello non poteva che essere un punto a suo favore.
Crescendo, sarebbe potuta diventare una grande guerriera.
La vide illuminarsi di un’aura di colore violaceo, mentre le rocce intorno a lei si libravano in aria ed il vento si alzava in maniera quasi spaventosa.
E non fece neanche in tempo a comprendere l’attuale situazione che, nel momento in cui la sentì gridare, si ritrovò in mezzo ad un vortice gigantesco, qualcosa di molto simile a quello che i terrestri chiamavano tornado: non ne aveva mai visto uno, ma sapeva che, in ogni caso, quello che si stava creando attorno a loro, era molto più potente di una qualsiasi tromba d’aria scaturita dalla potenza della natura di quel pianeta.
Senza pensarci due volte, Vegeta si lanciò in direzione di Gohan e lo afferrò, facendolo aggrappare alla sua tuta.
E fece appena in tempo perché, senza neanche accorgersene, si ritrovarono in un luogo molto diverso da quello in cui erano in precedenza.

*

«Avete sentito?»

Non si era scomodato, Paragas. Non si era mosso dalla sua poltrona neanche nel momento in cui i loro scouter avevano iniziato ad impazzire, per poi rompersi.
Sapeva esattamente cosa stesse succedendo in quel momento, aveva la situazione completamente sotto controllo ed  anzi, tutto stava andando secondo i suoi piani: più i poteri di quell’insulsa mocciosa si facevano sentire, più l’energia della sua navicella aumentava, permettendogli di spostarsi di dimensione in dimensione.
La madre, spaventata, si alzò da terra, iniziando a strattonare le catene, tentando invano di liberarsi e raggiungere la propria bambina, ma tutto ciò che riuscì a fare fu stancarsi inutilmente, perché si ritrovò nuovamente a cozzare al suolo, in ginocchio, quasi con le lacrime agli occhi.
Il saiyan rise, di fronte a quella scena: Rosicheena non era mai stata una grande guerriera, ed evidentemente neanche una brava madre, perché entrambi i suoi adorati figli, in quel momento, stavano per essere schiacciati dalla potenza di chi aveva trovato il coraggio di vendicarsi.

«Oh, Rosicheena, non ti affaticare inutilmente.» si inginocchiò al suo fianco, prendendo a carezzarle i lunghi capelli d’ebano «Non preoccuparti. Quando saremo ad Euphysia, potrai riabbracciare i tuoi figli, e sarete tutti felici, contenti... e morti.»

Euphysia.
La donna aveva sentito parlare di quella dimensione moltissime volte, quando ancora si trovava su Vegetasei e pensava che avrebbe vissuto una vita felice e normale.
Nessuno, neanche il più deviato degli uomini, avrebbe mai osato mettere piede ad Euphysia: quella dimensione rappresentava il male assoluto, la desolazione di chi ha scelto l’oscurità, di chi ha fatto prevalere il buio dalla luce. 
Gli unici abitanti di quella terra desolata erano gli spiriti di coloro che avevano osato tanto da dover essere esiliati lì, di coloro che avevano minacciato il destino dell’universo e che erano stati sconfitti. 
Cosa volesse Paragas da quella dimensione, era una faccenda totalmente sconosciuta, e sperava soltanto che quel folle non avesse l’assurdo obiettivo di risvegliare gli spiriti dei malvagi, o sarebbe stata la fine. Per tutti.

«Adesso, mia cara, ci sposteremo.» annunciò quel pazzo, rialzandosi e sedendosi alla centrale di comando dell’astronave «Forse potrai rivedere il tuo dannato primogenito prima del previsto... chissà.»

*

Gli era risultato difficile trattenersi dall’attaccare quella lucertola maledetta. Certo, Cooler non era Freezer, Bardack lo sapeva bene, esattamente com’era consapevole del fatto che Cooler non avesse mai fatto nulla di male né ai saiyan, né ai terrestri. Eppure, la sua somiglianza con il fratello era tale che il povero guerriero non aveva il coraggio neanche di guardarlo negli occhi.
Eppure, il fratello maggiore del tiranno gli aveva appena rivelato di avere una proposta per lui, e Bardack stava tentando in tutti i modi a non perdere il controllo, a trattenersi dall’attaccarlo.

«Parla.» aveva detto, serio «Hai esattamente trenta secondi per sputare il rospo, o giuro che ti manderò all’inferno. Proprio dove dovresti stare.»
«Oh, non scaldarti troppo, mio caro amico saiyan.» aveva risposto la lucertola, viscida, giocherellando con la propria coda «Te l’ho già detto, non sono qui per litigare o per dichiararti guerra. Ti sto solo offrendo il mio aiuto per annientare il mio fratellino.»
«Ah sì?» Bardack avanzò minacciosamente verso il proprio interlocutore, digrignando i denti «E per quale motivo dovrei crederti, mostro? Pensi forse che io caschi nella trappola della pecora nera della famiglia?»
«Sai... io e Freezer non siamo mai andati d’accordo.» iniziò a raccontare Cooler «Nonostante io fossi il fratello maggiore, mio padre ha sempre mostrato molto più interesse ed orgoglio nei confronti di Freezer, piuttosto che nei miei. E questo perché il mio amato fratellino è sempre stato più debole del sottoscritto, e per questo anche più facilmente controllabile. E mio padre lo ha sempre tenuto sotto la sua ala protettiva.»
Il saiyan non rispose. Si limitò a rimanere in silenzio, ascoltando con attenzione le parole di Cooler.
«Per quanto riguarda me, invece, sono sempre stato incline a ribellarmi a mio padre. E mia madre è morta appena dopo la nascita di Freezer, per cui mi è risultato difficile anche solo sviluppare un legame con l’altro mio genitore.» continuò il mostro, rivolgendo lo sguardo al cielo annuvolato «Freezer, invece, ha sempre trovato il modo per ingraziarsi nostro padre. Ed ha deciso di continuare la sua impresa coloniale. Mentre io... beh, l’unica cosa che volevo era diventare sempre più forte. Dei pianeti non me n’è mai fregato nulla, e neanche degli schiavi. Sono cose che interessano soltanto a mio fratello.»
«E ora che ci fai qui? Cos’è che vuoi?»
Cooler ghignò «Sai, mio fratello, soltanto qualche tempo fa, ha attaccato la mia nave, ed ha ucciso tutti i miei scagnozzi. Sono sopravvissuto per fortuna contro la furia del super saiyan che mi ha scagliato contro. E vedi, io non ho alcuna intenzione di far passare questa cosa impunita.»

Inizialmente, Bardack non realizzò il senso del discorso di Cooler: avrebbe potuto rivolgersi a chiunque, per poter vendicarsi di suo fratello. Eppure era lì, di fronte a lui, e gli stava palesemente proponendo una sottospecie di alleanza.
Ma poi, quando vide gli occhi del suo interlocutore puntarsi sulla sfera del drago che teneva ancora stretta in una mano, Bardack realizzò: certo, era ovvio. Freezer voleva quelle sfere, le aveva sempre desiderate, ed ora che era tornato a scorrazzare libero per gli universi non si sarebbe dato pace finché non le avesse raccolte tutte.
Il padre di Goku sgranò gli occhi, arrivando finalmente alla conclusione alla quale era arrivato soltanto pochissimi istanti prima Cooler.

«Tu vuoi raccogliere le sfere del drago.» puntualizzò, tremando «Vuoi raccoglierle... e poi distruggerle. È così che intendi ostacolare tuo fratello.»

~

Ciao a tutti!
Eccomi tornata con questo nuovo capitolo, in cui finalmente siamo tornati a parlare del resto dei personaggi, oltre che di Goku e Vegeta(d’altronde, di loro due se ne parlerà mooooooltissimo nei capitoli successivi, quindi non allarmatevi).
A quanto pare sia Rosicheena che sua figlia posseggono dei poteri particolari, e si è parlato di spazio-tempo, ed anche di esperimenti... chissà a quali esperimenti si sta facendo riferimento.
Nel frattempo, Vegeta del futuro ha capito tutto quello che c’era da capire(o quasi) e non c’ha pensato due volte ad attaccare la sorellina in modo che si svegliasse. Povera Jinjer, che trauma! xD
Nel frattempo(2), Paragas fa riferimento ad una dimensione oscura abitata dalle anime degli esiliati malvagi... ma chi sono questi esiliati malvagi? E perché lui intende arrivare in questa dimensione dove, a quanto pare, nessuno osa mettere piede?
Nel frattempo(3), Cooler spiega(o per lo meno ci prova) il suo piano per incastrare ed ostacolare Freezer. Bardack gli darà retta o preferirà utilizzare quel potere per salvare il figlio da qualsiasi tipo di male l’abbia attaccato?
E Cooler diventerà dei nostri?
Questo lo scopriremo soltanto andando avanti.

Alla prossima!

-JAY
   
 
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